Creato da Caino2007dgl il 26/10/2010
LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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ANNO 20223: CASO TRAGICO DEL MAFIOSO MATTEO MESSINA DENARO: GIUSTIZIA DENEGATA PER IL POPOLO ITALIANO

Post n°1197 pubblicato il 24 Settembre 2023 da Caino2007dgl

 

GIUSTIZIA DENEGATA PER IL POPOLO ITALIANO:I DIFETTI DA MODIFICARE INSITI NEL FAMIGERATO ART. 27 DELLA COSTITUZIONESTORIE VERGOGNOSE E SCANDALOSE DI MAFIA CHE LO STATO , IN FORZA DELLA CATTIVA ED ERRATA FORMULAZIONE DELL’ ART. 27 DELLA COSTITUZIONE, CHE, FINORA , NON E’ RIUSCITO A COLPIRE CON PENE DURISSIME TUTTI I CONDANNATI PER TALE GRAVISSIMO DELITTO COMMESSO OLTRE CHE IN DANNO DELLE VARIE NUMEROSISSIME VITTIME CIVILI ANCHE E SOPRATTUTTO IN DANNO DELL’INNOCENTE POPOLO ITALIANO.UNA DI QUESTE CHE MI FA RABBRIVIDIRE ED ANCHE PROCURARE UN’IRA IMMENSA E FORTISSIMA, E’ QUELLA RIFERITA AL NOTO CRIMINALE MATTEO MESSINA DENARO, ULTRA MILIARDARIO E PLURIASSASSINO DI SVENTURATE PERSONE FRA CUI QUELLA DEL BAMBINO GIUSEPPE MATTEO, FIGLIO DI UN BOSS DELLA MAFIA PENTITO, DA LUI STRANGOLATO E SCIOLTO NELL’ACIDO A SOLI 15 ANNI DI VITA.


COSA CHE IN OGNI ALTRO STATO AMERICANO , SAREBBE STATO OGGETTO SICURAMENTE DI CONDANNA A MORTE LA’ DOVE ESSA E’ ANCORA GIUSTAMENTE E CORRETTAMENTE PREVISTA PER IL BENESSERE VERO DELLE SUE GENTI AL FINE DI IMPEDIRE CHE TALI DELINQUENTI RESPONSABILI DI CRIMINI EFFERATI, POTESSERO REITERARE I LORO BRUTALI E PERICOLOSI DELITTI MORTALI.


COME D’ALTRONDE E’ AVVENUTO ANCHE IN ITALIA IN TANTI CASI DI CRIMINALITA’ CHE HANNO BENEFICIATO DI LIBERAZIONI ANTICIPATA , E CI SIAMO RITROVATI CON DELINQUENTI CHE HANNO REITERATO I LORO GRAVISSIMI DELITTI COME SE NULLA FOSSE SUCCESSO.


IL GRAVISSIMO CASO DEL CIRCEO DOCET PER TUTTI.

ECCO IL RELATIVO LINK:

Il massacro del Circeo: un crimine che continua a chiedere ...

 

ForensicNews

https://www.forensicnews.it › il-massacro-del-circeo-u...

30 mar 2023 — Il massacro del Circeo: un crimine che continua a chiedere giustizia · Il massacro del Circeo: il ritrovamento di Donatella e Rosaria · Cosa ...



INVECE NOI DOPO LA SUA CATTURA AD OPERA DI UNA BRILLANTE OPERAZIONE DI POLIZIA DEI CARABINIERI, SIAMO STATI COSTRETTI A RICOVERARLO NELL’OSPEDALE CIVILE DELL’AQUILA A SPESE DI NOI CONTRIBUENTI: COME DIRE CORNUTI E MAZZIATI.

ORA SI TROVA NELLO STESSO OSPEDALE IN COMA IRREVERSIBILE, PERCHE’ EVIDENTEMENTE NEANCHE LUCIFERO CAPO DELL’INFERNO LO VUOLE COME SUO OSPITE IMPRESENTABILE.


MI CHIEDO PER QUANTO TEMPO ANCORA NOI SVENTURATI CITTADINI SAREMO COSTRETTI A DOVERGLI ASSICURARE, SEMPRE SECONDO IL CITATO FAMIGERATO ED INUTILE ART. 27 DELLA COSTITUZIONE, SBORSANDO CHISSA’ QUANTI MILIONI DI EURO E SOTTRAENDOLI AL NOSTRO WELFARE , AVENDO NECESSITA’ DI SOCCORRERE I NOSTRI VERI POVERI CRISTI E LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’ CON FIGLI O SENZA ???

PER QUESTO , SENZA PENSARCI SU DUE VOLTE, PREGO DIO CHE LO FACCIA MORIRE IMMEDIATAMENTE PER LIBERARCENE PER SEMPRE.

ECCO DI CHE COSA SI PARLA DRAMMATICAMENTE E VERGOGNOSAMENTE:


Messina Denaro in coma irreversibile, ha chiesto di non ...

 

RaiNews

https://www.rainews.it › articoli › 2023/09 › messina-...

20 ore fa — Ha superato la notte, contro ogni previsione dei medici che lo hanno in cura, Matteo Messina Denaro, da ieri sera in coma irreversibile per ...


Messina Denaro in coma irreversibile, sospesa l ...

 

Corriere della Sera

https://www.corriere.it › cronache › 23_settembre_22

20 ore fa — Messina Denaro è stato ricoverato nel nosocomio abruzzese, nel reparto detenuti, e non è più tornato in carcere. Nelle ultime settimane è stato ...




Kevin Carboni

L'arresto

17.01.2023

 

 

Gli omicidi di cui è responsabile Matteo Messina Denaro

Il capomafia di Castelvetrano è accusato della morte e del ferimento di decine di persone. Di alcuni omicidi è stato solo il mandante, mentre di altri l'esecutore materiale

 

Oltre che per le stragi mafiose avvenute tra il 1992 e il 1993, Matteo Messina Denaro, il boss della mafia arrestato a Palermo il 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza, è imputato per altre decine di omicidi. Di alcuni è stato il mandante, mentre di altri è accusato di essere l’esecutore materiale, cioè la persona che ha portato effettivamente a termine l’assassinio. E proprio la sua efferatezza, educata dal padre Francesco da cui ha ereditato il ruolo di capomafia di Castelvetrano, lo ha reso uno dei più stretti affiliati di Totò Riina, chiamato anche “la belva”.

 

Matteo Messina Denaro andrà all'Aquila al 41-bis: che cos'è il carcere duro

Il regime penitenziario che istituisce il cosiddetto “carcere duro” è nato come una misura temporanea prima delle stragi di mafia del 1992 e del 1993

I primi omicidi

In base alle cronache e alle indagini degli inquirenti, fu proprio il padre a coinvolgerlo in uno dei suoi primi omicidi, durante la faida tra i mafiosi fedeli alle famiglie corleonesi di Palermo e i clan Accardo e Ingoglia di Trapani. Così, nel 1989, Messina Denaro padre e figlio furono denunciati per associazione mafiosa e per l’omicidio di quattro uomini strangolati e sciolti nell’acido. Ovviamente, all’epoca vennero scagionati da tutte le accuse.

Due anni dopo, nel 1991, Matteo Messina Denaro è ritenuto responsabile dell’omicidio di Nicola Consales, proprietario di un albergo di Triscina, nel comune di Castelvetrano, che si sarebbe lamentato della continua presenza del mafioso e dei suoi amici nella sua struttura. L’anno seguente, insieme ad altri mafiosi di Palermo, fece parte di un gruppo armato incaricato di fare appostamenti a Roma per uccidere Maurizio Costanzo, Giovanni Falcone e l’allora ministro della Giustizia, Claudio Martelli. Il gruppo fu poi richiamato prima di agire da Riina, perché voleva che la morte di Falcone avvenisse in maniera più plateale.

Sempre nel 1992, Messina Denaro fu tra gli esecutori materiali dell’omicidio di Vincenzo Milazzo, capomafia di Alcamo che sembrava volersi ribellare all’autorità di Riina, e della compagna del mafioso, Antonella Bonomo, incinta di tre mesi. Qualche mese dopo partecipò anche al fallito attentato contro il vicequestore Calogero Germanà a Mazara del Vallo.

 

Sono Giovanni Motisi, Renato Cinquegranella, Pasquale Bonavota e Attilio Cubeddu. I primi tre esponenti della criminalità organizzata e il quarto parte dell'anonima sequestri sarda

Le stragi del '92

Fu poi il momento delle stragi di Capaci e di via D’Amelio a Palermo, in cui furono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e otto agenti di scorta: Vito Schifani, Rocco Dicilio, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Clausio Traina. A seguito di questi attentati, che portarono all’arresto di Riina, Messina Denaro fu un sostenitore della continuazione dalla strategia degli attentati, insieme agli altri capomafia Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e ai fratelli Filippo e Giuseppe Graviano.

 

Così, nell’estate del 1993 Messina Denaro fu il mandante delle stragi di via dei Georgofili a Firenze, dove furono uccise 5 persone e ferite altre 37, di via Palestro a Milano, con un bilancio di 5 vittime e 15 feriti, e davanti alle chiese San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano a Roma, dove restarono ferite 22 persone. 

 

Così, nell’estate del 1993 Messina Denaro fu il mandante delle stragi di via dei Georgofili a Firenze, dove furono uccise 5 persone e ferite altre 37, di via Palestro a Milano, con un bilancio di 5 vittime e 15 feriti, e davanti alle chiese San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano a Roma, dove restarono ferite 22 persone. 

 

A quanto ammonta il patrimonio del boss Matteo Messina Denaro 

I beni mobili e immobili che sono stati sequestrati alla sua rete di contatti e teste di legno ammontano a una cifra tra i quattro e i cinque miliardi di euro

L'omicidio di Giuseppe Di Matteo

Sempre nel 1993, mentre era già latitante, fu mandante dell’omicidio di Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido a 15 anni, per costringere il padre Santino, ex mafioso pentito, a ritrattare sulle sue dichiarazioni relative alla strage di Capaci.

Infine, nel 1995, Messina Denaro è stato anche riconosciuto come il mandante dell’omicidio di Giuseppe Montalto, agente di polizia penitenziaria nella sezione 41-bis del carcere Ucciardone di Palermo. In base alle ricostruzioni, Montalto sarebbe stato ucciso nei pressi di Trapani dopo aver intercettato e consegnato alle autorità un “pizzino”, cioè un messaggio, diretto a un capomafia all’interno del carcere.

NOTIZIE UTILISSIME TRATTE DAL SITO WEB: https://www.wired.it/article/matteo-messina-denaro-omicidi-stragi-mafia/

 

 

VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

 

QUESTA NON E’ VERA E SOSTANZIALE DEMOCRAZIA IN QUANTO PER ALCUNI DELITTI GRAVI E GRAVISSIMI OCCORRE PREVEDERE SERIAMENTE ED EFFICACEMENTE LA PENA DI MORTE PER I RESPONSABILI, COME ACCADE IN TANTI STATI OCCIDENTALI DEMOCRATICI: VEDASI CASO USA.

 

Cuneo,li 24.09.2023

 

Rinaldo

 
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