Creato da ellistar2012 il 03/01/2012
through the internet and culture

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

prefazione09ellistar2012apungi1950miriade159acer.250poeta_semplicecassetta2surfinia60lightdewboscodi.nottemarabertowiltuocognatino1Miele.Speziato0ReCassettaII
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Nel nome del padrePOMPEI ANTICA »

POMPEI ANTICA

Post n°33 pubblicato il 05 Febbraio 2016 da ellistar2012

Scavi archeologici

Attività di scavo alla fine del XIX secolo

I primi scavi nella zona dell'antica Pompei si sono svolti nel 1748, a seguito della scoperta di Ercolano, per volere della dinastia borbonica, impiegando gli ingegneriRocque Joaquin de AlcubierreKarl Jakob Weber e Francisco la Vega[76]: i primi ritrovamenti avvengono nella zona dell'Anfiteatro, anche se gli esploratori sono convinti di essere sulle tracce dell'antica Stabia; si capirà di essere a Pompei solo nel 1763 quando viene ritrovata un'epigrafe sulla quale viene chiaramente fatto riferimento alla Res Publica Pompeianorum[76]. Le prime esplorazioni vengono fatte tramite l'utilizzo di cunicoli sotterranei ed è solo con la salita al trono di Ferdinando I delle Due Sicilie che avvengono i primi scavi a cielo aperto[77].

All'inizio del XIX secolo, a seguito di disordini di ordine politico, le indagini vengono sospese ed un nuovo impulso sarà dato solo dall'arrivo di Gioacchino Murat: è proprio la moglie di questi a cominciare un'opera di pubblicizzazione del sito in tuttaEuropa, tant'è che Pompei diventa una tappa obbligata del Grand Tour[78]. L'ultimo periodo di dominazione borbonica è segnato da una stasi nell'attività di scavo; questa viene ripresa solamente con l'unità d'Italia: sono, infatti, archeologici come Giuseppe Fiorelli, Vittorio Spinazzola ed Amedeo Maiuri a riportare alla luce la città nella sua quasi totale interezza, poi la continua mancanza di fondi porta per lo più alla conservazione del patrimonio recuperato che a nuovi a scavi; ibombardamenti della seconda guerra mondiale provocano, in alcuni casi, ingenti danni alle rovine[79], mentre nel 1997, l'area archeologica, insieme a quella di Ercolano ed Oplonti, viene dichiarata, dall'UNESCO, patrimonio dell'umanità[80]. Nel 2012 parte il Grande Progetto Pompei, che mira al restauro e alla messa in sicurezza del sito[81].

Tutti i ritrovamenti di reperti, a cui si aggiungono le pitture ed i mosaici staccati in epoca borbonica, vengono originariamente conservati alla Reggia di Portici, per poi essere trasferiti nella collezione di antichità all'interno del museo archeologico nazionale di Napoli[82]; altri reperti sono ospitati nell'antiquarium di Pompei[83] e nell'antiquarium di Boscoreale[84].

Cultura di massa

Dipinto di Brjullov

Pompei e, soprattutto, l'eruzione che ha interessato la città, sono al centro di numerose opere artisticheletterarie e cinematografiche.

Uno dei più celebri dipinti ispirati all'eruzione del Vesuvio è Gli ultimi giorni di Pompei, dipinto fra il 1827 e il 1833 dal pittore russo Karl Pavlovič Brjullov, a sua volta ispirato dall'omonima opera di Giovanni Pacini.

Tra i romanzi principale quello del 1834 di Edward Bulwer-Lytton, intitolato Gli ultimi giorni di Pompei, uno del 1852 scritto da Théophile Gautier ed intitolato Arria Macerella, una serie di romanzi per bambini scritti da Caroline Lawrence ed intitolatiI misteri romani ed ancora, un altro chiamato Pompei e scritto da Robert Harris nel 2003, il quale narra le vicende di un dipendente dell'acquedotto del Serino: nella storia compaiono anche Plinio il Vecchio,Plinio il Giovane e viene fatto riferimento alla piscina mirabilis di Bacoli. Riferimenti a Pompei vengono fatti anche nel primo libro del Cambridge Latin Course dove viene narrata la storia di un uomo residente a Pompei, Lucius Caecilius Iucundus, vissuto durante il periodo di Nerone e Vespasiano, morto, insieme alla sua famiglia, a seguito dell'eruzione del Vesuvio del 79[85].

Tanti i titoli di film che si sono ispirati al romanzo di Edward Bulwer-Lytton e tutti chiamati Gli ultimi giorni di Pompei: quello del 1900 diretto da Walter R. Booth, quello del 1913 diretto da Mario Caseriniquello del 1926 diretto da Carmine Gallone, ed ancora, uno del 1935 diretto da Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsackuno del 1950 diretto da Marcel L'Herbier ePaolo Moffa e uno del 1959 in principio diretto da Mario Bonnard e poi concluso da Sergio Leone, girato tra Madrid e gli studi di Cinecittà a Roma; dello stesso titolo è inoltre una miniserie del 1984, mentre un'altra chiamata Pompei è stata realizzata nel 2007 per la regia di Giulio Base e protagonisti Lorenzo Crespi ed Andrea Osvárt. Altro film del 2014, anticipato da un documentario prodotto dal British Museum, intitolato Pompei, del regista Paul William Scott Anderson, incentra la trama su una storia d'amore, terminata con la morte dei protagonisti a seguito della furia eruttiva[86]; nella serie Doctor Who, nell'episodio Il Fuoco di Pompei, i protagonisti scoprono che l'eruzione è stata causata per evitare un'invasione aliena.

In una canzone del 2013, Pompeii, del gruppo britannico Bastille, è narrata la storiadiun uomo di Pompei in cerca di salvezza.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963