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Terze serata festival (seconda parte)

Post n°14893 pubblicato il 08 Febbraio 2019 da Ladridicinema
 

23.08: E’ il momento di Raf e Umberto Tozzi, due grandi dela musica italiana sul palco dell’Ariston dove sono stati anche in gara 23.05: Ci sono Baglioni e Raffaele sul palco che si lanciano in uno sketch 23.02: Boomdabash portano l’allegria, questo già è un pezzo estivo e aspettiamone altri. Il brano divide il nostro gruppo. Si va da “mi piace” a “non ho parole” 23.01: BOOMDABASH “PER UN MILIONE” FASCIA GIALLA La canzone affronta il tema della paternità. Per un milione esalta proprio la gioia di questa attesa, un’attesa che, come dice il testo, aumenta il desiderio. Il significato è che non c’è cifra che possa equivalere alla gioia di avere un figlio. 22.59: Bisio è sul palco, gag “ecumenica”, poi arrivano Baglioni e Raffaele che presentano i Boomdabash. Ecco il testo: BoomDaBash Per un milione di F. Abbate – R. Pagliarulo – Cheope – A. Cisternino – Takagi – Ketra – F. Abbate – Cheope – R. Pagliarulo Ti aspetterò Perché sei tu che porti il sole E non c’è niente al mondo Di migliore di te Nemmeno vincere un milione Ti giuro che l’attesa aumenta il desiderio È un conto alla rovescia Col tempo a rilento Però ti sto aspettando come aspetto un treno Come mia nonna aspetta un terno Aspetterò che torni come aspetto il sole Mentre sto camminando sotto un acquazzone Come una mamma aspetta quell’ecografia Spero che prenda da te Ma con la testa mia Ti aspetto come i lidi aspettano l’estate Come le mogli dei soldati aspettano i mariti Ti aspetto come i bimbi aspettano il Natale Come i signori col cartello aspettano agli arrivi E non è mai per me Ti aspetterò Come il caffè a letto a colazione Come ad un concerto dall’inizio Si aspetta il ritornello di quella canzone Ti aspetterò Perché sei tu che porti il sole E non c’è niente al mondo Di migliore di te Nemmeno vincere un milione Non c’è niente al mondo Che vorrei di più di te Di più di quel che adesso c’è già fra di noi Nemmeno un milione Non c’è niente al mondo che farei io senza te Perché io non ti cambierei nemmeno per… Nemmeno per un milione Se mi cercherai io ti aspetto qui Ti mando la posizione Così se poi mi raggiungi E poi ti stringo forte Questa volta non sfuggi Non ti perderò più Aspetterò che torni come aspetto il mare Mentre sto camminando sotto il temporale Come una mamma aspetta il figlio fuori scuola Ti aspetto come chi vorrebbe riabbracciarlo ancora Ti aspetto come il gol che sblocca la partita Come le mogli dei soldati aspettano i mariti Ma già l’attesa è fantastica Noi come benzina In questo mondo di plastica Ti aspetterò Come il caffè a letto a colazione Come ad un concerto dall’inizio Si aspetta il ritornello di quella canzone Ti aspetterò Perché sei tu che porti il sole E non c’è niente al mondo Di migliore di te Nemmeno vincere un milione Non c’è niente al mondo Che vorrei di più di te Di più di quel che adesso c’è già fra di noi Nemmeno un milione Non c’è niente al mondo che farei io senza te Perché io non ti cambierei nemmeno per… Nemmeno per un milione 22.57: Scena abbastanza inusuale con Cristicchi che si commuove e il pubblico che si scatena in una standing ovation. Emozione forte all’Ariston 22.56: Potrebbe essere un candidato al premio per la critica. Nel finale l’orchestra aggiunge qualcosa, c’è pathos 22.55: Intensità, con un pizzico di rap all’inizio. L’arrangiamento è calzante. L’apertura del ritornello ricorda Fossati e Battiato. Nel testo c’è sicuramente qualcosa di autobiografico. E’ emozionante 22.54: SIMONE CRISTICCHI “ABBI CURA DI ME” FASCIA BLU’ Pezzo filosofico che parla della fragilità, che spesso rivela non tanto la debolezza di una persona, quanto la sua dolcezza e tenerezza. Cristicchi dice che il suo testo parla di bellezza, felicità, sofferenza e perdono, ma anche di fragilità e della capacità di chiedere aiuto agli altri. A volte si è più reticenti nel farlo perché si teme di sembrare deboli. 22.53: Riparte la gara con Simone Cristicchi presentato da Bisio. Il testo di Cristicchi: Simone Cristicchi Abbi cura di me di S. Cristicchi – N. Brunialti – S. Cristicchi – G. Ortenzi Adesso chiudi dolcemente gli occhi e stammi ad ascoltare Sono solo quattro accordi ed un pugno di parole Più che perle di saggezza sono sassi di miniera Che ho scavato a fondo a mani nude in una vita intera Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo Perché la natura è un libro di parole misteriose Dove niente è più grande delle piccole cose È il fiore tra l’asfalto lo spettacolo del firmamento È l’orchestra delle foglie che vibrano al vento È la legna che brucia che scalda e torna cenere La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere Perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri Tu allora vivilo adesso come se fosse l’ultimo E dai valore ad ogni singolo attimo Ti immagini se cominciassimo a volare Tra le montagne e il mare Dimmi dove vorresti andare Abbracciami se avrò paura di cadere Che siamo in equilibrio Sulla parola insieme Abbi cura di me Abbi cura di me Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro Basta mettersi al fianco invece di stare al centro L’amore è l’unica strada, è l’unico motore È la scintilla divina che custodisci nel cuore Tu non cercare la felicità semmai proteggila È solo luce che brilla sull’altra faccia di una lacrima È una manciata di semi che lasci alle spalle Come crisalidi che diventeranno farfalle Ognuno combatte la propria battaglia Tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso Perché l’impresa più grande è perdonare se stesso Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo Anche se sarà pesante come sollevare il mondo E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte E ti basta solo un passo per andare oltre Ti immagini se cominciassimo a volare Tra le montagne e il mare Dimmi dove vorresti andare Abbracciami se avrai paura di cadere Che nonostante tutto Noi siamo ancora insieme Abbi cura di me qualunque strada sceglierai, amore Abbi cura di me Abbi cura di me Che tutto è così fragile Adesso apri lentamente gli occhi e stammi vicino Perché mi trema la voce come se fossi un bambino Ma fino all’ultimo giorno in cui potrò respirare Tu stringimi forte e non lasciarmi andare. Abbi cura di me. 22.47: Non mancano gli applausi per Patty Pravo e Briga, ora un break all’Ariston 22.46: Il pezzo non è male, la voce di Briga copre troppo spesso quella di Patty Pravo 22.45: Punto luce spiccato sul volto di Patty Pravo che stona vistosamente nel momento in cui parte il duetto con Briga 22.43: Patty Pravo e Ornella Vanoni due grandi guerriere della musica italiana sul palco di Sanremo. Si abbracciano e Ornella Vanoni ci tiene a precisare che è venuta a Sanremo gratis 22.42: PATTY PRAVO E BRIGA “UN PO’ COME LA VITA” FASCIA GIALLA Si tratta di un pezzo riflessivo e filosofico che parla del senso della vita e si pone tutte le domande dell’essere umano aprendo a riflessioni sulle cose della vita, l’amore, gli errori che gli esseri umani continuano a fare. 22.41: Prosegue lo sketch Raffaele-Vanoni e sarà Ornela a presentare il prossimo duetto in gara. Patty Pravo e Briga Patty Pravo con Briga Un po’ come la vita di M. Rettani – D. Calvetti – S. Vallarino – M. Bellegrandi M. Rettani – D. Calvetti – S. Vallarino – L. Leonori Un po’ come la vita Senza più sognare Di esistenza e di ironia E scivolare… E scivolare via Come dire «ancora un po’» Andare a cercare Quella cosa che fa sempre un po’ più male Ma che porta in un momento A riconsiderare il vento E poi gridare a me che non credo Che il confine è l’unica cosa che non vedo Tu dove vuoi volare…? Hai tempo per pensare Ma intanto dimmi almeno dove il cielo va a finire Ricorda di giocare E di portarti altrove Io resto qui a capire come illuminarmi il cuore Come illuminarci il cuore Tu credi di volare Ma l’illusione della gioia toglie il fiato anche alla notte Magari prova a immaginare che sul retro della vita Ci sia un immagine più forte E non mi basterà il ricordo Vorrei trovarmi nell’esatta condizione Di una luce alla stazione Su un binario abbandonato Dove il viaggio non è mai iniziato Per poi gridare a me che non credo Che l’orizzonte è l’unica cosa che non vedo Tu dove vuoi volare…? Hai tempo per pensare Ma intanto dimmi almeno dove il cielo va a finire Ricorda di giocare E di portarti altrove Io resto qui a capire come illuminarmi il cuore Come illuminarci il cuore Ridammi una notte che brilla Invece di un cielo di corvi Non ti ricordi Quando eravamo due corpi Uniti nel prendere i colpi Noi sapevamo come illuminarci Prima di prenderci a calci Prima di metterci al collo Pure le croci degli altri Solo per assomigliarci E poi gridarmi ancora che non credo Ma in questo tunnel così buio io non guardo indietro E la fine è l’unica cosa che non vedo Tu dove vuoi volare…? Hai tempo per pensare Ma intanto dimmi almeno dove il cielo va a finire Ricorda di giocare E di portarti altrove Io resto qui a capire come illuminarmi il cuore Come illuminarci il cuore 22.39: Stanno cantando “LA gente e me”, una delle tante canzoni con ritmo brasilianeggiante di Ornella Vanoni, base samba 22.38: La Vanoni si è “calmata” e ora canterà con la Raffaele 22.36: Parte la gag tra Ornella Vanoni e Virginia Raffaele- La Vanoni le rimprovera animatamente di averla imitata e di avere messo in risalto i suoi difetti 22.33: Dopo il break riparte Virginia Raffaele che ricorda i codici degli artisti. Entra sul palco Ornella Vanoni con capelli pel di carota 22.28: Commossa Alessandra Amoroso, pubblico dell’Ariston in piedi. Standing ovation un po’ forzata ma gli applausi ci stanno 22.26: Può piacere o non piacere, sta di fatto che questo è un altro dei pezzi italiani più famosi al mondo e il duetto tutto sommato funziona 22.23: Alessandra Amoroso e Baglioni cantano “Io che non vivo” 22.22: Alessandra Amoroso conclude il suo pezzo e va ad abbracciare Claudio Baglioni 22.20: Sofisticato il look della Amoroso con un soprabito di piume, pantaloni stretti 22.19: Sul palco dell’Ariston, presemntata da Claudio Bisio, c’è Alessandra Amoroso che festeggia i dieci anni di carriera 22.17: Applausi per Irama. Può giocarsi la vittoria con Ultimo 22.15: Rap edulcorato per il prodotto di Amici. . Il pezzo è orecchiabile e radiofonico. Il finale il coro gospel aggiunge qualcosa al pezzo. Il ritornello resta nella testa 22.14: IRAMA “LA RAGAZZA COL CUORE DI LATTA” FASCIA BLU’ La violenza sessuale a Sanremo non è una novità. Irama riporta a galla questo tema scottante, in questo caso parlando di abusi in famiglia, che non mancherà di suscitare polemiche. Irama ha rivelato che il testo della canzone si ispira in parte alla storia vera di una ragazza da lui conosciuta. 22.13: Prosegue la gara con uno dei super favoriti, Irama. Ecco il suo testo: Irama La ragazza con il cuore di latta di F. M. Fanti – G. Colonnelli – F. M. Fanti – G. Nenna – A. Debernardi Fare l’amore è così facile credo Amare una persona fragile meno Linda è cresciuta con un cuore che non batte a tempo E quando era piccola sognava di aggiustarsi dentro Diceva di essere diversa Cercava le farfalle lì appoggiata alla finestra Vedeva i suoi compagni che correvano in cortile E lei che non poteva si sedeva e ci pensava bene a cosa dire E se ogni tanto le chiedevo come mai non giochi Diceva siediti qui affianco ed indicava su Io in quella nuvola ci vedo solo un cuore vero Perché il mio a volte si dimentica e non batte più Così cercando di salvarla A sedici anni il suo papà le regalò un cuore di latta Però rubò il suo vero cuore con freddezza In cambio della vita E non lo senti che Questo cuore già batte per tutti e due Che il dolore che hai addosso non passa più Ma non sei più da sola ora siamo in due Io ci sarò comunque vada Ci sarò comunque vada Fare l’amore è così facile credo Amare una persona fragile meno Linda è cresciuta così in fretta da truccarsi presto Talmente in fretta che suo padre non fu più lo stesso A scuola nascondeva i lividi A volte la picchiava e le gridava soddisfatta Linda sentiva i brividi quando quel verme entrava in casa sbronzo E si toglieva come prima cosa solo la cravatta E se ogni tanto le chiedevo come mai non esci Diceva siediti qui affianco ed indicava su Io in quella nuvola ci vedo solo un cuore vero Adesso dimmi in quella accanto cosa vedi tu Ma chi ha sofferto non dimentica Può solo condividerlo se incrocia un’altra strada Per ragazza più bella del mondo con il cuore di latta Sappi che io ci sarò Comunque vada E non lo senti che Questo cuore già batte per tutti e due Che il dolore che hai addosso non passa più Ma non sei più da sola ora siamo in due Io ci sarò comunque vada Ci sarò comunque vada Fare l’amore è così facile credo Amare una persona fragile meno Linda è cresciuta con un cuore che non batte a tempo Ma adesso dentro la sua pancia batte un cuore in più E non lo senti che Questo cuore già batte per tutti e due Che il dolore che hai addosso non passa più Ma non sei più da sola ora siamo in due Io ci sarò comunque vada Ci sarò comunque vada 22.11: Renga è coerente, fin troppo, con se stesso. Sembra rimasto a “Angelo”, sempre troppo simile 22.09: Il pezzo è sulla linea delle ultime canzoni di Renga. Combatte duramente e trascina, pur senza strabiliare 22.08: FRANCESCO RENGA “ASPETTO CHE TORNI” FASCIA BLU’ Renga racconta la sua vita, il suo percorso e fa un riferimento diretto alla morte della mamma Jolanda. La versione iniziale della canzone è stata scritta da Bungaro, e Renga ha raccontato che appena l’ha letta è rimasto stupito da quanto quel testo sembrasse raccontare la sua vita, tanto che ha dovuto riscriverne solo alcune parti per renderla un po’ più autobiografica. 22.06: E’ il momento di Francesco Renga che sale sul palco di Sanremo. Ecco il testo: Francesco Renga Aspetto che torni di Bungaro – C. Chiodo – Rakele – F. Renga Bungaro – C. Chiodo – G. Runco Io che guardo sempre il cielo E sogno ancora di volare Ogni volta più lontano e poi Non so più come tornare Con un poco di fortuna E due stelle da seguire Ho trovato le tue braccia ad aspettare. Cerco ancora nei miei occhi Il sorriso di mia madre Mi manca da trent’anni e Vorrei dirle tante cose Che mio padre adesso è stanco. E forse sta per arrivare Che la ama più di prima Ed è l’unica cosa che sa ricordare C’è un universo che mi riempie le mani Il mondo si perde Tu invece rimani C’è un mare dentro negli esseri umani Aspetto che torni stasera Per stare con te Oggi voglio camminare Come un treno sui binari Diventare un’emozione che attraversa i tuoi pensieri E seguirti tra le cose che ogni giorno devi fare Come vento per poterti accarezzare E guardarti mentre dormi Che mi sembra che sorridi Ed entrare nei tuoi sogni Di nascosto come i ladri Per rubarti la bellezza Che nemmeno sai di avere C’è un universo che mi riempie le mani Il mondo si perde Tu invece rimani C’è un mare dentro negli esseri umani Aspetto che torni stasera Sei l’ossigeno che cerco quando resto senza fiato Il coraggio che mi serve quando sono disperato La sorpresa che ogni volta Mi fa sentire vivo Tu sei Tu sei Tu sei Tu sei Un universo che mi riempie le mani Il mondo si è perso Tu invece rimani Un mare dentro nei nostri destini Io aspetto che torni stasera Aspetto che torni 22.03: Virginia e Claudio fingono di litigare sul palco, poi lui consola lei… Come tutte gli sketch di questa edizione è troppo lunga

 
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