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Loro 1

Post n°14499 pubblicato il 28 Maggio 2018 da Ladridicinema
 

Loro 1, prima parte dell'ultima opera di Paolo Sorrentino, è un film che ti lascia sbalordito per la solita bellezza delle immagini proposte, la cura dei dettagli quasi maniacale a cui ci ha spesso abituato il regista napoletano; ma allo stesso tempo ti lascia un amaro in bocca per la storia che ci sta raccontando, sull'estremizzazione di alcune scene, dall'estetismo troppo borioso. Un inizio che sarebbe stato perfetto per una serie tv.

Loro, è un film dedicato a coloro che girano intorno a Silvio Berlusconi, a servi, prostitute, lecchini che gli girano intorno o sperano di farsi notare da lui, il presidente, che chiede ai suoi obbedienza cieca e senza discussione.
Loro, dove tutto è vero e tutto è falso, o meglio "Tutto documentato, tutto arbitrario”, che è una frase di Giorgio Manganelli scritta nell’introduzione del suo “Pinocchio: un libro parallelo.” Il racconto di Sorrentino va proprio verso questo punto, ovvero raccontare in modo dissacrante la storia di questi personaggi attratti e sottomessi al caimano, che ti sa convincere con le sue bugie, con le sue verità, le sue appunto, perché come spiega il Silvio Berlusconi/Toni Servillo al nipote, la verità "è solo la convinzione e il tono con cui si fa un’affermazione".
Il Berlusconi mostrato in questa prima parte però è un personaggio che va al di la della sua "ideologia", al di la del "berlusconismo". Un uomo che, nonostante il vizio e il peccato, tenta dolcemente di riconquistare la “sua Veronica”; mentre gli altri no, gli altri sono il prodotto del "berlusconismo" più volgare, violento e becero.
Il personaggio interpretato da Bentivoglio, è un mix tra diversi personaggi dell'epoca berlusconiana più servizievoli, è l'estrema sintesi di tutto ciò.
L'elemento raccontato in maniera principale in questa prima parte è il tentativo e la scalata di Sergio Morra, ovvero Riccardo Scamarcio, che richiama chiaramente Tarantini, disposto a tutto assieme alla moglie per arrivare al presidente.
Sorrentino usa l’escamotage della figura di Berlusconi e di alcuni eventi sviluppatisi dal 2006 e il 2010 per raccontare il degrado di una società ammaliata dalla sete di fama e potere, senza etica, valori e morale. Ci offre lo spaccato di un'Italia grottesca, cupa, immorale dove avvengono cose che noi non crediamo possano essere vere, reali.
Due mondi al momento separati in questa prima parte, che probabilmente andranno a scontrarsi nella seconda parte.
Aspettando il secondo film capiremo dove vuole andare a parare Sorrentino
Voto finale: 4+/5
Loro 1

Loro 1 è la prima parte del nuovo film di Paolo Sorrentino con protagonista Toni Servillo nei panni di Silvio Berlusconi
La seconda parte del film, LORO 2, uscirà nei cinema il 10 maggio 2018.

Il film è un racconto di finzione, in costume, che narra di fatti verosimili o inventati, in Italia, tra il 2006 e il 2010. Attraverso una serie di personaggi, il film vuole tratteggiare un momento storico definitivamente chiuso che, in una visione molto sintetica delle cose, potrebbe definirsi amorale, decadente, ma straordinariamente vitale.
E Loro ambisce altresì a raccontare alcuni italiani, nuovi e antichi al contempo. Anime di un purgatorio immaginario e moderno che stabiliscono, sulla base di spinte eterogenee quali ambizione, ammirazione, innamoramento, interesse, tornaconto personale, di provare a ruotare intorno a una sorta di paradiso in carne e ossa: un uomo di nome Silvio Berlusconi. Quali sono i sentimenti che muovono le giornate di Silvio Berlusconi in quegli anni? Quali le emozioni, le paure, le delusioni di quest'uomo nell'affrontare eventi che sembrano montagne? E' un altro mistero di cui si occupa il film. Gli uomini di potere di generazioni precedenti a quella di Berlusconi erano altri misteri, perché erano inavvicinabili. Un tempo si parlava, si ricorderà, di disincarnazione del potere. Silvio Berlusconi, invece, è probabilmente il primo uomo di potere a essere un mistero avvicinabile.
È sempre stato un infaticabile narratore di se stesso, valga come esempio sommo il fotoromanzo Una storia italiana che spedì a tutti gli italiani nel 2001, e anche per questa ragione è inevitabilmente diventato un simbolo. E un simbolo, a differenza di un comune essere umano, è una proprietà comune. E dunque, in questo senso, rappresenta anche una parte di tutti gli italiani.


LORO è stato a sorpresa diviso in due parti, forse sulla scia di una struttura seriale che il regista Paolo Sorrentino ha già sperimentato in tv con The Young Pope.
Dai trailer diffusi si ha la sensazione che almeno la prima parte, LORO 1, si concentrerà su un Silvio Berlusconi nel pieno della carriera e del potere, quindi post-1994. Sorrentino scrive la sceneggiatura con Umberto Contarello, un nome che ricorre nel nostro cinema da quasi trent'anni, per la precisione da Marrakech Express (1989) di Gabriele Salvatores; Contarello ha comunque scritto con Sorrentino già This Must Be the Place, La grande bellezza e il citato The Young Pope. Più volte vincitore di un David proprio grazie ai film dell'autore napoletano, il veterano Luca Bigazzi è l'inseparabile direttore della fotografia dai tempi di Le conseguenze dell'amore (1994).
Non ci sarebbe nemmeno bisogno di ricordare il legame artistico tra Sorrentino e Toni Servillo, indimenticabile Tony Pisapia, Titta di Girolamo, Giulio Andreotti (!) e Jep Gambardella, fino alla notte degli Oscar. Più recente la collaborazione del regista con Lele Marchitelli, coinvolto dalla Grande Bellezza in poi, autore storico delle musiche di tanti programmi cofirmati da Corrado Guzzanti.

Nonostante agisca ancora nella politica italiana, a differenza di Giulio Andreotti quando Sorrentino gli dedicò Il Divo, a Berlusconi sono già stati dedicati diversi film, più o meno concentrati sulla sua specifica figura.
Di certo il lungometraggio che ha suscitato polemiche simili (se non superiori) a quelle di LORO è Il caimano di Nanni Moretti, realizzato nel 2006, dove provocatoriamente era lo stesso Moretti a interpretare nel finale l'ex-presidente del consiglio.
Dello stesso anno è stato anche Shooting Silvio di Berardo Carboni, dove un personaggio eccentrico decideva di eliminare Berlusconi. Poco prima comunque il documentario Citizen Berlusconi (2003) di Susan Gray e Andrea Cairola si era occupato dell'ascesa dell'imprenditore milanese, incontrando diverse difficoltà in una sua diffusione italiana prima del 2009. Proprio nel 2009 è uscito Videocracy di Erik Gandini, più concentrato sul "berlusconismo" che sul personaggio in sè, seguito nel 2010 da Draquila - L'italia che trema di Sabina Guzzanti, dal punto di vista della gestione del post-terremoto dell'Aquila.


 
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