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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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SECOLO XXI - ANNO 2023: I COSTI SORBITANTI LEGATI AI CENTRI DIACCOGLIENZA ED ASSISTENZA CLANDESTINI

Post n°1262 pubblicato il 16 Novembre 2023 da Caino2007dgl

 

ATTENZIONE: PARLANDO ANCORA DI CLANDESTINI SI DEVE SAPERE CHE LA LORO PRESENZA ILLEGALE , COSTITUISCE UN VERO E PROPRIO SALASSO PUBBLICO, DI ENORMI PROPORZIONI, INGIUSTIFICATO ED INGIUSTIFICABILE, DENARO CHE SENZA LA LORO PRESENZA SAREBBE STATO PIU’ UTILE CERTAMENTE PER SOCCORRERE I NOSTRI POVERI CRISTI E GLI ANZIANI E LE MAMME SOLE.

 

INFATTI, I COSTI CHE LO STATO ITALIANO+EUROPA, SONO COSTRETTI A SOPPORTARE PER L’ARRIVO E LA PRESENZA DI MIGLIAIA E MIGLIAIA DI CLANDESTINI DA CONSIDERARE SOGGETTI IMPRODUTTIVI , NEGATIVAMENTE, A NOSTRO CARICO PER CHISSA’ QUANTI ALTRI ANNI ANCORA , SONO ELEVATISSIMI !

Isabella De Silvestro

Diritti

13.11.2023

Le multinazionali che gestiscono i centri migranti

Hanno in mano sei dei dieci Cpr attivi in Italia. Centri dove la detenzione si confonde con l'accoglienza, con gravi conseguenze sui richiedenti asilo

 

Ci sono multinazionali che realizzano profitti sulla detenzione dei richiedenti asilo. È quello che avviene in sei dei dieci Cpr attivi in Italia, dove centinaia di persone straniere sono private della libertà per un'infrazione amministrativa, ovvero senza aver commesso reati. Per un giro d’affari di 53 milioni di euro tra il 2018 e il 2021. La privatizzazione della detenzione è uno dei fenomeni che emerge dal report Trattenuti, pubblicato dall’ong Actionaid dopo un anno e mezzo di studi e ricerche in collaborazione con il dipartimento di Scienza politiche dell’università di Bari.

Cpr sta per Centri di permanenza per i rimpatri. Prima si chiamavano Centri di identificazione ed espulsione (Cie) e prima ancora Centri di permanenza temporanea (Cpt). Nascono nel 1998 dalla legge Turco-Napolitano. Da allora sono cambiati gli enti gestori. Fino al 2006/7 se ne occupava la Croce Rossa, dal 2008 iniziano a vincere le gare delle cooperative, attraverso offerte economicamente più vantaggiose. Dal 2014 nel mercato entrano grandi multinazionali europee ma il fenomeno si intensifica a partire dal 2018.

"Appare evidente che l’affidamento a privati della gestione di centri di detenzione sia concretamente rischioso perché si antepone il profitto al rispetto dei diritti: per loro stessa natura le aziende devono generare utili, e non possono che farlo a detrimento del rispetto della dignità delle persone recluse - spiega Fabrizio Coresi, esperto di migrazioni per ActionAid -. E anche quando a gestire il Cpr è un’impresa sociale questo ha un effetto “normalizzante” che rende accettabili agli occhi dell’opinione pubblica dei non-luoghi difficilmente compatibili con il nostro ordinamento democratico e che coincide con una sempre maggiore deresponsabilizzazione della pubblica amministrazione".

 

Ambiguità tra accoglienza e detenzione

Negli ultimi anni si è verificata un'ibridazione del sistema di accoglienza con quello di detenzione. Le due funzioni si sono fuse progressivamente. Il decreto Cutro del governo Meloni esaspera quanto stabilito dal decreto sicurezza del 2018, e oltre a tagliare nuovamente i servizi per l'accoglienza, prevede che tutti i richiedenti asilo provenienti da paesi considerati sicuri vengano detenuti direttamente all'arrivo

Questo ha portato a un grande caos amministrativo: sono sorti locali di detenzione all’interno dei centri di prima accoglienza, confondendo funzioni diverse. Inoltre in molti casi il ministero dell’Interno non ha modo di distinguere le spese di accoglienza da quelle di detenzione, dal momento che spesso sono gli stessi enti a gestire questi due tipi di strutture, negli stessi centri polivalenti, e le spese vengono catalogate con lo stesso codice di bilancio.

Come conseguenza del taglio dei servizi (e quindi dei fondi) le prefetture incontrano grandi difficoltà a trovare enti per la gestione dei Cpr, dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e dei Cpa (Centri di prima accoglienza). Per esempio, si registrano gare deserte presso la prefettura di Prato, Genova, Pordenone, e Lecco. Le cooperative e le associazioni del terzo settore che si occupano di rifugiati e diritti umani hanno smesso di partecipare alle gare perché i fondi a disposizione sono insufficienti per garantire servizi adeguati.

A ottenere gli appalti sono le grandi multinazionali della detenzione, proponendo importanti ribassi sui prezzi con il rischio di gravi violazioni dei diritti fondamentali dei trattenuti. Per fare degli esempi concreti: oggi nei Cpr ogni persona detenuta ha diritto a 9 minuti a settimana di informativa legale, 9 di supporto psicologico, 9 di assistenza sociale e 28 di mediazione culturale. “Questo significa che le persone private della libertà perché hanno violato una norma amministrativa, non possono far valere un diritto di difesa, e in molti casi non capiscono nemmeno perché sono li, in condizione di cattività”, aggiunge Coresi. Un altro fenomeno problematico è quello delle proroghe: se non ci sono soggetti disposti a gestire i Cpr, le prefetture si vedono costrette a prorogare gli appalti già in atto, nonostante alcuni enti gestori abbiano avuto grandi problemi con la giustizia.

Gli specialisti del settore

I Cpr di Ponte Galeria a Roma e Torino sono gestiti dalla società Ors (Organisation for Refugees Service), che fino al 2022 gestiva anche quello di Macomer (provincia di Nuoro). Ors gestisce cento strutture sparse tra Svizzera, Austria, Germania e Italia. Secondo un’inchiesta di Irpi i centri gestiti dalla multinazionale, e dalle diverse filiali, sono stati nel tempo oggetto di inchieste e di accuse di mala gestione. Un rapporto di Amnesty International ha denunciato nel 2015 le condizioni inumane in cui le persone migranti erano costrette a vivere nel centro di Traiskirchen, in Austria. La struttura, progettata per 1.800 persone, era arrivata a ospitarne 4.600. In questo modo Ors, secondo l’ong, puntava a “un taglio dei costi e alla massimizzazione del profitto con “risparmi” su visite sanitarie, corsi di formazione, cibo e qualità degli alloggi”.

Nel 2020 l’aggiudicazione di un centro d'accoglienza nella provincia di Trieste è stata annullata dal Tar del Friuli Venezia-Giulia perché l’organizzazione risultava inattiva da due anni. Nonostante la condanna, Ors continua a i gestire 2 Cpr più grandi d’Italia. Un altro gruppo di rilievo è rappresentato da Ecofficina-Edeco-Ekene, vari nomi per realtà strettamente imparentate. La prima è stata espulsa nel 2016 da Confcooperative del Veneto a causa del modello di gestione adottato nel controverso grande centro di accoglienza di Cona (Provincia di Venezia), che è finito sotto indagine.

Nel 2019, il terzo ente ha vinto l'appalto per la gestione del Cpr di Gradisca (provincia di Gorizia), dove tra gennaio 2020 e agosto 2022 si sono registrati quattro morti, un record allarmante. Altre realtà coinvolte nella gestione dei centri di detenzione sono la Engel-Martinina, un'organizzazione proveniente dal settore turistico-alberghiero che si è cimentata nel campo della detenzione dei migranti nei Cpr di Palazzo San Gervasio (provincia di Potenza) e Milano, e la multinazionale francese Gepsa, il cui ambito operativo spazia dalla fornitura energetica alla detenzione amministrativa.

È su questo sistema che il governo Meloni decide di puntare, avendo annunciato l’intenzione di raddoppiare il numero di Cpr, arrivando a uno per regione. I Cpr sono luoghi chiusi, dove la società civile non ha accesso e dove anche per i giornalisti e le associazioni che si occupano di tutela dei diritti è estremamente difficile entrare. Quello che si sa è però che il tasso di suicidi, gli episodi di autolesionismo, l’abuso di psicofarmaci e sostanze e le rivolte si verificano con una frequenza allarmante, tanto che una parte importante dei costi di gestione riguardano la manutenzione straordinaria in seguito ai danneggiamenti causati dalle rivolte. Le ong che si occupano di diritti umani sottolineano che la detenzione, come vuole la legge, dovrebbe essere l’estrema ratio, non la soluzione ordinaria. “La retorica della continua emergenza rende possibile questa deroga dell’ordinario allo straordinario, le persone migranti vengono considerate alla stregua di vite di scarto, “carico residuale”, minacce per l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale”, conclude Fabrizio Coresi.

ELEMENTI INFORMATIVI TRATTI DAL SITO WEB:

https://www.wired.it/article/migranti-cpr-gestori-italia/?utm_source=pocket-newtab-it-it

 

 

INSOMMA SECONDO L’AUTRICE DELLA RELAZIONE SUDDETTA, I SIGNORI E SIGNORE STRANIERI CHE ENTRANO CLANDESTINAMENTE IN ITALIA , VIOLANO SOLO UNA NORMA AMMINISTRATIVA , SCORDANDO CHE ENTRARE IN ITALIA SENZA REGOLARE VISTO D’INGRESSO, COSTITUISCE UN REATO CONTRAVVENZIONE VERO E PROPRIO, ALTRO CHE UNA “NORMA AMMINISTRATIVA”, SOLTANTO.

 

ECCONE LA PROVA OGGETTIVA INCONFUTABILE:

 

Art. 5 e 6 del T.U. sull'immigrazione, può scattare l'ipotesi di reato relativa all'immigrazione clandestina dello straniero extracomunitario nel territorio dello Stato, punito con la contravvenzione da 5.000 a 10.000 euro, ed espulsione dello straniero da parte del giudice.

 

Ed anche:

 

Cosa succede se non si ha il visto?

 

Il cittadino straniero [1] ha l'obbligo di esibire il proprio permesso di soggiorno ogni volta che gli venga richiesto dagli ufficiali o dagli agenti di pubblica sicurezza. Se si rifiuta, senza giustificato motivo, viene punito con l'arresto fino ad un anno ed un'ammenda fino a € 2.000 (art. 6, comma 2, ddel T:U: sull’immigrazione..

 

COME SI ENTRA IN ITALIA LEGALMENTE:

 

Per entrare in modo regolare in Italia è necessario il passaporto o altro documento di viaggio e il visto di ingresso (per visita e/o turismo, per lavoro, per studio e/o ricerca, per famiglia, etc.), che va richiesto all'ambasciata o ai consolati italiani nel Paese d'origine o di residenza stabile del cittadino ...17 feb 2017

Modalità d'ingresso | Ministero dell'Interno

 

Ministero dell‘Interno

http://www.interno.gov.it › temi › modalita-dingresso

 

 

DUNQUE , OGGI , CASUALMENTE, CHE NEL GRANDE BUSINESS DEI SERVIZI DI ACCOGLIENZA ED ASSISTENZA DEI MIGRANTI ILLEGALI , DAL 2014, SI SONO INTROMESSE ANCHE LE MULTINAZIONALI , AVENDO PROBABILMENTE FIUTATO LA POSSIBILITA’ DI FARE AFFARI SOSTANZIOSI CON TALI APPALTI PUBBLICI GESTITI DAL PREFETTO DELLE SINGOLE PROVINCE, OGGI UTG.

 

NIENTE MALE COME EVOLUZIONE POSITIVA DEL SISTEMA DI ACCOGLIENZA ED ASSISTENZA CHE SI PUO’ CONSIDERARE ORMAI “DEGENERATO” NEL KAOS PIU’ TOTALE E DANNOSO PER LE FINANZE PUBBLICHE PERCHE’, EVIDENTEMENTE, ORMAI ESSENDO PRATICAMENTE QUASI TUTTI I CENTRI IN MANO A MULTINAZIONALI , E’ DAVVERO COMPLICATO E DIFFICILE PENSARE DI POTERE VIGILARE E CONTROLLARE SOPRATTUTTO RISPETTO ALLE EFFETTIVE SPESE CHE SI SOSTENGONO VISTO CHE SIA I PERIODI DI ACCOGLIENZA PURI E SEMPLICI SONO COMMISTIONATI CON QUELLI DELLA DETENZIONE AMMINISTRATIVA.

 

INSOMMA, LO STATO ITALIANO PER OGNI STRANIERO ILLEGALE ENTRATO IN ITALIA, OGNI ANNO:

Migranti, i costi dell'accoglienza: 35 euro al giorno. Ma ai ...

 

Il Sole 24 Ore

https://www.ilsole24ore.com › art › migranti-costi-dell-...

4 giu 2018 — E dato che questa accoglienza deve costare non più di 35 euro al giorno per persona (nel Def 2018 si parla di un costo medio di 32,5 euro al ...

 

ECCO, COMUNQUE COSA SI DOVREBBE VISIONARE SUL WEB, PER AVERE MAGGIORI ELEMENTI DI VERITA’ SUI COSTI ENORMI CHE LO STATO+EUROPA SONO COSTRETTI AD ACCOLLARSI PER OGNI CLANDESTINO ENTRATO IN ITALIA ILLEGALMENTE:

 

 

A quanto ammonta la spesa complessiva dell'Italia, nel ...

 

Quora

https://it.quora.com › A-quanto-ammonta-la-spesa-com...

Dipende da molti fattori, tra cui il numero di immigrati presenti nel paese, il loro status giuridico, le politiche di accoglienza e integrazione del ...

No, lo Stato non spende 5 miliardi per migranti che ...

Pagella Politica

https://pagellapolitica.it › fact-checking › no-lo-stato-n...

Affermazione: «Cinque miliardi è il costo annuale, folle, sopportato dalle casse dello Stato per far fronte all’arrivo di clandestini che, nel 95 per cento dei casi, non...

Affermato da: Enrico Aimi

Fact check da parte di Pagella Politica: Pinocchio andante

 

Feedback

 

Il contributo degli immigrati ai conti pubblici

 

Lavoce.info

https://lavoce.info › Articoli

5 ott 2022 — Gli immigrati sono un costo per lo stato italiano? Anche nel 2020 le entrate garantite dai cittadini stranieri hanno superato le uscite.

Mancanti: ILLEGALI ‎| Deve includere: ILLEGALI

 

L'assistenza sanitaria degli stranieri irregolari

 

Programma integra

https://www.programmaintegra.it › ... › Salute

L'accesso alle strutture sanitarie di uno straniero irregolare non comporta la segnalazione alle autorità di polizia salvo i casi di obbligatorietà di referto.

Il sistema di accoglienza dei migranti in Italia, spiegato per ...

 

Le Nius

https://www.lenius.it › Migrazioni

14 ott 2022 — Il sistema di accoglienza dei migranti in Italia opera su due livelli: prima accoglienza, che comprende gli hotspot e i centri di prima ...

 

E QUANDO SI DICE DA PARTE DELLA SPREGIUDICATA E FALSA SINISTRA CHE I COSIDDETTI PER LORO “MIGRANTI” RAPPRESENTANO UN VALORE AGGIUNTO PER IL NOSTRO STATO SOCIALE, COME SOTTO RIPORTATO, SI DEVE SAPERE CHE I CLANDESITNI CHE SIANO O MENO RICHIEDENTI ASILO , NON SONO AUTORIZZATI A LAVORARE E QUINDI , PER IL PERIODO IN CUI RIMANGONO GESTITI DAI CENTRI DI ACCOGLIENZA ED ASSISTENZA, ESSI NON PRODUCONO NULLA DI POSITIVO PER LE CASSE DELLO STATO NE’ PER QUELLE DELL’INPS.

 

Ecco di che cosa parlo e che la sinistra da tempo sta diffondendo come fosse verità assoluta, in modo furbesco per ingannare la cittadinanza in quanto il dato riferito dal seguente link si riferisce ovviamente a stranieri con permesso di soggiorno che lavorano regolarmente e non in nero in ITALIA:

 

Perché le risorse per l'accoglienza sono un investimento e ...

 

Openpolis

https://www.openpolis.it › perche-le-risorse-per-lacco...

11 mar 2022 — Certo come è ovvio i programmi di integrazione e accoglienza hanno un costo, che tuttavia andrebbe letto come un investimento. Più efficace è il ...

 

 

E’ OVVIO CHE L’ITALIA NON HA PIU’ ALCUNA SERIA POSSIBILITA’ DI ACCOGLIERE ALTRE MIGLIAIA DI CLANDESTINI, PENA IL RISCHIO CONCRETO DI FINIRE DENTRO DISORDINI PUBBLICI INQUIETANTI E PERICOLOSI CHE A MILANO , ROMA , NAPOLI E TORINO PER ES. STANNO PRODUCENDO GUAI SERISSIMI PER LA SERENITA’ E LA TRANQUILLITA’ DELLE NOSTRE GENTI E DEGLI STRANIERI REGOLARI PRESENTI IN QUELLE CITTA’.

 

VERGOGNA

 

Cuneo,li 16.11.2023

 

Rinaldo

 
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