Creato da: Ladridicinema il 15/05/2007
Blog di cinema, cultura e comunicazione

sito   

 

Monicelli, senza cultura in Italia...

 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Novembre 2014 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

tutto il materiale di questo blog può essere liberamente preso, basta citarci nel momento in cui una parte del blog è stata usata.
Ladridicinema

 
 

Ultimi commenti

Contatta l'autore

Nickname: Ladridicinema
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 40
Prov: RM
 
Citazioni nei Blog Amici: 28
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

FILM PREFERITI

Detenuto in attesa di giudizio, Il grande dittatore, Braveheart, Eyes wide shut, I cento passi, I diari della motocicletta, Il marchese del Grillo, Il miglio verde, Il piccolo diavolo, Il postino, Il regista di matrimoni, Il signore degli anelli, La grande guerra, La leggenda del pianista sull'oceano, La mala education, La vita è bella, Nuovo cinema paradiso, Quei bravi ragazzi, Roma città aperta, Romanzo criminale, Rugantino, Un borghese piccolo piccolo, Piano solo, Youth without Youth, Fantasia, Il re leone, Ratatouille, I vicerè, Saturno contro, Il padrino, Volver, Lupin e il castello di cagliostro, Il divo, Che - Guerrilla, Che-The Argentine, Milk, Nell'anno del signore, Ladri di biciclette, Le fate ignoranti, Milk, Alì, La meglio gioventù, C'era una volta in America, Il pianista, La caduta, Quando sei nato non puoi più nasconderti, Le vite degli altri, Baaria, Basta che funzioni, I vicerè, La tela animata, Il caso mattei, Salvatore Giuliano, La grande bellezza, Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Todo Modo, Z - L'orgia del potere

 

Ultime visite al Blog

vento_acquaalex.18trancoacer.250AVV_PORFIRIORUBIROSATEMPESTA_NELLA_MENTESense.8cassetta2surfinia60monellaccio19iltuocognatino1mario_fiyprefazione09LiledeLumiLMiele.Speziato0Ladridicinema
 

Tag

 
 

classifica 

 

Messaggi di Novembre 2014

 

Torneranno i prati

Post n°11866 pubblicato il 10 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

Poster

Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Nel film il racconto si svolge nel tempo di una sola nottata. Gli accadimenti si susseguono sempre imprevedibili: a volte sono lunghe attese dove la paura ti fa contare, attimo dopo attimo, fino al momento che toccherà anche a te. Tanto che la pace della montagna diventa un luogo dove si muore. Tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto. E poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento.

  • FOTOGRAFIAFabio Olmi
  • MONTAGGIOPaolo Cottignola
  • PRODUZIONE: Ciname Undici e Ipotesi Cinem con Rai Cinema
  • DISTRIBUZIONE: 01 Distibution
  • PAESE: Italia
  • DURATA80 Min

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

La storia della Principessa Splendente

Post n°11865 pubblicato il 10 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

Kaguyahime no monogatari

 

Poster

Il film è la trasposizione cinematografica di Taketori Monogatari, la storia del taglia bambù. Narra di un contadino che, mentre tagliava del bambù, all'interno di uno dei fusti trova una piccola bambina, grande quanto un pollice. L'uomo, senza figli, la prende e la porta a casa da sua moglie, ed insieme decidono di allevarla come bambina propria. Ma crescendo, la piccola Kaguya si troverà a scoprire la sua vera identità, quella di non essere una persona qualunque ma una principessa...

  • DATA USCITA: 03 novembre 2014
  • GENEREAnimazione
  • ANNO: 2014
  • REGIAIsao Takahata
  • PRODUZIONE: Studio Ghibli, Dentsu, Hakuhodo DY Media Partners, KDDI Corporation, Mitsubishi, Nippon Television Network (NTV), Toho
  • DISTRIBUZIONE: Lucky Red
  • PAESE: Giappone
  • DURATA137 Min

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Vasco Rossi, il nuovo album è Sono innocente da vanity fair

Post n°11863 pubblicato il 10 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

  Il Blasco nazionale annuncia su Facebook il titolo del nuovo disco, in uscita a novembre: provocazione ironica o autodifesa preventiva?
Vasco Rossi, il nuovo album è Sono innocente

È sempre il solito Blasco, ironico e provocatorio. Al punto da scegliere di intitolare Sono innocente il nuovo album, previsto per il 4 novembre e che verrà presentato al Medimex - Il Salone dell'Iinnovazione Musicale.

L'annuncio ufficiale su Facebook, ormai mezzo di comuncazione sfruttato da molti artisti, italiani e stranieri, è corredato da una foto che sembra scelta apposta: Vasco Rossisgrana gli occhi e proclama, in una sorta di ironica apologia (scrive, per la precisiona, anzi, «posta»): «Il nuovo disco si chiamerà: " SONO INNOCENTE " !!!». 
A fine settembre, sempre sulla pagina del social, aveva anticipato di essere arrivato all'ultima fase di lavorazione del disco, ormai concluso e pronto, appunto per essere «cucinato». 

Per ora, a parte il titolo, non ci sono ancora anticipazioni riguardo l'ultimo lavoro del cantante, che di sicuro conterrà i singoli pubblicati nei mesi scorsi Dannate NuvoleCambia-Menti L'uomo più semplice, brano uscito a gennaio e che ha messo in moto l'attesa del pubblico nei confronti del lavoro inedito di Vasco.

Nel frattempo, i fan si sono di certo goduti pienamente il terzo giro di tour, che quest'anno si chiama Live Kom 014. Certo è che un titolo del genere, detto dal rocker più discusso d'Italia, stimola altrettanta ironia: Komandante Blasco, excusatio non petita, accusatio manifesta!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Film nelle sale da oggi

Post n°11862 pubblicato il 06 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Il ragazzo invisibile: Gabriele Salvatores racconta il suo nuovo film a Lucca Comics

Post n°11861 pubblicato il 04 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

da coming soon03 novembre 2014

Poster

In anteprima per l'entusiasta pubblico di Lucca Comics & Games, nella città che per motivi sentimentali un po' gli appartiene, Gabriele Salvatores presenta non solo le prime scene del suo nuovo film di fantascienza, Il ragazzo invisibile, che arriverà nelle sale italiane il 18 dicembre ed è al momento in post-produzione, ma anche la genesi di un affascinante progetto crossmediale che coinvolge cinema, fumetto, musica e letteratura, in una formula inedita per il nostro paese, ma consueta oltreoceano. 
E' allegro e ottimista il regista mentre racconta lo sviluppo di questo progetto nato da un'idea del produttore Nicola Giuliano, sviluppato con tre sceneggiatori (Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardi) esperti anche di serie tv (In Treatment), prodotto dalla Indigo Film di Giuliano e Francesca Cima e dalla RAI. Le prime immagini, possiamo testimoniare, fanno davvero ben sperare e il livello delle musiche, che ascoltiamo anche dal vivo, è molto alto. Il giorno prima, Lucca Comics & Games ha presentato il primo di 3 albi (con tre diverse copertine speciali) che rappresentano un prequel e un approfondimento del mondo inventato dal film, con le matite di disegnatori come... Ecco come Gabriele Salvatores ha raccontato il suo rapporto col fumetto, la musica, e molto altro. 

L'amore per i fumetti 

Dipende tutto dall'età, io sono cresciuto con Flash Gordon, che adesso magari non ricorda più nessuno, con Corto Maltese del grandissimo Hugo Pratt, un maestro, a cui rubo ancora delle cose, e poi Bilal, Moebius, le storie di Metal Hurlant. Il fumetto o la graphic novel sono strettamente legati al cinema. I nostri protagonisti nel film si chiamano gli Speciali. Senza rivelarvi troppo, anche loro, nella tradizione classica dei film di supereroi, hanno una mutazione genetica causata dall'esterno. Non è niente di nuovo ma abbiamo scelto per il protagonista il potere dell'invisibilità: non vola, non spacca i muri, può solo scomparire. Abbiamo provinato più di 500 ragazzi, Ludovico Girardello ha fatto un po' di teatro ma questo è il suo primo film. 

Innovazione vs tradizione 

Con questo film abbiamo messo il dito in una piaga del cinema italiano: perché non si fanno film fantasy e film per ragazzi? Non c'è questa tradizione e bisognava provarci. In Italia siamo cresciuti col concetto di realismo, i nostri due maggiori romanzieri sono Verga e Manzoni, questo ha molto influenzato la nostra cultura, ma i nostri tre sceneggiatori sono cresciuti con altri immaginari e quindi non si può stare fermi, ma bisogna aprire nuove porte. 
Il nostro film appartiene a quello che ormai è un genere come il giallo o il western, quello dei supereroi. L'Odissea per me è il primo romanzo fantasy della storia, nella mitologia ci sono un sacco di supereroi, gli americani sono bravi a prendere le cose e a renderle molto fruibili. Nel nostro caso abbiamo provato a raccontare una storia di supereroi però da italiani, dove l'invisibilità è quasi un potere dell'anima. Credo che tutti abbiamo desiderato o avuto paura di essere invisibili a un certo punto della nostra vita. E' l'altro lato del potere. 

La musica 

Purtroppo l'incipiente caduta dei capelli mi ha precluso una carriera da rockstar, la musica è una delle cose senza le quali per me sarebbe difficile vivere. Ed è importantissima nel film. L'abbiamo registrata a Budapest con l'Orchestra nazionale ungherese e a Londra con la London Symphony Orchestra, ad Abbey Road: ho messo le mani sul piano di “Let It Be” è per me è stato come aver vinto un secondo Oscar! C'è molta musica, anche band americane indipendenti e inoltre tre canzoni di tre ragazzi che hanno vinto il nostro concorso musicale: dovevano avere meno di 25 anni e non avere un'etichetta. Su 450 abbiamo scelto le 3 che sono nel film. 

Supereroi e superpoteri 

La grande invenzione della Marvel è stata quella di portare i supereroi in una dimensione più umana. 
Al discorso dell'invisibilità abbiamo pensato tutti: una delle prime cose che avrei fatto sarebbe stata infilarmi nel bagno delle ragazze, si hanno molte possibilità da invisibile e in genere si comincia da quelle più stupide, prima di capire che si può farne un uso più maturo. Una delle cose che mi hanno sempre colpito dei supereroi è quella di poter avere accesso ad un'altra dimensione. Sono convinto che ci sia molto più di quello che vediamo, mi basterebbe poter vedere cosa c'è dietro la vita che stiamo vivendo. 

Il look del film 

L'aspetto visivo in questo film è molto importante, per me il cinema è visione, immagine. Il mio primo montatore, Nino Baragli, che era stato il montatore di Sergio Leone e Pasolini, mi diceva di vedere una scena senza audio per capire se funzionava. 
Il montaggio più difficile è quello dove non vedi il taglio. Abbiamo cercato di usare effetti speciali particolari, è più facile costruire un'astronave in 3D che esplode, dal momento che non l'abbiamo mai vista, piuttosto che una penna che scrive da sola, che è un oggetto che vediamo tutti i giorni. Abbiamo usato ogni tipo di effetto speciale nel film, da quello meccanico coi fili di nylon alla Meliès per spostare una sedia, fino a quelli interamente ricreati al computer, come ad esempio la bici che cammina da sola nella scena che avete visto. E' un lavoraccio, a Roma i computer sono ancora al lavoro sugli ultimi effetti. Gli americani sono in tanti a lavorare su queste cose, se vedete i titoli de I guardiani della Galassia c'è un elenco lunghissimo, impressionante. Le immagini che si spostano dal set alla post-produzione sono sempre di più. Spero che non arriveremo a sostituire gli attori ma non credo, perché qualsiasi effetto speciale se non ha un cuore rimane solo un involucro. 

Il progetto crossmediale 

Un tempo si diceva “un pozzo di sapere”, la conoscenza aveva un'accezione verticale. Oggi il sapere, a differenza di qualche anno fa, diventa molto orizzontale con la rete, coi suoi link, le sue possibilità di approfondimento. Abbiamo creato una meravigliosa graphic novel con alcuni dei disegnatori italiani che lavorano anche per la Marvel 
. Giuseppe Camuncoli, Werther Dell'Edera e Alessandro Vitti. C'è un romanzo tratto dal film, che sarà pubblicato da Salani a fine novembre e che ne espande ulteriormente l'universo e poi c'è il cd. Ognuna di queste cose potrebbe essere fruita singolarmente, in teoria uno legge la graphic novel e poi può vedere il film o no (ma se non lo vedete mi incazzo). 

Estendere le storie 

Il successo delle serie tv conferma che i 100 minuti di un film non sono più sufficienti. Alla Panini ci hanno detto: raccontiamo un prequel, non facciamo solo una novelization, ci sono le potenzialità di una saga. Sono tre storie che Diego Cajelli ha poi mixato in modo esemplare. Stiamo pensando al sequel e questo ci ha aiutato, è stato un privilegio unico, un piacere ludico. 
E' faticoso oggi per un regista, perché devi tenerti sempre al passo, quando dici che ti fermi sei morto, il cinema ti chiede di stare attaccato a quello che succede, di stare per la strada, gli sceneggiatori hanno una formazione che unisce la tradizione del cinema italiano classico con un'apertura più ampia che si basa anche sulla struttura del racconto, che viene molto dalla frequentazione delle serie televisive. 

L'ambientazione 

Abbiamo girato tutto il film a Trieste, che è una città unica, una specie di Vienna sul mare, abituata agli stranieri, surreale, difficilmente identificabile e la base degli Speciali l'abbiamo ambientata nell'Ursus, questa strana chiatta con una torre che loro chiamano la Tour Eiffel di Trieste. 
C'era la bora che soffiava a 150 km all'ora e una volta Ludovico nelle scene in bicicletta doveva andare lungo il molo e fermarsi prima del mare ma col vento a favore non riusciva a frenare, tutta la troupe si è messa davanti per fermarlo. Non lo dimenticherò mai! Comunque, se mai faremo il sequel di questo film, sappiate che nel finale si parla di Marocco, la prossima volta voglio stare al caldo. 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Dracula Untold scalza i Guardiani al botteghino italiano

Post n°11860 pubblicato il 04 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

03 novembre 2014

Poster

 

L'avevamo già capito da un'anticipazione di venerdì: la classifica degli incassi italiani del weekend non sarebbe rimasta la stessa della seconda settimana, a parte l'ultima posizione della top-five, dalla quale cominciamo.

Al quinto posto rimane infatti il dramma The Judge, interpretato da Robert Downey Jr. e unRobert Duvall molto in forma: incassa altri 680.000 euro, raggiungendo il totale di 1.754.000.
Scende dalla seconda alla quarta posizione, resistendo ai vari blockbuster, il Giovane favolosodi Mario Martone, con Elio Germano alias Giacomo Leopardi: questa settimana porta a casa altri 930.000 euro, per un risultato globale ormai degno di nota di 4.090.000.

Al terzo posto troviamo Guardiani della galassia: il cinecomic Marvel in Italia non era partito col botto, l'avevamo capito anche a dispetto della sua scorsa prima posizione. A questo giro rastrella 1.250.000 euro, assestandosi sui 4.490.000.
New entry al secondo posto è la commedia corale capitanata da Claudio BisioConfusi e felici: il film di Massimiliano Bruno debutta con 1.624.000 euro.

Il trionfo relativo, in un weekend in generale piuttosto fiacco, è invece quello di Dracula Untoldcon Luke Evans, in vetta. Anche se il suo esordio è solo da 2.310.000, la media per sala è di quelle che in questo periodo si vedono raramente: 6.640 euro. Il fascino dei miti universali.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Stefano Cucchi, Adriano Celentano: "Ora non hai più paura che una guardia ti uccida" da huffingtonpost.it

Post n°11859 pubblicato il 04 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Pubblicato: 03/11/2014 12:38 CET Aggiornato: 03/11/2014 13:05 CET
CELENTANO JOVANOTTI

Dopo Fedez, anche Adriano Celentano e Jovanotti si schierano a fianco della famiglia Cucchi e ricordano Stefano, in seguito alla sentenza d'Appello che ha assolto tutti gli imputati per la sua morte: "Ciao Stefano! - scrive il molleggiato sul suo blog - Hai capito adesso in che mondo vivevi? Certo dove sei ora è tutta un'altra cosa. L'aria che respiri ha finalmente un sapore. Quel sapore di aria pura che non ha niente a che vedere con quella maleodorante che respiravi qui sulla terra.Lì c'è la LUCE,la LUCE vera!Che non è quella flebile e malata di quei giudici "ignavi" che, come diceva Dante,sono anime senza lode e senza infamia e proprio perchè non si schierano nè dalla parte del bene e nè da quella del male sono i più pericolosi, e giustamente il Poeta li condanna".

Celentano continua: "Ma adesso dove sei tu è tutto diverso. Lì si respira l’AMORE del “Padre che perdona” e non di chi ti ha picchiato e massacrato fino a farti morire. Sei finalmente libero di amare e scorrazzare fra le bellezze del Creato, senza più il timore che qualche guardia carceraria ti rincorra per ucciderti. Perché dove sei tu non si può morire. La morte non è che un privilegio dei comuni mortali e quindi proibito a chi non ha la fortuna di nascere. Un privilegio dell’ANIMA che, se non la uccidiamo del tutto, ci riconduce alla Vita ETERNA".

Jovanotti: "Anche in arresto un cittadino deve sentirsi sicuro". "A me Stefano Cucchi sembra di conoscerlo. Questa famiglia potrebbe essere la mia, e la famiglia di tantissima gente, per questo ci si sta male, per questo è da ieri che se ne parla, si cerca di capire, ci si commuove e ci si arrabbia, e ci si vorrebbe stringere a questa famiglia". Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, interviene da New York, dove sta lavorando al suo nuovo album, sul caso Cucchi, pubblicando un lungo post sul suo profilo Facebook in cui fra l'altro sottolinea: "Quando la Polizia prende il consegna un cittadino disarmato, lo arresta, in base al diritto democratico quella persona deve potersi sentire totalmente al sicuro anche nel caso più estremo, anche se fosse il peggiore dei fuorilegge. È una cosa ovvia, la cosa più ovvia, la base stessa di una democrazia. Tocchi questa cosa e salta tutto per aria".

"C'è qualcosa in questa storia - aggiunge Lorenzo - che mi fa pensare alle 'sliding doors', quella teoria per cui bastano due passi nella direzione giusta e sei al sicuro e una porta sbagliata al momento sbagliato e imbocchi una serie di porte maledette, fino all'ultima porta. Ci sono però alcune 'sliding doors' che non possono essere una lotteria. La vita è una tombola ma le Istituzioni dello Stato non possono esserlo, non devono esserlo mai".

"Se per qualsiasi ragione - prosegue il musicista - mi ferma la polizia e io ho paura vuol dire che sono in un altro paese, uno di quelli dove spariscono le persone, uno di quelli dove se al bar fai una domanda sul governo cambiano discorso e si mettono a parlare del tempo, quei paesi dove c'è un solo telegiornale, non so se avete presente. L'Italia non è uno di quei paesi, ormai rari, per fortuna, per questo i caso come quello di Stefano Cucchi spezzano il cuore e fanno paura, perché sono squarci che si aprono verso l'inferno vero, quello della violenza protetta da una divisa o da un camice. La famiglia Cucchi andrà avanti a cercare la verità, perchè è giusto, ci vuole coraggio e il loro coraggio va sostenuto, e spero proprio che tutta l'Italia sarà al suo fianco, prima di tutto l'Italia delle istituzioni, senza farne una ragione per dividersi anche sul più fondamentale dei principi della democrazia", conclude Jovanotti.

Il post di Jovanotti:

INOLTRE SU HUFFPOST

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Sin City - Una donna per cui uccidere

Post n°11858 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

Dopo quasi dieci anni di attesa finalmente arriva nelle sale il tanto atteso seguito di Sin City.

Quando nel 2005 uscì Sin City, un critico Usa scrisse «è un film come nessun altro». Mai infatti al cinema, che pur attinge regolarmente al repertorio dei fumetti, si era tentata l’operazione estrema di trasferire tale e quale sullo schermo una graphic novel.

Il potere è sempre nella mani del senatore Roark (Powers Boothe), ricchissimo e pronto a far torturare e a uccidere chiunque osi sfidarlo. Ma Johnny (Joseph Gordon-Levitt) lo sfida comunque al tavolo da gioco, vincendo tutto. Ma prima che riesca a buttare l’ultimo dollaro in champagne, paga il suo dazio alla mortifera città del peccato. Così come Nancy Callahan (Jessica Alba), ex-spirito celeste di Sin City che si consuma lentamente nello strip club del senatore, volteggiando come una marionetta e vendendosi al miglior offerente. I fantasmi del passato la perseguitano fino a renderla folle, mentre i demoni interiori le divorano l’ultima briciola di umanità rimasta. La morte ha vinto anche su di lei.

La morte è dunque, oltre che lo scopo finale è l'unica realtà soprattutto nella città del peccato di Basin city.

Come nel primo vengono mantenuti inalterati tutti i parametri che avevano reso il suo predecessore una perla del cinema del nuovo millennio, anche se pur mantenendo la qualità estetica, del ritmo del primo, del carattere noir e volendo anche dell'originalità dei dialoghi non resta molto; sarà anche perchè nel frattempo ci sono stati i due 300 di mezzo, ispirati alle tecniche viste nel primo Sin City e che hanno rivoluzionato il cinema inventando uno stile. Come il primo Sin City, anche questo è un mix di episodi tratti dalla graphic novel di Miller, ma questa volta non è rispettato il tempo cronologico, per chiara scelta del regista; tentando di risolvere alcune questioni lasciate aperte nel primo film. Questa storia è ambientata infatti, tranne nell'ultimo episodio prima di "Un’abbuffata di morte".

Il primo episodio, "Una donna per cui uccidere", come appena detto; avviene anni prima di "Un'abbuffata di morte" con Dwight che lotta con i suoi demoni interiori fino a quando non ritorna Ava Lord che gli chiede aiuto per sfuggire dalle grinfie del violento marito. Ma in realtà le intenzioni di Ava saranno altre. Il secondo episodio, dal titolo "Solo un altro sabato sera", è la sera in cui John Hartigan incontra Nancy in "Quel bastardo giallo", Marv riprende conoscenza sulla statale circordato da giovani morti ma non ricorda come ci è arrivato. Il terzo episodio, dal titolo "Quella lunga, brutta notte", parla di Jonhnny, un presuntuoso giocatore d'azzardo che prova a fregare il senatore Roark al tavolo da gioco. Infine l'ultimo episodio, "La grossa sconfitta", avviene dopo il suicidio di John Hartigan, e la storia si incentra su Nancy Callahan che vuole uccidere il senatore. 

Come detto la fedeltà alla graphic novel originale è veramente rigorosa anche se non nei personaggi e tra gli elementi narrativi in gioco dove non c’è dialogo. Ogni personaggio assolve il proprio ruolo in modo solitario.

Togliendo gli stereotipi presenti sia nel film sia nella graphic novel, il film è pienamente riuscito grazie alla forza dei personaggi, da Eva Green assolutamente perfetta, come come Brolin e Rourke. Ancora una volta c'è la grande capacità di Rodriguez di riuscire a coinvolgere il pubblico grazie agli eventi e alla sua componente action, anche se nettamente inferiore al primo episodio e in alcuni tratti forse un pò noioso.

VOTO: 4-/5

Sin City - Una donna per cui uccidere
(Sin City: A Dame To Kill For)

I registi Robert Rodriguez e Frank Miller tornano a collaborare per portare il graphic novel Sin City sul grande schermo con Sin City: Una Donna Per Cui Uccidere. Tessendo insieme due delle classiche storie di Miller con nuovi racconti, i cittadini più incalliti della città si scontrano con alcuni degli abitanti più famigerati.
“Una Donna Per Cui Uccidere”: Anni prima di “Un’abbuffata di morte”, Dwight McCarthy (Josh Brolin) lotta con i suoi demoni interiori e cerca di mantenere il controllo fino a quando non ritorna il suo primo amore, Ava Lord, che gli chiede aiuto per sfuggire alle grinfie del suo violento marito, il milionario Damien Lord (Marton Csokas) e della sua enorme guardia del corpo Manute (Dennis Haysbert). Tuttavia, un innamorato Dwight scoprirà presto che levere intenzioni di Ava sono più sinistre di quanto sembrino.

“Solo un altro sabato sera”: La sera in cui John Hartigan incontra Nancy in “Quel bastardo giallo”, Marv (Mickey Rourke) riprende conoscenza mentre è sulla statale che domina i Projects, circondato da giovani morti e incapace di ricordare come ci è arrivato. 

“Quella lunga, brutta notte” (storia originale) Johnny (Joseph Gordon-Levitt), un presuntuoso giocatore d’azzardo, trucca una missione per sconfiggere al suo stesso gioco il cittadino più malvagio di Sin City. Sfortunatamente se la prende con l’uomo sbagliato e gli eventi prendono una piega peggiore. La sua missione viene in qualche modo deviata quando incontra una giovane stripper di nome Marcy (Julia Garner). 

“La grossa sconfitta” (storia originale) Ambientata dopo il suicidio di John Hartigan (Bruce Willis) alla fine di “Quel bastardo giallo”, la storia si concentra su una più temprata Nancy Callahan (Jessica Alba) che cerca di superare la sua morte mentre pianifica l’omicidio del Senatore Roark (Powers Boothe).

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Frasi e aforismi di Pasolini da pierpaolopasolini.it

Post n°11857 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

CitazioniFrasi e aforismi di Pasolini.Ritratto di Pasolini

« I problemi non si risolvono, si vivono. »

« La passione non ottiene mai il perdono. »

« I beni superflui rendono superflua la vita. »

« Una religione cattiva è sempre una religione. »

« I diritti civili sono in sostanza i diritti degli altri. »

« Bisogna essere molto forti per amare la solitudine. »

« La verità non sta in un solo sogno ma in molti sogni. »

« Solo l'amare, solo il conoscere conta, non l'aver amato, non l'aver conosciuto. »

« Chi si scandalizza è sempre banale: ma, aggiungo, è anche sempre male informato. »

« La morte non è nel non potere più comunicare, ma nel non potere più essere compresi. »

« Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia. »

« Nel quartiere borghese c'è la pace di cui ognuno dentro si contenta, anche vilmente, e di cui vorrebbe piena di ogni sera l'esistenza. »

« Non è affatto vero che io non credo nel progresso, io credo nel progresso. Non credo nello sviluppo. E nella fattispecie in questo sviluppo. Ed è questo sviluppo che da alla mia natura gaia una svolta tremendamente triste, quasi tragica. »

« Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economica, che sfugge alle logiche razionali. Io detesto soprattutto il potere di oggi. »

« Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l'erba, la gioventù. L'amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. Come finirà tutto ciò? Lo ignoro. »

« La serietà è la qualità di coloro che non ne hanno altre: è uno dei canoni di condotta, anzi, il primo canone, della piccola borghesia! Come ci si può vantare della propria serietà? Seri bisogna esserlo, non dirlo, e magari neanche sembrarlo! Seri o si è o non si è: quando la serietà viene enunciata diventa ricatto e terrorismo! »

« Negli insegnamento che ti impartirò io ti sospingerò a tutte le sconsacrazioni possibili, alla mancanza di ogni rispetto per ogni sentimento istitutivo. Tuttavia il fondo del mio insegnamento consisterà nel convincerti a non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il laicismo consumistico ha privato gli uomini trasformandoli in brutti e stupidi automi adoratori di feticci. »

« Che cos'è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di più, dall'ansia economica di esserlo? Che cos'è che ha trasformato le "masse" dei giovani in "masse" di criminaloidi? L'ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una "seconda" rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la "prima": il consumismo che ha distrutto cinicamente un mondo "reale", trasformandolo in una totale irrealtà, dove non c'è più scelta possibile tra male e bene. Donde l'ambiguità che caratterizza i criminali: e la loro ferocia, prodotta dall'assoluta mancanza di ogni tradizionale conflitto interiore. Non c'è stata in loro scelta tra male e bene: ma una scelta tuttavia c'è stata: la scelta dell'impietrimento, della mancanza di ogni pietà. »

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Siamo tutti in pericolo / intervista di Furio Colombo a Pier Paolo Pasolini

Post n°11856 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

da http://www.girodivite.it/Siamo-tutti-in-pericolo-intervista.html


"Siamo tutti in pericolo". Intervista a Pier Paolo Pasolini, L’Unità 1 novembre 1975
mercoledì 11 maggio 2005, di Redazione Antenati - 43401 letture

 

Questo che pubblichiamo è il testo dell’intervista di Furio Colombo a Pier Paolo Pasolini pubblicato sull’inserto "Tuttolibri" del quotidiano "La Stampa" l’8 novembre del 1975 Questa intervista ha avuto luogo sabato 1° novembre, fra le 4 e le 6 del pomeriggio, poche ore prima che Pasolini venisse assassinato. Voglio precisare che il titolo dell’incontro che appare in questa pagina è suo, non mio. Infatti alla fine della conversazione che spesso, come in passato, ci ha trovati con persuasioni e punti di vista diversi, gli ho chiesto se voleva dare un titolo alla sua intervista. Ci ha pensato un po’, ha detto che non aveva importanza, ha cambiato discorso, poi qualcosa ci ha riportati sull’argomento di fondo che appare continuamente nelle risposte che seguono. "Ecco il seme, il senso di tutto - ha detto - Tu non sai neanche chi adesso sta pensando di ucciderti. Metti questo titolo, se vuoi: "Perché siamo tutti in pericolo"".

Pasolini, tu hai dato nei tuoi articoli e nei tuoi scritti, molte versioni di ciò che detesti. Hai aperto una lotta, da solo, contro tante cose, istituzioni, persuasioni, persone, poteri. Per rendere meno complicato il discorso io dirò "la situazione", e tu sai che intendo parlare della scena contro cui, in generale ti batti. Ora ti faccio questa obiezione. La "situazione" con tutti i mali che tu dici, contiene tutto ciò che ti consente di essere Pasolini. Voglio dire: tuo è il merito e il talento. Ma gli strumenti? Gli strumenti sono della "situazione". Editoria, cinema, organizzazione, persino gli oggetti. Mettiamo che il tuo sia un pensiero magico. Fai un gesto e tutto scompare. Tutto ciò che detesti. E tu? Tu non resteresti solo e senza mezzi? Intendo mezzi espressivi, intendo...

Sì, ho capito. Ma io non solo lo tento, quel pensiero magico, ma ci credo. Non in senso medianico. Ma perché so che battendo sempre sullo stesso chiodo può persino crollare una casa. In piccolo un buon esempio ce lo danno i radicali, quattro gatti che arrivano a smuovere la coscienza di un Paese (e tu sai che non sono sempre d’accordo con loro, ma proprio adesso sto per partire, per andare al loro congresso). In grande l’esempio ce lo dà la storia. Il rifiuto è sempre stato un gesto essenziale. I santi, gli eremiti, ma anche gli intellettuali. I pochi che hanno fatto la storia sono quelli che hanno detto di no, mica i cortigiani e gli assistenti dei cardinali. Il rifiuto per funzionare deve essere grande, non piccolo, totale, non su questo o quel punto, "assurdo" non di buon senso. Eichmann, caro mio, aveva una quantità di buon senso. Che cosa gli è mancato? Gli è mancato di dire no su, in cima, al principio, quando quel che faceva era solo ordinaria amministrazione, burocrazia. Magari avrà anche detto agli amici, a me quell’Himmler non mi piace mica tanto. Avrà mormorato, come si mormora nelle case editrici, nei giornali, nel sottogoverno e alla televisione. Oppure si sarà anche ribellato perché questo o quel treno si fermava, una volta al giorno per i bisogni e il pane e acqua dei deportati quando sarebbero state più funzionali o più economiche due fermate. Ma non ha mai inceppato la macchina. Allora i discorsi sono tre. Qual è, come tu dici, "la situazione", e perché si dovrebbe fermarla o distruggerla. E in che modo. (...)

Che cos’è il potere, secondo te, dove è, dove sta, come lo stani?

Il potere è un sistema di educazione che ci divide in soggiogati e soggiogatori. Ma attento. Uno stesso sistema educativo che ci forma tutti, dalle cosiddette classi dirigenti, giù fino ai poveri. Ecco perché tutti vogliono le stesse cose e si comportano nello stesso modo. Se ho tra le mani un consiglio di amministrazione o una manovra di Borsa uso quella. Altrimenti una spranga. E quando uso una spranga faccio la mia violenza per ottenere ciò che voglio. Perché lo voglio? Perché mi hanno detto che è una virtù volerlo. Io esercito il mio diritto-virtù. Sono assassino e sono buono.

Ti hanno accusato di non distinguere politicamente e ideologicamente, di avere perso il segno della differenza profonda che deve pur esserci fra fascisti e non fascisti, per esempio fra i giovani.

Per questo ti parlavo dell’orario ferroviario dell’anno prima. Hai mai visto quelle marionette che fanno tanto riderei bambini perché hanno il corpo voltato da una parte e la testa dalla parte opposta? Mi pare che Totò riuscisse in un trucco del genere. Ecco io vedo così la bella truppa di intellettuali, sociologi, esperti e giornalisti delle intenzioni più nobili, le cose succedono qui e la testa guarda di là. Non dico che non c’è il fascismo. Dico: smettete di parlarmi del mare mentre siamo in montagna. Questo è un paesaggio diverso. Qui c’è la voglia di uccidere. E questa voglia ci lega come fratelli sinistri di un fallimento sinistro di un intero sistema sociale. Piacerebbe anche a me se tutto si risolvesse nell’isolare la pecora nera. Le vedo anch’io le pecore nere. Ne vedo tante. Le vedo tutte. Ecco il guaio, ho già detto a Moravia: con la vita che faccio io pago un prezzo... È come uno che scende all’inferno. Ma quando torno - se torno - ho visto altre cose, più cose. Non dico che dovete credermi. Dico che dovete sempre cambiare discorso per non affrontare la verità.

E qual è la verità?

Mi dispiace avere usato questa parola. Volevo dire "evidenza". Fammi rimettere le cose in ordine. Prima tragedia: una educazione comune, obbligatoria e sbagliata che ci spinge tutti dentro l’arena dell’avere tutto a tutti i costi. In questa arena siamo spinti come una strana e cupa armata in cui qualcuno ha i cannoni e qualcuno ha le spranghe. Allora una prima divisione, classica, è "stare con i deboli". Ma io dico che, in un certo senso tutti sono i deboli, perché tutti sono vittime. E tutti sono i colpevoli, perché tutti sono pronti al gioco del massacro. Pur di avere. L’educazione ricevuta è stata: avere, possedere, distruggere.

Allora fammi tornare alla domanda iniziale. Tu, magicamente abolisci tutto. Ma tu vivi di libri, e hai bisogno di intelligenze che leggono. Dunque, consumatori educati del prodotto intellettuale. Tu fai del cinema e hai bisogno non solo di grandi platee disponibili (infatti hai in genere molto successo popolare, cioè sei "consumato" avidamente dal tuo pubblico) ma anche di una grande macchina tecnica, organizzativa, industriale, che sta in mezzo. Se togli tutto questo, con una specie di magico monachesimo di tipo paleo-cattolico e neo- cinese, che cosa ti resta?

A me resta tutto, cioè me stesso, essere vivo, essere al mondo, vedere, lavorare, capire. Ci sono cento modi di raccontare le storie, di ascoltare le lingue, di riprodurre i dialetti, di fare il teatro dei burattini. Agli altri resta molto di più. Possono tenermi testa, colti come me o ignoranti come me. Il mondo diventa grande, tutto diventa nostro e non dobbiamo usare né la Borsa, né il consiglio di amministrazione, né la spranga, per depredarci. Vedi, nel mondo che molti di noi sognavano (ripeto: leggere l’orario ferroviario dell’anno prima, ma in questo caso diciamo pure di tanti anni prima) c’era il padrone turpe con il cilindro e i dollari che gli colavano dalle tasche e la vedova emaciata che chiedeva giustizia con i suoi pargoli. Il bel mondo di Brecht, insomma.

Come dire che hai nostalgia di quel mondo.

No! Ho nostalgia della gente povera e vera che si batteva per abbattere quel padrone senza diventare quel padrone. Poiché erano esclusi da tutto nessuno li aveva colonizzati. Io ho paura di questi negri in rivolta, uguali al padrone, altrettanti predoni, che vogliono tutto a qualunque costo. Questa cupa ostinazione alla violenza totale non lascia più vedere "di che segno sei". Chiunque sia portato in fin di vita all’ospedale ha più interesse - se ha ancora un soffio di vita - in quel che gli diranno i dottori sulla sua possibilità di vivere che in quel che gli diranno i poliziotti sulla meccanica del delitto. Bada bene che io non facio né un processo alle intenzioni né mi interessa ormai la catena causa effetto, prima loro, prima lui, o chi è il capo-colpevole. Mi sembra che abbiamo definito quella che tu chiami la "situazione". È come quando in una città piove e si sono ingorgati i tombini. l’acqua sale, è un’acqua innocente, acqua piovana, non ha né la furia del mare né la cattiveria delle correnti di un fiume. Però, per una ragione qualsiasi non scende ma sale. È la stessa acqua piovana di tante poesiole infantili e delle musichette del "cantando sotto la pioggia". Ma sale e ti annega. Se siamo a questo punto io dico: non perdiamo tutto il tempo a mettere una etichetta qui e una là. Vediamo dove si sgorga questa maledetta vasca, prima che restiamo tutti annegati.

E tu, per questo, vorresti tutti pastorelli senza scuola dell’obbligo, ignoranti e felici.

Detta così sarebbe una stupidaggine. Ma la cosiddetta scuola dell’obbligo fabbrica per forza gladiatori disperati. La massa si fa più grande, come la disperazione, come la rabbia. Mettiamo che io abbia lanciato una boutade (eppure non credo) Ditemi voi una altra cosa. S’intende che rimpiango la rivoluzione pura e diretta della gente oppressa che ha il solo scopo di fari libera e padrona di se stessa. S’intende che mi immagino che possa ancora venire un momento così nella storia italiana e in quella del mondo. Il meglio di quello che penso potrà anche ispirarmi una delle mie prossime poesie. Ma non quello che so e quello che vedo. Voglio dire fuori dai denti: io scendo all’inferno e so cose che non disturbano la pace di altri. Ma state attenti. L’inferno sta salendo da voi. È vero che sogna la sua uniforme e la sua giustificazione (qualche volta). Ma è anche vero che la sua voglia, il suo bisogno di dare la sprangata, di aggredire, di uccidere, è forte ed è generale. Non resterà per tanto tempo l’esperienza privata e rischiosa di chi ha, come dire, toccato "la vita violenta". Non vi illudete. E voi siete, con la scuola, la televisione, la pacatezza dei vostri giornali, voi siete i grandi conservatori di questo ordine orrendo basato sull’idea di possedere e sull’idea di distruggere. Beati voi che siete tutti contenti quando potete mettere su un delitto la sua bella etichetta. A me questa sembra un’altra, delle tante operazioni della cultura di massa. Non potendo impedire che accadano certe cose, si trova pace fabbricando scaffali.

Ma abolire deve per forza dire creare, se non sei un distruttore anche tu. I libri per esempio, che fine fanno? Non voglio fare la parte di chi si angoscia più per la cultura che per la gente. Ma questa gente salvata, nella tua visione di un mondo diverso, non può essere più primitiva (questa è un’accusa frequente che ti viene rivolta) e se non vogliamo usare la repressione "più avanzata"...

Che mi fa rabbrividire.

Se non vogliamo usare frasi fatte, una indicazione ci deve pur essere. Per esempio, nella fantascienza, come nel nazismo, si bruciano sempre i libri come gesto iniziale di sterminio. Chiuse le scuole, chiusa la televisione, come animi il tuo presepio?

Credo di essermi già spiegato con Moravia. Chiudere, nel mio linguaggio, vuol dire cambiare. Cambiare però in modo tanto drastico e disperato quanto drastica e disperata è la situazione. Quello che impedisce un vero dibattito con Moravia ma soprattutto con Firpo, per esempio, è che sembriamo persone che non vedono la stessa scena, che non conoscono la stessa gente, che non ascoltavano le stesse voci. Per voi una cosa accade quando è cronaca, bella, fatta, impaginata, tagliata e intitolata. Ma cosa c’è sotto? Qui manca il chirurgo che ha il coraggio di esaminare il tessuto e di dire: signori, questo è cancro, non è un fatterello benigno. Cos’è il cancro? È una cosa che cambia tutte le cellule, che le fa crescere tutte in modo pazzesco, fuori da qualsiasi logica precedente. È un nostalgico il malato che sogna la salute che aveva prima, anche se prima era uno stupido e un disgraziato? Prima del cancro, dico. Ecco prima di tutto bisognerà fare non solo quale sforzo per avere la stessa immagine. Io ascolto i politici con le loro formulette, tutti i politici e divento pazzo. Non sanno di che Paese stanno parlando, sono lontani come la Luna. E i letterati. E i sociologi. E gli esperti di tutti i generi.

Perché pensi che per te certe cose siano talmente più chiare?

Non vorrei parlare più di me,forse ho detto fin troppo. Lo sanno tutti che io le mie esperienze le pago di persona. Ma ci sono anche i miei libri e i miei film. Forse sono io che sbaglio. Ma io continuo a dire che siamo tutti in pericolo.

Pasolini, se tu vedi la vita così - non so se accetti questa domanda - come pensi di evitare il pericolo e il rischio?

È diventato tardi, Pasolini non ha acceso la luce e diventa difficile prendere appunti. Rivediamo insieme i miei. Poi lui mi chiede di lasciargli le domande. "Ci sono punti che mi sembrano un po’ troppo assoluti. Fammi pensare, fammeli rivedere. E poi dammi il tempo di trovare una conclusione. Ho una cosa in mente per rispondere alla tua domanda. Per me è più facile scrivere che parlare. Ti lascio le note che aggiungo per domani mattina". Il giorno dopo, domenica, il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini era all’obitorio della polizia di Roma

Fonte: Archivio L’UnitàMateriali resistenti

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

PIER PAOLO di EDUARDO DE FILIPPO

Post n°11855 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

PIER PAOLO

di EDUARDO DE FILIPPO

Non li toccate
quei diciotto sassi
che fanno aiuola
con a capo issata
la «spalliera» di Cristo.
I fiori,
sì,
quando saranno secchi,
quelli toglieteli,
ma la «spalliera»,
povera e sovrana,
e quei diciotto irregolari sassi,
messi a difesa
di una voce altissima,
non li togliete più
Penserà il vento
a levigarli,
per addolcirne
gli angoli pungenti;
penserà il sole
a renderli cocenti,
arroventati
come il suo pensiero;
cadrà la pioggia
e li farà lucenti,
come la luce
delle sue parole;
penserà la «spalliera»
a darci ancora
la fede e la speranza
in Cristo povero.
[1975]

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Uccisione di Pier Paolo Pasolini da romaitalialab.it

Post n°11854 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

Pier Paolo Pasolini fu ucciso brutalmente nella notte tra l’1 e il 2 novembre del 1975. Il suo corpo venne ritrovato da una donna sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia, alle 6:30 del mattino.

pasoliniQualche ora più tardi il diciassettenne Giuseppe Pelosi venne fermato mentre guidava contromano l’auto di Pasolini, un’Alfa Romeo Giulia GT. In quell’occasione Pelosi confessò di aver ucciso lo scrittore, spiegando di essersi difeso alle avancessessuali da parte del poeta.

Nella ricostruzione dei giudici, in seguito ad una lite, i due scesero dalla macchina. Pelosi colpì con un bastone Pasolini fino a ridurlo in fin di vita. Lo scrittore, infatti, sarebbe stato ancora in vita quando il giovane salì in macchina e lo travolse diverse volte fino a causarne la morte. Pelosi fu condannato a nove anni e sette mesi per omicidio volontario in concorso con ignoti. Condanna che verrà in seguito confermata dalla Corte di Cassazione che, tuttavia, escluderà l’eventualità di una partecipazione da parte di altre persone all’omicidio.

La sentenza, tuttavia, non chiuse il caso che, anzi, negli anni si è alimentato con ricostruzioni e congetture alternative. È in particolare sulla presenza di ignoti che si è infittito il mistero sulla morte di Pasolini. Molti amici e intellettuali del poeta sostengono una teoria alternativa, adducendo all’assassinio ragioni diverse da quelle date dai giudici.

Secondo lo scrittore Enzo Siciliano, ad esempio, ci sarebbero alcune falle nel racconto di Pelosi, come quella che riguarda l’”arma” utilizzata. Siciliano sostiene che il bastone di legno (in realtà una tavoletta) non sarebbe potuta essere in grado di provocare le profonde ferite che aveva sul corpo Pasolini, essendo questa deteriorata e marcita a causa dell’umidità.

Dubbia è anche la dinamica dello scontro: è stato fatto notare come con il suo gracile fisico, Giuseppe Pelosi non abbia potuto sopraffare quello ben saldo di Pasolini, che aveva praticato sport fin da ragazzo a livelli anche agonistici. A due settimane dalla morte, la scrittrice Oriana Fallaci pubblicò un articolo nel quale avanza l’ipotesi della premeditazione e del concorso di almeno altre due persone.

Non totalmente chiaro resta il movente dell’omicidio. L’ipotesi più accreditata è quella che collega Pasolini alla “lotta di potere” nel settore petrolchimico, che vedeva come protagonisti Enrico Mattei eEugenio Cefis, rispettivamente fondatore dell’Eni e suo successore alla presidenza. Nel suo romanzo-inchiesta “Petrolio”, rimasto incompiuto e pubblicato postumo nel 1992, Pasolini ipotizza infatti un probabile coinvolgimento di Cefis nell’incidente aereo che causò la morte di Mattei.

A riaccendere il focolaio della teoria del complotto sono arrivate nel maggio del 2005 le dichiarazioni fatte proprio da Giuseppe Pelosi nel corso di un’intervista alla trasmissione Rai “Ombre sul giallo”. In occasione dei 30 anni dall’assassinio, Pelosi ribalta tutto e si dichiara innocente. Indica invece come esecutori dell’omicidio altre tre persone, tra cui due giovani “con l’accento siciliano o calabrese”, che gli inquirenti hanno identificato nei fratelli Franco e Giuseppe Borsellino, due criminali romani, vicini all’Msi, morti di Aids negli anni Novanta.

Scettici sulla ricostruzione alternativa sono Ferdinando Camon, scrittore a cui Pasolini aveva scritto la prefazione dei suoi primi libri, e Guido Santato, uno dei maggiori studiosi delle opere di Pasolini e fondatore della rivista “Studi Pasoliniani”. Lo scrittore avrebbe più volte sfiorato la morte e, secondo Santato, quella del complotto sarebbe una teoria creata per custodire un’immagine mitica dello scrittore e per porlo al di sopra di ogni giudizio.

“Pasolini ci ha resi quasi orfani”, dichiarò Fabrizio De Andrè in un’intervista. Lo scrittore è stato infatti un padre generoso e ha lasciato a disposizione di tutti una ricca eredità, un patrimonio infinito tra poesie, film, traduzioni e saggi.

In occasione dei 39 anni dalla sua morte, all’Auditorium Parco della Musica, una mostra che raccoglie decine di fotografie scattate dal fotografo Domenico Notarangelo, durante le riprese del film “Il Vangelo secondo Matteo”. All’idroscalo di Ostia, per tutto il mese di novembre, è possibile ammirare la raccolta di fumetti tratti da “Intervista a Pasolini”, opera di Davide Toffolo.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Controcampo: puntata su (e con) Pier Paolo Pasolini

Post n°11853 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Intervista a Pasolini e Totò sul set del film "Uccellacci e uccellini"

Post n°11852 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Controcampo: puntata su (e con) Pier Paolo Pasolini

Post n°11851 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Pasolini e l'omologazione del nuovo fascismo

Post n°11850 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Eduardo de Filippo parla della morte di PierPaolo Pasolini

Post n°11849 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Confusi e felici

Post n°11848 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Dracula Untold

Post n°11847 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Confusi e felici

Post n°11846 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

Poster

Anche gli psicanalisti possono cadere in depressione! Lo sa bene Marcello (Claudio Bisio), psicanalista cialtrone e cinico, che un giorno decide di chiudersi in casa e mollare tutto. Questo gesto "estremo" non viene accolto bene da Silvia (Anna Foglietta), segretaria di Marcello, che decide di radunare i suoi pazienti per cercare, tutti insieme, di farlo uscire dalla crisi. Un'idea bellissima se non fosse che, ad aiutare Silvia, ci saranno uno spacciatore affetto da attacchi di panico, Nazareno (Marco Giallini), un quarantenne mammome cronico, Pasquale (Massimiliano Bruno), una ninfomane decisamente invadente, Vitaliana (Paola Minaccioni), una coppia in crisi sessuale, Enrico e Betta (Pietro Sermonti e Caterina Guzzanti) e Michelangelo, telecronista in crisi per il tradimento della moglie. Strampalati ma affettuosi e divertenti, i pazienti di Marcello cercheranno in ogni modo di tirargli su il morale riuscendo a farlo aprire alla vita per diventare una persona migliore.

  • PRODUZIONE: Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film con Rai Cinema
  • DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
  • PAESE: Italia
  • DURATA105 Min

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963