Creato da: antonio.facchiano il 07/05/2008
Tutti i sogni che una tastiera qwerty può scrivere
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Post n°9 pubblicato il 26 Maggio 2008 da antonio.facchiano
Quel silenzio che si sente forse solo nelle notti invernali in campagna o in montagna, lontano dalle sirene che ululano disperate nel vuoto illuminato delle strade cittadine; quel silenzio senza i ronzii dei frigoriferi o dei condizionatori; quel silenzio rotto solo dal ticchettio del mio cuore e dal sibilo dell’aria che va su e giu’ nei miei polmoni. Quello e’ un silenzio scontato a cui pochi prestano attenzione. Riccardo Cocciante nel 1976 scriveva un verso capolavoro in Margherita : “Io le costruiro’ un silenzio che nessuno ha mai sentito” . Preso dal mio lavoro e dai miei interessi, sono impegnato a costruire il rumore che mi circonda, a dargli un senso, a organizzarlo in maniera logica, a riempirlo di altro rumore, sperando di cooperare, nel mio piccolo e come posso, alla armonia universale; ma cosa esattamente e’ la armonia universale? Nell’universo la maggior parte della fisicita’ e’ fatta di “nulla” e di buio; o meglio, di radiazioni invisibili e in-udibili ai nostri occhi e ai nostri orecchi; addirittura, e’ fatta di antimateria, qualcosa che qualcuno sta ancora studiando e che io, malgrado la buona volonta’, non riesco nemmeno a immaginare come sia fatta esattamente. Qui sulla terra, forse l’approssimazione piu’ vicina al cosmo e al suo silenzio e’ una notte stellata senza luna, buia e silenziosa. Non ricordo di essere mai stato per piu’ di qualche secondo in una condizione come questa; mentre sono li', che cerco di entrare in sintonia con il mio cosmo interiore, ad un tratto compare la luce lampeggiante di un aereo, o un grillo impaziente si mette a chiamare la sua amata che si attarda altrove, o un pipistrello passa a due centimetri, a volo radente; e l’incantesimo, faticosamente cercato e costruito, si rompe come un castello di carte al soffio dispettoso di un bambino. Quel bambino non sapra’ mai la fatica fatta per tirarlo su, quel castello, e lui lo demolisce senza un vera ragione, solo per dispetto. Qualcuno chiama questo “libero arbitrio”, ma per me e’ solo pura, assoluta, onesta ignoranza.
Antonio Facchiano
Post n°8 pubblicato il 20 Maggio 2008 da antonio.facchiano
Domani sarà un giorno importante, ma questo è un pronostico forse molto stupido e comunque troppo facile. Non potrebbe non esserlo, perché irripetibile nella sua unicità, e perché imprevedibile. Perché ciascuno avrà il suo, diverso da tutti gli altri. Ma questo domani, avrò un motivo in più per ricordarlo fra 10 anni, fissato sul mio blog come un disegno rupestre di 10 mila anni fa. Diecimila anni passeranno in pochi anni, forse meno di dieci. Chissà se il blog di LIBERO esisterà ancora tra dieci anni; se io ricorderò ancora la mia password; se ci sarò, se ci sarà il mondo. Questo gioco che fa il tempo non mi diverte più; lui che arriva ignoto tornando dal passato; che sfugge tra le dita e all’improvviso mi ritrovo “grande” fuori e dentro più stanco, a manovrare la vela, col vento che rinforza. Tempo che accelera e ritarda senza un regola apparente che mi trovi d’accordo; che si ferma quando dovrebbe correre veloce verso nuove albe; tempo saccente che ha sempre ragione, che manda tutto in frantumi e butta via i pezzi. Tempo condannato a restare solo, lui unico saggio a ricordare tutto il passato; passato inutilmente
Antonio Facchiano.
Post n°7 pubblicato il 19 Maggio 2008 da antonio.facchiano
Tag: Amore per Napoli Napoli, ti amo ancora di piu' Poche vette e tanti dirupi oscuri Antonio Facchiano
Post n°6 pubblicato il 16 Maggio 2008 da antonio.facchiano
Tag: Cronaca nera, par condicio
La morte e la devastazione del terremoto in Cina. Il dolore interminabile degli orrori che il telegiornale enfaticamente si compiace di spiattellare in prima serata, subito prima del reportage sulla sfilata di alta moda. Che senso ha tutto questo? L’alpino che oggi ha perso un piede… Mi piacerebbe che ci fosse una regola di “par condicio” anche sulle notizie di cronaca. VOI POLITICI! Ve la siete inventata, come garanzia di equita', per le occasioni in cui vi fa comodo. Ora potreste applicarla anche alla cronaca. Non voglio abolire la cronaca nera, per carità; abbiamo il diritto e il dovere di sapere tutto quello che non va. Ma per ogni notizia di cronaca nera, per favore datecene una di cronaca bianca. Per ogni ragazza stuprata e gettata in un pozzo, c’e’ una mamma che malgrado le difficolta' di una gravidanza difficile, da’ alla luce una creatura sana; per ogni bambino che muore di fame, c’e’ una nuova speranza di guarigione in qualche corsia di ospedale; per ogni fannullone strafottente assenteista e approfittatore, c’e’ qualcun altro che fa il proprio dovere, con dedizione ed entusiasmo.
Per amore della Verita’, raccontatecela tutta.
Antonio Facchiano
Post n°5 pubblicato il 13 Maggio 2008 da antonio.facchiano
Post n°4 pubblicato il 12 Maggio 2008 da antonio.facchiano
"Le parole che non ti ho detto" Film, regia di Luis Mandoki , con Kavin Costner. La storia e' OK, ma la cosa più bella in questo film e' senz'altro il titolo, che evoca un intero mondo. Le parole che non si dicono per pudore, quelle che non si dicono per mancanza di coraggio, quelle che si tengono dentro per gelosia o per omerta'; quelle che non si dicono per mancanza di tempo. Non si dicono quelle dell'amore più grande e delle passioni piu' intense, che non si sanno raccontare; troppo grandi per farle uscire allo scoperto. Cosi', lasciano spazio alle parole piu' banali e scontate, di cui ci riempiamo la bocca e le orecchie, mentre quelle che dovremmo sentire non ci sono. E mi addormento tra queste parole e quelle, aprendo una parentesi che si richiude appena riapro gli occhi. Antonio Facchiano
Post n°3 pubblicato il 08 Maggio 2008 da antonio.facchiano
"Gli uomini sono un'avventura straordinaria" da Il cielo di Austerlitz (Roberto Vecchioni) Già, qualche idea ce l’ho. Ma che buffi che siamo noi uomini. Gli uomini sono davvero un’avventura straordinaria, come dice Roberto Vecchioni. Pensate che per milioni di anni gli eventi hanno privilegiato la sopravvivenza della specie, più che la sopravvivenza dell’individuo. Ma da un po’, forse, le cose sono cambiate. E la sopravvivenza dell’individuo richiede talvolta azioni che potrebbero mettere in pericolo la sopravvivenza della specie. Un esempio su tutti: lo sviluppo dei paesi emergenti (auspicabile e necessario per la crescita e la sopravvivenza di quei paesi) mette in pericolo l’ambiente, e dunque la sopravvivenza dell’intero ecosistema, se questo sviluppo non è gestito in maniera sostenibile. Altro esempio: miliardi di dollari sono spesi per sviluppare farmaci. I farmaci però, necessari per curare i pazienti, non impediscono che migliaia di altri individui possano ammalarsi della stessa malattia. La strategia vincente, nel caso delle malattie, NON è quella del farmaco, ma quella del vaccino (quando percorribile) o comunque quella della prevenzione. E dunque energie ingentissime vengono sottratte allo sviluppo della strategia vincente, a favore della strategia di "sopravvivenza". Forse è ovvio tutto questo, ma il fatto è che a nessuna casa farmaceutica conviene investire in prevenzione. Del resto, le case farmaceutiche hanno obiettivi dichiaratamente e leggittimamente "di profitto". Gli stati centrali (che invece dovrebbero avere una visione a lungo termine e una vocazione alla strategia preventiva) non hanno abbastanza soldi per finanziare seriamente la prevenzione, l’eliminazione dell’inquinamento e degli agenti tossici, la correzione degli stili di vita…, e allora… e allora l’unica strada davvero percorsa con convinzione è quella dello sviluppo di nuovi farmaci, che combattono, sì, ma senza vincere mai abbastanza. Questo conflitto epocale tra l’interesse del singolo individuo e l’interesse della specie è uno dei massimi sistemi su cui spesso mi addormento, ma dovrei rifletterci meglio.
Antonio Facchiano
Post n°2 pubblicato il 07 Maggio 2008 da antonio.facchiano
Ecco un sogno ricorrente. Sogno un mondo senza ospedali. Senza ospedali per mancanza di pazienti. Le vedo le corsie dei reparti “tranquilli”, dove i pazienti stanno sull’uscio della loro stanza, come sulla porta di casa in un qualunque paese delle nostre campagne, a guardare chi passa e scambiare quattro chiacchiere. Ma cammino anche nelle “altre”corsie, quelle in cui pazienti e parenti stanno in silenzio, a testa bassa, a fare i conti con la loro paura, che non passa. Un mondo senza ospedali … ci pensate? Se mancassero i malati, non avremmo bisogno di tante medicine, e delle industrie farmaceutiche, il cui mestiere e' vendere, non salvare vite. Non ci vorrebbe poi molto. Basterebbe una magia, nemmeno tanto difficile. Io qualche idea ce l'ho. Antonio Facchiano
Post n°1 pubblicato il 07 Maggio 2008 da antonio.facchiano
Le presentazioni… un’altra volta. Piuttosto, voglio dirvi subito perché ho deciso di creare anche io un blog. Mi piacerebbe condividere i miei sogni; quelli belli e quelli brutti. Perché parlarne, forse è un modo per realizzare quelli “belli” e allontanare quelli “brutti”. Non so come verrà questa mia iniziativa “mediatica”. E’ la prima volta che mi cimento con un blog, percio', se vi va, aiutatemi anche voi a costruirlo, con in vostri commenti. Antonio Facchiano
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