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Profumo d’ Erba“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita. “ A volte però nella vita, per ritrovarsi, è necessario perdersi. Lo dice anche Cremonini nella sua ultima canzone: “dove finiscono le strade... è proprio li che nasce il giorno”. Spesso quando ci immergiamo nella natura, lontano dal caos della città e dalle chiacchere della gente, avvolti dal silenzio rotto solo dai nostri passi, dal fruscio delle foglie e dai cinguettii degli uccellini, concediamo a noi stessi un momento per ascoltare il battito del nostro cuore e i nostri pensieri e desideri più intimi, troppe volte offuscati dalla frenesia della vita quotidiana. Qualche giorno fa ho trascorso una bella mattinata in compagnia di Nadia Boscolo, biologa e guida naturalistica, che mi ha accompagnato alla scoperta di Bosco Nordio, un bosco antico più di mille anni, relitto di vegetazione meditterranea, con una storia che sembra esser sussurrata dagli alberi e dagli arbusti.
Proprietà della Città di Chioggia fino al 1565, il bosco fu in seguito concesso alla famiglia Nordio, la quale, per motivi di coltivazione, lo distrusse. Alla fine del XVIII sec. Andrea Nordio fece piantare sull’ “antico abito del bosco”, cioè sui resti dell’antico boschetto di leccio e lauro, una pineta a pino domestico, coltivato già dai dogi di Venezia per il legname e i pregiati pinoli.
Una piacevole e rilassante passeggiata che stimola la mente ed emoziona, un ambiente naturale nella sua dimensione all’apparenza statica ma in realtà dinamica, piena di vita e piccoli cambiamenti spesso impercettibili all’occhio umano. Cammino lungo i sentieri e scorgo piccole radure e fioriture di profumate orchidee, esemplari di ginepro, asparago pungente, vitalba minore, sanguinella e pungitopo.
Il bosco, si sa, da sempre è soggetto vivente nelle favole e racconti popolari e fantastici. Ho quasi la sensazione di veder spuntare all’improvviso Cappuccetto rosso con il suo cestino pieno di leccornie, o Hansel e Gretel e la dolcissima casetta di marzapane. Ma la mia, più che voglia di fiaba, è voglia di... cibo, perchè l’ appetito vien camminando. Non ho paura di streghe cattive e lupi parlanti perchè con la fame che mi ritrovo posso tranquillamente mangiare anche loro. Cerco di non fare troppo rumore per non rischiare di disturbare Emys (nome intero Emys orbicularis L., testuggine palustre ) che amoreggia a circa 30 centimetri sott’acqua Trascorro solo un’ora in questo mondo evocativo nascosto nell’ombra, ma l’insegnamento che mi lascia è molto profondo perchè qui vita e morte coesistono in armonia, nulla è sprecato o inutile, la natura insegna che anche una carcassa può diventare linfa vitale. Esco dall’ombra illuminata perchè il dono di ciò che non serve più è come “la sorpresa di un raggio di sole in una giornata di pioggia” (F. Renga) Perchè “siamo foreste, montagne inviolabili, ma poi a sorprenderci è il sole, che dissolve le ombre intorno a noi, e impariamo a sperare un po’ di piu, a camminare a sognare insieme, a braccia aperte, col sorriso e un po’ più di umanità” (R. Zero) Sara Ferro
Percorso accessibile anche per diversamente abili. Veneto Agricoltura
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il 08/02/2018 alle 14:55
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il 28/12/2016 alle 19:31
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il 23/12/2016 alle 12:09
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il 23/10/2016 alle 14:56
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il 08/10/2016 alle 12:51