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Post n°192 pubblicato il 25 Marzo 2009 da Il.Don.Camillo
L'alimentazione e l'idratazione sono forme di sostegno vitale che hanno lo scopo di alleviare le sofferenze fino alla fine della vita e, pertanto, non possono rientrare nelle dichiarazioni anticipate di trattamento. E' questa la norma più controversa del disegno di legge sul testamento biologico che il Senato ha approvato oggi con i voti della maggioranza di centrodestra e dell'Udc e quelli contrari di gran parte del centrosinistra. |
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Ciò provocò le prevedibili, scomposte reazioni delle schiere taleban-ateo-laiciste-radical-cattocomuniste favorevoli alla “dolce morte” (ma serebbe meglio dire "alla morte" e basta) secondo i quali la direttiva avrebbe impedito alla “giustizia” di fare il suo corso.
La decisione di Sacconi corrispondeva, tuttavia, a un oggettivo interesse pubblico che l’onesta politica non può non tutelare: la salvaguardia della vita come bene primario e indisponibile.
Un bene da trattare secondo i criteri della giustizia e del diritto, non in base all'arbitrio e ai dettami contingenti della cultura dominante.
La sospensione dell'alimentazione di Eluana fu in evidente contrasto con il parere espresso il 30 settembre 2005 dal Comitato nazionale di bioetica e alla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, approvata dall'Onu il 13 dicembre 2006.
Nel primo documento si afferma che la somministrazione di cibo e acqua, venga essa fornita per vie naturali o artificiali, “è il sostentamento ordinario di base”.
Nutrizione ed idratazione, secondo il Comitato di bioetica, “vanno considerati atti dovuti eticamente (oltre che deontologicamente e giuridicamente) in quanto indispensabili per garantire le condizioni fisiologiche di base per vivere”.
Nella Convenzione delle Nazioni Unite si stabilisce, poi, che gli Stati membri “riconoscono che le persone con disabilità hanno il diritto di godere del migliore stato di salute possibile, senza discriminazioni fondate sulla disabilità”.
Per questo è compito dei governi “prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazione di cure e servizi sanitari o di cibo e liquidi in ragione della disabilità”.
Da qui la direttiva del Ministro Sacconi che fece quanto doveva, come uomo e come politico.
intervenne, con i mezzi di cui per legge disponeva, per riaffermare il principio dell'interesse generale e del bene comune di fronte ai tentativi di poteri non eletti di trasformare una visione di parte in un dogma etico per tutti.
Ciao