LA DEMOCRAZIA

L'INVASIONE DEI CLANDESTINI E LA FORTISSIMA DISOCCUPAZIONE E POVERTA' ITALIANE

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Rinaldo

DA OGGI 6.08.2021, L'ITALIA E'DIVENTATA UNO "STATO DI POLIZIA" RISPETTO ALL'APPLICAZIONE DEL COSIDDETTO GREEN PASS

DA OGGI LO STATO ITALIANO , DI FATTO , E' DIVENTATO UNO "STATO DI POLIZIA", VISTO CHE PER MOLTISSIME ATTIVITA' COMMERCIALI ED ESERCENTI PUBBLICI , PER POTERNE USUFRUIRE I RELATIVI SERVIZI , I TITOLARI DEI MEDESIMI , SENZA UNA NORMA SPECIFICA DI LEGGE NON PREVISTA NEL NOTO DL NR.205/2021 , SUL COSIDDETTO GREEN PASS , SARANNO OBBLIGATI A FARE VERIFICARE E CONTROLLI PER CUI NON SONO ABILITATI NON AVENDONE IL POTERE LEGALE, CONTRARIAMENTE A QUANTO FU PREVISTO, INVECE, PER LE NORME ANTIFUMO CHE QUI SOTTO SI RIPORTANO.

MI CHIEDO ALLORA CON QUALE FACCIA TOSTA , SUPPONENZA E PREPOTENZA IL MINISTRO DELLA SALUTE SIG. SPERANZA , CAPEGGIATO DAL PROF. DRAGHI, PENSANO CHE TALI SOGGETTI CIVILI,COMUNI CITTADINI , POSSANO SVOLGERE LE VERIFICHE ED I CONTROLLI CHE RICHIEDEREBBERO NEI CONFRONTI DEI LORO CLIENTI GIORNALMENTE, RIPETO, SENZA CHE UNA LEGGE LI ABBIA INVESTITI LEGALMENTE PER FARLO VALIDAMENTE E CORRETTAMENTE SENZA RISCHIARE DI ESSERE EVENTUALMENTE DENUNCIATI PER ABUSO DI POTERE O PER VIOLAZIONE DELLA LORO PRIVACY.

INFATTI, SE IL MIO ASSUNTO LEGALE, E' CORRETTO, L'AVERE PREVISTO IL GREEN PASS PER L'ACCESSO NEI LORO LOCALI O STRUTTURE, SAREBBE DEL TUTTO INUTILE VISTO CHE LA NORMA ATTUALE OBBLIGA LA VERIFICA DEI DATI IDENTIFICATIVI DELL'INTESTATARIO DELLA CERTIFICAZIONE VERDE CON GLI ESTREMI RICAVABILI SOLO DA UN VALIDO DOCUMENTO D'IDENTITA' DA RICHIEDERSI ALL'INTERESSATO.

COSA IMPOSSIBILE PER I TITOLARI DELLE IMPRESE COINVOLTE, PER I MOTIVI DETTI.

QUINDI, SE LO STATO CONTINUERA' A PRETENDERLO , COMMETTERA' UN INSENSATO E SPROPORZIANATO "ABUSO DI POTERE"  IN QUANTO E' EVIDENTE CHE SI VUOLE IMPORRE UNO "STATO DI POLIZIA" SENZA NORMA APPROVATA DAL PARLAMENTO L'UNICO LEGITTIMATO A FARLO LEGALMENTE PER COSTITUZIONE COM'E' AVVENUTO GIA', A SUO TEMPO, CON L'ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE ANTIFUMO ,QUI SOTTO RIPORTATO A DIMOSTRAZIONE DI QUANTO SI VA AFFERMANDO.

NORMATIVA ANTIFUMO IN ITALIA:

Dopo l’emanazione nel tempo di altre norme piuttosto isolate, si è finalmente giunti, nel 2003, alla cosiddetta Legge Sirchia [2] (dal nome del ministro della salute dell’epoca).

Successivamente alle prescrizioni della legge Sirchia se ne sono aggiunte delle altre: l’obbligo di riportare sui pacchetti di sigarette alcune avvertenze sui danni provocati dal fumo [3]; l’innalzamento dell’età minima per fumare, con il divieto di vendita di tabacchi ai minori di diciotto anni [4]; l’aggiunta di nuovi luoghi in cui vige il divieto di fumo [5].

La legge contro il fumo stabilisce una grande quantità di luoghi nei quali è vietato fumare:

• in auto se ci sono a bordo dei minorenni (cioè, ragazzi fino ai 18 anni, anche se fumano pure loro) o donne in stato di gravidanza. In questo caso, come è facile intuire, ci si affida alla buona volontà del fumatore: controllare chi tira di accendino in macchina è piuttosto arduo. Ma se il veicolo viene fermato da un posto di blocco la multa è inevitabile;
• in tutti i locali chiusi, come ad esempio i posti di lavoro, sia pubblici che privati, con esclusione delle case di residenza e dei luoghi in cui vi sono locali appositamente destinati ai fumatori. Sono quindi compresi gli uffici della pubblica amministrazione, le scuole, gli ospedali;
• nelle sale d’attesa di stazioni ferroviarie, aeroporti, stazioni portuali e marittime, stazioni autofilotranviarie;
• nei musei e nelle pinacoteche;
• nelle biblioteche e nelle sale di lettura;
• nelle palestre;
• nelle sale gioco, Bingo, corse e videogame;
• nei cinema e nei teatri;
• nei veicoli di proprietà dello Stato o di enti pubblici, nonché in quelli appartenenti a concessionari di pubblici servizi e detinati al trasporto di persone;
• nei taxi, nei treni, nelle metropolitane;
• in alcuni spazi aperti. E’ vietato accendere una sigaretta nei pressi di università ospedaliere o presidi ospedalieri, di istituti di ricerca scientifica di cura pediatrica, perfino nelle pertinenze esterne (chiamiamoli pure terrazzini o balconi) dei reparti di ginecologia e ostetricia dei reparti di neonatologia e pedriatria delle università ospedaliere, dei presidi ospedalieri e degli IRCCS, degli istituti di ricerca e cura a carattere scientifico.  E, naturalmente, nelle aree esterne di pertinenza delle scuole. Domanda legittima del vizioso: ma è vietato fumare in piazza, all’aperto, davanti ad un’università ospedaliera? Ed è vietato fumare sul balcone di un ospedale, anche se la porta è chiusa a modo? La risposta è stata appena data: sì. E’ vietato, nonostante – anche qui – raramente si veda qualcuno che segnali la trasgressione. Nel caso della piazza in cui c’è l’università, conviene allontanarsi di qualche decina di metri, magari davanti al negozio di un tabaccaio. Saranno contenti chi fuma la sigaretta e chi la vende e, soprattutto, non si rischierà la multa;
• per quanto riguarda gli alberghi, il divieto di fumo vige negli spazi comuni, mentre le singole stanze vengono assimilate alle abitazioni private.

In tutti i luoghi in cui è vietato fumare (tranne, per ovvie ragioni, nelle auto private) deve essere affisso un cartello che specifica l’esistenza del divieto, le sanzioni e la persona incaricata di controllare che non vi siano trasgressioni. Quest’ultima ha il compito di:

• vigilare affinchè il divieto non sia violato;
• contestare le violazioni ai trasgressori;
• irrogare le sanzioni previste dalla legge.

Negli uffici pubblici la persona incaricata di vigilare sull’osservanza del divieto viene nominata dal dirigente dell’ufficio; in mancanza sarà egli stesso a svolgere questo compito. Negli uffici privati, invece, il titolare provvede personalmente alla vigilanza o nomina un incaricato scegliendolo tra i dipendenti.

STRALCIO RICAVATO DAL SITO WEB: https://www.laleggepertutti.it/129338_legge-contro-il-fumo-multe-e-divieti

Vergogna

Cuneo,li 06.08.2021

RINALDO

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