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La ribollita
Post n°4 pubblicato il 03 Novembre 2010 da pacatissima
I fiori ci sono Il vento anche
Vorrei descrivere una volta tanto tutto ciò che sta fuori di me Se faccio girare bene la mia testa ho una visione a trecentosessanta gradi di natura stupenda ricca accaldata che ha preso quello che doveva prendere Ha riempito di sole i suoi frutti e ce li consegna. Il colore predominante è il GIALLO Un giallo non puro Un giallo che si è mescolato al verde al marrone al grigio all’azzurro al rosso e al viola al ciclamino Un giallo che esce fuori anche dagli odori quando apro una zucca quando affetto le ultime zucchine dell’orto tutte pelose Un pelo così turgido che quasi punge. Oggi ho fatto la ribollita. Cipolla soffritta lievemente Poi: patata zucchine zucca fiori di zucchine porro carota cavolo nero cavolo verza bietola acqua che bagna per tre quarti. Cottura: due ore. Mangiare: meglio se dopo un giorno, accompagnandola con pane crogiato sul quale ho strofinato un cipollotto fresco Olio crudo. I sapori della terra sono qui riuniti in celebrazione. Il cielo non è offuscato, ma accoglie nuvole Mentre il vento muove le chiome degli alberi con un suono così consistente da farmi pensare al mare. Le foglie non sono ancora secche del tutto Ogni tanto dalla terra salgono degli odori intensi Io cammino e gli alberi mi salutano, milioni di foglie muovendosi si accordano fra loro. Un uccello passa volando e gracchiando simpaticamente Alcune foglie cadono, rotolano, si rincorrono. Macchie rosse e arancioni spuntano dai cespugli. Ora cammino in un tappeto morbido di terra sotto una fila di pini. Vorrei fare un quadro. Ho in mente uno sfondo bellissimo di cielo. Un cielo fresco, sereno e solido, quasi da toccare, come fosse meringa. Un cielo visto da sdraiati. Su questo cielo meringa immagino i contorni di chi guardo, linee scure di contrasto. Non so ancora l’immagine, ma sicuramente un uomo. Ho comperato ieri i colori ad olio. Il cielo…come se avesse boccoli di nuvole. Il vento continua. Mi sono arrabbiata con mio figlio che crescendo comincia a fare di testa sua. Non conosco un modo che non sia la rabbia per intimargli velocemente l’obbedienza. Ci sono tantissimi ciclamini e un ragnetto giallo sta risalendo la sua liana di ragnatela. Il vento lo fa dondolare: ogni tanfo si riposa. Poi riprende. E’ arrivato su una foglia secca. E lì si ferma. E io proseguo. C’è una parte di bosco che è stata ripulita benissimo. Hanno tagliato gli alberi in modo tale che possa respirare e ci sono tappeti di ciclamini in risposta. E funghi. Una ghianda. Verde e gialla. Un fungo bellissimo. Elastico, tremolante al tocco, tonico. L’odore del muschio e della terra. Quante cose rapiscono! La ghiande verdi, rosa, gialle, già sgusciate. C’è una famigliola di funghi gialli sui quali adesso si è appoggiato un insetto e sono in dodici. C’è una frase che ho letto e che mi piace: Non si tratta di conquistare o acquisire, basta accogliere. Una, due, tre, quattro, cinque, sei foglie corrono davanti a me, ciabattano sui loro zoccolini secchi. Ma non fanno la curva, proseguono diritte verso una pozza d’acqua color rosso carota dove la superficie, raggiunta dal vento, s’increspa. Gli alberi s’innalzano poderosi, immobili. Il resto freme. Bacche rosso bordeaux e nere. Ginepri. Ulivi che fra poco daranno il loro olio. Radure pulite, ordinate. In lontananza un tappeto ordinatissimo di terra, arato in modo geometrico e contornato da un collo di pelliccia di alberi. Ulivi, fichi. Ulivi dalle punte argentee Un castello con bandierina Grappoli, grappoli, grappoli di olive. Un albero con una chioma poderosa tutta gialla Un alano e un cane più piccolo in gabbia. Una Madonnina che saluto e segna il punto di arrivo nella mia passeggiata. E riprendo il percorso. In salita questa volta. Il profumo del finocchio selvatico. Edera. Muschio. L’importante non è conquistare ma accogliere…in questo periodo della mia vita. Un mare di erba medica non fa alcun rumore ma si agita felicissima. Un omino sta riparando il tetto. Un papavero tutto solo e tutto rosso partecipa anch’esso alla danza del vento. Un’ape. Non so quanto riesca a seguire il suo percorso o quanto venga trasportata dal vento. Forse per questo si appoggia più del dovuto. Ed ora il vento è sovrano. |
Inviato da: diogene51
il 22/12/2012 alle 15:04
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il 22/12/2012 alle 00:04
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il 19/12/2012 alle 22:26
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il 25/01/2012 alle 14:40
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il 24/01/2012 alle 18:58