Big City Life
Arriviamo a conoscerci solo quando raggiungiamo i nostri limiti.
VIVERE A LONDRA
Post n°146 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da chamilondon
Questo blog non è mai stato chiuso, purtroppo. Lo faccio ora, che questa esperienza è finita e una nuova è appena iniziata. London, you'll be always in my heart, I swear. I'll never forget you. . . . . . . . "...Grazie Roma, che ci fai piangere e abbracciarci ancora. |
Post n°145 pubblicato il 20 Luglio 2007 da chamilondon
Ho tante cose che mi spaventano. Ora alcune le ho superate, ma ne sono subentrate altre. Sto pensando di tornare qui a Settembre, per migliorare definitivamente il mio inglese. Ma ho paura di perdere la testa come succede a molti qui. Forse a troppi. Incontro solo delle teste di cazzo che pensano di vivere nel paese delle meraviglie. Io ho paura di diventare come loro. Ho paura di trasformarmi in Alice. Cosa ne sarà del mio futuro? Valuto 2-3 possibilità di come vorrei fosse la mia vita. Quale di queste voglio scegliere? |
Post n°144 pubblicato il 26 Giugno 2007 da chamilondon
Questi post purtroppo non sono aggiornati, li ho scritti in questi giorni, ma ho potuto pubblicarli solo ora... Lunedì 25 giugno 2007
Manca poco più di un mese e avrò lasciato Londra. I’m really afraid about it. A volte penso di rimanere. Quando tutto è diventato facile io lascio. Ma è davvero la scelta giusta? E ora sono qui, sdraiata a letto a pensare nuovamente a questa domanda. Non lo so se ce l’ho fatta, non me la sento di dirlo. Non so se questo è un capitolo che bisogna chiudere. Perché prima o poi tutti quanti lasciano. Come l’Amanda. Come Matteo. Come la Fernanda. Come me. ? |
Post n°143 pubblicato il 26 Giugno 2007 da chamilondon
Mi sento esattamente come Step, quando torna a casa e il padre gli trova il lavoro. So che scrivo senza pensare. Perché hanno carattere, perché sono intelligenti, perché sono solari, perché sono sveglie, perché sono carine ma non troppo da tirarsela. |
Post n°142 pubblicato il 18 Giugno 2007 da chamilondon
Veramente tanto tempo che non scrivo... Non so niente, sono sempre incasinata come prima, non è cambiato nulla... |
Post n°141 pubblicato il 21 Maggio 2007 da chamilondon
La solitudine continua a farsi sentire... |
Post n°140 pubblicato il 15 Maggio 2007 da chamilondon
E una settimana come quella passata non mi era mai capitata... |
Post n°139 pubblicato il 09 Maggio 2007 da chamilondon
Ieri dicevo che volevo tenermi impegnata...
Verso le 19 sono tornata a casa, ho sentito il Tesorino mio, che chissà quando riuscirò a risentirlo, visto che nella casa nuova ancora internet non c'è... |
Post n°138 pubblicato il 07 Maggio 2007 da chamilondon
Ho stirato, ho sistemato le cose per il trasloco e sto aspettando di fare la lavatrice. Il collo mi fa un po' male, mi sono addormentata sulla tua spalla mentre eravamo sul bus diretti all'aeroporto.
L'unica opzione attuabile era naturalmente la prima. |
Post n°137 pubblicato il 03 Maggio 2007 da chamilondon
Mi sdraio ora per la prima volta da quando mi sono alzata, stamattina alle 07.15. |
Post n°136 pubblicato il 30 Aprile 2007 da chamilondon
Sto ascoltando questa canzone. |
Post n°135 pubblicato il 29 Aprile 2007 da chamilondon
E' un periodo che mi scordo tutto... |
Post n°134 pubblicato il 28 Aprile 2007 da chamilondon
Perchè tutti devono illudermi? Nonostante io ami così dannatamente il mio ragazzo...
"Fuck off fucking bastard English. I didn't touch you, don't say that, because I didn't touch you. Fuck off fucking mother fucker English. I geive to you 2 hundred pound. You don't will give again my money. Fuck off fucking English bastard! Mother fucker fuck off!!! Fucking nano, you are lucky, because my english is not very well, but you are a very fucking asshole. FUCK OFF FUCKING NANO! |
Post n°133 pubblicato il 22 Aprile 2007 da chamilondon
I miei domani ripartono. Forse sono arrivata al mio limite... |
Post n°132 pubblicato il 21 Aprile 2007 da chamilondon
E non so veramente cosa scrivere riguardo a questi giorni che sto passando con i miei... |
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ragazzo,
tu devi essere più duro.
Devi metterti a lottare e a fare
l'uomo su come la devi vivere.
Se sei troppo una mezza sega per fare
questo,
allora forse è meglio che vai,
perchè sei già morto.
-In un milione di piccoli pezzi-
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I MIEI MARTEDÌ COL PROFESSORE - MITCH ALBOM
"Ti ho parlato della tensione degli opposti?" - mi fa lui.
La tensione degli opposti?
"La vita è una sorte di tiro alla fune. Vorresti fare una cosa, ma sei costretto a fare qualcos'altro. Qualcosa ti fa male, eppure tu sai che non dovrebbe. Prendi per scontate alcune cose, pur sapendo che non c'è nulla di scontato.
"La tensione degli opposti, come un elastico che si tira. E quasi sempre stiamo da qualche parte, nel mezzo."
Sembra un incontro di pugilato. - commento io
"Già, un incontro di pugilato", ride lui. "Ecco, potresti proprio descrivere la vita così."
Chi vince? - domando io.
Mi sorride, e gli si formano le rughe intorno agli occhi, gli si scoprono i denti storti.
"Vince l'amore. L'amore vince sempre."
Ecco la differenza.
A volte non riesci a credere a quel che vedi, devi credere a quel che provi.
E se vuoi ottenere la fiducia di qualcuno devi sentire che anche tu puoi fidarti di lui... anche al buio.
Anche quando stai cadendo.
II - I MIEI MARTEDI COL PROFESSORE - MITCH ALBOM
I poveri ragazzi di oggi o sono troppo egoisti per lasciarsi coinvolgere in un vero rapporto d'amore, o fanno matrimoni troppo frettolosi e sei mesi dopo divorziano. Non sanno bene quel che cercano nel loro partner. Non sanno bene quello che sono loro stessi: quindi come possono sapere chi stanno sposando?
Ho imparato questo a proposito del matrimonio: ti mette alla prova.
Scopri quello che sei, chi è l'altra persona, e come potete o non potete adattarvi l'uno all'altro. Tuttavia, ci sono alcune norme da seguire a proposito dell'amore e del matrimonio. Se non rispetti il tuo partner, avrai un mare di problemi. Se non sai raggiungere un compromesso, avrai un mare di problemi. Se non riesci a parlare apertamente di quel che accade tra di voi, avrai un mare di problemi. E se nella vita non avete in comune una serie di valori, avrai un mare di problemi. Dovete avere gli stessi valori.
Non lasciare troppo presto, ma non indugiare troppo a lungo.
III I MIEI MARTEDÌ COL PROFESSORE - MITCH ALBOM
Non abbiamo solo bisogno di perdonare gli altri, abbiamo anche bisogno di perdonare noi stessi. Per tutto quello che non abbiamo fatto. Quello che avremmo dovuto fare. Non ci si può bloccare a rimpiangere quel che avrebbe dovuto accadere. I rimpianti non ti aiutano.
Non esiste una formula per i rapporti. Devono essere negoziati in maniere affettuose, con ampio spazio per entrambe le parti, per ciò che vogliono e ciò di cui hanno bisognom ciò che possono fare e ciò che è la loro vita. Negli affari, la gente tratta per vincere. Tratta per ottenere quel che vuole. Forse tu sei troppo abituato a questo. L'amore è diverso. E' amore quando ci si preoccupa della situazione dell'altro come se fosse la tua.
IL PICCOLO PRINCIPE
In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe.
" Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?"
" Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
" Creare dei legami?"
" Certo", disse la volpe. " Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma.se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
" Comincio a capire", disse il piccolo principe. " C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…"
"E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…"
" La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita,
sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in
fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai
addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…"
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
" Per favore …..addomesticami", disse.
" Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".
" Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
IL PICCOLO PRINCIPE "II"
" Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
" Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.
" In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
" Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
" Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
" Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io
mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
IL PICCOLO PRINCIPE "III"
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".
soggiunse:
" Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo".
"Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse.
" Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
" Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei
che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato
lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa" E ritornò dalla volpe.
" Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
" Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo.
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 11:03
Inviato da: Anonimo
il 23/01/2008 alle 12:35
Inviato da: Anonimo
il 21/01/2008 alle 16:25
Inviato da: Gatto.Punk.85
il 13/01/2008 alle 01:12
Inviato da: pollon82_2006
il 11/01/2008 alle 14:57