Stella della strada

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FANTASIA

La Fantasia è un posto dove ci piove dentro.

I. Calvino

 

 

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spiegare le vele

Post n°133 pubblicato il 08 Febbraio 2009 da trilly12

A volte la vita pesa. Pesa tanto da volersene disfare, da non capirla più, da non trovarci alcun senso. A volte sembra solo di essere immersi nella notte fonda e di assistere stralunati alla vita degli altri; sembra quasi di stare dietro ad un vetro a guardare l’indaffarato svolgersi delle vite altrui.
E dentro invece solo un senso di ovattata distanza, senza risonanze, senza colori.
Credo sia questo il mantello del lutto: una cappa che nasconde la vita, che accorcia lo sguardo, limita i passi e fa inciampare camminando. Anzi, so bene che è questo.
Il lutto è inevitabilmente collegato ad una perdita: è quell’atroce sentimento di assenza e di nostalgia che proviamo quando qualcuno è andato via per sempre, forse perché stanco di noi oppure perché drammaticamente strappato a noi. È duro fare i conti con chi non c’è più: bisogna riaggiustarsi, trovare nuove fondamenta, altri gesti, darsi un nuovo ordine. Bisogna cercare di scoprire cioè un altro equilibrio, facendo i conti con un distacco che strazia, che tormenta. E chi manca in realtà non manca mai, perché il ricordo, il rimpianto, la nostalgia sono sempre lì, quasi in agguato, a rendere presente l’assente, a farlo divenire crudelmente presente, in una dimensione nella quale non ci ritroviamo, ma che ci appartiene perché appartiene all’altro. E allora è facile scivolare sotto un mantello ben chiuso dove la vita non può entrare, diventa quasi inevitabile rannicchiarsi nel dolore e lasciarsi cullare dallo struggimento di chi abbiamo perso e sappiamo non tornerà più; tanto sgomenti di fronte all’inesorabilità di quel che ci è successo che guardiamo con avvilita meraviglia il futuro che comunque sta in attesa... come se non meritassimo più alcun futuro o il futuro non meritasse più noi.
Ma c’è un’altra perdita che può segretamente avvolgerci e soffocarci, qualcosa che inavvertitamente lasciamo accadere senza intuirne la gravità e accorgerci del suo valore: lo smarrire noi stessi, il lasciar naufragare pezzi di noi, quelli che giorno dopo giorno abbiamo imparato a spegnere e schiacciare sepolti dalle miriadi di “cose importanti” ma così poco vere, così poco semplici, così poco reali.


Perdiamo pezzi e non lo sappiamo; perdiamo la nostra integrità e ce ne accorgiamo solo in alcuni lancinanti momenti in cui ci troviamo di fronte alla bellezza, all’amore, all’eterno: momenti che ci richiamano all’unità, che ce la dimostrano evidente, semplice e naturale.


Per questo siamo tutti un po’ tristi e depressi: ci ritroviamo sotto questo mantello che ci avvolge e ci rende torbidi, impenetrabili; ce lo trasciniamo addosso sentendone il peso, non riuscendo a capire cosa ci manca e ci tormenta. Perdiamo pezzi e ci sentiamo bucati dal desiderio e avviliti dalla stanchezza; tentiamo comunque di camminare, affaticati e a tentoni, e proviamo a sentirci ancora vivi, ma è una vita insudiciata, contraffatta, una non-vita...Penso che valga la pena provare a gettar via questa cappa che ci ricopre, questo soprabito sciupato dalla morte che ci toglie la possibilità di vivere leggeri, capaci di percepire tutti i sapori, i colori, i profumi, le sfumature, le inesauribili offerte della vita. Penso sia possibile trasformare anche la ferita di quel che abbiamo perso in una sorgente di vita, in qualcosa cioè che non ci trascini nel cupo rinchiuderci, ma che ci apra invece a nuovi miracoli. Perché quando la si guarda dritto negli occhi la vita ci restituisce sempre un miracolo.
Forse basta scostare appena i lembi del mantello e annusare quel profumo di aria libera, basta cercare in tutto quel che ci accade l’occasione preziosa di una pienezza maggiore, di una comprensione più profonda della vita, di una consapevolezza più essenziale perché raffinata dal passaggio della sofferenza.
Voglio fare del mio mantello una vela: lo taglierò e lo cucirò per poterlo fissare all’albero della mia barca. Il vento lo gonfierà ed il sole lo asciugherà e mi porterà così lontano... dove non avrei mai osato sognare...


M.T. Abignente

 
 
 
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INFO


Un blog di: trilly12
Data di creazione: 23/03/2008
 

SINFONIA IN VIOLA

 

DELICATA

è una legge non scritta: chi vuol starmi vicino deve assumersi la responsabilità della mia anima. Perchè qualunque idiota può capire come sia facile uccidermi. Uno sguardo ben mirato basterebbe.

 

IL CORAGGIO E LA SPERANZA



 

 

LA MEMORIA

Se comprendere è impossibile,

conoscere è necessario.

Primo Levi

-Se questo è un uomo-

 

L'IMPORTANTE è PARTIRE

 

E' GIOIA!

La Gioia: il modo in cui mi guardi e sorridi facendo finta di guardare altrove.

La Gioia: guardarti quando scegli il gusto del gelato. 

La Gioia: camminare con te mano nella mano, e dopo qualche ora. sentire ancora sulla mia il tuo profumo.

La Gioia: non aspettarmi nulla, darmi senza riserve e condizioni.

La Gioia: addormentarmi con te nel cuore e svegliarmi con te tra le braccia.

 

UN MARE DI DOLCETTI

Ecco come vi vedo stamattina:

un mare di dolcetti colorati che risvegliano il buon umore

 

TI FIDI DI ME?

 

COME LA PRIMAVERA

Voglio fare con te ciò che la primavera  fa con i ciliegi.

-P. Neruda-

 

EH LO SO..

lo so che vi ho abituati bene e sono una che non sbava.. ma un piccolo sfizio.. fatemelo togliere.. sarebbe un bel modo di iniziare la giornata.. andare a cozzare in un sorriso così..
 

Certi ricordi bastano a profumare un'anima per sempre.

G. D'Annunzio

 

SCEGLINE UNO...

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