Dispetto alla Montalcini al seggio

Post n°55 pubblicato il 14 Aprile 2008 da pierrot2006
Foto di pierrot2006

A Roma in quattro non cedono il posto al quasi 99enne premio Nobel
Scatto d'orgoglio della senatrice: "Preferisco aspettare". Poi la rivincita:"Continui così"

Dispetto alla Montalcini al seggio
"Faccia la fila come gli altri"
di FRANCESCO BEI

 
ROMA - Qui non c'entrano le cinque lauree, il premio Nobel per la medicina, le mille pubblicazioni e nemmeno il laticlavio a vita. Forse è semplicemente un fatto di educazione, quando da bambino ti insegnano a cedere il posto a chi è più anziano. Se poi l'anziano ha quasi 99 anni (tra 9 giorni) e non ci vede nemmeno bene, il fatto che si chiami Rita Levi Montalcini diventa evidentemente secondario. Eppure tutto ciò non è bastato a evitare alla senatrice a vita di dover attendere in piedi mezz'ora prima votare, per colpa della maleducazione di quattro elettori che si sono rifiutati di farla passare avanti.

La scena si è svolta ieri poco prima di mezzogiorno a via Reggio Calabria, al seggio istituito presso la scuola "Falcone e Borsellino", vicino a piazza Bologna, quartiere medio-borghese della Capitale. La Montalcini si è presentata a braccetto di un accompagnatore il quale, vista la lunga fila, ha chiesto alle persone in coda la cortesia di far votare prima la signora. Senza presentare credenziali, solo un gesto di educazione verso un'anziana ipovedente. La risposta poteva essere scontata e invece no.

"Faccia la fila come gli altri", ha risposto un cinquantenne. E così un'altra signora: "Non esiste, anch'io ho fretta di votare". E poi un altro e un'altra ancora: "Non vedo proprio il motivo". Allertato dagli scrutatori, a quel punto è intervenuto il presidente di seggio: "Senatrice, se vuole la facciamo passare avanti". Una gentilezza quasi scontata, che si concede normalmente alle donne in gravidanza, ai disabili, agli anziani. A quel punto però è stato il carattere della Montalcini a prendere il sopravvento: "Grazie presidente, preferisco restare in fila come gli altri. Pazienza". Una scrutatrice le ha quindi offerto una seggiola: "Almeno si sieda, prego". Ma la senatrice ha rifiutato anche quella: "No, grazie davvero. Preferisco restare in piedi".
La rivincita contro quei pochi maleducati Montalcini se l'è presa poco dopo, al momento di uscire dal seggio. Tutti i ragazzi della sezione elettorale le si sono fatti intorno, davanti agli elettori ancora in fila, per chiederle l'autografo. "Vada avanti così". "Coraggio".
L'episodio, in sé banale, potrebbe testimoniare al massimo dell'inciviltà dei tempi in cui viviamo, che ognuno può sperimentare salendo su un autobus o facendo una fila a uno sportello. Se non fosse che Rita Levi Montalcini è stato il bersaglio in questi due anni di una violenta campagna di discredito portata avanti con insistenza da alcuni esponenti politici del centrodestra e da alcuni quotidiani d'area.

I ragazzi della Destra si distinsero in ferocia: "Diamole un incarico al Ghetto", "di profilo è pure più odiosa", erano le cose che si potevano leggere sul loro blog. Fino alla proposta di consegnarle un paio di stampelle, "tanto l'indirizzo lo conosciamo, vogliamo dargliele personalmente". Diceva il loro capo, Fabio Sabbatani Schiuma: "Loro, i senatori a vita, sono le stampelle di questo governo sì o no? E poi se son vecchi se ne stessero a casa".

La Lega del resto non fu da meno, fino ad arrivare alla proposta di eliminare gli stanziamenti per la fondazione scientifica della senatrice. Non ci si stupisca se poi qualcuno non dà la precedenza a una signora centenaria, è già tanto che non le abbiano fatto lo sgambetto.

(14 aprile 2008)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

La 'ndrangheta e Dell'Utri:

Post n°54 pubblicato il 12 Aprile 2008 da pierrot2006
Foto di pierrot2006

Aperta inchiesta a Reggio Calabria. Il senatore di Forza Italia: "Letta sui giornali"
"Ho solo parlato con una persona che voleva occuparsi del voto degli italiani all'estero"
La 'ndrangheta traffica in voti
Dell'Utri: 'Non ho avvisi di garanzia'

Amato: "Si tratta di materia coperta da segreto istruttorio. Il Viminale è una casa di vetro"
di GIUSEPPE BALDESSARRO

 
REGGIO CALABRIA - E' Marcello Dell'Utri il parlamentare coinvolto nell'inchiesta sull'intervento della 'ndrangheta sul voto degli italiani all'estero: "Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia" ha detto all'Ansa. Dell'inchiesta "ho letto sui giornali".

Poi ha spiegato: "Non conosco personalmente Aldo Micchichè ma l'ho sentito per telefono" e l'ho messo in contatto con Barbara Contini perché "lui si è offerto di occuparsi dei voti degli italiani all'estero". Barbara Contini è l'ex governatore di Nassiriya, candidata per il Pdl al Senato in Campania.

Dell'Utri respinge qualsiasi ipotesi di coinvolgimento in vicende di presunti brogli: "Stiamo scherzando? Stiamo dando i numeri! Se vogliono sollevare un polverone elettorale, io questo putroppo non lo posso impedire. Ma - ripete - stiamo dando i numeri".

Sul merito, Dell'Utri aggiunge: "Con Micciché ero entrato in contatto qualche mese fa per ragioni di energia. Lui in Venezuela si occupa di forniture di petrolio. Io ero in contatto con una società russa che ha sede anche in Italia, per cui - spiega Dell'Utri - conoscendo questi russi ho fatto da tramite".

"Questo signore si è interessato di organizzare il voto degli italiani all'estero come si sono attivate tutte le persone di tutti i partiti e di tutte le latitudini. Quindi non vedo dove sia la materia del contendere".

Miccichè - prosegue il senatore di Forza Italia - "non lo conosco fisicamente. E' un personaggio peraltro notissimo in Italia. E' stato amministratore della Dc negli anni '60-'70. Credo che a suo tempo abbia avuto delle vicende giudiziare legate a Tangentopoli. Per il resto è un cittadino che vive da molti anni in Venezuela, con famiglia. Non vedo cosa ci sia di strano".

La sconcertante ipotesi dell'intervento sulle elezioni delle cosche calabresi sulla quale sta lavorando la Dda di Reggio Calabria, nasce da un'intercettazione nella quale si fa esplicito riferimento alla possibilità di "controllare" cinquantamila voti, in cambio di una contropartita in denaro di 200 mila euro.

L'inchiesta di Reggio. I magistrati reggini avrebbero ascoltato una conversazione tra esponenti della cosca Piromalli ed il parlamentare siciliano candidato al Parlamento Italiano. Nell'inchiesta è coinvolto un uomo d'affari, Aldo Micciché, da tempo residente in America Latina.

Il tentativo d'inquinamento del voto avrebbe mirato a condizionare l'esito della consultazione elettorale facendo risultare come votate circa 50mila schede bianche.

Un meccanismo piuttosto semplice. Corrompendo le persone giuste al posto giusto, infatti, i clan avevano intenzione di apporre sulla scheda un segno di preferenza proprio a vantaggio del partito dell'esponente politico siciliano. Un lavoro "pulito" quindi, che non avrebbe lasciato tracce grazie a "manine amiche" che avrebbero barrato le schede di ritorno.

Un piano che evidentemente avrebbe potuto falsare l'esito elettorale. Pochi i dettagli sull'inchiesta. E' certo che gli investigatori stavano controllando alcuni telefoni sulle tracce dei soldi dei Piromalli, per cercare di capire come la cosca riuscisse a riciclare i milioni di euro del traffico di stupefacenti. Da qui la scoperta.

Micciché, da tempo residente in Venezuela, parla con il politico definito "un pezzo grosso". Oggetto del colloquio è la mobilitazione dei consoli onorari, che avrebbero avuto un ruolo determinante nel controllo del voto.

La notizia è stata confermata dal procuratore della Repubblica facente funzioni, Francesco Scuderi, che non ha inteso però fornire ulteriori particolari. "Il momento, visto che siamo ad appena due giorni dal voto - ha detto Scuderi - è delicatissimo, anche perché negli articoli riportati sui giornali ci sono molti dettagli che avrebbero dovuto rimanere riservati, e sarebbe irresponsabile da parte nostra in questo momento rivelare ulteriori particolari".

"Dopo il voto - ha aggiunto Scuderi - potremo fornire qualche notizia in più. Al momento non è il caso di dire alcunché".

Nei giorni scorsi lo stesso Scuderi ed il pm della Dda Roberto Di Palma, titolare dell'inchiesta, avevano incontrato il ministro dell'Interno Giuliano Amato per informarlo sulle risultanze dell'inchiesta.
Come si ricorderà, già alle scorse elezioni furono segnalati alcuni casi di brogli legati proprio alle schede del voto estero.

(11 aprile 2008)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Mafia, indagato De Gregorio

Post n°53 pubblicato il 09 Aprile 2008 da pierrot2006
Foto di pierrot2006

La Stampa - 9/4/2008 (7:5) - TOGHE E POLITICA, INCHIESTA SUL SENATORE

Il senatore accusato in Calabria per
associazione finalizzata a riciclaggio
GUIDO RUOTOLO
INVIATO A REGGIO CALABRIA

Associazione mafiosa finalizzata al riciclaggio. Il senatore Sergio De Gregorio, leader di Italiani nel Mondo, presidente della commissione Difesa del Senato, è iscritto sul registro degli indagati della Procura di Reggio. Ipotesi di reato pesantissima per il candidato, in un collegio senatoriale della Campania, del Popolo della libertà. Ci sarebbero diversi indizi, video e intercettazioni ambientali che documenterebbero le relazioni pericolose del senatore.

Campagna elettorale per le elezioni amministrative di Reggio città, aprile del 2007. Italiani nel Mondo ha una sua lista, collegata al cartello che sostiene la candidatura a sindaco di Giuseppe Scopelliti (An, Casa delle libertà), che otterrà poi un discreto risultato: 3847 voti, il 3,28%, e un consigliere comunale. Sergio De Gregorio è in città. Una sera viene portato a cena in collina, al ristorante «La Quercia», località Trunca, dal capogruppo alla Regione di An, Alberto Sarra, anche lui indagato per mafia. Alla tavolata sono presenti componenti della famiglia Ficara, alleata dei Latella, che controlla la zona Sud della città, Ravagnese. In quel ristorante, però, ci sono gli investigatori dei carabinieri, seduti a una tavolata accanto, che registrano e riprendono la cena.

La Procura di Reggio aveva avviato un’attività preventiva di monitoraggio sulla campagna elettorale, sui rapporti tra mafia e politica. Quella sera a tavola - di cena ve ne sarà anche un’altra - si parla di affari, di aspettative, di possibili favori per gli uomini della ’ndrangheta reggina, di prospettive elettorali. E De Gregorio annuisce, si dichiara disponibile ad assecondare le richieste dei «clientes». Chissà se il senatore ha ben presente chi sono i suoi interlocutori.

La ’ndrangheta reggina vuole investire i suoi capitali in attività immobiliari. Nel centro città, in piazza Sant’Agostino, c’è una caserma dismessa dell’Esercito, caserma «Mezzacapo», che gli speculatori dell’«onorata società» sono interessati ad acquistare. All’allora presidente della commissione Difesa del Senato viene chiesto di agevolare l’operazione. Gli investigatori avrebbero anche documentato le varie «missioni» alla segreteria di De Gregorio a Roma degli emissari della ’ndrangheta, colletti «bianchi» al servizio dei Ficara-Latella. In questa inchiesta è indagato anche il consigliere regionale di An Alberto Sarra, già finito nei guai per i suoi rapporti con la ’ndrangheta.

Una inchiesta al centro di un violentissimo scontro interno alla Procura di Reggio. Il procuratore reggente Scuderi si è rifiutato di vistare la richiesta di custodia cautelare proposta dal procuratore aggiunto Salvo Boemi (ipotesi di reato: concorso esterno all’associazione mafiosa) e la Procura generale ha deciso di accogliere la richiesta di avocazione presentata dallo stesso Sarra, sulla base di presunte fughe di notizie.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Dell'Utri, Eroi e retorica

Post n°52 pubblicato il 08 Aprile 2008 da pierrot2006
Foto di pierrot2006

Marcello Dell'Utri a ruota libera:

"Lo stalliere Mangano era un eroe, a modo suo".
Da grande esperto di mafia, Dell'Utri paragona Mangano (ex-stalliere di Berlusconi) a un eroe morto in carcere perchè cercavano di fargli accusare Berlusconi e lo stesso Dell'Utri. CLICCA QUI per leggere la storia .


"Se vinciamo, via dai libri di storia retorica Resistenza".

"I libri di storia, ancora oggi condizionati dalla retorica della Resistenza, saranno revisionati, se dovessimo vincere le elezioni. Questo è un tema del quale ci occuperemo con particolare attenzione".
Ed ecco che ci riprovano. Cercare di rivisitare la storia negando il sacrificio dei tantissimi che hanno il loro impegno e dato la vita per liberare l'Italia vuol dire non riconoscere neanche i presupposti che ci hanno portato alla democrazia e alla costituzione Italiana. Altro che disinformazione comunista.
CLICCA QUI per approfondire l'argomento.
 
Dell'Utri: "La Brambilla? Nessuna importanza"
"Michela Brambilla è una persona che è stata data in pasto all'opinione pubblica, ma non le attribuisco alcuna importanza". E' il giudizio che il senatore forzista Marcello Dell'Utri.

E meno male che sono alleati, povera Michela, un'altro che cerca di tirarglielo nell giacchetta.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

BERLUSCONI, BOSSI & CALDEROLI

Post n°51 pubblicato il 08 Aprile 2008 da pierrot2006
Foto di pierrot2006

Ansa.it 2008-04-07 20:51

Veltroni picchia duro sulla nuova tensione tra Berlusconi e Bossi dopo la frase del Senatur sui "fucili" leghisti. "E' assurdo discutere se uno che parla così può fare il ministro", dice. E se Berlusconi parla della malattia del leader leghista, Veltroni replica che "é l'argomento peggiore possibile, anche dal punto di vista umano". Ma conclude che i due leader del centrodestra "fanno così da vent'anni, faranno sempre così". Ora, attacca, è il momento di voltare pagina. La strategia comunicativa di Veltroni si concentra su due versanti: il primo batte sul tasto del 'Ce la stiamo facendo'; l'altro su quello delle repliche e delle polemiche dirette con i suoi avversari. E così il leader del Pd rompe il silenzio sulla vicenda schede.

"Quelle schede - dice - sono il prodotto del ministro Calderoli, sono il frutto della loro legge elettorale. Vuole imbracciare i fucili contro i suoi colleghi di coalizione?". Concetto ripreso in serata a Matera, prima dell'ultima tappa a Potenza: "Dopo aver ascoltato chi è candidato ad essere ministro annunciare che avrebbe imbracciato i fucili e rivolto l'attacco mortale nei confronti della democrazia, mi pare perfino assurdo che se ne stia a discutere". Temi della politica nazionale che si mischiano ad altri più particolari. Siamo nel Sud, e quindi si torna a parlare di lotta alla mafia, di lavoro, di sviluppo dell'agricoltura. A Taranto, come già fece in Sicilia, Veltroni si rivolge direttamente ai criminali: "Decidano per chi vogliono votare ma non votino per il Pd perché noi li vogliamo annientare". "La mafia - aggiunge - va combattuta creando opportunità, ricchezza, lavoro". E la prima condizione per dare competitività al Paese "é quella di tagliare i tentacoli della piovra".

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Fucili e ministeri

Post n°50 pubblicato il 07 Aprile 2008 da pierrot2006
Foto di pierrot2006

Veltroni: colpisce silenzio alleati.
Schede elettorali, è ancora scontro
ROMA
Bufera sulle schede elettorali ad una settimana dalle elezioni. Silvio Berlusconi minimizza le parole pronunciate ieri da Umberto Bossi sulla necessità di «imbracciare il fucile», assicura che si farà garante del Carroccio ma ribadisce che le schede vanno ristampate. E la polemica non si placa.

Il Cavaliere minimizza
«Questo linguaggio Bossi l’ha sempre usato - dice Berlusconi - Bossi ha avuto quello che ha avuto e si esprime per slogan. Quante volte ha parlato di fucili? I fucili non ci sono. Per lui imbracciare i fucili vuol dire fare una battaglia politica forte sulle schede». Poi il leader del Pdl lascia intendere che il Senatur non farà il ministro del suo governo: «A me non ha chiesto niente nessuno - ha detto - e poi le condizioni di salute sono quelle che sono...».
Insomma, usa anche Bossi fino a quando gli serve e poi gli da' un calcio in c....

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Santachè su Berlusconi

Post n°49 pubblicato il 24 Marzo 2008 da pierrot2006

Lunedì, 24 Marzo 2008
Berlusconi nazionalista in aereo, esterofilo in auto

Divertente, il paragone di Daniela Santanché che continua la sua polemica con Silvio Berlusconi. Adesso invita le donne a non votarlo con queste parole: «Il voto piu’ inutile che le donne italiane possono esprimere è quello per Berlusconi visto che sappiamo bene cosa pensa davvero delle donne: lui ha sempre utilizzato le donne come il predellino della sua Mercedes: un punto di appoggio per sembrare piu’ alto dei veri nanetti di cui si circonda».  Brillante, l’analogia tra le donne e il predellino, oggeto umile ma versatile, che De Mauro definisce “panchetto per poggiare i piedi o per salire più agevolmente sui letti alti”. Fa venire in mente, tra l’altro, la camera da letto di Cavour, nel castello di famiglia nel suo paese natale, Grinzane Cavour, in Piemonte. All’epoca i letti erano alti, e Cavour era decisamente basso. Accanto al letto aveva tre gradini, necessari per consentirli di salirci sopra. Certo, cambiano i tempi, cambiano gli uomini, e inducono malinconiche riflessioni sul rapporto tra statura fisica e statura politica.  Consoliamoci con un interrogativo: possibile che Berlusconi, che fa una battaglia di orgoglio nazionale per tenere Alitalia in mani italiane, si affidi davvero a vetture tedesche invece che a ben più coerenti automobili made in Italy?

Dal Blog di Aurelio Magista'

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

La dignità dell'uomo

Post n°48 pubblicato il 14 Marzo 2008 da pierrot2006

Si fa presto a dire dignità.

L'uomo rimane uomo con tutta la sua dignità, anche quando è un embrione o in stato di coma”: lo ha affermato stamani Papa Ratzinger.

Come dargli torto! Peccato però, che si insista sempre e soltanto su questi due punti cardine della pre/vita e vita umana, scordandosi il percorso che li lega. La vita.

Io mi sarei stancata di questi teorici della vita altrui. È facile parlare della dignità del malato, quando si sa che si morirà nel proprio letto, accuditi e riveriti da una schiera di medici servitori, e pigolanti confratelli immersi nella preghiera. Più difficile è pretendere la dignità per il comune malato mortale.

Si facesse un giro, santità, tra i parenti dei malati di alzheimer, per esempio, entrasse in punta di piedi nel dolore altrui, quello della solitudine, quello dell’impossibilità di poter pagare l’assistenza migliore. Entrasse nella vita di chi riesce solo ad avere una preghiera da lanciare verso qualcosa che forse persino rifiuta di chiamare Dio, quella speranza di voler vedere arrivare la morte a portarsi via la vita di una persona amata, alla quale non è nemmeno stato contemplato di poter offrire dignità.

Si facesse paladino veramente della dignità della vita, rinunciando ai privilegi, ed essendo Cristo in terra. Andasse laddove piccoli embrioni cresciuti di qualche anno, vengono dilaniati dalle bombe intelligenti, contaminati dai residui di armi intelligentissime. La smettesse di delegare agli uomini di buona volontà, che in silenzio e umilmente, davvero cercano di dare da mangiare a chi ha fame, e da bere a chi ha sete, e medicine scadute agli ammalati, e aiuti umanitari che altro non sono che i resti della società dell’opulenza.

Tornasse lui ad avere quel tanto di dignità che gli permetta di estraniarsi da una farsa politica ed elettorale, che vede intrepido sostenitore, nientemeno che giuliano ferrara, del quale ancora attendiamo gli esiti delle analisi del sangue, o una denuncia penale per aver distrutto la vita di una donna che già dalla vita non aveva ricevuto doni.

Si preoccupasse la santità, di far sì che i nostri figli non debbano essere abortiti nell’età dell’innocenza, quando la vita è davvero gioia e spensieratezza, abusati dagli uomini, venduti, o vivisezionati, per dare ancora vita a chi, col danaro può permettersi di comprare i pezzi per viver bene qualche anno in più.

Leggo ancora:

Manipolazioni genetiche; esperimenti sulla persona; inquinamento ambientale; droga; ingiustizia sociale; sperequazioni sociali; causare povertà; ricchezza eccessiva.... Si allunga la lista dei peccati mortali condannati dalla Chiesa cattolica.

Che non si debba confessare, santità?

Rita Pani (APOLIDE)
da: guevina.blog.espresso.repubblica.it/resistenza/

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Berlusconi: "Contro la precarietà...

Post n°47 pubblicato il 13 Marzo 2008 da pierrot2006
Foto di pierrot2006

Berlusconi: "Contro la precarietà? Sposare mio figlio o un milionario". E' bufera
Giovedí 13.03.2008 14:13
Contro la precarietà? "Sposare mio figlio o qualcun altro ricco". Ecco la ricetta di Berlusconi. La battuta, cui il leader del Pdl non ha saputo resistere, era diretta ad una studentessa che mercoledì nel corso del programma "Punto di Vista" del Tg2 gli chiedeva come fosse possibile per le coppie giovani mettere su famiglia senza la sicurezza di un posto, e un reddito, fisso. 

"Io, da padre - ha risposto Berlusconi sorridendo - le consiglio di cercare di sposare il figlio di Berlusconi o qualcun altro del genere; e credo che, con il suo sorriso, se lo può certamente permettere". Poi, ha elencato le proposte contenute nel programma del Pdl per aiutare i giovani, dalle agevolazioni sui mutui al piano-casa.

All'obiezione del conduttore della trasmissione, Maurizio Martinelli, che "di figli di Berlusconi in giro ce ne sono pochi" il Cavaliere, sempre sorridente, ha insistito: "Se dovessi dire qual è il consiglio più valido, penso sia quello che le ho dato all'inizio...".

MINISTRO DEL NORD-EST. Veltroni ha promesso che nominerà un ministro del Nordest? "Credo - risponde Silvio Berlusconi - che anche per quanto riguarda il nostro governo non abbiamo alcuna intenzione di escludere una zona importante come il Nordest da una rappresentanza nel governo del Paese".

SCOPPIA LA BUFERA: VERGOGNA. La battuta ha scatenato un coro di reazioni indignate da parte del Pd e della Sinistra Arcobaleno. "Come italiano mi vergogno delle parole di Berlusconi" commenta Dario Franceschini. "Di fronte a centinaia di migliaia di giovani italiani che vivono la precarietà del loro rapporto di lavoro come un'ipoteca sul loro futuro, rispondere ad una ragazza precaria che il modo di uscire dalla sua situazione è sposare il proprio figlio, o il figlio di un milionario, suona come un'offesa insopportabile" continua il vicesegretario del Partito Democratico, aggiungendo: "Penso che in qualsiasi paese un leader politico, a prescindere da quale parte politica esso appartenga, sarebbe costretto a scusarsi per quella battuta offensiva".

Per Fausto Bertinotti, l'uscita di Berlusconi, anche se si tratta di uno scherzo, è allarmante e "indicativa di una cultura che propone ai giovani una realizzazione fuori dalla loro vita ordinaria". Per il candidato premier di Sinistra Arcobaleno viste le proposte della destra non resta che augurare ai precari "che vincano la lotteria", ma la ricetta della sinistra è quella di "cancellare l'idea della lotteria" a favore di miglioramenti concreti.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Mastella getta la spugna

Post n°46 pubblicato il 07 Marzo 2008 da pierrot2006
Foto di pierrot2006

L'ex Guardasigilli: «Contro di me una scientifica operazione di linciaggio»
ROMA
«Sconfitto prima ancora di essere probabilmente sconfitto sul campo, rinuncio a candidarmi». Lo afferma in una nota il leader dell’Udeur, Clemente Mastella. «Sconfitto per una costante e manipolata disiformazione con la pubblica opinione - si legge nella nota del segretario dei Popolari-Udeur - determinata da una scientifica operazione di linciaggio morale contro di me, costruita mediaticamente, politicamente e giudiziariamente». «Per queste ragioni sono diventato una sorta di uomo nero di cui liberarsi - prosegue - e sul quale scaricare tutte le responsabilità del sistema politico. Stretto nella tenaglia, ho retto fino a quando ho potuto sapendo di avere subito ingiustizie clamorose e ben cosciente della mia onestà e innocenza. Mentre ringrazio quanti, anche in queste ore, mi spingono a restare sul terreno di gioco - spiega l’ex ministro - ho deciso di non candidarmi al parlamento italiano per le prossime elezioni politiche. Spero così di essere anche più libero e di ritrovare finalmente una serenità che con violenza e ad arte mi è stata tolta». «Confesso che un pò di amarezza in tutto questo c’è - conclude Mastella - ma forte anche della cultura e della saggezza contadina del mio sud, non mi arrendo e se, e qualora ci saranno condizioni diverse, dò l’arrivederci a quegli amici che generosamente e in modo solidale mi sono stati vicino».
Riusciranno gli Italiani a sopravvivere a questa catastrofe ?

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 10
 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Tag

 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

Z.Venruotologiudiletta.castelliipersensecirsiumlpiccolorfloreomega007oldblabhopelove10buriccghiorobertoalikoomlucabrasklaus630
 

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963