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UN INCONTRO

Post n°53 pubblicato il 29 Agosto 2008 da maryrose.ms
 
Tag: meeting





Il Cristianesimo non è una dottrina ma un incontro: due giornalisti, Waters e Allam, si raccontano

“La
prima condizione per cui il cristianesimo si realizza come avvenimento
è l’affezione a sé, alla propria umanità. Non accade come una magia, ma
come dice don Carròn, occorre la nostra umanità”. Apre così Alberto
Savorana, portavoce di Comunione e Liberazione, uno dei più attesi e
affollati incontri della ventinovesima edizione del Meeting. Sono stati
invitati a testimoniare l’incontro fatto con l’avvenimento di Cristo
nella loro vita John Waters, editorialista dell’Irish Times e Magdi
Cristiano Allam, vicedirettore del Corriere della Sera.

“Di
recente ho vissuto un fenomeno per me strano: sentirmi nella posizione
di Giovanni e Andrea quando incontrarono Gesù per la prima volta”.
Waters, già presente al Meeting due anni fa, inizia il suo intervento
raccontando ciò che considera novità nella sua vita. “Sono seduto a un
bar, prendo un caffè con un amico e c’è una sedia vuota come per un
altro ospite. Allora comincio a pensare a come sarebbe se arrivasse
Lui: come potrei fare a riconoscerLo? Che aspetto avrebbe?”. È chiaro
che per il giornalista irlandese deve accadere qualcosa di eccezionale
per riconoscere la Presenza di Cristo su quella sedia, nella sua vita.

Prova così a spiegare il suo lungo e complicato percorso all’interno
della cultura moderna, descritta da lui come “una giungla buia
all’interno della quale cammino a tentoni e tocco senza riuscire a
capire se sono buone o cattive”. In effetti la sua vita è stata una
giungla in cui ha anche affrontato il tunnel dell’alcolismo durante la
ricerca della sua libertà, necessariamente diversa da quella in Cristo
trasmessagli dalla sua famiglia. Ma il suo cuore non ha mai smesso di
desiderare di incontrare una verità che sia più corrispondente della
sua idea di libertà. Accogliendo allora la provocazione di don Giussani
di essere onesto con se stesso e stare a ciò che accade nella sua vita,
è arrivato alla radura camminando nella giungla della sua vita. “Lì ho
incontrato gente che guardava tutti i miei desideri e mi ha invitato a
fare un viaggio. Questo è il Meeting, l’Incontro. L’unico incontro che
io conosca” conclude Waters. “Oggi Lui è presente nella mia realtà”.


Interrotto più e più volte da applausi, Magdi Cristiano Allam inizia
ricordando che ha ricevuto la grazia di incontrare autentici testimoni
di fede. Ciò che poteva sembrare casuale nella sua vita, oggi lo
riconosce come fondamentale per la conversione al cristianesimo:
l’educazione dall’età di quattro anni nelle scuole cattoliche. “Ho
conosciuto così la realtà del cristianesimo, vissuto attraverso le
opere buone dalle suore e dai frati che insegnavano lì. Da allora -
continua – è cresciuta sempre di più la mia spiritualità e la convinta
adesione ai valori non negoziabili: la sacralità della vita, la dignità
della persona che comporta la libertà personale, in particolare quella
religiosa oggi messa sempre più spesso a repentaglio”.

Ancora
una volta Allam vuole spiegare perché nel suo ultimo libro Grazie Gesù
ha definito l’islam “la religione del Dio che si fa testo e si incarta
nel Corano”. Gli attacchi a Benedetto XVI dopo il discorso
all’Università di Ratisbona da parte del mondo musulmano e l’isolamento
in cui l’occidente lo ha lasciato, gli atti terroristici e la violenza
giustificata in nome dell’islam e delle gesta di Maometto, hanno
portato il vicedirettore del Corriere della Sera a ripensare alla sua
fede. “Come musulmano laico, moderato e impegnato a cercare la
compatibilità dell’islam con i diritti umani fondamentali, ho dovuto
prendere atto che questa non è possibile. Non è infatti possibile
approcciarsi con gli strumenti della ragione e della critica ad un
testo, il Corano, considerato intangibile e ingiudicabile come Dio. Ho
compiuto approfonditi studi sui testi della religione islamica e posso
dire che molti versetti legittimano l’ideologia dell’odio e della
violenza. La stessa biografia ufficiale di Maometto, riconosciuta dal
mondo islamico, descrive la vita del Profeta come un guerriero che si è
macchiato di efferati crimini come l’uccisione di settecento ebrei a
Medina nel 627 d.C.”.

Minacciato per le sue battaglie su
diritti e valori incompatibili con lo stesso testo fondamentale della
religione islamica, Allam ha deciso di lasciarla convintamente e
definivamente. “Ma questa mia condanna alla religione – vuole
puntualizzare – non inficia l’amore autenticamente cristiano verso i
musulmani che accettano e vivono secondo i valori universali. Vanno
dunque rispettati ed è inoltre necessario incoraggiare un lavoro per
costruire insieme il mondo”. Questo dev’essere però fatto “con la
certezza della nostra verità, senza accostarci al relativismo per cui
si devono mettere su un piano di parità tutte le religioni. Questo
permette di agire da protagonisti per edificare il bene comune”. Inizia
quindi un nuova vita per Magdi Cristiano Allam, in quel Dio che si è
fatto uomo.

Una testimonianza dunque dello “stupore per
qualcosa che accade” quella resa oggi da Waters e Allam. “All’inizio -
conclude Savorana - quando riconosci l’origine della stranezza delle
persone che incontri al Meeting lo dici a denti stretti: Cristo. Ma
questo provoca nel cuore lo scoppio ancora più grande del desiderio”.

(A.P.)
Rimini, 28 agosto 2008



 
 
 
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«Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».
 

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"Cari amici,
Ciò che mi preoccupa principalmente della vicenda del sito islamico legato ad Al Qaeda in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed io siamo stati minacciati di morte, indicati come "due morti che camminano, proprio come si autodefiniva Falcone", è la sottovalutazione del fatto che si tratta di un testo in lingua italiana e che l’autore è verosilmente un italiano convertito all’islam terroristico di Osama bin Laden.
La mia impressione è che in generale, a livello di potere esecutivo, legislativo e giudiziario, immaginando che questo terrorismo islamico "Made in Italy" potrebbe essere l’opera di una testa calda e magari di un cane sciolto, nel senso di un fanatico non organico a un gruppo terroristico noto, il pericolo viene valutato al ribasso e si ritiene quindi che non ci si debba preoccupare più di tanto. Questo è un errore gravissimo. Non si comprende che anche se fosse presente un solo aspirante terrorista e magari un terrorista suicida, sarebbe di per sé sufficiente per avere la certezza che si tratta della punta di un iceberg, dove l’iceberg è una realtà ben radicata territorialmente e ideologicamente che dovrebbe preoccuparci." Magdi Cristiano Allam
 
 

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