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Copia originale

Post n°15259 pubblicato il 21 Agosto 2019 da Ladridicinema
 

New York, 1991. Lee Israel ha un grande talento e un pessimo carattere. L'alcolismo e la misantropia, le alienano qualsiasi possibilità di carriera. Licenziata per un bicchiere e un insulto di troppo, deve trovare un altro modo, e deve trovarlo presto, per sbarcare il lunario e curare il suo adorato gatto. Due lettere di Fanny Brice, rinvenute per caso in un libro della biblioteca e vendute a 75 dollari, le forniscono l'idea che cercava. Biografa talentuosa, mette a frutto la sua conoscenza della materia e il suo talento di scrittrice. Seduta alla macchina da scrivere compone finte lettere di grandi autori scomparsi. Affiancata da Jack Hock, spirito libero col vizio del sesso, Lee riesce nell'impresa. Almeno fino a quando l'FBI non si mette sulle sue tracce.

Copia originale non è una commedia ma si sorride sovente, è ambientato al debutto degli anni Novanta a New York ma le canzoni sono dei classici di un passato remoto (Jeri Southern, Peggy Lee, Dinah Washington), è dominato dall'insegna luminosa del "The New Yorker" ma la sua protagonista è una scrittrice nell'ombra.

Tutto è spostato nel film di Marielle Heller e tutto contribuisce a ricostruire l'illusione alla base del sorprendente processo di falsificazione di Lee Israel. Ma a guardarlo più da vicino e andando oltre la frode seriale, Copia originale racconta la vita di una donna che non trova il suo posto in un mondo che cambia, in una città dove chiudono le librerie e aprono gli Starbucks, dove aumentano gli spazi di coworking e si riducono quelli in cui respirare (e leggere) in pace, dove la decimazione della comunità gay avanza con quella della cultura artistica. 

Autrice di diverse biografie popolari apparse nella Best Sellers List del "New York Times", Lee Israel è in caduta libera come la sua carriera. Ed è a questo punto della china che decide di fingersi qualcun'altra rimanendo incredibilmente se stessa. Perché le personalità celebri che 'interpreta' così bene nelle sue lettere condividono con lei il carattere sferzante e l'ingegno sfacciato. Scrittrice di inchiostro e bile, whisky e sangue, Lee Israel è una misantropa fuori norma e una compagnia non sempre piacevole. Una persona che non interessa alla gente e a cui d'altra parte non interessa la gente, a meno di non essere un gatto o Dorothy Parker. 

La brillante creatività verbale, essenziale per la sua arte, diventa uno scudo che impone la riservatezza anche a prezzo della solitudine. Una solitudine testarda, che rifiuta qualsiasi possibilità di intimità e uno spirito affine e gentile come Anna, fan dei suoi libri e libraia a cui vende le sue lettere.

 
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