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Post n°29 pubblicato il 07 Dicembre 2005 da alfasica
ABAT-JOUR
Apro il computer
l’accendo,
mi fa da abat-jour;
apro anche il libro alle piccole falene,
un nido nella rilegatura.
Pagine calde,
pagine amniotiche,
era seppellito tra i cuscini del letto.
Lettere attaccate
zecche vogliose,
santi tentano di superarsi schiudendo il collo;
il resto giace.
Un dito pinnato
sul bordo del libro dove è marcato: Silvia Plath-
Poesie.
Viola foglie
con il numero tutte dormono
nelle parentesi del cartoncino.
-perversità in cucina-
Un pesce siluro passa tra le parole.
Swischhh.
Il tipografo,
il Mercante Avaro,
Ted Hughes,
il gettone per l’autolavaggio;
Nietzche
con il condor sulla spalla,
io non lo so.
ULTIMI COMMENTI
Le parole se ne andarono.
Poi, arrivò il momento dei...
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il 17/08/2021 alle 20:44
probabile visto che sartre e moravia sono di mio gusto
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il 04/12/2011 alle 14:07
c'è qualche cosa della "Nausea", o forse, di...
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ringtones That's...
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