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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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SECOLO XXI - ANNO 2023_ PARLIAMO DELLE RIFORME COSTITUZIONALI CHE IL CENTRODESTRA PROPONE POSITIVAMENTE AL POPOLO ITALIANO

Post n°1261 pubblicato il 15 Novembre 2023 da Caino2007dgl

 

PARLIAMO DELLE NOVITA’ SALIENTI CHE SI STANNO PROFILANDO IN CAMPO POLITICO PARLAMENTARE GRAZIE ALL’ECCELLENTE GOVERNO MELONI E LA SUA FORTE E STABILE MAGGIORANZA PARLAMENTARE:

 

 

 

Riforme

Che cosa prevede la riforma per l’elezione diretta del presidente del Consiglio

03 novembre 2023

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Il governo ha approvato il disegno di legge di riforma costituzionale, che ora dovrà essere esaminato dal Parlamento

 

di Redazione

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Il 3 novembre il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge di riforma costituzionale per introdurre in Italia l’elezione diretta del presidente del Consiglio (una forma del cosiddetto “premierato), a cui sarebbero dati più poteri rispetto a quelli attuali. Durante una conferenza stampa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito questo disegno di legge la «madre di tutte le riforme» e «un’enorme rivoluzione» per il Paese.

Secondo Meloni, questa riforma garantirebbe «due grandi obiettivi», ossia «il diritto dei cittadini a decidere da chi farsi governare» e «il principio per cui chi viene scelto dal popolo possa governare con un orizzonte di legislatura». Lo stesso concetto è stato espresso dalla ministra per le Riforme istituzionali e la Semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha presentato più nel dettaglio la riforma.

Al momento il testo del disegno di legge non è ancora pubblicamente disponibile, ma il suo contenuto è stato riassunto dal governo in un comunicato stampa. Secondo fonti stampa, il testo della riforma è composto da cinque articoli, che modificano quattro articoli della Costituzione: l’articolo 59, l’88, il 92 e il 94.

Leggi anche: Meloni dimentica che aveva promesso l’elezione diretta del presidente della Repubblica

Il contenuto della riforma

Con la modifica dell’articolo 92 della Costituzione si introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Secondo il testo della riforma, il capo del governo è eletto contestualmente alle elezioni politiche per il rinnovo di Camera e Senato e il suo mandato dura cinque anni. A differenza di quanto previsto oggi, la persona che diventa presidente del Consiglio deve essere per forza un parlamentare. 

È previsto inoltre un premio di maggioranza pari al 55 per cento dei seggi in Parlamento per la coalizione che esprime il presidente del Consiglio, per garantire maggiore stabilità al governo. Su questo punto, però, il governo deve ancora presentare la sua proposta per cambiare la legge elettorale.

Con la modifica dell’articolo 88 si elimina poi la possibilità per il capo dello Stato di sciogliere anche solo una delle due camere. La riforma prevede inoltre una norma definita “anti-ribaltone”, per impedire in futuro la formazione di governi tecnici o con altre maggioranze rispetto a quelle vincitrici alle elezioni. Con la modifica dell’articolo 94 della Costituzione, se il presidente del Consiglio eletto non ottiene la fiducia del Parlamento, il presidente della Repubblica gli rinnova l’incarico e, qualora non ottenga di nuovo la fiducia, scioglie le camere. In caso di dimissioni, impedimento o sfiducia delle camere, il presidente della Repubblica può affidare l’incarico di formare un nuovo governo al presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare della maggioranza, solo per realizzare il programma di governo e le dichiarazioni programmatiche approvate dal presidente inizialmente eletto. Se il governo non ottiene la fiducia, il capo dello Stato scioglie le camere.

È prevista infine la cancellazione del secondo comma dell’articolo 59, eliminando la possibilità per il presidente della Repubblica di nominare nuovi senatori a vita. Quelli attualmente in carica mantengono il loro incarico fino alla scadenza del mandato, mentre per gli ex presidenti della Repubblica rimane comunque il diritto di diventare senatore a vita.

Il percorso della riforma

Il percorso di approvazione della riforma costituzionale è ancora lungo. Per riformare la Costituzione non è sufficiente infatti l’approvazione di una normale legge, che richiede solamente la maggioranza semplice delle due camere, ma occorre una speciale procedura di revisione prevista dall’articolo 138 della Costituzione stessa. Secondo questo articolo, la Camera e il Senato devono approvare la proposta di riforma costituzionale due volte nel medesimo testo. Se nella seconda votazione entrambe le camere approvano il testo a maggioranza dei due terzi dei componenti, la proposta di riforma si considera definitivamente approvata. Se invece nella seconda votazione si raggiunge solo la maggioranza assoluta, la riforma costituzionale può essere sottoposta a referendum popolare per confermarla. 

Al momento la maggioranza di centrodestra non ha i numeri in Parlamento per poter approvare il disegno di legge di riforma costituzionale senza la possibilità di dover passare per un referendum popolare. Alla Camera la maggioranza dei due terzi dell’assemblea è fissata infatti a 266 voti e il centrodestra può contare su 238 deputati. Discorso simile vale per il Senato, dove i voti necessari sono 166 e la maggioranza può contare su 136 senatori.

Qualora venisse approvata definitivamente, la riforma non entrerebbe comunque in vigore da subito, ma dal primo scioglimento delle camere dopo la sua approvazione. Se l’attuale legislatura dovesse terminare alla sua scadenza naturale, la riforma costituzionale entrerebbe in vigore nel 2027.




Come siamo arrivati fin qui

Qualora fosse approvata, quella sul premierato sarebbe la ventunesima riforma della Costituzione da quando è entrata in vigore nel 1948 e sarebbe la prima riguardante la forma di governo del nostro Paese. 

L’elezione diretta del presidente del Consiglio non era presente nel programma elettorale della coalizione di centrodestra per le elezioni politiche 2022, che prometteva invece l’elezione diretta del presidente della Repubblica. Al momento quest’ultimo è eletto dal Parlamento in seduta comune, ossia dai deputati, dai senatori e dai rappresentanti delle regioni riuniti insieme. 

L’ipotesi del premierato è emersa nella primavera di quest’anno. A maggio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato i partiti di opposizione per trovare un accordo sul tema delle riforme, senza però arrivare a un’intesa. Nonostante questo, da lì in poi la ministra Casellati ha lavorato su un testo di riforma costituzionale per dare maggiori poteri al presidente del Consiglio. Il 29 agosto Casellati ha annunciato che il testo era praticamente pronto e che sarebbe servito solo qualche aggiustamento prima dell’esame in Consiglio dei ministri.

Dopo settimane di rinvii, il 30 ottobre scorso si è tenuto un vertice tra i partiti di maggioranza in cui si è ufficializzata la data del 3 novembre per il via libera alla riforma in Consiglio dei ministri.

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Elementi informativi tratti dal sito web:

 

https://pagellapolitica.it/articoli/riforma-costituzione-elezione-diretta-presidente-consiglio

 

 

 

Da quanto sopra riportato , si evidenziano TUTTE LE MACROSCOPICHE FALSITA’ CHE SPECIALMENTE LA SEGRETARIA LESBICA DEL PARTITO DEMOCRATICO STA CERCANDO DI INSINUARE NELLE MENTI DELLA CITTADINANZA ITALIANA CHE CON MOLTISSIMA PROBABILITA’ , A FINE PROCEDURA DI APPROVAZIONE, SARA’ CHIAMATA AD ESPRIMERSI CON UN REFERENDUM CHE SPERA POSSA PORTARE ALLA VITTORIA DEL “SI” CONVINTO PER IL BENE SOSTANZIALE DELLE NOSTRE ISTITUZIONI.

 

INFATTI, LA SCELLERATA E SPREGIUDICATA SINISTRA + IMBELLI DEL M5S (STALLE9, STANNO CERCANDO DI INSINUARE CON TALE RIFORMA , SI INDEBOLISCONO I POTERI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBICA ITALIANA.

 

QUESTE SONO MALIGNITA’ ED INSINUAZIONI VERGOGNOSE PURE E SEMPLICI , NON CORRISPONDENTI A VERITA’, IN QUANTO L’UNICO POTERE CHE CON LA RIFORMA VIENE SOTTRATTO GIUSTAMENTE AL CAPO DELLO STATO , SARA’ QUELLO PREVISTO DALL’ART. 88 DELLA COSTITUZIONE CHE , FINORA, GLI HA CONSENTITO DI POTERE SCIOGLIERE IL PARLAMENTO.

 

QUESTA E’ LUNICA MODIFICA CHE RIGUARDA IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

 

TUTTI GLI ALTRI SUOI POTERI ATTUALI RIMANGONO ASSOLUTAMENTE IN CAPO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

 

MA VA DA SE CHE IL POTERE DI SCIOGLIMENTO DEL PARLAMENTO, NON POTEVA RIMANERE ATTIVO DOPO CHE SARA’ POSSIBILE PER NOI CITTADINANZA DI ELEGGERE IL NOSTRO PRIMO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, CON IL NOSTRO VOTO DEMOCRATICO E LIBERO, COSI’ COME AVVIENE OGGI CON LA ELEZIONE DEL SINDACO CHE , FINORA, HA DATO OTTIMI RISULTATI, A PARTE QUALCHE CASO NON PROPRIAMENTE POSITIVO COME QUELLO LEGATO ALLA NOMINA DEL DR. SALA COME SINDACO DI MILANO.

 

QUINDI PER FAVORE RICORDATEVI CHE LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE APPROVATA DAL GOVERNO MELONI RIGUARDA ESCLUSIVAMENTE QUESTI TRE IMPORTANTISSIMI ASPETTI:

 

- ELEZIONE DIRETTA DA PARTE DELLA CITTADINANZA ITLAIANA, DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI;

 

- LEGGE ANTI-RIBALTONE PER EVITARE CHE PARTITI CHE NON HANNO RICEVUTO PIENO MANDATO DAL POPOLO SOVRANO DI GOVERNARE POSSANO INSEDIARSI AL GOVERNO DEL PAESE, COSI’ COME PER LUNGHISSIMI DIECI ANNI PASSATI , HA POTUTO FARE IL PARTITO DEMOCRATICO, SFRUTTANDO LE POSSIBILITA’ IMPROPRIE CHE IL PARLAMENTO ATTUALE, PER COME ESSO E’ ORGANIZZATO, IN FORZA DELLA INQUIETANTE AUTODICHIA, GLI HA CONSENTITO SCANDALOSAMENTE E VERGOGNOSAMENTE, SENZA MAI AVERE VINTO UNA SOLA ELEZIONE POLITICA;

 

- ABOLIZIONE DEI SENATORI A VITA, SOGGETTI CHE PUR AVENDO OTTENUTO, FINORA, TALE CARICA PER ALTI MERITI IN VARI CAMPI , SPECIALMENTE QUELLI DI NOMINA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, SONO DIVENTATI VERI ELEMENTI POLITICI CHE SPESSO LI HANNO INDOTTI A VOTARE PER QUESTO O QUEL GOVERNO, COSA CHE LA LORO CARICA DI FATTO ONORARI,A AVREBBERO CONSIGLIATO DI EVITARE COMPLETAMENTE, PERCHE’ NEL MOMENTO IN CUI ESSI HANNO DECISO DI “SCHIERARSI” HANNO CERTAMENTE ASSUNTO UNA IMPROPRIA E SBAGLIATA CONNOTAZIONE POLITICA CHE NON COMPETEVA ASSOLUTAMENTE LORO.

 

 

QUINDI PER FAVORE , QUALUNQUE SIA LA VOSTRA POSIZIONE POLITICA, BISOGNA FARE ENTRARE IN VIGORE LA RIFORMA CHE IL CENTRODESTRA STA PROVANDO DI FARE APPROVARE DAL PARLAMENTO, PERCHE’ E’ L’UNICA CHE CI DARA’ GOVERNI STABILI E CAPACI DI AFFRONTARE SENZA TEMERE ALCUN RIBALTONE POSSIBILE, DI INTERESSARSI ED OCCUPARSI VALIDAMENTE E CON PIENA CAPACITA’ ED INTELLIGENZA DI TUTTI I PROBLEMI CHE AFFLIGGONO, PURTROPPO, LA NOSTRA SOCIETA’.

 

SE CI SARA’ REFERENDUM CONFERMATIVO , MI AUGURO CHE TUTTI VOTEREMO CONVINTAMENTE E CON FORZA E DECISIONE, PER IL “SI”.

 

BUONA GIORNATA A TUTTI

 

Cuneo,li 15.11.2023

 

Rinaldo

 

 

 

 

 
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SECOLO XXI - 12 NOVEMBRE 2023: VENTENNALE DELLA STRAGE DEI NOSTRI 19 EROI IN NASSIRYA,ANCORA PRIVI DELLA MEDAGLIA D'ORO

Post n°1260 pubblicato il 15 Novembre 2023 da Caino2007dgl

 

12 NOVEMBRE 2023:

 

VENTENNALE DELLA STRAGE DI NASSIRYA OVE MORIRONO INGIUSTAMENTE E VIGLIACCAMENTE 19 NOSTRI CONNAZIONALI FRA MILITRI E CIVILI, IN MISSIONE IN QUELLA DANNATA NAZIONNE IRACHENA PER PORTARE PACE , ORDINE E BENESSERE A QUELLE SVENTURATE GENTI PER ANNI SOTTOPOSTE ALLA DITTATURA DEL NOTO SADDAM HUSSEIN POI GIUSTIZIATO TRAMITE IMPICCAGIONE , PENA CHE MERITAVA GIUSTAMENTE PER TUTTI MASSACRI CHE EGLI , IN VITA, AVEVA ORDINATO CONTRO INERMI PERSONE INNOCENTI COME PER ES. QUELLE APPARTENENTI AL GRUPPO CURDO.

 

 

STRAGE DI NASSIRYA – IRAK : GLI EREDI DEI 19 EROI CIVILI E MILITARI, NON HANNO ANCORA RICEVUTO LE MEDAGLIE D’ORO AVREBBERO DOVUTO ESSERE LORO SICURAMENTE ASSEGNATE, PER CAVILLI BUROCRATICI, IN QUANTO, LA MISSIONE DA LORO SVOLTA IN IRAK ERA DI “NATURA UMANITARIA” E NON MILITARE.

 

 

ECCO I MOTIVI REALI VERGOGNOSI E SCANDALOSI CHE HANNO PERMESSO QUESTO VERO , IMMANE SCANDALO CIVILE E SOCIALE VERGOGNOSO:

 

 

Medio Oriente > Iraq > Reportages


Fuoco nemico, fuoco amico. Ed ora fuoco figlicida. Questo ammazza due volte.

Medaglie d'oro e disonorevoli rovesci di medaglie

28 giugno 2006

Nadia Redoglia

Fonte: Rainews 24. "Eroi senza medaglie" Reportage realizzato da S.Ranucci e M.Torrealta. In onda sulla terza rete il 29 giugno ore 7.40


“12 novembre 2003. In un attacco alla base Maestrale di Nassiriya, sono morti 19 italiani (12 carabinieri, 5 soldati e due civili). La missione militare era iniziata pochi mesi prima, a giugno. A provocare la strage, due automezzi imbottiti di esplosivo lanciati a tutta velocità contro la palazzina di tre piani che ospitava i carabinieri della Msu (Multinational specialized unit). È un camion a forzare il posto di blocco all' entrata della base, situata nella vecchia sede della Camera di commercio locale: gli occupanti fanno fuoco contro i militari a guardia dell' ingresso, che rispondono al fuoco senza però riuscire a fermare il mezzo. Travolte anche le barriere passive (reti e fili spinati) poste a difesa della struttura. Dietro all' automezzo c' è un' altra auto che finisce la sua corsa esplodendo contro la base. Si è parlato di quattro kamikaze e di 150-300 chili di esplosivo usati nell' azione. L' esplosione sventra gran parte dell' edificio, posto sulle rive del fiume Eufrate e danneggia una seconda palazzina dove ha sede il comando. Nel cortile molti mezzi militari prendono fuoco. In fiamme anche il deposito delle munizioni. “
Più o meno con queste parole tre anni fa le testate di tutto il mondo annunciavano la tremenda notizia. Fu definita la più grande disgrazia per le forze armate italiane dalla fine della seconda guerra mondiale. Furono eroi e, in quanto tali, l’indomani in tanti annunciavano che sarebbero stati onorati di medaglia d’oro al valor militare. A parte le commemorazioni (merita ricordare anche quel briciolo di squallore nell’aver impedito alla vedova Rolla, perché non regolarmente sposata, l’ingresso agli onori con gli altri familiari dei defunti), le bandiere, le lacrime istituzionali, di medaglie d’oro non se ne videro mai , eccezion fatta per quella assegnata ai familiari del signor Fabrizio Quattrocchi. Medaglia d’oro al valor civile per aver dimostrato una grande esempio di amore di patria, ma questa è un’altra storia. Perché l’assenza di queste onorificenze ai nostri caduti?.
Grazie (ancora una volta) a Rainews24 forse riusciamo a risponderci. La testata satellitare, nel merito, ha intervistato l’on. La Russa e l’ex ministro Gasparri. Dall’intervista emerge chiaramente che il motivo per cui la medaglia d'oro non è stata assegnata alle vittime di Nassirya è perché la missione italiana è inquadrata nell'ambito di un “intervento umanitario”. “Se è questo il motivo - ha detto Morris Carrisi, fratello di Alessandro, una delle vittime - allora vuol dire che mio fratello l'hanno ucciso due volte, la prima con l'attentato, la seconda per l'ipocrisia della gente”. Nessuna medaglia al valor civile per intervento umanitario dunque, perché la maggior parte erano militari, militari che però non ne posseggono il “valore”, quel valore che si ottiene solo se si è in guerra e questa non è guerra: è pace? Per i due civili poi non se ne parla proprio. Morendo, non hanno fatto a tempo ad esprimersi con l’ “ecco come muore un italiano” ? Quel tricolore che ha già coperto troppe bare ci pare che assuma la veste di un velo pietoso, piuttosto che di un drappo d’onore…Ma la storia di Nassirya non finisce ancora qui. La Procura Militare sta indagando da tempo su queste vicende al fine di accertare eventuali carenze di sicurezza nella base Maestrale. Sul tavolo del Procuratore Antonino Intelisano ci sono due rapporti: quello del generale dell’Esercito Antonio Quintana, l’altro del generale dei Carabinieri Virgilio Chirieleison. In entrambi è sottolineato l’esemplare comportamento dei militari che hanno risposto al fuoco appena avuta la percezione del pericolo. Ma se nel rapporto dei carabinieri la base risulta adeguatamente protetta, in quello dell'esercito emergono rilievi sulla gestione della sicurezza. Nell’inchiesta di Rainews24 emerge che alcuni tra i militari italiani coinvolti nella strage di Nassirya, sono morti a causa dell’esplosione della riservetta munizioni (locale a prova di bomba, normalmente interrato, che, a seconda della tipologia e della quantità di munizionamento, deve essere posto a debita distanza di sicurezza dai luoghi abitati) situata alla Base Maestrale. Nei corpi di alcuni soldati sono stati trovati proiettili appartenenti ai reparti italiani esplosi in seguito all’attentato terroristico. Seconda le norme di sicurezza il deposito di armi, comprese le riservette, devono essere messi al riparo da qualunque tipo di attacco. Nel documento, realizzato dall'inviato Sigfrido Ranucci, viene mostrato un filmato inedito dove si vede la base attaccata e si odono chiaramente i colpi impazziti provenienti dalla riservetta che esplodono per una decina di minuti. Il legale della famiglia di Alessandro Carrisi, il caporale scelto dell'esercito morto a Nassirya, Francesca Conte, ha dichiarato che il suo assistito è morto proprio a causa dell'esplosione della riservetta e che probabilmente anche altri ragazzi potrebbero essere morti per lo stesso motivo. Al responsabile difesa dell’Osservatorio Militare, Domenico Leggiero abbiamo chiesto alcune informazioni in merito alla sicurezza dei depositi munizioni e in generale di tutti i materiali bellici esplosivi. La risposta è stata lapidaria: “tutti i materiali bellici, ossia i materiali d’appartenenza alle Forze Armate, devono possedere e rispecchiare i criteri di sicurezza previsti dalla Stato Maggiore della Difesa. La realtà degli ultimi tempi ci fa capire che evidentemente non sono rispettati. Nel caso della base Maestrale è chiaro che la scoperta di cadaveri imbottiti di proiettili provenienti dalla riservetta dimostra che questa non era stata collocata alla debita distanza di sicurezza.” “Ma chi controlla i controllori?” -incalziamo- “Non esistono controlli se non all’interno delle Forze Armate. Abbiamo avuto modo di verificare enormi lacune nel campo della sicurezza, ricordiamo ancora una volta il problema legato all’uranio depleto, pensiamo agli elicotteri vetusti che i nostri soldati rifiutarono di usare e che per questo vennero umiliati, tacciati di vigliaccheria, salvo poi aver vinto la causa intentata contro le Forze Armate, pensiamo ai veicoli multiruolo protetti e non. Sappiamo che l’Esercito ha acquistato dei veicoli ultra moderni, come i VTLM dotati di protezione antimina anche sotto lo scafo. I nostri soldati a Nassirya non li possiedono. I soldati di Nassirya non sono tutti morti per l’attentato. Probabilmente, se qualcuno non fosse stato colpito dalle munizioni della riservetta, avrebbe potuto salvarsi…” “Cosa si deve fare perché questo stato di cose abbia fine?” Leggiero “Non cambierà mai nulla fino a che il mondo militare avrà carta bianca nella sua operatività. Occorrerebbe un Governo forte, coraggioso. Un Governo che dicesse basta ad un potere così assoluto che, lo stiamo vedendo, ha potere di vita e di morte sui nostri militari.”
Eravamo fermi alla morte per fuoco nemico, poi abbiamo imparato che si muore anche per fuoco amico ed ora ci tocca essere spettatori di morte per fuoco figlicida. Ma, come dice il fratello di un eroe di Nassirya, questa morte ammazza due volte.

 

 

FONTE WEB:

 

https://www.peacelink.it/conflitti/a/17041.html

 

AD ONORE DEL VERO, NEL NOVEMBRE 2003, EPOCA IN CUI ACCADDERO QUESTI FATTI DRAMMATICI, ERA IN CARICA IL GOVERNO BERLUSCONI COME SI EVINCE DALLA SEGUENTE INFORMAZIONE WEB:

 

Il governo Berlusconi II è stato il cinquantasettesimo esecutivo della Repubblica Italiana, il primo della XIV legislatura. Il governo rimase in carica dall'11 giugno 2001 al 23 aprile 2005, per un totale di 1 412 giorni, ovvero 3 anni, 10 mesi e 12 giorni.


Governo Berlusconi II - Wikipedia

Wikipedia

https://it.wikipedia.org › wiki › Governo_Berlusconi_I

 

ECCO COSA DICE LA LEGGE CHE REGOLA LA CONCESSIONE DELLA MEDAGLIA D’ORO ED ALTRE BENEMERENZE SIMILARI:

 

Cenni storici

 

Istituzione

Le medaglie al valor civile sono state istituite dal Re Vittorio Emanuele II con Regio Decreto n.1168 del 30 aprile 1851. Attualmente la concessione di ricompense al valor civile è regolata da:
Legge 2 gennaio 1958, n. 13 - Norme per la concessione di ricompense al valore civile (G.U. 3 febbraio 1958, n. 29), modificata dalla L. 15 febbraio 1965, n. 39.

Regolamento di esecuzione

DPR 6 novembre 1960, n.1616 - Approvazione del regolamento di esecuzione. (G.U. 5 gennaio 1961, n. 4).

Finalità

Premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano preclara virtù civica e segnalarne gli autori come degni di pubblico onore.

Destinatari

Cittadini che abbiano esposto la propria vita a manifesto pericolo per salvare persone esposte ad imminente e grave pericolo; per impedire o diminuire il danno di un grave disastro pubblico o privato; per ristabilire l'ordine pubblico, ove fosse gravemente turbato, e per mantenere forza alla legge; per arrestare o partecipare all'arresto di malfattori; per il progresso della scienza o in genere per il bene dell'umanità; per tenere alti il nome ed il prestigio della Patria. Le ricompense sono concesse anche a reparti militari, Enti o Corpi i cui membri abbiano compiuto collettivamente gli atti di valore di cui sopra.

Classi o gradi

Medaglia d'Oro, d'Argento e di Bronzo - Attestato di Pubblica Benemerenza.

Modalità per il conferimento

Sulle proposte esprime un parere una Commissione, nominata con Decreto Presidenziale su proposta del Ministero dell'Interno, composta da un Prefetto Presidente, un Senatore e un Deputato, due membri designati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, un Ufficiale generale o superiore dell'Arma dei Carabinieri, un componente il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Carnegie per gli atti di eroismo. Svolge le funzioni di segretario un Consigliere dell'Amministrazione Civile dell'Interno.

Le medaglie al valor civile sono conferite con Decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'Interno.

L'attestato di pubblica benemerenza è concesso dal Ministro dell'Interno.


REGOLAMENTO DI ESECUZIONE/APPLICAZIONE:


Medaglia al Valor Civile
fonti normative
DPR 6 novembre 1960, n.1616 (1).
Regolamento di esecuzione della legge 2 gennaio 1958, n. 13, contenente
norme per la concessione di ricompense al valor civile

1. L'istruttoria relativa ai fatti che possono dare luogo alla concessione di
ricompensa al valor civile viene promossa dal Ministero dell'interno e svolta
dai prefetti, con la procedura di cui al seguente art. 2.
Per i fatti avvenuti fuori dal territorio dello Stato, la istruttoria è svolta dalla
competente autorità consolare.

 

2.Gli atti di coraggio per i quali può farsi luogo alla concessione di ricompense
al valor civile devono risultare da apposita deliberazione di Giunta del
Comune, nel cui territorio sono avvenuti i relativi fatti, corredata da
attestazioni di eventuali testimoni oculari nonché da un dettagliato rapporto
circa i pregi dell'azione svolta.
Per gli atti compiuti fuori dal territorio dello Stato non occorre la deliberazione
di cui al comma precedente.
Dalla suindicata procedura si può prescindere qualora, per le circostanze di
tempo e di luogo nelle quali gli atti di coraggio siano stati compiuti o per la
qualità delle persone che eventualmente vi abbiano presenziato, i fatti possono
ritenersi sufficientemente accertati.
Ugualmente non è necessario esperire la suaccennata procedura ove si tratti di
Enti, Corpi o appartenenti a Forze armate dello Stato distintisi per atti
meritevoli di riconoscimento compiuti collettivamente o singolarmente.

3. Le proposte di conferimento di ricompensa al valor civile o le istanze
avanzate direttamente dagli interessati devono essere fatte pervenire al
Ministero dell'interno - Direzione generale degli affari generali e del personale
- entro il termine perentorio di un anno dal compimento dell'atto di coraggio.

 

4. Per gli atti di coraggio compiuti anteriormente alla entrata in vigore del
presente regolamento, e per i quali siano trascorsi più di sei mesi dal loro
compimento, in via transitoria le relative proposte o istanze da parte degli
interessati possono essere inoltrate al Ministero dell'interno entro il termine
indilazionabile di sei mesi a decorrere dalla data di pubblicazione del
regolamento stesso.

 

5. La Commissione di cui all'art. 7 della legge, qualora ravvisi nei fatti
sottoposti al suo esame gli estremi per la concessione di una ricompensa al
merito civile, può proporre che venga concessa detta ricompensa.
6. La medaglia di cui all'art. 2 della legge si porta sul petto, a sinistra, appesa
al nastro composto da una striscia tricolore di 36 mm.
In luogo della medaglia può portarsi un nastrino di 8 mm. di altezza della
stessa foggia del nastro, sul quale è applicata una stella a cinque punte,
rispettivamente di oro, di argento o di bronzo.

 

(1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 5 gennaio 1961 ,nr. 4.

 

 

FONTE WEB:

https://www.quirinale.it/allegati_statici/valorcivile/valCiv_b.pdf

 

MI AUGURO CHE DOPO IL VENTENNALE DELLA STRAGE DI NASSIRYA , SI RISOLVA QUESTO ASSURDO CONTENZIOSO INFAME CHE , FINORA, HA IMPEDITO AGLI EREDI DEI 19 NOSTRI ECCEZIONALI EROI DI RICEVERE POST MORTEM DEI LORO CARI, VITTIME DELLA FEROCIA E CRUDELTA’ DEI TERRORISTI IRACHENI DI QUEL TEMPO, LA MEDAGLIA D’ORO AL VALOR CIVILE CHE TUTTI LORO SICURAMENTE MERITAVANO E MERITANO TUTTORA.

 

 

Insegne

Medaglia al Valor Civile.

 

 

VERGOGNA.

 

Cuneo,li 15.11.2023

 

Rinaldo

 
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