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DISCUSSIONE SUGLI ATTI IMPURI IN RELAZIONE ALLA NOTA PRESCRIZIONE INSERITA NEI COMANDAMENTI DI DIO.
LA FEDE CRISTIANA VA VISSUTA SEMPRE CORRETTAMENTE.
DISCUSSIONE SUGLI ATTI IMPURI IN RELAZIONE ALLA NOTA PRESCRIZIONE INSERITA NEI COMANDAMENTI DI DIO.
INFATTI , PER IL VERO E CONVINTO CRISTIANO , CI SI DEVE CHIEDERE SEMPRE COME GLI ATTI COSIDDETTI IMPURI , SI CONCILIANO CON IL COMANDAMENTO DI DIO CHE DISPONE: NON COMPIERE ATTI IMPURI ?
LE ATTIVITA’ INNATURALI CHE OGNI GIORNO GLI OMOSESSUALI – GAY E LESBICHE COMPIONO – COME SI CONCILIANO CON IL SESTO COMANDAMENTO DI NOSTRO SIGNORE ONNIPOTENTE ?
RISPOSTA DEL TEOLOGO:
Fuori dai rapporti coniugali all’interno dei quali la sessualità trova un suo preciso e naturale significato e una sua fecondità, l’uso della sessualità in tutte le sue forme, risulta essere «fuori luogo» e quindi oggettivamente peccaminoso. Le attenuanti possibili, come per ogni peccato, sono da valutare, ma nei fatti ogni atto sessuale posto fuori dal contesto matrimoniale risulta essere in senso lato (ma reale) un adulterio, cioè una lesione alla dignità del matrimonio per il quale la sessualità ha il suo contesto proprio.
Questo significa semplicemente che tutti gli omosessuali vivono la loro vita sessuale in un continuo e perdurante gravissimo stato di peccato in quanto le loro attività sessuali contrastano decisamente e fortemente con la prescrizione fissata in modo indiscutibile e chiarissima con il sesto comandamento di DIO.
Ecco comunque da quale analisi approfondita, anch’io mi sono convinto di questa forma di peccato gravissimo compiuto dal mondo lgtbqi come rilevasi dal seguente link: Cosa vuol dire LGBTQI - Il Post
https://www.ilpost.it › 2019/12/29 › lgbt-sigla-significato
29 dic 2019 — Nel corso del tempo alla sigla originale LGBT si sono aggiunte altre lettere, a indicare altri orientamenti sessuali e altre identità di ...
Risponde il teologo
Sesto comandamento: cosa significa «non commettere atti impuri»?
Il sesto comandamento - osserva un lettore - viene in genere indicato con «Non commettere atti impuri», ma nelle Tavole della legge si parla espressamente di «adulterio». Non è stato un modo per «andare oltre» le indicazioni che Dio aveva dato a Mosè?, chiede il lettore. Risponde don Filippo Belli, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell'Italia centrale.
17/09/2017 di Redazione Toscana Oggi
Vorrei qualche chiarimento in merito al sesto comandamento, che generalmente viene indicato così: «Non commettere atti impuri». Le parole esatte del libro dell’Esodo però secondo la traduzione più recente sono «non commetterai adulterio», che indica una cosa ben precisa. Perché nella tradizione della Chiesa ha prevalso una formula generica, nella quale si possono far rientrare molte cose? Non è stato un modo per «andare oltre» le indicazioni che Dio aveva dato a Mosè?
Emanuele Miniati
Per comprendere in modo adeguato la questione e una sua possibile risposta, occorre anzitutto considerare i dati che ci vengono offerti dalla Sacra Scrittura.
Il due testi di Es 20 e Dt 5 che ci riportano il decalogo, sul sesto comandamento sono concordi nella formulazione: «non commetterai adulterio». In esso si escludono quindi le relazioni extraconiugali degli sposi. Il confronto con altri testi ci dice che questa proibizione però valeva in modo diverso per l’uomo e per la donna, giacché era ancora in vigore la poligamia. Quindi l’uomo poteva avere relazioni con donne libere (ma non quelle sposate) mentre per la donna era esclusa ogni relazione fuori dal matrimonio. Il comandamento non dice di più e non tocca altri aspetti riguardanti la sessualità. Esso è inteso a salvaguardare in modo chiaro la dignità del matrimonio come dono prezioso da custodire integro. È tanto vero che la sanzione per l’adulterio era addirittura la morte.
L’Antico Testamento però, attraverso la legislazione mosaica, si sofferma su altri aspetti della vita sessuale, condannando diversi abusi quali l’incesto in tutte le sue forme, l’impudicizia, la prostituzione, la pederastia, l’omosessualità praticata, la zoofilia. Anche qui le sanzioni sono molto pesanti.
Il Nuovo Testamento, a partire da Gesù, conferma l’intento della legislazione mosaica per ciò che riguarda il matrimonio e in particolare il sesto comandamento che proibisce l’adulterio, che viene addirittura radicalizzato. Ricordiamo le parole di Gesù: «chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con essa nel suo cuore». Il collegamento al nono comandamento è esplicito e quindi allarga il concetto di adulterio al desiderio di possedere una donna non propria. È un già primo indizio che il famoso «sesto» ha una possibile portata più larga di quella della lettera.
Se poi ci soffermiamo a considerare le lettere di San Paolo e in particolare le varie liste di vizi che egli ogni tanto enumera, siamo di fronte a una severa condanna e riprovazione di tutte le possibili deviazioni sessuali. Tanto per citare un esempio: «Non ingannatevi, né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né effemminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapinatori erediteranno il regno di Dio» (1Cor 6,8-10; cf. anche Rm 1,24-32; Ef 5,3-5; Gal 5,19-21; 1Tm 1,10).
È in base a questa mole di dati che la Chiesa di tutti i tempi ha sempre visto nel matrimonio o nella verginità consacrata i luoghi in cui la sessualità può essere vissuta nel suo intento originario e fecondo. Da una parte, nel matrimonio, la vita sessuale esprime l’unità delle due persone, la incrementa, e si apre al dono della vita nella generazione dei figli. D’altra parte, nella verginità consacrata, la sessualità, vissuta nell’astinenza e nella castità, indica ed esprime fattivamente l’origine e il fine di ogni amore nell’amore esclusivo di Dio e per Dio.
È quindi stato facile nel corso del tempo, anche se non con linguaggio sempre appropriato (e con una insistenza a volte fastidiosa e maniacale), far confluire tutte le possibili pratiche devianti della sessualità all’interno del sesto comandamento. In effetti, fuori dai rapporti coniugali all’interno dei quali la sessualità trova un suo preciso e naturale significato e una sua fecondità, l’uso della sessualità in tutte le sue forme, risulta essere «fuori luogo» e quindi oggettivamente peccaminoso. Le attenuanti possibili, come per ogni peccato, sono da valutare, ma nei fatti ogni atto sessuale posto fuori dal contesto matrimoniale risulta essere in senso lato (ma reale) un adulterio, cioè una lesione alla dignità del matrimonio per il quale la sessualità ha il suo contesto proprio.
DAL SITO WEB: https://www.toscanaoggi.it/Rubriche/Risponde-il-teologo/Sesto-comandamento-cosa-significa-non-commettere-atti-impuri
Ed inoltre in aggiunta di quanto sopra esposto si deve tenere conto anche di quanto sotto riportato:
Sesto Comandamento
"Non commettere adultero".
(Es 20,14; Dt 5,18)).
"Questo comandamento, ci chiede di rispettare il nostro corpo e ci invita a percorrere una strada che a volte è impervia e faticosa come un sentiero di montagna, porta a realizzare nella nostra vita la purezza: è una conquista molto impegnativa ma possibile.
(Mt 5,27-28).
Non commettere atti impuri
Se l'uomo offende Dio col peccato, lo fa, per lo più, attratto dal piacere. La difficoltà di regolare l'istinto del piacere è grande, specialmente nei riguardi del piacere procurato dalle sensazioni gustative e dalle percezioni tattili, e tra queste, la mancanza più grave è il vizio della lussuria.
La lussuria
è la forma più semplice per esprimere il proprio egoismo, questa è una tentazione che dura quanto la vita stessa. È la ricerca ingorda e disordinata del piacere corporale, è uno dei sette vizi capitali ed è la causa di tutti gli atti impuri condannati dal Signore, cominciando dall'adulterio.
"È un desiderio disordinato o una fruizione sregolata del piacere venereo. Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione".
(Catechismo della Chiesa Cattolica 2351).
Libidine
è una voglia smodata del desiderio sessuale.
L'adulterio
è la forma più grave d'impurità sessuale e si commette quando un marito ha rapporti carnali con una donna coniugata, in quanto viola il proprio vincolo matrimoniale, come pure quando un individuo non coniugato ha rapporti con una donna sposata, entrambi compiono il peccato di adulterio. Chi non evita l'impudicizia alla fine cadrà nell'adulterio. Nella proibizione dell'adulterio è incluso il divieto di ogni genere d'impurità che può contaminare il corpo e che comprende ogni intima libidine dell'animo.
Nella Bibbia sono descritte le punizioni della libidine carnale, oltre l'adulterio. Nella Genesi, per esempio si legge della sentenza pronunciata da Giuda contro la nuora (Gn 38,24); nel Deuteronomio è formulato questo precetto: "tra le figlie d'Israele nessuna sia cortigiana" (Dt 23,17). Tobia esorta: "Guardati, figlio mio, da ogni atto impudico" (Tb 4,13). E l'Ecclesiastico dice: "Vergognatevi di guardare la donna peccatrice".
(Si 41,25).
Nel Vangelo Gesù Cristo dichiara che dal cuore si emanano gli adultèri e le azioni disoneste che macchiano l'uomo (Mt 15,19). L'apostolo Paolo bolla di frequente, con parole roventi, questo vizio, e altrove ribadisce: "Fuggite l'impudicizia!" (1Co 6,18). "Non immischiatevi con gli impudichi" (1Co 5,9); "In mezzo a voi, non siano neppur nominate l'incontinenza, l'impurità di ogni genere e l'avarizia" (Ep 5,3); "Disonesti, adulteri, effeminati e pederasti, non possederanno il regno di Dio".
(1Co 6,9).
Fuggite l'impudicizia; qualunque peccato l'uomo commetta, si svolge fuori del corpo, ma il fornicatore pecca sul proprio corpo (1Co 6,18). A quei di Tessalonica lo stesso san Paolo diceva: "Non abbandonatevi alle passioni come fanno i pagani" (1Th 4,5). Il ventre ripieno provoca la libidine, come disse il Signore: "State bene attenti che i vostri cuori non se intontiscano in dissipazioni, ubriachezze".
(Lc 21,34).
L'impurità
c'è quando si cerca il piacere carnale a tutti i costi, quando si corre fra le braccia di una meretrice, quando nel matrimonio si compie l'atto sessuale senza ordine, quando si facilitano la separazione e il divorzio, quando si genera una convivenza. Impurità è dimenticare che "sesso" non vuol dire solo godimento, ma principalmente affetto, comunione, gentilezza, bontà, ascolto, sensibilità, comprensione, carità.
Se l'uomo si regola secondo ragione in questo settore, allora è un uomo casto. Il cristianesimo ha riportato questa virtù alla sua radice interiore, esigendo, prima che la rettitudine delle opere, la moralità dell'intenzione, l'integrità della mente: "Fu detto non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore" (Mt 5,27). Gesù si ricollegava con il genuino significato dei precetti mosaici. La legge mosaica, non solo col sesto comandamento diceva: "non commetterai adulterio", ma anche con il nono comandamento: "non desidererai la moglie del prossimo".
(Es 20,14-17).
La fornicazione
è l'unione carnale fra uomo e donna non sposati, così come i rapporti prematrimoniali e gli atti sessuali completi tra fidanzati.
Lo stupro è la violenza sessuale ai danni di una persona indifesa.
La pedofilia è l'abuso e lo sfruttamento dei minori a scopo di libidine.
L'omosessualità è il rapporto fra persone dello stesso sesso, che la Bibbia condanna con queste parole: "Non giacere con maschio come si fa con una donna: è un abominio" (Lv 18,22).
La prostituzione è la vendita a pagamento di prestazioni sessuali.
L'incesto è l'unione carnale fra componenti di una stessa famiglia.
La pornografia è la diffusione di stampa e video indecenti.
La masturbazione è l'eccitazione volontaria degli organi genitali per provare piacere.
L'onanismo sono gli atti sessuali incompleti per evitare la fecondazione (Gn 38,4-10).
L'impurità carnale è la via privilegiata di Satana per corrompere un'anima, poiché è la più facile. Perciò bisogna vegliare (Mt 26,41), perché può allontanare dalla fede e dalla devozione, corrompere corpo e anima, trascinare verso il piacere sfrenato, idolatrare la carne, rendere malvagi.
Per questo San Paolo ci esorta ad astenerci dalle cose impure, per entrare nel regno dei cieli e non essere come i pagani che non conoscono Dio. L'apostolo ci insegna a vincere le passioni della carne per pervenire alla nostra crescita spirituale: "Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia, neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi; lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose tutte sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie! Perché, sappiate bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro - che è roba da idolatri - avrà parte al regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l'ira di Dio sopra coloro che gli resistono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente".
(Ef 5,3-11).
Non commettere atti impuri significa, in fondo, educarsi all'amore vero, che rispetta gli altri come figli di Dio, e se stessi come tempio dello Spirito Santo. La nostra sessualità, voluta dal Signore, è una potente fonte di energia, se vissuta in modo intelligente ed evangelico. Essa ci aiuta ad amare il nostro prossimo nella sua completezza umana e spirituale, ed è figura e anticipazione di quell'Amore che troveremo perfettamente appagato nell'eterna Luce del cielo.
La castità
significa vivere la sessualità secondo il progetto di Dio, evitando la malizia del cuore. La castità è avere nel cuore un amore grande che ci fa guardare alle cose e alle creature con lo sguardo puro di Dio. San Paolo ci parla anche d'impudicizia. Essa è il contrario della castità; è qualunque comportamento o atteggiamento, qualunque pensiero e desiderio che offende la santità e la bellezza del nostro corpo. Ci sono pensieri, parole, azioni, letture, spettacoli, divertimenti che offuscano la purezza del cuore. La castità evangelica è di tutti. Rende capaci di amare in modo completo e santo, nel pieno dominio del corpo, del cuore e della mente. Senza luce e senza grazia, l'uomo diventa un bruto e compie atti che generano disgusto, sprezzo di sé e del proprio partner, insoddisfazione, ira, turbamento di coscienza, agitazione.
Da sempre, i Padri della chiesa hanno speso parole per farci comprendere quanto grandi siano la turpitudine e il pericolo delle passioni sensuali, perché sono peccati che portano un vero flagello e causano la rovina.
Riflessione
Non commettere atti impuri
L'impurità carnale è la via privilegiata di Satana per corrompere un'anima, poiché è la via più facile. Il sesso non è un male, ma può allontanare dalla fede e dalla devozione, corrompere corpo e anima, trascinare verso il piacere sfrenato, all’idolatrare la carne, rendere malvagi. La libidine estingue la luce dello spirito e uccide la grazia. Senza luce e senza grazia l'uomo diventa un bruto e compie azioni che portano al disgusto, al disprezzo di sé e del proprio partner, e portano all’insoddisfazione, all’ira, al turbamento di coscienza, e agitazione.
Il piacere sessuale è immediato facile e intenso, è come l’arsura che non si estingue che ci porta a ricercarlo indefinitamente e così ci conduce, ad un vizio così potente che porta all’asservimento delle passioni ed è la più vergognosa ed umiliante schiavitù che conduce in un orizzonte povero di vita che disumanizza. Con questo vizio si rinuncia alla propria dignità e si diventa simili alle bestie, talvolta porta a dissipare il denaro, distruggere la pace della famiglia, la pace del cuore e corrompe l’anima. Quando si comprende che il cuore sprofonda nella passione o in un amore peccaminoso, occorre immediatamente abbandonare quegli affetti, altrimenti le fiamme amorose aumenteranno sempre più e si svilupperà un incendio inestinguibile. Se il cuore umano non è tenuto a freno, porta nell’abisso della impurità che è la via maestra che conduce nell’abisso infernale.
Non dobbiamo fare del piacere il nostro dio, essere succubi dai desideri e dalle passioni della carne sospinti dal vento impetuoso della libidine, dobbiamo astenerci dalla impudicizia, in fondo si tratta di educarci all'amore vero, all'amore che rispetta anche gli altri. La sessualità è una potente fonte di energia, se viene vissuta in modo intelligente e conforme ai principi cristiani, solo cosi può diventare una anticipazione di quell'Amore che troveremo perfettamente appagato nell'eterna Luce di Dio.
La donazione fisica totale sarebbe menzogna se non fosse segno e frutto della donazione personale totale, nella quale tutta la persona, anche nella sua dimensione temporale, è presente: se la persona si riservasse qualcosa o la possibilità di decidere altrimenti per il futuro, già per questo essa non si donerebbe totalmente. Ed ancora, la persona non può mai essere considerata un mezzo per raggiungere uno scopo; mai, soprattutto, un mezzo di godimento.
San Giovanni Paolo
DAL SITO WEB. https://digilander.libero.it/monast/comandamenti/atti.htm
Ed anche vedansi:
Perché gli atti tra omosessuali vengono detti contro natura se ...
https://www.amicidomenicani.it › perche-gli-atti-tra-om...
14 dic 2015 — Gli stessi atti impuri, dice la Chiesa, sono un bisogno naturale del ... La sessualità maschile e femminile delle persone omosessuali non è ...
Adulterio o atti impuri nel sesto comandamento?
https://www.famigliacristiana.it › articolo › adulterio-o-...
10 ott 2017 — Nel modo di pensare comune il «non commettere atti impuri» è riferito all'uso ... che fra gli atti impuri ci quelli gli "atti" omosessuali ?
VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA
Infatti , confondere il diritto di amare e rispettare ogni persona , non include quello peccaminoso delle attività sessuali che gli omosessuali che , dal punto di vista della morale cattolica -cristiana essi si sono arbitrariamente attribuito in modo illegittimo con la prepotenza infischiandosene del sesto comandamento di DIO.
Cuneo,li 03.12.2022
Rinaldo
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