Creato da ciapessoni.sandro il 21/02/2010

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RUSTICHE CASE...

Post n°27 pubblicato il 22 Agosto 2010 da ciapessoni.sandro

 

PRESENTAZIONE.

Nel mio album fotografico non ho trovato la foto che riportava il luogo oggetto della lirica; mi trovo perciò costretto pubblicare una foto che mi ritrae nel gruppo scolastico di quei tempi! Sono il settimo in seconda fila, partendo dalla insegnante di destra (che mi sbacchettava sovente…) e andando verso il centro. Mi troverete subito: capelli a frangetta sulla fronte e l’immancabile sciarpa bianca – sempre da bucato – per cui mia Mamma… tanto ci teneva!

La lirica: i primi versi descrivono l’ubicazione del “Ristoro” – tale era il suo nome in quel di Bisuschio nella frazione di Ponte, (Varese), per meglio dire, era la casa di parte della famiglia di mia Mamma. C’era un ben tenuto battuto campo per il gioco delle bocce, subito dopo un ampio pergolato d’uva spina e sotto di esso, tavolati e panche in pietra. Su uno di quei tavolati, imparai dalla cuginetta Costantina, i “primi rudimenti del sapere” Da lì si dipartiva un prato lungo circa 300 /350 metri e largo circa 80 metri. Subito dopo l’ergeva il monte Crocino alla cui base c’era una cava di pietre.

Il prato era circoscritto da un muro a secco ma tutto colorato con Campanule policrome. Accanto al terreno del gioco delle bocce, c’era un enorme pino sotto il quale, al pomeriggio lo zio “Pierin” mi offriva il gelato da un gelatiere che col barroccino veniva da Varese e si portava – credo – fino a Porto Ceresio. Cinquanta centesimi di gelato (surbétt) che veniva confezionato in due cialde rotonde (assistere a quel… teatro…per me, era quasi quasi un rito!…). Lo zio si accontentava del cornetto di trenta centesimi. E nel contempo osservavo il volto del caro zio Pierin, tutto illuminato di gioia.

Il resto è tutto descritto ampiamente e spero piaccia al lettore.

Ma ricordate e tenete presente!… Sono i ricordi di una fanciullezza vissuta sotto la purezza di un cielo anche lui… pulito.

Sandro Ciapessoni.

RUSTICHE CASE...

 

Rustiche case... rustico ristoro.

Un’osteria sul bordo della via

e un pino accanto all’orto, sul pianoro.

 

Lungo il bel prato fin sotto a grigia rupe,

arbusti di campanule violacee

screziate con colori bianco e rosa,

ornavano selvatiche in natura

sconnesse pietre antiche a mo’ di mura.

 

Protetto e custodito

come familiarmente avvezzo,

nell’ora cui meriggio

vuol tacita a diletto,

sotto il bel pino ombroso

gustavo il buon sorbetto.

 

Nella stagione cui sole si scatena,

sul limitar del prato e l’osteria,

un pergolato verde d’uva spina

il fresco refrigerio mi porgeva,

mentre, su libro chino, cannuccia in mano

i primi rudimenti del sapere

aprivano mia mente al mio dovere.

 

Sul tavolato in pietra

e all’ombra degli intrecci d’uva amara,

io qui compresi a ricordar qual pietra,

aste diritte ed aste... col rampino,

il tondo della “o” e i segni col puntino,

poi... sulla pietra dura, poggiando mani al viso,

io reclinavo il capo... sognando il mio destino.


Prati, colline e monti!...

Dolci profili familiari e forti

che abbracciano solari l’orizzonte.

 

Folte robinie e schiere di sambuco

dove la chiara roggia scorre presso il “ponte”...

io vi conobbi allora,

quando in estate il sole si scatena,

quando cicale e grilli

allietano giornate in fino a sera.

 

Io vi conobbi all’alba

col sorgere del sole,

con l’animo sereno

di candido bambino,

guardando un cielo puro

disgombro dalle nubi

e il volteggiar di rondini festanti

e di colombe, in cerca di ristoro.

 

Guardando amene valli

al tramontar del sole...

i poggi dell’Usèria,

la bianca casa col segno di Maria,

la cima del Crocino e a fondo valle

la selva scorticata a pie’ del monte.

 

Le fredde “piode” erose e levigate

giù nella rongia poste...

consunte da ginocchia

cui l’acqua lor lambiva,

rubando anche il sudore

che il caldo lor forniva.

 

Conobbi allora i segni

del ricordar soave e genuino

che in fino ad oggi dominano

la via del mio cammino.

 

Dei personaggi tipici del luogo

ricordo... il contadino anziano e rosso

vestito di fustagno liso e smunto:

i baffi rossi attorcigliati e a punta,

il calice di vino poggiato sovra un soglio

mentre bocciando con fragor sul ciglio,

centrava quasi sempre il suo bersaglio.

 

Mi sveglio da quel sogno...

e nello specchio azzurro ed infinito

rivedo i tempi antichi... ma ancor vicini,

sì, che emozioni amare e sconsolate

invadono con forza le mie vene.

 

La cima del Crocino è sempre verde!...

I poggi dell’Usèria, immobili e solenni

mi additano lontano lor tramontare eterno.

 

Nei prati che da Ponte vanno a Brenno

lungo il sentiero dove il sambuco odora,

ancora scorre giovine gran roggia

antica un tempo... che sempre m’innamora.

 

Ma sulla fronte mia e sul mio viso,

ahimè, profondi stanno i segni

della trascorsa vita... e del destino.

Sandro Ciapessoni.

***


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Commenti al Post:
gallovil
gallovil il 22/08/10 alle 19:58 via WEB
Bellissimo il descrivere il luogo dove LEI ha vissuto , e' stupendo come luogo e la poesia magnifia , nella descrizione non imita forse il Nievo , mi e' sempre piaciuto per le ampie descrizioni che faceva nei luoghi. hafatto una descrizione meravigliosa , come se Lei volesse ancora a trovarsi in quel posto a sognare. Ma il tempo e' passato purtroppo , e non ci resta che sognare cio' felicemente abbiamo vissuto un sorrico vilma
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 22/08/10 alle 20:18 via WEB
Vede Signora Vilma, là a Ponte, nella casa materna, trascorrevo trascorrevo le vacanze estive e là mi trovavo bene, i ricordi sono e resteranno incancellabili. "E all'ombra degli intrecci di uva amara" quel verso vuol significare che l'imparare a scrivere... mi era amaro come lo era l'una spina... Però tutti là mi volevano un gran bene! Il bagnetto me lo facevano giù nella rongia, dove c'erano tutte le donne a fare il bucato... un gran teatro! Grazie per il Suo intervento che APPREZZO assai! Caramente, Sandro.
 
gallovil
gallovil il 22/08/10 alle 20:02 via WEB
Bellissima la foto scolastica , quanti ricordi , si vive anche di quelli , , come sara' il pesente e il fututo ?Iddio lo sa , speriamo sempre in cose belle , sognare non costa nulla e ci rende e la vita migliore serena serata Signor Sandro leggo con piacere quanto scrive un sorriso VILma
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 22/08/10 alle 20:26 via WEB
Ha visto Signora Vilma come mi teneva mia Mamma? Tutto ben pettinato, e quella frangetta sulla fronte doveva essere sempre in ordine. La sciarpa poi doveva sempre essere candida. Eravamo in pochi ad avere il cappotto. Di tutte quelle persone, siamo rimasti solamente in cinque o sei, sicuramente non di più. Il futuro come sarà?... Mi pare che ci siano poche... verze da sfogliare! E gli orizzonti anche se apparentemente coloriti, sono assai inquinati. In questi giorni continuerò con "La pazza del Segrino". Il capitolo sesto è molto drammatico. Un caro saluto Signora Vilma, e grazie, grazie infinite per la Sua fattiva collaborazione. Caramente, Sandro.
 
jennifer321
jennifer321 il 22/08/10 alle 21:53 via WEB
Caro Sandro, leggere le tue poesie, per me significa anche sognare, infatti ogni riga letta mi sembrava di viverla di immedesimarmi, di sentire le tue emozioni passate, la gioia e il dolore che provavi in certe situazioni, persino i profumi dei fiori e dell' erba...Grazie Sandro di condividere con noi questi tuoi soavi ricordi. Un abbraccio e un saluto con infinita stima. Gianna
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 22/08/10 alle 22:44 via WEB
Ciao Gianna, come mi fa piacere leggere il tuo commento! Hai valutato esattamente un punto saliente di quell'opera: il profumo dei fiori. Era il fiore della pianta di Sambuco che si estendeva tutto lungo i campi per oltre quattro chilometri. Conservo nella mente quella visione, e ricordo ancora quel penetrante profumo! Quei luoghi amatissimi... la casa materna e l'amore che nutrivano per me... Non c'è più nessuno di Loro, ma io conservo il loro amore e il loro ricordo. Grazie Gianna, caramente, Sandro.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 22/08/10 alle 23:20 via WEB
a psicologiaforense: i miei sentiti ringraziamenti per aver visitato e letto il mio Blog. Con stima, rispettosamente saluto. Sandro Ciapessoni
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 22/08/10 alle 23:23 via WEB
a Lucry78: Porgo a Lei Signora, il mio ringraziamento per aver visionato il mio blog. Con stima, cordiali saluti. Sandro Ciapessoni.
 
gallovil
gallovil il 23/08/10 alle 10:15 via WEB
Si vede come Lei abbia ricevuto un'ottima educazione cosa rara a questi tempi, me la ricordo l'uva spina , era molto bella da vedersi , i tempi della sua gioventu' saranno stati bellissimi , specie in campagna , abitavo anchio in campagna posso aprezzare cio' che lei ha vissuto, il sambuco con i suoi larghi fiori, la roggia ecc serena giornata Vilma
 
anyony
anyony il 23/08/10 alle 14:19 via WEB
Caro Sandro, più si rilegogno le tue poesie e più suscitano emozioni, questo è il vero poetare: saper coinvolgere il lettore. E tu sei un poeta con la P maiuscola. Ti abbraccio
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 23/08/10 alle 15:35 via WEB
Oh Antonia come mi è grato leggerti, non tanto per il mio (modestia!... benedetta Svolazzina!... modestia...)bel poetare come dici tu, ma per la nostra amicizia, che da anni in fedeltà ci lega; e tu... con quella cappellina da capitana! Lo sai che la Claudia di Lezzeno è ufficialmente Timoniera? Lo sai che fra poco acquisirà il brevetto di "CapitanA"? Poi: hai letto su "La Provincia" di ieri le "Lamentatio..." (non quelle di Geremia...) circa quei pedaggi da pagare per visitare l'Isola? Chi reclama è un signore come noi CHE VIENE DAL DI FUORI, non uno che abita lì! Li conosco i miei polli, eccome li conosco! Caramente, caramente o volante Svolazzina! il Sandrino quello su del Sant'Andrea teschiato!
 
anyony
anyony il 24/08/10 alle 19:45 via WEB
Caro Sandro, ho letto tutto quello che mi dici, la Claudia la conosco personalmente, oggi era alla giuda del traghetto Plinio. Conosco anche suo padre, il capitano Martino e sua sorella Jessica che lavora alla biglietteria di Como. Ho letto anche di Isola, in questi giorni sto leggendo un libro scritto da Albertina Nessi che racconta la vita di suo padre e come è nata la trattoria. Un abbraccio mio caro
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 24/08/10 alle 21:34 via WEB
Antonia! ma io ero sicuro che tu la conoscevi, conosci tutto il lago, conosci tutta Lezzeno, sai anche che a Lezzeno maturano i fichi fuori stagione (quella dei fichi l' ho saputa da te, io proprio non me la ricordo...) Beh! Antonia, le donne laghee sanno fare carriera... ma te Antonia quando ti faranno Capitana della tua canoa? Hai saputo anche dell'Isola... ai miei tempi era l'isola della " campurèla..." Sei grande Antonia,sei grande! Carissima! caramente, Sandro. Ciao Antonia!
 
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