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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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« GLI USA E L' ILLEGALE ...GUERRA IN UCRAINA: La ci... »

LA NATO A GUIDA USA NELLA "GUERRA "ILLEGALE SCOPPIATA NELLA EX JUGOSLAVIA

Post n°779 pubblicato il 17 Aprile 2022 da Caino2007dgl

 

PER ONESTA' INTELLETTUALE E SERIA OBIETTIVITA' , RISPETTO AGLI ATTI CRIMINALI COMMESSI DAL 2014 E SOPRATTUTTO DOPO IL 24.02. C.A., DAL PERICOLOSO DITTATORE RUSSO VLADIMIR PUTIN, IN DANNO DEL POPOLO UCRAINO,OCCORRE ANCHE EVIDENZIARE, PER CHI SE NE FOSSE, EVENTUALMENTE, SCORDATO, TUTTI I MALI PROFONDISSIMI E MORTALI PRODOTTI ANCHE DALLA COLONIZZAZIONE DELL'AMERICA DEL NORD PER MANO DI CITTADINI EUROPEI SENZA SCRUPOLI IN COMPLICITA' ANCHE DELLA CHIESA CATTOLICA DI ROMA.

DODICESIMO CAPITOLO:

 

ECCO UN ALTRO TERRIBILE SPACCATO DEL MODO DI AGIRE DELLA NATO A GUIDA USA RIFERITO ANCHE AI SUOI SCELLERATI E PERICOLOSI INTERVENTI CON LA SCUSANTE VERGOGNOSA , SCANDALOSA ED ILLEGALE DI "ESPORTARE LA DEMOCRAZIA LIBERALE IN ALTRI PAESI" , POTERE POLITICO CHE NE' GLI USA NE' LA NATO HANNO MAI OTTENUTO DALL'ONU.

E LA  SCUSANTE E' SEMPRE  STATA QUELLA DI LOTTARE CONTRO IL COSIDDETTO IMPERIALISMO COMUNISTA.

FRA I TANTI SUOI SCIAGURATI ED ILLEGALI INTERVENTI, PER TALI MOTIVI, E' RAPPRESENTATO ANCHE IL FAMIGERATO INTERVENTO MILITARE NELLA EX JUGOSLAVIA ED, IN PARTICOLARE, IN SERBIA DOPO CHE NELLA REGIONE DEL KOSOVO, AL PARI DEL DONBASS, VI FU LA RIVOLTA ARMATA CONTRO IL GOVERNO CENTRALE LEGITTIMO SERBO.

SI DEVE RILEVARE IN QUESTA TRAGICA VICENDA CHE NESSUNO DEI PAESI COINVOLTI FACEVANO PARTE DELLA NATO, EPPURE, QUEST'ULTIMA, SFRUTTANDO LE SUE BASI AEROPORTUALI DELLA NOSTRA CITTA' DI AVIANO, DECISERO DI APPOGGIARE E FAVORIRE I RIVOLTOSI CRIMINALI DEL KOSOVO, PERLOPPIU' FORMATA DA GENTE PERICOLOSISSIMA IN QUANTO ERANO E SONO RIMASTI , NEL TEMPO, ISLAMICI RADICALI CHE CI ODIANO E CI DISPREZZANO PER LA NOSTRA DIVERSA FEDE.

INOLTRE, SI DEVE RICORDARE CHE DURANTE L'INTERVENTO NATO IN SERBIA, MOLTI PILOTI FURONO COSTRETTI A LIBERARSI DI BOMBE CHE NON ERANO RIUSCITI A SGANCIARE IN TERRITORIO "NEMICO" , DIRETTAMENTE NEL NOSTRO MARE ADRIATICO, PRIMA DI ATTERRARE IN AVIANO, PER MOTIVI DI SICUREZZA DI VOLO.

INFINE, NON SI PUO' NON RAMMENTARE CHE DURANTE TALE "GUERRA" ILLEGALE E CRIMINALE, MOLTI NOSTRI SOLDATI SI AMMALARONO PER POI MORIRE FRA ATROCI SOFFERENZE, PER COLPA DEL FATTO CHE I NOSTRI STATI MAGGIORI MILITARI, NON LI AVEVANO AVVISATI CHE GLI AMERICANI STAVANO FACENDO USO DI BOMBE DI URANIO IMPOVERITO, MOLTO PERICOLOSO PER LA SALUTE DELLA PERSONA. INFATTI, TUTTI I NOSTRI MILITARI EROICI, CHE SI AMMALARONO PER TALI BOMBE RADIOATTIVE, VENNERO IMPIEGATI SUL TERRENO DI "GUERRA" NELLA EX JUGOSLAVIA, SENZA ESSERE STATI MUNITI DI OTTENUTO ADEGUATE PROTEZIONI, RIMANENDO ESPOSTI PER MOLTO TEMPO A TALI MICIDIALI EFFETTI DANNOSI E PERICOLOSI PER LA LORO INTEGRITA' PSICO-FISICA.

ECCO , DUNQUE, UN'ALTRA STORIA VERAMENTE INQUIETANTE ED INDECOROSA DAVVERO CRIMINALE COMMESSA DALLA NATO A GUIDA USA, CHE VA CONDANNATA SENZA SE E SENZA MA:

 

Le guerre jugoslave sono state una serie di conflitti armati, inquadrabili tra una guerra civile e conflitti secessionisti, che hanno coinvolto diversi territori appartenenti alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, una decina di anni dopo la morte di Tito, tra il 1991 e il 2001, causandone la dissoluzione.

Diverse le motivazioni che sono alla base di questi conflitti. La più importante è il nazionalismo imperante nelle diverse repubbliche a cavallo fra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta (in particolare in Serbia, Croazia e Kosovo, ma in misura minore anche in Slovenia e nelle altre regioni della Federazione), con una propaggine finale nel XXI secolo del conflitto nella Repubblica di Macedonia del 2001.

Influenti anche le motivazioni economiche, culturali, gli interessi e le ambizioni personali dei leader politici coinvolti e la contrapposizione spesso frontale fra etnie e religioni diverse (cattolici, ortodossi e musulmani), fra le popolazioni delle fasce urbane e le genti delle aree rurali e montane, oltre che gli interessi di alcune entità politiche e religiose (anche esterne) a porre fine all'esperienza della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.

 

L'eredità di Tito (1980-1986)

Dopo la morte di Tito, avvenuta il 4 maggio 1980, la Jugoslavia visse sino al 1986 un periodo di relativa serenità. Era sembrato che il sistema costruito e rivisto nei decenni da Tito potesse continuare a funzionare nonostante la progressiva scomparsa dei protagonisti della resistenza, confluiti nell'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia, e della politica titoista. Nel 1983 morì anche Aleksandar "Leka" Ranković, storico ex ministro e capo del servizio segreto jugoslavo. Tito era riuscito a bilanciare le diverse istanze nazionalistiche placando antichi odi territoriali, etnici e religiosi in un equilibrio che appariva stabile, grazie probabilmente anche all'adesione al socialismo rivista in chiave critica allo stalinismo. La Jugoslavia era stata infatti tra i fondatori del Movimento dei paesi non allineati, distaccandosi così sia dal blocco occidentale sia dal blocco orientale.

La Jugoslavia socialista e federale, così come costruita da Tito e da Edvard Kardelj, il teorico e costituzionalista sloveno, si basava sulla politica della Fratellanza e Unità (Bratstvo i Jedinstvo) fra i diversi popoli jugoslavi, garantendo a ciascuno, comprese le minoranze nazionali, dignità, autonomia decisionale e rappresentatività istituzionale. Tuttavia il regime jugoslavo aveva utilizzato anche la forza per stroncare quei movimenti, come la Primavera croata del 1971, che avevano dimostrato l'emergere del nazionalismo etnico, nonché di essere un pericolo per l'unità della Federazione, per il ruolo centrale della Lega dei Comunisti di Jugoslavia e per il sistema economico dell'autogestione e del "socialismo di mercato".

Un contributo al successo dell'operazione di Tito era venuto dagli aiuti anche economici provenienti dall'Occidente e volti a tenere staccata la Jugoslavia dalla sfera di influenza sovietica, e a farne, anche grazie alla personalità del presidente jugoslavo, il Paese-guida del Movimento dei non allineati.

Nel 1983 il primo ministro, la croata Milka Planinc, varò un grande piano di stabilizzazione, sottoposto al controllo tecnico del Fondo monetario internazionale, con l'ambizioso obiettivo di ridurre l'inflazione, creare posti di lavoro, diminuire la dipendenza dalle importazioni e contenere il debito pubblico, allo scopo di rilanciare l'economia, anche se con misure decisamente pesanti per un paese che si definiva socialista. L'economia, ingolfata dopo la straordinaria crescita degli anni settanta[1], era una delle principali cause di scontro fra le diverse repubbliche. Comunque, il paese godeva di un certo prestigio internazionale e nel 1984 Sarajevo ospitò anche i XIV Giochi olimpici invernali.[2]

Destabilizzazione del Paese (1987-1989)

Nell'estate del 1987 scoppiò lo scandalo finanziario e politico dell'Agrokomerc, la più grande azienda bosniaca.

Sulla scena politica serba si era messo nel frattempo in luce Slobodan Milošević, divenuto presidente della Repubblica Socialista di Serbia l'8 maggio 1989.

I rapporti fra le varie repubbliche erano ancora abbastanza sereni, nonostante la montante insofferenza slovena (un Paese storicamente e tradizionalmente legato alla Mitteleuropa, che considerava la sua vera "patria" culturale) per le strutture federali; all'interno della Jugoslavia era invece evidente il malessere tra i Serbi e gli Albanesi del Kosovo. La provincia serba era a schiacciante maggioranza albanese e chiedeva, come già in passato, maggiore autonomia politica, anche attraverso la costituzione della settima repubblica jugoslava, il Kosovo indipendente dalla Serbia.

Nel 1986 venne pubblicato il Memorandum dell'Accademia Serba delle Scienze (noto anche come Memorandum SANU), un documento dove degli intellettuali serbi denunciavano una generale campagna anti-serba, esterna e interna alla repubblica, e forniva le basi ad un rinato nazionalismo serbo basato sulla riedizione della teoria della "Grande Serbia", già presente (e concausa scatenante della prima guerra mondiale) nella prima metà del Novecento. Milošević non esitò a cavalcare questa ondata nazionalista, adottando la teoria secondo la quale "la Serbia è là dove c'è un serbo".[3] Nell'ottobre 1988 costrinse alle dimissioni il governo provinciale della Voivodina, a lui avverso; riformò la costituzione serba, eliminando l'autonomia costituzionalmente garantita al Kosovo (28 marzo 1989); guidò infine enormi manifestazioni popolari (a Belgrado, il 18 novembre 1988, e in Kosovo, il 28 giugno 1989).

In Croazia nel maggio del 1989 si formò l'Unione Democratica Croata (Hrvatska Demokratska Zajednica o HDZ), partito anti-comunista di centro-destra che a tratti riprendeva le idee scioviniste degli ustascia di Ante Pavelić, guidato dal controverso[4] ex generale di Tito Franjo Tuđman.

In Slovenia scoppiò il caso di quattro giornalisti (tra i quali il più noto era Janez Janša), accusati di aver tentato di pubblicare segreti militari nella popolare rivista d'opposizione Mladina. I quattro giornalisti scoprirono dei documenti su un ipotetico intervento militare federale in Slovenia, da attuare in caso di un'evoluzione democratica e sovranista del paese. Il processo ai quattro imputati, che si tenne in lingua serbo-croata e non in sloveno, violando il principio del plurilinguismo, scatenò proteste popolari e dette avvio alla cosiddetta "Primavera slovena".

Nel frattempo, quando alla presidenza della Repubblica venne eletto il giovane filo-serbo Momir Bulatović, anche nel piccolo Montenegro la vecchia dirigenza titoista venne spazzata via (1989).

 

NOTIZIE SOMMARIE TRATTE DAL SITO WEB: https://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_jugoslave

 

La guerra del Kosovo fu un conflitto armato combattuto tra il febbraio 1998[18] e l'11 giugno 1999[19], nell'ambito delle più ampie guerre jugoslave; il conflitto aveva come suo centro la definizione dello status del Kosovo, allora appartenente alla Repubblica Federale di Jugoslavia.

La guerra vide contrapposte le truppe federali jugoslave all'organizzazione, considerata terroristica dall'ONU, dell'Ushtria Çlirimtare e Kosovës (UÇK), fautrice dell'indipendenza del Kosovo dalla Jugoslavia. L'intensificarsi del conflitto portò nel marzo del 1999 a una campagna di attacchi aerei della NATO contro la Repubblica Federale; il successivo accordo di Kumanovo del 9 giugno 1999 sancì la conclusione delle ostilità, il ritiro delle truppe federali dal Kosovo e lo stabilirsi nella regione di un protettorato internazionale (UNMIK) sotto l'egida delle Nazioni Unite.

 

NOTIZIE SOMMARIE TRATTE DAL SITO WEB: https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Kosovo

 

ECCO LE NOTIZIE UTILI PER SAPERNE ,EVENTUALMENTE, DI PIU' SUL DRAMMA DEI NOSTRI SOLDATI AMMALATISI E MORTI PER COLPA DELLE BOMBE DI URANIO IMPOVERITO USATE DAGLI AMERICANI DURANTE LA "GUERRA" ILLEGALE IN SERBIA E NEL KOSOVO.

Zone che hanno subito bombardamenti con uranio impoverito

 

Responsabili sarebbero i bombardamenti della Nato del 1995 e 1999 su Bosnia Erzegovina, Serbia e Kosovo, con proiettili all'uranio impoverito.
  • 10 giu 2013Con la fine della guerra, circa 5.000 abitanti, tutti serbo-bosniaci, sfollano nella cittadina di Bratunac che gli accordi di pace di Dayton ...
Nel '96 il quotidiano serbo Politika aveva denunciato un aumento dei casi di tumore nella popolazione in conseguenza dei bombardamenti della Nato. Nella guerra ...


ALCUNI DATI SALIENTI SUI NOSTRO SVENTURATI SOLDATI AMMALATISI E MORTI A CAUSA DELLA LORO PROLUNGATA ESPOSIZIONE ALLE BOMBE DI URANIO IMPOVERITO, MAI PREAVVISATO DAI LORO COMANDANTI MALEDETTI E VIGLIACCHI:
Sono 7600 i militari italiani che si sono ammalati di cancro a causa dei proiettili all'uranio impoverito utilizzati dalla NATO durante i bombardamenti del 1999 in Jugoslavia e, di questi, 400 sono deceduti.29 mar 2021

 

 
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