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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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Cosa succede se vince la Russia, in Ucraina?

Post n°791 pubblicato il 26 Aprile 2022 da Caino2007dgl

 

Cosa succede se vince la Russia, in Ucraina?

di Gianluca Mercuri

Cosa succederebbe se la Russia sconfiggesse l'Ucraina? Quali sono le condizioni per cui Mosca potrebbe dichiarare di aver vinto? E quali conseguenze ci sarebbero per l'Europa, e per la Nato?

 

 

E se la Russia vincesse in Ucraina?

Questa domanda non fa dormire gli esperti di sicurezza in America e in Europa, per due motivi:
a) ci sono moltissime probabilità che succeda e
b) se succede, America ed Europa dovranno ripensare la loro idea di ordine mondiale e convivere con una minaccia russa permanente e subdola, sempre più capace di insinuarsi all’interno dei loro sistemi (politici, economici e culturali).

Il tema è stato preso di petto da una lunga analisi di Foreign Affairs.

Quale sarebbe la vittoria della Russia? In pratica, un’evoluzione simile a quella della Siria: in apparenza non particolarmente solida, ma perfetta per gli interessi di Mosca.

Quando i russi intervennero in Siria, nel 2015, Barack Obama disse che si erano infilati in un pantano, ma alla fine nel pantano c’è finita l’America.

La Russia, con perdite sostenibili, ha rafforzato un regime amico e guadagnato un peso decisivo in Medio Oriente.

Qual è il parallelo con l’Ucraina? Scrive la rivista americana: «Per la Russia, la vittoria in Ucraina potrebbe assumere varie forme. Come in Siria, non deve necessariamente risultare in una soluzione sostenibile. Potrebbe comportare l’installazione di un governo compiacente a Kiev o la divisione del paese. In alternativa, la sconfitta dell’esercito ucraino e la negoziazione di una resa dell’Ucraina potrebbero trasformarla effettivamente in uno stato fantoccio». E soprattutto, definitivamente staccato dall’Europa.

 

La fine dell'Europa come la conosciamo

«Se la Russia raggiunge i suoi obiettivi politici in Ucraina con mezzi militari, l’Europa non sarà più quella che era prima della guerra». Perché?

Perché Europa e America non potranno più nemmeno fingere che la Nato assicuri stabilità a tutto il continente: potrà farlo a stento per i propri membri. «La sicurezza in Europa dovrà essere ridotta a difendere i membri principali dell’Ue e della Nato. Tutti quelli al di fuori dei due club resteranno soli, con l’eccezione di Finlandia e Svezia. Potrebbe non essere necessariamente una decisione consapevole, quella di porre fine all’allargamento o alle politiche di associazione; ma sarà una politica de facto.

Sotto un assedio percepito da parte della Russia, l’Ue e la Nato non avranno più la capacità di politiche ambiziose oltre i propri confini».

Il ribaltamento del concetto di deterrenza

Dire che «non si può fare la terza guerra mondiale» perché la Russia ha le armi nucleari, come ha fatto Biden, è la pura verità, ma significa anche prendere atto che Putin ha ribaltato il concetto di deterrenza nucleare: prima non si poteva fare la guerra per la certezza di una risposta micidiale, ora si può fare la guerra grazie alla certezza che la risposta (occidentale) non ci sarà.

È come se il nucleare occidentale fosse all’improvviso spuntato, mentre quello russo è al massimo dell’efficacia dissuasiva.

 

Guerra economica e destabilizzazione interna

Lo scontro economico rischia di essere permanente: «L’Occidente cercherà di imporre sanzioni radicali, che la Russia probabilmente parerà con misure informatiche e ricatti energetici, date le asimmetrie economiche».

Ma il pericolo più grande Europa e America lo correranno al loro interno: la politica interna dei paesi europei, in particolare, diventerà «il grande gioco del ventunesimo secolo», con la Russia impegnata a studiare ogni sfumatura europea per favorire una differenziazione, se non una rottura della solidarietà transatlantica e dell’impegno verso la Nato.

«Attraverso metodi anche sporchi, la Russia coglierà qualsiasi opportunità per influenzare l’opinione pubblica e le elezioni nei paesi europei. La Russia sarà una presenza anarchica — a volte reale, a volte immaginaria — in ogni caso di instabilità politica europea».

Non basta: è ipotizzabile un’ondata di rifugiati che «esacerberà l’irrisolta politica migratoria dell’Ue e fornirà terreno fertile per i populisti».

E allora, «il Santo Graal di queste battaglie informative, politiche e informatiche saranno le elezioni presidenziali del 2024 negli Stati Uniti». Da quell’appuntamento dipenderà il futuro dell’Europa: se vincono Trump o un trumpiano, «si potrebbe distruggere la relazione transatlantica nell’ora del massimo pericolo per l’Europa». Attenzione: si sta parlando esattamente di noi, della tentazione che una parte della politica avrà inevitabilmente, quella di puntare sugli interessi immediati (esempio: quanto siamo disposti davvero a vedere aumentare la bolletta del gas?) a costo di sacrificare i valori di fondo, che poi corrispondono ai nostri interessi di lungo periodo (in tre parole, democrazia, pace e sicurezza).

 

Ma nessuna vittoria è permanente

Ma nessuna vittoria è permanente. E nemmeno quella della Russia in Ucraina lo sarebbe. Perché «molto spesso i semi dei problemi si trovano sotto la patina della vittoria militare». E infatti: «La Russia può sventrare l’Ucraina sul campo di battaglia. Può rendere l’Ucraina uno stato fallito. Ma può farlo solo perseguendo una guerra criminale e devastando la vita di uno stato-nazione che non ha mai invaso la Russia».

È qui che entrano in gioco i valori occidentali, che possono essere la vera arma vincente se sostenuti con coerenza e pazienza: «Attraverso le loro alleanze e il sostegno al popolo ucraino, gli Stati Uniti e l’Europa possono incarnare l’alternativa alle guerre di aggressione e all’etica del potere. Agli sforzi russi per seminare il disordine possono essere contrapposti gli sforzi occidentali per ristabilire l’ordine. L’Occidente può mettersi dalla parte della decenza e della dignità in questo conflitto. Le guerre vinte non sono mai vinte per sempre. Spesso il tempo sconfigge i paesi che vincono le guerre sbagliate».

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sulla Rassegna stampa del Corriere, disponibile per tutti gli abbonati. Chi non è ancora abbonato può trovare qui le modalità per farlo, e avere accesso a tutti i contenuti del sito, tutte le newsletter e i podcast, e all’archivio storico del giornale.

 

ELEMENTI DI RIFLESSIONE TRATTI DAL SITO WEB: https://www.corriere.it/esteri/22_febbraio_25/cosa-succede-se-vince-russia-ucraina-9661575e-960f-11ec-ae45-371c99bdba95.shtml

 

Cuneo,li 26.04.2022

 

Rinaldo

 

 

 
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