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Post n°15250 pubblicato il 03 Agosto 2019 da Ladridicinema
Passano gli anni e i governi. Ma sulla strategia delle stragi di Stato continua a restare in piedi un muro di omertà. Non sarà certo il ministro dell’interno leghista a far uscire anche solo una fotocopia dagli archivi dei servizi. Così come fece Giorgio Napolitano quando sedette sulla stessa poltrona. Riproponiamo dunque questo pezzo, da noi pubblicato in occasione dell’anniversario, ormai sei anni fa. Che fa luce su un alcuni tentativi di depistaggio che hanno visto lavorare di comune accordo servizi segreti italiani e il Mossad israeliano. Non sono stati gli unici depistaggi, ovviamente; questo è arrivato quasi ultimo, nel disperato tentativo di mischiare le carte, farne un “complotto internazionale” e dare una sponda al governo di Tel Aviv.
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Il 2 agosto 1980 alla Stazione di Bologna, alle ore 10.25, una bomba esplode nella sala d’aspetto di seconda classe, affollata di persone in viaggio per le vacanze. L’esplosivo, una miscela tra i 20 e i 25 chilogrammi di tritolo, T4, nitroglicerina e altri materiali, è contenuto in una valigia piazzata sopra un tavolino portabagagli, a 50 centimetri da terra, sotto il muro portante dell’ala ovest. Il treno straordinario Ancona-Basilea, fermo sul primo binario, arresta in parte e restituisce l’onda d’urto dell’esplosione. Crolla un tratto del fabbricato lungo circa 50 metri, con i locali del ristorante e delle sale d’attesa di prima e seconda classe, crollano 30 metri di pensilina. Chi non è morto investito direttamente dallo scoppio, muore o viene gravemente ferito sotto le macerie. Radio e televisione interrompono i programmi e annunciano un gravissimo incidente a Bologna. La prima voce che circola è che sia stata una fuga di gas o l’esplosione di una caldaia. Ma basta poco ad accorgersi che si è trattato di ben altro.
Il Presidente del Consiglio dell’epoca è Francesco Cossiga, “l’amerikano” con molti scheletri nell’armadio ma che se li è portati nella tomba senza mai aver spiegato che cosa sia accaduto in questa e nelle altri stragi di Stato. Ynato per rammentare un esempio, il 13 gennaio due alti ufficiali del Sismi, il servizio segreto militare, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, su input del capo della Loggia P2 Licio Gelli e con la collaborazione del faccendiere-collaboratore dei servizi segreti statunitensi Francesco Pazienza, faranno ritrovare sul treno Taranto-Milano una valigetta con armi, esplosivo (dello stesso tipo di quello utilizzato nella strage di Bologna) e documenti che dovrebbe accreditare la pista del terrorismo internazionale (l’intenzione – scriveranno i giudici a sostegno delle condanne per depistaggio – è coprire la matrice neofascista della strage).
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
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il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45