Creato da: antonio.facchiano il 07/05/2008
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Vaccinazione H1N1: Tra squali e squalene.
Nessuno conosce la verità sui rischi effettivi del vaccino anti H1N1. In fondo il fatto grave è proprio questo. Ognuno dice la sua e nessuno ha un credibilità tale da poter affermare qualcosa senza che qualcun altro possa dire il contrario con altrettanta credibilità. Se si fa un giro in internet, digitando le parole chiave “vaccinazione”, “squalene”, “H1N1”, si trovano migliaia di siti che parlano e sparlano del vaccino. In rete si dice che uno degli adiuvanti presenti nel vaccino che si vende in Italia sia lo squalene , l’adiuvante che, in base ad attendibili studi , sarebbe responsabile della Sindrome del Golfo nei militari americani, anche se non tutti sono d’accordo. In rete si dice che lo squalene non e’ presente nei vaccini venduti negli USA e ci si chiede come mai l’Italia abbia acquistato quello con lo squalene. Si dice che in Germania ci siano addirittura due forniture diverse: una per la popolazione, contenente squalene, e una per politici e alti funzionari, priva di squalene (fonte Adnkronos e altre , che citano 'Der Spiegel online' ) In rete si dice che nel vaccino in uso in Italia ci sia il thiomersal, noto per la sua composizione a base di mercurio e al centro di mille polemiche. Sebbene credibili pubblicazioni ne sostengano la innocuità, ciò non toglie che esso sia stato alla fine eliminato dai vaccini per l’infanzia, almeno nei paesi occidentali, dove maggiore è la diffidenza. Al pastrocchio aggiungete i servizi giornalistici che da un lato sparano a zero sul vaccino e dall’altro intervistano esperti tranquillizzanti. Aggiungete il fatto che il picco della pandemia, originariamente previsto per Natale, è anticipato di circa un mese e dunque il vaccino sarà disponibile quando forse la maggior parte della popolazione avrà già contratto la influenza. Io ho le idee completamente confuse, e non so davvero cosa fare, e finirò probabilmente col prendere grammi di vitamina C e chili di arance e kiwi ……….. hai visto mai! Del kiwi non ha mai parlato male nessuno. Non ancora
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