Dedicato a Barry

Le anime degli animali torturati gridano per la giustizia, Le loro urla da vivi sono per la libertà. ANIMAL LIBERATION FRONT

 

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Post n°18 pubblicato il 04 Novembre 2006 da A.L.F.66

5 Novembre 2001 - 5 Novembre 2006

immagineAl momento della sua morte, Barry aveva 49 anni. Era nato a Liverpool ed era un netturbino. Era stato sposato due volte ed aveva due piccoli.

Era stato condannato a diciotto anni di carcere per azioni dirette in difesa dei diritti degli animali ovunque sottoposti ad incredibili sofferenze: esseri che non possono scrivere appelli per far valere le proprie ragioni o ribellarsi al dominio dell'uomo.

Era stato etichettato come uno dei più temuti ecoterroristi, ed internato per cinque anni nel reparto dei criminali più pericolosi. Una pena spropositata come è stato riconosciuto persino dalla Corte che lo ha incriminato, poiché la condanna a 18 anni di carcere è stata una condanna politica a conclusione di un processo politico; infatti le azioni dirette di liberazione animale compiute da Barry erano sempre state rivolte contro strutture, non contro esseri viventi.

Il giudice Darwall-Smith descrisse – durante il processo – l’attività di Barry come terrorismo urbano, pur accettando l’idea che Horne non voleva colpire esseri umani. In tale occasione, Barry si era dichiarato un combattente per la causa animale che lottava per difendere gli animali vivisezionati nei laboratori.

Nel 1997 e 1998 Barry portò avanti in carcere tre scioperi della fame per protestare contro la politica del governo riguardo la vivisezione. Questi scioperi della fame ebbero l’effetto di attirare l’attenzione dei media sulla condizione degli animali nei laboratori, e di donare nuova linfa e voglia di combattere a generazioni intere di attivisti.

Con la sua protesta Barry chiedeva la fine immediata di ogni pratica vivisezionista praticata dall'industria dei cosmetici, così come i laburisti avevano promesso (ma non mantenuto) in campagna elettorale. Chiedeva anche l'istituzione di una "Royal Commission" che affrontasse seriamente ogni aspetto della vivisezione, moderna forma di tortura considerata inaffidabile da un sempre maggiore numero di medici e ricercatori, ma indispensabile per garantire i profitti delle multinazionali.

Dopo il terzo sciopero della fame, durato 68 giorni, le condizioni di salute di Barry erano alquanto peggiorate. I danni sugli organi vitali erano stati da subito evidenti. Gli era stata negata la possibilità di un adeguato ricovero ospedaliero e non era stata modificata la sua categoria A, ossia di prigioniero considerato "pericoloso e violento", anche se un diverso trattamento detentivo avrebbe potuto aiutarlo a migliorare le sua situazione psicofisica.

Barry trascorse mesi di terribile agonia, ma non riuscì mai a riprendersi né fisicamente né mentalmente da quest’ultimo lungo digiuno.immagine Morì meno di tre anni dopo, il 5 novembre 2001, per una complicanza al fegato nell’ala ospedaliera della prigione di Long Lartin, nel Worcestershire.

immagine
_______________________________________

Il giorno in cui ti ho conosciuto è stato il più importante della mia vita e vorrei ricordarti così
immagineCiao Barry


 
 
 
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INFO


Un blog di: A.L.F.66
Data di creazione: 18/09/2006
 

PREGHIERA DEL CANE RANDAGIO

Con passo vacillante
e con il corpo stremato
giungo alla fine dei miei giorni.
Forse stasera morirò
e da sotto questa quercia
con l’ultimo respiro, che mi resta in gola,
vorrei ringraziare il Signore
per il pane che mi ha fatto trovare
nella spazzatura,
per l’acqua che ha fatto scendere dal cielo per
dissetarmi,
per i sacrati delle chiese
dove ho potuto ripararmi.
Si, Signore,
io sono uno di quelli
uno fra i tanti che non sa
cos’è il calore di una cuccia,
il sapore di un osso,
la carezza di un padrone.
Conosco solo
il dolore dei calci sul dorso,
le sassate sulla fronte,
le gomme di quella macchina
che mi hanno spinto nel burrone.
Ricordo, poi
quella mano, grande, pesante,
che ancora cucciolo mi ha
abbandonato nella strada,
dove vissi tutto il mio calvario.
Ho attraversato monti, boschi e paesi
nessuno mai, mi ha tenuto con sé,
nessuno, mai, mi ha dato un nome.
Dalla nascita ho sempre portato il tuo
“ Cane.”
Signore,
tante sono le cose che vorrei dirti;
ma…..
il cuore ha rallentato il battito  
e il respiro s’affievola sempre più.
Perdonami! E ti supplico:
fa che la mano dell’uomo
non abbandoni più
un cucciolo nella strada.
E’ triste vivere da vagabondi,
è penoso essere soli,
ed essere soprattutto semplicemente
solo un cane.
Abbracciami almeno tu
         
in quest’attimo.
Perché?
Perché anch'io ti appartengo

Tratto dal libro: "Voci di canili"
 Autrice: d.ssa Anna Mazziotti

immagine


 

FREEDOM

 

FINALMENTE LIBERI

 

VIVISEZIONE

Da guardare in assoluto silenzio...

 
 

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