Creato da Caino2007dgl il 26/10/2010
LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2022 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

Hopefull7818Southdeiralaura.felixWillyeVengoDaLontanovlrnplpollock10Baloor84Caino2007dglg1b9ippigalippialdettorejac.pictuso.angeloArianna1921david.1960
 

Ultimi commenti

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi del 09/07/2022

IL SISTEMA RAZZISTICO ED INDECENTE DEI PARLAMENTARI ITALIANI

Post n°872 pubblicato il 09 Luglio 2022 da Caino2007dgl

 

NELLA MATTINATA DEL 7.7.2022, CON SBALORDIMENTO ED ANCHE IRA,TRAMITE LA TRASMISSIONE OMNIBUS ANDATA IN ONDA SU LA7, HO APPRESO CHE IL 24.09.2022, PER MOLTISSIMI PARLAMENTARI DELL’ATTUALE LEGISLATURA, SCATTERA’ LA PENSIONE SPECIALE PRO DEPUTATI E SENATORI ELETTI DOPO IL 2012.

 

INFATTI , IL GIORNALISTA DR. BECHIS , DIRETTORE DEL QUOTIDIANO VERITA’ & AFFARI , HA CHIARITO CHE CON LA SPARIZIONE DEL COSIDDETTO ILLEGITTIMO VITALIZIO PREVISTO FINO AL 2012 , I NOSTRI PARLAMENTARI SI SONO AUTO-ASSEGNATO, IN FORZA DEL LORO SISTEMA DI GESTIONE DEL PARLAMENTO, DETTO AUTODICHIA , UN SISTEMA PENSIONISTICO CHE FA A PUGNI CON TUTTI GLI ALTRI SISTEMI PENSIONISTICI ESISTENTI IN ITALIA NEL MONDO DEL LAVORO SIA DIPENDENTE CHE AUTONOMO.

 

INFATTI , ORA, ACCADE CHE LA PENSIONE SPECIALE PER LA MAGGIOR PARTE DEI NOSTRI PARLAMENTARI E SICURAMENTE PER I SIGNORI E SIGNORE DEL DELEGITTIMATO E SCREDITATO M5S, SCATTERA’ IL 24.09.2022.

 

UNA VOLTA ACQUISITI 4 ANNI , 6 MESI ED UN GIORNO DI LEGISLATURA, I PARLAMENTARI POTRANNO UNA VOLTA RAGGIUNTO IL 65° ANNO DI ETA’, CONQUISTARE LA PENSIONE PARI A 1.500 EURO MENSILI.

SE POI RIUSCIRANNO AD ESERCITARE ANCHE UN SECONDO MANDATO, TALE QUOTA PENSIONISTICA SI RADDOPPIERA’ PASSANDO A 3.000 EURO MENSILI.

 

E’ QUALCOSA CHE GRIDA VENDETTA DAVANTI A DIO ED AGLI UOMINI E CHE MERITA DI ESSERE DENUNCIATO E CONTESTATO IN MODO LEGITTIMO FORTE E CHIARO SOTTO L’ASPETTO SOPRATTUTTO MORALE ED ETICO, VISTO CHE L’ART. 69 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA PREVEDE PER CHI SVOLGE ATTIVITA’ DI PARLAMENTARE SOLO UNA UNICA INDENNITA’ E BASTA DA CALCOLARE IN BASE AD UNA LEGGE AD HOC, COME DISPONE TASSATIVAMENTE L’ART. 69 DEL CITATO ARTICOLO CHE SI RIPORTA PER OGNI BUON FINE:

Articolo 69

I membri del Parlamento ricevono un’indennità stabilita dalla legge.

Che cosa significa? L’articolo stabilisce che ai parlamentari spetta un’indennità, ossia un certo ammontare di denaro; concettualmente l’indennità è diversa dallo stipendio, che è legato al ruolo, all’anzianità ecc. La prima attuazione dell’art. 69 si è avuta con la legge n. 1102 del 1948, che stabiliva un’indennità composta da una quota fissa mensile e da una diaria quale rimborso spese stabilito dagli Uffici di Presidenza delle Camere. Nel 1965 la materia è stata riformata con la legge n. 1261, che fissava un tetto massimo per l’indennità e per la diaria.
A partire dal 1965 sono stati riconosciuti ai parlamentari altri benefici: un assegno di fine mandato; un assegno vitalizio; rimborsi forfettari per le spese inerenti al mantenimento del rapporto con gli elettori, per le spese di trasporto e telefoniche; tessere per la libera circolazione sulle reti autostradale, ferroviaria, aerea e marittima.
Quanto al trattamento tributario, la legislazione ha ribadito l’esenzione fiscale per qualsiasi forma di rimborso spese, mentre ha disposto la tassazione integrale dell’indennità.

N.B. SISTEMA POI MODIFICATO CON LE NORME SOTTO RIPORTATE.

 

ELEMENTI TRATTI DAL SITO WEB:

https://ms-mms.hubscuola.it/saggio/120900061409/3001e4e5-0587-400e-8937-afa39a26d1da/0_costituzione/costituzione/articoli/art69.html

Il sistema pensionistico dei parlamentari: possibili implicazioni per la durata della legislatura

29 ottobre 2021

 

 

Dal 2012, l’assegno vitalizio che spettava ai parlamentari al termine del loro mandato è stato sostituito con un trattamento pensionistico simile a quello previsto per gli altri lavoratori. Il trattamento però non è identico. Una peculiarità è che per avere accesso alla pensione è necessario essere stato in carica per almeno 4 anni, 6 mesi e un giorno. Questo implica che i neoeletti della XVIII legislatura (a inizio legislatura) non avrebbero diritto alla pensione parlamentare se le Camere venissero sciolte prima del 24 settembre 2022 e perderebbero tutti i contributi versati (fino a 50 mila euro). In questa categoria rientrano il 68 per cento dei deputati e il 73 per cento dei senatori.

La nota è stata ripresa da Repubblica in questo articolo del 30 ottobre 2021.

* * *

Il sistema pensionistico attuale

Nel 2012 il vitalizio spettante ai parlamentari al termine del loro mandato è stato sostituito con un trattamento pensionistico simile a quello applicato per gli altri lavoratori, anche se con qualche importante differenza.

Per i parlamentari eletti per la prima volta a partire dal 1 gennaio 2012, il sistema di calcolo della pensione parlamentare è di tipo puramente contributivo.[1] La pensione viene erogata al compimento dell’età di pensionamento pari a 65 anni, anche se per ogni anno di ulteriore mandato oltre la prima legislatura, il parlamentare può anticipare il pensionamento di un anno, sino a un’età minima di 60 anni. La riforma ha però previsto che i parlamentari possano richiedere il trattamento pensionistico solo nel caso in cui abbiano completato almeno un mandato parlamentare della durata di 5 anni. In realtà, a causa del sistema di calcolo semestrale utilizzato, per maturare il diritto alla pensione è sufficiente essere stati in carica per 4 anni, 6 mesi e un giorno nel corso della stessa legislatura.[2] Nel caso questo periodo minimo non sia stato raggiunto, i contributi sociali pagati dai parlamentari sono persi completamente, non potendo essere riagganciati a quelli relativi ad altre attività lavorative. Questo sistema è punitivo rispetto a quello spettante agli altri cittadini, i cui contributi di norma non vengono persi in presenza di un cambiamento di attività.[3]

La perdita per chi non raggiunge il sopra indicato periodo minimo è elevata. Per un deputato che arrivasse a quattro anni e sei mesi di mandato, i contributi versati sarebbero di circa 50 mila euro.

Quanti parlamentari perderebbero i contributi versati in caso di prematura fine della legislatura?

Dati i criteri della riforma, i parlamentari neoeletti a inizio legislatura e i neoeletti subentrati nel corso della legislatura perderebbero i contributi nel caso le camere fossero sciolte prima del 24 settembre 2022, a meno che non avessero già completato un mandato.

Alla Camera, ben 446 deputati risultano essere neoeletti all’inizio della XVIII legislatura (il 71 per cento). Inoltre, 3 neoeletti deputati sono subentrati nei primi sei mesi della legislatura e potrebbero ancora maturare i 4 anni e mezzo di servizio se le camere fossero sciolte dopo il 24 settembre. Altri 19 deputati sono invece subentrati dopo i 6 mesi iniziali e, anche se la legislatura finisse nel 2023, perderebbero i contributi versati. Complessivamente dunque sono 427 i deputati che, per i motivi citati, avrebbero un interesse a veder durare la legislatura oltre il 24 settembre 2022.

Il gruppo parlamentare con la maggior percentuale di neoeletti risulta essere la Lega: 123 su un totale di 133 deputati (92 per cento). A pari merito troviamo Coraggio Italia con 22 neoeletti su 24, seguiti dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia con una percentuale dell’89 per cento (33 neoeletti su 37 deputati). Liberi e Uguali e il Partito Democratico risultano invece i gruppi parlamentari con la più bassa percentuale di neoeletti (rispettivamente 42 per cento e 44 per cento) e gli unici gruppi parlamentari con un valore al di sotto del 50 per cento.

Al Senato, risultano neoeletti 244 senatori (il 76 per cento). In più, 11 neoeletti senatori sono subentrati, ma solo uno entro i 6 mesi dall’inizio della legislatura. Di conseguenza 234 perderebbero i contributi versati nel caso la legislatura finisse prima del termine minimo.

I gruppi parlamentari con la maggior percentuale di senatori neoeletti risultano essere Fratelli d’Italia e Lega, rispettivamente con il 95 e l’89 per cento. Al contrario, gruppi parlamentari con la minor percentuale di senatori neoeletti risultano essere il Misto e le Autonomie.

Come notato, l’incentivo economico a evitare uno scioglimento del Parlamento prima del 24 settembre è elevato e viene acuito dal fatto che, con il passaggio del numero dei parlamentari da 945 a 600 unità, la probabilità di essere rieletti, evitando la perdita dei contributi, si è ridotta notevolmente.

 

Per i parlamentari eletti prima del 1 gennaio 2012, invece, la pensione viene calcolata con un sistema pro quota: una parte dell’importo determinato dal valore dell’assegno vitalizio già maturato al 31 dicembre 2011 e la restante parte dai contributi versati negli ulteriori anni di mandato.

[2] Nel 2015, il Consiglio di Presidenza del Senato e l'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati hanno ciascuno approvato il decadimento del diritto alla pensione nel caso in cui un parlamentare venga condannato in via definitiva per reati di particolare gravità (ad esempio mafia, terrorismo o contro la pubblica amministrazione).

[3] Un vantaggio per i parlamentari è che non si applica il vincolo di contribuzione ventennale che è invece necessario per gli altri cittadini per ricevere la pensione all’età di pensionamento.

 

ELEMENTI INFORMATIVI TRATTI DAL SITO WEB:

https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-il-sistema-pensionistico-dei-parlamentari-possibili-implicazioni-per-la-durata-della

 

 

E’ DEL TUTTO EVIDENTE CHE IL SISTEMA PENSIONISTICO CHE SI SONO AUTOASSEGNATO I PARLAMENTARI , VIOLA CHIARAMENTE LA’RT. 3 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE E NON APAPRE CONFORME CON NESSUN ‘ALTRO SISTEMA PENSIONISTICO PREVISTO PER IL MONDO DEL LAVORO DIPENDENTE OD AUTONOMO, ESSENDO DI NATURA RAZZISTICA INDECENTE E SCANDALOSO.

 

ECCO ALTRI OTTIMI BUONI MOVI PER VOTARE IL MOVIMENTO CIVILE “ULISSE MERITA IL MIO VOTO” CHE ESISTE SOLO VIRTUALMENTE MA NON NELLA PRATICA.

INSOMMA, OCCORRE ASTENERSI DAL VOTO IN QUANTO I PARLAMENTARI SFRUTTAMENTO IN MODO INDECOROSO ED INDEGNO LA LORO AUTODICHIA, HANNO RITENUTO DI POTERSI AUTO ASSEGNARE UN SISTEMA PENSIONISTICO SPECIALE IN QUANTO PRIVILEGIATO , POICHE’ CON SOLI 4 ANNI, 6 MESI ED 1 GIORNO DI SERVIZIO IN PARLAMENTO , POTRANNO GODERE AL COMPIMENTO DEL 65° ANNO DI VITA, LA BELLEZZA DI 1.500 EURO MENSILI CHE, IN CASO DI DOPPIO MANDATO, AUMENTERA’ FINO A 3.000 EURO MENSILI.

ECCO COS’E’ IL SISTEMA DELL’AUTODICHIA:

Che cosa significa "Autodichia"?

L'autodichia è la facoltà, di cui godono alcuni organi costituzionali, di decidere autonomamente ed in deroga al principio di separazione dei poteri i ricorsi avanzati dai propri dipendenti avverso atti di amministrazione prodotti dagli organi stessi. Essa viene definita anche giurisdizione domestica e spetta al Parlamento (ai sensi degli art. 12 comma 3 reg. Camera e 12 comma 1 Reg. Senato) ed alla Corte Costituzionale (secondo l'art. 14 comma 3 l. 11 marzo 1953, n. 87). La ragione di tale prerogativa viene di regola individuata nell'indipendenza che caratterizza tali organi.

 

STRALCIO DAL SITO WEB: https://www.brocardi.it/dizionario/6083.html

 

VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

 

Cuneo,li 09.07.2022

 

Rinaldo

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963