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« Terremoto dell’11 di Mag... | Bendandi e Astroterremot... » |
In questi giorni non si è fatto che parlare della falsa profezia del terremoto che avrebbe dovuto colpire Roma. Per avvalorare tale nefasto presagio è stato scritto che fosse stato Raffaele Bendandi. Ma chi era questo personaggio che ha acquistato la fiducia di tanta gente? Nei precedenti post abbiamo visto che forse esiste una correlazione tra terremoti e configurazione dei corpi celesti ed in particolar modo della Luna e del Sole. Il primo che ha tentato di individuare una legge e provato a predire le scosse più forti con tale metodo è stato lo pseudoscienziato italiano Raffaele Bendandi. Nato a Faenza il 17 Ottobre 1893 e morto il 3 novembre 1979, è stato un falegname di professione e sismologo per passione. Arrivò a raccogliere, dai vari cataloghi della sua epoca, informazioni dal passato per creare un inventario di circa 20.000 terremoti.
Grazie a tali informazioni affinò e elaborò una sua teoria sulla natura dei terremoti e sulle cause che li determinano. Per avvalorare le sue tesi, il 23 Novembre del 1923, arrivò perfino a presentarsi da un notaio per depositare una previsione: “Il 2 gennaio 1924 si verificherà un terremoto nelle Marche”. Il terremoto, benché arrivasse due giorni dopo, effettivamente si verificò e il Corriere della Sera dedicandogli una pagina fece accrescere la sua fama anche a livello internazionale a tal punto che nel periodo fascista fu nominato nel 1927 da Mussolini “Cavaliere dell’Ordine della Corona D’Italia”. Fin dagli anni Venti, aveva allestito un Osservatorio Geodinamico, si auto costruì un sismografo ad uso del Suo Osservatorio per verificare le sue previsioni e in seguito lo perfezionò per venderlo in tutto il mondo con marchio RaBen.
I suoi studi gli permisero di entrare a far parte della società sismologica italiana. Il periodo di gloria durò poco in quanto ben presto fu osteggiato dagli accademici, arrivando perfino ad essere avvertito dal non pubblicare ulteriori previsioni sui terremoti in Italia, pena l’esilio. Nel 1926 a diffidarlo fu il Prefetto di Bologna per ordine di Mussolini, il regime vietò a Bendandi di fare ulteriori previsioni ‘per non far fuggire i turisti dall’Italia’. La sua ipotesi per la previsione dei terremoti è basata sull'idea che la Luna, gli altri pianeti del sistema solare e lo stesso Sole sono la causa dei movimenti della crosta terrestre, che secondo la sua teoria si deforma e pulsa con tempi e ritmi dipendenti dalla posizione dei corpi celesti all'interno del sistema solare. Non si conoscono dettagli di come facesse a indovinare il periodo esatto di quando si presenta un terremoto ma siamo ben lontani dal prevederli, perché ad ogni combinazione celeste non per forza zone della Terra si trovano nelle condizioni per scatenare un sisma, pur potendo entrando in gioco non forniscono utili indicazioni della zona esatta, di quando e della qualità di un evento sismico. Fin qui la comunità scientifica poteva tollerare i tentativi di Bendandi ma probabilmente altre sue teorie sconfinarono il lecito scientifico andando a supporre implicazioni ancora più strane e misteriche. Egli sostenne che le forze gravitazionali planetarie, sommandosi, avrebbero provocato uno spostamento del polo geografico, con conseguente spostamento del rigonfiamento equatoriale e allagamento di alcune regioni del globo. Questa deriva si sarebbe ripetuta più volte nella storia e collocava guarda caso al 10.431 a.C. l'anno in cui si sarebbe verificato. Un secondo cataclisma di minori proporzioni, effetto del concorso delle forze gravitazionali di un numero minore di pianeti, si sarebbe verificato nell'anno 2.687 a.C. e potrebbe corrispondere al Diluvio Universale. Seguendo tali ragionamenti arrivò a prevedere il prossimo evento cataclismatico globale collocandolo nella primavera del 2521 d.C. Gli accademici avrebbero dovuto digerire altre stramberie come quella del 1959 quando sostenne di aver scoperto un nuovo pianeta all'interno del sistema solare tra Mercurio e il Sole, cui diede il nome della sua città natale, Faenza.
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