Creato da: sampiero_p il 10/01/2005
OGNI UOMO E' UN'ISOLA. NESSUN UOMO E' UN'ISOLA. (Mouscardin)

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Agosto 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

Ultime visite al Blog

FulvioDiDiogiovanna.ottapaolaporcinimaranzanoccmanu.angeciromariacavaccinimaurizio.cotrufofotografrancostefano.desantis0super.diverpaolomunafo90arianna.redepaoliniunamamma1orrozzorronick75dgl5
 

Ultimi commenti

Un popolo che viveva in armonia con la natura. che non la...
Inviato da: Maria
il 11/03/2009 alle 21:55
 
Lo vedrò con interesse. I parallelismi non mancano....
Inviato da: Anonimo
il 08/11/2008 alle 17:33
 
Un video che riassume un pò la vicenda Alitalia:...
Inviato da: L_irrequieto
il 05/11/2008 alle 17:00
 
Grazie. Sei molto gentile. Non è che Picasso è tra i tuoi...
Inviato da: Mouscardin
il 04/08/2008 alle 11:52
 
Eccellente citazione, Franca. Penso sia approprita.Quanto...
Inviato da: Anonimo
il 28/07/2008 alle 18:15
 
 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Avvertenze

Le foto ed i video presenti su

 "ARCIPELAGO"

 sono stati in larga parte presi

 da Internet,

 quindi valutati di pubblico dominio.

Se i soggetti o gli autori avessero

qualcosa in contrario

alla pubblicazione, non avranno

che

 da segnalarlo all'amministratore

 - indirizzo e-mail:

 sampiero_p@libero.it-,

che provvederà prontamente

alla rimozione delle immagini

 utilizzate.

I testi sono oggetto di tutela legale

 in relazione ai diritti d'autore

e di proprietà intellettuale.

 

 

 
« AUGIAS E LA FARSA DEL SACROASINOCRAZIA »

IL TALENTO DI WOODY

Post n°371 pubblicato il 18 Giugno 2008 da sampiero_p
 


Il recente film del regista americano Woody Allen, dal suggestivo titolo "Match Point", rappresenta il culmine di un'evoluzione artistica, che ha visto il passaggio da tematiche intrise di drammatico pessimismo, temperato o nobilitato da un raffinato sense of humour, alla pura e semplice esaltazione del cinismo.

E' il senso di una lucida disperazione quello che accompagna il cammino di questo talento della macchina da presa, nei cui sguardi si concentra tutto la pena, il sarcasmo, l'aporìa ed il dolore del popolo ebraico.

Basta vederlo mentre suona il clarinetto con aria smarrita, per capire che si tratta di un uomo, tormentato fin dalla nascita potrebbe dirsi, dal dilemma della fede, che attanaglia tutti i membri della sua comunità nell'arco millenario della propria storia.

Uomini condannati a vagare per il mondo come sappiamo, in preda ad un senso di colpa inestirpabile, lacerati tra la speranza del messia e il dubbio nichilista di un'esistenza affidata al caso e alla fortuna... (non quella machiavellica in cui c'è uno spazio riservato al valore del singolo nel determinare in parte almeno gli eventi ed il corso degli avvenimenti storici, ma quella raffigurata nell'immagine della dea bendata, che elargisce i propri doni a chiunque, perfino a chi non li merita).

Il film è dedicato alla casualità considerata ormai l'unica regolatrice della nostra vita.
Il protagonista che aspira, manco a dirlo, ad un'esistenza da ricco a qualsiasi costo, si abbandona alla passione, ma non sa controllarla e tra il sentimento d'amore e l'agiatezza di un matrimonio d'interesse, sceglie quest'ultimo, commettendo un duplice omicidio per liberarsi dell'amante scomoda perché, incinta, vorrebbe il riconoscimento di un legame autentico, a dispetto dell'ipocrisia e del compromesso.
In questa storia si capovolgono tutti i tradizionali parametri del bene e del male, del giusto e dell'ingiusto e di quella che un tempo si definiva la"nemesi".
Come a dire che finalmente sappiamo tutta la verità del mondo com'è e come è sempre stato: una foresta selvaggia, dove può capitare che il "fato" arcaico sia coerente con i fini malvagi dell'uomo, fino al punto di dire che l'audacia nel commettere un delitto è premiata con l'impunità e addirittura con una vita serena, non turbata da alcuna coscienza, perché questa non esiste od è addomesticabile a proprio piacimento.
Questa l'idea cardine attorno alla quale ruota la storia cinematografica, povera di colpi di scena, ma ricca d'insegnamenti rovesciati.
Woody Allen non ride più sarcasticamente né satiricamente dei suoi protagonisti, li comprende e li esalta, alla fine, come la testimonianza del nulla che ci circonda.
Qui consiste il suo talento: svela una realtà diffusa e ineluttabile.
Basta guardarsi attorno e osservare il vicino di casa o l'interlocutore occasionale, per rendersi conto di quanto sia banale la chiave di lettura del mondo circostante: vivi qui e subito coltivando con ipocrisia il tuo arbitrio con il disprezzo o l'indifferenza per il prossimo:la vita è una roulette. Almeno per la maggior parte della società occidentale avanzata.


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/Arcipelago/trackback.php?msg=4917093

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/06/08 alle 22:50 via WEB
Sono d'accordo quasi interamente con la tua lettura del film. Non l'ho rivisto recentemente, ma lo vidi quando uscì e ancora lo ricordo con precisione, compreso la sensazione duplice e contraria di sgradevolezza rispetto l'ipocrisia rappresentata e l'impunità finale,e stupore per la chiara scelta di Allen a far scegliere il suo protagonista. Non credo alla casualità degli eventi, credo che ogni attimo della nostra vita comporti una scelta e noi ogni attimo della nostra vita scegliamo, nel bene e nel male. A volte ci va bene, e a volte male.Altro punto sul quale non concordo pienamente è la puntualizzazione sul popolo ebraico: l'arrivismo, il cinismo, la ricerca a tutti i costi di qualcosa di più del semplice e dovuto benessere Allen credo lo allarghi all'umanità intera, partendo ovviamente da quella inglese, per arrivare forse a quella americana, passando per il mondo globale.
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/06/08 alle 23:07 via WEB
Non c'è un'accusa al popolo ebraico. Anzi, c'è il ricoscimento della diaspora drammaticamente legata alla storia di quel popolo, che soffre profondamente la propria fede più di ogni altra comunità. Il cinismo è la costante dell'ultimo stadio della civiltà cosiddetta "avanzata", dopo la morte di Dio e l'eclissi del Sacro. Le scelte individuali in questo contesto hanno un valore molto relativo. La mentalità corrente punta sulla fortuna e sul tornaconto personale e le scelte sono condizionate da queste coordinate, che invertono tutte le rotte tracciate avendo presente il senso del limite(il metus dei latini e l'hybris dei greci), il quale, nell'età contemporanea, non esiste più. Pi. Sam.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963