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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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« LE BANCHE E LA CRIMINALI...E' GUERRA FRA UCRAINA E... »

LA RUSSIA DEL CRIMINALE PUTIN VLADIMIR PUTIN DETTA LE SUE CONDIZIONI RICATTATORIE A KIEV.

Post n°713 pubblicato il 23 Febbraio 2022 da Caino2007dgl

ECCO LA FRASE CHIAVE CHE DIMOSTRA CHE LA RUSSIA DEL DITTATORE VLADIMIR PUTIN E' ORMAI DIVENTATA UN'ORGANIZZAZIONE PER DELINQUERE ASSOLUTAMENTE INCAPACE DI STARE CORRETTAMENTE ENTRO IL SISTEMA INTERNAZIONALE ONU ED ALTRI DI PARI VALORE: all'atto in cui ,infatti, egli ha formalizato la sua decisione di riconoscere le cosiddette Repubblichette autonome del DONBASS  dell'UCRAINA  egli ha dichiarato solennemente e vigliaccamente che: «gli accordi di pace firmati a Minsk non esistono più».

COME SI POTRA' CONTINUARE AD AVERE CORRETTI E SERI RAPPORTI DIPLOMATICI ON SIMILI SOGGETTI CRIMINALI ?

QUELLO CHE, PER', MI FA STARE MALE E MI RATTRISTA COME EUROPEO, E' IL FATTO CHE IL SISTEMA EUROPA E QUELLO OCCIDENTALE IN GENERALE , NON HANNO ALCUNA CAPACITA' DI REAGIRE CON FORZA E VIGORE CONTRO QUESTI ATTEGGIAMENTI DITTATORIALI ANTIDEMOCRATICI ED ANTISOCIALI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMMESSI COME VERI BRIGANTI INTERNAZIONALI CHE ANDREBBERO SERIAMENTE ISOLATI PER SEMPRE E LASCIATI MARCIRE CON I SUOI ALLEATI COME PER ESEMPIO LA MALEDETTA PERICOLOSISSIMA CINA COMUNISTA.

TEMO, QUINDI, CHE DI FRONTE  QUESTE NEFANDEZZE POLITICHE, SOCIALI E CIVILI , IL SISTEMA OCCIDENTALE  NON SARA' ASSOLUTAMENTE IN GRADO DI REAGIRE CON STRUMENTI DAVVERO FORTI E VALIDI, COMINCIANDO AD ESPELLERE LA RUSSIA DAL SISTEMA ONU OVE PERALTRO ESSA DETIENE IL DIRITTO DI VETO SU OGNI DECISIONE AL PARI DELL'ALTRA DITTATURA CINESE, COSA ASSURDA E SORPRENDENTE DAVVERO.

VERGOGNA

 

ECCO COSA SI LEGGE NEL SEGUENTE LINK:

 

Ucraina, Putin detta le condizioni e prepara l’invio di soldati: «Rinunciate al Donbass». Zelensky chiede più armi

di Francesco Battistini

Mosca si aspetta da Kiev una rottura delle relazioni diplomatiche e ordina l’evacuazione delle sue rappresentanze in Ucraina. «Forniremo ogni tipo d’assistenza, compresa quella militare. Se c’è una guerra, rispetteremo gli obblighi presi», dice Putin.

 

dal nostro inviato
KIEV — La forza sia con te. Non passano nemmeno 24 ore e Vladimir Putin torna sul luogo dell’editto. Entra nella sala bianca del Cremlino, anticipa ogni risposta dalla Casa Bianca e in mano brandisce la carta bianca appena ottenuta dai suoi docili deputati della Duma: dopo il riconoscimento delle repubblichette filorusse, ecco l’«autorizzazione» — ovviamente votata all’unanimità — a usare la forza militare al di fuori dei confini russi. Un’altra svolta: i soldati, inviati lunedì sera nel Donbass ucraino, potranno dunque smettere le divise da finti peacemaker e nel caso far partire l’invasione vera. Saranno anche autorizzati a «raggiungere la linea di contatto» con le truppe ucraine, ovvero la primissima linea. Vladimir Vladimirovic guarda i giornalisti seduti a distanza e a semicerchio, com’erano disposti lunedì sera i suoi zelanti collaboratori: «Non ho mai detto — spiega e insieme non spiega — che le truppe russe entreranno in quel territorio dopo il mio incontro qui con voi. Impossibile prevedere. Dipenderà tutto dalla situazione che emergerà sul campo».

Quindi? Adesso c’è un accordo con le repubbliche di Lugansk e Donetsk — si potrebbe estendere, interpreta qualcuno, alle aree del Donbass ancora ucraine —, perciò «forniremo ogni tipo d’assistenza, compresa quella militare. Se c’è una guerra, e ovviamente se è necessario, rispetteremo gli obblighi presi». Che sia guerra, lo dicono i fatti. Anche lontano dal fronte: a Kiev qualche agenzia immobiliare riceve proposte d’affittare appartamenti lasciati vuoti fino a chissà quando. Mosca s’aspetta da Kiev una scontata rottura delle relazioni diplomatiche e ordina l’evacuazione di quel che rimane delle sue rappresentanze in Ucraina. Di più: per i separatisti di Donetsk e Lugansk arriva il riconoscimento anche dai filorussi dell’Ossezia georgiana e dalla Siria di Assad, ma intanto il mondo «ammetta finalmente» che l’invasione 2014 della Crimea fu una legittima annessione, la risposta a quel che la Nato impose in Kosovo nel 1999. Putin rimette sale su una ferita mai suturata: se l’Occidente riconobbe l’indipendenza degli albanesi kosovari dalla Serbia di Milosevic, è la sua tesi, ora faccia lo stesso coi russi del Donbass. E quanto all’Ucraina, la solita lista delle rimostranze: rinunci alla Nato, smonti «i missili nucleari puntati contro di noi, una minaccia inaccettabile», accetti che «gli accordi di pace firmati a Minsk non esistono più».

 

notizie apprese tramite il sito web: https://www.corriere.it/esteri/22_febbraio_23/ucraina-putin-donbass-soldati-d8dc66c4-9424-11ec-b277-6e3576ab2932.shtml

 

 

VERGOGNA

 

Cuneo,li 23.02.2022

 

Rinaldo

 

 
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