Creato da carrubella il 27/01/2007
E la storia continua
 

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

carrubellaCarlo_ValleleselviniNarcysseFrancesca.th95acquasalata111falco58dglnonmale43alive_2012antropoeticoperberemeghy1965unamamma1volod_jacristianavilli
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Ultime visite al Blog

carrubellaCarlo_ValleleselviniNarcysseFrancesca.th95acquasalata111falco58dglnonmale43alive_2012antropoeticoperberemeghy1965unamamma1volod_jacristianavilli
 

 

A passioni

Post n°83 pubblicato il 22 Marzo 2008 da carrubella
 
Tag: POESIE

A passioni



Scausu, strazzatu, npasturatu, affamatu,
Nmmardiddatu d’un lignu duru .
Duru ancora .
Cuomu lignu vivu, virdi, ca fuocu stenta e un’attizza .


E’ssiri armali, e’ssiri firi, e’ssiri figliu di Diu .
Ma picchì tantu avi avviniri ?
Picchì accussi forti haiu a suffriri?
Oh matri mia,oh Diu santissimu, pau du rieu li so piccati .


Stu sciatu puortu a fini
Sientu lu fierru n’ta carni trasiri
M’attruova cu l’uocchi di tutti li genti
Ca m’addumannunu, forti, pietà .





lino

 
 
 

IL faro

Post n°79 pubblicato il 19 Febbraio 2008 da carrubella
 
Tag: POESIE




U faru




Carunu li pampini di l’arvuli,
Sutta ddu vientu ca veni friddu i dda.
U cielu è sempri blu e u mari è gruossu,
N’te me muntagni cari a prima nivi.


Russi li facci di li vicchiarieddi,
Luciti l’uocchi di li pittirussi.
Cu scuru avruoi si sientunu passari
Pi ghiri a fari l’ova aunni sannu.

Ma, com’è veru, ca, Diu è lu Signori
È puru veru ca ci su li fari,
Ca sempri fermi fannu u so doveri
E dununu na manu a li cristiani.


Canusciu iò du fari cu quttru uocchi,
Ca, lustru fannu puru quannu è juornu
E puru s’un si firunu di curriri
U so duviri fannu e nun lu sannu.


Il faro vuole essere un’attenzione e un riconoscimento a tutti coloro che pur essendosi impegnati nella vita ad un certo punto per motivi vari diventano inutili,essi stessi si valutano tali.
Il faro vuole rivalutare queste persone con handicap con un rispetto dovuto almeno dalle persone più care.
Il faro è la luce nella notte che guida noi naviganti della vita, indicandocene il giusto percorso.
Si sente il dovere soprattutto quando noi stessi ci apprestiamo nel nostro autunno,proprio quando, cadono le foglie con una vita che ti riserba ancora incertezze,facendoti venire i brividi o nella serenità e tranquillità tipiche dell’espressione di un cielo blu o di montagne innevate,
Ci specchiamo nelle facce che incontriamo,guardiamo altri occhi , incontrando i nostri, simili a quello del pettirosso.E poi ancora sentiamo nella notte il migrare degli aironi con similitudine a coloro che lasciano la proprio terra per trasferirsi altrove.
Il tutto si fonde con la natura.
Ma è una verità l’esistenza di Dio
E’ una verità che esistono anche i Fari.
Essi sono fermi,non corrono,non fanno,non si alimentano da soli
Essi sono i nostri cari. Ci hanno donato la vita.
Oggi,essi sono per noi il riferimento. Un riferimento indispensabile che andremo di più ad apprezzare negli anni a venire.
Essi non si rendono conto di quello che ci donano con la loro presenza .

 
 
 

Autunno

Post n°77 pubblicato il 06 Febbraio 2008 da carrubella
 
Tag: POESIE

Autunno

Rotoli di ore
rotolano come fiume
al mare fine.

Galleggia ramaglia
cerca riparo
all’ansa o allo stagno
per affondare fronde.

Vita riavere ancora
e fiori ancora
e ancor forza
ancora amare
trovato amor.

 
 
 

Rondine Bianca

Post n°75 pubblicato il 20 Gennaio 2008 da carrubella
 
Tag: POESIE

Rondine Bianca Vola rondine bianca prendi un treno corri prendi e vola. Scappa a farti prendere dall’ombra che conosci. Lasciati andare poi scappa. Desiderio d’avere desiderio d’amare lasciarsi amare senza perché. Svegliarsi consolata dall’ultimo volo e dall’ultimo tuo amor.

 
 
 

Post N° 73

Post n°73 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da carrubella
 
Tag: POESIE

NATURANDO


L’Alpe or vedo luccicante il mio
Col verde e il bianco sposi
E l’eco a rimbalzar su quei
M’arriva dentro e non so dirmi come


Tutto non sa di terra e non di mio
Che quasi m’ atterrisce e me sgomenta
Poi che il silenzio l’alimenta
Senza ch’io possa dar parvenza


E cosa dir di cosa m’impedisce
D’aprir sbarrati gli occhi a meraviglia
Quel soffio tal leggero a piuma
Che aria non è ma è respirar di fata


M’avvolgo allor alla mantella doppia
Cercando in quella risposta che mi manca
Trovando ricordo di bambino
L’essere stretto al grembo della mamma

 
 
 

Sessine Gennarine

Post n°72 pubblicato il 04 Gennaio 2008 da carrubella
 
Tag: POESIE





Sessine Gennarine

Care vecchine per bimbi e bambine

se vengon di notte, di giorno non so.

Portan esse un sacco o la sporta

piena di cose che han suggerito

le letterine ,di cuor inviate,

al bimbo Gesù.

Non sono bruttine ma solo vecchine.

Sognatele belle,

perché esse lo furo

lorquando bambine,

tanto carine

e

sogni fatti ad altre vecchine

d’averle vicine

dentro un calzino

lasciato lì a caso

d'un Babbo Natale un pò tanto distratto

stragonfio di zucchero e caramelle

e quel che piace a tutti i bambini.

E quella scopa in fondo a che serve?

A spazzolare i brutti pensieri

a spazzolare angosce e le pene

che sol bambino sa costruire.

Allor con festa si vuol ricordar

di queste vecchine

malconce e bruttine

chiamandole, appunto,

non proprio nonnine,ma

col nome Befane

San loro dar

non solo dolcetti,ma

come di mamma,

bacetti d’amor.

 
 
 

Il nuovanno

Post n°71 pubblicato il 29 Dicembre 2007 da carrubella
 
Tag: POESIE

Il nuovanno

Salta un tappo e segue l’altro
quando è notte di Silvestro
e la gente dimentica e invita
quello che fu e quel che verrà.
Al vecchio,forse,solo uno sguardo
al nuovo di contra!!!!!! Ruffiano è l’uman.
Si vuol ch’entrando porti fortuna
che porti soldi ma tanti soldi
a far felici tutti in famiglia
giocando e vincenti nell’anno che vien,
che porti salute e l’allegria,
anche per quei che voglia non hanno
per quel recente passato a lor regalato
della sortita di un loro caro
p’aver presenziato,forse,poi tanto
agli onomastici del caro Silvestro.
E’ giusto,dunque, che venga trattato
a par di bimbo venuto alla luce
come di Maria il suo Bambinello
ch’ebbe la luce di brilla cometa.
Abbia per luce gli occhi dell’uomo
che migliorar essi vorranno
Dovranno scrivere proprio di lui
tutti i ricordi del tempo che fu.

 
 
 

Il Duello

Post n°69 pubblicato il 25 Dicembre 2007 da carrubella
 
Tag: POESIE

Il Duello



Con forza attenagliaron le spade
L’arma cingean con le mani assieme
Poscia che al duellar la sfida avean già tratta
E il metallo forgiato essi facen sonare


Eran d’onore e rispetto volean
Muti senz’odio e reverenti ai re
Colpi brandivan dalla destra e manca
Presto speravan di chiuder la falla


L’ora tardava e il duellar fiaccava
Il sudor vestiva il sangue a schizzi
Che copioso sembrava uscir da nari e pori
Che l’armi prodotto avean sì taglienti e acuti.


Maestri d’arme , ricchi vassalli o cavalieri
Che giammai vider fatica sì profonda e dura
E l’altrui dolor mai consideraro


Incrociaron lo sguardo ma le spade il cuoio .
(si uccisero a vicenda)




Contesa atta a risolvere,con armi e modalità convenute,i conflitti di interesse e di onore.
In Letteratura tanti gli autori che si sono addentrati in queste guerre individuali.
Oggi La cavalleria non va intesa nel significato antico della parola. La borghesia ormai ha
esautorato l’aristocrazia. Essa ha sostituito alla forza la fortezza; al coraggio militare quello civile; alla spada l’idea. L’aristocrazia debellata si è rifatta dalla sconfitta, regalando ai nuovi arrivati i ferri vecchi; e mentre il borghese irride i titoli nobiliari, si affanna dietro ad una miserabile croce di cavaliere e sfida a singolar tenzone e,quando può, uccide chiunque gli ostacoli la via del piacere,della ricchezza,o della vanità.
Siamo giunti al punto oggi , che un calzolaio se fa delle buone scarpe, vuol essere creato cavaliere,
onde gli sia lecito,quando occorre,di sfidare e uccidere in combattimento singolare colui che non trovò le scarpe di suo gradimento.

 
 
 

La Buonanotte

Post n°67 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da carrubella
 
Tag: POESIE

La Buonanotte

La sento farsi vicina
per portar seco me.
Come di donna che
a consolazione segue
l’amore più che fu pria
a rispetto del rilassato
corpo d’Esso assopito.
Quando, levandosi dal fiato,
dona
come madre al bimbo
coltre al naso.
Strattono anche se l’ora è tarda
non voglio lasciar ancor il dì trascorso
forse a paura, del nuovo,
ch’annuncia con il canto il gallo,
che spinge me, dentro, al dover,
perch’io lo devo.
Per soddisfar le bocche che tan’tamo.
E,allor, lor sogno.

Lino

Sento la stanchezza per aver trascorso la mia giornata.E' notte
Si potrebbe paragonare la notte a una donna che finito di fare all'amore si rivela
donando un'amore diverso come quello di una mamma,coprendolo come proprio fa una mamma rimboccandogli la coperta come a un bambino.
Resisto alla notte ho fatto tante cose e ne vorrei fare delle altre .
Tutto questo  quasi mi fa paura quando ci si pone la domanda del domani.
Vari rumori mi indicano  l'ora tarda.
Domani ho il dovere di andare  a lavorare
Devo lavorare
Ho il dovere di sostenere la mia famiglia.
Che io tanto amo
Ormai sono a letto e mi addormento pensando loro

 
 
 

Il gioco dei grandi

Post n°64 pubblicato il 16 Dicembre 2007 da carrubella
 
Tag: POESIE

IL GIOCO DEI GRANDI



Anche i grandi giocano
Giocano stranamente
A giochi che non esistono più
E allora cercan le regole del gioco


Il gioco che cercan è quello dei bambini
Sognare , mangiare , piangere , avere ;
avere chi sognare , avere da mangiare avere da piangere ,


La mano tesa chiede figli a figli
Chiedendo loro le regole del gioco ,
Le mani tese cercano consiglio
Al padre e al culto .


Invano , il gioco non c’è
Tutti sono andati via portandosi quel gioco
E allor lui e lei con in man la mano
Aspettano a partir per giocar lontano .

 
 
 

Post N° 60

Post n°60 pubblicato il 28 Novembre 2007 da carrubella
 




Eccolo lì ancora in rosso
attaccato all’uscio in su la porta,
guardato dallo spioncino
sembrar’esso folletto birichino
per l’occhio falso fatto a pro di quel buchino.
Insiste e suona e parlare ei vuol.
Con suoi colori,
di canto Natalizio
e
di Buon Anno
Vuol raccontare storie di bontà
e di tant’altri che come lui
fan parte di schiera al Cristo RE.
Vuol esso dire,
parlare ai cuori
dei grandi e dei piccini
per farli ritrovare tutti quanti
attorno all’albero più bello
ch’è simbolo di sé


lino

 
 
 

Sottovuoto

Post n°59 pubblicato il 06 Luglio 2007 da carrubella
 
Tag: POESIE

Sottovuoto


Quando senti il tuo cuor andar da solo
senti tutto di te smarrito e al buio
barcolli, e stenti a star su dritto, in quel sentiero.
Cerchi e non vedi altro che dei rovi
e lì l’appoggio manca e nel cader che fai
spinato e rosseggiante,t’alzi e, riprendi il viaggio.
Odi lontano rumori e cuori allegri
che pur su di un momento gioisce il tuo
dimentico la sorte e quel destino;
ove allor la fine di quel viaggio?
M’illudo di voler mirare al centro
d’una sfera di cristallo per saper del dopo
per scrollo far dalle mie spalle
tacciando per sempre tutto quello che
a me frulla nel capo.

Il fatto ch’io m’adopri alla ricerca
di qualcosa o altro che non c’è perdendo tempo
alla fin rubato a me

 
 
 

Il Santone

Post n°58 pubblicato il 10 Maggio 2007 da carrubella
 
Tag: POESIE

U santuni

1 N’tà ddù cummientu ddà
c’è un curdiglieru, biancu,
ca picca si viri furriari
m’ assai priari.

2 Tutti li cristiani,un sannu mancu,
picchì tutti lu chiamunu Santuni
ormai s’abituaru a iddu
e ca carina ci puortunu rispiettu .

3 Forsi fà miraculi n’tà chiesa?
O n’ta la sacristia iunci li sciuri?
E di notti chi fà davanti a cruci,
arriminannusi cuomu fà na vampa d’uogliu?

4 Macari sta battiennu piettu d’unu
ca sorti un’appi e ora aiutu chianci
picchì di libertà fu iddu privu
e ora si ni penti a uocchi unchi.

5 Allivoti è ca Sciuriddiana
ca pi dda notti piacìri un fà
s’avi a lavari idda all’acqua santa
ringraziannu chistu o chiddu santu
pi lu pani ch’àppiru i so figli.

6 Tutti i curiusi ca sunnu timurusi
cercunu di talari di vitrati
ma giustu pi travagliu fatti a chiddi di na manu mastra
talari un fannu cu semplicità,
farsunu l’uocchiu e a menti neglia fannu;
sintiennu però,arasciu arasciu,
cuoriu cu cuoriu
cuomu fussuru sannuli d’un santu.

7 S’amucciunu pi miegliu curiusiari
si strinciunu n’ta na nichhia du sagratu
s’abbrazzunu n’tà ddà cruci n’terra chiantata
si pigliunu un “lodatu Gesù Cristu”
quannu u Santuni nesci e si ni và.








Il Santone


1

In quel convento là
c’è un cordigliero, vecchio
che non va molto in giro
pittosto si vede assiduo alla preghiera
Cordigliero:Francescano conventuale

2

Tutta la gente non sa perché
viene chiamato santone
ormai si sono abituati a quella figura
e quando passa lo salutano inchinandosi rispettosamente.

3

(Chissà)
Avrà forse il potere di far miracoli in chiesa?
oppure celebra nozze di giovani innamorati in sagrestia?
cosa farà davanti il crocefisso
dimenandosi come la fiammella di una lampada a olio?

4

Forse sta recitando l’atto di pentimento(col pugno al petto)
assieme a qualcuno che va da lui in confessione
per farsi perdonare peccati che sa di aver commesso
pagato con la prigione addolorato e piangente.

5

Sarà con la Sciuriddiana (prostituta)
quella notte lei non farà piaceri a nessuno
perché si deve lavare con l’acqua santa
e de ringraziare i santi per avergli permesso di
nutrire i propri figli.

6

Tutti quelli che lo conoscono sono timorosi di Dio ma anche curiosi
cercano di guardare attraverso le vetrate,artistiche della chiesa,
che grazie alla lavorazione a ghiaccio martellato, fatta da gran maestri
non essendo completamente trasparenti non consentono una giusta visione
fanno andare gli occhi e la vista in confusione.
Sentono,però,un calpestio,il rumore del cuoio dei sandali
delle stringhe si strofinano tra di loro.
Talmente è particolare quel rumore che potrebbe somigliare a qualcosa di magico.(di un santo)
7

Si sistemano bene i curiosi, in un miglior punto d’osservazione.
Si ranicchiano entro una cavità del sagrato.
Si abbracciano alla croce del sagrato che è piantata a terra per guardare senza essere visti.
Il santone sa, esce passa va via li saluta con affettuosità cristiana.

 
 
 

Il canto del demone

Post n°57 pubblicato il 25 Aprile 2007 da carrubella
 
Tag: POESIE

immagine
Sente nel canto altrui
cosa ch’egli si nutre
degli animi ormai deboli
per quella vita stanca
per gli anni e per le rughe.
Il demone allor tenta;
sa di trovar cuor di giovinetta
o d’altro innamorato,
tentandolo col vizio del peccato,
di condurlo a se.
Ma questi sebben bianchi
e giovani nel cuor
a stento
lascian aperte porte del lor cuor;
sanno del demone,
lo hanno al fianco col canto e tentazioni,
sperando,in fondo, in qualcheduno
che gli regali un fior.



Lui o lei demone?
Essere misterioso bellissimo o bruttissimo.
Chi della coppia lui o lei demone.
Può anche essere un terzo,il demone.
E’ lì accanto a te quando hai bisogno
Il demone sente il richiamo della debolezza dell’uomo
sente la possibilità di carpire allora tenta,sa consolare, adora,
coloro che hanno perduto affetti e amori vita facendo e
or si ritrovano soli di quella solitudine classica delle persone divorziate o mai amate o abbandonate.
Il demone vuole entrare in quelle vite per distruggerle ulteriormente; distruggere quei pochi ricordi e quelle poco speranze .
Adulatore d’un demone simile a rapace strazia carni da trasportare all’inferno.
Prestante consolante Demone saprà amare,violentare, abbandonare,,schernire..
Ma l’uomo sa essere forte ha esperienza non cade nella rete del demone.
In cuor suo vorrebbe sperare e credere di non trovarsi accanto al demone ma di trovarsi accanto qualcuno pronto a donare ancora un pizzico di felicità.


Lo guardava nella luce livida dell'alba. Ancora
profondamente addormentato, le era a un tempo familiare ed estraneo, come se ai
suoi occhi si offrisse la fedele riproduzione di una statua di cera. Quel suo
viso. La curva del naso, i lobi delle orecchie. Era lo stesso uomo, la stessa
carne che un tempo era stata un raggio di luce dentro di lei. Ora, però, aveva
cessato di irradiare il calore della vita e dell'amore.

 
 
 

A strata

Post n°55 pubblicato il 14 Marzo 2007 da carrubella
 
Tag: POESIE

immagine


A strata Agghiacatata strata di na vota

aunni li carretti ficiru viola

Scavannu la so petra quacinara

 Chi circhi i fierru e fierri di na mula .

 Viristi vita duci e amara malavita

D’un populu ca stenta pa lazzata .

Supporti ancora u pisu di lu chiantu

 Di chiddi donni ca ficiru lu scanciu

Pi na lanna i sanggu e d’una vita .

 Muta di notti, cuomu mamma annachi,

Cu li carretti,

genti da so strata,

Ca duormunu e un vunnu sapiri

Pi un’ aviri nenti a ripurtari .

Ora nivuru di pici occupa petra .

 Un ci su cchiù li picciriddi e

 Mancunu li viesti e li carretti .

Mi manca l’aria, mi scanzu di dda strata

 E fazzu largu p’un cavaddu i fierru .

 

 

 La strada Ancora la strada come riferimento e ispirazione la strada di Fellini, la nostra strada, dove tutto avviene dove veramente si vive la vita la strada dei barboni, le strade dei ricchi e quanto altro ancora, tutto per strada, strada di ricordi, i miei ricordi. Strade in selciato com’era tempo fa dove i mezzi di trasporto(carretti) con il loro passaggio hanno lasciato i solchi scavandone la pietra per i cerchi di ferro dei carretti e per i ferri della bestia Se potesse parlare quella strada potrebbe dire di aver visto la gente felice potrebbe dire dei sacrifici e della privazione della gente a condurre la propria vita. Potrebbe dire quanto fosse pesante sentire piangere per strada quelle donne che protette dai parenti erano, spesso, oggetto. di attenzione di qualcuno che provocava l’indignazione,, seguita da lite o vendetta per poi,alla fine, ritrovarsi vedove o mogli di carcerati. Ancora di notte il dondolare delle carrozze con il suo rumore è paragonato alla mamma che dondola il proprio bambino. La gente dorme, vuole dormire, non si vuole interessare di tutto quello che avviene per la strada non vuole sapere nulla di nessuno per non avere niente da raccontare su nessuno. Oggi non esiste più la strada di una volta la costruzione a selciato, quel selciato stesso è stato ricoperto dall’asfalto. Non ci sono più tutti quei bambini che giocano per strada. Non passano più animali da traino(muli e cavalli). Non mi piace più passeggiare per quella strada ,una volta piena piena di vitalità, mi allontano al più presto per far transitare macchine.

 

 

 
 
 
 
 

Caronte

Post n°44 pubblicato il 26 Febbraio 2007 da carrubella
 
Tag: POESIE
Foto di carrubella

CARONTE



Viriti ca all’arba vi vuogliu tutti pronti
Aviti a partiri e farivi stu viaggiu
Vaiu a purtari supra u me varcuni
Ca remi un ‘avi e manca di timuni .
Un sacciu di sicuru quantu siti
Ma rugnu a vui li garanzii
Ca ‘nto me lignu ci ni iti tanti
E stipa e stipa e largu sempri c’è .
Siti ranni, miriani o picciriddi
Cori un’ aviti chiù ne sintimenta
e sulu chiddu ca v’arresta è nenti
Vacanti siti cuomu ddi cannati ca rita cotta si pigliau d’acitu .
Sapiti unni iamu ? Vui u sapiti !
Sapiti aunni, m’aiu a firmari iò
Pi liggi iò ncaricu non’haiu
Mancu di taliarivi n’ta l’uocchi .
Ma oi mi sientu di darivi un cunsigliu :
S’aviti ancora sciatu nte purmuna
Arrivurgitivi, pintiti, o me patruni
E di sicuru o nfiernu u n’aggarditi .


CARONTE ( traduzione )
Chi Caronte forse un vecchio burbero vettore dagli occhi di fuoco che non conosce pene per altri ?
Questa volta non del tutto, riesce persino a consigliare.


Imperativo, in un suo traghettare, si rivolge a quegli innumerevoli, i più , per il carico successivo imponendosi loro :

1. Fate attenzione quando vedrete, ancora, per l’ultima volta l’alba, sappiate che vi voglio tutti pronti
2. Dovete partire con me e dovete fare l’ultimo viaggio
3. Vi porterò sul mio barcone (una barca particolare che manca delle cose essenziali alla navigazione)
4. Che non ha remi e manca di timone .


5. A me non interessa sapere esattamente quanti siete (non dovendo porre limiti di carenza e di peso )
6. Ma vi garantisco
7. Che dentro il mio barcone ce ne starete moltissimi
8. Anche quando sembrerà pieno zeppo, ci sarà sempre posto per altri


9. Che voi siate vecchi, di media età o bambini
10. Non siete più in possesso del vostro corpo (cuore,come parte centrale del corpo umano),la morte vi ha privato del senso della ragione
11. Quello che rimane a voi, è veramente pochissimo


12. Siete come quelle caraffe di terracotta che, essendo state abbandonate con il prezioso vino, all’interno si sono imputridite, si sono danneggiate per sempre. Abbandonate anime di peccatori e di peccati .


13. Sapete dove siamo diretti? Certamente voi lo sapete!!!
14. Voi sapete anche, dove io mi andrò a fermare (nel luogo della remissione dei peccati )
15. Io, ho delle precise disposizioni da osservare
16. Non dovrei neanche guardarvi, per comunicarvi niente, non mi interessate


17. Ma oggi mi sento diverso (non il Cerbero bruto, dall’aspetto diabolico, dal temperamento furioso, irascibile, violentemente impetuoso ), mi sento di darvi un consiglio
18. Se vi rimane, però, un soffio di vita, fatevi sentire
19. Rivolgetevi direttamente a Dio (u me Patroni)
20. Egli accoglierà la vostra supplica e, sicuramente, non vi farà ardere per sempre nell’inferno.

Ed ecco verso noi venir per nave

un vecchio, bianco per antico pelo,

gridando: ’Guai a voi anime prave!

Non isperate mai veder lo cielo;

i’ vegno per menarvi all’altra riva

ne le tenebre eterne, in caldo e ‘n gelo.

 
 
 

La libertà

Post n°39 pubblicato il 23 Febbraio 2007 da carrubella
 
Tag: POESIE

immagine
CARUSI



I carusi su cuomu l’acieddi,
Scuvanu,
Si pasciunu,
Impinnanu, e poi volunu .


Ci sunnu :
Chiddi ca spiccanu luntanu,
Chiddi ca carunu e rivolanu
E chiddi ca vannu n’mucca o iattu .


E a mamma cu l’ala a cummiglialli,
Forti è l’amuri .
Ma si leva è miegliu assai,
Forsi hannu ancora na spranza di sarvizza .


quasi prosa


I ragazzi sono come gli uccelli
essi nascono dopo tante attenzioni
sono imboccati,guardati con riguardo
poi mettono le penne,crescono,
essi hanno bisogno di lasciare il nido
i propri fratelli, la propria madre.
ci sono quelli che hanno acquisito
abbastanza esperienza e,
spiccano lontano il primo volo;
volano e non cadranno mai più.
Ci sono anche uccelli che cadono
dal proprio nido ma ce la fanno lo stesso
a riacquistare il volo, ce la faranno lo stesso questi figli.
Ci sono quelli che saranno preda di qualcuno
perchè deboli.

Ecco la mamma sempre pronta a
difendere questi figli(a coprirli con l'ala) rischia se stessa per loro
vorrebbe fare di più ma non si rende conto
che tutta questa protezione
proibisce al figlio di fare le esperienze necessarie che serviranno
per riprendere il volo.
A questo punto della vita
e meglio ed è giusto che lei
si faccia da parte e lasciare che questi uccelli possano salvarsi.
Riprendere il loro volo, di speranza, verso la salvezza.

 
 
 

Post N° 36

Post n°36 pubblicato il 21 Febbraio 2007 da carrubella
 
Tag: POESIE
Foto di carrubella

La targa Florio

A genti , chidda di na vota
Si senti u cori ruossu , chinu d’arriuordi
Si senti a peddi farisi arrizzata
Sientiennusi du tiempu scarruzzata
Mmienzu ddi Nuomi mmienzu chiddi scrusci
Ca furunu Chiddi di machini di cursi .


E’ vita puru , arripigliari sciatu
Cu na sciasca di vinu pi davanti
C’avi a sapiri assai di ddi cantini
Ch’ebbi un certu Floriu fatti chini
Tali e quali li strati da me casa .


Chi confusioni , quali u me piaceri
Tanti li priparativi tanti li nuttati chiari
Ddi riscursi , ddi valutazioni , ddu parrari
Pàriri ncignera ,meccanici e gummisti
Parrari cu dd’autisti ca furunu l’artisti .


Ormai e tardu ; sti cosi un ci su cchiù
Arrestunu li strati unchi e abbaddati
Arrestunu li scritti nte cunetti
Ca furunu fantasii du zu Totò
E di tutti chiddi cuomu nui ,
Ch’ebbiru a campari n’ta sta Vita .







La gente non giovanissima
si emoziona ,gli si accappona la pelle
nel ricordare altri tempi
quando si disputava,ancora, la Targa Florio, circuito abilitato a svolgere il campionato mondiale Marche d’automobilismo.
Era la festa dell’anno, non un santo,non una sagra, era la festa delle Madonie. Più luoghi
più comuni, erano investiti da magia assieme, agli abitanti del posto e dintorni,
al giornalismo mondiale, a tanti altri, che costellavano l’intero tragitto pari a 62 km.circa.
La semplice competizione si svolgeva in una domenica di primavera. A monte c’erano i collaudi e solo quelli del posto potevano per un certo periodo assistere alle messe a punto delle automomobili , i piloti erano dei veri e propri collaudatori del veicolo.
Provare in continuazione la macchina su quelle strade, che venivano tenute fresche d’asfalto
proprio da quella gara.
Tante marche d’auto più famose al mondo.Marche che hanno dedicato un posto nella propria scuderia con modelli ad hoc.
Cosa dire dei piloti che per quel giorno vestivano anche l’abito della storia della Targa, targata 1906.
Dal Nazzaro al Nuvolari, e tanti ancora ,Gendebien,Rodriguez e poi ancora,Bandini, Castellotti,
Vaccarella(ninni)così lo chiamava un suo fan(fedelissimo),e tanti altri ancora .

Il riconoscimento principe di questa manifestazione è dovuto a colui che ha voluto e ideato, appunto, questa gran festa. Si, forse, la Bell’Epoca ebbe la sua parte ma coloro che lo.
Hanno conosciuto e altri potranno ricordarlo come Siciliano per la sua Sicilia.

E’ giusto che dopo il lavoro
Venga il momento di rilassarsi
Magari seduti comodamente
A sorseggiare vino da cantine Florio
“lo stesso” che ha saputo anche valorizzare.
La nostra isola. Rendendola famosa
Con la manifestazione sportiva.

In quella confusione provavo piacere
Ci si organizzava per essere sul campo il più possibile.
A volte non si dormiva la notte
Ci si trasformava in tecnici motoristici,
Gommisti e progettisti
Essere coinvolti, dagli stessi piloti, (quando si fermavano per rifocillarsi).
A dire anche la nostra.

Purtroppo, ormai la Targa Florio non è più iscritta a calendario.
(alcuni l’hanno dichiarata mancante di sicurezza)
Adesso rimangono le strade con ancora le scritte
incitanti e inneggianti ai vari famosi corridori,
strade che vengono manutenzionate meno
che ,comunque,appartengono ai nostri ricordi.

 
 
 

Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 14 Febbraio 2007 da carrubella
 
Tag: POESIE
Foto di carrubella

San Valentino


L’angelo prese e vola via
cerca le stelle dell’allegria
cerca la gente che Viva Maria
vivono assieme in su la via.
Siano di casa e maritate
o di fatica con mani rugose
o signorine ancora bambine
ch’hanno nel cuore il sogno del Dì.
Poi sulla nube ancora tant’Angeli
ad indicare la casa e poi l’uscio
di nonna Fedra e nonno Mariano
che quando vanno,vanno per mano
e non si lasciano mai lontano.
Guarda con cura di protezione
tutte le coppie di sani pensier
che di famiglia ne hanno il desir
e di fanciulli orgoglio essi aver.
Anche coloro che s’amano a a forza
perchè la sorte a loro donò
l’anonimato con gran dolor
d’essere amanti o meretrici
d’un signorotto o del loro padron.
Ecco che l’angelo coll’ala li sfiora
mentre quel Santo li benedice
non acquasanta ma tanti baci
non paroline m’abbracci tanti
devono tutti sentire il calor
del Valentino e del suo amor.

Metticaso che:
San Valentino per scendere tra noi
si faccia accompagnare da un'angelo
passando dalle coppie da tempo unite in matrimonio
da ragazzette romantiche e dalla casa di due vecchi,nonni. che ancora innamoratissimi si tengono per mano(nonna Fedra e nonno Mariano)
Vanno a trovare anche gli innamorati sfortunati,quelli che l'amore lo vivono di nascosto.
L'angelo li sfiora, San valentino li abbraccia e li bacia infondendo loro il calore dell'amore

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963