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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE
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SECOLO XXI - ANNO 2023_ PARLIAMO DELLE RIFORME COSTITUZIONALI CHE IL CENTRODESTRA PROPONE POSITIVAMENTE AL POPOLO ITALIANO
PARLIAMO DELLE NOVITA’ SALIENTI CHE SI STANNO PROFILANDO IN CAMPO POLITICO PARLAMENTARE GRAZIE ALL’ECCELLENTE GOVERNO MELONI E LA SUA FORTE E STABILE MAGGIORANZA PARLAMENTARE:
Riforme
Che cosa prevede la riforma per l’elezione diretta del presidente del Consiglio03 novembre 2023
Il governo ha approvato il disegno di legge di riforma costituzionale, che ora dovrà essere esaminato dal Parlamento
di Redazione
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Il 3 novembre il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge di riforma costituzionale per introdurre in Italia l’elezione diretta del presidente del Consiglio (una forma del cosiddetto “premierato”), a cui sarebbero dati più poteri rispetto a quelli attuali. Durante una conferenza stampa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito questo disegno di legge la «madre di tutte le riforme» e «un’enorme rivoluzione» per il Paese.
Secondo Meloni, questa riforma garantirebbe «due grandi obiettivi», ossia «il diritto dei cittadini a decidere da chi farsi governare» e «il principio per cui chi viene scelto dal popolo possa governare con un orizzonte di legislatura». Lo stesso concetto è stato espresso dalla ministra per le Riforme istituzionali e la Semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha presentato più nel dettaglio la riforma.
Al momento il testo del disegno di legge non è ancora pubblicamente disponibile, ma il suo contenuto è stato riassunto dal governo in un comunicato stampa. Secondo fonti stampa, il testo della riforma è composto da cinque articoli, che modificano quattro articoli della Costituzione: l’articolo 59, l’88, il 92 e il 94.
Leggi anche: Meloni dimentica che aveva promesso l’elezione diretta del presidente della Repubblica
Il contenuto della riformaCon la modifica dell’articolo 92 della Costituzione si introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Secondo il testo della riforma, il capo del governo è eletto contestualmente alle elezioni politiche per il rinnovo di Camera e Senato e il suo mandato dura cinque anni. A differenza di quanto previsto oggi, la persona che diventa presidente del Consiglio deve essere per forza un parlamentare.
È previsto inoltre un premio di maggioranza pari al 55 per cento dei seggi in Parlamento per la coalizione che esprime il presidente del Consiglio, per garantire maggiore stabilità al governo. Su questo punto, però, il governo deve ancora presentare la sua proposta per cambiare la legge elettorale.
Con la modifica dell’articolo 88 si elimina poi la possibilità per il capo dello Stato di sciogliere anche solo una delle due camere. La riforma prevede inoltre una norma definita “anti-ribaltone”, per impedire in futuro la formazione di governi tecnici o con altre maggioranze rispetto a quelle vincitrici alle elezioni. Con la modifica dell’articolo 94 della Costituzione, se il presidente del Consiglio eletto non ottiene la fiducia del Parlamento, il presidente della Repubblica gli rinnova l’incarico e, qualora non ottenga di nuovo la fiducia, scioglie le camere. In caso di dimissioni, impedimento o sfiducia delle camere, il presidente della Repubblica può affidare l’incarico di formare un nuovo governo al presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare della maggioranza, solo per realizzare il programma di governo e le dichiarazioni programmatiche approvate dal presidente inizialmente eletto. Se il governo non ottiene la fiducia, il capo dello Stato scioglie le camere.
È prevista infine la cancellazione del secondo comma dell’articolo 59, eliminando la possibilità per il presidente della Repubblica di nominare nuovi senatori a vita. Quelli attualmente in carica mantengono il loro incarico fino alla scadenza del mandato, mentre per gli ex presidenti della Repubblica rimane comunque il diritto di diventare senatore a vita.
Il percorso di approvazione della riforma costituzionale è ancora lungo. Per riformare la Costituzione non è sufficiente infatti l’approvazione di una normale legge, che richiede solamente la maggioranza semplice delle due camere, ma occorre una speciale procedura di revisione prevista dall’articolo 138 della Costituzione stessa. Secondo questo articolo, la Camera e il Senato devono approvare la proposta di riforma costituzionale due volte nel medesimo testo. Se nella seconda votazione entrambe le camere approvano il testo a maggioranza dei due terzi dei componenti, la proposta di riforma si considera definitivamente approvata. Se invece nella seconda votazione si raggiunge solo la maggioranza assoluta, la riforma costituzionale può essere sottoposta a referendum popolare per confermarla.
Al momento la maggioranza di centrodestra non ha i numeri in Parlamento per poter approvare il disegno di legge di riforma costituzionale senza la possibilità di dover passare per un referendum popolare. Alla Camera la maggioranza dei due terzi dell’assemblea è fissata infatti a 266 voti e il centrodestra può contare su 238 deputati. Discorso simile vale per il Senato, dove i voti necessari sono 166 e la maggioranza può contare su 136 senatori.
Qualora venisse approvata definitivamente, la riforma non entrerebbe comunque in vigore da subito, ma dal primo scioglimento delle camere dopo la sua approvazione. Se l’attuale legislatura dovesse terminare alla sua scadenza naturale, la riforma costituzionale entrerebbe in vigore nel 2027.
Qualora fosse approvata, quella sul premierato sarebbe la ventunesima riforma della Costituzione da quando è entrata in vigore nel 1948 e sarebbe la prima riguardante la forma di governo del nostro Paese.
L’elezione diretta del presidente del Consiglio non era presente nel programma elettorale della coalizione di centrodestra per le elezioni politiche 2022, che prometteva invece l’elezione diretta del presidente della Repubblica. Al momento quest’ultimo è eletto dal Parlamento in seduta comune, ossia dai deputati, dai senatori e dai rappresentanti delle regioni riuniti insieme.
L’ipotesi del premierato è emersa nella primavera di quest’anno. A maggio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato i partiti di opposizione per trovare un accordo sul tema delle riforme, senza però arrivare a un’intesa. Nonostante questo, da lì in poi la ministra Casellati ha lavorato su un testo di riforma costituzionale per dare maggiori poteri al presidente del Consiglio. Il 29 agosto Casellati ha annunciato che il testo era praticamente pronto e che sarebbe servito solo qualche aggiustamento prima dell’esame in Consiglio dei ministri.
Dopo settimane di rinvii, il 30 ottobre scorso si è tenuto un vertice tra i partiti di maggioranza in cui si è ufficializzata la data del 3 novembre per il via libera alla riforma in Consiglio dei ministri.
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Elementi informativi tratti dal sito web:
https://pagellapolitica.it/articoli/riforma-costituzione-elezione-diretta-presidente-consiglio
Da quanto sopra riportato , si evidenziano TUTTE LE MACROSCOPICHE FALSITA’ CHE SPECIALMENTE LA SEGRETARIA LESBICA DEL PARTITO DEMOCRATICO STA CERCANDO DI INSINUARE NELLE MENTI DELLA CITTADINANZA ITALIANA CHE CON MOLTISSIMA PROBABILITA’ , A FINE PROCEDURA DI APPROVAZIONE, SARA’ CHIAMATA AD ESPRIMERSI CON UN REFERENDUM CHE SPERA POSSA PORTARE ALLA VITTORIA DEL “SI” CONVINTO PER IL BENE SOSTANZIALE DELLE NOSTRE ISTITUZIONI.
INFATTI, LA SCELLERATA E SPREGIUDICATA SINISTRA + IMBELLI DEL M5S (STALLE9, STANNO CERCANDO DI INSINUARE CON TALE RIFORMA , SI INDEBOLISCONO I POTERI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBICA ITALIANA.
QUESTE SONO MALIGNITA’ ED INSINUAZIONI VERGOGNOSE PURE E SEMPLICI , NON CORRISPONDENTI A VERITA’, IN QUANTO L’UNICO POTERE CHE CON LA RIFORMA VIENE SOTTRATTO GIUSTAMENTE AL CAPO DELLO STATO , SARA’ QUELLO PREVISTO DALL’ART. 88 DELLA COSTITUZIONE CHE , FINORA, GLI HA CONSENTITO DI POTERE SCIOGLIERE IL PARLAMENTO.
QUESTA E’ LUNICA MODIFICA CHE RIGUARDA IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.
TUTTI GLI ALTRI SUOI POTERI ATTUALI RIMANGONO ASSOLUTAMENTE IN CAPO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.
MA VA DA SE CHE IL POTERE DI SCIOGLIMENTO DEL PARLAMENTO, NON POTEVA RIMANERE ATTIVO DOPO CHE SARA’ POSSIBILE PER NOI CITTADINANZA DI ELEGGERE IL NOSTRO PRIMO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, CON IL NOSTRO VOTO DEMOCRATICO E LIBERO, COSI’ COME AVVIENE OGGI CON LA ELEZIONE DEL SINDACO CHE , FINORA, HA DATO OTTIMI RISULTATI, A PARTE QUALCHE CASO NON PROPRIAMENTE POSITIVO COME QUELLO LEGATO ALLA NOMINA DEL DR. SALA COME SINDACO DI MILANO.
QUINDI PER FAVORE RICORDATEVI CHE LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE APPROVATA DAL GOVERNO MELONI RIGUARDA ESCLUSIVAMENTE QUESTI TRE IMPORTANTISSIMI ASPETTI:
- ELEZIONE DIRETTA DA PARTE DELLA CITTADINANZA ITLAIANA, DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI;
- LEGGE ANTI-RIBALTONE PER EVITARE CHE PARTITI CHE NON HANNO RICEVUTO PIENO MANDATO DAL POPOLO SOVRANO DI GOVERNARE POSSANO INSEDIARSI AL GOVERNO DEL PAESE, COSI’ COME PER LUNGHISSIMI DIECI ANNI PASSATI , HA POTUTO FARE IL PARTITO DEMOCRATICO, SFRUTTANDO LE POSSIBILITA’ IMPROPRIE CHE IL PARLAMENTO ATTUALE, PER COME ESSO E’ ORGANIZZATO, IN FORZA DELLA INQUIETANTE AUTODICHIA, GLI HA CONSENTITO SCANDALOSAMENTE E VERGOGNOSAMENTE, SENZA MAI AVERE VINTO UNA SOLA ELEZIONE POLITICA;
- ABOLIZIONE DEI SENATORI A VITA, SOGGETTI CHE PUR AVENDO OTTENUTO, FINORA, TALE CARICA PER ALTI MERITI IN VARI CAMPI , SPECIALMENTE QUELLI DI NOMINA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, SONO DIVENTATI VERI ELEMENTI POLITICI CHE SPESSO LI HANNO INDOTTI A VOTARE PER QUESTO O QUEL GOVERNO, COSA CHE LA LORO CARICA DI FATTO ONORARI,A AVREBBERO CONSIGLIATO DI EVITARE COMPLETAMENTE, PERCHE’ NEL MOMENTO IN CUI ESSI HANNO DECISO DI “SCHIERARSI” HANNO CERTAMENTE ASSUNTO UNA IMPROPRIA E SBAGLIATA CONNOTAZIONE POLITICA CHE NON COMPETEVA ASSOLUTAMENTE LORO.
QUINDI PER FAVORE , QUALUNQUE SIA LA VOSTRA POSIZIONE POLITICA, BISOGNA FARE ENTRARE IN VIGORE LA RIFORMA CHE IL CENTRODESTRA STA PROVANDO DI FARE APPROVARE DAL PARLAMENTO, PERCHE’ E’ L’UNICA CHE CI DARA’ GOVERNI STABILI E CAPACI DI AFFRONTARE SENZA TEMERE ALCUN RIBALTONE POSSIBILE, DI INTERESSARSI ED OCCUPARSI VALIDAMENTE E CON PIENA CAPACITA’ ED INTELLIGENZA DI TUTTI I PROBLEMI CHE AFFLIGGONO, PURTROPPO, LA NOSTRA SOCIETA’.
SE CI SARA’ REFERENDUM CONFERMATIVO , MI AUGURO CHE TUTTI VOTEREMO CONVINTAMENTE E CON FORZA E DECISIONE, PER IL “SI”.
BUONA GIORNATA A TUTTI
Cuneo,li 15.11.2023
Rinaldo
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