Creato da Blogini il 27/10/2010

Capitani e non solo

Dedicato a tutti coloro che dal mare hanno avuto molto e a coloro i quali da esso si aspettano ancora di più

 

 

Dopo il taglio di personale, RFI passa alla riduzione delle tabelle d’armamento

Post n°236 pubblicato il 18 Giugno 2012 da Blogini
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In una riunione convocata la scorsa settimana dall'Autorità Marittima dello Stretto, presieduta dal Comandante Samiani, l'azienda RFI ha chiesto la riduzione delle tabella d'armamento di Nave Logudoro rispetto a quelle vigenti nelle navi similari Villa e Scilla.

"Sembra di essere tornati indietro nel tempo- dichiara l'OrSA - nella fase in cui, durante il governo Prodi, l'allora Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, consentì il dimezzamento delle tabelle d'armamento nelle navi bidirezionali regalandoci l'attuale disorganizzazione che fra l'altro produce grave pregiudizio per la sicurezza di passeggeri ed equipaggi."

"La storia - continua - racconta che nonostante il significativo taglio al costo del lavoro, RFI non è riuscita a rendere produttivo il trasporto dei mezzi gommati, si è sempre comportata con "timore reverenziale" nei confronti della concorrente Caront&Tourist fino a dichiarare il conclamato fallimento con la cessione di mezzi e strutture alla neonata blu-ferries che presto verrà consegnata in mano al privato "prescelto". Ultimato lo smantellamento delle bidirezionali l'azienda passa alle unità a 4 binari utilizzando lo stesso sistema, il primo passo è sempre la riduzione di personale in modo da rendere appetibile la gestione del servizio ad eventuali acquirenti privati che si faranno avanti non appena le ferrovie si dichiareranno incapaci di gestire anche il traghettamento dei convogli ferroviari. La dirigenza ferroviaria è sempre molto accorta nell'applicare la politica dell'austerity quando si tratta di alimentare disoccupazione, precariato e calo della qualità del servizio in termini di efficienza e sicurezza ma non si preoccupa minimamente di aver causato l'ennesimo spreco di denaro pubblico investendo milioni di euro nella Logudoro che per operare nello Stretto deve necessariamente utilizzare il costoso servizio di pilotaggio..."

"Questi sono "manager" - sottolinea la sigla sindacale - che molto probabilmente verranno premiati con ingenti liquidazioni in denaro pubblico per aver contribuito attivamente al fallimento. Intanto nella sede dell'Autorità Marittima si è assistito all'ennesimo paradosso: il D.P.A. di RFI, ha presentato una tabella d'armamento per la Logudoro inferiore di tre unità rispetto alle N/T Villa e Scilla che sono inferiori di tonnellaggio, in buona sintesi si è battezzato il nuovo sistema inversamente proporzionale, all'aumentare della stazza della nave diminuisce il personale a bordo...Va da se che ad una eventuale accettazione da parte dell'Autorità Marittima sarà consequenziale la richiesta di riduzione delle tabelle anche per le N/T similari Villa e Scilla ottenendo così un totale di 54 tagli di posti di lavoro, con buona pace dei precari, della sicurezza e dell'efficienza del servizio. Proporre tagli di personale senza effettuare nessuna innovazione tecnologica che ne possa giustificare l'assenza risulta offensivo per le Autorità competenti che in precedenza hanno fissato in 19 uomini l'armamento delle navi ferroviarie, se dovesse passare la proposta di RFI (16 unità per equipaggio, 3 in meno rispetto alle attuali tabelle) saremmo di fronte a due opzioni: o la precedente Autorità che ha stabilito le tabelle di Villa e Scilla è stata poco accorta ed ha consentito decenni di spreco di denaro pubblico attraverso equipaggi sovradimensionati, oppure l'attuale Autorità Marittima consentirebbe all'azienda l'ennesimo taglio dei costi trascurando le esigenze di sicurezza e di gestione del servizio che i predecessori hanno valutato effettuabili con tabelle minime composte da 19 uomini. Le motivazioni addotte da RFI per giustificare il taglio di personale sono quanto meno risibili, si parla di transenne mobili da utilizzare per impedire il transito dei passeggeri nei luoghi non presenziati dal personale, incarichi di sicurezza in fase di emergenza sarebbero affidati anche agli Allievi Comuni Polivalenti che nei fatti sono degli apprendisti e non possono operare da soli neanche nel normale esercizio, l'assistenza ai passeggeri portatori di handicap passerebbe da continua a "saltuaria"... Per non parlare della gestione di eventuali emergenze e di abbandono della nave, l'azienda considera il controllo di tali eventi in modo ragionieristico, una sorta di gestione a camere stagne, "si può controllare solo un'emergenza per volta" - ha dichiarato il D.P.A. di RFI... In sintesi si verificherebbe che un membro dell'equipaggio destinato alla squadra antincendio e con contemporanei incarichi in fase di abbandono nave, all'ordine del Comandante dovrebbe abbandonare il tentativo di controllare l'incendio e recarsi nel proprio posto di abbandono nave per assistere i passeggeri mentre la nave brucia (sic!)."

"Ciò che fa più rabbia - conclude la nota dell' OrSA navigazione - è che tali proposte vengono da gente di mare che fino a ieri erano a bordo e sanno bene cosa significa la gestione delle emergenze in fase di panico, non basta trasferirsi dalla Plancia di comando all'ufficio dirigenziale per dimenticare quanto sia importante la presenza di personale preparato per salvare vite umane... Confidiamo nel buon senso dell'Autorità Marittima, auspicando che questa volta prevalga l'interesse dell'utenza e dei lavoratori rispetto alle esigenze dell'azienda eternamente impegnata a recuperare i bilanci sempre e solo con i tagli al costo del lavoro e della sicurezza mentre gli sprechi proliferano senza che nessuno si assuma la responsabilità di mandare a casa una dirigenza che ha abbondantemente conclamato la propria incapacità."

 
 
 

Justice for Seafarers?

Post n°235 pubblicato il 15 Giugno 2012 da Blogini
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Initial results of the first major survey undertaken by Seafarers' Rights International (SRI) into the experiences of seafarers facing criminal charges have thrown up worrying claims that seafarers are subjected to unfair treatment and feel intimidated by policing authorities around the world, and that they are not provided legal representation and interpretation services when needed. The survey of 3,480 seafarers was undertaken in the 12 months to the end of February 2012. It was conducted in eight languages - Chinese, English, Japanese, Portuguese, Russian, Spanish, Turkish and Tagalog. Responses were received from 18 countries and 68 different nationalities of seafarers. Of the seafarers surveyed, 8% had faced criminal charges at some stage in their career, while 4% had been witnesses in criminal prosecutions and 33% knew of colleagues who had faced criminal charges. Worryingly, almost 24% of Masters in the survey said they had faced criminal charges. Responses to the questionnaire were collected by sampling seafarers using the same country proportions of seafarers as contained in BIMCO's Manpower 2005 Update, the Worldwide Demand for and Supply of Seafarers. The responses were then weighted to incorporate new observations as contained in BIMCO's Report of Manpower 2010. Thus, the survey is a demographically weighted sample, and a random and representative sample of seafarers from the whole world. The results of the survey were presented by SRI to the 99th session of the UN International Maritime Organization (IMO) Legal Committee on 16-20 April 2012 under its agenda item on Fair Treatment of Seafarers in the Event of a Maritime Accident. The IMO is the only UN body currently discussing the issue of fair treatment of seafarers and the Committee noted that the statistics showed that there is a need for better implementation of the Fair Treatment Guidelines. SRI was encouraged to submit a full report of its study to the next session of the Legal Committee in 2013. Questions in the survey specifically asked about the experiences of seafarers who had faced criminal charges. Of the seafarers who answered the questions on searches, 44.28% of vessels were searched; and 63.75% of cabins were searched without warrants. Just under 44% of seafarers reported that they were bodily searched, while 87% who faced charges relating to the discharge of their professional duties said that they did not have legal representation. Just over 91% of seafarers who needed interpretation services said that they were not provided with such services; and 89% of seafarers who had faced criminal charges said that they did not have their rights explained to them. Seafarers were also specifically asked about their perceptions. 80% who had faced criminal charges felt intimidated or threatened. Concerning casualty inquiries and accident investigations, 46% of seafarers who answered the question said that they would be reluctant to cooperate fully and openly with such inquiries. Reasons expressed included: "The information that I would provide might be used against me"; "I would fear incriminating myself". Overall, 81% of seafarers who faced criminal charges did not consider that they had received fair treatment. To gain a broader view of criminal charges faced by seafarers, SRI also carried out a review of all incidents involving criminal charges against seafarers reported in Lloyd's List, TradeWinds and Fairplay, for the 12-year period from 2000-2011. There were 415 incidents reported in this period, involving 1,580 seafarers. Significantly over the period under review, the numbers of maritime criminal incidents and the numbers of detained seafarers showed a tendency to increase. "The voices of seafarers are expressing real fears and concerns over criminal charges and it must be in the interests of the whole maritime industry that these are addressed and seafarers adequately protected. The prospect of criminal charges is daunting for any human being, whether in your own country, or even more so in a foreign country, and so for seafarers entering foreign ports on a daily basis, the risks are high and the consequences can be dire if fair and due process is not followed," said Deirdre Fitzpatrick, SRI Executive Director. She added: "We hope that the results of this survey will provide momentum for increased efforts to ensure fair treatment of seafarers, whether innocent or guilty of a criminal charge, and that from this survey, the faces and the voices of the seafarers will be seen clearly and heard loudly."

 
 
 

Nuova nave-scuola per l’Istituto Nautico: l’Umberto d’Ancona

Post n°234 pubblicato il 11 Giugno 2012 da Blogini
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Ormeggiata al molo Audace l'unità navale Umberto d'Ancona, nuova nave scuola dell'Istituto Nautico, si è presentata ieri alla città e ha ricevuto per mano dell'ammiraglio Antonio Basile, comandante della Capitaneria di Porto, la nuova licenza di navigazione. 24 metri e 83 tonnellate di stazza, pronta a solcare l'Adriatico dopo due anni di lavori di riqualificazione resi possibili dalla sinergia attuata tra docenti, personale ata, allievi ed ex allievi della scuola e volontari esterni professionisti del settore, la nave raccoglie l'eredità lasciata dal Borino, natante storico dell'Istituto dal 1964 e in disarmo da quasi cinque anni.

I marinai di domani, privi fino ad ora di uno strumento d'apprendimento idoneo, hanno accolto con una grande cerimonia pubblica e alla presenza dei rappresentanti di Comune, Regione e Provincia la motonave per il cui ripristino si è compiuto un significativo miracolo: «Ammonta a quasi 200 mila euro il contributo che abbiamo ricevuto dai nostri sponsor - spiega il preside dell'Istituto Raffaele Marchione - la disponibilità economica e la comunanza di intenti delle numerose aziende cittadine che hanno creduto in noi ci hanno permesso di riportare in mare l'Umberto d'Ancona e metterla a servizio della collettività». L'acquisizione dell'imbarcazione che è stata per più di un trentennio la nave oceanografica del Cnr di Venezia risale infatti a circa due anni fa: alla convinzione del professor Sergio Cossi, che nel progetto del salvataggio e rifacimento della Umberto d'Ancona ha creduto senza tentennamenti, si sono unite la sensibilità di decine di aziende cittadine e la prestazione fattiva di tecnici, operai, professori e studenti del Nautico.

La cerimonia di presentazione, la benedizione e la lettura della preghiera del navigante hanno sancito ufficialmente il ritorno in mare della "bella signora", per usare le parole del suo primo comandante, Giuliano Piovan, ospite immancabile del nuovo debutto. Da oggi la nave è pronta a supportare le esercitazioni dei ragazzi del Nautico ma, soprattutto, è aperta a progetti didattici e iniziative sociali insieme a enti di ricerca e istituzioni scolastiche: «Questa è la nostra nave e per "nostra" intendo della collettività tutta - chiosa Massimiliano Alberti, 17 anni, membro del Picchetto d'Onore dell'istituto e allievo nella sezione Capitani - Dopo il vasto impegno per metterla in mare, ora abbiamo grandi idee e grandi aspettative. La nave andrebbe utilizzata in una rete di collaborazioni con l'università, la Comunità istriana e gli enti di ricerca cittadini ma anche per avvicinare alla cultura del mare bambini, ragazzi e, perché no, anziani e individui con difficoltà motorie o mentali. Il mare è un universo a parte, capace di offrire esperienze che tutti dovrebbero provare e che questa nuova nave scuola è in grado di favorire. Per molti di noi questa è la prima opportunità di salire a bordo: si tratta di alimentare la nostra passione e, contemporaneamente, migliorare il nostro rendimento grazie all'apporto pratico all'attività didattica. Ora, tuttavia, ci serve il sostegno delle istituzioni pubbliche...».

Vanessa Maggi

 
 
 

New system to help vessels in Malacca strait

Post n°233 pubblicato il 10 Giugno 2012 da Blogini
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Indonesia, Singapore and Malaysia are about to launch a newly improved ship management system for the region. The system aims to ensure maritime safety and marine environment protection in the Straits of Malacca and Singapore. The new system, called the Marine Electronic Highway (MEH), will transmit real-time information to a data center,
which is located in Batam in Indonesia's Riau province. The center will then send the data to related agencies in Malaysia and Singapore, as well as to vessels passing through the straits. According to Raja Malik Saripulazan, the director of the MEH demonstration project, the maritime states have developed the system to ensure safety in the area now that the situation in the straits is becoming more dynamic. "The amount of faster and bigger ships is increasing. There are ships that carry oil and other chemical contents. There's also the growing interest of cruise ships that carry a large number of people," he said in Jakarta on Wednesday. Arief Yuwono, deputy minister at Indonesia's Environment Ministry, confirmed Saripulazan's statement. He said that as many as 200 large crude carriers passed through the straits every day and they risked damaging the marine ecosystem. Ashok Mahapatra from the International Maritime Organization said that shipmasters would be able to navigate their vessels better using data from the center. "We send information about the tides, positions of navigation buoys, water levels and many more subjects. They can travel safely and, at the same time, avoid damaging the environment," Mahapatra announced. The MEH system is funded by the Global Environment Facility (GEF), an independent financial organization, which focuses on global environmental issues. The GEF initiated the project in 1996. Mustapha Benmaamar, a senior transport specialist at The World Bank, a GEF agency, said that the GEF had disbursed about US$8.3 million in grants for the project. He added that the MEH system would have implications wider than simply the littoral states because many countries used the straits. He said that if the project was successful, the World Bank would implement it in many other parts of the world, such as the Mediterranean Sea and the China Sea. "We are moving to the implementation stage. Now we aim to attract users and demonstrate the benefits to them. Hopefully we can make the system available to as many users as possible, so we can sustain the project financially and bring it to another level," Benmaamar said. To be able to make use of the system, owners of the vessels do not have to install additional technology. Mahapatra said that they could use current equipment already in place on board, such as the Electronic Chart Display and Information System and Automated Identification System. Benmaamar added that it would be helpful if the users could contribute through subscriptions once they valued the project's benefits. However, he said that they had yet to come up with a subscription fee.

 
 
 

Amianto: nuovi casi tra i marittimi

Post n°232 pubblicato il 08 Giugno 2012 da Blogini
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L'Associazione Osservatorio Nazionale Amianto denuncia nuovi casi di mesotelioma tra i marittimi. Aperto un procedimento penale presso la Procura di Crotone.

L'avvio dell'inchiesta contro Tirrenia di Navigazione SpA, da parte della Procura della Repubblica di Crotone - ne ha dato notizia "Il Quotidiano della Calabria" -, in merito alla presenza di amianto nelle vecchie navi della Compagnia di Navigazione, rappresenta uno dei tanti successi dell'Osservatorio Nazionale Amianto che ha costituito anche un comitato settoriale, "Marittimi esposti e vittime dell'amianto dell'ONA". L'Associazione, però, anticipa una serie di altre iniziative, anche in sede penale, che verranno assunte in tutela della salute e dell'ambiente, per quanto riguarda la presenza di amianto nel trasporto marittimo, che non riguardano soltanto la Tirrenia.

"Auspichiamo che si possa rendere giustizia ai marittimi ammalati e ai familiari di quelli deceduti e soprattutto che si tuteli la salute pubblica in modo più efficace - ha detto Giovanni Aiello, coordinatore del Comitato del settore Marittimi dell'ONA e figlio di Pietro, ex marittimo di Tirrenia, deceduto per un mesotelioma pleurico - ed è per questo che l'Associazione sostiene le indagini difensive dell'avvocato Ezio Bonanni, che nei prossimi giorni depositerà nuovi esposti presso altri uffici giudiziari e promuove azioni civili di risarcimento dei danni e una class action per i passeggeri esposti, del tutto inconsapevoli, al rischio amianto, al pari dei lavoratori imbarcati".

Il Comitato, inoltre, in attesa dei risultati delle rilevazioni effettuate dai tecnici ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) di Palermo a bordo della nave Helga del Gruppo "Caronte & Tourist", ha pubblicato foto (vai al sito marittimiamianto.it) e video di assoluta rilevanza; altri documenti, invece, saranno portati all'attenzione delle autorità competenti.

 
 
 

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