VITE A PERDERE

Il ministro della (In)giustizia Angelino Alfano, scoperto che dei magistrati hanno scoperto che il presidente del consiglio “consiglia” telefonicamente ai suoi servi RAI di cancellare dalle reti pubbliche ogni informazione che informi, anziché sostenere i magistrati che fanno il loro lavoro, manda gli ispettori ministeriali a indagare e possibilmente punire quei magistrati che hanno osato scoprire ciò che non dovevano scoprire: la verità dei fatti.

Il ministro della (In)giustizia Angelino Alfano procede nelle sue intimidazioni di stampo mafioso contro quei giudici che attuano la “giustizia uguale per tutti”.

Il ministro della (In)giustizia Angelino Alfano è un mascalzone e andrebbe cacciato via dal governo a furor di popolo; ma il “suo” popolo lo sostiene, perché il “suo” popolo è un popolo di mascalzoni come lui, è il popolo della libertà di non rispettare alcuna legge al di fuori del proprio interesse personale e di classe.

Così, grazie al ministro della (In)giustizia Angelino Alfano, la Giustizia ha perso la sua dignità per trasformarsi in una delle tante escort (alias puttane), in perenne compravendita con il potere.