Creato da Manako il 03/01/2006

Dago

Il Giannizzero Nero

 

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Post n°82 pubblicato il 07 Maggio 2007 da Manako

immagineCAZZO NO! Un'altra mazzata per lo sport che amo fin da piccolo.

Da quanto ho cinque anni mio nonno ha cominciato a farmi guardare il Giro tutti i giorni: da allora tutti gli anni maggio è festa!

Anno dopo anno le gioie e le emozioni si sono alternati a dolori fortissimi: quanti ricordi....

Avrò avuto nove anni quando in 5 secondi m'è passato davanti per la prima volta il gruppo. Il nonno se n'era andato per sempre ma la passione era ormai inculcata e vedere il puntino rosa in mezzo a quel rumore di ruote e catene m'aveva emozionato come non mai!

Poi anni dopo il primo arrivo a Viale Venezia: gran volata fra Bugno, Chioccioli e Chiappucci col primo che vince in Ciclamino e gli altri due rispettivamente in Rosa e Verde!

La prima trasferta in montagna con papà: più di venti chilometri a piedi dal rifugio Maniva al Crocedomini, ore di attesa, ma che brividi in quei 10 minuti. Folla urlante, immaginela pedalata sicura dei primi campioni, ma soprattutto la rete, con le facce scavate dei velocisti stremati da migliaia di metri di durissime salite.

Anni dopo un ricordo unico: al Crocedomini scollina primo Bugno!!!! Bugno??? La sua ultima fuga prima del ritiro! E dopo di lui chi arriva? Non ci crede nessuno non è possibile quel punto color Ciclamino: è il Cipo nell'unico scatto in salita della sua carriera!

Poi la prima grande tragedia: durante un pomeriggio afoso di luglio sto guardando il tour: una brutta caduta per Casartelli, un promettente giovane italiano vincitore delle Olimpiadi di Barcellona. L'ambulanza, la corsa in ospedale, ma Fabio saluta il gruppo... e per la prima volta le lacrime rigano il mio viso durante una corsa ciclistica: tante lacrime seguiranno, di gioia e purtroppo, ancora, di dolore.

immaginePoi un giorno, siamo nel 99, il giro passa davanti a casa mia all'ora di pranzo! Nei primi posti un puntino tutto rosa: il Pirata sta dominando un giro incredibile. Ed in fondo al gruppo in verde un giovane Paolo Bettini: mia mamma, sua omonima e grande tifosa, lo vede e gli urla "Beeetiiiinnniiiiii". Il Paolino si gira e manda un saluto fra i salti di gioia di tutta la famiglia! Grande grande Paolo, in fondo in fondo spero tu sia un mio cugino, anche solo di milionesimo grado!

Passa qualche giorno e col papi si va all'Aprica: aspettiamo il tribudio di Pantani, la celebrazione definitiva del Dio della Montagna. E invece.... sappiamo tutti che è successo. Un cammino drammatico che da Campiglio, si trascina per gli abissi della droga, quella vera, quella ancora più cattiva del doping. immaginePiccole apparizioni al giro, al tour due tappe vinte con la forza della rabbia, della voglia di dimostrare che il Pirata è ancora a galla. Ma i mesi passano e la nave non rientra più in porto... ed è da un porto di mare, Rimini, che arriva la notizia della fuga definitiva, senza ritorno, senza appelli.

La mazzata in quel San Valentino è forte: è uno di quei momenti della vita di cui ricordo scene, momenti, persone, uno dei giorni in cui capisci che i sogni sono solo nuvole... che non ci sono re e non ci sono puttane... che non puoi restare bambino per sempre...

immagineIl Giro... che storia... e quanta cultura; il ciclismo è l'unico sport del quale durante la diretta vieni a conoscere la storia: Coppi che piange per la morte del fratello Serse, Magni che fa la tappa con una corda in bocca per tenere il manubrio che con la spalla lussata fra troppo male, Anquetil con il bicchiere di champagne immaginario sulla schiena, il Cannibale che piange in stanza dopo l'accusa di doping, Tommy Simpson che muore sul Mont Ventoux per colpa delle anfetamine, Bitossi che viene raggiunto all'ultimo metro di una fuga mondiale e perde per 10 centimetri da Marino Basso! Ogni volta che si raggiunge un Vialone quante volate passate si ricordano, ogni salita è una pagina di storia!

Ed oggi una nuova pagina amara: Ivan Basso vuota il sacco e ammette di avere barato, di essere davvero Birillo, il proprietario del sangue drogato del dottor Puerto! No Ivan non dovevi fregarci pure tu: avevi la faccia pulita, lo sguardo onesto e noi credevamo tantissimo in te. Eri cresciuto anno dopo anno, senza le strane esplosioni di cui alcuni erano capaci. Eri per me il nuovo Miguelon: come lui tanti Tour a soffrire e crescere e come lui all'età giusta la prima vittoria di un grande giro, pronto a farne scorpacciate... invece sono qui, con l'amaro in bocca, con un vuoto dentro che non immagini!

Ma sabato in Sardegna parte un nuovo giro, manca sempre gente in gruppo, manca soprattuto Marco, che a 37 anni chissà, potrebbe essere stato ancora della partita a giocarsi le ultime tappe...  ma non manca la Gente del Giro! La Gente del giro siamo noi, siamo noi che nonostante tutto e tutti, nonostante quelli che dicono "I ciclisti: Tutti dopati!!!" e forse, porca puttana, c'han ragione; nonostante le fughe delle macchine piene di farmaci che si sostituiscono alle fughe dal gruppo, nonostante tutto ci saremo!

Perchè quando 200 uomini in bicicletta corrono su e giù per l'Italia non ce n'è per niente e nessuno: 
è il Giro e niente e nessuno me lo porterà via!

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