Orlandones, eroi a difesa della democrazia

Post n°32 pubblicato il 11 Luglio 2008 da brigante10



Lunedì scorso vi è stata la quarta udienza della causa intentata da TMOGaeta contro Europa tv che ha invaso la frequenza 42 . Tmo Gaeta, prima telestreet d'Italia, ha intentato una causa per il possesso della frequenza in quanto vi trasmetteva dal 24 dicembre del 2001. TMO gaeta è stata oscurata da Europa tv di Pomezia il 1 aprile di quest'anno, dopo aver ottenuto dal ministero territoriale del lazio diretto dal Sig Giuseppe Mele un nulla osta per la comparazione e razionalizzazione degli impianti di europa tv sulla frequenza 42 di Gaeta. Il ripetitore ove è situato su Monte Orlando, all'interno di un parco regionale, magneticamente saturo e nel quale è vietato immettere nuovi impianti, per giusta ordinanza del comune di gaeta del 2004, quindi senza alcun titolo in quanto l'editor di questa emittente non ha chiesto alcun permesso al comune; nè risultano, ad oggi, concessioni per il traliccio del ripetitore in questione.La telestreet gaetana ha dalla sua parte la titolarietà di essere una telestreet, anzi, la prima telestreet d'Italia, quindi abilitata a trasmettere senza concessione o autorizzazione.Proprio come Disco Volante, la tv street di Senigallia prosciolta in istruttoria nel 2005 e con essa, i responsabili dell'emittente, dopo essere stata sequestrata dall'ispettorato delle comunicazioni di Ancona giunta in pompa magna il 19 settembre del 2003 presso la sede dell'emittente contestando la violazione del criminoso articolo 195 del codice postale. Il PM di Ancona, Dott.essa Irene Bilotta, ordinò il dissequestro e la restituzione dell'impianto di trasmissione utilizzato da Disco volante Telestreet, perchè emittente televisiva a corto raggio, quindi da ritenersi esente da qualsiasi autorizzazione o concessione, in quanto sfruttava un cono d'ambra, anzi, sfruttava la frequenza 52 completamente libera nell'etere di Senigallia, senza creare alcuna interferenza ad altre emittenti o segnali. La fotocopia di quella situazione si sta verificando a Gaeta. Anzi, qui qualcosa di più grave: questa Europa tv ha provocato nella popolazione uno stato di frustrazione in quanto TMo è diventata insostituibile nell'immaginario collettivo.La maggior parte dei gaetani rivogliono la loro tv. Non sappiamo perchè il dott. Mele abbia dato un nulla osta a trasmettere per una non comprensibile razionalizzazione degli impianti a questa emittente di Pomezia:La vera rivoluzione e sperimentazione l'ha fatta TMO Gaeta dal 24 dicembre del 2001, senza soluzione di continuità.Lo provano le decine di tesi di lauree scritte dagli studenti di Scienza della comunicazione e persino un film documentario girato da due registi tedeschi e proiettato nei migliori film festival del mondo. Il vero crimine c'è stato il primo aprile quando , alle 02 di notte, il segnale dell'emittente di Pomezia ha invaso la frequenza da sempre utilizzata dagli orlandones di Gaeta, un vero delitto per i gaetani, e senza che, nè il ministero delle comunicazioni, nè gli editori della tv nord-pontina, segnalassero la loro presenza nell'etere gaetano; non lo hanno comunicato a TMO, nè. al parco Riviera di Ulisse, nè al Comune: Una vera invasione degli ultracorpi. Chi paga il danno psicologico che hanno subito i gaetani? La direttiva del PM di Ancona Irene Bilotta ha praticamente annullato l'articolo 195 della legge postale, creato ad arte dal massone Mammì, per zittire gli italiani contro l'articolo 21 della costituzione. Ogni cittadino italiano può comunicare con tutte le forme a disposizione, quell'articolo della legge Mammì aveva annullato la libertà. Davide contro Golia,. questo sta accadendo a Gaeta. La prima telestreet d'Italia sta sfidando i dirigenti dell ministero delle telecomunicazioni di Roma e una emittente dalle cento teste e dalle cento trasformazioni societarie. A Gaeta tutti sanno che c'è del marcio in Danimarca, e tutti vorrebbero vederci chiaro in questa faccenda. Tutti sperano in una indagine della GDF, la gente vuole chiarezza. L'Italia ne ha bisogno, come ha bisogno di un federalismo totale. Basta con questi funzionari eletti da nessuno che decidono la sorte della democrazia in Italia, devono andarsene. Vogliamo un federalismo televisivo, un federalismo del mare, dell'etere.Vogliamo una ridistribuzione regionale delle frequenze,vogliamo essere padroni a casa nostra, riprenderci il nostro territorio e la nostra storia, il pensare e la cultura del Sud.l Noi veniamo dalla Magna Grecia, non ci faremo assoggettare dai barbari del Nord, gli ascari e i traditori verranno messi alla gogna. La cultura del sud sta avanzando, il sistema liberal massonico sta implodendo, è alla frutta. I piemontesi massacrarono un milione di contadini chiamandoli Briganti. I nostri padri difendevano le nostre donne, le nostre ricchezze, il nostro territorio. Erano i nostri partigiani. Oggi gli orlandones stanno difendendo il nostro etere, la nostra cultura,la nostra storia, le nostre tradizioni. Sono degli eroi, dei gladiatori. Stanno combattendo per la democrazia, per i gaetani. Oggi è un giorno triste per l'Italia, è stato approvato il Lodo Schifani, da domani sui muri dei tribunali d'Italia ci sarà la scritta " La legge è uguale per tutti, meno quattro". Ma Gaeta resiste, qui si difende la democrazia dalla dittatura mediatica, oggi nelle mani delle tv commerciali. Qui si difende il nostro territorio e il nostro etere. Le tv commerciali sono tutte abusive, lo dice la legge del massone Mammì, perchè nessuna di loro ha concessione, ma semplici autorizzazioni illegali perchè dovevano essere dat5e dopo un piano nazionale delle frequenze. detto piano non è stato mai fatto. Il Dott. mele andasse a spegnere Rete 4, la cui frequenza è del Sig Di Stefano, perchè non attiva i suoi soldati a sequestrare i ripetitori dellla tv di Mr Berlusconi? è completamente abusiva.
Il partito del Sud
Via Rimini, 1/3 Gaeta (Latina)

 
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Briganti

Post n°31 pubblicato il 01 Luglio 2008 da brigante10


martedì 1 luglio 2008

IL CANTO DI UOMINI CHIAMATI BRIGANTI !




Ricevo e pubblico...


BRIGANTI
Per tutti, a chi crede in questa lotta, e pure a chi non ci crede, a chi mi prende in giro a chi mi incoraggia, a chi vuole fare politica, ed a chi nel suo piccolo, senza ignavia, lotta comunque per il bene della nostra UNICA patria, Vi invito tutti alla lettura dell'epilogo del film "e li chiamarono briganti", recitato da una trascinante e commovente Lina Sastri.

Il sangue è passato ancora sopra questa terra amara,
la morte si fa destino, lo sfregio diventa storia,
Il ferro (della spada) fuoriesce dal corpo dei padri
Davanti agli occhi dei loro figli,
piangono senza riuscire, i piccoli bambini, nudi.

L’italia crescerà con l’arte della rabbia e del rancore,

saranno terre lontane, lacrime, bastimenti,
il mezzo per dimenticarsi dei torti subiti e dei tradimenti,
per non assaggiare i comandi dei soldati nelle nostre case,
gli insulti, i tormenti, le umiliazioni che entrarono nelle ossa
e sarà l’arte di continuare a vivere senza credere più a nessuno,
sarà l’arte di imbrogliare per non andare a letto digiuni,
saranno guappi, pettegole, ladri, santi, ruffiani,
saranno duca e “zantraglie”, preti e ciarlatani,
profumi nei nei palazzi, sottane e “parapalle”
bassi umidi e scuri, bocche con l’alito di cipolla,
una pizza con il nome di regina di chi fu nemico fino a ieri
i nipoti di chi fu Brigante saranno carabinieri,
sarà una ferita aperta sotto l’acqua ed il sole,
un corpo che si spegne senza emanare un odore,
un grido senza voce che attraversa le terre e le città,
una “nzirie” senza nome che la notte ti viene a trovare,
gente senza pace troverà le parole giuste
per nascondere meglio le verità che non vuole dire,
sarà allontanarsi sempre da ciò che tocca il cuore,
sarà dimenticarsi dell’innocenza,
sarà rendere duro l’amore,
sarà recitare la commedia per le strade e nei letti,
sarà far soffrire l’altro solo per fargli un dispetto,
e il freddo scava la coscienza e l’onestà diventa uno sfizio,
per le genti della mia terra non ci sarà più giustizia,
ma io canto, canto, canto, canto per tutti,
canto per dare coraggio, canto per dare speranza,
canto per dignità di uomini che tanto abbiamo avuto,
canto un canto di uomini che sono stati
BRIGANTI.
*****
********
http://nazionedelleduesicilie.blogspot.com

 
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Berlusconi contro il Sud

Post n°30 pubblicato il 25 Giugno 2008 da brigante10



Decreto fiscale, la protesta del Sud Mpa: votiamo no

raffaele lombardo, mpa, sicilia
Raffaele Lombardo

Il decreto fiscale del governo fa infuriare il Sud. L'abolizione dell'Ici è stata praticamente finanziata da tagli agli aiuti al meridione. A dirlo non c'è solo l'opposizione. Anzi. C'è tutto un partito della maggioranza: il Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo, neo presidente della Sicilia, che ha 8 deputati e 2 senatori.

«I parlamemtari dell'Mpa all'unanimità hanno deliberato di non poter votare la fiducia posta dal governo sul decreto fiscale, meglio conosciuto come decreto Ici, in quanto la copertura finanziaria del provvedimento avviene a spese di importanti infrastrutture del mezzogiorno e contraddice il punto 5 del programma del governo Berlusconi». È quanto si legge in una nota degli 8 deputati e dei 2 senatori del Movimento per l'Autonomia, che fa capo al presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, che martedì ha avuto un incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «I parlamentari dell'Mpa - prosegue la nota - attendono dal governo una risposta su una diversa copertura finanziaria o un impegno formale al ripristino dei fondi sottratti».

Una decisione grave che porta Anna Finocchiaro a chiedere a Lombardo di uscire dalla maggioranza. «L'ambiguità dell'Mpa e del suo leader Lombardo sta toccando livelli inconcepibili. Ieri i giornali siciliani davano conto di roboanti dichiarazioni del presidente della Regione Sicilia che, contro il vento del Nord che spirava sulla Sicilia, annunciava sfracelli. Oggi l'Mpa annuncia che non voterà la fiducia alla Camera sul dl fiscale poichè la copertura finanziaria del provvedimento avviene a spese di importanti infrastrutture del Mezzogiorno». Poi l'invito a Lombardo, «a questo punto, ad uscire dall'ambiguità: non si può stare contemporaneamente al governo e all'opposizione. Dimostri di essere almeno coerente con le sue parole ed esca dalla maggioranza. La sua credibilità ne guadagnerebbe».

Un invito che viene però rispedito al mittente. «Le affermazioni, del tutto fuori luogo, della senatrice Anna Finocchiaro si accompagnano alla grottesca presunzione, sua e del suo partito, di erigersi a tutela degli interessi della gente di Sicilia e dell'intero Mezzogiorno». Lo afferma in una nota il senatore Giovanni Pistorio, presidente del Gruppo Misto - Mpa al Senato.«Stranamente - continua Pistorio - ciò avviene dopo che per due anni, il governo Prodi, ha letteralmente massacrato questa terra senza che, nè la Finocchiaro nè i suoi colleghi di partito, si distinguessero rispetto all'ostilità di quel Governo verso il Sud e la Sicilia in particolar modo.

Il grido di dolore sul decreto fiscale arriva però anche da altre regione. Il vice-presidente della Calabria, Domenico Cersosimo, chiede ai parlamentari calabresi del Pdl «un segnale di dissenso sul voto di fiducia che oggi dovrà arrivare sul decreto legge dell'Ici». «Al di là del colore politico - dice - sarebbe utile che i parlamentari calabresi, sul voto di fiducia di oggi, battessero tutti assieme un colpo per ricordare all'opinione pubblica nazionale che il decreto sull'Ici viene pagato con la decurtazione di finanziamenti già destinati alla nostra regione». Cersosimo chiede «una tangibile presa di posizione con l'esternazione del dissenso nell'aula della Camera, come anche annunciato dall'Mpa di Lombardo, non contro il taglio dell'Ici per la prima casa ma per evitare che sprofondi il silenzio su questa grave ingiustizia per i calabresi. La posizione assunta dal Movimento per l'Autonomia, un partito del Governo di centrodestra, è coerente con gli interessi del territorio. Loro hanno riconosciuto che è una scelta sbagliata quella di cancellare gli accordi ed i fondi per le infrastrutture nel Mezzogiorno».

Pubblicato il: 25.06.08
Modificato il: 25.06.08 alle ore 16.31

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Una festa dei partigiani per i resistenti di oggi

Post n°29 pubblicato il 22 Giugno 2008 da brigante10

La lotta partigiana contro i savoia cominciò nel 1860, nel momento stesso in cui Garibaldi sbarcò in Sicilia. I liberali piemontesi, allora guidati da Cavour, si scagliarono contro il proletariato contadino del sud mietendo oltre un milione di vittime e chiamandoli "Briganti". La lotta partigiana contro casa Savoia ed il fascismo creato dalla casta borghese padana ricominciò nel 1943. Terminò il 2 giugno del 1946, quando nacque la nostra repubblica. Ora bisogna cancellare tutte le leggi savoiarde e fasciste, quelle liberali di cavour, quelle illiberali del liberale berlusconi. Dobbiamo rifondare questa repubblica, oggi nelle mani del partito del Nord.
Stefano Morselli

Roma, 25 aprile 2007: gli striscioni dell'Anpi e della Brigata ebraica -foto Omni Roma - 220x147
Gli
ingredienti sono quelli consueti nelle feste popolari: spettacoli,
incontri, ristoranti, stand assortiti. Ma è del tutto inedito l'evento
nel suo insieme. Infatti quella che da ieri e fino a domenica va in
scena nel podere e nel casolare che furono della famiglia Cervi, ai
Campi Rossi di Gattatico - ora sede di un moderno museo della
Resistenza e del mondo contadino - è la prima festa nazionale
organizzata dall'Anpi nei suoi oltre sessant'anni di esistenza.
«Democrazia e antifascismo - Democrazia è antifascismo» è lo slogan
scelto per sottolineare un concetto che dovrebbe essere scontato, ma
che l'Anpi teme possa invece diventare sempre più evanescente
nell'Italia di oggi.

«Un'Italia nella quale - avverte Tino Casali,
presidente nazionale dell'associazione - si moltiplicano i segnali di
ritorno in campo del fascismo, pur mascherato in forme diverse dal
passato». Anche per questo i partigiani, che sono gente ancora tosta ma
in età ormai avanzata, hanno pensato di spalancare le porte a nuove
generazioni che la Resistenza non hanno potuto farla per ragioni
anagrafiche, ma ne condividono i valori e sono impegnate in altre
«resistenze» dei giorni nostri. Come diceva Alcide Cervi, padre dei
sette fratelli fucilati dalle brigate nere nel dicembre del 1943, «dopo
un raccolto ne viene un altro». E dunque, un paio d'anni fa, all'
ultimo congresso, l'Anpi ha modificato il proprio statuto, ha
cominciato ad iscrivere anche giovani e giovanissimi. Proprio in quel
momento è nata l'idea della festa nazionale, alla cui ideazione e
organizzazione ha lavorato proprio un gruppo di giovani appositamente
costituito.

 

La manifestazione ai Campi Rossi, luogo simbolo
della memoria, assume anche il significato di un passaggio delle
consegne a una nuova leva di «resistenti». Lo sottolinea Armando
Cossutta, da giovanissimo combattente nelle Sap, membro della direzione
Anpi: «In una situazione politica pesante, l'Anpi può rappresentare un
forte punto di riferimento». Ieri la cerimonia inaugurale con la musica
dei Gang, che hanno dedicato le loro canzoni a Maria Cervi, figlia di
uno dei sette fratelli, a sua volta scomparsa l'anno scorso. Messaggi
di adesione sono arrivati, tra i tanti, da Scalfaro e da Ciampi, mentre
Napolitano ha concesso il suo alto patronato. Nel fine settimana,
insieme a decine di autobus provenienti da tutta Italia, sono attesi
numerose personalità della politica della cultura, tra le quali
Veltroni, Vendola, Rita Borsellino, don Ciotti.

 

Sono in
programma laboratori sulla Costituzione (con Domenico Gallo, Nicola
Occhiocupo, Alessandro Pizzorusso), sulla comunicazione della memoria
(con Bice Biagi e Loris Mazzetti), sull'antifascismo vecchio e nuovo,
sul ruolo delle donne nella Resistenza. Il cartellone degli spettacoli
prevede sabato Mauro Sarzi, Sine Frontera, Mercanti di Liquori,
Gasparazzo; domenica sarà la volta di Ivana Monti con le mondine di
Novi e dei Sonnebrille.



Pubblicato il 21.06.08


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Il partito del Sud in Sicilia

Post n°28 pubblicato il 18 Giugno 2008 da brigante10


Le liste ‘arancioni’,sostenute dal PARTITO DEL SUD, conquistano 6 consiglieri comunali e 3 provinciali.

 Nello,l'amico Nello Musumeci commenta il suo straordinario risultato (oltre il 25% dei consensi) conseguito alle Comunali di Catania che hanno visto il risicato successo di Raffaele Stancanelli:“Sono il vincitore morale. Il sindaco non può non tenere conto che più di metà di Catania non lo ha votato. Ci sono 14 mila voti annullati e nelle prossime ore decideremo se presentare ricorso”. Le liste ‘arancioni’,sostenute dal PARTITO DEL SUD, conquistano 6 consiglieri comunali e 3 provinciali.
Dopo una lunga altalena, Raffaele Stancanelli strappa il successo evitando il passaggio al secondo turno che con ogni probabilità avrebbe sancito la vittoria dell'ex presidente della Provincia.
Alla fine, il candidato del centrodestra, sostenuto da un’autentica corazzata composta da ben 7 liste, ha ottenuto 90.765 voti, pari a una percentuale del 54,59 %.
Saldamente secondo Musumeci che con una sola lista collegata che portava il suo nome ha raccolto 41.833 consensi pari al 25,16 %.
Solo terzo il candidato del Pd Giovanni Burtone con il 17,87 % (29.707 voti).
E proprio il modesto risultato del parlamentare del centrosinistra ha in parte determinato la vittoria al primo turno di Stancanelli. A parere di molti osservatori e addetti ai lavori se Burtone avesse conseguito un risultato più consistente ora staremmo già a parlare di una campagna elettorale ai tempi supplementari.
Ma tant’è. Rimane il dato straordinario di Musumeci che da solo vale quanto una coalizione, e che sempre da solo ha messo tanta paura alla corazzata del centrodestra. "Sono - afferma Musumeci - il vincitore morale. Il sindaco non può non tenere conto che più di metà di Catania non lo ha votato. Ci sono 14 mila voti annullati e nelle prossime ore decideremo se presentare ricorso. E' un risultato straordinario – continua – che va al di là di ogni nostra più rosea previsione. Per questo sento il dovere di ringraziare le decine e decine di migliaia di catanesi che ci hanno dato fiducia e che, oltre a sperare fino all’ultimo nel ballottaggio, ci hanno consentito di conquistare anche una nutrita pattuglia di consiglieri comunali e provinciali”.
Al di là del successo personale dell’eurodeputato, c’è da registrare l’exploit delle due liste civiche al Comune e alla Provincia. A palazzo degli Elefanti, siederanno ben sei rappresentanti ‘arancioni’, mentre un terzetto di consiglieri sarà nell'aula di Palazzo Minoriti, sede della Provincia.
Al Comune, oltre a Musumeci, che è stato il candidato più votato e quindi presiederà la prima seduta del Consiglio, sono stati eletti: Manfredi Zammataro, Nino Sciuto, Gemma Lo Presti e Vincenzo Castelli. Ancora da stabilire chi sarà il sesto eletto tra Gabriele Cataldo e Salvatore Da Campo.
Alla Provincia, dove in prima battuta il neo presidente Giuseppe Castiglione ha nominato Gianni Ciampi nella propria squadra di assessori, i più votati sono stati: Enzo D’Agata (collegio di Acireale), Gaetano Di Stefano (Catania 1) e Giuseppe Mistretta (Caltagirone).
Pubblicato da Orazio Vasta a mercoledì, giugno 18, 2008 0 commenti
Etichette: Catania-Sicilia-sud, Elezioni 2008, Partito del Sud
TRECASTAGNI(CT).PIPPO BARBAGALLO(PdSud):"NON CONTINUARE AD OFFENDERE I CITTADINI!"
Trecastagni.Crisi idrica,il PdSud:"Via dall'Acoset"!
Sulla continua carenza idrica,conseguenza dello stato disastroso in cui versa la rete idrica di Trecastagni,c'è la protesta energica del Partito del Sud: "Premettendo che non sono candidato,ricordo che l'acqua è un bene pubblico-dichiara l'ex assessore comunale Pippo Barbagallo,coordinatore locale del PdSud-non è una proprietà privata. Il pozzo "Muri Antichi" è del Comune di Trecastagni,e,se l'Acoset non è in grado di gestire l'acqua dei trecastagnesi,l'amministrazione comunale che eleggeremo fra pochi giorni deve avere il coraggio di rompere con l'Acoset,per non continuare ad offendere tutta la cittadinanza!".
Pubblicato da Orazio Vasta a mercoledì, giugno 18, 2008 0 commenti
Etichette: Partito del Sud- Sud-Sicilia-Questione Meridionale- Autonomismo- Indipendentismo-, Trecastagni- Catania-Sicilia-Sud-Ambiente
A DUE ANNI DEI 150 ANNI della "unità italiana" e dintorni...
Ricevo e pubblico...
SEMPRE MENO “ITALIANI”, RESISTONO LE IDENTITA’ PRE-UNITARIE (Lettera Napoletana) Sono sempre di meno i residenti nella penisola che si sentono “italiani” e si identificano culturalmente e politicamente con l’Italia.
Il dato emerge da un sondaggio condotto da Renato Mannheimer per il Corriere della Sera (1.6.2008). Si sente “prevalentemente italiano” solo il 45% degli intervistati, mentre in percentuali diverse gli intervistati si identificano con il comune di nascita (22%), la provincia (7%), la regione (12%), l’Europa (12%), oppure non rispondono (2%).
“L’elemento più indicativo dello stato attuale del sentimento nazionale – osserva Mannheimer – è la drastica diminuzione nel tempo della sua diffusione. Quattro anni fa, nel 2004, era ancora la maggioranza, seppur di poco, a privilegiare, tra le diverse possibili identità territoriali, soprattutto quella italiana. L’anno scorso questo stesso atteggiamento coinvolgeva esattamente il 50%. Oggi siamo scesi al 45%”.
Significativi sono anche i dati dello stesso sondaggio relativi alla celebrazione della “festa della Repubblica”. Il 29% degli intervistati dichiara di non sapere a che cosa si riferisca la data del 2 giugno ed a quale anno. La percentuale sale tra i giovani al di sotto dei 24 anni “specie residenti al Sud”, afferma Mannheimer, secondo il quale “l’identità e l’orgoglio nazionale mobilitano (ed emozionano) sempre meno gli italiani”.
Nonostante gli sforzi degli ultimi presidenti della repubblica, l’impiego di risorse massicce, la celebrazione di anniversari come il bicentenario garibaldino, l’obbligo per calciatori ed altri atleti, di trasformarsi in testimonial e di cantare l’Inno di Mameli, l’artificiosa identità nazionale italiana continua a sgretolarsi. Non basta certamente l’imposizione di una “storia condivisa” a creare un senso autentico di appartenenza, come non basta l’acculturazione scolastica a cancellare identità forti legate alla nascita ed alla cultura come il Municipio.
A due anni dalla celebrazione dei 150 anni della “unità italiana” previsto nel 2010 i risultati del sondaggio sono un motivo di profonda riflessione.
(LN9/08)
Pubblicato da Orazio Vasta a mercoledì, giugno 18, 2008 0 commenti
Etichette: - Sicilia-Federalismo- Indipendentismo-Autonomismo--Questione Meridionale-, Editoriale Il Giglio, Informazione-internazionale, Lerrere al blog

 
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