Creato da Il.Don.Camillo il 04/06/2007

DON CAMILLO'S BLOG

"Che la tua vita non sia una vita sterile - Sii utile - Lascia traccia" San Josemaria Escrivà

 

 

WITH ISRAEL

Post n°151 pubblicato il 05 Maggio 2008 da Il.Don.Camillo
Foto di Il.Don.Camillo

Annuncio che questo giovedì 8 maggio 2008 io, neoconservatore, che con il Riformista non ho niente da spartire, comprerò il suddetto giornale, che per quel giorno sarà avvolto nella bandiera israeliana. Un modo come un altro per manifestare la mia solidarietà verso un popolo che l'Europa (quella intellettuale e istituzionale, mica quella vera) odia, senza sapere che è colonna portante della sua civilità. La civilità europea e occidentale, infatti, è nata sui pilastri di Atene, Roma e Gerusalemme. Forse la crisi attuale è anche dovuta agli sputi su Gerusalemme...

 
 
 

IL VETO ARABO A CALDEROLI

Post n°150 pubblicato il 04 Maggio 2008 da Il.Don.Camillo
Foto di Il.Don.Camillo

Tra minacce poco velate, imposizioni, smentite e dietrofront, la Lega Araba ha fatto trasparire il suo veto sulla possibile nomina di Roberto Calderoli a ministro. Robe da matti.
Non bastavano i bacchettoni dell'Unione Europea, la stampa internazionale (per non nominare quella britannica...), il Fondo monetario internazionale e gli altri. No. C'era giusto bisogno delle imposizioni degli arabi, che pretendono pure delle autostrade.
Ma non ci faremo intimidire dai guidatori di cammelli, dai beduini che ci minacciano. Proprio no. Non saremo "equidistanti".

 
 
 

LA COMUNITA' EBRAICA HA SCELTO ALEMANNO

Post n°149 pubblicato il 29 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Foto di Il.Don.Camillo

All'indomani della significativa e storica vittoria di Roma, riporto un interessante articolo del Foglio sui voti della comunità ebraica di Roma che pare abbia scelto in larga maggioranza per Gianni Alemanno.
Intanto, dopo la sconfitta delle Politiche e la batosta delle Amministrative di Roma, da più parti si parla di resa dei conti all'interno del Partito democratico. Veltroni smentisce...

di Giulio Meotti
Roma. Nella comunità ebraica che si stabilì lungo le rive del Tevere, la più antica di Europa, il neosindaco Gianni Alemanno è avvertito soprattutto come uomo d’ordine. Nel “serraglio dei giudii”, il ghetto di Roma, “il recinto di strade assai meschino, ch’è ombroso e renne ancor malinconia” come cantava Meo Patacca, si respira da tempo un’aria di cambiamento. Sicurezza, degrado urbano, insofferenza per il governo uscente sulla politica estera filoaraba, il solido rapporto della destra finiana con Israele, numerosi sono stati i motivi che hanno spinto gli ebrei romani a votare Alemanno. Di mille deportati dal ghetto, da Auschwitz ne tornarono in tutto quindici tra i quali una sola donna e nessun bambino. Ma il retroterra missino, “subumano” secondo una corsivista del Manifesto, non è stato una discriminante contro Alemanno. “Lo abbiamo votato per la Roma sporca, menefreghista, sudicia e per la sicurezza” ci dicono da Spizzichino, il famoso negozio di merceria. “A parole sono tutti bravi, ora si vedrà come agiranno. Noi non dimenticheremo mai, ma sono passati sessant’anni e magari è un’altra destra. Serviva un cambiamento”. Secondo Edith Arbib, esponente di spicco della comunità, “il supporto e l’amicizia verso Israele dimostrati più volte da Alemanno ci portano a manifestargli la nostra stima. Ricordiamo suoi incontri con il Movimento dei Kibbutzim”. Giuliana, che vende oggetti di judaica, ora si aspetta dei fatti. “Qui non si vive più, è degrado generale. Al nord fanno le ronde? Bene, non sarebbe male se ci fossero anche qui. A Sant’Ambrogio, qui vicino, c’è un centro sociale, il venerdì e il sabato è un dramma, ci hanno invaso, fino alle quattro di notte bevono e si drogano. Veltroni ha messo una discoteca dove si radunano i peggio della terra. E’ la rovina delle strade, uno schifo. Io quindi guardo oltre, altro che pregiudiziale fascista”. Una splendida signora anziana alza il pollice, “non voglio promesse, ma che vadano avanti i più bravi”. Per molti il ricordo delle Fosse Ardeatine è ancora ingombrante: “Chieda chi hanno votato i morti?” sbraita un anziano negoziante. “Lo chieda ai cattolici uccisi in quella catacomba ebraica”. Di gesti di empatia verso la comunità ebraica Gianni Alemanno ne ha compiuti molti in queste settimane. “Credo che sia giusto dotare la comunità ebraica di Ostia, una delle più popolose d’Italia, di una sinagoga” ha detto a ridosso del ballottaggio. Un impegno che affiancherà a quelli già assunti in collaborazione con la comunità ebraica di Roma, come portare a termine il museo della Shoah, la riqualificazione del ghetto e la ricerca di uno spazio per un nuovo cimitero. “In passato ci siamo espressi soltanto quando c’era un’evidente ostilità verso l’ebraismo” ci spiega Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma. Come nel caso di Storace, “perché ha costruito la scissione nel non prendere le distanze dal fascismo. Abbiamo avuto un grande rapporto con Veltroni e poi con Rutelli, che sono molto diversi dal pensiero di D’Alema su Israele. E forse quello che ha premiato Alemanno è stato più un voto contro D’Alema che a suo favore. Abbiamo molto valutato il movimento dentro Alleanza nazionale, penso al gesto di Gianfranco Fini al memoriale israeliano dello Yad Vashem”.
Alemanno non si è mai dissociato da Fini, a differenza di Storace. “Alleanza nazionale è confluita in un grande partito che non ha alcun complesso nostalgico, ma che anzi è evidentemente antifascista. Nelle formazioni giovanili ci sono atteggiamenti ancora sbagliati, ma dobbiamo essere felici che ci sia una destra occidentale e conservatrice come nel resto d’Europa. Non mi sfuggiva che l’elettorato ebraico si fosse spostato verso il centrodestra, lo ha fatto chi ha avuto vittime nella Shoah e non dobbiamo mai rimproverare loro una simile scelta. E poi non viviamo solo di ricordo, vogliamo dare garanzie ai nostri figli, agli ebrei vivi”.
Alexandra ha una gioielleria. “Sono felice del risultato, meno male. Lo abbiamo votato per i pochi soldi, contro chi governava e per la sicurezza. E poi l’appoggio di Berlusconi era una garanzia per la comunità ebraica. Bisogna viverci qui per capire”. Liana Dellarocca nel ghetto ha un negozio di abbigliamento da più di mezzo secolo. “Se anche noi di origine ebraica abbiamo votato Alemanno, significa che la sinistra ci ha proprio deluso” racconta parlando di un familiare ridotto in cenere a Birkenau. “Si cerca di ricredersi sul passato delle persone. Siamo italiani di religione ebraica e per me è stata una scelta difficile, la sinistra non mi piaceva come pensa e a mali estremi estremi rimedi. Io ho pur sempre perso un nonno ad Auschwitz”.
Il Foglio. 30 aprile 2008

 
 
 

LA PREGHIERA DEL PAPA A GROUND ZERO

Post n°148 pubblicato il 21 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Foto di Il.Don.Camillo

O Dio dell’amore, della compassione e della riconciliazione,

rivolgi il Tuo sguardo su di noi, popolo di molte fedi e tradizioni diverse,

che siamo riuniti oggi in questo luogo,

scenario di incredibile violenza e dolore.

Ti chiediamo nella Tua bontà

di concedere luce e pace eterna

a tutti coloro che sono morti in questo luogo-

i primi eroici soccorritori:

i nostri vigili del fuoco, agenti di polizia,

addetti ai servizi di emergenza e personale della Capitaneria di Porto,

insieme a tutti gli uomini e le donne innocenti,

vittime di questa tragedia

solo perché il loro lavoro e il loro servizio

li ha portati qui l’11 settembre 2001.

Ti chiediamo, nella Tua compassione

di portare la guarigione a coloro i quali,

a causa della loro presenza qui in quel giorno,

soffrono per le lesioni e la malattia.

Guarisci, anche la sofferenza delle famiglie ancora in lutto

e di quanti hanno perso persone care in questa tragedia.

Concedi loro la forza di continuare a vivere con coraggio e speranza.

Ricordiamo anche coloro

che hanno trovato la morte, i feriti e quanti hanno perso i loro cari

in quello stesso giorno al Pentagono e a Shanksville, in Pennsylvania.

I nostri cuori si uniscono ai loro

mentre la nostra preghiera abbraccia il loro dolore e la loro sofferenza.

Dio della pace, porta la Tua pace nel nostro mondo violento:

pace nei cuori di tutti gli uomini e le donne

e pace tra le Nazioni della terra.

Volgi verso il Tuo cammino di amore

coloro che hanno il cuore e la mente

consumati dall’odio.

Dio della comprensione,

sopraffatti dalla dimensione immane di questa tragedia,

cerchiamo la Tua luce e la Tua guida

mentre siamo davanti ad eventi così tremendi.

Concedi a coloro le cui vite sono state risparmiate

di poter vivere in modo che le vite perdute qui

non siano state perdute in vano.

Confortaci e consolaci,

rafforzaci nella speranza

e concedici la saggezza e il coraggio

di lavorare instancabilmente per un mondo

in cui pace e amore autentici regnino

tra le Nazioni e nei cuori di tutti.

[© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana]

 
 
 

LETTERA DI AMICIZIA AI COMPAGNI DI LISTA, A CHI HA SPESO SOLDI, TEMPO, ENERGIA...

Post n°147 pubblicato il 16 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Foto di Il.Don.Camillo

di Giuliano Ferrara
Oggi scrivo io. Scrivo alle amiche e agli amici che hanno speso il loro tempo, il loro denaro, le loro energie, la loro faccia nella battaglia elettorale per la vita e contro l’aborto. Li ringrazio e voglio loro un gran bene. So che continueranno come continuerò io a pensare le cose che ci siamo dette in tante riunioni belle e che valeva la pena di tenere. Ci siamo detti che altri fanno giustamente la campagna elettorale per vincere le elezioni e noi, invece, ci siamo presentati alle elezioni per fare la campagna culturale contro il maltrattamento e la disumanizzazione della vita, tema buono per il secolo: per questo eravamo e ci consideravamo bizzarri, ed era vero. Scrivo nel segno del perfetto buonumore e di una perfetta amarezza: il buonumore è per la buona battaglia, che continua, l’amarezza è per il disastro nelle urne. La sconfitta è indubitabile, la si deve riconoscere senza riserve, senza rifugi, senza vittimismi e senza sentimentalismi. In altro contesto e totalmente diverso, beffardo e tutto e solo politico-moralistico, feci così anche nel Mugello, dove certo non ero andato a sfidare l’eroe di mani pulite per un seggio di senatore nel luogo politicamente più blindato d’Italia, e altrettanto in solitaria: quando si perde si perde, punto e basta, niente scuse. Questione di raziocinio e di stile, due cose importanti. E’ tutta mia, la piccola catastrofe della lista, e lo dico senza alcun narcisismo alla rovescia. Lo dico perché è così. Dopo il gentile rifiuto di Formigoni, una personalità politica assai meno controversa e divisiva di quanto non sia io, più capace di raccogliere uova e bombe carta e sedie che non voti, io che poi non sono da molti decenni un leader politico bensì un chiacchierone e un agitatore professionale, avrei dovuto fermarmi. Dopo lo scaltro rifiuto di Berlusconi, che se si fosse apparentato con me, “Signor Testone”, visti i fatti di campagna e il risultato, avrebbe rischiato grosso, avrei dovuto fermarmi. Parlo della lista, sia chiaro, non delle idee in cui crediamo e che sono lì da elaborare, perfezionare, adattare alla campagna di cultura e di civiltà più importante che mai. Che sono lì e che sono la stoffa di cui sarà fatto il confronto, lo scontro politico e civile dei prossimi anni. Vorrei che questo giudizio non suonasse come la sconfortante presa d’atto di una batosta, come un segno di resa. Perché non è così. Recuperate le forze, con calma e nei tempi lunghi, ma da subito, tutto è ancora da fare, c’è sempre un’intuizione da salvare, un silenzio da rompere, una intera cultura diffusa da scardinare, e anche il tempo rumoroso e inefficace della lista elettorale risulterà tutt’altro che sprecato. Ma della lista come progetto non si può salvare niente. Chiuderò l’associazione che l’ha promossa, il residuo (non molto) di bilancio lo destineremo al centro di aiuto alla vita della Mangiagalli, quello della splendida Paola Bonzi. Le donne e i giovani che hanno fatto bella questa battaglia in tante regioni e città possono cercare di mantenere un coordinamento, se lo credano, o inventarsi qualcosa di nuovo se pensino che c’è stata una semina e si deve raccogliere, oppure possono tornare alla routine, che per molti di loro è un impegno serio e generoso di lunga data sul tema della vita umana. Una cosa è per me certa. Non siamo stati battuti dal destino cinico e baro: siamo stati battuti dall’aborto. Nei tre decenni dalla sua legalizzazione in occidente, l’aborto è diventato un diritto a cui una immensa maggioranza tiene, che pochissimi vogliono vedere messo in discussione in qualunque forma, anche salvando la finale libertà di scelta delle donne, un diritto che risolve situazioni personali e che si incunea negli incubi di gravidanze considerate una malattia e un ricatto della natura, se indesiderate. E’ questa idea, primitiva e barbarica a nostro modo di vedere, che prevale e che si oppone a qualunque forza contraria. Finché si fa campagna culturale, si può sopravvivere a stento a questa spinta difensiva e d’attacco, che naturalmente è fondata anche su un ancestrale senso di colpa, ma buttarla in politica, animare il sospetto che si voglia separare il mondo secolare da questo suo compagno segreto, sia pure nella libertà di scelta, è esiziale. Lo fu nel 1981, in una contesa in cui erano impegnati il Papa e la Dc, lo è stato nella piccola scaramuccia elettorale del 2008, con noi modesti e artigianali protagonisti. E solitari.
Il Foglio. 16 aprile 2008

 
 
 

THE DAY AFTER

Post n°146 pubblicato il 15 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Foto di Il.Don.Camillo

Un simpatico e grandioso flop. Un flop del buonumore, come la nostra lista (dell’amore e del buonumore), che non è riuscita a superare neanche lo sbarramento “mediatico” dell’1 per cento. Abbiamo preso la metà. Avevamo creduto che almeno 4 italiani su 100 potessero comprendere la nostra battaglia, la nostra alleanza tra cattolici e laici per portare avanti una proposta valoriale in una campagna elettorale che aveva bandito ciò che è nobile (la vita, e l’umano diritto a vivere) in favore di ciò che proprio non lo è, come le schede elettorali confuse, Totti, l’età degli avversari, le prestazioni a letto delle candidate dei rispettivi schieramenti.

Ci avevamo creduto. Il coraggio, la fantasia e il buonumore, da parte nostra, non erano certo mancati. È mancato il sostegno dei movimenti, di certi cattolici, di certi pro-life “Ferrara è un grande ma…”, “Ferrara lo stimo un sacco ma…”. È mancato, ma si è cercato comunque di nascondere la sua mancanza (dovuta alla scarsità del coraggio) con scuse alquanto deludenti, come la possibilità di una vittoria di Veltroni.

La nostra battaglia non è stata capita. Torniamo a casa con le convinzioni di sempre, magari un po’ meno allegria, ma comunque la certezza di avere fatto un buon lavoro. Il popolo della vita c’è davvero. Va tirato fuori. Dobbiamo farci sentire. Questo, partito il 19 dicembre con la moratoria, è solo il primo passo.

Sarà meglio, ora, passare ad alcune semplici considerazioni su queste elezioni.

 

Partiamo col centrodestra. La formula di queste elezioni si è rivelata fortunata. Ma in campagna elettorale il trionfo era palpabile. La differenza tra i due candidati principali era molto significativa: Veltroni prometteva sogni, Berlusconi cose concrete. Con la consapevolezza che Veltroni doveva prendere il massimo dei voti per rimanere a fare il leader del Pd, mentre Berlusconi doveva prepararsi a governare.

Grandissimo successo per la Lega, ennesima dimostrazione che nelle città la gente ha paura. Gli italiani vogliono cose concrete, non la felicità promessa da Prodi o le belle parole di Veltroni. La Lega ha preso più dell’8% sul territorio nazionale, candidandosi però soltanto al Nord.

Per quanto riguarda l’Udc, invece, è evidente che i voti guadagnati (tali da consentire un risultato più o meno stabile rispetto a due anni fa) sono stati tutti sottratti al centro di Veltroni (quindi margheritini delusi), e conquistati tra i moderati cattolici senza riferimenti. Questo sposta quindi l’elettorato dell’Udc, tradizionalmente ancorato al centrodestra, verso il centrosinistra. L’Udc è, in pratica, l’unico partito sopravvissuto alla tagliola di una legge elettorale su cui tutti hanno sputato, ma di cui gli stessi hanno approfittato. Chi prima, prendendo i seggi ma non i voti, e chi ora, spazzando via i partitini.

Dispiace che la Santanchè sia rimasta fuori. Ha fatto una campagna grintosa. Sarà per la prossima volta.

Dalla parte opposta, si evidenzia dappertutto la clamorosa scomparsa della sinistra radicale, ormai troppo poltronaia per raccogliere consensi tra gli estremisti. La formula dell’Arcobaleno (bocciata dagli stessi leader, come Diliberto del Pdci) ha come risultato la totale esclusione dei comunisti dal Parlamento: neanche un seggio sia alla Camera che al Senato. Da una decina di punti di percentuale del 2006, i cari amici della falce e del martello (nascosti ma sempre nel cuore) sono passati ad un misero 3,3%. Questo è dovuto a due fattori fondamentali: l’astensione, frutto di un governo Prodi cui la sinistra non è riuscita a strappare niente di buono ne’ per l’Italia ne’ per la sua base, e il Partito democratico, che ha catalizzato i voti di chi voleva contrastare la salita di Berlusconi al potere.

Un Partito democratico che, svuotando la sinistra radicale, ha visto un impressionante smottamento a sinistra. E, nonostante ciò, si è fermato al 33%. Al di sotto della soglia “pattuita” dal braccio destro di Veltroni: il mitico 35%. Evidentemente, le belle parole e le svolte ipocrite non hanno convinto troppo. I moderati, infatti, con Berlusconi erano ieri e con Berlusconi sono oggi.

Insomma. Abbiamo una maggioranza enorme alla Camera, e una forte al Senato. Senza Casini. Ora Berlusconi faccia il suo dovere, e applichi il programma.

Per quanto riguarda la nostra lista per la vita, aspettiamo indicazioni dal nostro capo.

È andata bene. Poteva andare meglio.

 
 
 

PICCOLO GRANDE EROE

Post n°145 pubblicato il 11 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo

Questa storia deve essere raccontata prima che si dissolva nella nebbia della guerra.
Micheal A. Mansoor è un ragazzino di sangue mezzo arabo che si diverte in quel paradiso da telefilm che è Garden Grove nella Orange County, California. Calcio, snowboard, motociclette. L’unico cruccio di Mike è il respiro, soffre di asma, gli si spezza nei polmoni, gli impedisce di essere figo come gli altri ragazzi. Per rimediare si intestardisce sul nuoto. Lunghe ore in piscina e lunghe ore in mare, sotto la superficie dell’acqua, a inseguire i pesci. Come talvolta succede, l’irruenza e la fissazione giovanile gli permettono di superare il piano originale. Riesce a buttare via l’inalatore che prima doveva portarsi sempre in tasca, a vent’anni s’arruola nella Marina e due anni dopo, al secondo tentativo, entra nelle squadre degli incursori della marina. Siccome è un mestiere poco sedentario e la protezione non è mai sufficiente, Micheal si fa tatuare un S. Michele contro il drago su una spalla e la preghiera di S. Michele Arcangelo sul costato.

Sono tempi di superlavoro per gli incursori americani, i Navy Seal del cinema. Mansoor finisce in Iraq, assegnato al settore peggiore: Ramadi. “La tomba degli americani”, lo dicono i graffiti sui muri della città. Quaranta attacchi al giorno. Cecchini. Raffiche dai finestrini delle auto. Razzi. Camionbomba. I soldati iracheni portano all’ospedale alcuni loro ufficiali feriti in combattimento, li ritrovano il giorno dopo con le teste tagliate. I media sono abituati a parlare soltanto di Baghdad, ma la capitale dei sanniti, duecento chilometri a ovest, nel 2006 è l’ombelico della violenza. Vige la regola dei 45 minuti: quando gli americani escono fuori dalle loro basi, in un quarto d’ora gli osservatori nemici scoprono la loro posizione,  in mezz’ora radunano armi, uomini e macchine e allo scoccare dei tre quarti d’ora arriva l’attacco. C’è anche la regola “elmetto e giubbotto antiproiettile non si tolgono mai”.

Camp Corregidor, dove sta Mike, è circondato da quattro minareti. Per non offendere la sensibilità locale gli americani si guardano dal rispondere al fuoco, ma ogni giorno i cecchini dalle torri tirano dentro al campo. L’esercito iracheno non può provare a sorvegliarne l’accesso, perché bloccare chi entra in moschea con i fucili scatenerebbe guai peggiori. Dagli altoparlanti una voce araba chiama alla guerra santa. I cecchini non sono il problema peggiore. La base è così dentro all’alveare nemico che quelli “potrebbero tirarci i mortai oltre il muro con le mani”. Mike si prende una medaglia perché va a riprendere un altro Seal ferito sotto il fuoco.

Resistendo per tutta l’estate e l’autunno del 2006 a Ramadi, gli americani convincono la popolazione – esasperata dalla brutalità dell’islam imposto dai sunniti di al Qaeda – a rivoltarsi contro l’oppressione della guerriglia (sarà liberata nel febbraio 2007). Ma è ancora settembre quando Mike Mansoor sale su un tetto con altri tre compagni. Si piazza vicino all’uscita, per evitare visite a sorpresa. Qualcuno lancia una granata, gli rimbalza sul petto. Spoletta a tempo, un paio di secondi di orrore. Potrebbe uscire e salvarsi. Si getta sulla granata, assorbe con il corpo quasi tutta la violenza dell’esplosione e salva la vita ai compagni, che se la cavano con qualche ferita.

Bush due giorni fa ha incontrato i genitori per consegnare la medaglia d’onore e si è messo a piangere.
Tratto da Il Foglio. 11 aprile 2008

 
 
 

IRAQ, AFGHANISTAN, ISRAELE. QUESTA SINISTRA NON CI CONVINCE

Post n°144 pubblicato il 10 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Foto di Il.Don.Camillo

Per quanto riguarda la politica estera, la differenza tra i risultati del governo Berlusconi e quelli del governo Prodi è enorme. A dimostrazione del fallimento della politica estera di queste sinistre, porto un dato significativo ed incontrovertibile: alla votazione in sede BIE sull'assegnazione dell'Expo 2015 (Milano o Smirne), l'intero Occidente (perlomeno quelli che contano) ci ha voltato le spalle. A partire da Stati Uniti e Germania.
Il governo Berlusconi 2001-2006, al contrario, aveva riportato grandi successi con una politica europea, atlantica e fortemente intransigente nella lotta al terrorismo. Non da servi di Bush, ma da validi e responsabili alleati. Il premier di allora, tra l'altro, era stato persino invitato a parlare al Congresso statunitense, dove era stato accolto da grandi applausi e standing ovations. La politica estera di Silvio Berlusconi (che in pratica agiva da proministro degli Esteri) ha raggiunto inoltre il grande obiettivo di un riavvicinamento (al vertice NATO di Pratica di Mare nel 2002) tra Stati Uniti e Russia.
Il centrodestra, quindi, si presenta con fatti e convinzioni maturate negli anni precedenti. Ma il Pd? Ma il Veltroni della FGCI travestito da "homo novus" che ci racconta?
E' pronto a sconfessare l'operato di un disastroso governo tuttora composto per metà da esponenti del loft? E' pronto a rinnegare le linee di politica estera seguito fino ad oggi dalla sinistra italiana per passare - veramente - ad una "nuova stagione"? Ci dica, Uolter, ci dica.
E' pronto a battersi con l'altro leader del Partito democratico, ovvero quel Massimo D'Alema che da Ministro degli Esteri (ovvero da rappresentante degli italiani dinanzi al mondo) manifestò l'"equidistanza" del nostro Paese da terroristi aggressori e da israeliani aggrediti?
In un mondo come quelli di oggi la politica estera si ritrova fondamentale nell'operato di un governo. L'esecutivo prodiano è stato sonoramente bocciato, ma la nuova stagione ci sarà? E, se sì, come sarà?
Qui si aspetta, come sempre gentilmente, una risposta.

 
 
 

APPELLO PER IL VOTO

Post n°143 pubblicato il 09 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo

“Questo è un appello alle buone coscienze”:

così Giuliano Ferrara, in un editoriale sul Foglio del 19 dicembre 2007, cominciava la sua battaglia, lanciando la Grande Moratoria contro l’aborto. Così voglio introdurre, anch’io, questo mio breve scritto, redatto in vista delle Elezioni Politiche che si terranno nel nostro Paese il 13 e il 14 aprile prossimi.

Ancora una volta, carissimi genitori, non si tratterà di scegliere questo o quel simbolo. Ma questa o quella civiltà, questi o quei valori. Non sarà una scelta da prendere alla leggera, e il sistema elettorale vigente (concedetemelo: abbastanza scandaloso) è rischioso.

Detto questo, dunque, non vi chiederò di votare per l’uno per l’altro candidato, per un partito o per l’altro, per questa lista o per quella coalizione. No. Vi chiedo di sostenere con il vostro voto, il vostro pensiero e il vostro fondamentale ed efficacissimo passaparola un qualcosa che vola al di sopra di questa nostra politichetta. Non una semplice lista, ma un’idea. Un valore. Un diritto umano fondamentale.

La Vita.

Vi chiedo pertanto di sostenere la campagna di Giuliano Ferrara e la sua lista “pro-life”. Una scelta di campo. Di quelle che servono, incidono.

Avrete tutti sentito parlare, immagino, di questa famosa moratoria. Bene, l’obiettivo era ed è semplice: riscuotere le coscienze, parlare di aborto, di questa strage, e promuovere, in sede Onu, la modifica della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo, promulgata a Parigi nel 1948 sull’onda delle prime vittorie sulle barbarie delle ideologie di morte del Novecento. Una modifica semplice ma fondamentale e al tempo stesso obbligatoria: introdurre, dopo il “diritto alla vita”, un piccolo inciso: “dal concepimento fino alla morte naturale”. Mica poco, eh?

Bene, la lista di Ferrara (“Aborto? No, grazie”) è nata per sostenere in Italia questa moratoria, che già sta prendendo piede in tutto il mondo, a partire dalla Spagna e dalla Polonia.

Sostenere questa lista per una serie di motivi. Ovviamente, per il suo programma, che prevede un sostegno adeguato (oggi come oggi assente) a quei centri di aiuto alla vita sparsi in tutta Italia, che, con mezzi scarsi ma con molto amore per la vita, salvano ogni anno centinaia e centinaia di bambini. Gocce, in questo oceano di aborti - 130.000  in Italia e  50 milioni nel mondo all’anno - . Ma pur sempre di Vita si tratta. Anche un solo bambino strappato alla morte è una grande conquista, e se è possibile aiutare questa brava gente, portando le loro istanze (che non sono pretese, ma richieste di aiuto) in Parlamento, ben venga.

In secondo luogo, il voto per Ferrara è simbolico. È decisivo. È per la vita. Punto. Basta con le cretinate, le promesse che non si mantengono, le stilettate tra i candidati. Questa è superpolitica. Va oltre. È una lista verticale. Il direttore del Foglio si richiama sempre alle parole di Joseph Ratzinger, definendola una lista “dell’amore e del buonumore”.

È una superpolitica che va oltre le beghe del quartierino, le discussioni sulle poltrone, sulle percentuali, sulle presenze in televisione. Non vedrete mai, ve l’assicuro, un Ferrara che si alza, prende la porta e se ne va dal salotto di Bruno Vespa. No. Lo potrete vedere nei teatri che sta riempiendo, ora in Veneto, più tardi nelle altre regioni. Teatri che riempe con un popolo della vita che non si fa intimorire da certi contestatori carichi di odio e di finto amore per i diritti. No, quelli, i no global, le femministe, vogliono un ipocrita “diritto” all’aborto e basta. Vogliono la morte. Poi la donna fa comodo negli slogan, non certo nella realtà. E la loro intenzione di portare (con l’aiuto di certi bravi cattolici quali la ministra Livia Turco) in Italia il veleno della RU486 ne è la dimostrazione. Con questa pillola della morte (la “kill pill”), infatti, si contraddirebbe alla base la già calpestata legge 194 del 1978 sull’aborto. Si lascerebbe la donna sola con la sua pillola. Senza uno straccio di aiuto. Bene, Ferrara vuole anche vietare la RU486.

Per questo vi chiedo il voto e l’aiuto.

E non fidatevi di certe veline che parlano del rischio di portare il braccio armato della morte (leggi: i Radicali e compagnia bella) al governo, dando un voto “inutile” alla lista “Aborto? No, grazie”. No, se certuni perderanno sarà solo ed esclusivamente a causa loro. Noi vogliamo convincere gli indecisi, portarli alle urne per la Vita. Vogliamo pescare di qua e di là. La Vita è un valore e un diritto più che bipartisan. Molto di più.

Sfonderemo, se avremo il passaparola che sta funzionando in questi giorni di moratoria e di lista.

Alla Camera, dunque, ricordatevi di noi, della Vita, di questo popolo e di questa lista “dell’amore e del buonumore”. Votate per la Lista “Aborto? No, grazie”.

La Vita val bene un voto, no?

Grazie. Un abbraccio pro-life,

 

Filippo Longhi

 
 
 

CRONACA PROLIFE

Post n°142 pubblicato il 08 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Foto di Il.Don.Camillo

Da bravo milanese prolife, venerdì mi sono recato, insieme al mio migliore amico, al centro Rosetum (MM1 Gambara) per l'appuntamento con la lista pazza. Arrivati in perfetto orario, io e il mio amico ci presentiamo agli uomini della sicurezza, che controllano la piccola ressa di prolife ansiosi di entrare.
Dietro le transenne, una ventina di no global comincia coi cori e ne ripropone con insistenza uno che - ha fatto notare anche Il Foglio - è abbastanza ridicolo: "assassini, assassini". Dunque gli assassini, secondo i nostri cari contestatori, saremmo noi che vogliamo salvare le vite, e non loro che hanno come unico obiettivo la diffusione e la promozione dell'aborto. Però!
All'interno, nella sala, i posti sono quasi finiti. Ci sediamo. Ottima visuale. Sul palco vediamo, al centro, Paolo Sorbi, presidente del Movimento per la Vita Ambrosiano, che introduce la serata. Poi, accanto a lui, Paola Bonzi (capolista in Lombardia 1 e fondatrice del Centro Aiuto alla Vita della clinica Mangiagalli di Milano) alla sua sinistra, Giuliano Ferrara alla sua destra, e altri candidati della lista "Aborto? No, grazie" su entrambi i lati.
La serata è di quelle spettacolari. Le parole dolci di Paola Bonzi e il discorso al solito geniale di Giuliano Ferrara lasciano senza parole. Gli applausi sono scroscianti.
A fine serata, con il mio amico ammanicato, inseguo Giuliano Ferrara, accompagnato da alcuni pezzi grossi della lista, sul retro dell'auditorium. Mentre parla con gli altri, sorrido. Mi guarda e, poco dopo, un collaboratore del Foglio presenta me e il mio amico. Grande! Stringiamo la sua manona. Questo ragazzo ha scritto una lettera a tutti i genitori della sua classe per promuovere la lista! Questi ragazzi sono ancora al biennio! Fantastico.
Ma non è finita qui. Usciti dalla porta centrale, ci troviamo ancora davanti le femministe, e grido: "Siete bellissime!". Un uomo della sicurezza mi accompagna via. "Glielo dici un'altra volta".
C'è dell'altro. Sabato sera, invece, in questa fantastica due giorni prolife, sono andato al cinema a vedere Juno. E' veramente la favola dei nostri giorni. E chi cerca di negare che sia una favola per la vita, mente sapendo di mentire. Non si può negare che la scelta di Juno di tenere in vita il bambino sia importantissima e consapevole, anche se semi-nascosta in una favolosa sceneggiatura da Oscar di Diablo Cody. E' un ottimo film. I dialoghi e la protagonista valgono ampiamente tutti i sette euro e cinquanta. Per non parlare della colonna sonora...

Comunque sia, mentre io mi divertivo, la campagna elettorale continuava. Moscia. Triste. "Vuota". Una cosa orribile. L'unico che si distingue - ancora una volta, negarlo è impossibile - è Giuliano Ferrara. E questo lo hanno riconosciuto anche negli Usa, in un ottimo articolo sul New York Times. In uno squallido spettacolino di leader, vice, programmi, accuse e via dicendo, Ferrara porta avanti un valore, un diritto primario dell'uomo. Come si può pensare che i valori vadano estromessi dalla campagna elettorale?
Aborto? No, grazie

 
 
 

VIVA LE OLIMPIADI...

Post n°141 pubblicato il 07 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Foto di Il.Don.Camillo

Parigi, 7 apr. (Apcom) - Continua a essere travagliato il programma del percorso della fiaccola olimpica da Parigi: dopo le dimostrazioni e i disordini che hanno segnato l'inizio del percorso, e' toccato alla cerimonia che si sarebbe dovuta svolgere davanti al Comune di Parigi di essere annullata. Lo ha annunciato poco dopo le 16.00 il sindaco della capitale francese Bertrand Delanoe, che ha spiegato che la cerimonia e' stata annullata su richiesta delle autorita' cinesi, dopo che alcuni consiglieri comunali della maggioranza di sinistra avevano esposto sulla facciata del Comune una bandiera tibetana e uno striscione di Reporter senza frontiere (RSF) che rappresenta gli anelli olimpici con delle manette. Il percorso della fiaccola è stato modificato dalla prefettura. RSF e i militanti per il Tibet sono all'origine della maggior parte degli incidenti che hanno segnato il percorso parigino della fiaccola olimpica, partita alle 12.30 dalla Torre Eiffel e il cui percorso, accompagnato da un dispositivo di sicurezza senza precedenti, dovrebbe concludersi verso le 18.00 nello stadio di atletica Charlety, nel sud della capitale.

 
 
 

DEMOCRAZIA ALL'ITALIANA, E QUESTA VITA CHE NON PIACE

Post n°140 pubblicato il 03 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo

Ancora una volta, i centri sociali mostrano il loro volto e, con la compagnia bella di femministe e affini, hanno contestato (è un eufemismo) un comizio elettorale di Giuliano Ferrara. Con lancio di uova e quant'altro, aggiunti agli assalti ai cordoni della Polizia, i cretini intolleranti sono riusciti a interrompere la manifestazione.
Chissà perchè la Vita non piace. Evidentemente, fanno piacere i 50 milioni di aborti l'anno.

Molto livore e poco buonumore in piazza Maggiore contro Ferrara
Uova contro la vita
A Bologna un revival degli anni Settanta contro la lista pazza

Bologna. In un vivace pomeriggio di vera campagna elettorale, il tour della lista pazza arriva a Bologna, i candidati salgono sul palco di piazza Maggiore, parlano per quasi un’ora del programma e dopo aver visto arrivare un migliaio di persone, sotto Palazzo Podestà, concludono il secondo comizio di giornata in mezzo a una contestazione energica e piuttosto invadente. Uova, bottiglie, pomodori, mortadelline, lampeggianti della polizia fracassati, macchine in fuga, un po’ di legnate in testa e qualche monetina sul palco. Urlavano molto, i contestatori arrivati di fronte alla bellissima Basilica di San Petronio, più o meno a metà comizio e pronti a far scorrere nel cuore di Bologna un goffo revival degli anni Settanta. I manifestanti, poco prima che il comizio si concludesse, hanno superato il lungo cordone di polizia che ieri pomeriggio abbracciava tutta Piazza Maggiore, si sono avvicinati al palco con poco buonumore e, alzando il dito medio e ringhiando un po’, hanno provato a interrompere il comizio. Solo che dal palco, il capolista di “Aborto? No, grazie” urlava molto di più, raccoglieva pomodori, li rilanciava tra la folla e fino alle 19 ha continuato a far la sua serissima campagna elettorale. “Oggi vogliamo muoverci in spazi ampi, oggi ci serve tutta Piazza Maggiore per sottrarci al vostro controllo. Non accettiamo una vita di paura e inconsapevolezza dal momento che nulla conta più della potenza dei nostri corpi, che continueranno ad attraversare la città e lo faranno anche il 28 giugno in occasione dell’LGBT Pride”, avevano scritto alcune femministe brontolone poche ore prima, le stesse che, dopo aver contestato a Livorno, avevano organizzato già da tempo la protesta di ieri pomeriggio, e si erano date appuntamento in via San Felice e poi, in piazza, avevano cominciato a lanciare uova sul palco. “Sono qui con un uovo marcio sul taschino della giacca di velluto chiaro”, dirà Giuliano Ferrara pochi minuti prima di arrivare ad Imola, quell’uovo che a Bologna, sorridendo, aveva definito “una medaglia”. Il momento più delicato e incivile della giornata è stato quando, il direttore di questo giornale è sceso dal palco bolognese. I contestatori si sono avvicinati, hanno circondato i poliziotti di scorta, hanno spintonato e, seguendo Ferrara fino allo sportello dell’auto, hanno fracassato un lampeggiante, una fiancata e un faro della macchina. Nessuna fuga, però. Il comizio è finito, il candidato della lista pazza è salito in macchina, ed è arrivato ad Imola. Sul palco, a Bologna, insieme con Ferrara, c’erano anche Matilde Leonardi e l’ex vicesindaco di Bologna Giovanni Salizzone.  “Questa però non è democrazia. Non mi fate parlare. Avete contestato il comizio ma non siete a riusciti a impedirci di parlare a Bologna. Domani finirete su tutti i giornali, siete contenti?”. “Vi piace che ogni anno nel mondo ci siano 50 milioni di aborti? A me no! L’aborto è maschio, come voi che contestate”, dirà a fine giornata Ferrara. Contestazione per nulla civile, ma comunque significativa lo stesso, perché oggi non si fanno manifestazioni né contro W, né contro il Cav.; né contro la Nato né contro le basi militari. No: in campagna elettorale si contesta solo ciò che vale un po’ di più di un semplice lancio di agenzia. Si contesta ciò di cui si discute davvero: la vita. “E’ inaccettabile che una piazza venga trasformata nel luogo dell’intolleranza. Tutti devono essere in condizione di poter sostenere pubblicamente le proprie tesi e le proprie opinioni e a nessuno deve essere impedito di parlare. Trasformare la campagna elettorale da confronto tra le idee in scontro è una responsabilità grave che si assumono tutti coloro che praticano intolleranza. Non condividere un’idea non deve mai diventare azione ostile contro chi la sostiene. Per questo quello che è capitato oggi a Bologna è un danno oggettivo per la città e la sua storia di democrazia e di tolleranza”. Così in serata il sindaco di Bologna Sergio Cofferati. www.ilfoglio.it

 
 
 

EXPO PRESO. RIALZATI, ITALIA

Post n°139 pubblicato il 01 Aprile 2008 da Il.Don.Camillo
Foto di Il.Don.Camillo

Giù il cappello per Letizia Moratti, che ha dimostrato che Milano è capitale (non so di cosa, comunque capitale) e che l'Italia può farcela.
L'Expo l'abbiamo preso. Da milanese festeggio per i miliardi che arriveranno qui e permetteranno di sistemare tutto (slurp). Da italiano festeggio perchè abbiamo vinto, e possiamo dimostrare che ci sappiamo fare.

RIALZATI, ITALIA!

 
 
 

I NUMERI DELL'ORRORE

Post n°138 pubblicato il 29 Marzo 2008 da Il.Don.Camillo

Il rapporto diffuso dall'agenzia vaticana Fides fa emergere dati significativi, che rappresentano ormai una società allo sfascio. Rappresentano un'Europa che - casomai ci fosse il bisogno di ricordarlo nuovamente -, per dirla con Benedetto XVI, si sta preparando al suo congedo dalla storia. Ha perso fiducia nel suo futuro, nel suo avvenire. Ha perso se' stessa.
E tra tutti i dati drammatici, a noi preme sottolinearne uno in particolare, che ci sta fortemente a cuore. Ebbene. Prima di diverlo, prima di "rivelare" questo dato dell'orrore, vi chiedo un favore.

Fermatevi un attimo. Riflettete. Anzi, contante. Questa volta sono io che vi chiedo di contare.
Contate fino a cento. Cento secondi, s'intende.
Uno, due, tre. Cinquantuno, cinquantadue, cinquantatrè.
Settantotto, settantanove, ottanta. Novantotto, novantanove...cento.
Ecco. Mentre voi contavate, in questi 100 secondi, sono stati uccisi, privati della loro vita, del loro futuro quattro bambini europei.

Non è uno scherzo.

Città del Vaticano, 29 mar. (Apcom) - Ogni 25 secondi si consuma un aborto nell'Europa a 27 paesi; nascono sempre meno bambini, e vi sono più persone anziane che bambini. L'età media della maternità in Europa è ritardata quasi fino a 30 anni. Infine, nell'Ue a 27 si rompe un matrimonio ogni 30 secondi e si supera il milione di divorzi. E' quanto emerge da un dossier diffuso dall'agenzia vaticana Fides (della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli) su "La crisi della famiglia in Europa", in riferimento a un rapporto realizzato dalla Rete Europea dell'Istituto di Politica Familiare.
ABORTO Ogni 25 secondi si consuma un aborto nell'Europa a 27 paesi, dove ogni giorno vengono chiuse tre scuole per mancanza di bambini. La Spagna è il paese nel quale è aumentato di più il numero di aborti negli ultimi dieci anni, con un incremento del 75%, seguita dal Belgio, con il 50% e dall'Olanda, con il 45%. L'aborto - riferisce ancora il dossier di Fides - è la prima causa di mortalità in Europa ed ha fatto più vittime delle malattie di cuore, delle malattie cardiovascolari, degli incidenti stradali, droga, alcool, suicidi. Il numero degli aborti è anche superiore del numero dei decessi per malattia. Con la decisione del Portogallo dell'aprile 2007, di rendere possibile l'aborto entro la decima settimana di gravidanza, sono solo tre i paesi europei dove l'aborto è tuttora illegale: Irlanda, Malta e Polonia.
ETA' MATERNITA' L'età media della maternità in Europa è ritardata quasi fino ai 30 anni. Le donne spagnole sono quelle che hanno figli più tardi (30,84 anni), seguite da quelle dell'Irlanda (30,6), dell'Olanda (30,4) e della Danimarca (30,1). In tutti i paesi dell'Europa occidentale, tranne che in Grecia, in Norvegia e in Italia - dove si è in attesa dell'introduzione sul mercato - è commercializzata la pillola RU486, che è divenuta il più formidabile sistema di controllo delle nascite.
CRISI MATRIMONIO In 25 anni (1980-2005), il numero di matrimoni in Europa è diminuito di 692.000, con una perdita del 22,3%, con una caduta del tasso di nuzialità, che è passato dal 6,75 nel 1980 a 4,88 nel 2005, nonostante la popolazione sia aumentata di più di 33 milioni di persone. Su ogni due matrimoni che si celebrano in Europa, se ne rompe uno. L'età dei matrimoni è sempre più avanzata: gli uomini superano i 30 anni e le donne i 28 anni. Ogni anno, quasi due milioni di bambini nascono fuori del matrimonio, 1.893.000 nel 2005. In alcuni paesi, questo riguarda la metà dei bambini: Svezia (55,4%), Bulgaria (49,04%), Danimarca (45,4%), Francia (45,2%), Regno Unito (42,3%). In alcuni casi, queste percentuali si sono aggravate negli ultimi anni. I dati dell'Ufficio nazionale di statistica, indicano che nel 2007 in Francia la percentuale dei bambini nati fuori del matrimonio è stata del 50,5%. Nell'UE a 27, si rompe un matrimonio ogni 30 secondi e si supera il milione di divorzi. Le rotture matrimoniali sono aumentate di 369.365 dal 1980 al 2005, con un incremento del 55%. La Spagna, con una crescita del 183%, è il paese nel quale si è registrato un maggiore aumento delle rotture matrimoniali dal 1995 al 2005, seguita dal Portogallo (89%) e dall'Italia (62%). I bambini interessati dai divorzi sono 21 milioni. La Spagna, negli anni 1990-2001, ha registrato il maggior numero di divorzi: 326%. La percentuale è stata del 226% negli anni 2001-2006.
INVECCHIAMENTO POPOLAZIONE In Europa vi sono più persone anziane che bambini. Mentre nel 1980 c'erano oltre 36 milioni di bambini in più rispetto alle persone anziane, nel 2004 gli anziani superavano i giovani di meno di 14 anni, con una perdita di giovani di 23 milioni in 25 anni, che rappresenta una riduzione del 21%; il 10% negli ultimi dieci anni. La popolazione con meno di 14 anni rappresenta solo il 16,2 dell'intera popolazione (80 milioni di persone nell'UE a 27 paesi).

 
 
 

NUOVE ONDE. VERSO LE ELEZIONI POLITICHE 2008

Post n°137 pubblicato il 28 Marzo 2008 da Il.Don.Camillo

SUL SITO DELL'ASSOCIAZIONE NUOVE ONDE E' POSSIBILE SCARICARE IL DOCUMENTO SULLE ELEZIONI POLITICHE

"Verso le Elezioni Politiche 2008
mettiamo al centro
FAMIGLIA, VITA UMANA, BIOETICA, EDUCAZIONE"

www.nuoveonde.com

Un'analisi sull'azione dei principali partiti nella passata legislatura riguardo ai temi che più ci stanno a cuore. Uno studio dei programmi degli stessi. Una panoramica di ciò che potrebbe uscire dalle urne.
E' caldamente raccomandato!!!

 
 
 

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