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Sorrentino dopo "l'americano", The must be the place, decide di fare anche lui una dedica alla città eterna, che fatta da un non romano è sempre interessante (vedesi precedenti famosi). La grande bellezza, è la storia di Jep Gambardella, giornalista tuttologo, re della mondanità e delle feste cafone. Arrivato a Roma da giovanissimo, viene risucchiato in breve tempo nell'abisso di questo mondo senza riuscire ad uscirne divenendo il re della mondanità. Re di un mondo senza speranza, ma in qualche modo vitale con artisti o presunti tali che tentano di farsi strada attraverso Jep. Tutti sono sedotti da lui e tutti lui colpisce in maniera spietata, grazie alla sua grande ironia e alla schiettezza. Sembrano tutti burattini attenti a piacere al loro burattinaio. Non hanno spazio di manovra, sembrano non respirare quasi (tutto tipico del cinema di Sorrentino). Jep è un domatore, ma allo stesso tempo vittima in quanto la crisi che vuole portare è senza convinzione, come le sue feste che non portano da nessuna parte.
Sorrentino è un regista molto letterario. La grande bellezza è piena di citazioni esplicite, Dostoevskij e Bellow, Céline e Flaubert, Paul Morand, di cui il protagonista parafrasa a suo modo il fastidio di dover trascorrere la sera con una donna che, una volta fatto l'amore, si rivela vacua, nessun interesse in comune: «Non ho più l'età per sopportare una serata perduta». Il tempo è infatti il tema della Grande bellezza. La «grande mutazione» si è compiuta e quello che, mezzo secolo fa, l'età della Dolce vita di Fellini e di Ferito a morte di La Capria, era percepito come un futuro minaccioso in agguato, è divenuto il presente, e non lascia più spazio alla speranza. Del resto come ha detto lo stesso Tony Servillo, assolutamente straordinario nel ruolo di Jep: ''L'Italia della Dolce vita e'diversa da quella di oggi, aveva la spinta del rilancio deldopoguerra, era un'Italia di speranza, invece qui, attraversol'esistenza simbolica di Jep Gambardella, c'e' un'altra Italia. Qui il personaggio spreca il suo talento, e' il ritrattometaforico di una citta' che piu' che di speranze e' dioccasioni mancate''. «L'occasione mancata» ha preso definitivamente il posto della «bella giornata» e per chi il passato, non avendolo vissuto, non è più in grado di ricordalo, o avendone fatto parte può solo rimpiangerlo, il futuro è solo una morte a credito. La grande bellezza come dice Sorrentino: “E’ la bellezza della vita atemporale, non solo di Roma ovviamente. Oserei dire che è anche la bellezza della fatica del vivere stesso”. E 10 anni fa – insiste Sorrentino – “questo film sarebbe stato identico, perché non calca la crisi del momento, interrogandosi prevalentemente sui sentimenti/dinamiche degli esseri umani che appartengono all’universalità spazio-temporale. Anche il problema delle occasioni mancate esisteva dieci anni fa…”. La grande bellezza fa restare a bocca aperta. Un film che gioca molto in maniera grottesca e surreale sulla Roma nera, la Roma mondana e immorale. Sorrentino si conferma il regista più ambizioso e di maggior respiro del cinema italiano contemporaneo, capace di unire in maniera superba musica e immagini, dove sacro e profano si immergono spesso assieme, ma senza le illusioni felliniane. Ormai queste sono perdute e non rimangono che semplici trucchi magici in quanto a nessuno dei personaggi, tranne quello di Verdone, riesce di fuggire o di evadere da questo sistema. Molti hanno parlato di film felliniano, ma in realtà c'è poco di Fellini. Lui sviluppava una pietas profonda verso i suoi personaggi, e quella compassione permetteva a chi vedeva il film di avere alcune proiezioni emotive; invece qui è completamente, e porta ad essere completamente, distaccato. Questo favorito anche dalla storia scritta con un approccio anti-narrativo. Voto finale: 5+/5 La grande bellezza Trama del film La grande bellezza: Il nuovo film di Paolo Sorrentino, interpretato da un cast di grandi attori italiani.Roma si offre indifferente e seducente agli occhi meravigliati dei turisti, è estate e la città splende di una bellezza inafferrabile e definitiva. Jep Gambardella ha sessantacinque anni e la sua persona sprigiona un fascino che il tempo non ha potuto scalfire. È un giornalista affermato che si muove tra cultura alta e mondanità in una Roma che non smette di essere un santuario di meraviglia e grandezza.
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45