DON CAMILLO'S BLOG
"Che la tua vita non sia una vita sterile - Sii utile - Lascia traccia" San Josemaria Escrivà
Post n°151 pubblicato il 05 Maggio 2008 da Il.Don.Camillo
Annuncio che questo giovedì 8 maggio 2008 io, neoconservatore, che con il Riformista non ho niente da spartire, comprerò il suddetto giornale, che per quel giorno sarà avvolto nella bandiera israeliana. Un modo come un altro per manifestare la mia solidarietà verso un popolo che l'Europa (quella intellettuale e istituzionale, mica quella vera) odia, senza sapere che è colonna portante della sua civilità. La civilità europea e occidentale, infatti, è nata sui pilastri di Atene, Roma e Gerusalemme. Forse la crisi attuale è anche dovuta agli sputi su Gerusalemme... |
Post n°150 pubblicato il 04 Maggio 2008 da Il.Don.Camillo
Tra minacce poco velate, imposizioni, smentite e dietrofront, la Lega Araba ha fatto trasparire il suo veto sulla possibile nomina di Roberto Calderoli a ministro. Robe da matti. |
Post n°149 pubblicato il 29 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
All'indomani della significativa e storica vittoria di Roma, riporto un interessante articolo del Foglio sui voti della comunità ebraica di Roma che pare abbia scelto in larga maggioranza per Gianni Alemanno. di Giulio Meotti |
Post n°148 pubblicato il 21 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
O Dio dell’amore, della compassione e della riconciliazione, rivolgi il Tuo sguardo su di noi, popolo di molte fedi e tradizioni diverse, che siamo riuniti oggi in questo luogo, scenario di incredibile violenza e dolore. Ti chiediamo nella Tua bontà di concedere luce e pace eterna a tutti coloro che sono morti in questo luogo- i primi eroici soccorritori: i nostri vigili del fuoco, agenti di polizia, addetti ai servizi di emergenza e personale della Capitaneria di Porto, insieme a tutti gli uomini e le donne innocenti, vittime di questa tragedia solo perché il loro lavoro e il loro servizio li ha portati qui l’11 settembre 2001. Ti chiediamo, nella Tua compassione di portare la guarigione a coloro i quali, a causa della loro presenza qui in quel giorno, soffrono per le lesioni e la malattia. Guarisci, anche la sofferenza delle famiglie ancora in lutto e di quanti hanno perso persone care in questa tragedia. Concedi loro la forza di continuare a vivere con coraggio e speranza. Ricordiamo anche coloro che hanno trovato la morte, i feriti e quanti hanno perso i loro cari in quello stesso giorno al Pentagono e a Shanksville, in Pennsylvania. I nostri cuori si uniscono ai loro mentre la nostra preghiera abbraccia il loro dolore e la loro sofferenza. Dio della pace, porta la Tua pace nel nostro mondo violento: pace nei cuori di tutti gli uomini e le donne e pace tra le Nazioni della terra. Volgi verso il Tuo cammino di amore coloro che hanno il cuore e la mente consumati dall’odio. Dio della comprensione, sopraffatti dalla dimensione immane di questa tragedia, cerchiamo la Tua luce e la Tua guida mentre siamo davanti ad eventi così tremendi. Concedi a coloro le cui vite sono state risparmiate di poter vivere in modo che le vite perdute qui non siano state perdute in vano. Confortaci e consolaci, rafforzaci nella speranza e concedici la saggezza e il coraggio di lavorare instancabilmente per un mondo in cui pace e amore autentici regnino tra le Nazioni e nei cuori di tutti. [© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana] |
Post n°147 pubblicato il 16 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
di Giuliano Ferrara |
Post n°146 pubblicato il 15 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Un simpatico e grandioso flop. Un flop del buonumore, come la nostra lista (dell’amore e del buonumore), che non è riuscita a superare neanche lo sbarramento “mediatico” dell’1 per cento. Abbiamo preso la metà. Avevamo creduto che almeno 4 italiani su 100 potessero comprendere la nostra battaglia, la nostra alleanza tra cattolici e laici per portare avanti una proposta valoriale in una campagna elettorale che aveva bandito ciò che è nobile (la vita, e l’umano diritto a vivere) in favore di ciò che proprio non lo è, come le schede elettorali confuse, Totti, l’età degli avversari, le prestazioni a letto delle candidate dei rispettivi schieramenti. Ci avevamo creduto. Il coraggio, la fantasia e il buonumore, da parte nostra, non erano certo mancati. È mancato il sostegno dei movimenti, di certi cattolici, di certi pro-life “Ferrara è un grande ma…”, “Ferrara lo stimo un sacco ma…”. È mancato, ma si è cercato comunque di nascondere la sua mancanza (dovuta alla scarsità del coraggio) con scuse alquanto deludenti, come la possibilità di una vittoria di Veltroni. La nostra battaglia non è stata capita. Torniamo a casa con le convinzioni di sempre, magari un po’ meno allegria, ma comunque la certezza di avere fatto un buon lavoro. Il popolo della vita c’è davvero. Va tirato fuori. Dobbiamo farci sentire. Questo, partito il 19 dicembre con la moratoria, è solo il primo passo. Sarà meglio, ora, passare ad alcune semplici considerazioni su queste elezioni.
Partiamo col centrodestra. La formula di queste elezioni si è rivelata fortunata. Ma in campagna elettorale il trionfo era palpabile. La differenza tra i due candidati principali era molto significativa: Veltroni prometteva sogni, Berlusconi cose concrete. Con la consapevolezza che Veltroni doveva prendere il massimo dei voti per rimanere a fare il leader del Pd, mentre Berlusconi doveva prepararsi a governare. Grandissimo successo per la Lega, ennesima dimostrazione che nelle città la gente ha paura. Gli italiani vogliono cose concrete, non la felicità promessa da Prodi o le belle parole di Veltroni. La Lega ha preso più dell’8% sul territorio nazionale, candidandosi però soltanto al Nord. Per quanto riguarda l’Udc, invece, è evidente che i voti guadagnati (tali da consentire un risultato più o meno stabile rispetto a due anni fa) sono stati tutti sottratti al centro di Veltroni (quindi margheritini delusi), e conquistati tra i moderati cattolici senza riferimenti. Questo sposta quindi l’elettorato dell’Udc, tradizionalmente ancorato al centrodestra, verso il centrosinistra. L’Udc è, in pratica, l’unico partito sopravvissuto alla tagliola di una legge elettorale su cui tutti hanno sputato, ma di cui gli stessi hanno approfittato. Chi prima, prendendo i seggi ma non i voti, e chi ora, spazzando via i partitini. Dispiace che la Santanchè sia rimasta fuori. Ha fatto una campagna grintosa. Sarà per la prossima volta. Dalla parte opposta, si evidenzia dappertutto la clamorosa scomparsa della sinistra radicale, ormai troppo poltronaia per raccogliere consensi tra gli estremisti. La formula dell’Arcobaleno (bocciata dagli stessi leader, come Diliberto del Pdci) ha come risultato la totale esclusione dei comunisti dal Parlamento: neanche un seggio sia alla Camera che al Senato. Da una decina di punti di percentuale del 2006, i cari amici della falce e del martello (nascosti ma sempre nel cuore) sono passati ad un misero 3,3%. Questo è dovuto a due fattori fondamentali: l’astensione, frutto di un governo Prodi cui la sinistra non è riuscita a strappare niente di buono ne’ per l’Italia ne’ per la sua base, e il Partito democratico, che ha catalizzato i voti di chi voleva contrastare la salita di Berlusconi al potere. Un Partito democratico che, svuotando la sinistra radicale, ha visto un impressionante smottamento a sinistra. E, nonostante ciò, si è fermato al 33%. Al di sotto della soglia “pattuita” dal braccio destro di Veltroni: il mitico 35%. Evidentemente, le belle parole e le svolte ipocrite non hanno convinto troppo. I moderati, infatti, con Berlusconi erano ieri e con Berlusconi sono oggi. Insomma. Abbiamo una maggioranza enorme alla Camera, e una forte al Senato. Senza Casini. Ora Berlusconi faccia il suo dovere, e applichi il programma. Per quanto riguarda la nostra lista per la vita, aspettiamo indicazioni dal nostro capo. È andata bene. Poteva andare meglio. |
Post n°145 pubblicato il 11 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Questa storia deve essere raccontata prima che si dissolva nella nebbia della guerra. Sono tempi di superlavoro per gli incursori americani, i Navy Seal del cinema. Mansoor finisce in Iraq, assegnato al settore peggiore: Ramadi. “La tomba degli americani”, lo dicono i graffiti sui muri della città. Quaranta attacchi al giorno. Cecchini. Raffiche dai finestrini delle auto. Razzi. Camionbomba. I soldati iracheni portano all’ospedale alcuni loro ufficiali feriti in combattimento, li ritrovano il giorno dopo con le teste tagliate. I media sono abituati a parlare soltanto di Baghdad, ma la capitale dei sanniti, duecento chilometri a ovest, nel 2006 è l’ombelico della violenza. Vige la regola dei 45 minuti: quando gli americani escono fuori dalle loro basi, in un quarto d’ora gli osservatori nemici scoprono la loro posizione, in mezz’ora radunano armi, uomini e macchine e allo scoccare dei tre quarti d’ora arriva l’attacco. C’è anche la regola “elmetto e giubbotto antiproiettile non si tolgono mai”. Camp Corregidor, dove sta Mike, è circondato da quattro minareti. Per non offendere la sensibilità locale gli americani si guardano dal rispondere al fuoco, ma ogni giorno i cecchini dalle torri tirano dentro al campo. L’esercito iracheno non può provare a sorvegliarne l’accesso, perché bloccare chi entra in moschea con i fucili scatenerebbe guai peggiori. Dagli altoparlanti una voce araba chiama alla guerra santa. I cecchini non sono il problema peggiore. La base è così dentro all’alveare nemico che quelli “potrebbero tirarci i mortai oltre il muro con le mani”. Mike si prende una medaglia perché va a riprendere un altro Seal ferito sotto il fuoco. Resistendo per tutta l’estate e l’autunno del 2006 a Ramadi, gli americani convincono la popolazione – esasperata dalla brutalità dell’islam imposto dai sunniti di al Qaeda – a rivoltarsi contro l’oppressione della guerriglia (sarà liberata nel febbraio 2007). Ma è ancora settembre quando Mike Mansoor sale su un tetto con altri tre compagni. Si piazza vicino all’uscita, per evitare visite a sorpresa. Qualcuno lancia una granata, gli rimbalza sul petto. Spoletta a tempo, un paio di secondi di orrore. Potrebbe uscire e salvarsi. Si getta sulla granata, assorbe con il corpo quasi tutta la violenza dell’esplosione e salva la vita ai compagni, che se la cavano con qualche ferita. Bush due giorni fa ha incontrato i genitori per consegnare la medaglia d’onore e si è messo a piangere. |
Post n°144 pubblicato il 10 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Per quanto riguarda la politica estera, la differenza tra i risultati del governo Berlusconi e quelli del governo Prodi è enorme. A dimostrazione del fallimento della politica estera di queste sinistre, porto un dato significativo ed incontrovertibile: alla votazione in sede BIE sull'assegnazione dell'Expo 2015 (Milano o Smirne), l'intero Occidente (perlomeno quelli che contano) ci ha voltato le spalle. A partire da Stati Uniti e Germania. |
Post n°143 pubblicato il 09 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
“Questo è un appello alle buone coscienze”: così Giuliano Ferrara, in un editoriale sul Foglio del 19 dicembre 2007, cominciava la sua battaglia, lanciando la Grande Moratoria contro l’aborto. Così voglio introdurre, anch’io, questo mio breve scritto, redatto in vista delle Elezioni Politiche che si terranno nel nostro Paese il 13 e il 14 aprile prossimi. Ancora una volta, carissimi genitori, non si tratterà di scegliere questo o quel simbolo. Ma questa o quella civiltà, questi o quei valori. Non sarà una scelta da prendere alla leggera, e il sistema elettorale vigente (concedetemelo: abbastanza scandaloso) è rischioso. Detto questo, dunque, non vi chiederò di votare per l’uno per l’altro candidato, per un partito o per l’altro, per questa lista o per quella coalizione. No. Vi chiedo di sostenere con il vostro voto, il vostro pensiero e il vostro fondamentale ed efficacissimo passaparola un qualcosa che vola al di sopra di questa nostra politichetta. Non una semplice lista, ma un’idea. Un valore. Un diritto umano fondamentale. La Vita. Vi chiedo pertanto di sostenere la campagna di Giuliano Ferrara e la sua lista “pro-life”. Una scelta di campo. Di quelle che servono, incidono. Avrete tutti sentito parlare, immagino, di questa famosa moratoria. Bene, l’obiettivo era ed è semplice: riscuotere le coscienze, parlare di aborto, di questa strage, e promuovere, in sede Onu, la modifica della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo, promulgata a Parigi nel 1948 sull’onda delle prime vittorie sulle barbarie delle ideologie di morte del Novecento. Una modifica semplice ma fondamentale e al tempo stesso obbligatoria: introdurre, dopo il “diritto alla vita”, un piccolo inciso: “dal concepimento fino alla morte naturale”. Mica poco, eh? Bene, la lista di Ferrara (“Aborto? No, grazie”) è nata per sostenere in Italia questa moratoria, che già sta prendendo piede in tutto il mondo, a partire dalla Spagna e dalla Polonia. Sostenere questa lista per una serie di motivi. Ovviamente, per il suo programma, che prevede un sostegno adeguato (oggi come oggi assente) a quei centri di aiuto alla vita sparsi in tutta Italia, che, con mezzi scarsi ma con molto amore per la vita, salvano ogni anno centinaia e centinaia di bambini. Gocce, in questo oceano di aborti - 130.000 in Italia e 50 milioni nel mondo all’anno - . Ma pur sempre di Vita si tratta. Anche un solo bambino strappato alla morte è una grande conquista, e se è possibile aiutare questa brava gente, portando le loro istanze (che non sono pretese, ma richieste di aiuto) in Parlamento, ben venga. In secondo luogo, il voto per Ferrara è simbolico. È decisivo. È per la vita. Punto. Basta con le cretinate, le promesse che non si mantengono, le stilettate tra i candidati. Questa è superpolitica. Va oltre. È una lista verticale. Il direttore del Foglio si richiama sempre alle parole di Joseph Ratzinger, definendola una lista “dell’amore e del buonumore”. È una superpolitica che va oltre le beghe del quartierino, le discussioni sulle poltrone, sulle percentuali, sulle presenze in televisione. Non vedrete mai, ve l’assicuro, un Ferrara che si alza, prende la porta e se ne va dal salotto di Bruno Vespa. No. Lo potrete vedere nei teatri che sta riempiendo, ora in Veneto, più tardi nelle altre regioni. Teatri che riempe con un popolo della vita che non si fa intimorire da certi contestatori carichi di odio e di finto amore per i diritti. No, quelli, i no global, le femministe, vogliono un ipocrita “diritto” all’aborto e basta. Vogliono la morte. Poi la donna fa comodo negli slogan, non certo nella realtà. E la loro intenzione di portare (con l’aiuto di certi bravi cattolici quali la ministra Livia Turco) in Italia il veleno della RU486 ne è la dimostrazione. Con questa pillola della morte (la “kill pill”), infatti, si contraddirebbe alla base la già calpestata legge 194 del 1978 sull’aborto. Si lascerebbe la donna sola con la sua pillola. Senza uno straccio di aiuto. Bene, Ferrara vuole anche vietare la RU486. Per questo vi chiedo il voto e l’aiuto. E non fidatevi di certe veline che parlano del rischio di portare il braccio armato della morte (leggi: i Radicali e compagnia bella) al governo, dando un voto “inutile” alla lista “Aborto? No, grazie”. No, se certuni perderanno sarà solo ed esclusivamente a causa loro. Noi vogliamo convincere gli indecisi, portarli alle urne per la Vita. Vogliamo pescare di qua e di là. La Vita è un valore e un diritto più che bipartisan. Molto di più. Sfonderemo, se avremo il passaparola che sta funzionando in questi giorni di moratoria e di lista. Alla Camera, dunque, ricordatevi di noi, della Vita, di questo popolo e di questa lista “dell’amore e del buonumore”. Votate per la Lista “Aborto? No, grazie”. La Vita val bene un voto, no? Grazie. Un abbraccio pro-life, Filippo Longhi |
Post n°142 pubblicato il 08 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Da bravo milanese prolife, venerdì mi sono recato, insieme al mio migliore amico, al centro Rosetum (MM1 Gambara) per l'appuntamento con la lista pazza. Arrivati in perfetto orario, io e il mio amico ci presentiamo agli uomini della sicurezza, che controllano la piccola ressa di prolife ansiosi di entrare. Comunque sia, mentre io mi divertivo, la campagna elettorale continuava. Moscia. Triste. "Vuota". Una cosa orribile. L'unico che si distingue - ancora una volta, negarlo è impossibile - è Giuliano Ferrara. E questo lo hanno riconosciuto anche negli Usa, in un ottimo articolo sul New York Times. In uno squallido spettacolino di leader, vice, programmi, accuse e via dicendo, Ferrara porta avanti un valore, un diritto primario dell'uomo. Come si può pensare che i valori vadano estromessi dalla campagna elettorale? |
Post n°141 pubblicato il 07 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Parigi, 7 apr. (Apcom) - Continua a essere travagliato il programma del percorso della fiaccola olimpica da Parigi: dopo le dimostrazioni e i disordini che hanno segnato l'inizio del percorso, e' toccato alla cerimonia che si sarebbe dovuta svolgere davanti al Comune di Parigi di essere annullata. Lo ha annunciato poco dopo le 16.00 il sindaco della capitale francese Bertrand Delanoe, che ha spiegato che la cerimonia e' stata annullata su richiesta delle autorita' cinesi, dopo che alcuni consiglieri comunali della maggioranza di sinistra avevano esposto sulla facciata del Comune una bandiera tibetana e uno striscione di Reporter senza frontiere (RSF) che rappresenta gli anelli olimpici con delle manette. Il percorso della fiaccola è stato modificato dalla prefettura. RSF e i militanti per il Tibet sono all'origine della maggior parte degli incidenti che hanno segnato il percorso parigino della fiaccola olimpica, partita alle 12.30 dalla Torre Eiffel e il cui percorso, accompagnato da un dispositivo di sicurezza senza precedenti, dovrebbe concludersi verso le 18.00 nello stadio di atletica Charlety, nel sud della capitale. |
Post n°140 pubblicato il 03 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Ancora una volta, i centri sociali mostrano il loro volto e, con la compagnia bella di femministe e affini, hanno contestato (è un eufemismo) un comizio elettorale di Giuliano Ferrara. Con lancio di uova e quant'altro, aggiunti agli assalti ai cordoni della Polizia, i cretini intolleranti sono riusciti a interrompere la manifestazione. Molto livore e poco buonumore in piazza Maggiore contro Ferrara Bologna. In un vivace pomeriggio di vera campagna elettorale, il tour della lista pazza arriva a Bologna, i candidati salgono sul palco di piazza Maggiore, parlano per quasi un’ora del programma e dopo aver visto arrivare un migliaio di persone, sotto Palazzo Podestà, concludono il secondo comizio di giornata in mezzo a una contestazione energica e piuttosto invadente. Uova, bottiglie, pomodori, mortadelline, lampeggianti della polizia fracassati, macchine in fuga, un po’ di legnate in testa e qualche monetina sul palco. Urlavano molto, i contestatori arrivati di fronte alla bellissima Basilica di San Petronio, più o meno a metà comizio e pronti a far scorrere nel cuore di Bologna un goffo revival degli anni Settanta. I manifestanti, poco prima che il comizio si concludesse, hanno superato il lungo cordone di polizia che ieri pomeriggio abbracciava tutta Piazza Maggiore, si sono avvicinati al palco con poco buonumore e, alzando il dito medio e ringhiando un po’, hanno provato a interrompere il comizio. Solo che dal palco, il capolista di “Aborto? No, grazie” urlava molto di più, raccoglieva pomodori, li rilanciava tra la folla e fino alle 19 ha continuato a far la sua serissima campagna elettorale. “Oggi vogliamo muoverci in spazi ampi, oggi ci serve tutta Piazza Maggiore per sottrarci al vostro controllo. Non accettiamo una vita di paura e inconsapevolezza dal momento che nulla conta più della potenza dei nostri corpi, che continueranno ad attraversare la città e lo faranno anche il 28 giugno in occasione dell’LGBT Pride”, avevano scritto alcune femministe brontolone poche ore prima, le stesse che, dopo aver contestato a Livorno, avevano organizzato già da tempo la protesta di ieri pomeriggio, e si erano date appuntamento in via San Felice e poi, in piazza, avevano cominciato a lanciare uova sul palco. “Sono qui con un uovo marcio sul taschino della giacca di velluto chiaro”, dirà Giuliano Ferrara pochi minuti prima di arrivare ad Imola, quell’uovo che a Bologna, sorridendo, aveva definito “una medaglia”. Il momento più delicato e incivile della giornata è stato quando, il direttore di questo giornale è sceso dal palco bolognese. I contestatori si sono avvicinati, hanno circondato i poliziotti di scorta, hanno spintonato e, seguendo Ferrara fino allo sportello dell’auto, hanno fracassato un lampeggiante, una fiancata e un faro della macchina. Nessuna fuga, però. Il comizio è finito, il candidato della lista pazza è salito in macchina, ed è arrivato ad Imola. Sul palco, a Bologna, insieme con Ferrara, c’erano anche Matilde Leonardi e l’ex vicesindaco di Bologna Giovanni Salizzone. “Questa però non è democrazia. Non mi fate parlare. Avete contestato il comizio ma non siete a riusciti a impedirci di parlare a Bologna. Domani finirete su tutti i giornali, siete contenti?”. “Vi piace che ogni anno nel mondo ci siano 50 milioni di aborti? A me no! L’aborto è maschio, come voi che contestate”, dirà a fine giornata Ferrara. Contestazione per nulla civile, ma comunque significativa lo stesso, perché oggi non si fanno manifestazioni né contro W, né contro il Cav.; né contro la Nato né contro le basi militari. No: in campagna elettorale si contesta solo ciò che vale un po’ di più di un semplice lancio di agenzia. Si contesta ciò di cui si discute davvero: la vita. “E’ inaccettabile che una piazza venga trasformata nel luogo dell’intolleranza. Tutti devono essere in condizione di poter sostenere pubblicamente le proprie tesi e le proprie opinioni e a nessuno deve essere impedito di parlare. Trasformare la campagna elettorale da confronto tra le idee in scontro è una responsabilità grave che si assumono tutti coloro che praticano intolleranza. Non condividere un’idea non deve mai diventare azione ostile contro chi la sostiene. Per questo quello che è capitato oggi a Bologna è un danno oggettivo per la città e la sua storia di democrazia e di tolleranza”. Così in serata il sindaco di Bologna Sergio Cofferati. www.ilfoglio.it |
Post n°139 pubblicato il 01 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Giù il cappello per Letizia Moratti, che ha dimostrato che Milano è capitale (non so di cosa, comunque capitale) e che l'Italia può farcela. |
Post n°138 pubblicato il 29 Marzo 2008 da Il.Don.Camillo
Il rapporto diffuso dall'agenzia vaticana Fides fa emergere dati significativi, che rappresentano ormai una società allo sfascio. Rappresentano un'Europa che - casomai ci fosse il bisogno di ricordarlo nuovamente -, per dirla con Benedetto XVI, si sta preparando al suo congedo dalla storia. Ha perso fiducia nel suo futuro, nel suo avvenire. Ha perso se' stessa. Fermatevi un attimo. Riflettete. Anzi, contante. Questa volta sono io che vi chiedo di contare. Non è uno scherzo. Città del Vaticano, 29 mar. (Apcom) - Ogni 25 secondi si consuma un aborto nell'Europa a 27 paesi; nascono sempre meno bambini, e vi sono più persone anziane che bambini. L'età media della maternità in Europa è ritardata quasi fino a 30 anni. Infine, nell'Ue a 27 si rompe un matrimonio ogni 30 secondi e si supera il milione di divorzi. E' quanto emerge da un dossier diffuso dall'agenzia vaticana Fides (della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli) su "La crisi della famiglia in Europa", in riferimento a un rapporto realizzato dalla Rete Europea dell'Istituto di Politica Familiare. |
Post n°137 pubblicato il 28 Marzo 2008 da Il.Don.Camillo
SUL SITO DELL'ASSOCIAZIONE NUOVE ONDE E' POSSIBILE SCARICARE IL DOCUMENTO SULLE ELEZIONI POLITICHE "Verso le Elezioni Politiche 2008 www.nuoveonde.com |
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