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Sulle specie aliene

Post n°64 pubblicato il 03 Aprile 2020 da ellistar2012

Sulle specie aliene
di Daniele Paganelli*
L'altra sera guardavo un documentario
in televisione e, in una delle scene, si
vedeva una piccola gazzella (vertebrato
carino e tenero) che veniva predata da
un ghepardo (predatore implacabile).
Una scena molto comune nei filmati
naturalistici, ma le persone che erano
con me hanno immediatamente reagito
quasi con orrore all'uccisione della preda.
Nella scena seguente invece si vedeva
una zanzara (invertebrato fastidioso
per l'uomo a qualsiasi latitudine) che
veniva predata da un pipistrello appena
emersa dal suo stadio larvale acquatico.
In questo caso, però, non c'è stata nessuna
reazione; anzi i pochi commenti nasconde-
vano quasi una certa soddisfazione nel
vedere la zanzara che veniva predata.
Come mai molte persone si immedesimano
più facilmente nell'animale più fragile,
soprattutto se quest'ultimo è "carino"
e non ci dà fastidio?
Questa è solo una piccola esperienza che
sottolinea ancora una volta come l'opinione
pubblica reagisca in maniera diversa alla
soppressione di un vertebrato piuttosto che
a quella di un invertebrato.
Gestione delle specie aliene invasive
Nel caso della gestione delle specie aliene
invasive, questo tipo di reazione può
rappresentare un problema anche da un
punto di vista pratico.
Se una specie aliena è "bella e simpatica" e,
soprattutto, non ci dà alcun fastidio diretto,
perché va eliminata?
Anzi: perché non rilasciarla in Natura così
da regalarle la libertà?
Qui entra in gioco l'empatia verso l'animale,
ma anche una certa visione antropocentrica
della Natura: l'uomo che aiuta l'animale e
gli concede la libertà.
Lo stesso però potrebbe essere detto per le
azioni di controllo delle specie aliene.
La gestione delle specie aliene viene vista
da alcuni come l'affermazione del concetto
di superiorità dell'uomo nei confronti della
Natura.
Chi siamo noi per decidere se un animale
deve vivere o no? Se ormai gli individui
di una certa specie sono presenti in un
ambiente, che colpa ne hanno loro?
La gestione delle specie aliene dovrà
inevitabilmente affrontare questi inter-
rogativi di natura etica, individuando la
strategia comunicativa più opportuna.
Se è stato semplice attivare l'opinione pub-
blica su problemi ambientali quali gli sversa-
menti di idrocarburi nelle acque, o l'utilizzo
di pesticidi tossici, più difficile e complesso
sarà convincere il cittadino che anche le
specie aliene sono degli ‘inquinanti nocivi'
che alterano seriamente la biodiversità.
Sicuramente sarà un processo lungo ma,
continuando l'opera di informazione, le
generazioni future potranno meglio
comprendere il problema e accettare più
consapevolmente le azioni, talvolta drastiche,
di gestione delle specie aliene.
Il concetto che dovrebbe essere trasmesso è:
le specie aliene stanno invadendo i nostri
ecosistemi.
Ho usato la parola invasione proprio perché
questo termine viene quasi sempre percepito
dall'opinione pubblica in modo negativo.
Fino a che le specie aliene non creano problemi
diretti o indiretti all'uomo (vedi gli esempi
recenti di Xylella fastidiosa o della cimice
asiaticaHalyomorpha halys), è difficile avere
l'attenzione dell'opinione pubblica sul fatto
che specie aliene, magari pure "carine",
impoveriscano la biodiversità di un ecosistema,
con danni anche permanenti.
Riuscire a far passare questo concetto è uno dei
compiti più difficili che chi lavora in questo
ambito (penso, per esempio, ai ricercatori o ai
gestori di aree protette) deve affrontare.
La terminologia usata quando si parla di specie
aliene è fondamentale: potrebbe essere una carta
vincente da usare per convincere l'opinione
pubblica che con alcuni comportamenti si va
ad impoverire la biodiversità e le specie autoctone
sono le prime ad essere danneggiate.
Attenzione però a non esagerare: l'uso di termini
con accezione troppo violenta, come ad esempio
"combattere le specie aliene", o "un'arma
contro le specie aliene", potrebbe ottenere
reazioni contrastanti, e in alcuni soggetti anche
l'effetto opposto.
Piuttosto sarebbe meglio puntare su concetti
positivi come ad esempio "conservare/favorire
le specie autoctone" oppure "proteggere le
specie autoctone" dalle specie aliene.
I progetti finanziati
Negli ultimi tempi il tema delle specie aliene
invasive ha assunto una rilevanza sempre
maggiore.
Non a caso sono molti i progetti finanziati
che hanno come obiettivo quello di migliorare
il livello di informazione (come LIFE ASAP)
gestito da ISPRA e di arginare l'avanzata delle
specie aliene con azioni concrete di monitoraggio
e contenimento, come Life Gestire 2020 -
Natura che vale - di Regione Lombardia.
Questi progetti svolgono di sicuro un ruolo
importante nell'affrontare le problematiche
causate dalle specie aliene ma purtroppo si
scontrano sempre più spesso con difficoltà
come la carenza di fondi e personale specializ-
zato e a volte una applicazione del Regolamento
Europeo 1143/2014 non sempre di facile
attuazione.
Per cercare di risolvere questi problemi, la
Comunità Europea ha finanziato il progetto
INTERREG INVALIS (Protecting European
Biodiversity from Invasive Alien Species), di
cui laFondazione Lombardia per l'Ambiente
è unico partner italiano.
INVALIS ha tra i suoi obiettivi quello di
implementare le politiche europee sulla gestione
delle specie aliene invasive portando all'attenzione
della Comunità Europea le difficoltà incontrate
dagli Stati Membri nell'applicazione del regola-
mento Europeo, ma anche esempi di buone
pratiche che potrebbero essere condivise per
raggiungere l'obiettivo comune di arginare
in modo efficace e sostenibile l'invasione
delle specie aliene.
Oltre a questo, INVALIS ha lo scopo di potenziare
l'attività informativa, coinvolgendo nei suoi
Regional Meetings svariati portatori di interesse,
come ad esempio Enti Regionali,
Guardie ecologiche, scuole, associazioni
naturalistiche e Università.
Il prossimo Regional Meeting si terrà il 14
novembre presso Palazzo Lombardia (Milano)
e avrà come tema principale la gestione dei conflit-
ti di interesse nella gestione delle specie aliene
invasive, un tema che coinvolge molti interessi
economici ma anche aspetti culturali e sociali.
Consapevoli che soluzioni facili e di immediato
successo non esistono per un problema così
complesso, la condivisione delle idee sarà utile
per affrontare le differenti sfaccettature dei
problemi relativi alla gestione delle specie aliene.

*Daniele Paganelli, PhD. Lombardy Foundation
for the Environment - University of Pavia -
Department of Earth and Environmental Sciences.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Commenti al Post:
cassetta2
cassetta2 il 30/04/20 alle 12:34 via WEB
Chiunque crede che l'umanità abbia un futuro, non ha mai letto i commenti sui Blog.
(Rispondi)
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