Capitani e non solo
Dedicato a tutti coloro che dal mare hanno avuto molto e a coloro i quali da esso si aspettano ancora di più
Post n°252 pubblicato il 17 Agosto 2012 da Blogini
Flaminia, la nave alla deriva rifiutata da tutti i porti La nave portacontainer Flaminia (Afp Photo)Al largo delle coste bretoni della Cornovaglia, fra le onde crescenti dell'Atlantico, fluttua una nave diventata maledetta. Si tratta di una portacontainer lunga 299 metri e battente bandiera tedesca, la Msc Flaminia, salpata il mese scorso dal porto mercantile di Charleston, nella Caorlina del Sud (Stati Uniti), e diretta ad Anversa, sulla foce belga del fiume navigabile Schelda.
Nel frattempo, mentre a terra l'armatore sta trattando con le autorità portuali di Rotterdam, senza comunque escludere la scelta di Anversa, il cargo rimane fra le onde dell'Atlantico, circondato da rimorchiatori che controllano come sentinelle il sorvegliato speciale. È stato un mese davvero nero. Prima con i soccorritori costretti ad abbandonare la nave a causa di una fitta nebbia. Poi, il 9 agosto, con i pompieri che hanno dovuto abbandonarla per non meglio precisati «motivi di sicurezza» dopo averlo portato a cento miglia dalla costa britannica. Infine, per il maltempo, dicono, che ha costretto la Msc Flaminia a riprendere il largo tornando a circa 400 miglia dalla costa. Ora è lì, in attesa che il mare faccia meno paura e che un porto dica sì, l'odissea è finita, ospitiamo la nave maledetta. Andrea Pasqualetto
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Post n°251 pubblicato il 14 Agosto 2012 da Blogini
Di seguito quanto pubblicato sul Piccolo di Trieste, a cura di Silvio Maranzana. Il testo si commenta amaramente da solo, ma quello che ancor più stupisce è che il progetto è stato condiviso da Cgil, Cisl e Uil senza che i marittimi ne fossero preventivamente informati. Unica eccezione il sindacato Federmar Cisal non ha firmato l'accordo. Le associazioni di categoria tacciono come se non fosse di loro competenza metter bocca su un argomento così spinoso che tra le altre cose potrebbe compromettere la stessa sicurezza della vita umana in mare. Comandanti dell'ex Lloyd contro gli imbarchi lunghi Italia Marittima porta da quattro a otto mesi il periodo da trascorrere a bordo «Pirati in agguato, decine di fusi orari e famiglie lontane: rischiamo d'impazzire» Sono sull'orlo dell'ammutinamento i comandanti e gli ufficiali di Italia Marittima, l'ex Lloyd Triestino dopo la decisione della compagnia armatrice di raddoppiare la durata dell'imbarco del personale navigante portandola da quattro a otto mesi. Il blitz è stato fatto a luglio e ha ottenuto l'avvallo di Cgil, Cisl e Uil senza che i marittimi ne fossero preventivamente informati. «Mia moglie ha detto che già le ho rovinato la giovinezza, ma questo è troppo, stavolta quando parto cambia la serratura di casa per non farmi più rientrare - riferisce con amarezza Pasquale Architravo di Torre del Greco - Sono entrato al Lloyd Triestino nel 1974 e da 13 anni comando navi di Italia Marittima, ma non sono mai stato in mare per otto mesi filati. Per noi è stata una doccia fredda, il mio prossimo imbarco è a ottobre, rischio di stare via da casa per una vita». Luigi Salvemini, triestino è primo ufficiale di coperta e due giorni fa è partito dallo Sri Lanka: «É sconosciuto ai più il tipo di vita che si fa a bordo di queste navi: non vediamo le famiglie per mesi, non abbiamo un collegamento internet, non abbiamo una televisione satellitare, cambiamo decine di volte fuso orario: già quattro mesi sono duri, otto sono una follia». «Per poter affrontare le sfide che giornalmente il mercato globale impone - è stata la spiegazione fornita da Italia Marittima - il gruppo deve poter contare su un sistema omogeneo di gestione anche del proprio personale navigante, evitando oneri aggiuntivi derivanti da situazioni locali particolari, ancorate a dinamiche del passato e non in linea con i tempi». Va tenuto presente che il Gruppo Evergreen che ha sede a Taiwan è composto di quattro società: oltre a Italia Marittima che rappresenta circa il 20 per cento del trasportato complessivo, Evergreen marine corporation di Taiwan, Evergreen marine United kingdom e Evergreen marine Singapore, dove i periodi di imbarco sono già di otto mesi. «L'alternativa a tale omogeneità - ha minacciato la compagnia - è che Italia Marittima spa dismetta la bandiera italiana dalle proprie navi sociali e le noleggi con contratti di "time charter" con le evidenti ripercussioni sul piano occupazionale». Solo il sindacato Federmar Cisal non ha firmato l'accordo. «Questa posizione - ha denunciato il segretario regionale Giorgio Marangoni - si configura come un ignobile ricatto, tenuto conto che i risparmi conseguenti a questa operazione, derivanti in particolare dalla diminuzione delle spese di avvicendamento (viaggi, diarie) per la sostituzione degli equipaggi risultano assolutamente ininfluenti rispetto ai costi di gestione di una nave». «Sulle portacontainer della Maersk - sostiene il comandante Architravo - il periodo d'imbarco è di 3 o 4 mesi, quattro mesi ci stanno i comandanti sulle navi della israeliana Zim, su quelle dell'italiana Grimaldi anche i marittimi filippini non vanno oltre i 120 giorni. Raddoppiare questo periodo crea enormi problemi di sicurezza. Dobbiamo attraversare zone infestate dai pirati, effettuare passaggi stretti, rischiamo di impazzire». «Se passa questa - conclude amaro Salvemini - accompagni tuo figlio in prima elementare e quando torni è già in seconda». |
Post n°250 pubblicato il 12 Agosto 2012 da Blogini
Può sembrare strano che un paese senza sbocco sul mare possieda una flotta navale mercantile. Eppure le 41 imbarcazioni commerciali battenti bandiera elvetica rappresentano un pilastro essenziale della strategia di difesa nel caso di una crisi globale. La marina mercantile svizzera, che fa capo al porto di registrazione di Basilea, è stata fondata nel 1941. In quel periodo la guerra si stava intensificando e bisognava quindi trovare nuove vie per garantire l'approvvigionamento del paese. Non un caso unico Equipaggio straniero Minaccia dei pirati |
Post n°249 pubblicato il 09 Agosto 2012 da Blogini
For 21 months he was abused and tortured while his Somali captors awaited their ransom demands to be met. And for 21 months, Jawaid Khan, the captain of the MV Albedo, protected his men from pirates' anger and frustration - so much so that at one point he was lowered into the sea by rope as pirates sprayed bullets around him.
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Post n°248 pubblicato il 02 Agosto 2012 da Blogini
L'indennità per inabilità al lavoro corrisposta dall'ente previdenziale al personale imbarcato è imponibile perché risarcitoria dei redditi persi dal lavoratore |
Inviato da: princi2008
il 31/03/2013 alle 16:31
Inviato da: gasgasdgl19
il 15/09/2012 alle 12:19
Inviato da: Blogini
il 13/09/2012 alle 11:23
Inviato da: fed_paolo
il 11/09/2012 alle 16:12
Inviato da: Blogini
il 04/09/2012 alle 09:05