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Messaggi di Novembre 2019

 

Film nelle sale da domani

 

Le Mans '66 si conferma leader del box office. Sul podio anche J.Lo e De Sica

Post n°15472 pubblicato il 19 Novembre 2019 da Ladridicinema
 

Le new entry non sfondano e il box office italiano questa settimana perde oltre il 21% rispetto allo stesso dell'anno scorso, pur mantenendo un notevole +14,4% su base annua. Le Mans '66 - La grande sfida (guarda la video recensione) vince con 1,2 milioni di euro, davanti a Le ragazze di Wall Street (guarda la video recensione) con 1,1 milioni (3,1 milioni totali), mentre De Sica col suo Sono solo fantasmi è terzo con 812mila euro. È testa a testa tra La famiglia Addams (guarda la video recensione) e Il giorno più bello del mondo, che sono appaiati a 5,7 milioni, con un leggero vantaggio per il film animato, che però da oggi tornerà nelle retrovie. Bene gli autoriali Parasite (guarda la video recensione) e La belle époque (guarda la video recensione): il primo sfiora il milione di euro complessivo, mentre il secondo è a quota 871mila euro. Obiettivo raggiunto anche per Maleficent - Signora del Male (guarda la video recensione), che arriva a 12 milioni complessivi. Joker (guarda la video recensione) arriva a 28,7 milioni complessivi, con 4,1 milioni di spettatori. Da segnalare che ieri sono entrati in classifica anche Ailo - Un'avventura tra i ghiacci, con 181mila euro e 302mila totali e Pupazzi alla riscossa (guarda la video recensione), con 164mila euro e 288mila euro complessivi.


Questa settimana le uniche uscite di un certo rilievo sono Cetto c'è, senzadubbiamente e L'ufficiale e la spia di Roman Polanski.

Le Mans '66 - La grande sfida stravince il weekend negli Usa, con ben 31 milioni di dollari, facendo ancora meglio delle già ottimistiche stime degli analisti. Il film è il primo vero successo Fox dopo l'acquisizione di Disney e dopo i flop di Dark Phoenix (guarda la video recensione), Ad Astra (guarda la video recensione) e Stuber, che sono andati tutti sotto le attese.

Megaflop per Charlie's Angels, che conferma la "tradizione" che vede Sony sbagliare completamente almeno una uscita importante all'anno. Il film chiude con appena 8,6 milioni di dollari, molto peggio del previsto e lontanissimo dai fasti dei primi due episodi. Nonostante la massiccia campagna marketing, questo reboot non supererà nemmeno i 30 milioni in casa e sarà difficile che un franchise così "americano" riesca a compensare le perdite con l'estero. Insomma, un totale disastro.

L'inganno perfetto ottiene 5,6 milioni, più o meno in linea con le attese. Ultimi botti per Joker, arrivato a 322 milioni e Maleficent - Signora del Male a 106. Ottimi dati per Parasite, arrivato a ben 14,4 milioni e Jojo Rabbit, che tocca i 13,5. La migliore media per sala del weekend la ottiene Waves, con 36mila dollari.

La prossima settimana sarà la volta della corazzata Frozen II - Il Segreto di Arendelle, che dovrebbe polverizzare ogni record, ma attenzione a Un amico straordinario con Tom Hanks, che potrebbe essere un perfetto esempio di contro-programmazione, andando ad intercettare il pubblico restante. In uscita anche 21 Bridges, che rischia di prendere solo le briciole.

A livello mondiale Joker vola a 1 miliardo e 16 milioni di dollari e "vede" Aladdin (guarda la video recensione), che dista solo 22 milioni. Maleficent - Signora del Male sale a 458 milioni, 13esimo incasso mondiale del 2019 e dovrebbe superare IT: Capitolo due (guarda la video recensione) nel giro di una settimana. Terminator: Destino Oscuro (guarda la video recensione) si ferma a 233 milioni, ancora meno di Dark Phoenix e Men in Black: International (guarda la video recensione). In Cina, La leggenda del pianista sull'Oceano sfiora i 10 milioni di dollari.

 
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Sonic

Post n°15471 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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L'immortale

Post n°15470 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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La dea fortuna

Post n°15469 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Le mans 66

Post n°15468 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Film nelle sale da domani

 

Eccellente weekend al box office per La belle époque e Parasite

Post n°15466 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 

Il box office cresce del 21,4% questo weekend rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e il guadagno su base annua è di oltre il 15%. Le ragazze di Wall Street (guarda la video recensione) è il miglior incasso con 1,5 milioni di euro, davanti a Il giorno più bello del mondo, che ottiene 1,2 milioni e va a 4,7 milioni complessivi, mentre completa il podio La famiglia Addams (guarda la video recensione), che grazie a un ottima domenica, raggiunge 1,1 milioni per un totale di 4,9 milioni di euro. La coppia formata da Joker (guarda la video recensione) e Maleficent - Signora del Male (guarda la video recensione) continua a marciare a ritmi altissimi: il primo supera i 28 milioni di euro, il secondo raggiunge quota 11,5 ed è a soli 300mila euro da C'era una volta a Hollywood (guarda la video recensione). Non un grande esordio invece per Gli uomini d'oro (guarda la video recensione), che si ferma a 428mila euro, mentre passano un eccellente weekend Parasite (guarda la video recensione) e La belle époque (guarda la video recensione), che chiudono rispettivamente con 390mila e 358mila euro, entrambi con un'ottima media per sala. Discreto esordio anche per Motherless Brooklyn (guarda la video recensione), che debutta con 361mila euro, mentre L'uomo del labirinto (guarda la video recensione) arriva a 1,7 milioni e chiuderà probabilmente attorno ai 2 milioni, cifra su cui si sono fermati più o meno tutti i film italiani "di successo" (si fa per dire), questa stagione. Fuori dalla top ten Tutto il mio folle amore (guarda la video recensione), Terminator: Destino Oscuro(guarda la video recensione), Doctor Sleep e La famosa invasione degli orsi in Sicilia (guarda la video recensione). 

Questa settimana arrivano, tra gli altri, Le Mans '66 - La grande sfidaZombieland - Doppio ColpoPupazzi alla Riscossa (guarda la video recensione) e l'italiano Sono solo fantasmi, di e con Christian De Sica.

Negli USA i primi quattro posti sono tutti occupati da nuovi film, ma quanto a incassi c'è poco da festeggiare, visto che quello passato è stato il peggior weekend novembrino degli ultimi 19 anni, con la somma dei film della top ten finita sotto la soglia dei 100 milioni di dollari. Effettivamente, numeri alla mano, pochi titoli possono dirsi soddisfatti del loro esordio: il migliore è stato Midway, andato oltre le aspettative degli analisti, che ha incassato 17,5 milioni di dollari. Il podio è completato da Doctor Sleep, da cui ci aspettava di più, rispetto ai 14,1 milioni ottenuti e da Playing With Fire, che ha recuperato tantissimo tra sabato e domenica, chiudendo a 12,8 milioni. Brutta partenza per il "natalizio" Last Christmas, che apre con soli 11,6 milioni. Terrificante debacle per Terminator: Destino Oscuro, che perde oltre il 60% rispetto alla settimana scorsa e chiude a 48 milioni complessivi: non passerà quota 100. Reggono benissimo Joker, a 313 milioni e Maleficent - Signora del Male, a 97 milioni. La prossima settimana arrivano Charlie's Angels, che dovrebbe ottenere la vetta senza grosse difficoltà, L'inganni perfetto e Le Mans '66 - La grande sfida

A livello internazionale Joker è ancora vivo e vegeto e vola a 984 milioni di dollari: entro la fine della prossima settimana diventerà il settimo film miliardario del 2019 e potrebbe insidiare Aladdin (guarda la video recensione) e Toy Story (guarda la video recensione), una performance pazzesca, specie se si considera che ottenuta senza gli incassi cinesi. Maleficent - Signora del Male sale a 430 milioni di dollari e dovrebbe riuscire a raggiungere il mezzo miliardo a fine corsa. Terminator: Destino Oscuro arriva a fatica a sfiorare i 200 milioni e dovrebbe chiudere attorno ai 250: il franchise è arrivato a destinazione. Notevolissimi i 182 milioni incassati da Downton Abbey(guarda la video recensione), che dovrebbe farcela a passare i 200. Delusioni varie: Il Piccolo Yeti (guarda la video recensione) a 166 milioni, Gemini Man (guarda la video recensione) a 163, Rambo: Last Blood (guarda la video recensione) a 83 milioni. 

 
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Si può criticare questa foto o è "antisemitismo"? da antidiplomatico

Post n°15465 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 

Si può criticare questa foto o è antisemitismo?
 
di Lorenzo Ferrazzano


Mentre media e partiti politici fanno intendere che criticare la condizione di apartheid a cui lo Stato di Israele costringe i palestinesi è “antisemitismo”, in un sobborgo di Gerusalemme succede questo. Condivido questa foto pubblicata ieri da alcuni media palestinesi e ripresa da Michele Giorgio, firma de Il Manifesto. E mi chiedo cosa c'entri esattamente questa pratica criminale con l'antisemitismo. In che modo puntare il dito contro dei carnefici israeliani significa odiare gli ebrei.


Gli ebrei sono sempre stati un popolo antimilitarista. Nessuno di loro avrebbe sacrificato la propria comunità e le regole ebraiche per andare in guerra. Il sabato teoricamente un ebreo praticante non potrebbe neanche fumare una sigaretta, figurarsi brandire un fucile. Per questo motivo, ed anche un po' per non abbandonare affari e famiglia, gli ebrei hanno sempre ripudiato la guerra.
 La retorica nazionalista di Israele si basa invece sul militarismo. Se poi delle accuse a questo militarismo violento vengono identificate con antisemitismo questo è un problema degli stronzi o dei coglioni.


Per non cadere in equivoci frustranti, devo precisare che amo profondamente gli ebrei la cultura ebraica. A Varsavia e a Cracovia ho preso da quello che è rimasto degli ebrei tutto quello che potevo prendere. Tra gli scrittori che più mi hanno influenzato ci sono i fratelli Singer (che scrivevano in yiddish), Joseph Roth (ebreo galiziano), Elias Canetti (ebreo sefardita), Franz Kafka, Spinoza, ed è inutile continuare. Sto studiando i pogrom antiebraici scoppiati in Polonia e Ucraina tra Ottocento e Novecento e le origini del razzismo in Europa. L'Olocausto ci ha insegnato che mai più vorremmo rivedere un soldato che tiene in arresto un bambino. E se questo soldato è israeliano non cambia niente.
Notizia del: 05/11/2019

 
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Internazionalismo e lotta ideologica per l'affermazione di una via rivoluzionaria da marxxii 3a parte

Post n°15464 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

Influenza in Brasile

In Brasile, il movimento operaio, ancora agli inizi, sorto con i primi segnali di industrializzazione del paese tra la fine del secolo 19° e l'inizio del 20°, attuava le sue prime azioni, sotto l'influenza dell'anarco-sindacalismo, ed è stato scenario dell'apparizione dei primi giornali di agitazione politico-ideologica socialista e della creazione di nuclei operai e socialisti.

Nel luglio 1917, si svolse il primo sciopero generale nel paese, ampia e poderosa affermazione del movimento operaio, il suo battesimo del fuoco, che ebbe forte ripercussione e esercitò impatto sociale e politico. Questo sciopero è stato la pietra miliare del nascente movimento operaio brasiliano. Tra il 1917 e l'inizio del decennio del 1920 il paese fu teatro di scioperi e movimenti sociali, sempre repressi e trasformati in scontri violenti con le forze di polizia. Sorsero i primi nuclei comunisti, già sotto l'influenza degli eventi rivoluzionari in Russia. Tra le azioni del movimento operaio brasiliano all'epoca, spiccano quelle di solidarietà con la rivoluzione sovietica.

Al contrario di quanto avvenne nella maggior parte dei paesi europei, così come in Argentina, Cile e Uruguay, il PC del Brasile non nacque dalla rottura di un grande e influente partito socialdemocratico, ma da una spaccatura nel movimento anarchico. Fu dai confronti politici e ideologici tra i settori avanzati del proletariato brasiliano e soprattutto dalla lotta tra comunisti e anarchici che risultò la formazione dei primi raggruppamenti comunisti, che in seguito si sarebbero  uniti per costituire il Partito Comunista del Brasile.

Lo storico brasiliano Nelson Werneck Sodré, marxista studioso della storia del Brasile e dei comunisti, ha sottolineato che il Partito Comunista “è nato e cresciuto come conseguenza necessaria del processo di formazione della classe operaia brasiliana e dello sviluppo delle sue lotte. La sua fondazione ha risposto a un'esigenza del movimento operaio che già aveva mostrato, nei primi decenni del 20° secolo, la mancanza di un partito politico operaio rivoluzionario”.

Il documento commemorativo del 90° anniversario del Partito Comunista del Brasile (2012) sottolinea: “Mentre il movimento operaio brasiliano affrontava una crisi di prospettiva, gli impetuosi venti della vittoriosa rivoluzione socialista in Russia, del 1917 – che già soffiavano per il mondo – hanno raggiunto il Brasile. La vittoria dei lavoratori russi aveva indicato un nuovo cammino agli operai brasiliani: quello della necessaria organizzazione del proletariato in partito politico indipendente, di classe, che abbia come obiettivi la conquista del potere politico e l'instaurazione del socialismo”.

Il Congresso di fondazione del Partito Comunista del Brasile si svolse il 25, 26 e 27 marzo 1922. I primi due giorni di lavoro ebbero luogo nella città di Rio de Janeiro e, a causa delle minacce della polizia, la sessione dell'ultimo giorno fu trasferita a Niterói. Vi parteciparono nove delegati che rappresentavano 73 comunisti. Già all'inizio della sua esistenza, il Partito aderì alle 21 condizioni  per l'adesione all'Internazionale Comunista.

Il secolo della lotta per il socialismo

Il 20° secolo è stato fortemente segnato dal socialismo vittorioso in Unione Sovietica e sotto la sua influenza è diventato il secolo delle rivoluzioni antimperialiste, democratiche, popolari e socialiste, delle lotte di liberazione nazionale e sociale dei popoli, delle lotte anticoloniali, democratiche, per la pace e la giustizia, obiettivi questi che si fondono con i grandi valori e ideali della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre.

E' partiva dall'Internazionale Comunista e dai partiti di questa organizzazione l'iniziativa della creazione nel decennio 1930 dei Fronti Popolari, decisiva nella lotta dei popoli contro il fascismo.

L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche è stata la forza principale nella vittoria sulla maggiore e più aggressiva potenza militare della borghesia imperialista – la Germania hitleriana. La vittoria sul nazi-fascismo ha rappresentato una conquista dei popoli, delle forze della pace, della democrazia, della solidarietà e del progresso sociale. A questa vittoria ha concorso specialmente l'azione dei comunisti, che si sono collocati alla guida della lotta contro il nazi-fascismo. L'Unione Sovietica, patria del socialismo, con la lotta eroica del suo popolo, ha rappresentato il fattore politico e militare decisivo.

I popoli dell'Unione Sovietica hanno pagato il prezzo più terribile in vite umane e danni materiali, con la morte di 27 milioni di cittadini, tra cui 7,5 milioni di soldati. Il paese ha subito una devastazione senza precedenti: 1.710 città e 70.000 villaggi sono stati completamente distrutti; migliaia di fabbriche, imprese e cooperative agricole hanno subito danni, sei milioni di case demolite.

Le vittorie dell'Esercito Rosso nelle storiche battaglie di Mosca (da ottobre 1941 a gennaio 1942), Stalingrado (da agosto 1942 a febbraio 1943), Kursk (tra la primavera e l'estate del 1943) e Berlino, nella primavera del 1945, rimarranno incise in modo indelebile nella memoria dell'umanità, come il tributo dei popoli sovietici alla causa della liberazione dell'umanità.

La vittoria è stata, così, l'espressione e il risultato della fraternità internazionalista tra i popoli, nella ricerca della libertà, della democrazia, dell'indipendenza e della giustizia.

Sotto l'influenza della rivoluzione, si è sviluppato il movimento operaio nei paesi capitalisti e la lotta anticoloniale nei paesi dipendenti.

La Rivoluzione socialista e il socialismo sovietico sono stati presenti come ispirazione, influenza indiretta e appoggio morale nella grande Rivoluzione cinese, nella Rivoluzione cubana, nella Resistenza vietnamita. Anche l'adozione, da parte dei paesi capitalisti, dello Stato del “benessere”,  è stata il portato, insieme alle lotte sindacali e politiche in questi paesi, dell'influenza della Rivoluzione d'Ottobre e del socialismo in URSS. Ed è stata la Rivoluzione sovietica alla base dell'organizzazione del campo socialista e del Movimento Comunista Internazionale.

La lotta contro l'opportunismo di destra e di “sinistra”

La Rivoluzione del 1917 ha avuto grande impatto politico e ideologico. I principi che la hanno ispirata e che in seguito ha sviluppato hanno rappresentato la linea rossa, di demarcazione, tra il pensiero socialista scientifico, rivoluzionario, comunista, classista e internazionalista, e il pensiero socialdemocratico, opportunista, che da Eduard Bernstein, ritiene pragmaticamente che “il movimento è tutto e l'obiettivo finale, nulla”.

Celebrare il centenario della Rivoluzione e rimarcare i suoi successi non significa considerarla come modello e cadere nell'anacronismo e nella posizione dogmatica che lo trapianta nei giorni nostri. Il mondo vive in condizioni completamente diverse e la stessa evoluzione delle nazioni insegna che i processi rivoluzionari sono unici e irripetibili.

Si consiglia di riflettere su ciò che Lenin definiva “una delle condizioni fondamentali del successo dei bolscevichi”, in una delle sue opere classiche, “L'estremismo, malattia infantile del comunismo”, di solito citata fuori del contesto storico in cui fu scritta.

“Senza dubbio, quasi tutti ormai vedono che i bolscevichi non si sarebbero mantenuti al potere, non già due anni e mezzo, ma neanche due mesi e mezzo, se nel nostro partito non fosse esistita una disciplina severissima, realmente ferrea, se il nostro partito non avesse avuto l'appoggio pieno e incondizionato di tutta la massa della classe operaia, cioè di tutti i suoi elementi, pensanti, onesti, devoti sino all'abnegazione, autorevoli e capaci di guidare o di conquistare gli strati arretrati”, scriveva in “L'estremismo, malattia infantile del comunismo” il leader della rivoluzione, perché “la dittatura del proletariato è la guerra più eroica e implacabile della nuova classe contro un nemico più potente, contro la borghesia, la cui resistenza si decuplica per effetto del suo rovesciamento (sia pure in un solo paese)” (…)

Nello stesso testo in cui si analizzano le condizioni in cui il bolscevismo ha trionfato, Lenin dice: “Soltanto la storia del bolscevismo, per tutto il periodo della sua esistenza, può spiegare in maniera soddisfacente perché esso sia riuscito a creare e mantenere nelle condizioni più difficili la ferrea disciplina necessaria alla vittoria del proletariato”.

E prosegue: “Si pone anzitutto il problema: da che cosa è mantenuta la disciplina del partito rivoluzionario del proletariato? Da che cosa viene messa alla prova? Da che cosa viene rafforzata? In primo luogo, dalla coscienza dell'avanguardia proletaria e dalla sua dedizione alla rivoluzione, dalla sua fermezza e abnegazione, dal suo eroismo. In secondo luogo, dalla capacità di questa avanguardia di collegarsi, avvicinarsi, unirsi fino a un certo punto e, se si vuole, fondersi con la grande massa dei lavoratori, dei proletari anzitutto, ma anche con la massa lavoratrice non proletaria. In terzo luogo, dalla giusta direzione politica realizzata da quest'avanguardia, dalla giustezza della sua strategia e della sua tattica politica, a condizione che le grandi masse si convincano per propria esperienza di questa giustezza. Senza tali condizioni la disciplina di un partito rivoluzionario, realmente capace di essere il partito della classe d'avanguardia che deve rovesciare la borghesia e trasformare tutta la società, non può essere garantita. Senza tali condizioni i tentativi di creare una disciplina si tramutano inevitabilmente in bolle di sapone, in frasi vuote, in farse. D'altra parte, queste condizioni non possono nascere di colpo, ma sono il risultato di un lavoro lungo, di un'esperienza dura. La loro creazione è facilitata da una giusta teoria rivoluzionaria, la quale, a sua volta, non è un dogma, perché si costituisce in modo definitivo in stretta connessione con la pratica di un movimento veramente di massa e veramente rivoluzionario”.

Lenin ha formulato il principio per cui è sempre necessario fare “analisi concreta della situazione concreta”. Per questo, spiegando le ragioni della vittoria del 1917, ha evidenziato che il bolscevismo, sorto nel 1903, si basava sulla “più solida base della teoria del marxismo”, che si è sviluppato in Russia in condizioni peculiari: “Il bolscevismo, sorto su questo fondamento granitico, ha vissuto una storia pratica quindicennale (dal 1903 al 1917) che non ha uguali al mondo per ricchezza di esperienze. Non c'è infatti un solo paese che in questo quindicennio abbia fatto, anche solo approssimativamente, quanto la Russia nel senso dell'esperienza rivoluzionaria, della rapidità e varietà di successione delle diverse forme del movimento, legale e illegale, pacifico e violento, clandestino e aperto, ristretto e di massa, parlamentare e terroristico. In nessun paese è stata concentrata in così breve spazio di tempo una tale ricchezza di forme, sfumature, metodi di lotta di tutte le classi della società contemporanea, di una lotta, inoltre, che, per effetto dell'arretratezza del paese e della pesante oppressione zarista, è andata maturando con singolare rapidità e si è appropriata con particolare avidità e successo dell' “ultima parola” dell'esperienza politica americana ed europea”.

Per i comunisti, la Rivoluzione trionfante nel 1917 sarà sempre una fonte di ispirazione per le lotte che si svolgono oggi, in nuove condizioni, nella resistenza alla feroce offensiva del sistema capitalistico contro i lavoratori e i popoli e per aprire la strada a una nuova tappa della lotta per il socialismo.

Oggettivamente, l'estinzione dell'Unione Sovietica, all'inizio degli anni 90, ha segnato una svolta negativa nell'evoluzione del quadro mondiale. In quanto risultato di una controrivoluzione, i cui primi segnali si erano manifestati a partire dal 20° Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica (1956), la sconfitta della Rivoluzione Sovietica ha implicato un regresso senza precedenti nella situazione politica internazionale, contesto in cui si sviluppa una brutale offensiva della borghesia, dell'imperialismo e di tutta la reazione mondiale, contro tutte le conquiste democratiche, sociali, di civiltà dell'umanità.

Attualmente, i popoli si stanno confrontando con le potenze imperialiste, gli Stati Uniti e i loro alleati, che tentano di imporre la loro dominazione attraverso il militarismo e la guerra. In questo contesto, è diventato nozione corrente che il socialismo e la rivoluzione abbiano subito un colpo fatale e che, d'ora in avanti, non sia più il caso di insistere con una strategia rivoluzionaria. In tal modo, risorgono le proposte di adattamento del movimento rivoluzionario all'ordine stabilito.

I comunisti, contrariamente a questo senso comune, ritengono che la lotta per il socialismo continua ad essere all'ordine del giorno, perché corrisponde alla necessità obiettiva dell'evoluzione della società. E non si illudono sulla possibilità che tale salto storico si produca spontaneamente, per via evolutiva o per concessione delle classi dominanti. Le forze che lottano per il socialismo tengono conto delle nuove condizioni storiche, del fatto che la rivoluzione non sarà il frutto di avventure né che il socialismo possa essere costruito bruscamente. L'esame attento della storia e della realtà contemporanea dimostra che il percorso rivoluzionario comporta molte tappe e che la costruzione del socialismo sarà opera di molte generazioni. Si deve anche tenere conto che non esiste modello per la lotta rivoluzionaria e la costruzione del socialismo. L'adozione di un unico modello è stata un grave errore, una posizione anti-scientifica.

Il socialismo è universale come teoria generale e aspirazione alla liberazione della classe operaia in tutto il mondo. E' universale in quanto trasformazione da un'epoca di oppressione in un'era in cui l'umanità sarà libera e realizzerà le proprie aspirazioni di giustizia e progresso. Ma il socialismo sarà il risultato della lotta multiforme di ciascun popolo, in circostanze storiche e politiche ben definite, il che esigerà dalle forze rivoluzionarie e dal Partito Comunista di ogni paese l'elaborazione di nuovi e originali programmi, strategie e tattiche consonanti con i principi e il contesto storico concreto.

Il passaggio del centenario del maggiore evento della storia dell'umanità pone all'attuale generazione di combattenti per il socialismo la necessità di riflessioni che si traducano in azione pratica. Non sono ancora pienamente configurati i rapporti di forza in grado di condurre l'umanità  verso un nuovo ciclo rivoluzionario. E neppure tale rapporto di forze si crea per generazione spontanea, dovendo le forze rivoluzionarie adottare linee strategiche, procedure tattiche e metodi d'azione corrispondenti alla necessità di affrontare, nelle nuove condizioni, la lotta per il socialismo.

Di fronte al capitalismo-imperialismo globalizzato, alla sua profonda e inarrestabile crisi strutturale e sistemica, attualmente in fase acuta, alle politiche neoliberiste, alle politiche di guerra, alla natura reazionaria del sistema politico ed economico borghese, diventa rilevante una domanda: è all'ordine del giorno il compito di lottare per miglioramenti nel capitalismo, di combattere solo le “deformazioni” della globalizzazione o si tratta invece di elaborare strategie, tattiche e metodi rivoluzionari che conducano i lavoratori in tutto il mondo alla lotta per il socialismo come unica strada per superare in modo rivoluzionario l'impasse in cui si trova l'umanità sotto l'attuale sistema?

Il grande paradosso dell'epoca presente è che il capitalismo ha raggiunto una tale livello di sviluppo , un tale grado di espansione che raggiunge tutti gli angoli del pianeta, una scala prima inimmaginabile di sviluppo delle sue capacità, pur conservando allo stesso tempo la propria essenza di perseguire il massimo profitto, che ottiene attraverso lo sfruttamento e l'oppressione delle masse lavoratrici e la spoliazione delle nazioni dipendenti. Questa è la contraddizione fondamentale a partire dalla quale si svilupperà la lotta politica delle classi lavoratrici. Il capitalismo dei giorni nostri avvantaggia solo le grandi borghesie parassitarie dei paesi imperialisti e delle loro dipendenze. E' quindi inevitabile l'esplosione di lotte, in cui i fattori di classe si intrecciano con quelli nazionali. E' in questo contesto che emerge contemporaneamente la lotta per il socialismo.

In questo contesto, si presenta ai comunisti e alle altre correnti della sinistra conseguente la questione della costruzione di un soggetto politico capace di unire, mobilitare e organizzare la classe lavoratrice e le masse popolari in una dimensione strategica e tattica.

Dal punto di vista dei comunisti, è indispensabile persistere nel rafforzamento politico, ideologico, organizzativo, elettorale e di massa del partito comunista, nell'unità con altri settori conseguenti della sinistra. In momenti di profonda crisi del capitalismo e in cui le uscite della borghesia monopolistica-finanziaria e dell'imperialismo sono sempre più antidemocratiche e belliciste, il partito comunista deve mantenere chiaro l'orizzonte socialista, consolidare la propria identità di classe e ideologica e rafforzare i suoi legami con le masse popolari e lavoratrici. Quali che siano le procedure tattiche necessarie all'accumulazione di forze e per quanto flessibili debbano essere i comunisti nella creazione di alleanze ampie per ottenere vittorie parziali, più ancora si deve affermare il carattere rivoluzionario della loro strategia e il loro profilo politico e ideologico.

Parte inseparabile da ciò è l'internazionalismo proletario, principio essenziale dei comunisti, che significa solidarietà con i popoli in lotta per la sovranità nazionale, la giustizia sociale e la rivoluzione politica e sociale, compito al quale i comunisti brasiliani si dedicano con vigore, partecipando a entità e movimenti che hanno un nitido carattere antimperialista, rafforzando i legami di cooperazione e l'unità con i partiti comunisti e le organizzazioni rivoluzionarie e popolari, condividendo esperienze e concertando azioni comuni nell'ambito dell'Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai (IIPCO) che, nell'ambito delle celebrazioni dei 100 anni dalla gloriosa Rivoluzione Sovietica, svolgerà il suo 19° Incontro in Russia, nel novembre 20177, e del Foro di San Paolo, importante e ampio spazio di collaborazione delle forze progressiste e antimperialiste latinoamericane e caraibiche, che riunisce più di un centinaio di partiti.

Per i comunisti brasiliani, la Rivoluzione trionfante nel 1917 sarà sempre una fonte di ispirazione nelle lotte che si svolgono, in nuove condizioni, nella resistenza alla feroce offensiva del sistema capitalista contro i lavoratori e i popoli e per aprire la strada alla lotta per il socialismo, nelle nuove condizioni del secolo XXI.

*José Reinaldo Carvalho, giornalista, membro del Comitato Centrale, della Commissione Politica Nazionale e della Segreteria del Partito Comunista del Brasile (PCdoB), responsabile di politica e relazioni internazionali. Direttore del sito Resistência (www.resistencia.cc)

 
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Internazionalismo e lotta ideologica per l'affermazione di una via rivoluzionaria da marxxii 2a parte

Post n°15463 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

La creazione delle repubbliche sovietiche nel 1919 in Ungheria e in Baviera (Germania), hanno segnato il momento culminante dei movimenti rivoluzionari in Europa in conseguenza della Rivoluzione russa, sebbene siano state sconfitte.

La Grande Rivoluzione Socialista Sovietica ha creato condizioni propizie all'apparizione dell'Internazionale Comunista, la Terza Internazionale, dopo la bancarotta della Seconda Internazionale, provocata da un gretto nazionalismo, dalla collaborazione di classe e dall'opportunismo di destra. Questa rivoluzione ha esercitato grande influenza nel movimento operaio, nell'espansione e nel compattamento di gruppi di sinistra e nella sua separazione dall'influenza socialdemocratica. Come partito al potere, spetta al partito di Lenin, l'iniziativa di riunire nell'ambito della nuova organizzazione internazionale le forze di sinistra, comuniste, rivoluzionarie, separate dalle forze centriste e opportuniste di destra. La creazione della Terza Internazionale nel 1919 è stato un evento di grande rilievo per il movimento operaio internazionale. Il suo merito è stato di avere assimilato in tempo i frutti della lotta rivoluzionaria del proletariato russo, come base per il percorso che si apriva nella lotta per il socialismo su scala mondiale.

Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e durante il conflitto, la maggioranza dei dirigenti della Seconda Internazionale aveva tradito la classe operaia. Invece di seguire la politica dell'unità internazionalista dei lavoratori contro la borghesia, si sono trasformati in propagandisti della conciliazione di classe e sostenitori dello spargimento di sangue dei lavoratori dei paesi belligeranti a favore degli interessi della borghesia. I partiti della Seconda Internazionale sono caduti in posizioni riformiste e social-scioviniste. Di conseguenza, la Seconda Internazionale ha fatto bancarotta. In queste circostanze storiche è stata lanciata la sfida a rompere con i partiti socialdemocratici e a spezzare i legami con l'opportunismo di destra, come qualcosa di indispensabile a proseguire il corso della lotta politica di classe.

Nel contesto della preparazione della guerra, in cui erano affannosamente impegnate le borghesie dei paesi imperialisti, con la complicità di settori della socialdemocrazia, il Partito Bolscevico ha lanciato la parola d'ordine di trasformare la guerra imperialista in guerra civile. Nel quadro di questa lotta, sono sorti gruppi di sinistra e rivoluzionari in seno ai partiti socialdemocratici. Lenin ha apprezzato l'emergere di questi gruppi e ha dedicato a loro attenzione, partecipando alla Conferenza internazionale dei socialisti a Zimmerwald (1915), dove li ha aiutati a combattere gli opportunisti e a rompere con costoro nei campi ideologico, politico e organizzativo. Questa iniziativa ha rappresentato un passo importante verso la creazione della Terza Internazionale Comunista e il ristabilimento dell'unità rivoluzionaria del proletariato internazionale.

In questo processo, la sinistra si è separata organizzativamente dagli opportunisti. Di conseguenza, è cresciuto il numero dei partiti di sinistra e su tale base sono stati creati partiti comunisti in molti paesi. All'inizio del 1919, i rappresentanti di questi partiti, riuniti a Pietrogrado, decisero di convocare il congresso internazionalista. Le condizioni per la partecipazione erano: primo, i partiti e le organizzazioni si sarebbero dovute collocare alla direzione della lotta rivoluzionaria del proletariato per il rovesciamento dal potere della borghesia; secondo, sostenere la Rivoluzione d'Ottobre e il potere sovietico in Russia.

Il primo Congresso della Terza Internazionale Comunista si svolse a Mosca il 2 marzo 1919, con la partecipazione di delegati di 30 paesi, tra i quali, per la prima volta, rappresentanti del proletariato di paesi coloniali e dipendenti. Il Congresso approvò la creazione della Terza Internazionale come centro del movimento comunista internazionale.

Tra i temi in discussione, il carattere dello Stato, opponendosi nel dibattito concetti come democrazia borghese e dittatura del proletariato. Il riferimento era il rapporto di Lenin “Sulla democrazia borghese e la dittatura del proletariato”. Lenin sostenne che la rivoluzione è la legge generale delle trasformazioni sociali e politiche, a cui aspira il proletariato e che per costruire conseguentemente il socialismo è necessario rovesciare lo Stato borghese, sostituendolo con il potere politico dei lavoratori. Egli sottolineava che gli opportunisti di destra, insorgendo contro i metodi rivoluzionari e lottando per la “democrazia pura” e predicando il passaggio al socialismo attraverso il parlamento borghese, cercavano di evitare l'abbattimento del regime capitalistico.

L'Internazionale Comunista negli anni dell'impeto rivoluzionario (1920-1923)

La creazione dei partiti comunisti ha rivestito grande importanza. Partiti di classe ideologicamente e teoricamente consistenti, bene orientati politicamente, legati alle masse, rappresentano un fattore decisivo nella rivoluzione politico-sociale, in presenza di condizioni oggettive favorevoli. Nel periodo immediatamente successivo alla vittoria della rivoluzione socialista sovietica, i partiti comunisti sono stati creati come organizzazioni rivoluzionarie, protagoniste della lotta ideologica contro la corrente opportunista di destra, il nemico ideologico principale da combattere.

Lenin non ha lasciato neppure da parte la lotta contro l'opportunismo “di sinistra”, che si è manifestato nei partiti comunisti della Germania e dell'Inghilterra, scrivendo anche a proposito l'opera “Estremismo, malattia infantile del comunismo”. I “sinistri” non comprendevano la necessità di combinare la lotta legale e l'utilizzo di diverse forme di legame del partito con le masse. L'opportunismo “di sinistra” costituiva un pericolo perché conduceva all'allontanamento del partito dalle masse.

Il secondo congresso dell'Internazionale Comunista ha sottolineato l'importanza dell'alleanza tra operai e contadini e l'insieme delle masse oppresse. Il congresso ha indirizzato i partiti comunisti a legarsi strettamente alle masse lavoratrici, a dirigere le organizzazioni popolari e a lanciarsi nella lotta ideologica, politica e organizzativa.

Un documento importantissimo approvato dal secondo congresso è quello relativo alle condizioni per l'accettazione nell'Internazionale Comunista, che sono passate alla storia come le 21 condizioni leniniste. L'obiettivo del movimento comunista internazionale, con l'approvazione di tali condizioni, era quello di creare una barriera alla penetrazione dell'opportunismo nei partiti comunisti e nella Terza Internazionale.

Lenin riteneva che “senza combattere l'opportunismo, non si può combattere l'imperialismo”. Considerava l'opportunismo come base di appoggio al capitalismo, una corrente controrivoluzionaria, antisocialista, anti-internazionalista.

L'Internazionale Comunista negli anni 1921-1924

Negli anni 1921-1924 ebbe inizio la prima crisi economica del dopoguerra. Con l'aiuto dei dirigenti socialdemocratici la borghesia fece di tutto per dividere, minare e reprimere il movimento operaio rivoluzionario. I dirigenti di questi partiti crearono nuove organizzazioni come la “Internazionale 2,5”, intervennero contro gli scioperi ed espulsero i comunisti dai sindacati. In tali condizioni era necessario che i partiti comunisti elaborassero ulteriormente la loro linea tattica. Fu a questo scopo che si convocò il terzo congresso dell'Internazionale Comunista, nel 1921, con la parola d'ordine sulla lotta di massa. Il compito dei comunisti era organizzare, dalla base, il fronte unico dei lavoratori nella lotta, per assicurare la realizzazione delle richieste antimperialiste e democratiche. I partiti comunisti diressero le manifestazioni del 1° maggio 1922, in cui le richieste economiche erano collegate alle parole d'ordine politiche per la democrazia e il riconoscimento della Russia Sovietica. A causa del tradimento dei socialdemocratici, la borghesia dell'Europa Occidentale riuscì ad impedire l'unità della classe operaia, togliendole i pochi diritti democratici che aveva conquistato dopo la guerra. In Ungheria, Polonia, Austria e Bulgaria crebbe il pericolo del fascismo, mentre in Italia il regime fascista veniva instaurato nel 1922.

Anche il 4° congresso dell'Internazionale Comunista sottolineò che per combattere la minaccia fascista era indispensabile rafforzare i legami dei partiti comunisti con le masse. Nell'analizzare la questione del movimento rivoluzionario nei paesi coloniali e dipendenti, il congresso rilevò la necessità di creare un fronte unito con tutte le forze antimperialiste, notando che il proletariato sarebbe dovuto stare alla guida di questo fronte, come la classe più interessata di qualsiasi altra a portare a compimento la rivoluzione democratica e antimperialista. Avrebbe svolto tale ruolo per mezzo del suo partito, che avrebbe dovuto sempre mantenere la propria indipendenza organizzativa e politica nell'ambito del fronte unito antimperialista.

Nel 1923, per schiacciare il movimento rivoluzionario, la reazione polacca e quella bulgara instaurarono la dittatura fascista. La borghesia tedesca represse il movimento rivoluzionario con l'aiuto dei socialdemocratici. Schiacciando il movimento rivoluzionario degli anni 1920-1923, la borghesia rafforzò il suo dominio nei principali paesi capitalisti del mondo.

Questo rafforzamento segnò l'inizio della stabilizzazione temporanea e parziale del capitalismo e influenzò il manifestarsi di posizioni opportuniste di destra in seno ai partiti comunisti, con la negazione della possibilità di una nuova marea rivoluzionaria, mentre i “sinistri” negavano il  rilusso temporaneo di questa marea.

Dopo il 5° congresso dell'Internazionale Comunista, ci fu una dura lotta in diversi partiti comunisti tra queste due ali, che sfociò nell'esclusione degli elementi opportunisti che avevano ricoperto importanti ruoli negli organi di direzione.

I partiti comunisti, ancora nella fase iniziale della loro esistenza, non avevano accumulato sufficiente forza per affrontare la borghesia e l'imperialismo, né una sufficiente maturazione politica, ideologica e organizzativa. Si stava vivendo una fase iniziale dell'evoluzione e della maturazione di questi partiti per diventare partiti comunisti di tipo nuovo, di avanguardia, rivoluzionari e di massa.

La vittoria della rivoluzione sovietica nel 1917 ha segnato una profonda svolta nella storia delle lotte di emancipazione dei popoli, nella lotta della classe operaia internazionale e ha posto nuove questioni teoriche e pratiche, metodologiche e organizzative, nuove sfide all'organizzazione della lotta della classe operaia in tutto il mondo. E' in tale prospettiva che devono essere inquadrati l'esistenza e lo sviluppo della Terza Internazionale nel contesto dell'epoca immediatamente posteriore al trionfo della Rivoluzione socialista in Russia.

 
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Internazionalismo e lotta ideologica per l'affermazione di una via rivoluzionaria da marxxii

Post n°15462 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

di José Reinaldo Carvalho*

da resistencia.cc

Traduzione di Mauro Gemma

A Daniel Ilirian Carvalho, che ha vissuto nell'attesa di commemorare il centenario della Rivoluzione d'Ottobre

La Rivoluzione, il cui centenario è motivo di celebrazione da parte delle forze vive del movimento operaio, rivoluzionario e comunista per tutto l'anno 2017, la Grande Rivoluzione Sovietica, diretta dal Partito Bolscevico guidato da Lenin, è stata il più grande evento politico-sociale della storia dell'umanità. Per la prima volta, il proletariato, unito con gli altri ceti popolari, soprattutto i contadini, ha conquistato il potere politico e ha iniziato la costruzione del potere dei lavoratori e della società socialista.

Il trionfo, 100 anni fa, della Rivoluzione d'Ottobre in Russia segna l'inizio di una grande epoca nella storia dell'umanità, l'epoca del passaggio dal capitalismo al socialismo.


Con questo evento il capitalismo ha cessato di essere l'unico sistema mondiale. Come conseguenza della vittoria della Rivoluzione d'Ottobre e dell'instaurazione del potere rivoluzionario, è sorto il nuovo sistema socialista, il primo paese con il proletariato emancipato ad esercitare il potere. Un sostegno colossale ai lavoratori in tutto il mondo.

La Rivoluzione russa del 1917 ha confermato la tesi di Marx e Engels, basata sull'analisi scientifica della società, che il capitalismo è un sistema economico-sociale e politico storicamente condannato. Sotto l'influenza di insanabili contraddizioni antagoniste, a un certo punto lo sviluppo economico e la lotta politica di classe presentano inevitabilmente acuti dilemmi e si verificano situazioni rivoluzionarie, che, nel quadro della maturazione di condizioni oggettive e soggettive, portano alla vittoria della rivoluzione.

La rivoluzione del 1917 è stata la forza trainante del progresso sociale. Partendo da una base economica arretrata, in pochi decenni l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche si è trasformata in uno dei paesi più prosperi e socialmente più avanzati del mondo. Sulle rovine del vecchio regime, è sorta una nuova civiltà umana, un'economia sviluppata, si è realizzato un immenso progresso materiale e spirituale, si è conquistata la giustizia, l'uguaglianza, è nato un popolo colto e dignitoso. Sono incomparabili le conquiste sociali, le riforme strutturali, i progressi civili operati dal nuovo ordinamento politico dello Stato proletario basato sull'alleanza tra operai e contadini.

La vittoria della rivoluzione russa, nelle condizioni particolari dell'inizio del secolo scorso, ha confermato la tesi di Lenin, secondo cui, con il passaggio del capitalismo alla fase imperialista, si sarebbe aperta l'epoca della rivoluzione socialista. Ciò diventa più chiaro quando si analizza lo scenario segnato dalle contraddizioni generali che definiscono il carattere dell'epoca.

La rivoluzione vittoriosa nel 1917, con la conseguente instaurazione del regime socialista e l'inizio della costruzione della società socialista, ha portato sulla scena dei conflitti sociali e geopolitici la contraddizione tra i due sistemi opposti, socialista e capitalista.

Lo sviluppo del sistema capitalista, già su scala globale, ha aggravato la contraddizione tra lavoro e capitale.

A cavallo tra il 19° e il 20° secolo, c'è stato un salto di qualità nel sistema capitalista, che ha raggiunto la sua fase imperialista, dando luogo all'antagonismo tra questo sistema e i popoli e nazioni oppressi dei paesi coloniali e dipendenti.

Tale quadro è completato dalle contraddizioni tra le potenze imperialiste, in lotta per il dominio del mondo, per i mercati, le materie prime e la divisione geopolitica del pianeta, che si potrebbe solo realizzare mediante la guerra. Queste contraddizioni si sono manifestate in modo evidente e si sono acutizzate nello scenario della Prima Guerra Mondiale e della Rivoluzione Sovietica.

Il trionfo delle classi oppresse nel 1917 in Russia ha dimostrato che solamente la rivoluzione può aprire la strada alla conquista dell'emancipazione nazionale e sociale, alle trasformazioni sociali e politiche progressiste. La rivoluzione russa ha seppellito la collaborazione di classe come strategia del movimento operaio e popolare.

Dimensione internazionale della Rivoluzione sovietica

Nessun altro evento politico-sociale ha concretizzato in tale dimensione la parola d'ordine lanciata sei decenni prima da Marx: “Proletari di tutti i paesi, unitevi!”. Sebbene non abbia portato alla rivoluzione proletaria mondiale – questa era l'aspettativa dei bolscevichi e di tutto il movimento rivoluzionario all'epoca –, la rivoluzione socialista del 1917 ha avuto uno straordinario impatto internazionale, ha esercitato un'influenza diretta sugli eventi successivi, ha cambiato il volto del mondo e ha lasciato un segno indelebile in tutto il 20° secolo.

La Rivoluzione Socialista d'Ottobre e la fondazione dello Stato sovietico hanno esercitato un'enorme influenza sul movimento rivoluzionario mondiale. Hanno mostrato alle masse lavoratrici di tutto il mondo la via da seguire, le hanno ispirate con il loro esempio, hanno dato una spinta poderosa al movimento operaio e di liberazione nazionale. La Rivoluzione d'Ottobre ha colpito duramente il sistema capitalistico sia nelle metropoli che nelle colonie e nei paesi dipendenti e ha approfondito ulteriormente la crisi generale del sistema capitalistico, iniziata con la Prima Guerra Mondiale.

Cambiava il volto del mondo, si apriva una nuova epoca nella storia dell'umanità. Realizzata al culmine della guerra tra grandi potenze che rivaleggiavano per dominare il pianeta, la Rivoluzione russa ha rappresentato il contrappunto essenziale al sistema capitalistico. Da allora, il confronto tra il capitalismo (imperialista) e il socialismo è diventato una delle contraddizioni fondamentali dell'epoca. Gli scontri politici, le guerre e le rivoluzioni nazionali-di liberazione e socialiste del 20° secolo sono esplose e e si sono sviluppate avendo questi antagonismi come fattori oggettivi di condizionamento.

Il potere statale socialista che è emerso nel 1917, internazionalista per sua natura, è diventato il vettore trainante nella lotta per la pace mondiale e il progresso sociale, un fattore essenziale per neutralizzare gli effetti dell'aggressività dell'imperialismo e influenzare positivamente le lotte dei lavoratori e dei popoli.

Dopo la rivoluzione sovietica del 1917 e sotto la sua diretta influenza, si sono formati partiti comunisti in diversi paesi, in particolare Argentina, Finlandia, Brasile, Uruguay, Austria, Ungheria, Estonia, Polonia, Germania, Grecia, Cina, Portogallo, Francia, Italia, Spagna, Australia, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Romania, Svizzera, Cecoslovacchia, Mongolia, Canada, Stati Uniti, Indonesia, Iraq, India, Vietnam, Cuba , Corea, Sudafrica, tra gli altri.

La rivoluzione sovietica ha prodotto un impatto sulla mobilitazione del movimento comunista rivoluzionario internazionale e dei popoli delle colonie e semi-colonie. Scioperi e manifestazioni in solidarietà con il potere sovietico si sono verificati in quasi tutta l'Europa, negli Stati Uniti, in Giappone e America Latina. Il movimento di liberazione nazionale ha acquisito slancio in paesi coloniali e semicoloniali, come in Cina, Corea, India e Indocina.

 
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Parasite

Post n°15461 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 

Parasite

( Gisaengchung )
Regista: Bong Joon Ho
Genere: Drammatico
Anno: 2019
Paese: Corea del Sud
Durata: 132 min
Data di uscita: 07 novembre 2019
Distribuzione: Academy Two
Parasite è un film di genere drammatico del 2019, diretto da Bong Joon Ho, con Hye-jin Jang e Kang-ho Song. Uscita al cinema il 07 novembre 2019. Durata 132 minuti. Distribuito da Academy Two.
Data di uscita:07 novembre 2019
Genere:Drammatico
Anno:2019
Paese:Corea del Sud
Durata:132 min
Distribuzione:Academy Two
Fotografia:Hong Kyung-pyo
Musiche:Jaeil Jung
Produzione:Barunson E&A, CJ E&M Film Financing & Investment Entertainment & Comics, CJ Entertainment, Frontier Works Comic
TRAMA PARASITE

Parasite, film diretto da Joon-ho Bong, è un dramma che racconta la storia della famiglia Kim, formata dal padre Ki-taek (Kang-ho Song), un uomo privo di stimoli, una madre, Chung-sook (Hye-jin Jang), senza alcuna ambizione e due figli, la 25enne Ki-jung (So-dam Park) e il minore, Ki-woo (Woo-sik Choi). Vivono in uno squallido appartamento, sito nel seminterrato di un palazzo, e sono molto legati tra loro, ma senza un soldo in tasca né un lavoro né una speranza per un futuro roseo. A Ki-woo viene la perversa idea di falsificare il suo diploma e la sua identità per reinventarsi come tutor e impartire lezioni a Yeon-kyuo (Yeo-jeong Jo), la figlia adolescente dei Park. Quest'ultimi sono una ricca famiglia, che, al contrario dei Kim, vivono in una grande villa, grazie ai guadagni del patriarca, dirigente di un'azienda informatica.
Ki-woo insegna principalmente inglese alla ragazza a un ottimo prezzo, cosa che genera entusiasmo e speranza nella suoi parenti. Il ragazzo, notando come alla figlia minore dei Park piaccia disegnare, ha la subdola idea di inventare che sua sorella Ki-jung è un'insegnante d'arte, permettendo anche a lei di infiltrarsi nella loro vita. Le due famiglie non sanno, però, che questo incontro è solo l'inizio di una storia strana, che porterà i Kim a introdursi sempre più nella routine dei Park, come un parassita fa con un organismo estraneo.

PANORAMICA SU PARASITE

 

Dopo due film realizzati in inglese e con capitali statunitensi come Snowpiercer e Okja, Bong Joon-ho è tornato a realizzare un film al 100% coreano con questo Parasite, clamoroso cocktail di generi che va dalla commedia nera al dramma sociale, passando per il thriller capace di assumere venature quasi horror ma anche per un sentimentalismo commovente.
Nelle parole dello stesso regista, questo film è "il racconto di persone comuni alle prese con una inestricabile confusione; una commedia senza clown, una tragedia senza cattivi, dove tutto porta verso un groviglio di violenza e a un tuffo a capofitto giù dalle scale." Prima della proiezione ufficiale al Festival di Cannes del 2019, dove il film è stato presentato in prima mondiale, Bong aveva scritto ai giornalisti e critici una lettera aperta nella quale, come Tarantino per il suo C'era una volta a... Hollywood, pregava di non rivelare in articoli e recensioni le tante sorprese e i molti ribaltamenti presenti nella trama, ma soprattutto il grande twist a sorpresa del finale. A Cannes, dove in passato aveva già presentato film come The Host, l'antologico Tokyo!, Mother e l'Okja targato Netflix, ha vinto la Palma d'oroParasite è stato il primo film sudcoreano a vincere il festival, e il primo a ricevere la Palma d'oro all'unanimità dai tempi di La vita di Adele di Abdellatif Kechiche.
Forte del riconoscimento ottenuto in Francia, Parasite è uscito all'inizio di giugno nelle sale coreane ottenendo risultati straordinari: nel suo primo weekend di programmazione, ha incassato più di venti milioni di dollari, ovvero 70% degli incassi complessivi, stracciando la concorrenza di blockbuster hollwyoodiani come Aladdin e Godzilla: King of the Monsters. Nel corso delle settimane e dei mesi è arrivato a un totale di oltre 88 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, dei quali ben 70 ottenuti in patria.
Il regista e Song Kang-ho, uno degli attori protagonisti del film, arrivano con Parasite alla loro quinta collaborazione. La terza, invece, col direttore della fotografia Hong Kyung-pyo, lo stesso del Burning di Lee Chang-dong.

 

CURIOSITÀ SU PARASITE

 

Palma d'oro al Festival di Cannes 2019.

Vietato ai minori di 14 anni.

 

INTERPRETI E PERSONAGGI DI PARASITE
AttoreRuolo
Hye-jin Jang
Kim Chung-sook
Kang-ho Song
Kim Ki-taek
Lee Sun-kyun
Park Dong-ik
Cho Yeo-Jeong
Park Yeon-kyo
Choi Woo-sik
Kim Ki-woo
Park So-dam
Kim Ki-jung

 
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Roma, nuovo rogo distrugge la libreria "La pecora elettrica" da rainews

Post n°15460 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 
Tag: news

ITALIA Roma, nuovo rogo distrugge la libreria "La pecora elettrica" Già danneggiata ad aprile, avrebbe dovuto riaprire domani. Trovato liquido infiammabile. Il titolare: "Hanno dato fuoco a tutto". Al vaglio pista pusher, la libreria disturberebbe lo spaccio Tweet 06 novembre 2019 I Vigili del fuoco hanno ritrovato liquido infiammabile all'interno della libreria Pecora Elettrica, a cui la scorsa notte ignoti avrebbero dato fuoco alla vigilia della riapertura. La libreria di via delle Palme era stata oggetto di un atto con identiche modalità il 25 aprile scorso. A seguito del primo incendio, migliaia di cittadini e attività commerciali del quartiere si erano mobilitati per raccogliere fondi per la riapertura della libreria caffetteria. Non si segnalano feriti. Sono in corso le indagini. "L'incendio di stanotte l'ha distrutta di nuovo. Sono entrati e hanno dato fuoco a tutto". Così il titolare della libreria andata a fuoco nella notte alla vigilia della sua riapertura. Potrebbe esserci un collegamento tra i due incendi alla libreria antifascista "La Pecora elettrica" e quello divampato quasi un mese fa nel locale di fronte. È una delle ipotesi al vaglio degli investigatori. Tra le piste quella che i due locali, gli unici aperti la sera, possano avere disturbato un giro di spaccio nel parco adiacente. "Inquietante l'ennesimo rogo alla libreria la Pecora Elettrica a Roma. Se fosse confermato l'atto doloso sarebbe estremamente grave. Vicina ai proprietari, si faccia subito chiarezza" aveva scritto su twitter Virginia Raggi, sindaca di Roma. "Questi gli attacchi che rivelan chi il pensiero mafioso e non democratico tema: chi vuole capire, leggendo e scoprendo il più possibile il mondo. Libro rinvia a #libertà. E chi ha paura della libertà incendia le librerie... #pecoraelettrica". Lo scrive su Twitter il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, commentando la notizia del nuovo incendio appiccato alla libreria romana, proprio alla vigilia della riapertura. Franceschini: lo Stato si impegna "Il nuovo incendio alla libreria La Pecora Elettrica proprio alla vigilia della sua riapertura è un fatto di una gravità assoluta". Così il ministro della cultura Dario Franceschini arrivato sul posto, a Roma, per testimoniare solidarietà ai ragazzi che hanno animato il progetto della libreria antifascista di Centocelle. "Sono qui per esprimere la vicinanza di tutti i colori politici, ma anche per garantire l'impegno del governo perché non accada mai più". E anticipa di aver parlato con il ministro Lamorgese e annuncia per il 15 novembre una riunione in Prefettura su Centocelle. Quando succede un fatto di questo genere, dice il ministro e capo della delegazione pd al governo,"è evidente che ci deve essere la vicinanza di tutti. Quando si bruciano i libri poi  è ancora più terribile, tanto più che questa libreria era molto impegnata sul tema dei diritti civili. Saranno gli inquirenti a indagare e trovare i colori. E' evidente che lo Stato ha il dovere di garantire il libero svolgimento delle attività commerciali, soprattutto quando c'è un atto culturalmente così importante. Quindi io sono qui oggi per manifestare la vicinanza di tutti i colori politici, ma anche per garantire un impegno assoluto perché non accada mai più". - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Roma-nuovo-rogo-distrugge-la-libreria-pecora-elettrica-c3f92ba5-1ed6-45af-8362-39d4a41a88e6.html

 
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MOTHERLESS BROOKLYN - I SEGRETI DI UNA CITTÀ

Post n°15459 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 

Motherless Brooklyn - I Segreti di una Città

( Motherless Brooklyn )
Regista: Edward Norton
Genere: DrammaticoNoir
Anno: 2019
Paese: USA
Durata: 144 min
Data di uscita: 07 novembre 2019
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Motherless Brooklyn - I Segreti di una Città è un film di genere drammatico, noir del 2019, diretto da Edward Norton, con Edward Norton e Bruce Willis. Uscita al cinema il 07 novembre 2019. Durata 144 minuti. Distribuito da Warner Bros. Pictures.

Data di uscita:
07 novembre 2019
Genere:Drammatico, Noir
Anno:2019
Paese:USA
Durata:144 min
Distribuzione:Warner Bros. Pictures
Sceneggiatura:Edward Norton
Fotografia:Dick Pope
Montaggio:Joe Klotz
Produzione:Class 5 Films, MWM, Warner Bros. Pictures
TRAMA MOTHERLESS BROOKLYN - I SEGRETI DI UNA CITTÀ

Motherless Brooklyn, film diretto da Edward Norton, è ambientato nella New York degli anni '50 ed è la storia di Lionel Essrog (Edward Norton), un investigatore privato affetto dalla sindrome di Tourette e con un carattere molto solitario. È stato Frank Minna (Bruce Willis), a capo dell'agenzia d'investigazione, a trovare Lionel e i suoi colleghi, tra cui Tony Vermonte (Bobby Cannavale), in un orfanotrofio, dove venivano maltrattati da un gruppo di monache violente. Colpito dalla sua intelligenza, dal suo fare gentile e soprattutto dalla sua memoria fotografica, Minna ha permesso a Lionel di entrare nella sua agenzia. Ma soprattutto l'uomo lo ha aiutato a capire che quello che le persone percepivano come stranezze date dalla sindrome, potevano essere un vero e proprio dono per la sua professione.
Quando Frank muore, Lionel indaga sulla morte del suo amico e mentore, nonostante i pochi indizi a disposizione. Lionel è fiducioso, infatti, che grazie alla sua ossessiva capacità di analisi e riflessione possa riuscire a risolvere il caso. Le sue indagini lo portano a svelare molti segreti, fino a quel momento ben custoditi, e dai quali dipende il destino dell'intera città.
Girando New York, dai night club di Harlem ai bassifondi di Brooklyn, fino ai dorati e lussuosi salotti di potenti finanzieri, l'investigatore si ritrova faccia a faccia con i più pericolosi delinquenti della città, pronto ad affrontarli pur di onorare la memoria del suo amico e salvare l'unica donna che forse potrebbe aiutarlo.

PANORAMICA SU MOTHERLESS BROOKLYN - I SEGRETI DI UNA CITTÀ

 

L'immaginario legato di New York è infinito, ma anche quello di uno dei suoi più intriganti quartieri, Brooklyn, non è da meno. Da Coney Island e i suoi dintorni in cui si parlano russo e ucraino, come mostrato nel cinema di James Gray, al più bohémien Williambsurg raccontato da Noah Baumbach. In ambito letterario sono le strade, con tanto di case di arenaria a schiera, di autori come Paul Auster o Jonathan Safran Foer o Jonathan Lethem, il cui classico contemporaneo, Motherless Brooklyn(pubblicato in italiano come Brooklyn senza madre da Bompiani), è portato ora sullo schermo da Edward Norton, in veste di protagonista, regista, sceneggiatore e produttore.

Il romanzo, uscito nel 1999, vinse il premio Gold Dagger e il National Book Critics Circle Award, raccontando il ritorno a casa, a Brooklyn, del protagonista, raccontandone la trasformazione da zona popolare e disagiata a quartiere di gran moda. Un’ambientazione di fine anni 90 che nel film diventa anni Cinquanta, con al centro Lionel Essrog (Norton stesso), un detective privato affetto dalla sindrome di Tourette.

Il più noto romanzo di Lethem è probabilmente La fortezza della solitudine (Tropea), ennesimo tentativo di scrivere "il grande romanzo americano".
Fin dall'uscita del libro si è discusso della possibilità di un adattamento per il grande schermo, con un coinvolgimento fin da subito di Edward Norton, in dubbio per anni se dirigerlo o meno. La produzione è poi iniziata a febbraio 2018 con protagonisti, oltre a Norton, Bruce Willis, Willem Dafoe, Bobby Cannavale, Alec Baldwin e la brava Gugu Mbatha-Raw, vista in Black Mirror.

Il 22 marzo un incendio è esploso nella cantina dell'edificio in cui aveva sede la produzione, appena sotto al set. L'incidente ha provocato la morte di un vigile del fuoco, mentre le riprese sono state sospese per una settimana.
Si tratta del secondo film di Norton a distanza di 19 anni, data di uscita della commedia romantica Tentazioni d'amore, in cui recitava al fianco di Ben Stiller e Jenna Elfman. In carriera ha ricevuto tre nomination all'Oscar, per American History X, Birdman e Schegge di paura, per il quel vinse il Golden Globe.
Il cantante dei Radiohead, Thom Yorke, ha scritto una canzone per il film, "Daily Battles".
Motherless Brooklyn è stato presentato in prima mondiale a Telluride, poi a Toronto, San Diego e New York, prima di aprire la Festa del Cinema di Roma 2019.

CURIOSITÀ SU MOTHERLESS BROOKLYN - I SEGRETI DI UNA CITTÀ

È stato il film di apertura della Festa del Cinema di Roma 2019.

Secondo film da regista di Edward Norton.

Il film è tratto dall'omonimo romanzo, scritto da Jonathan Lethem e pubblicato nel 1999.

Sebbene il romanzo sia ambientato nel 1999, Norton ha riscritto la storia in un diverso periodo. Secondo lui girare un film ambientato negli anni '90 con detective che si comportano come quelli dei noir degli anni '50 sarebbe stato ironico. Inoltre, la scelta di questo decennio è stata data anche dal fatto che i 50s sono stati un’epoca di grandi cambiamenti per New York.

FRASI CELEBRI DI MOTHERLESS BROOKLYN - I SEGRETI DI UNA CITTÀ

 

Dal Trailer Italiano del Film:

Lionel Essrog (Edward Norton): Ok, sentite, io ho qualcosa che non va, è la prima cosa da sapere. Ho dei tic e urlo, sembro un fenomeno da baraccone. Ma nella mia testa il casino è più grosso, giro e rigiro le cose, parole e rumori soprattutto, continuo a giocarci finché non escono giusti...come dicevo un bel casino! Però lavoravo per Frank, Frank Minna, investigatore. Lui mi ha insegnato come usare la mia testa e renderla una forza, mi ha dato un posto in un mondo di merda, ma ho rovinato tutto!

Paul Randolph (willem Dafoe): Questa città è in mano a Moses Randolph, quando qualcuno non è visto per quello che è veramente, è una cosa molto pericolosa!

Moses Randolph (Alec Baldwin): Hai la minima di come funziona il potere? Il potere è sapere tutto quello che vuoi e nessuno ti fermerà mai!

 

INTERPRETI E PERSONAGGI DI MOTHERLESS BROOKLYN - I SEGRETI DI UNA CITTÀ
AttoreRuolo
Edward Norton
Lionel Essrog
Bruce Willis
Frank Minna
Bobby Cannavale
Tony Vermonte
Leslie Mann
Julia Minna
Willem Dafoe
Paul Randolph
Gugu Mbatha-Raw
Laura Rose
Ethan Suplee
Gilbert Coney
Alec Baldwin
Moses Randolph
Kenneth Williams
Wynton Marsalis
Dallas Roberts
Danny Fantl
Cherry Jones
Gabby Horowitz

 
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MOTHERLESS BROOKLYN - I SEGRETI DI UNA CITTÀ

Post n°15458 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Le ragazze di Wall Street

Post n°15457 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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La Famosa Invasione degli Orsi in Sicilia

Post n°15456 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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La “busiarda” non si smentisce maiLa “busiarda” non si smentisce mai da marxxii

Post n°15455 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 

cile 1di Mauro Gemma per Marx21.it

Mai come il 6 novembre 2019 il termine "busiarda" (a suo tempo appioppato a La Stampa dagli antifascisti torinesi per il suo vergognoso appiattimento filo regime mussoliniano) è stato più azzeccato.

Innanzitutto, si distingue "Buongiorno" in prima pagina di Mattia Feltri (figlio di Vittorio) sui rigurgiti neonazisti in Germania (e altro), quando, nel più smaccato spregio della verità storica, il nostro arriva persino a scrivere che "quasi niente" si era fatto nella RDT per non far cadere il ricordo delle efferatezze hitleriane, dimenticando che, non solo la RDT (i cui primi dirigenti erano stati tutti perseguitati dal nazismo, costretti all'esilio o internati nei campi di concentramento) era sempre stata in prima fila nel tenere viva la "memoria storica" di quanto era accaduto in Germania, ma sempre si era distinta per la solidarietà politica e materiale con chi lottava contro il fascismo in tutto il mondo (come possono, ad esempio, confermare gli antifascisti cileni).


Un altro esempio di palese mistificazione (e dire che il direttore di La Stampa è uno di quelli che più innalza grida contro le fake news) è quanto scrive, a pagina 21, Alessandro De Nicola (Adam Smith Society) che si lancia in un'esaltazione della politica economica cilena, dipingendo quel paese come una sorta di "paradiso" dal punto di vista economico grazie alle ricette ultra-liberiste (ereditate da Pinochet) che hanno caratterizzato gli ultimi decenni.

Dopo avere magnificato i risultati ottenuti, l''ospite della "busiarda" non manca di sottolineare che " I 19 milioni di cileni sono usciti dalla povertà, posseggono 25 milioni di telefonini e 5,5 milioni di autoveicoli e non accettano di non godere del benessere della classe media dei paesi sviluppati".

Avete capito? In fondo, secondo De Nicola, in piazza, nell'intero Cile, ci andrebbero solo dei "privilegiati" che non sanno di quale fortuna godono rispetto al resto dell'America Latina. E già! il popolo cileno si fa massacrare (con decine di morti, centinaia di feriti e torturati dai Carabineros de Chile), non perché è disperato ed esasperato per una situazione sociale insostenibile e perché è oppresso da un regime autoritario che non ha ancora fatto i conti con il "pinochettismo", ma solo perché desidera più telefonini.

Non è che la "busiarda", che quotidianamente sforna menzogne su qualsiasi argomento di politica, si sta preparando (con al seguito tutto il mainstream) a demonizzare la straordinaria prova di dignità e orgoglio del popolo cileno, esattamente come aveva fatto con i "gilet gialli" francesi e con tutte le sollevazioni popolari che non hanno il marchio di fabbrica dell'Occidente imperialista?

 
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La lezione che la DDR può dare ancora al mondo da antidiplomatico

Post n°15454 pubblicato il 13 Novembre 2019 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

"La lezione che la DDR può dare ancora al mondo". Il racconto di Victor Grossman esule nella Germania Est, fuggito dagli USA nel 1952 per la persecuzione maccartista

La lezione che la DDR può dare ancora al mondo. Il racconto di Victor Grossman esule nella Germania Est, fuggito dagli USA nel 1952 per la persecuzione maccartista
 
La Germania celebra 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, vista come un momento di unità. Tuttavia, le lezioni che la Germania orientale una volta aveva da offrire sono state messe da parte, secondo Victor Grossman, giornalista, scrittore, fuggito dagli Stati Uniti, esule nella Germania orientale nel 1952 in seguito alla persecuzione maccartista

Dopo la caduta del muro, che è stata vista come la più vivida manifestazione della divisione dell'Europa durante l'era della Guerra Fredda, i tedeschi - e probabilmente il resto del mondo con loro - hanno abbracciato felicemente e senza dubbio le idee del capitalismo occidentale nella speranza che avrebbe offerto loro un futuro luminoso.
 
Tuttavia, la realtà in cui si sono trovati si è rivelata molto meno sicura, anche se li ha resi un po' più ricchi,  secondo Victor Grossman, un giornalista nato negli Stati Uniti nel 1928, fuggito dalla persecuzione maccartista nella Germania orientale nel 1952.
 
In un'intervista concessa ad RT, Grossman condivide la sua storia e fornisce una prospettiva unica su ciò che la Germania orientale, una volta considerata obsoleta, inefficace e non democratica, può ancora offrire questo mondo.
 
 
Essere di sinistra era un crimine negli Stati Uniti degli anni '50
 
Ho deciso di fuggire qualche anno dopo aver lasciato il college, dopo aver lasciato Harvard, perché ero di sinistra ed ero molto coinvolto politicamente a sinistra. Ho visto molte persone, cresciute negli anni '30 e '40 a New York e negli Stati Uniti, ma nel 1951, quando sono stato arruolato nell'esercito, la scena era completamente cambiata; la guerra fredda era iniziata.
 
"La cosiddetta Era McCarthy significava che le persone con idee  di sinistra erano in realtà paria"
 
Poi sono stato arruolato all'inizio della guerra di Corea. Quando eri arruolato, dovevi dire se eri mai stato in un'organizzazione di sinistra. Mi ha ha preso il panico perché questo già mi rendeva un criminale. Quindi, anche se ero stato, ho firmato che non lo ero mai stato.
 
Sono stato fortunato ad essere inviato non in Corea ma nella Germania occidentale, ma mi hanno controllato. La pena per aver mentito, rischiavo fino cinque anni di carcere. Non volevo passare un anno e sei mesi in una prigione militare, quindi ho deciso di abbandonare e ho fatto una diserzione drammatica, nuotando attraverso il Danubio dalla parte americana alla zona sovietica, e l'esercito sovietico mi ha mandato nella Germania orientale, la DDR. È così che sono giunto qui molti anni fa.
 
La caduta del muro di Berlino ha avuto lati positivi e negativi
 
La caduta del muro di Berlino ha significato molto. Vivevo a Berlino est. Da un lato ho potuto vedere come le persone felici potessero incontrarsi molto facilmente con amici e parenti nella Berlino ovest e nella Germania occidentale, per viaggiare in tutte le parti del mondo. Significava che potevano ottenere molte merci che non erano disponibili nella Germania orientale. Le persone avevano molto di mangiare e indossavano le cose più moderne e usavano i beni migliori che vedevano pubblicizzati ogni sera sulla TV occidentale. Non potevano prenderli facilmente e ora, con il muro abbattuto, potevano.
Significava una propaganda meno stupidamente noiosa nei media, l'idea che ci sia davvero solo un'idea corretta e che tutto il resto sia sbagliato - e la pressione in gioco. Per questi motivi, ho capito che le persone erano molto felici. Non mi ha influenzato molto perché non potevo andare da nessuna parte in Occidente, come disertore.
 
Ho avuto amari rimpianti allo stesso tempo. Perché per me la DDR, Germania dell'Est, è stato un esperimento, che alla fine non ha avuto successo ma che è stato un esperimento molto prezioso e importante. Solo alcuni punti: non abbiamo avuto problemi di droga nella Germania orientale e quindi anche nessun di AIDS. Queste erano le due cose che il muro teneva fuori.
 
Ancora più importante, per due generazioni, i tedeschi non hanno potuto sbarazzarsi delle idee naziste e razziste nella testa delle persone. Nella Germania dell'Est, se le avessero avute, li avrebbero tenuti per sé. Non le hanno espressi pubblicamente. Avrebbero potuto dar loro voce tra la loro famiglia o amici intimi, ma non pubblicamente. Ora, dopo la caduta del muro, vedo intere colonne di delinquenti fascisti proprio vicino a casa mia, con svastiche, slogan fascisti e simili agli uomini delle SS di ottanta anni fa. Questa è una delle cose più spaventose sulla caduta del muro.
 
Milioni di persone hanno perso il lavoro
 
Una delle cose positive della DDR che ho sentito è che le grandi compagnie e le società che sostenevano Hitler e che avevano causato la guerra erano state completamente eliminate nella Germania dell'Est dopo il 1945, ma erano rimaste forti nella Germania occidentale. Il senatore degli Stati Uniti Kilgore (Harley M. Kilgore) dichiarò ufficialmente al senato degli Stati Uniti come avevano sostenuto Hitler. Non era solo un uomo, erano queste grandi corporazioni. Dopo che il muro è caduto, sono tornati.
 
"Non solo sono tornati, ma sono tornati chiudendo l'intera industria nella Germania orientale, creando milioni di persone senza lavoro, cacciando quasi tutti i professori, cacciando via tutti i miei amici giornalisti - perché ho studiato giornalismo a Lipsia, - senza lavoro e davvero tagliando l'intera società in tutti i modi possibili."
 
Ogni evento ha i suoi lati positivi e negativi. Potrei essere felice con le persone che si rallegravano, ma ero preoccupato per quello che sarebbe successo. E non mi sono completamente sbagliato. Temo che le mie paure fossero giustificate.
 
La disoccupazione è diventata meno grave rispetto ai primi anni terribili e disastrosi. Le persone hanno più o meno trovato lavoro. Le condizioni non erano altrettanto buone, soprattutto perché sono molto insicure. Nella DDR non hai mai avuto paura di perdere un lavoro salvo se non avevi abbattuto con il tuo caposquadra con un piede di porco o se arrivavi per tre settimane di fila ubriaco a morte da essere buttato fuori - e, anche allora, il sindacato ha dovuto approvarlo.
 
Tra i lavoratori c'era un detto che fece il giro tre anni dopo la caduta del muro. Ai tempi della DDR se eri intelligente, non potevi dire nulla contro la leadership del partito, ma avresti potresti dire tutto ciò che desideravi sul tuo caposquadra o sulla tua direzione. Ora è il contrario: puoi dire qualcosa contro un presidente o un cancelliere, ma è meglio non dire nulla sul tuo caposquadra. Ciò dimostra questo diverso modo di vivere tra due società.
 
Niente più fiducia nel futuro
 
Ora abbiamo un'industria e una società in cui milioni sono incerti su ciò che il domani porterà. Non sanno se domani avranno un lavoro, non sanno se possono permettersi le case che affittano domani. Le persone vengono espulse dalle loro case se non possono permettersi di pagare o non riescono a tenere il passo con i pagamenti dei mutui. Ciò era illegale ai tempi della DDR. Era illegale buttare le persone fuori dal loro appartamento. Nel peggiore dei casi, poterli farli uscire ma poi dovevi dargli un altro appartamento, anche se più economico.
 
Ai tempi della DDR, dicevo alle persone che sognavano il futuro d'oro occidentale che avrebbero avuto tutto e vivere come i re, che sarebbero in grado di acquistare tutte le bibite che desideravano e di viaggiare per vedere la torre pendente di Pisa o il Golden Gate Bridge, ma potrebbero non avere un lavoro e non essere in grado di pagare per la loro casa. Sfortunatamente, le mie paure si sono giustificate.
 
Ciò significa che oggi, sebbene la disoccupazione non sia così terribile come nei primi quattro o cinque anni, non è ancora buona e molti lavori che le persone svolgono sono insicuri. Non sanno per quanto tempo durerà e hanno paura di non entrare nei fine settimana per paura di perdere il lavoro.
 
"C'era un senso di sicurezza ai vecchi tempi che oggi manca completamente"
 
Mancavano molti prodotti, che vorresti avere avuto in quei giorni. Puoi averne di più oggi se te lo puoi permettere. Anche questo è un problema diverso. Ai vecchi tempi, la maggior parte delle persone sembrava avere più soldi di quanti ne potessero spendere perché non c'erano abbastanza beni di lusso nei nostri negozi. Avevano i soldi per andare in vacanza. Non tutti, ma un gran numero.
 
Oggi molte persone - e in particolare i bambini - soffrono di una grave mancanza di denaro. Questo è un altro problema che è sorto. Questo mi fa pensare, dopo 30 anni, che, come accade con molti eventi nella storia del mondo, c'è un lato positivo e uno negativo in ogni evento. E c'erano anche lati negativi.
 
Ciò mi rende ancora triste che quell'esperimento, la DDR, una piccola e una povera parte della Germania - eppure siano riusciti a liberarsi quasi completamente della povertà lì. Questo è un risultato che è stato raramente raggiunto in qualsiasi luogo del mondo. In larga misura, la DDR ha raggiunto uno stato in cui nessuno temeva davvero la povertà.
In questi giorni, abbiamo avuto una terribile depressione nel 2006, 2007 o 2008.
 Chissà quando ne arriverà un altro? E forse sarà peggiore. Noi non lo sappiamo.
 
Le classi dirigenti  non riescono a rispondere alle preoccupazioni della gente, alimentando una nuova ascesa nazista
 
C'è anche un altro aspetto. Quella domanda dei nazisti che ho menzionato prima. Ai vecchi tempi, come dicevo, alcune persone avevano quel tipo di pensieri ma li tenevano per sé. Oggi non marciano solo per le strade, ma hanno partiti politici nel Bundestag. È una grande festa, hanno oltre 90 parlamentari. Non solo, ma nelle recenti elezioni nella Germania orientale, in tre dei cinque stati hanno conquistato un ottimo secondo posto.
Ciò significa per molti vecchi ... e io sono abbastanza vecchio da ricordare gli anni prima della seconda guerra mondiale, ero un bambino ma a New York eravamo molto coinvolti politicamente - ricordo ancora di aver combattuto per salvare la Spagna e di lottare per prevenire una guerra, e, quando venne la guerra, mio ??fratello andò a combattere, mio ??padre trovò un lavoro aiutando gli Stati Uniti. Guardare sulla mappa come i nazisti si avvicinarono a Mosca e poi nel sud fino al Caucaso e nel Nord Africa avvicinandosi al canale di Suez, e quindi, naturalmente, nel Pacifico - fu spaventoso.
È iniziato nei primi anni '30 in Germania e oggi vediamo segni davvero simili a quegli anni. Le persone si stanno innamorando della propaganda che affrontano i loro problemi e l'insicurezza, la mancanza di posti di lavoro e possibilità - gli viene detto - anche da molti media - di dare la colpa a tutti gli stranieri che arrivano - i migranti o i rifugiati o i musulmani. Gli viene detto che stanno ottenendo tutti i privilegi e i vantaggi che dovrebbero ottenere loro. Questo aspetto falso ha portato molte persone a votare per questi partiti di destra, che non sono affatto interessati al loro benessere e che sono molto pericolosi.
 
A volte suonano quasi come Goebbels, Hitler e il loro gruppo. E questo significa che oggi è una situazione piuttosto spaventosa.
 
"Sfortunatamente, le parti dell'establishment non hanno offerto risposte adeguate alle domande che le persone hanno, non solo sull'immigrazione ma sull'intero sistema di supporto [sociale]. Non hanno risposto"
 
Avevo speranze e ho ancora speranze che una parte - la Sinistra, a cui appartengo, colmi quel vuoto e non solo offra soluzioni, ma combatta anche per loro. Aiutare le persone a riunirsi per lottare per i loro diritti in modo che gli affitti non arrivino alle stelle, così come sono, e che ci sia un lavoro solido e che i loro figli ne abbiano abbastanza, ecc.
 
Questa ricorrenza favorisce queste cose, ma non è stato sufficiente per catturare l'immaginazione delle persone e organizzarle nel fare qualcosa. È anche importante per il mondo perché la Germania è un paese così importante, è il più importante in Europa, uno dei più importanti al mondo perché è così potente economicamente - ora, specialmente con il Regno Unito che esce dall'UE e tutti i tipi di difficoltà che lo accompagnano - in quasi tutti i paesi ci sono sconvolgimenti politici.
 
La domanda è in che modo l'Europa girerà e in che modo la Germania la aiuterà a girare.

 
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