Creato da maryrose.ms il 14/05/2008

CONTROESODO

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L'IRAN DA LEZIONI ALL'ONU

Post n°72 pubblicato il 24 Settembre 2008 da maryrose.ms
 





 http://www.corriere.it/Media/Foto/2007/08/01/fdg/APPESIc.jpg

Il
presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad sarà oggi a New York per
partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Come tutti i
regimi totalitari tenuti insieme dalla forza militare e
dall’oscurantismo, anche quello dei Guardiani della Rivoluzione e degli
ayahtollah – di cui Ahmadinejad è solo il golem – non resiste alla
tentazione di presentarsi al mondo mascherandosi da profeta e paladino
del nuovo corso storico. Così fecero, ben lo sappiamo noi europei,
altri piccoli uomini a capo di grandi tragedie; così capiterà anche
stavolta. Ma il problema non sta qui.

All’Onu
ogni Stato sovrano ha il diritto di parlare, ci mancherebbe: almeno
questo, visto che poi le parole pronunciate in cotanta sede servono
quasi sempre soltanto a riempire di inchiostro pagine degne di
polverosi archivi ricchi di buone intenzioni, mentre il mondo prosegue
imperterrito sulle strade della realpolitik, il che è un eufemismo per
dire che ognuno si fa gli affari suoi. Sopra la passerella dell’Onu si
può dichiarare qualsiasi cosa, ma se poi i singoli Stati non ne danno
effettiva attuazione, ossia spendono soldi, muovono organizzazioni,
creano leggi, rimane solo quella pantomima tipica del Palazzo di Vetro
che tante disillusioni ha ormai provocato fra le persone di buona
volontà.

Tuttavia, proprio per l’assenza d’ogni valore
direttamente pragmatico nelle dichiarazioni dei vari leader di fronte
all’Assemblea generale, non occorrerebbe che ci fosse almeno qui una
presa di posizione forte, chiara, priva di ipocrisie da parte dei
rappresentanti mondiali quando si trovano al cospetto di crimini tanto
odiosi e palesi?

Invece c’è da giurarsi che ancora una volta il
politically correctness delle sinistre europee tanto affascinate dai
dittatori arabi (basta che siano anti-americani), unito al laisser
faire di certi governi troppo impegnati nei calcoli ragionieristici di
quanti barili di petrolio corrispondono ai voti della campagna
elettorale, faranno passare sotto silenzio la vergogna colossale di un
presidente iraniano il quale viene a straparlare di pace e diritti
mentre dalle sue mani cola perfino il sangue di bambini assassinati.

Sì,
perché dopo l’instaurazione di leggi totalitarie, dopo le minacce
contro lo Stato d’Israele, dopo la corsa verso l’armamento nucleare,
dopo il sostegno guerrafondaio agli attentati di Hezbollah in Libano,
di Hamas in Palestina, degli Sciiti in Iraq, dopo migliaia di
esecuzioni, lapidazioni, fustigazioni, amputazioni contro uomini e
donne iraniani, ora è la volta dei bambini. Secondo Nazanin Afshin-Jam,
portavoce di Stop Child Executions Campaign, in Iran solo negli ultimi
anni sono stati impiccati sei bambini e altri 130 sono detenuti in
attesa di essere giustiziati, mentre per Amnesty International sono già
26 i minori la cui condanna a morte è stata eseguita per impiccagione.
Stop Child Executions Campaign è un’associazione internazionale non
governativa di volontari dediti alla denuncia di esecuzioni contro i
minori e alla protezione degli stessi. Secondo l’articolo 37 della
Convenzione UN sui diritti del fanciullo, un minore è una persona sotto
i 18 anni, e nessun minore può essere sottoposto a esecuzione capitale.
Nonostante la firma del governo iraniano sulla Convenzione
Internazionale che proibisce la pena di morte ai minori, in Iran si
continua allegramente a impiccare bambini per reati spesso ridicoli,
non ultimo l’omosessualità o la presunta tale.

Oggi davanti al
Palazzo dell’Onu una manifestazione di attivisti iraniani, con sede
negli Stati Uniti, ha organizzato una manifestazione contro il
presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad. Uno striscione con la scritta
"Ahmadinejad perché stai giustiziando i bambini?" verrà esposto nel
corso della protesta cui parteciperanno molte organizzazioni
umanitarie, e poco distante si innalzerà il "Muro della vergogna" con
foto e documenti delle esecuzioni.

A parte questo, chi altri
oserà levare la voce contro il nuovo piccolo-grande dittatore dell’Iran
e le sue parole menzognere? E se l’ambasciatore Usa o magari Silvio
Berlusconi in uno dei suoi intrattenibili slanci di benevola emotività
denunceranno i crimini di questo signore e del regime medioevale cui
appartiene, non c’è forse da scommetterci che da ogni giornale snob di
sinistra si stigmatizzerà sull’inappropriatezza dell’intervento?

«La
crisi internazionale sul programma nucleare di Teheran – spiega
Afshin-Jam – ha distolto l’attenzione dell’Occidente sugli abusi nei
confronti dei bambini e sulle violazioni dei diritti dell’uomo in
Iran». Se il mondo non riesce nemmeno a proteggere i propri figli, se
per questioni di etichetta politica e di convenienza commerciale non
riesce neppure a svergognare e sbugiardare chi si macchia di tali
nefandezze, a che serve riunirsi in giacca e cravatta davanti ai
microfoni dell’Onu? Forse è il momento che il mondo smetta di far finta
di nulla. Fonte L'Occidentale




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«Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».
 

LA MADRE

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Ciò che mi preoccupa principalmente della vicenda del sito islamico legato ad Al Qaeda in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed io siamo stati minacciati di morte, indicati come "due morti che camminano, proprio come si autodefiniva Falcone", è la sottovalutazione del fatto che si tratta di un testo in lingua italiana e che l’autore è verosilmente un italiano convertito all’islam terroristico di Osama bin Laden.
La mia impressione è che in generale, a livello di potere esecutivo, legislativo e giudiziario, immaginando che questo terrorismo islamico "Made in Italy" potrebbe essere l’opera di una testa calda e magari di un cane sciolto, nel senso di un fanatico non organico a un gruppo terroristico noto, il pericolo viene valutato al ribasso e si ritiene quindi che non ci si debba preoccupare più di tanto. Questo è un errore gravissimo. Non si comprende che anche se fosse presente un solo aspirante terrorista e magari un terrorista suicida, sarebbe di per sé sufficiente per avere la certezza che si tratta della punta di un iceberg, dove l’iceberg è una realtà ben radicata territorialmente e ideologicamente che dovrebbe preoccuparci." Magdi Cristiano Allam
 
 

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