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di Hanno Hofer,Razvan Marculescu, Cristian Mungiu, Costantin Popescu, Ibana Uricaru.
Questo simpatica pellicola rumena è un insieme di cortometraggi che hanno come filo conduttore le leggende metropolitane durante la cosiddetta “eta dell’oro” (nome autoaffibbiatosi dalla propaganda comunista) della dittatura di Ceausescu, per cui il film è diviso in episodi diretti via via dai registi di cui sopra.
Difficile quindi dare un giudizio comune calzante per tutte le sue parti, anche se si può dire che il film è piuttosto divertente e alcune delle scene addirittura esilaranti. Si va dal convoglio governativo che arriva in paese per il quale si fanno grandi preparativi (finendo per rimanere bloccati, macchinista compreso, su una giostra fino ad esaurimento del carburante!), al maiale trafugato di nascosto e soffocato con il gas butano per macellarlo in un appartamento di un condominio (lasciandovi immaginare le conseguenze) e così via.
Il film ha evidentemente un budget piuttosto scarno, quindi i mezzi sono molto semplici e senza tante pretese, un classico esempio di film dell’est di tempi passati, proprio di quelli in cui sono ambientati gli episodi. Nonostante questo il girato è quasi sempre pregevole, passando da stili più “polacchi” e classici a quelli più moderni e dinamici, senza perdere di vista l’ambientazione dell’epoca de aur, mentre le sceneggiature, vero pezzo forte, sono spesso cesellate e intriganti, rendendo a tratti l'idea del racconto popolare.
Di film del genere, insomma, se ne sente un po’ la mancanza nelle sale italiane. Per la visione di questi piccoli capolavori si devono ringraziare i piccoli cinema locali, slegati dal concetto delle multisale e del film di cassetta.
Da vedere.
T.
P.s. Per Pesaro si ringrazia il cinema Loreto e i suoi collaboratori.
Hank
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HAGAKURE
Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente.
Se invece, fin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.
Yamamoto Tsunetomo(1 - 79)
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LA MORTE E IL BUSHIDO
Quando sopraggiunge una crisi, davanti al dilemma fra vita e morte,è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a termine la propria missione equivale a una morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi di orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un'imitazione grottesca dell'etica del samurai.
E' quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che sceglie di farlo pur avendo fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed al tempo stesso è un vigliacco e un perdente.
Chi muore senza aver portato a termine la propria missione muore da fanatico, in modo vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via del samurai.
L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata.
Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.