Creato da Bridigala il 08/05/2008

E' un Bridimondo

Di tutto un po', ma soprattutto... mio

 

Messaggi di Agosto 2018

San Miguel

Post n°791 pubblicato il 28 Agosto 2018 da Bridigala

e qui arriviamo all'ultima isola, la più grande dell'arcipelago. 

In questo caso siamo partiti tardi, e abbiamo pranzato n aeroporto, con un panino del bar. Il primo passaggio è stato andare a vedere,  prima dall'alto poi davvero, la lagoa  de sete cidades, un altro lago situato al fondo di una caldera vulcanica, d  Proprietà di una nobile famiglia, con tanto di villaggio accanto al lago. L'isola di sede cidades si è formata lontana dall'isola di San Miguele, e si è poi riunita dopo che una nuova eruzione aveva formato una terza isola, e i suoi abitanti narra ancora che si tratta dell'ultima isola di Atlantide (non sono riuscita a fotografare la toponomastica, era piuttosto carina. Al Belvedere era stato costruito un hotel immenso, ed oggi è abbandonato ed incredibilmente spettrale. Sempre in questo bellissimo belvedere ho assistito ad una scena davvero triste: una delle mie compagne di viaggio ha ricevuto una notizia orrenda, ed essere così lontana da casa in un momento in cui vorresti solo partecipare alla situazione non è sempre facile. La sera poi, mentre eravamo rilassati a cena, abbiamo visto attraccare la Amerigo Vespucci. Wow...

Si diceva che l'isola è la più grande, e credo la prima ad avere un aeroporto, definito aerovaches perché dovevano far spostare le mucche per partire o atterrare". Il giorno dopo abbiamo visitato la laguna di Furnas, e il paese omonimo, al centro del quale si trova un parco con molte fumarole, un fenomeno naturale che non avevo mai visto. Subito prima ci siamo fermati a visitare una piantagione di te, l'unica su suolo europeo (in realtà c'è una seconda  più piccola coltivazione), e subito dopo siamo stati al lago, dove abbiamo visto altre fumarole e abbiamo assistito alla estrazione del pentolone con il nostro pranzo dalla buca in cui era stato cotto grazie alla geotermia.

Non ho apprezzato molto il cozido, ma non diciamolo a nessuno, va!

Nel pomeriggio, poi, siamo stati in visita ad un giardino botanico splendido, all'interno del quale si trovava anche una piscina di acqua termale, calda e ferruginosa (giallo cacca e puzzolente di zolfo, per essere veramente onesti) in cui nessuno ha avuto coraggio di immergersi. Il giardino era davvero troppo bello, ho fatto una quantità di foto impressionante, e ancora guardandole mi beo, tanto che la signora fiorentina che mi dava il braccio (o mi faceva dare il braccio dal marito) mi ha confermato che abbiamo percorso circa 5 Km per visitarne solo una parte. Arrivati all'hotel abbiamo avuto il tempo di sistemarci un poco, e siamo ripartiti per andare a cena in città, a Ponta Delgada, dietro la piazza delle tre porte. Ci siamo infilati in una trattoria piccolina e piena di locali, dove abbiamo gustato del tonno alla griglia assolutamente spettacolare (anche se a prova di vampiro, avrò raschiato via dalla bistecca almeno due spicchi di aglio tritato fine fine, e ne avrò mangiato almeno uno). Il giorno dopo era piuttosto grigio, e siamo comunque partiti per vedere la lagoa do fogo, fermandoci però lungo la via per visitare una fabbrica di ceramica, nella speranza che si alzasse il mal tempo e ci permettesse di vedere dal punto panoramico, visto che la lagoa si trova sempre sul fondo di una caldeira privata, a cui si può accedere solo a piedi lungo sentieri, per cui noi turisti mordi e fuggi non prevedevamo la scarpinata. La sosta è servita, per fortuna, per cui siamo riusciti ad ammirare la lussureggiante natura, che poi la giornata fosse freschina e io sia uscita con un sorriso buono per l'uomo del Similaun è un altro discorso. Anche perchè salendo ci eravamo fermati ad un altro piccolo parco con piscine termali, e lì, stanca o non stanca, ho fatto il bagno. Allegria!

Dopo un'ulteriore sosta alla spiaggia di Santa Barbara, nel nord dell'isola, paradiso dei surfisti, con onde davvero impressionanti, siamo tornati a Ponta Delgada per prepararci all'escursione pomeridiana: giro in catamarano a vedere cetacei.

Dopo una fulminea sosta in hotel (ho deposto gli asciugamani e il costume bagnati e mi sono messa abbigliamento caldo) siamo andati a pranzo alla marina (e pregato il signore di fare in tempo, perchè non hanno fretta di servirti, no no...) e nel frattempo qualcuno si è fatto dare i soldi e mi ha comprato il biglietto per l'escursione (sante subito!), mentre io divoravo in velocità l'ottima insalatona con pesce (tonno o gamberi? non ricordo più...). Ovviamente, vedere il porto che si allontanava e vedere la Vespucci dal mare è stato magico. Purtroppo quel giorno nessuna balena ci ha fatto ciao ciao con la coda, però abbiamo visto tursiopi e delfini comuni, due specie di di delfini, per l'appunto, ed un borgo a picco sul mare.

Per ora vi lascio, in fondo manca ormai solo il ritorno,

a presto!

P.s.: con tutti i nomi dei luoghi potete andare su google immagini e guardare da voi la meraviglia che ho visitato, trovate anche il parque terra nostra ;)

 

 
 
 

Pico per davvero

Post n°790 pubblicato il 21 Agosto 2018 da Bridigala

Scusate, credevo davvero che vi avrei raccontato due giorni in un post, ma ho esagerato, quindi ora vi parlo della visita all'isola di Pico, che si può raggiungere in traghetto dall'isola di Faial, e ospita la montagna più alta del Portogallo, l'unica su cui può nevicare, il monte Pico, per l'appunto. Quest'isola, oggi, è votata essenzialmente alla produzione del vino Pico, Blanco o tinto, molto fruttato e piuttosto forte. Per proteggere le viti dal vento e dalla salsedine, oltre che per liberare il terreno dai sassi, vengono costruiti innumerevoli muretti a secco, così guardando in lontananza sembra di vedere un'immensa griglia nera. Strano e suggestivo. Abbiamo fatto una breve fermata in una fabbrica di formaggio, dove abbiamo assaggiato la produzione, e chi pensava di proporre una cena azzorreana una volta tornato a casa ha potuto fare rifornimento. Giunti a Lajes di Pico abbiamo pranzato in una trattoria non elegante ma in cui decisamente sapevano il fatto loro, poi abbiamo visitato il piccolo e suggestivo museo dei balenieri. Le Azzorre infatti si sostenevano grazie alla caccia alla balena, e nelle mie foto si notano le postazioni di avvistamento delle balene, usate ancora oggi per avvistare i cetacei a scopo turistico. Durante i mesi nei quali non si poteva uscire in mare bisognava che. I balenieri passassero il tempo, e lo facevano decorando finemente le ossa di balena, e producendo quindi scrimshaw, o lavorandole con cura per ottenere accessori di vario tipo. Le loro barche, su scala diversa, ricordano un po' le gondole, lunghe e strette, col fondo quasi piatto, e i loro strumenti in mostra fanno pensare ad una vita estremamente dura. Ancora oggi vengono utilizzate per regate di vario tipo. Nel pomeriggio, poi, ci siamo fermati in un belvedere nel quale abbiamo seguito dei percorsi con scorci estremamente suggestivi,  in un luogo in cui erano ricavati anche degli scivoli per far rotolare i barili di olio di balena verso le navi. La sera ho aderito al suggerimento della guida, che ci ha spediti a mangiare il pesce in un ottimo ristorante, e ritornando siamo rimaste basite nel sentire un bambino che strillava, nonostante l'ora tarda. Alla fine ci siamo rese conto che si trattava di un uccello, che il fido Thomas ha identificato con la berta minore, che ha un verso piuttosto elaborato. Per ora vi saluto, che è meglio!

 
 
 

Faial e Pico, due isole in un colpo solo.

Post n°789 pubblicato il 06 Agosto 2018 da Bridigala

Il mattino successivo la sveglia sarebbe dovuta essere alle 5 e spiccioli, perché c'era un aereo da prendere... Peccato che ho sbagliato a metterla, così alle 6.20 'i suona il telefono in camera e la guida mi chiede che succede. Ovviamente volo giù dal letto e ringrazio i decenni di campi parrocchiali per avermi suggerito di lasciare solo il pigiama da riporre, e per le 6.32 sono in corriera con i miei compagni di viaggio, a cospargermi il capo di cenere. La colazione l'ho fatta al bar dell'aeroporto, dopo il check-in. Ovviamente la  mezz'ora di volo tra un'isola e l'altra è stata bella come sempre, addirittura sono riuscita a fotografare la cima del monte Pico dal finestrino dell'aereo, come fare il ritratto ad un amico, la foto è riuscita miracolosamente bene. All'arrivo a Faial noi ci siamo diretti a visitare l'isola, i nostri bagagli sono andati all'hotel. Faial è stata scoperta nel 1480, e subito regalata ad un nobile fiammingo, cui era stata dipinta come ricca di oro e pietre preziose. Nella realtà si trovò su una terra vulcanica, piena di fumarole e quant'altro, ma anche estremamente fertile. La nostra prima tappa è stata la visita ad un vulcano che ha aggiunto una consistente porzione di isola nel 1957, il Capelinhos, un paesaggio lunare come non l'avevo mai immaginato. Nel '58 il presidente USA diede la Green card a 1500 isolani, per permettere loro di emigrare e ricominciare a vivere. Splendido museo, vi consiglio di cercare le immagini su Google, capirete il fascino spettacolare del luogo. Nel pomeriggio abbiamo invece visitato la città principale dell'isola, Horta, sono arrivata "solo" fino alla chiesa Matrice, è tornata indietro chiacchierando con C.e A., una simpatica coppia di coetanei, per poi fermarmi a bere una coca nel mitico locale Peter. Il figlio del primo proprietario andava in mare aperto a recuperare i velisti che faticassero a raggiungere il porto, ed un inglese assiduo frequentatore lo aveva chiamato Peter, come il proprio figlio. Il nomignolo è rimasto, così come il fatto che per i velisti che arrivano a Horta bisogna dipingere nuvole me e simbolo Dell 'imbarcazione sulla Marina e andare a bere un gin da Peter per propiziare la buona sorte in mare.  

A presto!

 
 
 

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È per te che sono verdi gli alberi
e rosa i fiocchi in maternità
è per te che il sole brucia a luglio
è per te tutta questa città
è per te che sono bianchi i muri
e la colomba vola
è per te il 13 dicembre
è per te la campanella a scuola
è per te ogni cosa che c'è ninna na ninna e...
è per te che a volte piove a giugno
è per te il sorriso degli umani
è per te un'aranciata fresca
è per te lo scodinzolo dei cani
è per te il colore delle foglie
la forma strana della nuvole
è per te il succo delle mele
è per te il rosso delle fragole
è per te ogni cosa che c'è ninna na ninna e...
è per te il profumo delle stelle
è per te il miele e la farina
è per te il sabato nel centro
le otto di mattina
è per te la voce dei cantanti
la penna dei poeti
è per te una maglietta a righe
è per te la chiave dei segreti
è per te ogni cosa che c'è ninna na ninna e...
è per te il dubbio e la certezza
la forza e la dolcezza
è per te che il mare sa di sale
è per te la notte di natale
è per te ogni cosa che c'è
ninna na ninna e...
(Jovanotti)

 

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