GESU' PAROLA DI VITA

CAMMINANDO HO INCONTRATO GESU'

 

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SEMPLICE.E.DOLCE
SEMPLICE.E.DOLCE il 24/10/12 alle 00:10 via WEB
Ave Maria, ricolma di carità il Signore è dentro di te tu sei benedetta fra tutte le donne per il frutto del tuo grembo e Beata sei tu a motivo della tua fede. Santuario del silenzio, in cui si ode l'unica parola del Padre, fiore dell'umanità piantato in Paradiso, tu, porti Dio nella nostra vita. Donna rivestita di sole, creatura eccelsa che contiene il Creatore, fà che le nostre anime, non si eclissino dietro l'ombra del male, che a volte pare prendere il sopravvento sulle debolezze e le nostre fragili speranze. Spargi o Madre, piena di grazia, nei cuori dei tuoi figli granelli di pace, che la pioggia farà germogliare affinché risplenda la gloria, dell'ineffabile Eterno Amore del Padre per il figlio. Aurora dei cieli, nuovi splendore, che nulla toglie alla luce di Cristo, perché trasparenza a Dio vieni nelle nostre case, insegnaci ad accogliere la volontà di Dio, e ad amarci gli uni agli altri sull'esempio del Crocifisso Risorto, per fare di tutti una cosa sola come in cielo così in terra. Ti affidiamo tutti gli uomini e le donne, a cominciare dai più deboli: i bimbi mai nati perché rifiutati, o non ancora venuti alla luce e quelli nati in condizioni di povertà e di sofferenza, i giovani alla ricerca di senso, le persone prive di lavoro e quelle provate dalla fame e dalla malattia. Ti affidiamo le famiglie dissestate, gli anziani privi di assistenza e quanto sono soli, senza un domani. O Madre, che conosci le sofferenze e le speranze della Chiesa e del Mondo, assisti i tuoi figli nelle quotidiane prove, che la vita riserva e resta accanto a ciascuno fino a quando ci accoglierai nel Regno della Santissima Trinità. In te nuova Eva, possano compiersi anche oggi le promesse ai nostri Padri, ad Abramo e a tutta la sua discendenza per sempre. Amen.
 
soleluna140
soleluna140 il 12/09/12 alle 17:55 via WEB
Stavo leggendo questa frase che hai trascritto sopra: dice il Signore, “davanti a Me si piegherà ogni ginocchio e ogni lingua riconoscerà DIO”. E' una frase di una forza straordinaria, sopranutarale, bisogna meditare su questa profezia, un caro abbraccio, m.patrizia
 
attilio.61
attilio.61 il 28/08/12 alle 23:03 via WEB
Grazie per il tuo commento che condivido, buona serata Attilio
 
soleluna140
soleluna140 il 28/08/12 alle 11:39 via WEB
Gesù è morto in Croce per renderci uomini liberi, noi invece siamo come quei schiavi non vogliamo essere liberi, vogliamo continuare ad essere incatenati al male, noi stessi siamo causa delle nostre sofferenze, delle nostre ingiustizie, delle nostre tragedie.Ricordiamoci sempre che : “La verità vi farà uomini liberi”.
 
discepola2007
discepola2007 il 17/04/12 alle 00:43 via WEB
Grazie,Attilio! discepola
 
champions_3
champions_3 il 15/04/12 alle 21:42 via WEB
CONTINUA: Procederò ora a parlare del terzo punto che mi ero proposto: fare alcune considerazioni per invitare tutti a venire, e, a camminare con Dio. 1. Camminare con Dio è una cosa davvero gloriosa. Questo è un motivo che dovrebbe spronare persone di ogni rango sociale verso un impegno di così grande importanza. Oh che esso possa avere il dovuto peso e la dovuta influenza in voi! Suppongo che tutti voi reputiate un grandissimo onore essere ammessi nel consiglio privato di un principe qui in terra, e di essere fatti partecipi dei suoi segreti, e di avere la sua attenzione in ogni tempo e in ogni momento. Sembra che Haman la pensava in questa maniera, quando in Ester 5:11 si vantò "di tutto quello che il re aveva fatto per renderlo grande e di come l'aveva innalzato al di sopra dei prìncipi e dei servitori del re"; e aggiunse: "Anche la regina Ester non ha fatto venire assieme al re al banchetto che ha preparato nessun altro che me; anche domani sono invitato da lei assieme al re" (versi 11 e 12). E quando in seguito fu rivolta ad Haman la domanda: "Che cosa si deve fare a un uomo che il re vuole onorare?" (Ester 6:6), egli rispose: "si prenda la veste reale che il re ha indossato e il cavallo che il re ha montato, e si metta sulla sua testa una corona reale. Si consegni la veste e il cavallo a uno dei principi più nobili del re e si rivesta di quella veste l'uomo che il re vuole onorare; quindi lo si conduca a cavallo per le vie della città e si proclami davanti a lui: 'Così si fa all'uomo che il re vuole onorare!'" (versi 8 e 9). A quanto pare, dunque, questo era tutto quello che l'ambizioso Haman potesse chiedere, e il bene più grande che Assuero, il più grande monarca della terra, potesse concedere. Ma che cos'è questo onore in confronto a quello che sperimenta anche il minore di quelli che camminano con Dio! Reputate voi una piccola cosa avere il segreto del Signore dei signori con voi, ed essere chiamati amici di Dio? E tale è l'onore che hanno tutti i santi di Dio che sono sulla terra. Si dico Santi, nonm soltanto quelli che ci hanno preceduti,ma anche noi dobbiamo arrivare alla Santità, senza la quale nessuno vedrà il Signore. Il segreto del Signore è con coloro che Lo temono: "Io", dice il benedetto Signore Gesù, "non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio" (Giovanni 15:15). Qualunque cosa possiate pensarne, il santo Davide era tanto sensibile all'onore di camminare con Dio che dichiara: "Io preferirei stare sulla soglia della casa del mio Dio, che abitare nelle tende degli empi" (Salmo 84:10). Oh, che possiamo essere tutti di questo stesso spirito per la Salvezza! 2. Camminare con Dio, oltre ad essere una cosa gloriosa, è anche una cosa piacevole. Il più saggio degli uomini ci ha detto che le vie della saggezza "sono vie dilettevoli e tutti i suoi sentieri sono pace" (Proverbi 3:17). E ricordo il pio fratello Henry che, in punto di morte, disse a un amico: "Hai ascoltato le ultime parole di molti uomini morenti, e queste sono le mie: una vita passata in comunione con Dio è la gioia più grande che esista al mondo". Non posso che confermare che questa affermazione è verace. È vero, sono sotto il vessillo del signore Gesù solo da alcuni anni, ma ho avuto più gioia in un solo momento di comunione col mio Dio, di quanta ne avrei potuta avere in migliaia di anni da una vita di peccato. Mi appello a voi tutti che temete Iddio e che camminate con Lui: non è forse così? Un giorno nei cortili del Signore per voi non è stato meglio di mille senza di Lui? Osservando i comandamenti di Dio, non ne avete avuto un gran bene, e una gran ricompensa? La Sua Parola non è stata più dolce del miele che stilla dai favi? O come vi siete sentiti quando, come Giacobbe, avete lottato col vostro Dio? Gesù non vi è venuto incontro mentre meditavate nei campi, facendosi riconoscere nello spezzare il pane della Sua Parola? Lo Spirito Santo non ha frequentemente e abbondantemente sparso nei vostri cuori l'amore di Dio, riempiendovi di gioia indicibile, quella gioia che è piena di gloria? E di quale altro motivo abbiamo ancora bisogno per essere invogliati a camminare con Dio? Ma mi sembra di sentire alcuni di voi dire: "Come possono avvenire queste cose? Se camminare con Dio è, come dici, una cosa tanto gloriosa e piacevole, perché i nomi di coloro che seguono questa via è rigettato come malvagio, e se ne parla male ovunque? Perché costoro sono spesso afflitti, tentati, bisognosi, e tormentati? È questa la gloria, è questo il piacere di cui parli?". La mia risposta è si. Fermatevi un momento: non siate frettolosi. Non giudicate secondo le apparenze, ma con giusto giudizio, e tutto vi sarà chiaro. È vero, noi riconosciamo che quelli che seguono "questa Via" - come voi, e prima di voi S.Paolo, quando era un persecutore, la chiamava - sono additati come una setta di cui si è solito sparlare con malvagità. Ma da parte di chi? Dagli nemici stessi dell'Iddio altissimo. E reputate disgrazia che siano essi a parlarne male? Benedetto sia Dio, poiché non abbiamo imparato così da Cristo. Il nostro reale Maestro ha dichiarato: "Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia" (Matteo 5:11). Egli ci ha comandato: "Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi" (verso 12). Egli stesso fu perseguitato in questa maniera. E può esistere un onore più grande per una creatura, di essere conformato all'eternamente benedetto Figlio di Dio? E inoltre, è anche vero che coloro che seguono questa Via sono spesso afflitti, tentati, bisognosi, e tormentati. E con questo? Ciò distrugge forse la gioia di camminare con Dio? No, in alcun modo; poiché quelli che camminano con Dio ricevono da Cristo la forza di gioire anche nella tribolazione, e di rallegrarsi quando sono in molte tentazioni. E credo di potermi appellare all'esperienza di tutti i veri credenti che camminano uniti a Dio, nel chiedere se i loro periodi di sofferenza non sono stati spesso i momenti più dolci, nei quali hanno sperimentato la presenza di Dio quando gli altri uomini li rigettavano e li disprezzavano? Questa era la condizione dei primi servitori di Cristo quando, perseguitati dai sinedri ebraici, furono intimati di non predicare più nel nome di Gesù; essi si rallegrarono di essere stati reputati da Dio degni di soffrire per la causa di Cristo. S.Paolo e Sila cantarono inni anche quando furono chiusi in prigione; e il volto di S.Stefano, quel glorioso proto-martire della chiesa Cristiana, risplendé come il volto di un angelo. E Gesù oggi è lo stesso di allora, e si prende cura dei Suoi amati per lenire le loro sofferenze e afflizioni con il Suo amore, affinché i Suoi discepoli anche di oggi possano sapere, per felice esperienza, che dove l'afflizione abbonda, le consolazioni sovrabbondano. E perciò quelle obiezioni, anziché distruggere, possono soltanto rafforzare i motivi prima elencati, per incitarvi a camminare con Dio. Ma pur supponendo che le obiezioni fossero giuste, e che quelli che camminano con Dio siano persone spregevoli e infelici come voi le rappresentate, ecco un terzo motivo che, se pesato nella bilancia del santuario, supererà abbondantemente il peso di tutte quelle obiezioni. E cioè, che al termine di quel sentiero, c'è il cielo. Poiché, per usare le parole del pio Beveridge, servo di Dio, "Anche se la via è angusta, non è lunga; e anche se la porta è stretta, essa conduce alla vita eterna". Enoc l'aveva scoperto. Camminò con Dio sulla terra, e Dio lo prese per sedere con lui in eterno nel Regno dei cieli. Questo non significa che dobbiamo aspettarci di essere portati via nel modo in cui lui fu portato via da Dio: no, suppongo che morremo nello stesso modo in cui muoiono tutti gli uomini. Ma dopo la morte, gli spiriti di coloro che hanno camminato con Dio, ritorneranno a Dio, che li ha dati; e nel mattino della risurrezione, anima e corpo saranno per sempre con il Signore; i loro corpi somiglieranno al corpo glorioso di Cristo, e le loro anime saranno ripiene di tutta la pienezza di Dio. Il corpo sarà clorificato e indistruttibile, la rassomiglianza sarà identica a quella che era sulla terra, ma perfetta e senza più difetto alcuno. Siederanno su troni; giudicheranno gli angeli (cfr. 1 Corinzi 6:3; Apocalisse 3:21). Porteranno per grazia un peso eterno di gloria, quella gloria che Gesù Cristo aveva presso il Padre prima che il mondo fosse creato. L'erudito e pio Arndt disse: "O gloriam quantam et qualem", proprio prima di abbassare il capo e rendere lo spirito. Ne basta il solo pensiero per farci desiderare di "saltare i nostri settant'anni", come disse Watts, e farci dire ardentemente col Salmista reale: "L'anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente. Quando verrò e comparirò davanti a Dio?" (Salmo 42:2). Non mi meraviglio che sotto una particolare influenza della presenza e dell'amore di Dio, a questo pensiero alcune persone vengano meno. Per una gloria inferiore a questa, per la vista della gloria terrena di Salomone, la regina di Seba rimase senza fiato; e per una gloria ancora più piccola, la vista i carri di Giuseppe, lo spirito del santo Giacobbe fu profondamente scosso. Quando fu concesso al profeta Daniele di contemplare da lontano questa gloria eccelsa, egli cadde come morto ai piedi dell'angelo. E se uno sguardo da lontano di quella gloria è così eccelso, cosa deve essere possederla! Se le primizie sono così gloriose, quanto infinitamente più glorioso sarà il raccolto! E ora, cosa dirò, o meglio, cosa posso dire di più per invogliare voi, anche voi che siete ancora stranieri a Cristo, a venire e camminare con Dio? Se desiderate l'onore, la gioia, e una corona di gloria, venite, cercate nell'unico luogo in cui sia possibile trovarle. Venite, seguite il Signore Gesù, solo Gesù, Venite, correte via e camminate con Dio, e non accumulate più beni per la carne, per compiacerne i desideri. Fermati, fermati, o peccatore! Voltati, voltati, o inconvertito, poiché la fine della via per la quale stai camminando, sebbene ti possa sembrare diritta, mena alla morte, la distruzione eterna del corpo e dell'anima. Non tardare più, ti dico: a tuo rischio ti dico di non fare più un altro passo nella via che stai seguendo. Poiché non sai, o uomo, che il prossimo passo potrebbe portarti all'inferno? La morte può coglierti, il giudizio trovarti, e allora grande abisso sarà posto tra te e la gloria eterna, per sempre. Oh, pensate a questo, voi tutti che siete restii a camminare con Dio. Posatele sul cuore. Siate uomini e donne saldi, e per la forza di Gesù dite: "Basta, desideri della carne, non camminerò più con voi! Addio, concupiscenza degli occhi, e orgoglio della vita! Addio, amicizie mondane e nemici della croce, non camminerò più con voi, e non sarò più vostro intimo! Eccomi, Gesù, benvenuta è la Tua Parola, benvenuti i Tuoi precetti, benvenuto il Tuo Spirito, benvenuto il Tuo popolo, da ora in poi camminerò con voi". Oh, che possa essere questo il vostro pensiero! Dio porrà su di esso il Suo eterno sigillo, lo sigillerà con il Suo santo Spirito. Si, Egli lo farà, anche se fin dalla vostra nascita avete camminato seguendo i mezzi e i desideri dei vostri cuori disperatamente malvagi. "Infatti così parla Colui che è l'Alto, l'eccelso, che abita l'eternità, e che si chiama il Santo: 'Io dimoro nel luogo eccelso e santo, ma sto vicino a chi è oppresso e umile di spirito, per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore degli oppressi'" (Isaia 57:15). Il prezioso sangue di Gesù Cristo, se vai al Padre in Lui e attraverso di Lui, ti purificherà da ogni peccato. Ma il testo mi porta a parlare tanto a voi che ancora non siete santi, che a voi che siete peccatori ostinati e inconvertiti. Non c'è bisogno che vi dica che camminare con Dio non è solo glorioso, ma anche fonte di gioia di bene per la nostra vita; poiché lo conoscerete per felice esperienza, e lo saprete ogni giorno di più. Permettetemi solo di spronare i vostri cuori per essere purificati, ricordandovi, e supplicandovi per le misericordie di Dio in Cristo Gesù, di badare a voi stessi, e di camminare più vicini al vostro Dio: poiché più camminate uniti a Dio, più godrete di Colui la cui presenza è vita, e più sarete pronti per stare alla Sua destra, dove c'è gioia per l'eternità. Oh, non seguite Gesù da lontano! Oh, non siate così formali, così sterili e stolti nel seguire i santi precetti del Signore! Non trascurate a vostra vergogna e danno, e non siate così avari e indifferenti riguardo alle cose di Dio. Ricordate quello che Gesù dice alla chiesa di Laodicea: "Perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente io ti vomiterò dalla mia bocca" (Apocalisse 3:16). Oh! quante chiese vi sono che sono frivole di religiosità? Pensate all'amore di Gesù, e lasciate che quell'amore vi attiri a Lui; e se non morite per Lui, e non Lo rinnegate, non teneteLo neppure a distanza. Una parola ai miei fratelli nel ministero che sono qui presenti solo di passaggio e ho finito. Vedete, fratelli miei, il mio cuore è pieno; potrei quasi dire che è troppo grande per parlare, eppure troppo grande per tacere senza dire una parola per voi. Poiché il testo parla in modo particolare a coloro che hanno l'onore di essere designati come ambasciatori di Cristo, e amministratori dei misteri di Dio. Ho osservato al principio di questo discorso, che Enoc con ogni probabilità era una persona di carattere pubblico, e un ardente predicatore. Sebbene egli non sia morto, ma ritornerà con il profeta Elia durante la tribolazione della terra, prima che avverrà la fine del mondo, non ci incoraggia forse ancora il suo modo di cammiare con Dio, per ravvivare il nostro zelo, e renderci più attivi nel servizio del nostro glorioso ed eternamente benedetto Signore? Come predicò Enoc! Come camminò con Dio Enoch, sebbene vivesse in una generazione perversa e adultera! Come lui, dunque, seguiamo Gesù Cristo, e tra un po' dove è lui saremo anche noi. Egli non è entrato nel suo riposo: ma ancora un po' e noi entreremo nel nostro, e molto prima di quanto lui ha atteso. Egli visse qui giù trecento anni; ma sia benedetto Dio, poiché i giorni degli uomini ora sono abbreviati, e in breve tempo il nostro pellegrinaggio terminerà. Il Giudice è alla porta: "Colui che deve venire verrà, e non tarderà" (Ebrei 10:37): la Sua ricompensa è con Lui. E noi tutti, se saremo stati zelanti per l'Eterno degli eserciti, brilleremo come le stelle del firmamento, nel Regno del nostro Padre celeste, per l'eternità. A Lui, il benedetto Gesù, e lo Spirito eterno, sia tutto l'onore e la gloria, ora e per tutta l'eternità. Amen, e amen!
 
champions_3
champions_3 il 15/04/12 alle 21:41 via WEB
CAMMINARE CON DIO. "Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese" (Genesi 5:24). Molte sono le scuse e i ragionamenti che gli uomini dal cuore corrotto usano spesso per giustificare la loro disubbidienza ai giusti e santi comandamenti di Dio. Ma, forse, una delle obiezioni più comuni che essi fanno è che i comandamenti del nostro Signore non sono praticabili, perché contrari a carne e sangue; e perciò, Egli è visto come "un uomo duro, che miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso". Vediamo che questi erano i sentimenti che erano nel servitore malvagio e indolente menzionato nel capitolo 25 di Matteo; e sono senza dubbio gli stessi che animano molti nella presente malvagia e adultera generazione. Avendo previsto ciò, lo Spirito Santo ispirò gli uomini devoti del passato a narrare esempi di molti uomini e donne sante che, anche sotto la legge dell'Antico Testamento, portarono con gioia il giogo di Cristo, e reputarono il servizio per Lui perfetta libertà. Il vasto elenco di santi, credenti, e martiri, che si trova nell'undicesimo capitolo dell'epistola agli Ebrei, evidenzia largamente la verità di questa osservazione. Che gran numero di testimoni ci è posto davanti agli occhi! Tutti noti per la loro fede, ma alcuni risplendono di una luce maggiore di altri. Il proto-martire Abele capeggia l'elenco. E dopo di lui troviamo menzionato Enoc, non solo perché seguiva al primo in ordine di tempo, ma anche per la sua gran devozione; nelle parole del testo si parla di lui in maniera davvero straordinaria. Abbiamo qui un breve ma completo e glorioso resoconto, sia del suo comportamento in questo mondo, che dell'entrata trionfante che fece in quello futuro. Il primo è contenuto in queste parole: "Enoc camminò con Dio". Il secondo in queste: "poi scomparve, perché Dio lo prese". Scomparve, cioè non fu più trovato; non fu portato via nel modo ordinario, non vide la morte, poiché Dio lo aveva portato via (cfr. Ebrei 11:5). Non ci è detto chiaramente chi fosse questo Enoc. Suppongo, una persona come Noè, un predicatore di giustizia. E, se facciamo riferimento a quanto scrive l'apostolo Giuda, Enoc era un predicatore ardente. Infatti viene citata una delle sue profezie, dove dice: "Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi, per far giudizio contro tutti e per convincere tutti gli empi di tutte le opere d'empietà che hanno commesso empiamente e di tutte le parole offensive che gli empi peccatori hanno proferito contro di lui" (Giuda 14-15). Ma che sia stata una persona di carattere pubblico come Noè, o privato, una nobile testimonianza di lui è data negli oracoli viventi. L'autore dell'epistola agli Ebrei dice che prima che Enoc fosse trasportato in cielo, "ricevette la testimonianza che era piaciuto a Dio"; e il suo trasferimento in cielo ne fu la conferma inequivocabile. E vorrei osservare che fu meravigliosa saggezza da parte di Dio l'aver trasferito Enoc e Elia sotto la legge dell'Antico Testamento, cosicché in seguito quando sarebbe stato asserito che il Signore Gesù sarebbe stato trasferito in cielo, non sarebbe sembrato qualcosa di del tutto incredibile per gli Ebrei, dal momento che essi stessi confessavano che due dei loro profeti erano stati trasferiti diverse centinaia di anni prima. Ma non è mia intenzione trattenervi ulteriormente facendo ipotesi o osservazioni sul piccolo ma completo resoconto del carattere di Enoc; ciò di cui desidero discutere, con l'aiuto del Signore, è un argomento serio e molto importante: CAMMINARE CON DIO. "Enoc camminò con Dio". Se questo potrà essere detto di te e di me dopo la nostra morte, non avremo motivo di lamentarci di aver vissuto invano. Nel presentare questo argomento, PRIMO, cercherò di spiegare il significato di queste parole: "camminare con Dio". SECONDO, darò delle indicazioni la cui osservanza aiuterà i credenti a continuare e perseverare nel loro cammino con Dio. TERZO, farò alcune considerazioni affinché, se non abbiamo mai camminato con Dio prima, veniamo e camminiamo con Dio adesso. Innanzi tutto, cercherò di spiegare il significato delle parole: "camminare con Dio"; o, in altre parole, cosa significa CAMMINARE CON DIO. 1. Camminare con Dio implica che la predominante forza di inimicizia del cuore dell'uomo sia vinta dallo Spirito benedetto di Dio. Forse può sembrare un "parlare duro" ad alcuni, ma la nostra esperienza ci prova ogni giorno quello che la Scrittura asserisce in molti passi, che la mente carnale, la mente dell'uomo naturale, inconvertito, o la mente dell'uomo rigenerato a seconda di quanto di lui resta non rinnovato, è inimicizia, non soltanto un nemico, ma l'inimicizia stessa, contro Dio; e dunque non è soggetta alla legge di Dio, e neppure può esserlo (cfr. Romani 8:5-9; Giacomo 4:4; etc..). Certo, ci si può meravigliare che una creatura, specialmente l'uomo, che è fatto a immagine del proprio Creatore, abbia una predominante inimicizia contro lo stesso Dio in cui egli "vive, si muove, ed è". Ma, ahimè, è così. I nostri progenitori hanno contratto quell'inimicizia mangiando il frutto proibito, e il contagio amaro e maligno è disceso e si è ampiamente diffuso in tutta la loro posterità. Questa inimicizia si rivelò per la prima volta quando Adamo cercò di nascondersi da Dio negli alberi del giardino dell'Eden. Quando ebbe sentito la voce del Signore Iddio, invece di correre a Lui con cuore aperto dicendo: "Eccomi, sono qui", ora non voleva più comunione con Dio; e quell'inimicizia si rivelò ancor più chiaramente quando in seguito per scusarsi davanti all'Altissimo disse: "La donna che tu mi hai messo accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato" (Genesi 3:12). Dicendo così, egli in effetti dà tutta la colpa a Dio; è come se avesse detto: "Se Tu non mi avessi dato questa donna, non avrei peccato contro di Te, perciò la colpa della mia trasgressione è Tua". Nello stesso modo questa inimicizia opera nei cuori degli uomini, figli di Adamo. Ogni tanto essi trovano qualche motivo per accusare Dio, e per dirgli: "Che cosa fai?". Il suo comando è come quello degli Assiri verso Acab: colpire solo il Re. E si accanisce contro ogni cosa che ha l'aspetto della vera devozione, come gli Assiri colpirono Ieosafat nelle sue vesti reali. Ma l'opposizione cessa quando si accorge che è solo apparenza, come gli Assiri abbandonarono l'idea di colpire Ieosafat quando si avvidero che l'uomo che stavano per colpire non era Acab. Questa inimicizia si rivelò in Caino; egli odiò e uccise suo fratello Abele, perché Abele amava il suo Dio, ed era da Lui particolarmente favorito. E questa stessa inimicizia domina e prevale in ogni uomo in quanto discendenza di Adamo. Da qui deriva l'avversione alla preghiera e ai santi doveri, che troviamo nei bambini, e molto spesso negli adulti. E tutto quel peccare apertamente e l'empietà, che come un diluvio hanno inondato il mondo, sono solo tanti fiumi che scorrono dall'acqua mortale e contagiosa della stessa fontana; intendo l'inimicizia del cuore disperatamente malvagio e ingannevole dell'uomo. Chi non riesce ad accettare queste cose, non conosce ancora nulla, riguardo alla salvezza, delle Sacre Scritture, o della potenza di Dio. E tutti coloro che riconoscono queste cose, ammetteranno prontamente che prima che si possa dire che una persona cammini con Dio, la potenza predominante di questa inimicizia nel cuore deve essere distrutta; poiché due persone non possono parlare e stare insieme in compagnia, se hanno una inconciliabile inimicizia e odio l'uno contro l'altro. Dunque, la potenza predominante di questa inimicizia deve essere portata via; poiché la sua presenza dentro di noi non sarà mai rimossa del tutto, fino al giorno in cui abbasseremo il capo e renderemo lo spirito. L'apostolo S.Paolo dice di se stesso, quando non era più un Fariseo, ma un vero Cristiano: "quando voglio fare il bene, il male si trova in me" (Romani 7:21); cioè, non nel senso che il male abbia dominio su di lui, ma che esso si oppone e resiste alle sue buone intenzioni e azioni, cosicché egli non può fare le cose che vorrebbe, con la perfezione che desidera l'uomo interiore. Questo è ciò che egli definisce "il peccato che abita in me" (verso 20). Per usare le parole del nono articolo della nostra chiesa, è per questo che alcuni esprimono la saggezza, altri la sensualità, alcuni l'affettazione, altri il desiderio della carne, che rimangono in coloro che sono rigenerati. Ma per quel che riguarda la sua potenza predominante, essa è distrutta in ogni anima che è veramente nata da Dio, e gradualmente si affievolisce sempre di più a mano a mano che il credente cresce nella grazia, e lo Spirito di Dio prende sempre di più posto nel suo cuore. 2. Camminare con Dio non implica soltanto che la potenza predominante dell'inimicizia del cuore dell'uomo sia portata via, ma anche che una persona è riconciliata a Dio il Padre per e attraverso la giustizia e l'espiazione perfettamente sufficienti del Suo caro Figlio Gesù. "Possono due camminare insieme se prima non si sono messi d'accordo?" (Amos 3:3). Gesù è la nostra pace e colui che ci dona la pace. Quando siamo giustificati per la fede in Cristo, allora, e solo allora, abbiamo pace con Dio; e di conseguenza non è possibile affermare di camminare con Lui prima di allora, in quanto camminare con una persona è segno di un certo grado di amicizia o comunione. Questo è il grande messaggio che i ministri del Vangelo sono chiamati a proclamare. A noi è dato il ministero della riconciliazione; come ambasciatori di Dio, dobbiamo supplicare i peccatori, in nome di Cristo, di essere riconciliati con Dio; e quando essi accettano il grazioso invito, e per fede sono realmente riconciliati con Dio, allora, e non prima, si può ardire di affermare che si è iniziato a camminare con Dio. 3. Inoltre, camminare con Dio implica una determinata e costante presenza e comunione con Dio, quello che nella Scrittura è chiamato "lo Spirito Santo che abita in noi". Questo è ciò che il Signore ha promesso quando ha detto ai Suoi discepoli che lo Spirito Santo sarà con loro per sempre (cfr. Giovanni 14:16); non per essere come uomini erranti, come se fosse solo per una notte, ma per risiedere e abitare nei loro cuori. Questo, credo, è quello che l'apostolo Giovanni vuole farci capire quando dice che i credenti devono dimorare in Cristo e camminare come camminò Lui (cfr. 1 Giovanni 2:6). E questo in particolare è il significato del nostro testo. "Enoc camminò con Dio", cioè, perseverò e mantenne un cammino e una comunione santa, ferma, costante, anche se non completamente ininterrotta con Dio, attraverso e in Cristo Gesù. Così, riassumendo quanto detto fino ad ora, CAMMINARE CON DIO consiste particolarmente nel piegare la propria volontà per Dio, in una costante dipendenza sulla Sua potenza e promessa, in un'abituale e volontaria dedicazione di tutto il nostro essere alla Sua gloria, tenendo sempre i nostri occhi sui Suoi precetti in tutto quello che facciamo, e in un'abituale compiacenza nella Sua gioia in tutto quello che siamo chiamati a soffrire. 4. CAMMINARE CON DIO implica che noi progrediamo e andiamo avanti nella vita divina. Il termine "camminare" sembra presupporre un moto progressivo. Una persona che cammina, anche se si muove lentamente, va avanti, non resta nello stesso luogo. E così è con quelli che camminano con Dio. Essi vanno avanti, come dice il Salmista, "di forza in forza"; o, per dirla con le parole dell'apostolo Paolo, "di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito" (2 Corinzi 3:18). Infatti, in un certo senso, la vita divina non ammette né aumenti né diminuzioni. Quando un'anima è nata da Dio, è in tutto e per tutto un figlio di Dio; e anche se vivesse per un numero di anni pari a quelli di Methuselah, sarebbe lo stesso un figlio di Dio come tutti gli altri. Ma in un altro senso, la vita divina ammette decadimenti e aggiunte. È qui che il popolo di Dio è accusato di cadere e di perdere il suo primo amore. Ed è qui che sentiamo parlare di "bambini", "giovani", e "padri" in Cristo (cfr. 1 Giovanni 2:12-14). E per questo motivo l'apostolo esorta Timoteo, "affinché il tuo progresso sia manifesto a tutti" (1 Timoteo 4:15). E quello che qui viene chiesto a S.Timoteo in particolare, viene chiesto da Pietro a tutti i Cristiani in generale: "ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo" (2 Pietro 3:18). Poiché la nuova creatura deve crescere in statura spirituale; e sebbene una persona può diventare una nuova creatura, ce ne sono alcune più conformi all'immagine divina rispetto ad altri, e dopo la morte sarà loro dato un grado maggiore di benedizione. Per non aver osservato questa distinzione, anche alcune anime pie che hanno più cuore che testa, (come pure gli uomini dalla mente corrotta, reprobi in quanto alla fede) sono finiti senza accorgersene nelle dottrine Antinomiane, che negano tutta la crescita della grazia nei credenti, e ogni segno di grazia posto sulle Scritture della verità. Da tali princìpi, e specialmente dalle pratiche che seguono dall'applicare tali principi, possa il Signore dei signori liberarci! Da quello che è stato detto, possiamo ora comprendere cosa si intende con le parole "camminare con Dio"; vale a dire, essere liberati dall'inimicizia prevalente dei nostri cuori mediante la potenza dello Spirito di Dio; essere realmente riconciliati e riuniti a Lui per la fede in Gesù Cristo; avere e mantenere una costante comunione e cammino con Lui; e progredire ogni giorno nella comunione con Lui, per essere conformati all'immagine divina sempre di più. Come avviene questo, o, in altre parole, in che modo i credenti possono perseverare e continuare nel loro cammino con Dio, sarà ora considerato nel secondo punto di cui parlerò. 1. I credenti Veri perseverano e continuano nel loro cammino con Dio leggendo la Sua Santa Parola. "Investigate le Scritture", dice il nostro benedetto Signore, "esse son quelle che rendono testimonianza di me" (Giovanni 5:39). E il Salmista reale dice: "la tua Parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero (Salmo 119:105); e afferma che una caratteristica degli uomini retti è: "il [suo] diletto è nella legge dell'Eterno, e sulla sua legge medita giorno e notte" (Salmo 1:2). "Àpplicati alla lettura", dice S.Paolo a Timoteo (cfr. 1 Timoteo 4:13). "Questo libro della legge", disse Dio a Giosuè, "non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte" (Giosuè 1:8). "Infatti tutte le cose che furono scritte in passato furono scritte per nostro ammaestramento" (Romani 15:4). E "ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2° Timoteo 3:16-17). Se tralasciamo la nostra Bibbia e smettiamo di fare della Parola di Dio la nostra sola regola per la fede e la pratica, presto finiremo in ogni sorta di tentazioni, e saremo in grande pericolo di fare naufragio in quanto alla fede e alla buona coscienza. Il nostro benedetto Signore, nonostante avesse lo Spirito di Dio "senza misura", faceva governare la Sua vita, e combatteva il diavolo, con: "È scritto". Questo è quello che l'apostolo definisce "la spada dello Spirito". Possiamo dire di essa, come Davide della spada di Golia, "Nessuna è pari a questa". Le Scritture sono chiamate "gli oracoli viventi di Dio": non solo perché sono solitamente usate per produrre in noi una nuova vita, ma anche per preservarla e farla crescere nell'anima. L'apostolo Pietro, nella sua seconda epistola, la preferisce anche a vedere Cristo trasfigurato sul monte; infatti, dopo aver detto al capitolo 1:18: "Noi udimmo questa voce recata dal cielo, quando eravamo con lui sul monte santo", aggiunge: "Noi abbiamo anche la parola profetica più certa a cui fate bene a porgere attenzione, come a una lampada che splende in un luogo oscuro, finché spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori" (verso 19); cioè, fino a quando non ci libereremo di questi corpi e vedremo Gesù faccia a faccia. Fino ad allora dobbiamo vedere e parlare con Lui attraverso lo specchio della Sua Parola. Dobbiamo fare delle Sue testimonianze le nostre consolazioni, e ogni giorno, come Maria,sorella di Marta, sedere ai piedi di Gesù e per fede ascoltare la Sua Parola. Allora, per felice esperienza, scopriremo che sono spirito e vita, vero cibo e vera bevanda, per le nostre anime. 2. I veri,i veri credenti perseverano e continuano nel loro cammino con Dio mediante la preghiera in segreto. Lo spirito di grazia è sempre accompagnato dallo spirito di supplicazione. È il respiro stesso della nuova creatura, il soffio della vita divina, dove per la scintilla del fuoco santo, acceso nell'anima da Dio, non solo è preservato, ma viene alimentato fino a diventare una fiamma. Trascurare la preghiera in segreto è sempre stato motivo frequente di molte malattie spirituali, con conseguenze fatali. Origen osservò: "il giorno in cui offrì incenso a un idolo, aveva lasciato la sua stanza senza aver pregato in segreto". È una delle parti più nobili dell'armatura spirituale del credente. "Pregate in ogni tempo", dice l'apostolo, "per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica" (Efesini 6:18). "Vegliate e pregate", dice il nostro Signore, "affinché non cadiate in tentazione" (Matteo 26:41). Disse così, affinché i Suoi discepoli pregassero e non venissero meno. Non che il nostro Signore voglia vederci sempre in ginocchio, o nella nostra stanzetta, tralasciando qualunque altro dovere. Ma Egli intende che le nostre anime dovrebbero essere mantenute in stato di preghiera, in modo da poter dire, come disse un uomo pio in Scozia a un suo amico morente: "Se queste tende, o questi muri, potessero parlare, ti direbbero che dolce comunione ho avuto col mio Dio qui". Oh preghiera! Preghiera! Essa innalza l'uomo verso Dio, e porta Dio all'uomo. Credente, se vuoi continuare nel tuo cammino con Dio, prega, prega senza smettere. Passa molto tempo in preghiera segreta e con gli altri credenti. E quando devi tornare alle faccende quotidiane, pregate, e mandate, di tanto in tanto, brevi lettere al cielo sulle ali della fede. Esse raggiungeranno il cuore stesso di Dio, e torneranno a voi cariche di benedizioni spirituali. Ma ahimè, molte religioni non consigliano tale verità. 3. La santa e frequente meditazione è un altro mezzo benedetto col quale il credente può perseverare nel cammino con Dio. "La preghiera, la lettura, la tentazione, e la meditazione", disse Lutero, "fanno un ministro". Ed esse inoltre fanno e perfezionano il Cristiano. La meditazione, per l'anima, è come la digestione per il corpo. Il devoto Davide lo aveva capito, e perciò meditava in continuazione sulla Parola di Dio, anche durante la notte. Leggiamo anche che Isacco era andato nella campagna a meditare sul far della sera. La meditazione della Parola è come una silenziosa preghiera, dove l'anima, riesce come per un'immediata intuizione a contemplare il volto del nostro Padre celeste. Solo quelle anime felici che sono abituate a quest'occupazione divina possono dire che benedizione è per la crescita della vita divina questa meditazione. "Mentre meditavo", dice Davide, "un fuoco si è acceso" (Salmo 39:3). E mentre il credente medita sulle opere e la Parola di Dio, specialmente sull'opera delle opere, la meraviglia delle meraviglie, il mistero della pietà, Dio manifestato in carne (cfr. 1 Timoteo 3:16), l'Agnello di Dio ucciso per i peccati del mondo, egli sente frequentemente il fuoco dell'amore divino accendersi, cosicché non riesce a non parlare con la sua bocca, e a dire alla sua anima dell'amore benevolo del Signore. Meditate in questo modo frequentemente, dunque, tutti voi che desiderate veramente perseverare a camminare rettamente e vicini all'Iddio Altissimo. 4. I credenti perseverano nel loro cammino con Dio osservando e notando le Sue provvidenziali cure verso di loro. Se crediamo nelle Scritture, dobbiamo credere in quello che il nostro Signore ha dichiarato: che perfino i nostri capelli sono contati, e che neppure un passero cade al suolo senza che il nostro Padre celeste lo sappia (cfr. S.Matteo 10:29-31). Ogni croce ha in essa una chiamata, e ogni particolare decisione della provvidenza divina ha qualche particolare scopo per rispondere a coloro a cui è stata mandata. Se serve a castigare e riprendere, con essa Dio dice: "Figlio mio, guardati dagli idoli" (cfr. 1 Giovanni 5:21); se a far prosperare, come una voce dolce e sommessa dice: "Figlio mio, dammi il tuo cuore" (Proverbi 23:26). Se, dunque, i credenti vogliono perseverare nel loro cammino con Dio, devono di tanto in tanto ascoltare quello che Dio ha da dire a loro riguardo, nella voce della Sua provvidenza. Così vediamo che il servo di Abraamo, quando andò a cercare una moglie per il suo signore Isacco, osservò la provvidenza di Dio, e tramite essa trovò la persona che doveva essere moglie del suo signore. Secondo il pio Bishop Hall: "un piccolo consiglio dalla provvidenza è abbastanza per nutrire la fede". E io credo che parte della nostra gioia in cielo sarà guardare indietro e vedere i vari anelli della catena d'oro che ci hanno portato lì; perciò, coloro che gioiscono del cielo qui in terra, credo che saranno i più precisi nel ricordare in cielo la guida di Dio qui sulla terra. 5. Per camminare unitamente a Dio, i veri Suoi figli devono non solo guardare l'opera della provvidenza di Dio senza il loro intervento, ma anche l'opera dello Spirito benedetto nei loro cuori. I figli di Dio sono guidati dallo Spirito di Dio; essi si lasciano guidare dallo Spirito Santo come un bambino piccolo dà la mano al genitore per essere guidato. Senza dubbio in questo senso dobbiamo convertirci, e diventare come piccoli fanciulli (cfr. Matteo 18:3). E sebbene pretendere di essere guidati dallo Spirito senza la Parola scritta sia la quintessenza dell'entusiasmo, è sacro dovere di ogni Cristiano essere guidato dallo Spirito insieme alla Parola scritta di Dio. Guardate dunque, vi prego, o credenti, l'opera dello Spirito benedetto di Dio nelle vostre anime, ma in quanto ai suggerimenti e alle impressioni che potreste sentire nel cuore provatele sempre mediante l'infallibile e santissima Parola di Dio; e se non sono trovate in pieno accordo con essa, rigettatele come diaboliche e illusorie. Osservando questo avvertimento, riuscirete a camminare rettamente senza cadere in due pericolosi estremi in cui molti in questa generazione sono in pericolo di finire: intendo, il mero entusiasmo da una parte, e il deismo e la totale infedeltà dall'altra. 6. Coloro che camminano con santità con Dio, devono camminare con Lui secondo le leggi e i comandamenti da Lui stabiliti. Infatti è scritto che Zaccaria ed Elisabetta "erano entrambi giusti davanti a Dio e osservavano in modo irreprensibile tutti i comandamenti e i precetti del Signore" (Luca 1:6). E tutti i Cristiani che hanno conoscenza delle cose di Dio, considereranno tali precetti non come miseri elementi, ma come canali attraverso i quali l'infinitamente misericordioso Iddio largisce la Sua grazia alle loro anime. Essi considereranno quei comandamenti come cibo spirituale, come i loro più alti privilegi. E dunque saranno felici quando sentiranno gli altri dire: "Venite, andiamo alla casa dell'Eterno". Si rallegreranno nel visitare il luogo in cui abita la gloria di Dio, e saranno ansiosi di fare uso di tutte le opportunità per annunciare la morte del Signore Gesù Cristo finché Egli venga. 7. Se volete camminare con Dio, sarete in comunione e in compagnia con coloro che camminano con Lui. "Quanto ai santi che son sulla terra", dice Davide, "essi sono la gente onorata in cui ripongo tutto il mio affetto" (Salmo 16:3). Essi erano ai suoi occhi gente santa e degna di onore. E i primi Cristiani senza dubbio tennero ferma la loro forza e il loro primo amore per il Signore, perseverando nella comunione fraterna. L'apostolo Paolo sapeva bene queste cose, e perciò esorta i Cristiani a non abbandonare "la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare" (Ebrei 10:25). Poiché chi è solo come potrà scaldarsi? E non ha forse detto il più saggio degli uomini queste parole: "il ferro forbisce il ferro; così un uomo ne forbisce un altro" (Proverbi 27:17) ? Se guardiamo, dunque, alla storia della vera chiesa, o facciamo una giusta osservazione dei nostri tempi, credo che noteremo che dove la potenza di Dio prevale, le società Cristiane e le riunioni di credenti prevalgono proporzionalmente. E dove la prima scompare, l'altra diminuisce e scompare in quello stesso tempo. Perciò è necessario che quelli che vogliono camminare con Dio, e continuare nella vita della religione, devono cercare Dio, come? attraverso la preghiera personale diretta eslusivamente a Dio. Dio conosce chi sono quelli che lo cercano, per certo egli non tarderà per far conoscere la sua via.
 
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champions_3 il 08/04/12 alle 10:55 via WEB
La Risurrezione di Cristo: Pasqua. Meditazione su S.Matteo cap.27:62 - cap. 28:10 Oggi, Dio volendo, vogliamo riprendere a considerare la crocifissione di Gesù Cristo. Se ricordate, nell’ultimo sermone di questa serie, abbiamo considerato i primi risultati della crocifissione di Gesù. Forse la cosa più meravigliosa fu quando Dio squarciò la cortina del Tempio! Prima del sacrificio di Gesù sulla croce, non c’era stato libero accesso a Dio. Da quel giorno in poi, c’è stato libero accesso a Dio per mezzo del sacrificio compiuto da Gesù Cristo! Ogni vero credente ha questo libero accesso a Dio, tutto per merito del sacrificio di Gesù. Ricordiamo inoltre che appena dopo la morte di Gesù, ci fu un terremoto, e le tombe di alcuni santi si aprirono, e quei santi furono risuscitati, e apparvero a tanti a Gerusalemme. Queste persone erano la primizia della resurrezione alla fine del mondo, di cui anche noi faremo parte se siamo salvati in Cristo. Abbiamo letto di come il centurione riconobbe che Gesù era il figlio di Dio, nonostante egli avesse ricevuto molto meno rivelazione di quanta ne abbiamo ricevuta noi. L’evidenza per la divinità di Gesù è chiara. Oggi, non c’è alcuna scusa per non credere in Gesù Cristo. Appena dopo la morte di Gesù, Giuseppe d’Arimatea andò da Pilato per chiedergli il corpo di Gesù. Quasi sicuramente, questo atto gli costò la sua carriera come membro del sinedrio. Anche oggi, seguire veramente Gesù vuol dire perdere o abbandonare cose che prima erano importanti per noi. Però, seguire veramente Gesù vuol dire trovare in Gesù il nostro vero tesoro. Infine, nell’ultimo sermone, abbiamo notato che le donne che credevano in Gesù avevano seguito Giuseppe al sepolcro per vedere dov’era la tomba, perché volevano tornare dopo il sabato per ungere il corpo di Gesù. i Giudei cercano di ostacolare Dio Vogliamo riprendere il testo biblico da quel punto. Leggiamo insieme S.Matteo 27:62-66. “62 L’indomani, che era il giorno successivo alla Preparazione, i capi dei sacerdoti e i farisei si riunirono da Pilato, dicendo: 63 «Signore, ci siamo ricordati che quel seduttore, mentre viveva ancora, disse: “Dopo tre giorni, risusciterò”. 64 Ordina dunque che il sepolcro sia sicuramente custodito fino al terzo giorno; perché i suoi discepoli non vengano a rubarlo e dicano al popolo: “É risuscitato dai morti”; così l’ultimo inganno sarebbe peggiore del primo». 65 Pilato disse loro: «Avete delle guardie. Andate, assicurate la sorveglianza come credete». 66 Ed essi andarono ad assicurare il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.” (Matteo 27:62-66) Questo avvenimento successe di sabato, perciò, i capi dei sacerdoti, e i farisei, non stavano rispettando la legge di Dio, come l’avevano loro stessi interpretata, che gli vietava di andare da Pilato il sabato. Però, il loro odio per Gesù li spinse ad ignorare la legge. Infatti, nonostante l’apparenza di uomini religiosi, questi uomini non avevano alcun vero amore per Dio. C’è da notare anche che nonostante che i sacerdoti e i farisei erano nemici, e si disprezzavano gli uni gli altri, in questa occasione, si unirono per opporsi a Gesù Cristo. Questi uomini chiamarono Gesù Cristo “quel seduttore”. Che ipocriti! Questi uomini erano dei grandi falsi, mentre Gesù Cristo era assolutamente puro e veritiero. Però gli uomini malvagi pensano che gli altri siano come loro. Per esempio, un bugiardo pensa che gli altri siano tutti bugiardi, così come un truffatore non si fida degli altri. Leggiamo di questo principio in Tito 1:15: “Tutto è puro per quelli che sono puri; ma per i contaminati e gli increduli niente è puro; anzi, sia la loro mente sia la loro coscienza sono impure.” (Tito 1:15) Per gli increduli, per le persone che non credono veramente in Dio, niente è puro. Immaginano che le altre persone siano come loro. Questo è vero oggi com’era vero allora. Perciò, questi uomini malvagi e falsi, chiamavano Gesù un “seduttore”. Una cosa incredibile è che questi uomini avevano capito le dichiarazioni di Gesù secondo cui Egli sarebbe risuscitato dopo tre giorni, mentre i discepoli di Gesù non l’avevano capito, nonostante Gesù avesse parlato apertamente con loro, ma solo in modo indiretto con i capi dei Giudei. Leggiamo le parole di Gesù ai discepoli in Marco cap.8 e 9 “Poi cominciò a insegnare loro che era necessario che il Figlio dell’uomo soffrisse molte cose, fosse respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, e fosse ucciso e dopo tre giorni risuscitasse.” (Marco 8:31) “31 Infatti egli istruiva i suoi discepoli, dicendo loro: «Il Figlio dell’uomo sta per essere dato nelle mani degli uomini ed essi l’uccideranno; ma tre giorni dopo essere stato ucciso, risusciterà». 32 Ma essi non capivano le sue parole e temevano d’interrogarlo.” (Marco 9:31-32) Con i discepoli Gesù aveva parlato chiaramente. Leggiamo ora quello che aveva detto ai Farisei e ai sacerdoti, e come era stato meno chiaro. Leggiamo in Matteo cvap.12 e 16. “Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti.” (Matteo 12:40) “Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, e segno non le sarà dato se non quello di Giona». E, lasciatili, se ne andò.” (Matteo 16:4) Questi capi religiosi avevano visto i miracoli di Gesù, avevano sentito il suo insegnamento, e capivano che egli aveva dichiarato di risuscitare dopo tre giorni. È stata la poca fede dei discepoli ad ostacolarli da capire le chiare parole di Gesù Cristo. Delle volte, anche noi abbiamo poca fede, che ci ostacola dal riconoscere le chiare promesse della cura di Dio verso di noi. Che Dio ci aiuti ad avere sempre più fede. Dio farà tutto quello che ha promesso di fare, anche se a noi sembra impossibile. Comunque, questi capi e i farisei volevano a tutti i costi ostacolare la risurrezione di Gesù, o almeno, evitare che i discepoli rubassero il suo corpo dicendo che era risuscitato. Perciò, chiesero a Pilato che il sepolcro fosse sicuramente custodito. Pilato diede loro un corpo di guardia, composto da soldati romani. Inoltre, misero un sigillo sulla grossa pietra che chiudeva il sepolcro. Quindi, teniamo in mente che c’era una pietra grande davanti al sepolcro, c’erano i soldati romani come guardie, e c’era il sigillo ufficiale affinché nessuno potesse aprire il sepolcro. I capi e i farisei credevano che facendo così, Gesù non potesse risuscitare. Fermiamoci qua a considerare quello che questi uomini stavano facendo. Stavano cercando di opporsi a Dio! Come risponde Dio in questi casi? Leggiamo le parole del Salmo cap.2. “1 Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano i popoli cose vane? 2 I re della terra si danno convegno e i prìncipi congiurano insieme contro il SIGNORE e contro il suo Unto, dicendo: 3 «Spezziamo i loro legami, e liberiamoci dalle loro catene». 4 Colui che siede nei cieli ne riderà; il Signore si farà beffe di loro. 5 Egli parlerà loro nella sua ira, e nel suo furore li renderà smarriti: 6 «Sono io», dirà, «che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo».” (Salmo 2:1-6 ) Questi uomini malvagi congiuravano insieme per cercare di ostacolare la risurrezione di Gesù Cristo. Che assurdità! Che stoltezza! Il Signore ride di queste cose, e poi parla nella sua ira, cioè, scatena la sua terribile ira contro chi si oppone a Lui. Gli uomini non potranno mai fermare la mano di Dio. Cercare di opporsi a Dio fa cadere in un giudizio molto severo. Ora, proseguiamo col brano. La tomba vuota Leggiamo ora Matteo 28:1-10. L’avvenimento descritto in questi versetti è così incredibile e potente che dovrebbe colpirci tantissimo. Invece, dato che conosciamo questo avvenimento tanto bene, spesso, non veniamo colpiti da quanto esso è incredibile e stupendo. Insieme alla morte di Gesù, la sua risurrezione è l’avvenimento più grande della storia. Cerchiamo di leggere questo brano come se fosse la prima volta nella vita. Se stessimo ascoltando la storia di Gesù per la prima volta, a questo punto, sembrerebbe che i malvagi abbiano vinto, uccidendo Gesù. A questo punto, vediamo Gesù morto, il suo corpo nella tomba. Il nostro cuore ora sarebbe pesante, pensando alla morte di Gesù. Leggiamo questo brano da quel punto di vista. “1 Nella notte del sabato, verso l’alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l’altra Maria andarono a vedere il sepolcro. 2 Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra. 3 Il suo aspetto era come di folgore e la sua veste bianca come neve. 4 E, per lo spavento che ne ebbero, le guardie tremarono e rimasero come morte. 5 Ma l’angelo si rivolse alle donne e disse: «Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. 6 Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva. 7 E andate presto a dire ai suoi discepoli: “Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, ve l’ho detto». 8 E quelle se ne andarono in fretta dal sepolcro con spavento e grande gioia e corsero ad annunziarlo ai suoi discepoli. 9 Quand’ecco, Gesù si fece loro incontro, dicendo: «Vi saluto!» Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e l’adorarono. 10 Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea; là mi vedranno».” (Matteo 28:1-10) Questi avvenimenti accaddero la domenica, dopo la crocifissione di Gesù il venerdì. Queste donne partirono per andare al sepolcro mentre era ancora molto buio. Nel Vangelo di Marco, leggiamo che esse si chiedevano come avrebbero spostato la pietra, perché era molto grande e pesante. Leggo da Marco 16. “3 E dicevano tra di loro: «Chi ci rotolerà la pietra dall’apertura del sepolcro?» 4 Ma, alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata; ed era pure molto grande.” (Marco 16:3-4) consideriamo gli angeli Dio ha sposato la pietra per loro, come abbiamo letto in Matteo, che ci spiega inoltre che Dio mandò un gran terremoto, e un angelo del cielo, che rotolò la pietra e vi sedette sopra. Fermiamoci brevemente per considerare gli angeli. Spesso, gli angeli vengono rappresentati come se fossero quasi identici agli uomini, o peggio ancora, come se fossero simili a dei bambini paffuti con delle alette. Entrambi questi concetti sono sbagliati. Ci sono volte in cui gli angeli si presentano in forma di uomini, e in quei casi, assomigliano agli uomini. Però in altri casi, come questo, si presentano nella loro potenza. In questo brano, l’aspetto dell’angelo era come di folgore, e la sua veste era bianca come neve. Come altre volte nella Bibbia, gli uomini reagiscono con grande timore. Le guardie, pur essendo soldati romani, uomini forti e duri, ebbero tanto spavento che tremarono e rimasero come morti! Quindi, non dobbiamo mai immaginare gli angeli come dei bambini grassocci alati. Per quanto riguarda il ruolo degli angeli, sappiamo da tanti brani biblici che essi servono e adorano Dio. Inoltre, in Ebrei 1:14, dove si parla degli angeli, leggiamo: “Essi non sono forse tutti spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in favore di quelli che devono ereditare la salvezza?” (Ebrei 1:14) Gli angeli sono totalmente ubbidienti a Dio, e vengono mandati da Dio per servire in favore dei figli di Dio. Notiamo che non sono mai i credenti che chiamano gli angeli, ma è Dio che li manda. la tomba vuota Torniamo agli avvenimenti al sepolcro. Prima il sepolcro era sigillato, c’era una grandissima pietra che bloccava l’entrata, e c’erano le guardie romane. Ora, il sigillo era rotto, la pietra era rotolata via, e le guardie erano così spaventate da essere come morte! In un attimo, tutte le misure che gli uomini avevano preso per ostacolare Dio furono tolte di mezzo. È impossibile ostacolare Dio! È importante notare che l’angelo non aprì la tomba per permettere a Gesù di uscire, ma piuttosto per permettere alle donne e poi più tardi ai discepoli di entrare, affinché potessero vedere che Gesù non era più sepolto, perché era già risuscitato. Quando l’angelo parla con le donne, le riprende, pur con molta dolcezza, e poi fortifica la loro fede, annunciando la strepitosa notizia che Gesù era risuscitato, e mostrando il luogo dove Egli giaceva prima. Leggiamo i versi 5-7. “5 Ma l’angelo si rivolse alle donne e disse: «Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. 6 Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva. 7 E andate presto a dire ai suoi discepoli: “Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, ve l’ho detto».” (Matteo 28:5-7) L’angelo disse loro: “voi cercate Gesù, ma non è qui, perché è risuscitato come aveva detto.” In altre parole, le donne, come anche i discepoli, avrebbero dovuto sapere che Gesù sarebbe risuscitato, perché Egli lo aveva annunciato loro più volte! L’angelo ricordò alle donne questo fatto, ma poi annunciò la buona notizia: Gesù è risuscitato! Venite a vedere il sepolcro vuoto! E poi, andate presto ad annunciare questa incredibile e meravigliosa notizia ai suoi discepoli! Nel vangelo di Marco, troviamo un altro dettaglio. Dalle informazioni che abbiamo, crediamo che S.Marco fosse l’assistente di S.Pietro, e il suo vangelo viene principalmente da Pietro. Allora, notiamo un dettaglio di quello che l’angelo dichiarò, e che Marco aggiunge per noi. Leggo da Marco 16:6,7, in cui sono citate le parole dell’angelo alle donne. “6 Ma egli disse loro: «Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui; ecco il luogo dove l’avevano messo. 7 Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto».” (Marco 16:6-7) Marco aggiunge il dettaglio che l’angelo disse: “andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro”. Pietro avrebbe potuto pensare di non poter essere più un discepolo, perché aveva negato di conoscere Gesù. Però qua, vediamo che fu ristabilito come discepolo. Quanto grande è il perdono di Dio, quando uno si è veramente ravveduto! Le donne dovevano annunciare ai discepoli che Gesù li avrebbe preceduti in Galilea. Gesù stesso aveva pure annunciato questo ai discepoli poco prima della sua crocifissione, come leggiamo in Matteo 26:32. “30 Dopo che ebbero cantato l’inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi. 31 Allora Gesù disse loro: «Questa notte voi tutti avrete in me un’occasione di caduta; perché è scritto: “Io percoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse”. 32 Ma dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea».” (Matteo 26:30-32) Qui vediamo la tenera cura di Gesù, e come tutto era secondo il suo piano perfetto. Egli aveva annunciato ai discepoli la sua morte, e il fatto che tutti loro sarebbero scappati, ma aveva anche annunciato la sua resurrezione, e che si sarebbero ritrovati insieme a Lui in Galilea! In altre parole, Gesù aveva annunciato loro che dopo la notte delle difficoltà e la croce, ci sarebbe stata la luce brillante di stare di nuovo con Lui. Ma Grazie siano rese a Dio, Gesù fa la stessa cosa con noi oggi. Ci annuncia che ci saranno le prove nella nostra vita, e dobbiamo passare perfino per la valle della morte fisica. Però, dopo, andremo al luogo dove Gesù ci ha preceduto. Dopo la notte delle difficoltà di questo vita, ci sarà il giorno in cui saremo insieme a Lui, e durerà per tutta l’eternità, e Dio stesso sarà la nostra luce. La notte dei problemi può sembrare molto buia, però, noi che siamo in Cristo non dobbiamo mai dimenticare che è sicuro che arriverà la luce della mattina. E non solo questo, Gesù aveva guidato le cose affinché le difficoltà dei discepoli non fossero oltre le loro forze. La sua cura è perfetta. Questo è vero anche oggi, Gesù dirige ogni dettaglio delle nostre prove, per il nostro bene. Voglio chiedervi: in questi giorni, in queste settimane, avete guardato solo ai problemi, o state ricordando che Dio ci ha già annunciato del dopo, quando saremo per sempre nella sua luce? Amici/a, il nostro Signore ha promesso di non abbandonarci mai se siamo fedeli a lui. Ci ha promesso che ci precederà in cielo, per prepararci un posto, e che poi, verrà a prenderci, e saremo sempre con Lui. Dio mantiene sempre le sue promesse. Perciò, possiamo avere grande gioia, anche in mezzo alle prove, perché sappiamo che le difficoltà passeranno, e che non possono separarci dall’amore di Dio per noi in Cristo Gesù. conclusione C’è molto altro da dire, ma per ora, lasciamo questo brano. Ricordiamo alcuni dei punti che abbiamo visto. I capi dei Giudei cercavano di ostacolare l’opera di Dio, e umanamente, sembravano avere la capacità di farlo. Ma Dio ride di queste cose, perché è impossibile che gli uomini possano mai ostacolarLo. Anche nella nostra vita, gli uomini non possono ostacolare quello che Dio vuole compiere in noi. Rallegriamoci di questo. Dio è sovranamente in controllo di tutto. La sua volontà sarà fatta. Possiamo risposarci in Lui, se in Lui Crediamo. Ricordiamo che Gesù aveva annunciato ai discepoli che si sarebbe riunito a loro in Galilea, però prima dovevano passare la prova della sua morte sulla croce. Sapere che dopo la prova ci sarà sicuramente la vittoria, cambia tutto. Anche noi abbiamo una parola certa dal Signore, sappiamo che Gesù è andato avanti per prepararci un posto con Sé in cielo. Perciò, non scoraggiamoci, qualsiasi sia la difficoltà. Confidiamo solo in Cristo, e non fissiamo i nostri occhi sulla prova di oggi, ma sulla gioia che ci è posta dinanzi. Dio è più grande di ogni nostro nemico e di ogni nostro problema. Non dobbiamo temere. Certamente, nel piano di Dio ci saranno le notti delle difficoltà, però, dobbiamo sempre ricordare che ci aspetta la mattina, e che passeremo l’eternità nella luce della presenza di Dio,se pur saremo trovati fedeli a Lui. Il Signore benedirà tutti coloro che si adoperano a ubbidire alla sua celeste chiamata! Cordialmente, Antonio.
 
attilio.61
attilio.61 il 06/04/12 alle 13:56 via WEB
Auguri di una Santa Pasqua a te e Famiglia. Attilio
 
princi2008
princi2008 il 05/04/12 alle 21:27 via WEB
Che questo Santo giorno possa portare: Tanta serenità e tanti sorrisi a tutti e famiglie. Auguri di Buona Pasqua, un caro saluto Mery.
 
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Un blog di: attilio.61
Data di creazione: 05/09/2009
 
 

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