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Messaggi di Dicembre 2014

 

La Mafia dell’Antimafia: l’inchiesta di Telejato audita in Parlamento. Petizione su Change.org

Post n°11978 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

da articolo 21

telejato

“Quattro mesi dopo il brutale assassinio di Pio La Torre, nel 1982, viene approvata la legge Rognoni-La Torre, che consentiva il sequestro e la confisca di quei beni macchiati di sangue. Finalmente, lo Stato aveva le armi per attaccare gli ingenti patrimoni mafiosi. Nel ’96 grazie a Libera nasce la legge 109 che disponeva l’uso sociale dei beni confiscati alla mafia, e finalmente terreni, case, immobili tornano alla comunità. Tutto bellissimo. Nella teoria. Qualcosa però non funziona. Questi beni, sequestrati, confiscati, falliscono l’uno dopo l’altro. Il 90% di imprese, aziende, immobili, finisce in malora spesso prima ancora di arrivare a confisca.
A non essere rispettata e ad aver bisogno di una riforma strutturale è la Legislazione Antimafia – Vittime della mafia e relativo Decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159.
Parliamo di aziende e imprese sequestrate perché di dubbia legalità: aziende che forse furono acquistate con proventi mafiosi, o che svolgono attività illecito-mafiose, e che per chiarire questo dubbio vengono poste sotto sequestro ed affidate alla sezione delle misure di prevenzione del Tribunale competente. In questo caso, parliamo del Tribunale di Palermo, che amministra la grande maggioranza dei beni in Sicilia […] continua a leggere il testo della petizione e firmala su  www.change.org/benisequestrati
Sostieni questa battaglia di legalità e aiutaci a passare parola”.

Fonte: Telejato

16 dicembre 2014

 
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Sosteniamo chi rischia di essere condannato al silenzio e all’oscuramento

Post n°11977 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

Graziella Di Mambro premio

Illuminare le periferie del mondo e quelle dell’informazione, riaccendere i riflettori su argomenti lontani o dimenticati quali sono oggi le guerre cancellate, i bambini sfruttati, le spese militari, il femminicidio, la violenza contro le donne, le forme di contrasto alla esclusione sociale, al razzismo, alla xenofobia, la denuncia contro le morti sul lavoro, i delitti ambientali. 
Raccontare delle malattie che un’intera città può subire a causa delle polveri inquinanti di un porto piuttosto che di una fabbrica o fare il resoconto del business dell’elemosina a discapito di donne e minori, o parlare della tratta delle prostitute che si snoda sotto gli occhi di tutti eppure è invisibile nel suo bilancio economico illegale: è complicato, talvolta è impossibile perché sono storie e notizie che vanno necessariamente «in coda» ai titoli di politica, corruzione o cronaca nera impietosa.

Così qualcuno (più di uno) ha deciso di puntare l’obiettivo mediatico e civico esattamente su queste storie impossibili. E’ l’obiettivo che si pone la rete tra associazioni nata nel corso dell’assemblea di Articolo21 del 13 dicembre e nella quale si ritrovano siti, blog e associazioni che già adesso cercano ogni giorno di tenere accesi i riflettori sugli argomenti che non fanno audience immediata o che non raccolgono pubblicità. Dunque d’ora in poi si metteranno insieme le energie per essere più presenti e ancora più incisivi. Alla rete delle reti hanno aderito subito Liberainformazione, Tavola della Pace, Rete delle Reti, Premio Morrione, Premio Luchetta, Comitato 3 Ottobre, Unione degli Universitari, Rete degli Studenti, JobNews.it, Confronti, rivista San Francesco, Riccardo Noury, Amnesty Italia, Andrea Iacomini, portavoce Unicef, Giulio Vasaturo, Sportello anti querele, Associazione familiari vittime dell’amianto di Casale Monferrato...

E altre adesioni stanno arrivando a dimostrazione di quanto voglia ci sia di rimettere al centro dell’attenzione una serie di problemi dimenticati. Il primo appuntamento operativo per creare un coordinamento e promuovere da subito «campagne civili con l’obiettivo di sostenere e di dare visibilità e forza a chi rischia di essere condannato al silenzio e all’oscuramento» sarà fissato da Stefano Corradino direttore di Articolo 21 nei prossimi giorni.

E una delle prime campagne condivise potrebbe essere quella contro la «legge bavaglio camuffato», così ribattezzata dopo aver letto la proposta presenta in  Parlamento come «legge sulla diffamazione». Il testo mantiene solo uno degli obiettivi originari, la cancellazione del carcere per i giornalisti, ma in compenso in molti suoi aspetti è peggiorativo dell’attuale disciplina e probabilmente, se approvato, potrebbe contribuire oltremodo ad oscurare temi che sono già adesso  difficili da trattare. Ecco perché la campagna per «illuminare le periferie» di Articolo 21 e della rete delle reti potrebbe partire proprio dalla «base» del problema.

16 dicembre 2014

 
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Turchia: Siddi (Fnsi): “inaccettabili arresti di giornalisti, deriva autoritaria e vendicativa”

Post n°11976 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

turchia-prigione-300x179

“Quanto accaduto in Turchia, con l’arresto di 32 tra giornalisti, editori e dirigenti dei media è sconvolgente, è un attacco sfrontato alla libertà di stampa e di espressione inaccettabile. La Fnsi è solidale con i colleghi dei media della Turchia e sostiene con forza le azioni promosse dal giornalismo tutto con le sue organizzazioni internazionali, la IFJ e la Federazione Europea di categoria (EFJ), che hanno denunciato una deriva autoritaria e vendicativa del potere politico contro le opinioni diverse dalle sue scelte e dal suo percorso. Quanto accaduto è l’ultimo atto di disprezzo per il giornalismo dopo che già in passato decine e decine di giornalisti e scrittori erano già stati messi in carcere ingiustamente e senza aver commesso nessun crimine. Il giornalismo italiano e mondiale non faranno passare sotto silenzio questa persecuzione intollerabile.

La Fnsi apprezza le  dichiarazioni delle autorità del Ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, per il quale “la libertà di espressione è un valore irrinunciabile” e su queste deve ispirarsi ogni azione che tende a tenere aperto il dialogo tra l’Unione Europea e la Turchia. Ma è ben chiaro e condivisibile quanto affermato dall’ex Presidente vicario del Parlamento Europeo e capogruppo dei Socialisti e Democratici, Gianni Pittella: “Le recenti tendenze autoritarie del Presidente Erdogan “sono completamente incompatibili con i nostri valori e forniscono argomenti solidi a chi non vuole la Turchia nell’Unione Europea”.

In conclusione per la Fnsi è più che mai fondamentale assumere i valori e la pratica della libertà di espressione e di stampa come paradigma essenziale delle alleanze strategiche di qualsiasi Paese democratico”.

16 dicembre 2014

 
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Giulietto racconta: 'Un arresto preventivo per impedirmi di parlare' da megachip

Post n°11975 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

Giulietto Chiesa racconta al telefono l'arresto, la cella, il decreto segreto del governo estone che, senza accusarlo di reati, l'ha arrestato per non farlo parlare.

Redazione
lunedì 15 dicembre 2014 23:05

 

Pandora TV  

15 dicembre 2014, Giulietto Chiesa, direttore di Pandora TV, viene arrestato a Tallin, in Estonia, poco prima di recarsi a una conferenza pubblica a cui era stato invitato. In questa telefonata racconta come sono andati i fatti: un arresto politico nel cuore dell'Europa "democratica"


Fonte: http://www.pandoratv.it/giulietto-chiesa-in-collegamento-telefonico-subito-dopo-larresto-in-estonia/.

 
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Giulietto Chiesa e le vesti della libertà

Post n°11974 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

Giulietto di nuovo libero, ma il Cuore Nero dell'Occidente non vuole spiegare l'arresto in Estonia. Un'Europa da rovesciare usando di nuovo i diritti [Pino Cabras]

Redazione
martedì 16 dicembre 2014 01:54

 

 

di Pino Cabras.

Giulietto Chiesa è stato dunque rilasciato, ma non ha ancora ricevuto dalle autorità dell'Estonia un'esauriente spiegazione dei motivi per i quali è stato arrestato. C'è un decreto di espulsione, dicono. L'ha emanato ad personam il governo di un paese membro dell'Unione europea: senza nessuna accusa formulata in nome di una qualche fattispecie di reato. Si è voluto colpire un cittadino di quella stessa Unione europea, una personalità pubblica nel pieno dei suoi diritti politici e di parola, da sempre proclamati come il miglior primato dell'Europa.
In teoria, tutti hanno quei diritti, ma vengono usati poco e sempre meno.Per i diritti funziona al contrario dei vestiti: meno li usi più si sgualciscono. Giulietto indossa invece tutte le sfumature del diritto di parola e perciò mostra la veste integra della libertà, che spicca in mezzo a un sistema dell'informazione ormai agli stracci. Questa veste - a qualcuno - è sembrata troppo intatta. Non è un caso che si cominci da uno dei paesi baltici, quelli in cui, assieme alla Polonia e all'Ucraina, con la benedizione della NATO, si sta formando un cuore nero dell'Occidente: lì, in piena Europa, si sta "normalizzando" un modo di concepire l'Occidente alla maniera dell'America Latina degli anni settanta. È un sistema in cui le strategie militari e finanziarie le decide Washington, gli apparati repressivi sono in mano a manovalanza di ispirazione nazista, i simboli storici sono manipolati con ogni mezzo, si rimuove con la forza ogni memoria antifascista e si recuperano segni, monumenti, cimeli legati al peggiore nazionalismo. Per le idee diverse c'è la repressione.
Una parte dei lettori conoscerà uno dei libri più "strani" di Giulietto Chiesa, "Il candidato lettone", che racconta una storia - la sua candidatura in Lettonia alle elezioni europee del 2009 - per narrare una storia più grande ancora, che quasi nessuno a Ovest ha saputo vedere: quella delle repubbliche baltiche post-sovietiche (e fresche di NATO e di UE), dove intere comunità di lingua russa sono state private dei diritti elettorali e della cittadinanza, per ritrovarsi con il passaporto segnato dalla scritta "alien". Un capitolo di quel libro parla dell'Estonia e sembra spiegare perché oggi c'è stato questo arresto:
«Mi rendevo conto, nonostante fossi lontano, che si stava preparando un focolaio, che avrebbe presto potuto trasformarsi in un incendio. E avvertivo anche che l'informazione che arrivava da Tallinn era - per usare un eufemismo - incompleta, inadeguata, e che, per capirci qualche cosa, si doveva integrarla con le notizie che venivano da Mosca. L'esperienza mi diceva che le crisi non nascono per caso. Anche se appaiono all'improvviso, hanno sempre una gestazione lunga ed è quella che bisogna scandagliare. Sono come corsi d'acqua, che escono dagli argini all'ultimo momento. Ma è evidente che la questione non è soltanto se gli argini siano sufficientemente alti; bisogna capire perché tanta acqua sia scesa dai monti».
L'acqua baltica dell'ultimo decennio è quella del recupero della memoria delle SS, della persecuzione dei russi, delle ondate repressive in stile G8 di Genova, tutte raccontate nel libro, che ancora non poteva descrivere gli sviluppi che invece nel 2014 ha poi raccontato Pandora TV: la guerra ucraina, la veloce e drammatica militarizzazione NATO dell'Est europeo; l'oltranzismo dei leader di quell'area, sempre più organici ai loro burattinai d'Oltreoceano, al punto che cedono platealmente i ministeri chiave e la finanza a ministri stranieri, come in Ucraina; le stragi naziste e i villaggi bombardati dall'artiglieria, le centinaia di migliaia di profughi, l'Europa delle sanzioni autolesioniste. 
Su questo fiume di eventi c'è l'alba cupa dell'Europa che va incontro alla guerra da Est, non trattenuta dall'altra Europa più a Ovest, a sua volta devastata dall'austerity del regime europeo. Solo in un contesto simile potevano eleggere il polacco Donald Tusk come presidente del Consiglio Europeo. Ai piani alti vogliono quanta più russofobia possibile.
Non è che dovete andare d'accordo con Giulietto Chiesa. Non è che dovete leggere "Il candidato lettone". Vi basti rileggere Bertolt Brecht, quando riprende la poesia "prima vennero" di Martin Niemöller. Si tratta di capire in tempo dove si va.
Questo arresto ci dice che il regime europeo non solo emargina le voci dissidenti ma non vuole più tollerarne l'esistenza. Il silenzio mediatico su notizie importanti non basta più alle correnti atlantiste che dominano il continente. Vedono che c'è chi non si rassegna al silenzio, mentre avverte - qui e lì per l'Europa - che bisogna fare molto chiasso, e urlare che la guerra non sarà in nostro nome.
Le dichiarazioni a caldo di Giulietto Chiesa - di nuovo libero dopo le ore di cella e dopo l'estenuante lavorio dell'ambasciatore italiano - suonano, come di sua abitudine, in termini di un programma di impegni:«L'episodio è sicuramente grave. Ma è anche una lezione da imparare. Ci aiuta a capire che razza di Europa è quella che ci troviamo davanti ora. E che battaglia dovremo fare per cambiarla, per rovesciarla come un calzino. Se non vogliamo che questa gente rovesci noi.»

 
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Italiano Medio: ecco il trailer del primo film di Maccio Capatonda

Post n°11973 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

Italiano Medio Trailer

da http://blog.screenweek.it/2014/12/italiano-medio-ecco-il-trailer-del-primo-film-di-maccio-capatonda-401449.php

Per gran parte degli internauti si tratta di un vero e proprio evento! Stiamo parlando del trailer di Italiano Medio, il primo film diretto e interpretato da Marcello Macchia, fenomeno del web meglio conosciuto come Maccio Capatonda e autore di alcuni divertentissimi finti trailer come La Febbra, Mobbasta, Il Vecchio Conio e Rocchio 47 (indimenticabile il tormentone “Aveva i pugni nelle mani!”). Il video è stato diffuso da Gazzetta.it e potete vederlo grazie al player che trovate qui sotto:

 

Italiano Medio è ispirato all’omonimo finto trailer realizzato d Maccio un po’ di tempo fa. Nel cast troviamo anche alcuni collaboratori storici di Maccio, come Herbert Ballerina (nome d’arte di Luigi Luciano) e Ivo Avido (nome d’arte di Enrico Venti). Questa la sinossi:

Giulio Verme è un ambientalista convinto in crisi depressiva, che alla soglia dei 40 anni si ritrova a fare la ‘differenziata’ in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Avvilito, furioso, depresso è ormai totalmente incapace di interagire con chiunque: con i colleghi di lavoro, con i vicini, con la famiglia e con Franca, la compagna di una vita.

L’incontro con l’agguerrita anche se poco credibile associazione ambientalista dei “Mobbasta” lo convince a combattere fervidamente contro lo smantellamento di un parco cittadino, ma per Giulio è l’ennesimo fallimento.

Non ci sono più speranze per il nostro protagonista fino a quando incontra Alfonzo, un suo vecchio e odiato amico di scuola che ha però un rimedio per tutti i suoi mali: una pillola miracolosa che gli farà usare solo il 2% del proprio cervello anziché il 20%, come si dice comunemente.

Ed è proprio così che Giulio supera la depressione: non pensa più all’ambiente ma solo a sé stesso, alle donne, ai vizi, passioni e virtù di ogni italiano medio.

Una battaglia senza esclusioni di colpi si consuma nel cervello e nella vita di Giulio tra l’Italiano Medio e quello impegnato ma inconcludente che lo porterà non solo a diventare il Vip più famoso d’Italia ma anche a cambiare gran parte della sua vita…

Italiano Medio farà il suo ingresso nelle sale italiane il 29 gennaio 2015, distribuito da Medusa Film. QUI trovate la nostra intervista a Maccio Capatonda.

 
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Padre vostro

Post n°11972 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

Locandina Padre Vostro

Il giovane Padre Fabijan approda in un'isoletta della Dalmazia dove, come ovunque in Croazia, il tasso di natalità è crollato nel corso degli anni. Frustrato dalla popolarità dell'anziano parroco locale e desideroso di lasciare il segno nella storia dell'isola, nonché di incoraggiare il "decorso della volontà divina", Padre Fabijan ha un'idea geniale: bucare i preservativi che consentono la lussuria più sfrenata senza risultare in un boom delle nascite. Naturalmente l'ingegnoso prete ha bisogno della complicità di alcuni isolani: l'edicolante che vende ai compaesani i profilattici, ma anche il medico che dovrà sostituire con le vitamine le pillole anticoncezionali acquistate dalle donne del luogo. I risultati non tardano ad arrivare: gravidanze improvvise, matrimoni riparatori, altarini scoperchiati. Ma non tutte le conseguenze andranno nella direzione prevista da Padre Fabijan, che scoprirà che sostituirsi a Dio non è una buona idea nemmeno se si è convinti di rendergli un prezioso servigio.
Descrivere Padre Vostro come una commedia sarebbe riduttivo, anche se gli spunti comici abbondano e lo stralunato umorismo balcanico riesce a far ridere anche chi non ne conosce a fondo le tortuosità e le bizzarrie. Ci sono infatti momenti intensamente drammatici, dunque sarebbe più giusto definire il film una tragicommedia dai toni surreali. E laddove il cinema di Emir Kusturica, ormai diventato il parametro di riferimento quando si parla di ex Jugoslavia, è caotico, frenetico e sovraffollato, quello di Vinko Bresan rallenta il ritmo narrativo rarefacendo ogni inquadratura, in cerca di un effetto straniante che è cifra stilistica matura e consapevole.
Nessun dettaglio è lasciato al caso, ogni composizione scenica è calibrata al millimetro, anche perché la confezione sobria ed essenziale deve contenere una sceneggiatura che, al contrario, è dirompente per coraggio iconoclasta, affrontando di petto (pur in chiave ironica) temi incandescenti come il conflitto etnico e religioso nell'ex Jugoslavia, le rivendicazioni nazionalistiche croate (e il discusso rapporto fra Croazia e Germania), l'ipocrisia della Chiesa, i preti pedofili, il controllo delle nascite, la misoginia e il patriarcato nelle culture del Mediterraneo, la xenofobia e la (non) accettazione dell'omosessualità. 
Padre Vostro ne ha per tutti, e la sua scorrettezza politica non è mai fine a se stessa, ma sempre inserita organicamente nella trama da una sceneggiatura consona alla parabola laica che intende raccontare. Pur nella sua costruzione algida, il film si prende anche un buon numero di libertà visive, utilizzando stratagemmi cinematografici come gli sguardi in camera, la manipolazione di luci e colori, le visualizzazioni delle fantasie dei personaggi con disinvoltura e senza deformare la struttura narrativa portante. Il risultato è la creazione filmica di un immaginario molto specifico e ben codificato, che nonostante le lungaggini riesce a raccontare efficacemente una storiella morale senza mai sconfinare nel moralismo.

 
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Nebraska

Post n°11971 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

Locandina Nebraska

Woody Grant ha tanti anni, qualche debito e la certezza di aver vinto un milione di dollari alla lotteria. Ostinato a ritirare la vincita in un ufficio del Nebraska, Woody si avvia a piedi dalle strade del Montana. Fermato dalla polizia, viene 'recuperato' da David, figlio minore occupato in un negozio di elettrodomestici. Sensibile al desiderio paterno e dopo aver cercato senza successo di dissuaderlo, decide di accompagnarlo a Lincoln. Contro il parere della madre e del fratello Ross, David intraprende il viaggio col padre, assecondando i suoi capricci e tuffandosi nel suo passato. Nel percorso, interrotto da soste e intermezzi nella cittadina natale di Woody, David scoprirà i piccoli sogni del padre, le speranze svanite, gli amori mai dimenticati, i nemici mai battuti, che adesso chiedono il conto. Molte birre dopo arriveranno a destinazione più 'ricchi' di quando sono partiti.
Autore indipendente e scrittore dotato, Alexander Payne realizza una nuova commedia 'laterale' come le strade battute dai suoi personaggi, che si lasciano indietro lo Stato del Montana per raggiungere il Nebraska in bianco e nero di Bruce Springsteen. E dell'artista americano il film di Payne mette in schermo la scrittura 'visiva', conducendo un padre e un figlio lungo un viaggio e attraverso un territorio che intrattiene un rapporto simbolico col loro mondo interiore. Oscillando tra dramma e commedia,Nebraska, versione acustica di Sideways, coinvolge lo spettatore in un flusso empatico coi protagonisti, persone vere dentro storie comuni e particolari da cui si ricava una situazione universale.
Ambientato nella provincia e lungo le strade che la raccordano al mondo, Nebraska frequenta una dimensione umana marginale e fuori mano rispetto all'immaginario hollywoodiano, prendendosi alla maniera del protagonista tutto il tempo del mondo per arrivare a destinazione. Una destinazione dove si realizza un passaggio che non può mai avvenire come effetto di una retorica pedagogica ma si fonda sull'impossibile, l'impossibilità di governare il mistero assoluto della vita e della morte. Non è per sé che il protagonista di Bruce Dern sogna quel milione di dollari, a lui basta un pick-up per percorrere gli ultimi chilometri di una vita spesa a bere e a rimpiangere quello che non è stato. La vincita della sedicente lotteria a Woody Grant occorre per i suoi ragazzi, per lasciare loro 'qualcosa' con cui vivere e per cui ricordarlo. Ma David, sensibile e affettuoso, è figlio profondamente umanizzato, testimonianza incarnata di un'eredità più preziosa del denaro. È il figlio 'bello' di chi è stato e di cui perpetua adesso il valore. 
Nebraska è una ballata folk che accomoda allora la bellezza e l'amore, quella di un figlio per il proprio genitore, che prima di lasciare andare torna a guardare dal basso, in una prospettiva infantile e accoccolata ai suoi grandi piedi e al suo piccolo sogno. Intorno a loro scorre l'America lost and found insieme a una storia sincera che battendo vecchie strade, la struttura da road movie che diventa pretesto di 'formazione' (Sideways), ne infila una nuova. Nebraska è una spoglia poesia di chiaroscuri, un'indicazione lirica verso le radici, verso i padri, davanti ai dilemmi di tempi paradossali e senza guida. Diversamente dagli antieroi springsteeniani, il protagonista di Payne non cerca terre promesse e non corre sulle strade di "un effimero sogno americano", decidendo per la lentezza, l'impegno, il rispetto e il senso di responsabilità. 
L'amabile David di Will Forte è il "giusto erede" di un genitore vulnerabile che Payne non presenta come esemplare ma come testimonianza eccentrica e irripetibile della possibilità di stare al mondo con qualche passione. E quella di Woody è l'amore, lingua franca di un viaggio che contempla le tracce paterne cicatrizzate nel proprio destino. Su quel padre incerto David ritrova il proprio senso e riprende la strada.

 
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Mr Morgan

Post n°11970 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

Locandina Mister Morgan

Matthew Morgan è americano e vive a Parigi come il protagonista del celebre film. Tre anni prima ha perso la moglie e da allora si trascina per la città e nella vita, aspettando soltanto il momento giusto per farla finita. Cocciuto e refrattario al prossimo quanto alla lingua francese, Matthew incontra Pauline Laubie, giovane insegnante di cha cha cha orfana di padre. La distanza anagrafica viene riempita molto presto da un affetto sincero, lunghe promenade, pranzi in panchina e cene solenni, in cui Matthew e Pauline aprono i loro cuori e confrontano le rispettive paure. Ma a Pauline non riesce il miracolo di 'trattenere' Matthew, che sprofondato dal dolore cerca riparo nella morte. Sopravvissuto ai sonniferi e al tentativo di suicidio, l'uomo riceve in ospedale la visita dei figli, Karen e Miles, che equivocano la relazione tra il padre e Pauline. Anni di silenzi, rancori e recriminazioni sembrano aver congelato per sempre il cuore di Matthew e quello dei suoi figli. 
A volte una buona storia, una bella città e dei bei personaggi non sono sufficienti a fare un film di successo. Mister Morgan si iscrive nell'ordine e spreca il romanzo di Françoise Dornier, "La douceur assassine", preferendo uno sguardo straniero, accomodato sui cliché. Commedia umana e dramma familiare con vista sulla Tour Eiffel, Mister Morgan osserva il procedere affettivo tra un anziano professore in impasse e la sua musa ballerina. Sandra Nettelbeck, regista tedesca di Ricette d'amore, versione originale del più celebre Sapori e dissapori, mette mano al romanzo da invasore e ne realizza una versione esotica che trasforma un vecchio professore parigino in un americano ordinario e una vendeuse in un'insegnante di cha cha cha, che si sognadanseuse classique e ignora sorprendentemente chi sia Rudolf Nureyev. Le parigine lo sanno già in età prescolare ma sorvoliamo clementi. 
Confermati, nel romanzo come nel film, sono gli anni che separano Matthew e Pauline e la solitudine che condividono. Chiuso in una bolla di narcisismo personale e culturale l'uno e piena di una fiducia naïve e senza increspature l'altra, diventa impossibile 'resistersi' e resistere alla tentazione di colmare il vuoto, avviando una relazione inedita (e illibata) che costruisce il film come una beffa. Perché la Nettelbeck si abbandona al sentimentalismo e abbandona a metà il tema della senectutem e lo spazio di libertà che si sono conquistati quelli che come Mister Morgan non hanno più niente da cambiare e vorrebbero solo arrendersi con onestà e con stile. Così Mister Morgan naviga a vista, senza disciplina, senza direzione e senza il controllo emotivo dei dialoghi, dei personaggi, dello spazio. Lungo la strada si sovraccarica di una figlia shopaholic, un figlio scontroso e una liaison sentimentale, che ingolfano il motore fino a spegnerlo. 
Nella commedia pesante o nel dramma leggero della regista tedesca non c'è una sola battuta in grado di raccontare i personaggi, di drammatizzare due anime fragili in equilibrio sul ciglio del proprio tempo e della propria età. Meglio ripiegare su Paris, la Tour Eiffel, le vin rouge, la baguette e a un abusato verso di Leonard Cohen, dopo il quale la noia ha davvero il sopravvento. A guardarsi intorno senza trovare alcunché di interessante, tranne l'uno per l'altra, sono Michael Caine e Clémence Poésy stonati sopra una panchina e davanti a un immangiabile hot dog.

 
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Giulietto Chiesa arrestato in Estonia. Il ministero degli Esteri: “Sarà espulso”

Post n°11969 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

da il fatto quotidiano

Giulietto Chiesa arrestato in Estonia. Il ministero degli Esteri: “Sarà espulso”

Cronaca

 

Il giornalista ed ex eurodeputato è stato fermato in albergo dopo aver partecipato a un convegno. Secondo il legale è stato dichiarato "persona non gradita", ma i motivi non si conoscono

Il giornalista Giulietto Chiesa, ex europarlamentare e ex corrispondente della Stampa e dell’Unità, è stato arrestato inEstonia. Alle agenzie di stampa la notizia è stata data dalla moglie di Chiesa, anche lei giornalista al Venerdì di Repubblica,Fiammetta Cucurnia. Invitato a partecipare ad un convegno aTallin e arrestato per essere espulso, probabilmente perché considerato ‘persona non gradita‘ dal potere estone. Il segretario generale della Farnesina, Michele Valensise, ha convocato l’ambasciatore dell’Estonia, Celia Kuningas, per chiedere urgenti chiarimenti sul fermo del giornalista.

“E’ un fatto molto grave una violazione dei diritti politici“, ha detto il suo avvocato Francesco Paola. “E’ molto grave che un fatto del genere sia avvenuto in Europa – ha sottolineato la moglie di Giulietto Chiesa, Fiammetta Cucurnia, giornalista a sua volta, che ha dato la notizia alla stampa – siamo nel cuore dell’Europa, per fare una cosa del genere ci deve essere un motivo”. Le ragioni dell’espulsione, però, non sono ancora state chiarite. Del caso si sta interessando anche la Farnesina e l’ambasciatore italiano aTallin, secondo quanto riferito dalla moglie, è andato di persona nel commissariato nel quale è stato portato il giornalista.

A colpire, anche le modalità dell’arresto: la polizia ha raggiunto Chiesa nel suo albergo, dove aveva fatto tappa, dopo essere intervenuto alla conferenza “La Russia è nemica dell’Europa?“, per prendere i bagagli e partire per Mosca. La polizia, ha raccontato la moglie, gli ha comunicato che era in “stato di arresto” e sarebbe stato “espulso entro 48 ore“. Quando il giornalista ha chiesto se avessero un mandato, si è sentito rispondere: “No, potrà sapere qualcosa una volta arrivati alCommissariato“. Strada facendo l’ex europarlamentare è venuto a sapere dagli agenti che nei suoi confronti esiste un mandato di espulsione al ministero degli Esteri estone.

Corrispondente prima dall’Urss e poi dalla Russia per vent’anni, firma dell’Unità e quindi della Stampa fino agli anni 2000, Chiesa ha sempre avuto una posizione piuttosto critica sulla politica occidentale sulla vicenda ucraina. Nel suo sito d’informazione online, nell’ultimo commento postato il 7 dicembre, commentando il discorso alla nazione di Putin ribadisce di ritenere che “laRussia non stia attaccando ma sia sotto attacco” e critica il modo in cui l’occidente la dipinge, “come uno stato canaglia che minaccia il resto del mondo”. Elementi di critica, nelle sue analisi recenti, non mancano in particolare nei confronti della Polonia e dei Paesi baltici: fra i più ostili verso Mosca e tra i più vicini agli Usa in seno alla Ue e alla Nato, di cui sono entrati a far parte fra la seconda metà degli anni ’90 e i primi dei 2000.

 
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Renato Zero, travestimenti e canzoni. L’arte del cantautore in una mostra

Post n°11968 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

Renato Zero, travestimenti e canzoni. L’arte del cantautore in una mostra

 

Dal 18 dicembre al 22 marzo 2015 l’appuntamento è con "Zero", la prima grande retrospettiva allestita nel cuore del quartiere romano di Testaccio, a La Pelanda, Centro di Produzione Culturale

Renato Zero non è semplicemente un cantautore. Per i suoi fan storici, i “sorcini”, è uno di famiglia, una sorta di fratello maggiore, autentico, affettuoso, protettivo, irriverente. Probabilmente perché, in tempi culturalmente più difficili, con le sue canzoni e i suoi travestimenti ha sfidato le convenzioni sociali e l’opinione pubblica, ponendosi come baluardo della libertà di essere se stessi. Proprio per i suoi “sorcini”, che lo seguono da più di quarant’anni, e per tutti quelli che amano le sue canzoni, dal 18 dicembre al 22 marzo 2015 l’appuntamento è con “Zero“, la prima grande retrospettivache racconta la vita e l’arte di Renato. La mostra sarà allestita nel cuore del quartiere romano di Testaccio, a La Pelanda, Centro di Produzione Culturale, in collaborazione con il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Sei ambienti ad alta tecnologia raccoglieranno documenti inediti, suoni, immagini, musica, costumi e cimeli. Un allestimento monumentale e multisensoriale per raccontare un artista che ha segnato la storia della canzone italiana. Attraverso materiale inedito, si potranno rivivere travestimenti, battaglie e metamorfosi di Renato Zero, compiendo un viaggio nella parte ancora sconosciuta del suo pianeta.

A partire dagli anniSessanta, quando “sui suoi zatteroni, tra sogno e degrado, palco e periferia”, quel ragazzo dalla mente libera, senza pregiudizi né tessere di partito, entrava nel Piper, lo storico locale romano di via Tagliamento, apprendendo i “trucchi” del mestiere e cominciando a costruire il suo personaggio. Poi nel 1973 arriva l’esordio discografico con l’album No! Mamma, no!. È da quel momento che l’eccentrico Renato, grazie ai suoi travestimenti, agli atteggiamenti ambigui e ai temi delle sue canzoni, ha iniziato a far breccia nel cuore della gente, sfidando gli occhi indiscreti e scandalizzati di un’Italia non ancora pronta a personaggi irriverenti come lui. Ma soprattutto spiazzata davanti alle canzoni che arriveranno poco dopo: Il triangoloMi vendoSbattiamoci.

In un Paese in continuo cambiamento, tra vizi, virtù e contraddizioni, negli anni Settanta Zero si è ritagliato il suo spazio nella musica e nello spettacolo senza cedere agli sguardi inquisitori. Con i suoi successi, Il cieloAmicoIl carrozzone, ha scalato le classifiche e conquistato intere generazioni. Nel corso della sua carriera ha vissuto anche momenti difficili, soprattutto intorno alla metà degli anni Ottanta quando la sua popolarità ha conosciuto unmomento di stallo. Ma alla fine, grazie ai “sorcini” che gli sono rimasti sempre accanto, Renato si è rialzato ed è tornato al successo. E ha trovato il rilancio definitivo al Festival di Sanremo del 1991 con Spalle al muro, brano scritto per lui daMariella Nava. Da quel momento non si è più fermato: dal progetto Fonopoli, nato per dare spazio e voce ai giovani, agli stadi, dai palasport alle piazze. Sempre un pienone di vecchi e nuovi “sorcini”. Sì, perché la “zerofollia” è una sindrome contagiosa, che si trasmette dai genitori ai figli, di generazione in generazione. Ecco perché oggi ai suoi concerti si possono trovare persone dai 5 ai 90 anni.

Proprio per questa sua trasversalità generazionale, alla mostra è stata affiancata un’iniziativa dedicata agli adolescenti, promossa dall’associazione culturale Fonopoli: si tratta del concorso Zero in letteratura – percorsi poetici e sociali di Renato Zero. Il progetto è rivolto ai ragazzi delle scuole superiori di Roma e provincia che, fino al 31 gennaio, potranno analizzare i testi di alcuni suoi brani, scelti tra quelli proposti, attraverso un commento scritto o un’elaborazione visiva, un disegno o un lavoro informatico. Le canzoni e le tracce sono legate a temi di attualità dai molteplici risvolti sociali: La favola mia – Le nostre maschere, essere ed apparire, La tua idea – Disagi e opportunità nel mondo dei giovani, Dal mare – Storie di immigrazione e politiche di accoglienza, Immi Ruah – Ecumenismo e dialogo interreligioso e Qualcuno mi renda l’anima – I rischi della condizione infantile.

Gli elaborati saranno valutati da un comitato composto daVincenzo Incenzo, scrittore e paroliere che da anni collabora con Zero, dal giornalista Malcom Pagani e dal condirettore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio. Il vincitore e l’istituto superiore di appartenenza riceveranno due premi dal valore di 1000 euro ciascuno. Sarà Renato stesso a premiarli, dando il via a una nuova generazione di “sorcini”.

 
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Aldo, Giovanni e Giacomo sul podio

Post n°11967 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

Box Office Italia
In Italia inizia ufficialmente la stagione natalizia, ma i grandi di un tempo non riescono più ad ottenere incassi significativi: un esempio paradigmatico è l'ultimo film di AldoGiovanni e Giacomo, cui "bastano" 2.3 milioni per ottenere il vertice della classifica. È pur vero che la stragrande maggioranza degli incassi di questo periodo si ottengono nelle due settimane comprese tra Natale ed Epifania, ma pare che per il trio i fasti di un tempo siano da archiviare. Parte malissimo Ma tu di che segno 6?, lo pseudo-cinepanettone di quest'anno che ottiene appena 1 milione di euro, nonostante i 450 schermi a disposizione, e viaggia con una media per sala imbarazzante. Perdono colpi anche Woody e I pinguini di Madagascar, arrivati rispettivamente a 2.8 e 7 milioni di euro, dati buoni ma non esaltanti, considerando le performance dei film precedenti. Esordio discreto per Storie pazzesche, settimo con 242mila euro, mentre salutano la top ten Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I e Interstellar, rispettivamente secondo e primo film della stagione con 8.7 e 10.4 milioni. Pride e Mommy si fermano appena fuori dalla top ten. La prossima settimana arrivano tutti i titoli forti di Natale: Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armateUn Natale stupefacenteL'amore bugiardo - Gone Girl di FincherIl ragazzo invisibile di SalvatoresBig Hero 6 e gli autoriali St.Vincent e Jimmy's Hall - Una storia d'amore e libertà

Box Office USA
Che il 2014 non sia stato un anno memorabile per il box office americano era cosa nota, ma che la settimana "prenatalizia", almeno dal punto di vista delle uscite, fosse così moscia desta un certo sbigottimento. In testa alla classifica troviamo la new entry Exodus: Dei e Re, cui bastano appena 24 milioni di dollari per ottenere la vetta, davanti a Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I che raggiunge quota 277 milioni di dollari sul suolo americano (sono 611 nel mondo). Al terzo posto perde poco, ma resta sempre su cifre insufficienti, I pinguini di Madagascar che non riuscirà ad arrivare nemmeno a 90 milioni, che risulta così il peggior film Dreamwork degli ultimi anni (per sua fortuna nel resto del mondo le cose vanno meglio, il film è a 174 milioni complessivi). Calma piatta per il resto, fatta eccezione per Top Five, commedia con Chris Rock, che ottiene la migliore media per sala della top ten con 7mila dollari. In calo fisiologico tutti gli altri film della top ten, dove al decimo posto fa capolino Wild, grazie al raddoppio delle sale a sua disposizione. La prossima settimana arrivano Lo Hobbit: La battaglia delle cinque armate(già uscito questo weekend in diversi paesi e che ha raccolto ben 117 milioni di dollari, dato che lo rende candidato a passare il miliardo worldwide), Annie (già piratato da un mese...) e Notte al museo 3 - Il segreto del faraone per cercare di vivacizzare un po' un box office che non vede l'ora di giungere velocemente al 2015, quando dovrebbero essere battuti tutti i record conosciuti... 

 
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Giulietto Chiesa arrestato in Estonia. Perché?

Post n°11966 pubblicato il 15 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

da articolo21

chiesa

Giulietto Chiesa è stato arrestato dalle autorità estoni al suo arrivo a Tallin. Il giornalista ed ex deputato europeo era nella capitale estone per partecipare a una conferenza. Secondo la moglie, la giornalista Fiammetta Cucurnia, che ha dato notizia all’ agenzia di stampa Agi, si tratta di un fermo di 48 ore che anticipa l’espulsione dal Paese baltico. Chiesa è stato prelevato dalla polizia in albergo dove gli è stato comunicato che sarà espulso dal paese entro 48 ore.
Chiesa, ha spiegato la moglie, è partito questa mattina da Roma per Tallin dove è stato invitato a partecipare ad una conferenza dal titolo “La Russia è nemica dell’Europa?”. Terminata la conferenza, il programma di Chiesa prevedeva il rientro in albergo e quindi lo spostamento alla stazione ferroviaria per prendere un treno diretto a Mosca. Una volta rientrato in albergo, l’ex europarlamentare è stato però raggiunto dalla polizia estone che gli ha comunicato che era in “stato di arresto” e sarebbe stato “espulso entro 48 ore”. Alla domanda fatta ai poliziotti se avessero un mandato, a Chiesa – ha raccontato ancora la moglie – è stato risposto: “no, potrà sapere qualcosa una volta arrivati al Commissariato”. Strada facendo l’ex europarlamentare è venuto a sapere dagli agenti che lo accompagnavano al Commissariato che nei suoi confronti esiste un mandato di espulsione al ministero degli Esteri estone. Al momento Giulietto Chiesa si trova al Commissariato di polizia di Tallin.

 

Da tempo Giulietto Chiesa sta contestando alcune ricostruzioni rispetto alla crisi che oppone la Russia all’Ucraina rispetto alla crisi in Crimea e  sulle responsabilità per l’abbattimento del Boeing della Malysia Airlines nell’est dell’Ucraina, la zona di conflitto.

Più volte sono state assegnate responsabilità dell’abbattimento ai filo russi. Chiesa aveva spiegato come le chiavi del mistero della vicenda che lui definisce «Ustica ucraina» sino saldamente nelle mani del governo di Kiev, che potrà decidere se tenerle per sé. I risultati delle indagini sui resti del Boeing della Malaysia Airlines abbattuto il 17 luglio sul quadrante sudorientale dello spazio aereo ucraino sono segreti e potranno rimanere tali a discrezione di alcuni paesi interessati, tra cui la stessa Ucraina.
“La clamorosa rivelazione è rimasta sotto traccia per diverse settimane – aveva dichiarato al Premio Ilaria Alpi in un dibattito Giulietto Chiesa –  nonostante ne avessero già parlato diverse insospettabili fonti ucraine, tra cui l’Agenzia Interfax-Ucraina e l’agenzia filogovernativa UNIAN. I grandi media occidentali non l’hanno ripresa”.

 

Alla base del fermo e dell’espulsione di Giulietto Chiesa, probabilmente, anche gli ottimi rapporti diplomatici tra Estonia ed Ucraina e le difficoltà di rapporti dello Stato con la Russia. Al di là delle idee e degli interventi e articoli di Giulietto Chiesa riteniamo che il suo fermo in Estonia sia un atto illiberale nei confronti di un giornalista.

 

15 dicembre 2014

 
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ARRESTATO GIULIETTO CHIESA IN ESTONIA da pandoratv

Post n°11965 pubblicato il 15 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 



GIULIETTO CHIESA è stato arrestato pochi minuti fa a Tallin (Estonia) dove nel pomeriggio avrebbe dovuto tenere una conferenza sulla crisi ucraina.
La polizia si è presentata nella sua stanza d'albergo dove è stato prelevato. Al momento Giulietto Chiesa è a bordo della macchina della polizia per essere condotto in destinazione sconosciuta.
A breve ulteriori aggiornamenti.

 
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MORTO SERGIO FIORENTINI, ATTORE E DOPPIATORE da leggo

Post n°11964 pubblicato il 15 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

MORTO SERGIO FIORENTINI, ATTORE E DOPPIATORE:
ERA IL BRIGADIERE CACCIAPUOTI CON GIGI PROIETTI
Sergio Fiorentini e Gigi Proietti in 'Il Maresciallo Rocca'

venerdì 12 dicembre 2014

ROMA - Lutto nel mondo della televisione: è morto ieri sera a Roma l'attore e doppiatore Sergio Fiorentini. Aveva 80 anni. Lo annuncia la moglie Eliana Lupo. 
Fiorentini, malato da tempo, era ricoverato all'ospedale San Camillo. Era molto noto al grande pubblico anche per il suo ruolo nella fiction Ilmaresciallo Rocca con Gigi Proietti. Aveva lavorato anche a Il muro di gomma e Io, loro e Lara. 

 ATTORE E DOPPIATORE Nato a Roma il 29 luglio del 1934, dopo gli esordi in teatro Fiorentini ha lavorato con Roberto Rossellini per una produzione televisiva sulla figura di Sant'Agostino, Agostino d'Ippona. Ha recitato poi in diversi poliziotteschi anni '70, come Italia a mano armata, Roma, l'altra faccia della violenza (entrambi di Marino Girolami) e Il prefetto di ferro di Pasquale Squitieri. Ma soprattutto ha prestato la sua voce roca e inconfondibile a personaggi come Gene Hackman e Mel Brooks. Ha interpretato anche Charles Durning in La stangata e Tootsie, Jack Warden in Tutti gli uomini del presidente e Il paradiso può attendere e Ernest Borgnine in Niente di nuovo sul fronte occidentale. CINEMA E TV Da attore del cinema civile, oltre al ruolo nel film di Marco Risi Il muro di gomma sulla tragedia di Ustica, è stato anche nel cast dell'Angelo con la pistola di Damiano Damiani. Tra le sue interpretazioni televisive, La Piovra 7 di Luigi Perelli, Il conte di Montecristo (con Gerard Depardieu nei panni di Edmond Dantès), Distretto di Polizia e Il maresciallo Rocca, nel ruolo del brigadiere Cacciapuoti.

 
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Golden Globe, per Birdman 7 candidature da ansa

Post n°11963 pubblicato il 12 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news

Poi Boyhood e The Imitation Game. Niente nomination per Virzì

(ANSA) - LOS ANGELES, 11 DIC - Birdman, del regista Alejandro Gonzalez Inarritu, ha ottenuto ben sette nomination alla 72/a edizione dei Golden Globe, i premi cinematografici che vengono conferiti ogni anno dalla stampa straniera a Hollywood. Dopo il film di Inarritu, che aveva aperto la Mostra del Cinema di Venezia, ci sono The Imitation Game di Morten Tyldum e Boyhood di Richard Linklater con cinque candidature, mentre La teoria del tutto ne ha ottenute quattro. Niente da fare per Paolo Virzì e Il capitale umano

 
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I Campioni salgono a 20

Post n°11962 pubblicato il 12 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

E le Nuove Proposte saranno promosse in prime time

(ANSA) - ROMA, 11 DIC - Novità a Sanremo (10-14 febbraio).   Sale da 16 a 20 il numero dei campioni in gara - nomi annunciati il 14/12 durante l'Arena di Giletti - e le Nuove proposte saranno promosse in prima serata per assicurare loro maggiore visibilità e sostenere la nuova generazione della musica italiana. "Vista la qualità e la quantità dei brani ricevuti da parte degli artisti - spiega Carlo Conti, conduttore e direttore artistico - ho proposto e ottenuto da Rai1 la modifica del Regolamento" sul numero dei big.

 
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Rai, bavagli, periferie dimenticate… da articolo21 (111214)

Post n°11961 pubblicato il 12 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

Rai, bavagli, periferie dimenticate…
Domani a Roma con Art.21. Premi a Gassman, Abbate, Di Mambro, Barra,
Noury, Degli Esposti, Palazzetti, Gillio

S

Conflitto di interesse, riforma della Rai, leggi bavaglio, crisi dell’editoria, costruzione di una rete di siti per “Illuminare le periferie”, questi alcuni dei temi che segneranno la nostra assemblea nazionale che si svolgerà il prossimo 13 dicembre a Roma nella sede della Fnsi dalle 10 in poi. Sarà la prosecuzione della riflessione già iniziata ad Assisi e anche per questo saranno invitate tutte le associazioni e le esperienze che abbiamo incontrato in questi anni.

Dalle 10.00 alle 12.00 la prima sessione sarà dedicata alla presentazione di una proposta, di metodo e di merito, sulla riforma dei media e non della sola Rai. Senza la risoluzione del conflitto di interessi ed un radicale superamento della legge Gasparri, a partire dalla riformulazione del sistema integrato delle comunicazioni, non potrà esserci infatti alcuna riforma credibile del settore.
– Dalle 12.00 alle 14.00 la seconda sessione riflettori puntati sui bavagli vecchi e nuovi: legge sulla diffamazione, nuove norme sul lavoro precario, mancata riforma dellalegge sull’editoria. Saranno con noi giuristi e rappresentanti delle diverse realtà sindacali e professionali.
Dalle 15.00 alle 17.00 la terza sessione sarà invece dedicata al rilancio e al potenziamento del sito www.articolo21.org e alla definizione della Rete dei siti che hanno aderito alla campagna ” Ti Illumino di più”.
Dalle 17.00 infine, nel ricordo di Federico Orlando, saranno assegnati i premi Paolo Giuntella per la libertà di informazione in collaborazione con  Fnsi, Inpgi, Casagit, Usigrai e Ordine dei GiornalistiQuesta volta saranno consegnati i riconoscimenti aGraziella Di Mambro che, con i suoi colleghi del Quotidiano di Latina, contrasta il malaffare in quella difficile realtà, alla giornalista Francesca Barra che ha subito intimidazioni e insulti in rete per alcuni post antirazzisti, a Gian Mario Gillio direttore della rivista Confronti,storico punto di incontro tra credenti, diversamente credenti e non credenti. (Sarà invece assegnato alla prima assemblea del 2015 il premio già annunciato a Federica Angeli, la coraggiosa cronista costretta a vivere sotto scorta per le sue inchieste sulla presenza mafiosa a Ostia). Un riconoscimento speciale sarà assegnato aCarlo Degli Esposti,uno dei più sensibili produttori italiani, da sempre schierato  sul fronte della qualità e della promozione di temi, autori, realtà troppo spesso trascurate o cancellate. La tradizionale targa dedicata a chi ha scelto di battersi per il riconoscimento dei diritti civili sempre, comunque, dovunque sarà dato a Riccardo Noury di Amnesty e adAlessandro Gassman per la generosità ed la passione civile con le quali ha messo a disposizione degli altri la sua sensibilità di autore,attore, regista.
Un premio speciale a Lirio Abbate,  giornalista che da tempo denuncia la presenza di una piovra tutta romana. Sotto scorta per le minacce di morte subite ha svelato coraggiosamente gli intrecci tra politica, affari e criminalità organizzata, nella Capitale e non solo.
Alla fine, tutti insieme, consegneremo il riconoscimento, annunciato da tempo, all’associazione dei familiari delle vittime dell’Eternit di Casale Monferrato. Il premio che daremo al sindaco di Casale Monferrato Titti Palazzetti sarà una occasione per riaccendere le luci sulla strage senza fine, quelle delle morti sul lavoro e da lavoro.

Ovviamente siete tutte e tutti invitati. Di seguito l’elenco delle adesioni, così come stanno arrivando alla redazione. Grazie, appuntamento al 13 dicembre.

LE PRIME ADESIONI PERVENUTE (INVIATE LA VOSTRA ADESIONE ALLA MAIL redazione@articolo21.info) 

Tommaso Fulfaro, Elisa Marincola, Mara Filippi Morrione, Beppe Giulietti, Stefano Corradino, Paola Venanzi, Vittorio Di Trapani, Daniela De Robert, Franco Siddi, Vincenzo Vita, Giorgio Zanchini, Graziella Di Mambro,  Daniele Cerrato, Andrea Camporese, Giorgio Santelli, Paolo Aleotti, Elio Matarazzo, Filippo Vendemmiati, Roberto Bertoni, Claudia Farallo, Carlo Degli Esposti, Andrea Iacomini, Riccardo Noury, Giovanni Marzini, Norma Ferrara, Anna Cerofolini, Stefania Battistini, Enzo Nucci, Roberto Secci, Danilo Sinibaldi, Giulio Vasaturo, Barbara Scaramucci, Duilio Gianmaria, Valerio Cataldi, Tarek BrhameRenato Parascandolo, Patrizia Bovi, Ylenia Di Matteo, Nella Condorelli, Raffaele Siniscalchi, Giovanni Marzini, Francesca Fresa, Elena Risi, Rossella Granata, Giorgio Balzoni, Roberto Zaccaria, Raffaele Lorusso, Flavio Lotti, Eduardo Orlando, Laura Giuntella, Enrico Fulfaro, Ugo Onelli, Lucio Rizzo, Lelio Grassucci, Enzo De Camillis, Tiziana Boari, Michele Cervo, Marina de Ghantuz Cubbe, Benedetta de Ghantuz Cubbe Fernando Cancedda, Ivana Gomarasca e Marisa Gomarasca, Domenico Gallo, Alessandra Tarquini, Tiziana Cignarelli, Alessandro Cardulli, Patrizia Rossi, Pino Scaccia, Claudio Foresti, Elisa Viscuso, Vincenzo Macchiarola, Pierluigi Mele, Alessandra Mancuso

12 dicembre 2014

 
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"Trame, il Sud in bianco e nero", le mafie viste attraverso i cinegiornali Luce da cinecittà news

Post n°11960 pubblicato il 12 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Michela Greco11/12/2014
COURMAYEUR - Dai cinegiornali della Settimana Incomsulle gesta, la cattura e la morte del bandito Salvatore Giuliano, nel 1950, al film di Gianfranco Mingozzi Con il cuore fermo Sicilia del 1965, passando per i filmati dell'Istituto Luce che documentarono le vicende del bandito La Marca e del brigante Musolino, di Rosario Candela e del mostro di Presinaci. È l'illuminante e suggestivo percorso diTrame, il Sud in bianco e nero, l'incontro promosso alNoir in Festival dall'Istituto Luce Cinecittà con il festival calabrese Trame, con la conduzione di Gaetano Savatterie la partecipazione di Costanza Quatriglio, Armando Caputo, Toni Trupia, Tommaso De Pace, Gianrico Carofiglio, Carmelo Sardo e Giovanni Spagnoletti

Un inedito viaggio attraverso l'evoluzione della narrazione della criminalità organizzata tramite le immagini e le parole dei cinegiornali, in cui emerge in tutta la sua potenza l'influenza del linguaggio cinematografico sulla rappresentazione del fenomeno mafioso. "Nei cinegiornali sul bandito Giuliano vediamo un immaginario costruito su icone che rappresentano qualcosa di invisibile: la mafia – spiega la regista di Triangle – È un immaginario fatto di paesaggi, di volti, con il pescivendolo, le donne velate, il carretto siciliano: scene costruite a scopo propagandistico, impregnate di forzature semantiche". Un metodo rappresentativo ingenuo e diabolico allo stesso tempo: "erano documenti filogovernativi", commenta Savatteri, capaci di suggerire che, con la cattura di un criminale, si "metteva fine alle anacronistiche sopravvivenze del passato mafioso".

Secondo Armando Caputo, presidente della Fondazione Trame, "Ci fu all'epoca una potenza di fuoco dello Stato ben rappresentata da quelle immagini: dall'ultimo brigante ucciso, raccontato come una vittoria definitiva, alla lotta seria alla 'Ndrangheta sono passati decenni: nel frattempo la 'ndrangheta in Calabria è diventata una potenza inimmaginabile, svelando l'enorme danno provocato anche da quella rappresentazione falsata". Il regista Toni Trupia azzarda un "paragone con la narrazione giornalistica del caso di cronaca del piccolo Loris: è stata effettuata una forzatura di senso in cui qualsiasi indizio porta alla medesima conclusione, mostrando sempre la madre tra due poliziotti e rappresentandola quindi come arrestata'". 

I cinegiornali della Settimana Incom dell'inizio degli anni '50 tracciavano comunque un affresco del Sud attraverso i suoi mali molto diverso da quello che arriverà più tardi, con il bellissimo documentario firmato daGiuseppe Ferrara nel 1966Mafia d'Aspromonte, in cui al contrario la 'ndrangheta viene definita come "uno dei pochi mezzi di affermazione personale dei cittadini calabresi, attanagliati dalla paura della vita in una terra condannata all'oblio sociale". Lo scrittore Gianrico Carofiglio, che da consulente della Commissione antimafia coniò l'espressione "mafia liquida", conferma che "la paura della vita, come suggerisce il documentario di Ferrara, è in effetti una delle verità profonde dietro il fenomeno mafioso. All'epoca non c'erano norme, né strumenti tecnici e investigativi per contrastarlo, c'era un problema culturale e di compromissione degli apparati dello Stato, soprattutto in Sicilia".

Il finale dell'incontro è riservato alle incredibili immagini di Con il cuore fermo Sicilia, un'opera che, secondo Costanza Quatriglio, "mostra la potenza della grande letteratura, grazie al testo di Leonardo Sciascia, che incontra il grande cinema firmato da Mengozzi e coadiuvato da Zavattini".

 
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Golden Globe, nessuna nomination per Virzì

Post n°11959 pubblicato il 12 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news

ssr11/12/2014
Birdman, il film di Alejandro Gonzalez Inarritu, che ha inaugurato l'ultima Mostra di Venezia, guida le nomination dei Golden Globe 2015 con 7 candidature. SeguonoBoyhood di Richard Linklater e The Imitation Game di Morten Tyldum. Nessuna nomination per Il capitale umanodi Paolo Virzì, il film in corsa per gli Oscar non è entrato nella cinquina del Miglior film in lingua straniera dove invece sono presenti Force Majeure (Svezia), Gett: The Trial of Viviane Amsalem (Francia-Israele), Ida (Polonia),Leviathan (Russia), Tangerines (Estonia). Nessun artista italiano neanche in altre categorie.

Nella cinquina dei migliori film drammatici troviamoBoyhood, Foxcatcher, Selma, The Imitation Game La teoria del tutto. In quelli delle commedie o musical ci sono Birdman, The Grand Budapest Hotel, Into the Woods, Pride St. Vincent.
Gli interpreti nominati come migliori attori nella categoria commedia sono Michael Keaton per Birdman, Ralph Fiennes per The Grand Budapest Hotel, Bill Murray per St. Vincent, Joaquin Phoenix per Inherent Vice, Christoph Waltz per Big Eyes. Mentre i cinque nella categoria attori drammatici sono Benedict Cumberbatch per The Imitation Game, Eddie Redmayne per La teoria del tutto, Steve Carell per Foxcatcher, David Oyelowo per Selma, Jake Gyllenhaal per Lo sciacallo.

La cinquina delle attrici protagoniste in una commedia sono Amy Adams per Big Eyes, Emily Blunt per Into The Woods, Julianne Moore per Maps To The Stars, Quvenzhane Wallis per Annie, Helen Mirren perAmore, cucina e... curry.
Nella categoria film drammatici invece le attrici protagoniste nominate sono Julianne Moore (doppia candidatura) per Still Alice, Reese Witherspoon per Wild, Rosamund Pike per L'amore bugiardo, Felicity Jones per La teoria del tutto, Jennifer Aniston per Cake.
I film d'animazione candidati sono Big Hero 6The Book of LifeThe Boxtrolls, Dragon Trainer 2  e The Lego Movie.

La settantaduesima edizione del premio dei giornalisti stranieri a Hollywood si svolgerà l'11 gennaio, la cerimonia sarà condotta per la terza volta da Tina Fey e Amy Pohler.

 
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