Dedicato a BarryLe anime degli animali torturati gridano per la giustizia, Le loro urla da vivi sono per la libertà. ANIMAL LIBERATION FRONT |
BARRY
Liberazione Animale. Molte persone riconoscono queste due parole, pochi capiscono il loro reale significato. Perché se lo capissero farebbero subito qualcosa di concreto.
Quando parliamo di vincere la causa della liberazione animale, intendiamo proprio questo. Lottare per questo, andare in prigione per questo, vincere. Non perdete tempo a parlarne, bevendo birra al pub o mangiando polpette vegetali. Andate là fuori e vincete! Per alcuni di noi la causa della liberazione animale è una guerra che intendiamo vincere. Se falliremo sarà perché non abbiamo dato il massimo o perché non ci abbiamo creduto abbastanza. Per alcuni di noi le lacrime sono vere, il cuore si spezza veramente e si è pronti a morire per vincere questa guerra. Se non si agisce si giustifica... se non si combatte, non si vince. E se non si vince si è responsabili delle morti e delle sofferenze che continuano a ripetersi all'infinito... Agli animali non importa niente di come noi intendiamo vincere o perché, tutto ciò che vogliono è avere indietro la loro vita, la loro libertà Ora!
(Barry Horne 1952-2001)
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Post n°40 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da A.L.F.66
Ho avuto modo di rileggere questa "pagina" di libro e mi sono chiesto se poteva essere interessante per qualche passante di questo umilissimo blog: Un giorno Febo uscì, e non tornò più. |
Post n°37 pubblicato il 04 Gennaio 2008 da A.L.F.66
(Francia, 23 Luglio 2007 / 03 Gennaio2008) Ecco sono qui! Avanti:
Nascondi ad estranei è bene nell'ombra celarlo. |
Post n°36 pubblicato il 09 Luglio 2007 da A.L.F.66
«Sono venuto, ho fatto piano, Due mesi… Due mesi lontano da tutto e da tutti, due mesi passati a cercar me stesso, a pormi domande e cercarne le risposte. La rabbia era grande, troppo grande per non essere pericolosa per me e per qualcun’ altro, quel “qualcuno” cui devo dei “ringraziamenti” per avermi tolto la presenza di mia madre. Quello che la legge poi dirà non m’importa, non ho mai creduto in essa e comunque non potrà ridarmi ciò che ho perduto. Vi ringrazio per le parole di conforto che avete lasciato qui e in messaggeria, in ogni caso passerò da voi per lasciarvi un segno della mia riconoscenza. |
Post n°35 pubblicato il 11 Maggio 2007 da A.L.F.66
. Sul piccolo paese dove vivo sono scesi i tristi rintocchi delle campane… . Si, mia madre è morta!!
Le speranze di questi mesi sono finite in quattro giorni d’agonia… A gennaio mia madre fu colpita da infarto, nonostante l’età e il fatto che il suo cuore fosse sofferente (il primo intervento cardiochirurgico risale al 1962) tutto faceva sperare in un discreto recupero, sennonché cominciarono altre sintomatologie, dalla marcata inappetenza al rigonfiamento dei piedi, dalla persistente nausea e vomito alla depressione. Sono seguiti altri ricoveri, anche prolungati, in cui i medici dichiaravano che fosse solamente una sorta d’inconscio rifiuto alla vita… Un rifiuto inconscio che gonfia i piedi? Mah. Più il tempo passava più mia madre perdeva autonomia, finché un medico, dopo svariate analisi, mi disse: “ Sua madre ha il fegato completamente compromesso, altro che rifiuto alla vita, ecco il perché non riesce a nutrirsi e, non bevendo, la mancata o scarsa diuresi spiega il rigonfiamento degli arti inferiori”. Azz!! E adesso? “Mi dispiace, oramai è troppo tardi, anche i reni iniziano a deteriorarsi…” Ma perché tutto ciò? “Non capisco, dalle cartelle cliniche dei precedenti ricoveri non c’è traccia di queste problematiche, in ogni caso ritengo che, visto le indagini svolte, la causa stia in una cura farmacologia non adeguata… Le saprò dire qualcosa in più tra qualche giorno”.
La risposta è arrivata proprio nel giorno in cui mia madre, ridotta oramai alla pelle ed alle ossa, dopo un’atroce agonia vissuta con mente lucida se ne andava…
I medici anziché curarla l’hanno uccisa!
Strano destino questo, io che mi batto in tutti i modi possibili contro la vivisezione, perdo mia madre per colpa di farmaci sbagliati… Non ho più lacrime, a quarantuno anni mi ritrovo con mia sorella, mio padre e mia madre che mi guardano dal cielo...
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Post n°34 pubblicato il 05 Marzo 2007 da A.L.F.66
Da quando ho lasciato il mio blog sono passati quasi due mesi, due mesi passati ad occuparmi solo ed esclusivamente della persona a me più cara, mia madre. La sua salute, dopo un miglioramento iniziale, è diventata via via sempre più critica, le mille vicissitudini che il suo corpo e il suo spirito hanno sopportato nel corso degli anni, sono diventate macigni crollati sul suo animo. La donna battagliera e piena di voglia di vivere che ho sempre conosciuto è all’improvviso scomparsa, lasciando solo un volto stanco e scarnito. Se tutto va “bene” fra qualche settimana sarà dimessa, ma quella persona che uscirà non sarà mai più la stessa… Chi si occuperà del suo tanto amato giardino pieno di mille fiori e di mille piante? A chi, io mi rivolgerò per cercare conforto? La vita mi ha fatto incontrare una moglie stupenda, ho potuto svolgere una professione che mi dà moltissime soddisfazioni, ho la compagnia dei miei amatissimi animali… Ma niente e nessuno potrà colmare la mia pena. Comunque sono ritornato per continuare a divulgare le atroci sofferenze che devono sostenere i miei “fratelli” più deboli. Vi ringrazio tutti per i messaggi che avete lasciato sia su questo modesto blog, sia in messaggeria. Che Dio vi benedica. C’è una poesia di Romano Battaglia che rispecchia un poco il mio attuale stato d’animo e ve la voglio far leggere: “Quando mia madre morirà, |
INFO
PREGHIERA DEL CANE RANDAGIO
Con passo vacillante
e con il corpo stremato
giungo alla fine dei miei giorni.
Forse stasera morirò
e da sotto questa quercia
con l’ultimo respiro, che mi resta in gola,
vorrei ringraziare il Signore
per il pane che mi ha fatto trovare
nella spazzatura,
per l’acqua che ha fatto scendere dal cielo per
dissetarmi,
per i sacrati delle chiese
dove ho potuto ripararmi.
Si, Signore,
io sono uno di quelli
uno fra i tanti che non sa
cos’è il calore di una cuccia,
il sapore di un osso,
la carezza di un padrone.
Conosco solo
il dolore dei calci sul dorso,
le sassate sulla fronte,
le gomme di quella macchina
che mi hanno spinto nel burrone.
Ricordo, poi
quella mano, grande, pesante,
che ancora cucciolo mi ha
abbandonato nella strada,
dove vissi tutto il mio calvario.
Ho attraversato monti, boschi e paesi
nessuno mai, mi ha tenuto con sé,
nessuno, mai, mi ha dato un nome.
Dalla nascita ho sempre portato il tuo
“ Cane.”
Signore,
tante sono le cose che vorrei dirti;
ma…..
il cuore ha rallentato il battito
e il respiro s’affievola sempre più.
Perdonami! E ti supplico:
fa che la mano dell’uomo
non abbandoni più
un cucciolo nella strada.
E’ triste vivere da vagabondi,
è penoso essere soli,
ed essere soprattutto semplicemente
solo un cane.
Abbracciami almeno tu
in quest’attimo.
Perché?
Perché anch'io ti appartengo
Tratto dal libro: "Voci di canili"
Autrice: d.ssa Anna Mazziotti
FREEDOM
FINALMENTE LIBERI
VIVISEZIONE
Da guardare in assoluto silenzio...
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il 23/10/2016 alle 13:00
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il 02/02/2013 alle 20:08
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il 16/12/2011 alle 11:02
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