Capitani e non solo

Tutto tace da parte della dirigenza del Collegio Capitani a proposito dell'affaire assicurazione "poco trasparente" del titolo professionale.

Ci si aspettava una spiegazione e magari qualche prestigiosa dimissione, invece niente, tutto tace come se le interrogaziomni dell'ISVAP e della stessa assicurazione D.A.S. non fossero rivolte a loro.  Intanto la D.A.S. continua a prendere le distanze chiarendo e sottolineando che l'indennizzo per la sospensione della patente riguarda il certificato di abilitazione e non la patente nautica come pubblicizzato dal Collegio Capitani. Noi aggiungiamo che sarebbe sato utile chiarire anche che le spese di trasferta del Legale, viaggio, vitto, alloggio, ecc., sono totalmente a carico dell'assicurato e forse pagando un premio pari a quanto effettivamente il socio sborsa si sarebbe potuto ottenerne il rimborso.

Dicevamo che ci saremmo aspettati delle dimissioni, ma pensandoci bene come potrebbero fare un gesto tanto onorevole gli stessi che durante lo scorso turno elettorale per il rinnovo della presidenza e del consiglio direttivo hanno cambiato le regole del gioco al fine di presentare agli elettori una sola lista, la loro.

Quanta pazienza e signorilità dimostrano i Soci specialmente quelli di Trapani che alcuni mesi or sono desideravano legittimamente creare un compartimento del Collegio Capitani e si sono sentiti chiedere dalla presidenza di Genova il certificato antimafia. Soci Capitani in odore di mafia? Però per associarsi e foraggiare economicamente Genova non si richiese loro il certificato antimafia, lo pretendevano invece quando i Trapanasi volevano, giustamente, rendersi autonomi politicamente e finanziariamente. E poi, scusate, ad un Comandante, ad un Direttore di macchina, ad un Ufficiale della Marina Mercantile chi si sognerebbe mai di chiedere il certificato antimafia, loro che della legalità ne fanno ragione professionale di vita.

Randagio Blogini