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Messaggi di Settembre 2017

 

Festival di Venezia 2017: Tutti i vincitori

Post n°13987 pubblicato il 11 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Leone d'Oro a The Shape of Water. Premiata Charlotte Rampling per Hannah

Ha vinto il migliore. Un Leone d’Oro da 110 chili! Quelli di Guillermo Del Toro che ha vinto #Venezia74 con il suo magico The Shape of Water… Davvero, come ha detto il regista messicano, un pieno di cinema…

Che tutto sarebbe andato più che bene lo si era intuito dal “discorso di chiusura” di Alessandro Borghi, madrino del Festival di Venezia 2017

 

In Gucci “illuminante”, l’attore romano ha raccontato il suo festival e insieme rivelato il segreto di un’edizione “speciale”, che ha davvero puntato sul cinema, le sue storie, i suoi personaggi, i suoi background… Un pieno di cinema…Alessandro Borghi ha ringraziato famiglia, fidanzata, Claudio Caligari (il regista che l’ha lanciato con Non essere cattivo) e tutti gli incontri/sogni/momenti della sua Venezia 2017.

Ha citato Jim Carrey visto di persona e sullo schermo, la colazione di Donald Sutherland, i divi incrociati… La sua vita privata (reale) e il mondo dei suoi sogni (coronati)…

 

Venezia 2017 è stato un mix di tutto. Di America, Italia, Giappone, Libano… Di tante nazionalità come quelle della giuria, come ha ricordato la presidenta Annette Bening. Di fantasy e di musical (partenopeo…). Un documentario lungo 3 ore sulla più grande biblioteca newyorchese e la storia di un ragazzo che attraversa gli States con un cavallo da corsa.

Un western australiano premiato a sorpresa (Sweet Country, con tanto di aborigeni) e un attore teatrale palestinese venuto dal Libano e dalla sua storia di guerre senza fine alla sua prima prova da professionista e premiato con la Coppa Volpi (per il piccolo bellissimo e bellico The Insult)…

#Venezia74 è stato Charlotte Rampling che è Hannah e che ha ritirato la sua Coppa Volpi con la stessa giacca Giorgio Armani Privé con cui si era presentata al photo call del film.

E ancora… Una cantante bellissima e famosissima in fuga dalla sua bellezza e dalla sua fama (il vincitore della sezione Orizzonti Nico, 1988: con una protagonista, Trine Dyrholm davvero speciale, e un film di due antropologi su un caso famosissimo di cannibalismo (Caniba, film scandalo annunciato e premiato nella sezioni Orizzonti)…

La realtà virtuale (new entry, con una sezione e tre premi tutti suoi) e la tv (Suburra, i Leoni d’Oro alla carriera a Jane Fonda e Robert Redford per Le nostre anime di notte, by Netflix)… e via così. Col mondo e i film riuniti al Lido di Venezia per 10 giorni e con pochissime delusioni…

Ecco tutti i vincitori del Festival del Cinema di Venezia 2017, compreso i tre neonati Venice Virtual Reality Awards

CONCORSO #VENEZIA74

LEONE D’ORO:
The Shape of Water di Guillermo Del Toro

 

LEONE D’ARGENTO GRAN PREMIO DELLA GIURIA:
Foxtrot 
di Samuel Maoz

 

MIGLIOR REGIA:
Xavier Legrand
 per Jusqu’à la garde

COPPA VOLPI ALLA MIGLIOR ATTRICE:
Charlotte Rampling 
per Hannah

 

COPPA VOLPI MIGLIOR ATTORE:
Khamel El Basha 
per The Insult

PRMMIO MIGLIOR SCENEGGIATURA:
Martin McDonagh 
per Three Billboards Outside Ebbing, Missouri

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA:
Sweet Country 
di Warwick Thornton

PREMIO MARCELLO MASTROIANNI A UN GIOVANE ATTORE/ATTRICE EMERGENTE:
Charlie Plummer
 per Lean on Pete di Andrew Haigh

PREMI SEZIONE ORIZZONTI:
Miglior Film: Nico 1988 di Susanna Nicchiarelli
Miglior Regia: Vahid Jalilvand per No date, No Signature
Premio Speciale: Caniba di Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor
Miglior Attrice: Lyna Khoudri per Les Bienheureux
Miglior Attore: Navid Mohammadzadeh per No Date, No Signature
Miglior Sceneggiatura: Los versos de l’olvido di Alireza Khatami
Miglior cortometraggio: Gros Chagrin di Céline Devaux

LEONE DEL FUTURO VENEZIA OPERA PRIMA LUIGI DE LAURENTIIS:
Jusqu’à la garde di Xavier Legrand

PREMI VENEZIA CLASSICI:
Miglior documentario sul cinema: The Prince and the Dybbuk di Elwira Niewiera, Piotr Rosolowski
Miglior restauro: Idi i smotri (Va e vedi) di Elem Klimov

VENICE VIRTUAL REALITY AWARDSArden’s Wake (Expanded) di Eugene YK Chung, Bloodless di Gina Kim, La camera insabbiata di Laurie Anderson e Hsin-Chien Huang


 
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L'ordine delle cose

Post n°13986 pubblicato il 11 Settembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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La Fratellanza

Post n°13985 pubblicato il 11 Settembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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I critici si schierano a fianco di Ziad Doueiri da cinecittànews

Post n°13984 pubblicato il 11 Settembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: news

Il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani condanna fermamente l’arresto del regista Ziad Doueiri, il cui film The Insult ha conquistato la Coppa Volpi attribuita a Kamel El Basha per la migliore interpretazione maschile alla Mostra di Venezia. Il regista, già autore di West Beirut, arrestato dalla polizia al suo arrivo in Libano, dovrà affrontare un processo pochi giorni prima del lancio del suo film nei cinema libanesi. Si tratta di un atto di intimidazione inaccettabile. Di un sopruso intollerabile. Sncci e Settimana Internazionale della Critica di Venezia si schierano al fianco di Ziad Doueiri e di tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di The Insult, ribadendo il proprio “NO!” inequivocabile a tutte le forme di censura e di intimidazione nei confronti dei registi, del cinema e dell’arte. Auspicando la liberazione immediata di Ziad Doueiri, il Sncci ribadisce che la libertà d’espressione e di parola è intoccabile. No alla censura. No alle minacce. No alla paura. 

 
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Addio all'attore Gigi Burruano

Post n°13983 pubblicato il 11 Settembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: news

E' morto a 69 anni l'attore palermitano Gigi Burruano. Da qualche mese non stava bene. Attore di teatro, cinema e tv, Burruano ha recitato sui palcoscenici di diversi teatri stabili italiani, tra cui Roma, Catania, Trieste, Palermo e Prato. Ha esordito al cinema nel 1970 in L'amore coniugalediretto da Dacia Maraini e ha poi partecipato a decine di film. Con il ruolo di Luigi Impastato è stato tra i protagonisti di I cento passi di Marco Tullio Giordana. Ha avuto ruoli tra gli altri anche nei film L'uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore, Nowhere di Luis Sepúlveda, Miracolo a Palermo! di Beppe Cino, Il ritorno di Cagliostro di Daniele Ciprì e Franco Maresco, Quo vadis, baby? di Gabriele Salvatores.
Ha lavorato anche nelle serie Tv Piovra 8, Turbo e Incantesimo 4. Burruano, zio dell'attore Luigi Lo Cascio, scoprì e fece conoscere gli attori Tony Sperandeo e Giovanni Alamia. Nel 2006 venne arrestato per aver accoltellato l'ex genero perché secondo lui non assolveva agli impegni verso la famiglia.

 
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Premi collaterali: SIGNIS a 'La villa', Astrei a 'Gatta Cenerentola'

Post n°13982 pubblicato il 11 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

VENEZIA - Sono stati consegnati questa mattina presso lo Spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo, in Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior, i Premi Collaterali della 74. edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Questi i riconoscimenti assegnati nel corso della cerimonia condotta dal giornalista della Rivista del Cinematografo Federico Pontiggia:  

-        Premio SIGNIS  La villa di Robert Guédiguian  “Una rappresentazione contemporanea del mondo in cui viviamo oggi. La villa ha molto da dire sui legami familiari, il significato della casa, il rapporto con i vicini (migranti), e il confronto con la popolazione che invecchia. In un tranquillo villaggio di pescatori minacciato dalla urbanizzazione, tre fratelli tornano a vedersi per prendersi cura dei genitori malati. Questo cambiamento diventa catalizzatore di speranza che coinvolge tutti. Una onesta e commovente celebrazione della vita”. Menzione speciale a Foxtrot  di Samuel Maoz  

-         Premio CGS - Lanterna Magica a L’equilibrio di Vincenzo Marra “per la coraggiosa narrazione di un percorso di testimonianza umana e cristiana vissuto per scelta in un ambiente sociale difficile. Le tematiche forti dell’ illecito smaltimento dei rifiuti, dei poteri malavitosi, dell’omertà che nasce dalla paura, vengono affrontate da una regia asciutta e tagliente, quasi scabra, che toglie anche alla gestualità del protagonista ogni morbidezza o compromesso. Le simmetrie oppositive tra figure e situazioni sono indizi di tutta la drammatica oscillazione che dà nome all’opera:  pragmatismo e coerenza ideale;  paura e rifiuto della denuncia; molteplici declinazioni della preghiera, fino all’urlo di ricerca. La macchina da presa accompagna costantemente da vicino tutta la tenace missione del protagonista, definendo così una giusta distanza dal personaggio”. 

 -    Premio FEDIC (Federazione Italiana dei Cineclub) a  La vita in comune di Edoardo Winspeare "perché il regista raccontando con immagini solari e vive le vicende del paesino di Disperata riesce a trasformare situazioni drammatiche in commedia di valore universale, a volte con sottile ironia, pur mantenendo la coerenza della sua filosofia di autore indipendente e fieramente locale con la speranza di un riscatto sociale". Menzioni speciali a Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli e Le Visite di Elio Di Pace 

-          Premio Civitas Vitae 2017 a Silvio Soldini per Il colore nascosto delle cose: “Regista e sceneggiatore sensibile e avvertito, Silvio Soldini con Il colore nascosto delle cose racconta una (stra)ordinaria storia di coesione sociale, illuminando il lato nascosto dell’accoglienza: aprirsi all’altro, accettarne debolezze e disabilità, rafforza la nostra personalità, cambia la nostra esistenza. La cecità di Emma, ben interpretata da Valeria Golino, è un handicap, ma non una condanna. Soprattutto, è una possibilità per l’altro: Teo, un misurato Adriano Giannini, incontrandola conosce se stesso, accetta i propri sentimenti e le proprie responsabilità. Ne Il colore nascosto delle cose vince il coraggio di un cinema che scavalca le apparenze: Soldini sceglie di raccontare una favola umana e umanista, dove la speranza è il colore primario”.  

-    Premio Gianni Astrei – Venezia 2017 a Gatta Cenerentola di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone “Per avere reinterpretato una favola eterna, contestualizzandola in una Napoli al contempo futuristica e tremendamente attuale. Abbinando, a suon di metafore, il destino di uno a quello di tutti. Mia e Napoli infatti camminano tenendosi per mano verso una visione che a loro ancora non appartiene, ma di cui possono prendere consapevolezza solo guardanduo e riscoprendo le proprie origini. Una fiaba in cui la tecnologia si sostituisce alla dimensione magica rivelando ciò che resta oltre i confini del tempo: il passato, i sogni, il bene voluto e la verità

-          INTERFILM Award a Los versos del Olvido di Alireza Khatami, "un film che combina la dura realtà con la poesia visiva per raccontare una storia che trascende il tempo, il luogo e supera i confini politici, culturali e religiosi. Nel film Los versos del Olvidio, Alireza Khatami racconta una storia di perdita, memoria, corpi perduti e lutto. Una persuasiva scenografia e immagini trasmettono un forte senso di compassione e di umanità. La cura dei morti e dei per i vivi ci unifica anche se sono avvenute in diverse tradizioni e rituali attraverso la storia e le religioni dell’uomo”. 

 
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La vittoria del cinema di genere. Bene anche per l’Italia

Post n°13981 pubblicato il 11 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

VENEZIA – In pochi ci credevano, in molti ci speravano. Guillermo Del Toro è il Leone d’oro di questa Venezia 74. Il suo The Shape of Water ha conquistato la giuria che per la prima volta premia un film fantasy, storia d’amore tra una ragazza muta e un tritone venuto dalle profondità dell’Oceano. Ma non si tratta di un film disimpegnato. Anzi. E’ una parabola contro il razzismo e a favore dell’accettazione del diverso: “Credo che raccontare con lo strumento del mito – dice il regista messicano in conferenza – aiuti a distaccarsi dal ‘qui e ora’ e proiettarsi verso le tematiche in maniera più universale. La parabola è la forma più antica di disamina delle idee. Alcune radici sono comuni ai miti messicani, a quelli mesopotamici, a quelli australiani e alle fiabe di Perrault. E’ importante sapere che anche la mia voce viene compresa e ascoltata. Ogni tipo di cinema fatto con passione e intelligenza può essere valido. Faccio il regista da 25 anni e vi assicuro che una carriera non è una traiettoria ma un incidente in slow motion. Si sale, si scende, si cade, ma non ho mai cambiato. Non ho mai pensato a come fare per vincere un premio o l’altro. Se faccio un film è per un atto di amore e creazione, cerco solo di fare il massimo che posso. E cerco di rischiare, portando in ogni nuovo film qualcosa che non avevo mai inserito nei precedenti”. E lo dice, si capisce, anche in relazione a una possibile candidatura agli Oscar, che non presero in considerazione l’acclamato Il labirinto del Fauno

E ancora, sulla sua ‘messicanità’ (che condivide con Bunuel, premiato nel ’69 con Bella di giorno): “Fa parte di me, è importantissima. Sono messicano nella testa, nella pancia e nelle palle. Io sono a favore dell’incontro, ma anche dell’imperfezione. L’imperfezione è il bello dell’umanità e i mostri sono imperfetti. Ma le peggiori ideologie – chiaro il riferimento a Trump e al suo ‘muro’ – imboccano sempre parole che sembrano altruiste: purezza, terra madre, onore. Bisogna stare molto attenti. Quanto a Bunuel, è il mio regista preferito insieme ad Hitchcock, mi piacerebbe molto che questa coincidenza significasse qualcosa". 

E’ andata bene anche per l’Italia, che ha visto premiare Susanna Nicchiarelli e il suo Nico 1988, sull’icona di Andy Warhol e cantante dei Velvet Underground, nella sezione Orizzonti: “Un film italiano – dice la regista – perché sono italiana io e una parte di racconto è ambientata in Italia. Inoltre è un film prodotto a maggioranza italiana. Però lo considero anche europeo: parla di una donna tedesca che vive in Inghilterra e fa un tour europeo nell’anno precedente alla caduta del muro. Racconta la nostra storia e penso che per questo ci si possa identificare molto”. 

Sui social qualcuno ha fatto notare che i vincitori della sezione Orizzonti Opera Prima sono rispettivamente italiana e francese (Xavier Legrand per Jusqu'à la garde) come i rispettivi presidenti di giuria. Volendo, anche Del Toro, pur essendo messicano, lavora molto negli USA come Annette Bening. Si dice anche che ci sia stata qualche difficoltà per quanto riguarda Orizzonti, tanto da richiedere l’intervento del direttore Barbera. Ma, spiega Gianni Amelio, presidente di giuria di questo secondo concorso, “era solo un problema tecnico, non capivamo il regolamento. Noi pensavamo di dover dare due premi al miglior cortometraggio, uno dei quali sarebbe stato automaticamente segnalato per i premi EFA. Ci siamo chiesti se non ci fossero due premi, uno rivolto all’Europa e un altro al mondo. Ma il direttore ci ha spiegato che qualora il cortometraggio vincitore fosse stato europeo non c’era necessità di nominarne un altro. Tra l’altro, la visita del direttore a una giuria è una prassi abbastanza comune anche a Cannes”. Invece il presidente di giuria del premio Opera Prima Benoit Jacquot è stato molto tranchant: “Anch’io avrei preferito non premiare un film francese, ma il migliore era francese, e lo sono anch’io, mi dispiace”. 

Italiano anche Andrea Pallaoro, regista di Hannah che è valso a Charlotte Rampling la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile. Jasmine Trinca, giurata italiana della giuria principale, ha detto: “Charlotte è una meraviglia e su questo non ci sono state discussioni. In particolare in questo momento non si giudica certo un film per l’appartenenza al proprio paese, il cinema è un linguaggio universale. E questa è una Mostra Internazionale. Da attrice, poi, nemmeno posso esprimere la mia gratitudine di fronte a tanta maestria”.  

“I premi incoraggiano ad andare avanti – ha detto Rampling – è un modo per essere competitivi e sapere che un gruppo di persone competenti ha votato per il film a cui ho lavorato non può che essere un incentivo. Inoltre – ha risposto, interrogata sulla questione – amo l’Italia e mi piacerebbe se registi importanti come Sorrentino, Virzì o Garrone mi chiamassero, ma spetta a loro decidere. Io aspetto e basta, non ho mai chiesto a nessuno di fare qualcosa con me”. 

Ad ogni modo, la presidente di giuria del concorso Annette Bening comunica l’immagine di una squadra serena e tutto sommato coesa: ''Abbiamo discusso di tutti i film a lungo e più ne vedevamo più desideravamo parlarne, ma è sempre stata una discussione aperta, addirittura gioiosa. E’ stato difficile escludere grandi documentari come Human Flow ed Ex Libris, ma semplicemente non si può dare un premio a tutti”. Non ha voluto dire invece se il Leone sia stato deciso all’unanimità. 

Il Premio Mastroianni a un giovane attore emergente è andato a Charlie Plummer per la sua interpretazione in Lean on Pete: “Sapere a chi è intitolato il premio – dice – mi emoziona e mi carica di responsabilità, soprattutto considerando i grandi registi con cui ha lavorato Mastroianni”. Allo stesso tavolo dei premiati sono seduti l’israeliano Samuel Maoz per il film Foxtrot, e l’attore palestinese Kamel El Basha, interprete di The Insult. “Spero che questo possa essere utile a creare dialogo – dice il primo – almeno la gente ne parlerà”. “Personalmente – dice il secondo – non penso in questi termini. Faccio arte, non mi sostituisco agli stupidi politici”. Forse un po’ deluso Martin McDonagh, regista irlandese di Three Billboards Outside Ebbing, Missouri che molti davano per vincitore, e si è dovuto ‘accontentare’ del Premio per la sceneggiatura. “In effetti è un film molto scritto – dice il regista – ho un background teatrale e uso i dialoghi per portare avanti la storia, li ritengo una delle cose più importanti di un film”.  

Sempre in tema di identità culturale parla il regista Warwick Thornton, vincitore del Premio Speciale della Giuria e autore di Sweet Country, che racconta una pagina poco conosciuta di storia australiana: “parte della storia degli indigeni non è conosciuta – dice – e trovo importante che invece queste vicende siano raccontate, non solo in Australia ma tutto il mondo”.

 
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Il "peso" di Del Toro e le lacrime di Legrand

Post n°13980 pubblicato il 11 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

VENEZIA - "Ho 52 anni e peso 136 chili". Con un pizzico di autoironia Guillermo Del Toro accetta il Leone d'oro della 74esima Mostra. Il regista messicano ha trionfato con The Shape of Water, da subito uno dei colpi di fulmine in questo concorso di altissimo livello. Un film di genere, una love story inconsueta, un film visivamente ricchissimo che ha messo per una volta tutti d'accordo, critica e pubblico. "Dedico questo premio a ogni filmmaker messicano", ha detto il regista che ha rivitalizzato il fantasy e ha portato nell'horror sentimenti profondi e una forte vena romantica. Del Toro ha invitato i giovani colleghi messicani a seguire la propria fede, qualsiasi essa sia, "io credo nei mostri, e poi nella vita, nell'amore e nel cinema", ha detto il cineasta che è stato candidato all'Oscar per Il labirinto del fauno ma non ha mai vinto l'Academy Award.. 

Miglior film di Orizzonti l'italiano Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli prodotto da Gregorio Paonessa e Marta Donzelli con l'apporto di Rai Cinema e del MiBACT, con una bravissima attrice come Trine Dyrholm. "E' un film complicato - ha detto la cineasta romana, classe 1975 - è un film italiano e internazionale, ed è un film musicale". Anche l'anno scorso fu un film italiano (Liberami di Federica Di Giacomo) a vincere in questa sezione, che è riservata al cinema innovativo e di ricerca ed è a tutti gli effetti un secondo concorso. (Ma forse la vera innovazione è ormai affidata alla nuova competizione sulla realtà virtuale). 

Il Gran Premio della giuria è andato al teatrale Foxtrot dell'israeliano Samuel Maoz, già vincitore del Leone d'oro con Lebanon nel 2009. Il regista ha ricordato che il foxtrot è una danza che finisce sempre nel punto in cui inizia, come è capitato anche a lui, tornando sul palco di Venezia. Ma il momento più toccante della serata è stato certamente quello del Leone d'argento a Xavier Legrand per la regia del suo emozionante Jusqu'è la garde, un teso thriller sulla violenza in famiglia che ruota attorno alla custodia di un figlio minorenne in un caso di divorzio. Legrand, che ha ottenuto anche il Leone del futuro Premio Luigi De Laurentiis alla migliore opera prima, è scoppiato in lacrime. "Molti mi hanno chiesto perché ho scelto un soggetto così doloroso per il mio primo film. E' stato perché non potevo attendere il secondo, era troppo urgente parlare della violenza sulle donne e spero che il futuro delle donne sarà migliore", ha detto l'ex attore, diventato ora regista, che ha sviluppato questo progetto dal cortometraggio Avant que de tout perdre.

Grande e caloroso applauso della sala, con la giuria tutta in piedi, per Charlotte Rampling, Coppa Volpi per la coraggiosa e puntuale interpretazione in Hannah, in cui è in scena dal primo all'ultimo fotogramma fidandosi totalmente di un giovane cineasta. "L'Italia è la mia fonte assoluta di ispirazione - ha detto l'attrice - ho iniziato a 22 anni con Gianfranco Mingozzi e poi ho continuato con maestri come Visconti, Liliana Cavani, Patroni Griffi, Adriano Celentano, Gianni Amelio, sono loro i miei maestri. Adesso ho fatto questo film con Andrea Pallaoro, che è la nuova generazione". Da sottolineare che i due film italiani premiati stasera (Hannah e Nico, 1988) sono entrambi produzioni internazionali.

Coppa Volpi maschile all'attore palestinese Kamel El Basha, interprete del bel film libanese The Insult di Ziad Doueiri, un ottimo film che forse avrebbe meritato un premio per la scrittura. Attore di teatro alla sua prima prova al cinema, El Basha ha ringraziato gli spettatori palestinesi che per trent'anni sono andati a vederlo a teatro permettendogli stasera di essere qui.

Migliore sceneggiatura - e sicuramente molti avranno da ridire perché il film era tra i favoriti per il Leone d'oro - a Martin McDonagh per Three Billboards outside Ebbing, Missouri. Il cineasta britannico è sembrato un po' sbrigativo nei ringraziamenti di rito (forse anche lui si aspettava qualcosa di più): "In questi giorni mi sono molto divertito con i miei attori, Frances McDormand e Sam Rockwell, abbiamo bevuto parecchi Negroni". 

Premio Speciale della Giuria all'australiano Sweet Country, cupo western aborigeno che denuncia le condizioni di schiavismo degli indigeni australiani all'inizio del secolo scorso. Warwick Thornton è un autore di cui sentiremo sicuramente ancora parlare. Premio Marcello Mastroianni al diciottenne Charlie Plummer per Lean on Pete: il ragazzo è già lanciatissimo e presto lo vedremo nel film sul rapimento di Paul Getty firmato da Ridley Scott. 

In un'edizione della Mostra di altissimo livello, era difficile sbagliare il verdetto e la giuria guidata da Mrs Annette Bening ha preso in considerazione quasi tutti i film migliori, con l'eccezione di Ella & John di Paolo Virzì (almeno per l'interpretazione di Donald Sutherland e Helen Mirren), First Reformed di Paul Schrader e lo straordinario documentario Ex Libris del maestro americano Frederick Wiseman. 

 
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I film premiati usciranno anche in sala

Post n°13979 pubblicato il 11 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

VENEZIA - Spesso i film premiati non arrivano mai nelle sale, ma non è questo il caso della 74esima edizione. The Shape of Water di Guillermo Del Toro sarà distribuito da 20Th Century Fox il 15 febbraio 2018. Con la medesima major arriverà nei cinema, il 18 gennaio, Tre Manifesti A Ebbing, Missouri di Martin McDonagh (vincitore del Premio per la migliore sceneggiatura). Sarà invece I Wonder Pictures a distribuire Hannahdi Andrea Pallaoro, per il quale Charlotte Rampling ha vinto la Coppa Volpi. Stessa casa di distribuzione e data d'uscita già fissata, il 12 ottobre, per Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli, miglior film nella sezione Orizzonti. Nei cinema anche il gran premio della giuria L'insulto di Ziad Doueiri, acquistato da Lucky Red. Charlie Thompson di Andrew Haigh, con protagonista Charlie Plummer, vincitore del Premio Marcello Mastroianni come attore emergente uscirà con Teodora. E' per ora invece senza distribuzione Jusqu'a la garde di Xavier Legrand, che di premi ne ha vinti due, Leone d'argento per la migliore regia e il Leone Del Futuro - Premio Venezia Opera Prima (Luigi De Laurentiis).Tra gli altri film del concorso, arriveranno il 28 settembre Madre! di Darren Aronofsky (20th Century Fox) e Una famiglia di Sebastiano Riso (Bim). 01 distribuirà Ammore e malavita dei Manetti Bros (5 ottobre), Suburbicon di George Clooney (14 dicembre), Ella & John - The Leisure seeker (25 gennaio) e Human Flow di Ai Weiwei. Downsizing di Alexander Payne sarà nelle sale per Natale, dal 21 dicembre, con Universal. Nei cinema anche Mektoub my Love: Canto uno di Abdellatif Kechiche, con Vision Distribution e Ex Libris - The New York Public Library di Frederick Wiseman con I Wonder Pictures. 

The Shape of Water
 uscirà in America l'8 dicembre, in tempo per le candidature agli Oscar che saranno annunciate il 23 gennaio 2018. Nelle sale italiane il fantasy romantico ambientato in piena Guerra Fredda arriverà invece durante la campagna Oscar. La cerimonia delle statuette, che quest'anno compiono 90 anni, sarà il 4 marzo 2018. 

 
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Cattivissimo me 3 incredibile, oltre un milione in un solo giorno

Post n°13978 pubblicato il 11 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Grazie ad una domenica incredibile, con un incasso nel singolo giorno di oltre 1 milione di euro, Cattivissimo Me 3 stravince il weekend davanti a comunque ottimo Dunkirk che arriva a sfiorare i 6 milioni complessivi (Cattivissimo Me chiude il weekend a 14,8 milioni e supererà i 15 milioni in settimana). La lotta per il terzo posto la vince Baby Driver che chiude il weekend con quasi 1 milione di euro complessivo, considerando anche il primo giorno di programmazione. Il film tiene a distanza La Fratellanza, che incassa 760mila euro, un dato niente male per un film che ha avuto sicuramente pubblicità rispetto al primo. 
L'unico film italiano in classifica, Il Colore Nascosto delle cose, non riesce a superare il mezzo milione di euro e si ferma a 439mila.In coda finiscono All Eyez on MeThe Devil's CandyOverdrive, che chiude con 1,3 milioni di euro, Fottute e Miss Sloane, quest'ultimo penalizzato dall'enorme ritardo nella distribuzione. Questa settimana i film forti sono Barry Seal - Una storia americana e Cars 3, con quest'ultimo che finora ha deluso ovunque ed è il peggior incasso Pixar dopo Il viaggio di Arlo. Per la classifica attenzione però anche a Leatherface e Appuntamento al parco. Curiosità per l'animato italiano Gatta Cenerentola, che ha avuto un bel successo a Venezia, e per il docu-musical David Gilmour - Live at Pompeii

 
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Cattivissimo Me 3

Post n°13977 pubblicato il 11 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Gru scopre di avere un fratello gemello. In Cattivissimo Me 3 appaiono i primi segni di cedimento, che si riesce a mascherare con un buon ritmo, i redivivi minions anche se secondi in questa storia, e la solita ironia. Resta da capire quanto succo ci sia ancora per tenere in vita la saga con un quarto capitolo, in qualche modo già confermato

 
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Venezia 2017, chi vincerà il Leone d’oro? Stasera la premiazione, diretta su Rai Movie

Post n°13976 pubblicato il 09 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Chi vincerà il Leone d'oro a Venezia 2017?

Appuntamento stasera con la premiazione di Venezia 2017. Chi non avrà la fortuna di essere nella sala Grande del Lido per la serata condotta dal padrino Alessandro Borghi, potrà sintonizzarsi a partire dalle 18.45 per la diretta tv su Rai Movie e in streaming su Rai Play (http://www.raiplay.it/dirette/venezia74). Chi vincerà il Leone d'oro a Venezia 2017? In realtà i veri trionfatori ci sono già stati: Robert Redford e Jane Fonda, che con la loro classe tranquilla e consapevole sono giunti in laguna a ritirare un doveroso premio alla carriera. Eleganti, semplici, saggi, con quell’eterno profumo di New Hollywood anni Settanta, i ruoli interpretati mai scontati e anche scomodi, la capacità di reinventarsi: due figure esemplari di un modo di essere attori e divi ormai fuori corso. Però, appunto, il loro premio l’hanno già ricevuto a questo Venezia 74: oggi invece tocca al Leone d’oro, che sarà assegnato dalla giuria presieduta da Annette Bening. Una giuria con cinque donne su nove membri (tra cui anche l’italiana Jasmine Trinca) che giudica un concorso nel quale c’è, e non è un bel dato, una sola regista donna su ventuno candidati (Vivian Qu, con ben poche speranze di ben figurare). [caption id="attachment_818181" align="alignleft" width="740"]Chi vincerà il Leone d'oro a Venezia 2017? La giuria presieduta da Annette Bening, con il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore del festival Alberto Barbera.[/caption] Una bussola affidabile per individuare i favoriti di Venezia 2017 è Ciak in mostra, la rivista del festival, che aggrega i voti delle principali testate italiane. In pole position c’è un terzetto: la dark comedy di Martin McDonagh, Three Billboards Outside Ebbing: Missouri, trattatello antropologico sulla provincia americana, media 4,44 (su 5, dunque altissima); il fantasy intriso di storia vera (la Guerra fredda) The Shape of Water di Guillermo del Toro (“un elogio della marginalità tra romanticismo e Guerra fredda”, Paolo Mereghetti sul Corriere), media 4,05; il fluviale documentario dell’87enne Frederick Wiseman, Ex Libris: New York Public Library, media 4 e i complimenti anche dei critici internazionali (“se fosse il suo ultimo film, non potrei pensare a un migliore canto del cigno”, Jordan Hoffman sul Guardian). Sarebbe interessante un premio a Wiseman, il nostro preferito, anche a conferma della sempre maggiore centralità del cinema documentario, già capace di issarsi al Leone d’oro a Venezia 70, quando venne assegnato a Sacro G.R.A. di Gianfranco Rosi. Va detto però che Wiseman è già stato insignito di un Leone alla carriera nel 2014 e che, probabilmente, anche per ragioni diplomatiche – che però potrebbero interessare poco alla giuria –, la mostra, dopo il premio l’anno scorso all’ostico e minoritario filippino Lav Diaz, ha bisogno di un nome più popolare e spendibile per confermare la sua posizione tra i grandi festival internazionali. Tra i tre, quindi, il più appetibile è certo il sontuoso spettacolo hollywoodiano di Guillermo del Toro, ben scritto, ben recitato, ricco di cinefilia e latore di un positivo e politicamente corretto messaggio sulla diversità. All’inseguimento del terzetto di testa di Venezia 2017 ci sono Foxtrot dell’israeliano Samuel Maoz, che però a Venezia ha già vinto, e due leoni sembrerebbero francamente troppi; il francese La villa di Robert Guédiguian, cantore coerente e sensibile del suo microcosmo marsigliese che offre però sempre una nitida immagine del macrocosmo che gli ruota intorno; e The Third Murder di Kore-Eda Hirokazu, maestro del cinema giapponese in attesa di consacrazione che ha portato un raffinato film d’autore con implicazioni alla Rashomon in cadenze di courtroom drama. Poi ci sono le possibili sorpresemother! di Darren Aronofsky, che ha fatto imbufalire i critici italiani (media 1,94), ma che è piaciuto molto più agli addetti ai lavori di lingua inglese (estasiato Peter Bradshaw del Guardian), e quindi la giuria internazionale potrebbe apprezzarlo; e il sensuale gioco sul filo della memoria di Abdellatif Kechiche, Mektoub, My Love: Canto Uno, che ha fatto storcere la bocca ai cinefili nostrani (sia Mereghetti che Morreale su la Repubblica citano Tinto Brass per la propensione a voyeristiche inquadrature ad altezza glutei), ma Le Monde sottolinea “l’intreccio entusiasmante di spirito mistico e affamata carnalità” di un autore che resta pur sempre un riconosciuto maestro del cinema contemporaneo. Sembrano invece fuori dai giochi Suburbicon di George Clooney, estenuato gioco alla fratelli Coen ahimè senza i Coen, l'ingegnoso ma solo sulla carta Downsizing di Alexander Payne, il magniloquente, pretenzioso documentario sullo stato del mondo Human Flow di Ai Weiwei. Le speranze degli italiani a Venezia 2017? Qui si è applaudito molto al gioco sbrigliato e felicemente citazionista dei Manetti Bros., Ammore e malavita(media voto 3,67): ma sarà il caso di smorzare gli entusiasmi se il film per Variety è “una commedia autoindulgente piena di tipici stereotipi napoletani”. Lo stesso va detto per The Leisure Seeker di Paolo Virzì, molto applaudito in Italia, ma stroncato senza appello da Jay Weissberg su Variety, “un ritratto anodino degli Stati Uniti, l’equivalente al contrario di quei film fatti da americani e ambientati in Italia”. Insomma, è improbabile che il Leone d’oro di Venezia 2017 finisca in mani italiane. Ma ci sono speranze nei premi collaterali, le coppe Volpi per i migliori attori, soprattutto. Tra gli uomini, infatti, in pole position metteremmo il Donald Sutherland di The Leisure Seeker, grande attore che è stato appena insignito anche di un Oscar onorario, attore americano ma almeno diretto da un italiano; altro candidato interessante, Ethan Hawke, nel complesso e sfaccettato ruolo del cappellano pieno di rimorsi di First Reformed di Paul Schrader. Tra le donne, in prima fila Frances McDormand per Three Billboards e Sally Hawkins per The Shape of Water, seguite dalla Helen Mirren di The Leisure Seeker e Charlotte Rampling nel suo one woman showdell’altro titolo italiano Hannah di Andrea Pallaoro. Ricordiamo che il regolamento del festival prevede l’assegnazione di un solo premio per film, dunque anche questi riconoscimenti dipenderanno molto dal candidato cui si vorrà destinare il Leone d'oro. In un palmarès che potrebbe parlare soprattutto americano, probabile che i Leoni d’argento (Gran premio della Giuria o regia), vadano a film più tradizionalmente “d’autore”, e in tal senso vediamo favorito il giapponese Kore-Eda Hirokazu. Per concludere il gioco, quindi, ecco le nostre previsioni, certi di essere smentiti. Leone d'Oro per il miglior filmThe Shape of Water, Guillermo del Toro Leone d’Argento - Gran Premio della GiuriaThe Third Murder di Kore-Eda Hirokazu (o Wiseman) Leone d’Argento – Premio per la migliore regia: Abdellatif Kechiche Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: Donald Sutherland, The Leisure Seeker Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Frances McDormand, Three BillboardsPremio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice: Charlie Plummer, Lean on Pete Premio per la migliore sceneggiatura: Paul Schrader, First Reformed Premio Speciale della GiuriaEx Libris di Frederick Wiseman (o Kore-Eda Hirokazu).
 
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Il colore nascosto delle cose

Post n°13975 pubblicato il 08 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

 

Il colore nascosto delle cose è un film di genere drammatico, sentimentale del 2017, diretto da Silvio Soldini, con Valeria Golino e Adriano Giannini. Uscita al cinema il 08 settembre 2017. Durata 115 minuti. Distribuito da Videa.

Poster

Emma (Valeria Golino) ha perso la vista a sedici anni, ma non si è lasciata inghiottire dall'oscurità. Il colore nascosto delle cose apre uno spiraglio nel suo mondo ovattato, cangiante, ritratto con profondità e immaginazione da una mente spigliata e irriducibile. Segue i suoi passi corti e incerti lungo le strade accidentate della città, guidata dal bastone bianco che non l'abbandona mai, come la consapevolezza che ogni giorno è una battaglia con qualche inaspettata sorpresa nel mezzo. L'incontro con lo sfuggente Teo (Adriano Giannini) è una delle sorprese che la vita le riserva nel finale, come risarcimento di un divorzio recente più che di un handicap assimilato. Teo è sicuro, avvenente, egoista, concentrato soltanto sulla carriera di "creativo" per un'agenzia pubblicitaria dalla quale non stacca mai, grazie a tablet e cellulari che lo tengono in perenne e compulsiva connessione con il mondo. Lui, che salta da un letto all'altro scivolando fuori alle prime luci dell'alba, avvicina l'osteopata per gioco e per scommessa, incuriosito da quella donna originale che coglie le sfumature delle cose senza riuscire a tracciarne i contorni. Una ventata di leggerezza li sorprende, ma quel galleggiare in allegria bruscamente finisce. Ognuno torna alla propria vita, anche se niente sarà più come prima.


Presentato Fuori Concorso (Fiction) al Festival di Venezia 2017.SCENEGGIATURA: Doriana LeondeffDavide LantieriSilvio Soldini

  • PRODUZIONE: Lumiere & Co., Rai Cinema, Ventura Film, RSI Radiotelevisione svizzera / SRG SSR
 
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Dove cadono le ombre

Post n°13974 pubblicato il 08 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Dove cadono le ombre è un film di genere drammatico del 2017, diretto da Valentina Pedicini, con Elena Cotta e Federica Rosellini. Uscita al cinema il 06 settembre 2017. Durata 95 minuti. Distribuito da Fandango Distribuzione.

Poster

Dove cadono le ombre racconta una pagina nera della recente storia svizzera: il tentativo di sterminio genetico del popolo nomade degli Jenisch. Tra il 1926 e il 1973, centinaia di bambini vengono brutalmente strappati alle loro famiglie, "ricoverati", stipati in vecchi fatiscenti istituti psichiatrici dove ha luogo la rieducazione. Condannati per anni a una serie di crudeli torture fisiche e psicologiche (bagni gelati, elettroshock, sterilizzazione), molti di loro si aggrappano ai brandelli di quell'infanzia rubata, finendo per diventare anime "bambine" incastrate in corpi di adulti. Anna (Federica Rosellini), infermiera di un vecchio istituto per anziani, è tra quelli che hanno provato a dimenticare e a ricostruire un rifugio accogliente sulle ceneri dell'ex orfanotrofio in cui è cresciuta. Ma quando dal passato riappare Gertrud (Elena Cotta), una vecchia signora dai modi gentili, tutto precipita e il nastro dell'orrore si riavvolge. Sulle pareti dell'ala ovest, la zona delle torture, riappaiono le ombre degli abusi e dei maltrattamenti, l'istituto perde dunque i contorni attuali e torna ad essere ciò che era: tempio di un progetto di eugenetica capitanato da Gertrud in persona. Anna, schiava di quel luogo e di un'infanzia dolorosa che non termina mai, riprende allora le ricerche di Franziska, un'amica d'infanzia sparita misteriosamente molto tempo prima. Ispirato a una storia vera, a settecento storie vere.


Il film sarà In Concorso alle Giornate degli Autori della 74ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

  • PRODUZIONE: Fandango in collaborazione con Rai Cinema

 
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In Dubious Battle - Il coraggio degli ultimi

Post n°13973 pubblicato il 08 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Titolo originale: In Dubious Battle

In Dubious Battle - Il coraggio degli ultimi è un film di genere drammatico del 2016, diretto da James Franco, con James Franco e Selena Gomez. Uscita al cinema il 07 settembre 2017. Distribuito da Ambi Media Italia.

Poster

In Dubious Battle - Il coraggio degli ultimi è un racconto corale tratto da uno fra i più potenti e forse meno conosciuti romanzi di Steinbeck, tradotto nell’edizione italiana da Eugenio Montale con il titolo "La Battaglia". 1933, protagonista della storia è il giovane attivista politico Jim Nolan (Nat Wolff) che, spalleggiato dal brillante compagno del "Partito" Mac McLeod (James Franco), si infiltra in un gruppo di braccianti raccoglitori di mele della California con l'obiettivo di indurli allo sciopero contro i padroni per il riconoscimento dei propri diritti. Sono infatti gli anni della Grande Depressione e il proprietario terriero Chris Bolton (Robert Duvall) ha ridotto drasticamente i salari. Con un cast che comprende tra gli altri Selena Gomez, Bryan Cranston e Vincent D'Onofrio, il film porta sullo schermo la battaglia tra lavoratori e capitalisti, soffermandosi sul coraggio delle classi meno abbienti e la potenza degli ideali politici.


Tratto dal romanzo del Premio Nobel John Steinbeck del 1936 (in Italia conosciuto come "La Battaglia").SCENEGGIATURA: Matt Rager

  • MUSICHEVolker Bertelmann
  • PRODUZIONE: Ambi Media Group, Rabbit Bandini Productions, That's Hollywood Pictures

 
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La Fratellanza

Post n°13972 pubblicato il 08 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Titolo originale: Shot Caller

La Fratellanza è un film di genere drammatico, thriller del 2017, diretto da Ric Roman Waugh, con Nikolaj Coster-Waldau e Jon Bernthal. Uscita al cinema il 07 settembre 2017. Durata 121 minuti. Distribuito da Notorious Pictures.

Poster

La star di Game of Thrones, Nikolaj Coster-Waldau, è l'impetuoso protagonista del thriller La fratellanza. Finito in prigione per aver causato accidentalmente la morte di un amico in un incidente d'auto, Jacob "Money" Harlon (Coster-Waldau) lotta per sopravvivere ai pericoli della detenzione e alle ostilità tra gang rivali. Money si schiera con la fratellanza ariana, la quale, dopo che l'uomo viene rilasciato per buona condotta, lo costringe a orchestrare un crimine per proteggere la sua ex moglie e sua figlia.  


  • MUSICHEAntonio Pinto
  • PRODUZIONE: Bold Films, Participant Media, Relativity Studios

 
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L'ordine delle cose

Post n°13971 pubblicato il 08 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

L'ordine delle cose è un film di genere drammatico del 2017, diretto da Andrea Segre, con Paolo Pierobon e Giuseppe Battiston. Uscita al cinema il 07 settembre 2017. Durata 115 minuti. Distribuito da Parthénos Distribuzione.

Poster

Se la legge e il senso comune contrastano tra loro, è possibile sovvertire L'ordine delle cose? La domanda tormenta il povero Corrado (Paolo Pierobon), un alto funzionario del Ministero degli Interni italiano specializzato in missioni internazionali contro l’immigrazione clandestina. A lui viene affidato il delicato compito di arginare i viaggi illegali dalla Libia verso l’Italia, conciliando la realtà di un Paese attraversato da profonde tensioni intestine, la Libia post-Gheddafi, con gli interessi italiani ed europei. Corrado fa il suo lavoro, e lo fa bene come al solito: stringe mani, incontra colleghi italiani e francesi (tra i quali LuigiGiuseppe Battiston), si muove tra le stanze del potere, porti e centri di detenzione per migranti. Ma commette un errore imperdonabile. Si lascia coinvolgere nelle vicende personali dell'ostinata Swada, una donna somala che sta cercando di scappare dalla detenzione libica e di attraversare il mare per raggiungere il marito in Europa. La missione di Corrado, incentrata sui numeri e non sulle persone, apre al lato umano della questione. La storia di Swada sfiora la coscienza dell'irreprensibile funzionario, adesso combattuto tra l'adempimento del suo dovere e l'istinto di aiutare qualcuno in difficoltà.


 
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Miss Sloane - Giochi di Potere

Post n°13970 pubblicato il 08 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Titolo originale: Miss Sloane

Miss Sloane - Giochi di Potere è un film di genere drammatico, thriller del 2016, diretto da John Madden, con Jessica Chastain e Gugu Mbatha-Raw. Uscita al cinema il 07 settembre 2017. Durata 132 minuti. Distribuito da 01 Distribution e Leone Film Group.

Poster

 
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Film nelle sale da ieri

Post n°13969 pubblicato il 08 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

 
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Helen Mirren: il film di Winspeare rivela bellezza e poesia da cinecittànews

Post n°13968 pubblicato il 08 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

VENEZIA. Helen Mirren, Oscar per The Queen, “Ella” qui a Venezia nel film di Paolo Virzì The Leisure Seeker, ha visto il film di Edoardo Winspeare La vita in Comune e da salentina adottiva – vive molta parte dell’anno a Tiggiano – ha tenuto a esprimere il suo giudizio: “È un film speciale e io voglio dargli tutto il mio supporto perché Winspeare racconta una comunità che mi piace molto e sa coglierne la verità. È un film che rivela bellezza e poesia. E noi apprezziamo tutto ciò che viene fatto per salvare la natura e la sua bellezza”.
Non meno entusiasta il marito Taylor Hackford (Ufficiale e gentiluomo, Il sole a mezzanotte, L’avvocato del diavolo): “È una favola poetica sulla gente di qui in Salento, che cerca di cavarsela, ma è sempre fiera e di leale verso la famiglia e verso la comunità. È una commedia, ma è anche un film serio; fa ridere, ma nel modo giusto. È interessante e sorprendente, come nella scena della telefonata del papa. Noi che viviamo in Salento sentiamo che i personaggi sono autentici”.

 
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