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Monicelli, senza cultura in Italia...
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Messaggi di Gennaio 2020
Post n°15551 pubblicato il 17 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Leonardo. Le opere Leonardo. Le opere è un film di genere documentario del 2020, diretto da Phil Grabsky. Uscita al cinema il 13 gennaio 2020. Durata 102 minuti. Distribuito da Nexo Digital. Data di uscita:13 gennaio 2020 Genere:Documentario Anno:2020 Paese:Gran Bretagna Durata:102 min Distribuzione:Nexo Digital Produzione:Seventh Art Productions TRAMA LEONARDO. LE OPERE Leonardo. Le opere, film diretto da Phil Grabsky, ripercorre il percorso artistico del genio di Da Vinci, presentando i suoi dipinti in visione Ultra HD. Immancabili le opere più celebri dell'artista, che nel docu-film vengono analizzate in profondità con la consulenza di esperti, come critici d'arte, restauratori e curatori. Si passa davanti l'enigmatico sguardo de La Gioconda, si osservano le geometrie dietro L'ultima cena e la vivacità della Dama con l'ermellino fino alla misteriosa tavola de La Vergine delle rocce. Un viaggio nella produzione pittorica di Leonardo, che ha portato il regista a intraprendere un vero e proprio itinerario geografico, che lo ha visto visitare non solo i musei d'Italia, ma anche quelli in Russia Germania, Francia, Usa e molti altri. CURIOSITÀ SU LEONARDO. LE OPERE Il film è stato girato in Russia, Germania, Francia, Italia, Stati Uniti, Inghilterra, Scozia, Polonia.
Nel film intervengono: Luke Syson, direttore del Fitzwilliam Museum di Cambridge; Martin Kemp , professore Emerito al Trinity College di Oxford; Larry Keith, head of conservation and keeper della National Gallery di Londra; Mikhail Piotrovsky, direttore del Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo; Andrzej Betlej, direttore Museo Nazionale, Cracovia; Tim Marlow, storico dell’arte e direttore Artistico della Royal Academy of Arts di Londra.
Post n°15550 pubblicato il 15 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Calendario delle uscite Il calendario delle uscite dei film più recenti ordinati per data d'uscita. Per ogni film troverai la scheda con informazioni accurate su cast, produzione, materiale audio e video per soddisfare le tue curiosità. 9 film in sala dal 16 GENNAIO 2020
Post n°15549 pubblicato il 13 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Tolo Tolo (guarda la video recensione) domina domenica e weekend, che vince con 5,2 milioni di euro, portandosi a un totale di 41,1 milioni e diventando così il miglior incasso stagionale (e degli anni a venire). Sul podio, ottimo debutto per le due new entry settimanali: Hammamet (guarda la video recensione), che ottiene 2,2 milioni di euro e Piccole Donne (guarda la video recensione), che arriva a 1,5 milioni.
Jumanji - The Next Level (guarda la video recensione) ha ancora del potenziale inespresso e raggiunge quota 11,3 milioni, mentre 18 regali (guarda la video recensione) continua a stupire sfiora i 2 milioni complessivi. A centro classifica resistono i due italiani protagonisti del Natale appena passato, Pinocchio (guarda la video recensione), che arriva a 14,5 milioni complessivi, e La Dea Fortuna (guarda la video recensione), che incassa 7,4 milioni.
In coda troviamo Sulle ali dell’avventura (guarda la video recensione), che ottiene 285mila euro e City of Crime (guarda la video recensione), che raggiunge quota 443mila. Ultimo è Sorry we missed you (guarda la video recensione), con 879mila euro. Il box office è cresciuto del 14% rispetto allo steso weekend dell’anno scorso e del 67% dal 1° gennaio rispetto al 2019 (grazie ovviamente alla super performance di Zalone). Questa settimana, tra gli altri, arrivano Jojo Rabbit (guarda la video recensione), Richard Jewell (guarda la video recensione) e l’italiano Me contro Te Il Film - La vendetta del Signor S.
BOX OFFICE USA Come previsto 1917 stravince il weekend americano, staccando tutti gli altri film con un incasso di 36,5 milioni di dollari, che portano il totale a sfiorare i 40 milioni. Cede lo scettro Star Wars - L’ascesa di Skywalker (guarda la video recensione) che arriva a toccare i 480 milioni complessivi. Sul podio resiste Jumanji - The Next Level, che arriva a 257 milioni.
Discrete ma non esaltanti le altre new entry della settimana: Amiche in affari e Il diritto di opporsi toccano quota 10 milioni, mentre la peggiore del gruppo è Underwater, che debutta con 7 milioni. Resistono in top ten Frozen II - Il Segreto di Arendelle (guarda la video recensione), arrivato a 460 milioni e Cena con Delitto - Knives Out (guarda la video recensione), che tocca i 140 milioni. La prossima settimana arrivano i primi due pezzi grossi del 2020, Bad Boys for Life e Dolittle, che dovrebbero battagliare per la prima posizione.
BOX OFFICE MONDO Nel mondo Star Wars - L’ascesa di Skywalker arriva a 989 milioni di dollari ed entro qualche giorno diventerà il settimo film miliardario dell’incredibile 2019 di Disney. Difficile dire però se riuscirà a scavalcare gli altri titoli che gli stanno davanti (oggi il film è il nono incasso dell’anno). Aladdin (guarda la video recensione) dista una 60ina di milioni, mentre per raggiungere Spider-Man: Far From Home (guarda la video recensione) ne servono altri 150. I primi tre, Endgame (guarda la video recensione), Il Re Leone (guarda la video recensione) e Frozen II sono assolutamente irraggiungibili. Jumanji - The Next Level sale a 671 milioni, Cena con Delitto - Knives Out (guarda la video recensione) a 256, Spie sotto copertura a 115, Piccole Donne a 94.
Post n°15548 pubblicato il 12 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Ricorre nel 2020 il centenario della nascita del regista, e la Cineteca di Bologna distribuisce alcuni dei suoi film più famosi in versione restaurata ![Fellini 100: tornano al cinema cinque capolavori del genio del cinema italiano](https://mr.comingsoon.it/imgdb/PrimoPiano/99179_ppl.jpg)
Dovreste saperlo tutti: in questo 2020 - e per la precisione il 20 di gennaio - ricorre il centenario della nascita di quello che per molti è il più grande regista italiano di tutti i tempi, Federico Fellini. Che, se non è stato il più grande, non solo in Italia forse, di certo è stato il più geniale. Sono e saranno innumerevoli le inziative per celebrare questo importante anniversario. Ma siccome da queste parti pensiamo che non ci sia modo migliore per celebrare un regista di vedere i suoi film, siamo molto felici di segnalare l'ennesima meritoria iniziativa della Cineteca di Bologna e del suo progetto di distribuzione Il Cinema Ritrovato: la Cineteca, infatti, in collaborazione con CSC - Cineteca Nazionale e Istituto Luce-Cinecittà, riporta nelle sale italiane cinque capolavori di Fellini in versione restaurata. Da lunedì 13 gennaio, e per tutta la durata del 2020, potremo quindi vedere sul grande schermo Lo sceicco bianco, I vitelloni, La dolce vita, 8½ e Amarcord. Il calendario delle proiezioni, in continuo aggiornamento, sarà consultabile al link distribuzione.ilcinemaritrovato.it/fellini-100.
Post n°15547 pubblicato il 12 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Sapete perché Fabrizio De André è chiamato Faber? Ecco l'origine del soprannome del cantautore genovese scomparso l'11 gennaio 1999 Vent’anni senza Fabrizio De André. L’11 gennaio 1999, infatti, ci lasciava il grande cantautore genovese. Un mese prima di compiere 59 anni, Faber morì all’Istituto dei tumori di Milano, dove era ricoverato per l’aggravarsi di un carcinoma polmonare. Le canzoni, però, sono immortali: i suoi brani, da “La guerra di Piero” a “La canzone di Marinella”, passando per “Bocca di Rosa”, “Il Pescatore” e “La Canzone dell’Amor Perduto”, sono pagine indelebili della musica italiana. In trent’anni di attività discografica, dal 1966 al 1996, Fabrizio De André ha realizzato 14 album (da “Tutto Fabrizio De André” a “Anime Salve”), divenuti nel tempo dei capisaldi della discografia italiana. A distanza di venti anni dalla morte del cantautore genovese, il mito di Fabrizio De André resiste ancora oggi. Lo scorso anno, sulla Rai, è stato trasmesso il film “Fabrizio De André – Principe libero”, basato sulla vita dell’artista ligure (interpretato sul piccolo schermo dall’attore Luca Marinelli). Tanto si è detto e scritto su Fabrizio De André, sia quando era ancora in vita sia in questi anni dopo la sua morte, ma rimangono ancora alcune curiosità attorno alla sua vita e alla sua carriera. Forse, infatti, non tutti conoscono l’origine del soprannome Faber, che è molto più di un semplice diminutivo del nome Fabrizio e che rivela un retroscena sulla vita privata dell’artista. Il soprannome Faber con cui è universalmente riconosciuto Fabrizio De André è stato coniato da Paolo Villaggio, conterraneo e grande amico del cantautore genovese. Il nome fa riferimento ai Faber-Castell, pastelli colorati e matite (ancora oggi comunemente utilizzati), di cui De André era un grande amante. L’amicizia tra Fabrizio De André e Paolo Villaggio è stata lunga, profonda e duratura. Così, l’attore (scomparso il 3 dicembre 2017) descriveva il suo rapporto con l’amico cantautore: «Ho conosciuto e frequentato Fabrizio da quando aveva quattro anni e l’ho perso di vista quando è morto. […] In particolare dal ’56 in poi è stato una frequentazione strettissima, per vent’anni ci siamo visti tutti i giorni». E ancora: «Gli hanno appioppato questa immagine dell’uomo serio per via del suo volto un po’ ombroso ma era una cosa del tutto infondata. Era invece molto simpatico e intelligente».
Post n°15546 pubblicato il 12 Gennaio 2020 da Ladridicinema
http://www.savonanews.it/ Era l’11 gennaio del 1999 quando Genova, la Liguria e tutta l’Italia vengono scosse dalla notizia della scomparsa di Fabrizio De André. 21 anni da quel giorno, impresso nella memoria per tutti gli amanti della sua musica, della buona musica. Faber non era solo il cantante dei liguri, dei genovesi, ma di tutti gli italiani. La sua musica spaziava girovagando nelle diverse regione italiane, soprattutto dalla Campania di Don Raffaè, alla Sardegna con la tenuta dell'Agnata e il gallurese. E poi la poesia. Storie di emarginati, prostitute, ribelli, brani che parlavano degli ultimi ma non rivolgendosi solo agli ultimi, anzi anche a tutti quelli che avevano orecchie per intendere. Le sue parole attraversano le generazioni e diventano un linguaggio di emozioni per nonni, padri e figli. E oggi, come per 365 giorni l'anno, ascoltate bene, che sia l'angolo di un caruggio di Genova o una piazza centrale italiana, la voce di Fabrizio De André riecheggia facendoci canticchiare una delle sue poesie.
Post n°15545 pubblicato il 12 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Per i fan degli anime, questo 2020 non poteva aprirsi in modo migliore. Lo Studio Ghibli, produttore delle opere cinematografiche di Hayao Miyazaki e Isao Takahata, ha annunciato la lavorazione di due nuovi film d’animazione. La lietissima notizia arriva a distanza di sei anni dall’ultimo lungometraggio prodotto dallo Studio Ghibli, Quando c’era Marnie, diretto da Hiromasa Yonebayashi e tratto dall’omonimo romanzo di Joan G. Robinson, uscito in Italia nell’agosto del 2014. E a quanto pare, uno dei due prossimi film sarà firmato dal maestro Miyazaki. La possibile trama del prossimo film di Miyazaki Il titolo, ancora provvisorio, dovrebbe essere Kimi-tachi wa Dō Ikiru ka, anche questo tratto da un romanzo, del 1937 scritto da Genzaburo Yoshino, recentemente tradotto in Italia con il titolo di E voi come vivrete?. Nel libro si racconta la storia di Junichi Honda, un giovanissimo studente orfano di padre, soprannominato Coper per la sua capacità di guardarsi attorno senza considerarsi al centro dell’universo, un po’ come Niccolò Copernico, promotore dell’evidenza eliocentrica. Insieme agli amici e con i consigli dello zio, Coper dovrà vedersela con i bulli della scuola, che lo deridono per la sua modesta condizione sociale. Per comprendere lo spirito del romanzo, bisogna ricordare che fu scritto in anni in cui il mondo stava per essere spinto nel baratro della Seconda Guerra Mondiale dall’ascesa dei totalitarismi e delle dittature fasciste. Qualcosa sembra tornare, vero? Ovviamente non sappiamo quanto Miyazaki si manterrà fedele al testo. Per il momento non è stata annunciata una data di uscita, anche se il film potrebbe essere distribuito in prossimità delle Olimpiadi estive del 2020, che si terranno a Tokyo, dal 24 luglio al 9 agosto. In ogni caso, lo stesso Miyazaki ha invitato alla pazienza, spiegando in una intervista che in giovane età riusciva a produrre 10 minuti di animazione al mese ma ora il tempo è sceso a 1 minuto al mese. Appuntamento al cinema della Regina Ma per chi non può aspettare, c’è una buona occasione, a portata di mano, rispetto al theme park. Il Piccolo America, in collaborazione con l’I.C. Regina Margherita di Trastevere, grazie al sostegno della Regione Lazio e con il patrocinio del Municipio Roma I Centro, propone un approfondimento completo sull’opera di Miyazaki. Dal 10 gennaio al 28 febbraio 2020, ogni venerdì alle 16:45, il cinema di Roma aprirà le porte della piccola sala cinematografica del complesso scolastico di Trastevere, presentando otto opere d’animazione firmate dal maestro Miyazaki. «L’obiettivo principale di questa iniziativa, sostenuta dalla Regione Lazio e giunta alla sua terza edizione, è avviare un percorso volto all’apprendimento del linguaggio audiovisivo nei confronti di infanti e adolescenti interni ed esterni all’istituto scolastico. Riabituare le persone a fruire il cinema sul grande schermo è l’unico percorso possibile per continuare a far vivere le sale cinematografiche e la produzione audiovisiva con loro. Con questa iniziativa prosegue il nostro rapporto con il Rione e con l’istituto scolastico», ha dichiarato Valerio Carocci, presidente dell’associazione Piccolo America. Ecco il programma completo: 10 gennaio, Nausicaä della Valle del vento (1984, 117 min); 17 gennaio, Il mio vicino Totoro (1988, 86 min); 24 gennaio, Laputa – Castello nel cielo (1986, 124 min); 31 gennaio, Kiki – Consegne a domicilio (1989, 102 min); 7 febbraio, Porco Rosso, (1992, 93 min); 14 febbraio, La città incantata (2001, 125 min); 21 febbraio, Ponyo sulla scogliera (2008, 100 min); 28 febbraio, Il castello errante di Howl (2004, 119 min).
Post n°15544 pubblicato il 10 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Il rettore dell'Università di Napoli Federico II, Gaetano Manfredi, è il nuovo ministro dell'Università e della Ricerca. Espressione del Partito Democratico, ha intenzione di occuparsi anzitutto delle persone. Giuseppe Conte alla fine ha deciso, per sostituire Lorenzo Fioramonti alla guida del Miur bisognava tornare alla versione precedente, al doppio ministero. Ovviamente per non scontentare le due principali anime al governo, per “par condicio”, un ministero è andato al M5s con Lucia Azzolina e l’altro al Pd con Gaetano Manfredi. Gaetano Manfredi, l’attuale rettore dell’Università di Napoli “Federico II” e presidente della Conferenza dei rettori italiani, diventa il nuovo ministro dell’Università e della Ricerca. Per lui arrivano i complimenti e gli auguri di buon lavoro dal vice ministro del Miur Anna Ascani (Pd), che forse ora si sdoppierà Il commento del rettore Gaetano Manfredi Raggiunto dall’Ansa, Gaetano Manfredi ha parlato di una Università che deve dare pari opportunità agli studenti d’ogni parte d’Italia. “Se mettiamo al centro la qualità delle persone non possiamo sbagliare. È la strada che intendo percorrere: su questo a volte mi si considera un po' rigido, ma è un tema su cui non faccio negoziati. In condizioni sicuramente complicate cercherò di fare il massimo per il nostro sistema". Così il rettore Manfredi commentando la sua nomina all’Ansa. Chi è il rettore Gaetano Manfredi Ingegnere laureatosi presso la facoltà d’Ingegneria della Federico II con il massimo dei voti nel 1988, Gaetano Manfredi percorre tutta la carriera che spetta a chi intende diventare professore universitario. Come si legge nel suo curriculum vitae, nel 2000 diventa professore ordinario in Tecnica delle costruzioni presso la Federico II. Ha svolto alcuni incarichi di livello ministeriale, come Consigliere del ministro delle riforme dal 2006 al 2008 durante il governo Prodi. Si è occupato del programma di valorizzazione delle Università della Campania. Nel 2010 viene eletto Pro-Rettore della Federico II di Napoli. Sotto la sua direzione, l’Università Federico II è stata scelta da Apple per aprire la sua Academy europea, che ha sede nel quartiere partenopeo di San Giovanni a Teduccio.
Post n°15543 pubblicato il 10 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Post n°15542 pubblicato il 10 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Post n°15541 pubblicato il 10 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Hammamet Hammamet è un film di genere biografico, drammatico del 2020, diretto da Gianni Amelio, con Pierfrancesco Favino e Livia Rossi. Uscita al cinema il 09 gennaio 2020. Durata 126 minuti. Distribuito da 01 Distribution. Data di uscita:09 gennaio 2020 Genere:Biografico, Drammatico Anno:2020 Paese:Italia Durata:126 min Distribuzione:01 Distribution Produzione:Pepito Produzioni con Rai Cinema in associazione con Minerva Pictures Group, in associazione con Evolution People, in collaborazione con SBH TRAMA HAMMAMET Hammamet, film diretto da Gianni Amelio, è incentrato sulla figura di Bettino Craxi (Pierfrancesco Favino), come politico e come uomo e racconta un capitolo critico della storia d'Italia. A distanza di 20 anni dalla morte di uno degli uomini politici più importanti della Repubblica Italiana, Amelio riporta a galla il nome di Craxi, un tempo sulle testate di tutti i giornali e oggi occultato silenziosamente sotto strati e strati di sabbia. Bertino Craxi, un nome che molti non vogliono ricordare, che intimorisce altri e che altri ancora vorrebbero cancellare, forse per sempre. Il film, basato su testimonianze reali, è un thriller fondato su tre tappe. Il re caduto: il primo socialista con l'incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri, indagato poi nell'inchiesta Mani pulite. La figlia che lotta per lui: Stefania, istitutrice della Fondazione Craxi, volta a tutelare l'immagine del padre. Infine, l'ultimo capitolo, il terzo, dedicato a un misterioso giovane, che entra nell'ambiente politico della famiglia Craxi, provando a demolirlo da dentro. PANORAMICA SU HAMMAMET Dodicesimo film di finzione di Gianni Amelio - che ha comunque nel corso della sua carriera realizzato anche lungometraggi documentari e corti per piccolo e grande schermo, e film per la tv - Hammamet è il film che racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi, quando il leader socialista, ex Presidente del Consiglio, viveva già da sei anni anni nella città tunisina del titolo: da esiliato, come sosteneva lui, o da latitante, come invece sostenevano i magistrati di Mani Pulite, che in lui vedevano il vertice del sistema di corruzione della politica italiana che volevano smantellare con la loro inchiesta, e per buona parte dell'opinione pubblica. Per Amelio, che ha sceneggiato il film assieme ad Alberto Taraglio, quello su Craxi è un film più attento al versante privato della sua vicenda che a quello pubblico, anche se alcune indiscrezioni vorrebbero Hammamet essere un film "garantista" che non risparmia le critiche alle modalità utilizzate dalla Procura di Milano durante Tangentopoli. Oltre ad affrontare il tema del potere e della sua "irrimediabile perdita", il film racconta le precarie condizioni fisiche di Craxi, malato da tempo di diabete e colpito in seguito da un tumore al rene. Nel corso degli ultimi mesi si discusse la possibilità di far tornare l'ex leader socialista pluricondannato perché si curasse in patria, ipotesi presto tramontata perché fu lo stesso Craxi a non volere rientrare in Italia da persona non libera. "Anche quando parlo di privato ha l'aria del tempo. Oggi mi sembrava importante ritornare ai primi anni '90 e poi alla fine del secolo," ha dichiarato il regista all'ANSA. "Io racconto sei mesi di vita di un uomo politico importante fino alla sua morte, ma non è un arco narrativo che somigli a una biografia, tutto il contrario. Racconto gli spasmi di un'agonia." Nei panni di Bettino Craxi, straordinariamente somigliante anche grazie a tecniche di make up sviluppate nel corso di mesi, c'è Pierfrancesco Favino, che ha affrontato la parte subito dopo aver interpretato in Il traditore di Marco Bellocchio un altro importante personaggio della storia e della cronaca italiana recenti, Tommaso Buscetta. Nel film si alterano personaggi ispirati a quelli reali e altri di fantasia. Nel cast, oltre a Favino, ci sono anche ci saranno anche Renato Carpentieri, Claudia Gerini, Livia Rossi, Luca Filippi. Per le riprese, oltre a vari set e location, Amelio ha scelto e ottenuto di girare anche nella vera villa dei Craxi in Tunisia, dove forte è stata l'emozione di trovarsi di fronte al Bettino di Favino per Amida, una domestica da anni in servizio per la famiglia e che bene aveva conosciuto il leader socialista. Pierfrancesco Favino ha subito una vera e propria trasformazione per interpretare il ruolo Bettino Craxi, è stato truccato da truccatori italiani che hanno studiato in Inghilterra. Ci sono voluti lunghi mesi di prove per ottenere una così forte somiglianza. Il film è stato girato negli stessi luoghi in cui Bettino Craxi passò gli ultimi anni di vita, a cominciare proprio dalla casa in Tunisia, dove morì il 19 gennaio del 2000. FRASI CELEBRI DI HAMMAMET Dal Trailer Ufficiale del Film: Bettino Craxi (Pierfrancesco Favino): I danari per la politica sono come le armi per la guerra, mi spiace deludere qualcuno ma...la democrazia ha un costo!
Bettino Craxi: Finanziamenti illeciti, chi li ha mai negati! Ma non tutto serviva per la parata! Il Politico (Renato Carpentieri): Ma qualcosa ci restava attaccata alle dita!
Bettino Craxi: Siete voi che lo candidate! Un giudice che vi poteva inquisire e non l'ha fatto!
Il Politico (Renato Carpentieri): Ma in Italia le cose stanno cambiando, il peggio è alle spalle! Bettino Craxi: Alle spalle di chi? FOCUS SU HAMMAMET Il Bettino Craxi di Hammamet e le altre figure politiche nel cinema italiano:
Sebbene sia tornata prepotentemente alla ribalta negli ultimi anni - complice anche un'analoga ripresa avvenuta a Hollywood - la tradizione del cinema italiano di dedicare film importanti o controverse figure della nostra storia politica e sociale non è affatto recente. Già nel 1972, ad esempio, Francesco Rosi raccontava la storia di Enrico Mattei - che non era un politico di professione, ma che con la politica aveva molto a che fare e a che vedere - in Il caso Mattei, uno dei capolavori del cinema civile italiano. Quattro anni più tardi, a partire da un romanzo omonimo di Leonardo Sciascia, Elio Petri diresse Todo Modo, che raccontava di una classe dirigente della Democrazia Cristiana spietata e deviata, e che nella figura del Presidente, interpretato da un bravissimo Gian Maria Volonté che ne ricalcava il fisico, la postura, il modo di comportarsi e parlare, raccontava chiaramente Aldo Moro, che allora era appunto il Presidente della DC. Moro è tristemente noto per il rapimento e l'uccisione da parte delle Brigate Rosse, in una delle pagine più cupe e sconvolgenti della storia del nostro paese: e proprio la vicenda e la prigionia di Moro sono al centro di un altro grande film, Buongiorno notte, diretto nel 2003 da Marco Bellocchio (che in anni più recenti, prima di Gianni Amelio, aveva accarezzato l'idea di un film su Craxi, e che in Vincere aveva affrontato invece la figura di Benito Mussolini) con Roberto Herlitzka nei panni del politico. Nel 2006, all'apice della parabola di Silvio Berlusconi, è Nanni Moretti a raccontare l'allora Presidente del Consiglio in Il caimano; dodici anni dopo, nel 2018, Paolo Sorrentino - che nel frattempo aveva raccontato a modo suo un altro personaggio chiave della nostra storia politica e non come Giulio Andreotti in Il divo - torna su Berlusconi con il dittico di Loro, raccontandone però la fase conclusiva della sua storia politica. Sul fronte documentario, sono da ricordare il lavoro di Walter Veltroni su Enrico Berlinguer, intitolato Quando c’era Berlinguer, e Pertini – Il combattente di Graziano Diana e Giancarlo De Cataldo, che ripercorre la vita del più amato dei Presidenti della Repubblica Italiana. Su quello delle fiction televisive, citazione d'obbligo per l'Alcide De Gasperi di Fabrizio Gifuni, diretto da Liliana Cavani INTERPRETI E PERSONAGGI DI HAMMAMET
Post n°15540 pubblicato il 10 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Piccole Donne ( Little Women ) Piccole Donne è un film di genere drammatico, sentimentale, storico del 2019, diretto da Greta Gerwig, con Emma Watson e Saoirse Ronan. Uscita al cinema il 09 gennaio 2020. Durata 135 minuti. Distribuito da Sony Pictures / Warner Bros. Entertainment Italia. Data di uscita:09 gennaio 2020 Genere:Drammatico, Sentimentale, Storico Anno:2019 Attori:Emma Watson, Saoirse Ronan, Timothée Chalamet, Florence Pugh, Eliza Scanlen, Laura Dern, Meryl Streep, Bob Odenkirk, Chris Cooper, Louis Garrel, James Norton, Abby Quinn, Tracy Letts Paese:USA Durata:135 min Distribuzione:Sony Pictures / Warner Bros. Entertainment Italia Produzione:Columbia Pictures TRAMA PICCOLE DONNE Piccole Donne, il film scritto e diretto da Greta Gerwig, è la versione cinematografica dell'omonimo e celeberrimo romanzo di Louisa May Alcott, pubblicato per la prima volta nel 1868. La storia è quella delle sorelle March, Meg (Emma Watson), Jo (Saoirse Ronan), Beth (Eliza Scanlen) e Amy (Florence Pugh), quattro giovani donne determinate a seguire i propri sogni, alle prese con i classici problemi della loro età, sullo sfondo della Guerra Civile Americana. Figura di risalto del gruppo è Jo, che si distingue dalle altre per la sua indole indipendente e per la sua perenne ricerca di libertà, che fanno di lei una donna ribelle in pieno contrasto con la figura femminile tradizionale del tempo. Determinata e testarda, Jo desidera affermarsi come scrittrice, nonostante i tempi non siano ancora maturi per un'autrice donna. La giovane, però, è pronta a tutto pur di realizzare il suo desiderio e spronerà le sue sorelle a fare altrettanto con i lori sogni e a ribellarsi a quel rigido sistema sociale che le vuole sposate in un matrimonio di convenienza, abili solo a badare a casa e figli. Nel cast del film troviamo anche Laura Dern nel ruolo della mamma, Marmee March, Timothée Chalamet in quello del giovane Theodore 'Laurie' Laurence, Meryl Streep nei panni della zia March, oltre a Chris Cooper, Bob Odenkirk e Louis Garrel che interpreta Friedrich Bhaer. PANORAMICA SU PICCOLE DONNE Nuovo adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Louise May Alcott, Piccole Donne segna il ritorno di Greta Gerwig dietro alla macchina da presa a due anni di distanza dal suo folgorante esordio Ladybird, pluricandidato agli Oscar. Protagonista di quel film era Saoirse Ronan, e al suo fianco, seppure in un ruolo di minor rilievo, appariva Timothée Chalamet, acclamato interprete principale di Chiamami col tuo nome. Per la regista i due formavano una coppia a dir poco perfetta, alla Katharine Hepburn e Spencer Tracy, e quindi era impossibile non replicare il duetto per la storia delle sorelle March e non affidare alla Ronan il personaggio dell’intraprendente, spregiudicata, indipendente e talentuosa Jo e a Chalamet il suo amico innamorato Laurie. Anche se la Gerwig è stata applaudita dai critici USA che hanno visto il film mesi prima del suo debutto in sala e che vorrebbero vederla premiata con l’Academy Award, inizialmente Piccole Donne era legato a un'altra regista: Sarah Polley. Nel 2015 la produttrice Amy Pascal aveva affidato all’attrice canadese il compito di scrivere la sceneggiatura del film, lasciando intendere che in un secondo momento l'avrebbe incaricata della regia. Greta è subentrata nel 2016 rielaborando lo script della Polley. Solo dopo il successo di Ladybird e l'incasso mondiale di 78 milioni di dollari, si è deciso di metterla al timone del progetto.
Un altro cambiamento “prima della corsa” riguarda il personaggio di Meg, la più grande delle sorelle March. Sulle prime la parte era stata offerta a Emma Stone, costretta a rinunciare perché impegnata nelle riprese de La Favorita. Il suo posto è stato preso da Emma Watson, la Hermione Granger di Harry Potter assurta al rango di star dopo il grandissimo successo de La Bella e la Bestia.
Le restanti sorelle March, Beth e Amy, hanno il volto di Eliza Scanlen e Florence Pugh. La prima, australiana di nascita, ha fatto parlare di sé grazie alla sua interpretazione della Amma Crellin della serie tv Sharp Objects. La seconda, invece, è stata la protagonista dell’acclamato Midsommar.
Il restante cast di Piccole donne non è da meno: Meryl Streep è Zia March, Laura Dern è Marmee March (la mamma delle sorelle), Bob Odenkirk il Signor March, Louis Garrel Friedrich Bhaer, James Norton John Brooke, Tracy Letts Mr. Dashwood, Chris Cooper il Signor Laurence.
Per far sì che il suo film fosse assolutamente perfetto, Greta Gerwig si è avvalsa di collaboratori tecnici di primo piano. Per la fotografia ha chiesto aiuto al francese Yorick Le Saux, che ha illuminato Personal Shopper e Sils Maria di Olivier Assayas, Solo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmush e A Bigger Splash di Luca Guadagnino. Per le musiche la regista si è rivolta ad Alexandre Desplat, che ha vinto l'Oscar per Grand Budapest Hotel e La forma dell’acqua. I costumi, infine, sono dell'inglese Jacqueline Durran, che ha vestito Keira Knightley e gli altri attori di Anna Karenina e i personaggi di Orgoglio e pregiudizio, Espiazione e L'ora più buia. Anche se è ambientato a fine Ottocento in New England, Piccole Donne è un film che affronta tematiche contemporanee e con personaggi che potrebbero tranquillamente vivere nel mondo di oggi. Lo ha detto Florence Pugh durante un’intervista, spiegando che, chiunque ha una o più sorelle, si riconoscerà nel legame che unisce Jo, Meg, Beth e Amy March. CURIOSITÀ SU PICCOLE DONNE Il film è tratto dall'omonimo best-seller, scritto da Louisa May Alcott.
Il romanzo ha avuto diversi adattamenti cinematografici nel corso della storia, tra cui i più celebri sono quello diretto da George Cukor nel 1933 e quello di Robin Swicord del 1994.
Greta Gerwig e la protagonista Saoirse Ronan hanno già collaborato insieme in precedenza per il film candidato agli Oscar "Lady Brid". Il cast del film comprende due vincitori dell'Oscar: Meryl Streep e Chris Cooper, e tre nominati all'Oscar: Saoirse Ronan, Timothée Chalamet e Laura Dern. Il ruolo di Meg March è stato assegnato a Emma Watson dopo la rinuncia da parte di Emma Stone, non disponibile perchè impegnata con la promozione del film La favorita (2018). Ironia della sorte, Emma Stone ha precedentemente interpretato il ruolo di Mia in La La Land (2016) dopo che Emma Watson abbandonò il progetto a causa dell'impegno con il film Disney La bella e la bestia (2017). Pur rappresentado quattro eroine della letteratura americana, nessuna delle quattro attrici protagoniste è americana, Emma Watson e Florence Pugh sono inglesi, Saoirse Ronan è irlandese ed Eliza Scanlen è australiana. La regista del film Greta Gerwi era incinta del suo primo figlio durante le riprese del film ed è entrata in travaglio 24 ore dopo aver consegnato il suo duro lavoro. FRASI CELEBRI DI PICCOLE DONNE Dal Trailer Italiano del Film: Jo March (Saoirse Ronan): Sto lavorando a un romanzo, è la storia della mia vita e di quella delle mie sorelle!;
Jo March: Voglio farmi la mia strada nel mondo! Zia March (Meryl Streep): Nessuno si fa strada da solo, men che meno una donna! Devi trovare un buon partito! Jo March: Ma tu non sei sposata, zia March! Zia March (Meryl Streep): Ma che c'entra?! Io sono ricca!
Amy March (Florence Pugh): Io penso che possiamo decidere chi amare, non è una cosa che capita per caso! Theodore 'Laurie' Laurence (Timothée Chalamet): Credo che i poeti non siano d'accordo!
Jo March: Le donne hanno una mente, hanno un'anima non soltanto un cuore! Hanno ambizioni, hanno talenti e non soltanto la bellezza! Sono così stanca di sentir dire che l'amore è l'unica cosa per cui è fatta una donna, sono così stanca di questo! FOCUS SU PICCOLE DONNE La storia di Piccole Donne, dalle origini a oggi
Piccole donne è l'adattamento del celeberrimo romanzo di Louise May Alcott pubblicato in due volumi, il primo nel 1868 e il secondo nel 1869, con il titolo di "Little Women, or Meg, Jo, Beth and Amy". Negli States i libri, che erano ispirati alla vita della Alcott e delle sue sorelle, furono uniti in un'unica opera nel 1880 e in Italia la prima versione tradotta arrivò nel 1908. Nel nostro paese, così come in Inghilterra e in Francia, si preferì dividere nuovamente il romanzo: in "Piccole donne" e "Piccole donne crescono", il primo incentrato su un anno di vita delle sorelle March - da Natale a Natale - e il secondo caratterizzato da un arco temporale molto più vasto.
Il successo di “Little Women” fu da subito incredibile, perché il libro (o i libri) si inscriveva nella tradizione della letteratura per ragazzi e contemporaneamente prendeva in prestito diversi elementi dai romanzi d’amore. In più era “vagamente” femminista” nella sua difesa del diritto di una donna a non diventare moglie e madre per realizzarsi primariamente nel lavoro. L'idea del romanzo non fu della Alcott ma del suo editore Thomas Niles, che le chiese un libro che raccontasse la storia di alcune ragazze. Per quanto riguarda il titolo, ci sono varie interpretazioni. Secondo alcuni indica il momento di transizione dall'infanzia e prima adolescenza all’età adulta, secondo altri si riferiva all’atteggiamento dei più, che consideravano le donne inferiori agli uomini. Louise May Alcott scrisse due sequel di “Little Women”: "Little Men" (1871) e "Jo’s Boys" (1886).
Celebre e pieno di personaggi accattivanti com'era, “Piccole Donne” non poteva non arrivare al cinema. Accanto al film di Greta Gerwig con Saoirse Ronan, Emma Watson e Timothée Chalamet, che è l’ultimo, c’è innanzitutto un Little Women muto, diretto da Harley Knoles, interpretato da Conrad Nagel e Dorothy Bernard e uscito nel 1918. C’era stata una versione non parlata anche nel 1917. Nel 1933 arrivò il Piccole Donne di George Cukor. Rigorosamente in bianco e nero, piacque talmente tanto che il cinema che lo proiettava, e che toglieva sempre i film dopo la prima settimana di programmazione, decise di tenerlo in cartellone per 3 settimane. Il film si aggiudicò la statuetta dorata per la miglior sceneggiatura non originale e venne presentato alla seconda Mostra D'Arte cinematografica di Venezia, dove Katharine Hepburn vinse il premio per la migliore interpretazione femminile. L’attrice interpretava Jo, mentre Joan Bennett era Amy, Jean Parker Beth, Frances Dee Meg e Douglass Montgomery Laurie. Risale invece al 1949 Piccole donne di Mervyn LeRoy, film girato in Technicolor che vinse l'Oscar per la migliore scenografia e che fu abbastanza apprezzato all'indomani della sua uscita. Segnava la prima volta davanti alla macchina da presa di Rossano Brazzi e vedeva protagoniste June Allyson (Jo), Janet Leigh (Meg), Elizabeth Taylor (Amy) e Margaret O'Brien (Beth). Terza e più conosciuta trasposizione del romanzo della Alcott è il Piccole donne di Gillian Anderson, che delle 3 “vecchie” versioni è stata senz'altro la più apprezzata. Il film ebbe tre nomination agli Academy Awards: migliori costumi, migliore colonna sonora e miglior attrice protagonista (a Winona Ryder). Completavano il cast Claire Danes (Beth), Kirsten Dunst (Amy), Trini Alvarado (Meg) e un giovane Christian Bale (Laurie).
Passando al piccolo schermo, nel 1955 fu trasmesso in tv Piccole donne, diretto da Anton Giulio Majano e con protagonista Lea Padovani. Negli anni '80 sono stati tratti dal romanzo due anime: Piccole donne (Toei Animation, 1981) e Una per tutte, tutte per una (Nippon Animation, 1987).
Nel 2017, BBC One ha trasmesso la miniserie tv Piccole donne, sceneggiata da Heidi Thomas e diretta da Vanessa Caswill. Il libro è approdato diverse volte a teatro, raggiungendo perfino Broadway. INTERPRETI E PERSONAGGI DI PICCOLE DONNE
Post n°15539 pubblicato il 10 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Il presidente Usa minaccia di colpire i siti culturali iraniani ma l’Unesco gli ricorda che una convenzione glielo vieta di Francesca Milano Morte Soleimani, Trump twitta bandiera Usa 5' di lettura L’Unesco “blocca” Trump: il presidente degli Stati Uniti minaccia di colpire i siti culturali iraniani in caso di rappresaglia di Teheran per l’uccisione del generale Qassam Suleimani ma l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (l’Unesco, appunto) gli ricorda che Washington ha firmato la convenzione per la protezione dei siti culturali e che quindi gli Stati Uniti si sono impegnati a preservare i luoghi inseriti nel patrimonio mondiale. In Iran attualmente ci sono 24 siti inseriti nell’elenco dell’Unesco (e altri 56 sono nella lista provvisoria, in attesa di essere presi in considerazione per la nomina). «A loro è consentito uccidere, torturare e mutilare la nostra gente e a noi non è consentito toccare i loro siti culturali? Non funziona così», ha detto il presidente Trump, che però è costretto a rispettare l’accordo internazionale firmato da 175 Stati. Ecco quali sono i siti iraniani protetti dall’Unesco: Complessi monastici armeni Tre insediamenti monastici cristiani: il monastero di San Taddeo, il monastero di Santo Stefano e la cappella di Dzordzor. Secondo l’Unesco rappresentano un’ottima dimostrazione degli scambi interculturali avvenuti tra le culture bizantina, sira, persiana, ortodossa e islamica. 6 gennaio 2020 Bam e il suo panorama culturale Prima del terremoto del 2003 questa cittadella sulla via della seta era la più grande costruzione in mattoni di adobe al mondo. Behistun Le iscrizioni di Behistun sono delle iscrizioni multi-lingue situate sul Monte Behistun nella provincia iraniana di Kermanshah. Queste iscrizioni sono per la scrittura cuneiforme quello che la stele di Rosetta è stata per i geroglifici egiziani: il documento cruciale per decifrare un sistema di scrittura che si credeva perduto. ![](https://i2.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/2020/01/07/Prima%20Pagina/ImmaginiWeb/site_1222_0008.jpg) Le iscrizioni di Behistun Maymand È un villaggio preistorico della provincia di Kerman dove i pochi abitanti, circa un centinaio, vivono ancora dentro le grotte. Golestan Palace È la residenza storica della dinastia reale Qajar, situata a Teheran. Si tratta del più antico monumento della città, parte di un complesso di edifici un tempo racchiusi dalle mura della storica cittadella . Torre di Gonbad-e Qābus La torre di Gonbad-e Qābus è un monumento funerario della città di Gonbad-e Q bus, in Iran. È il capoluogo dell’omonima provincia iraniana e un centro importante dello Zoroastrismo. Yazd presenta un’architettura unica ed è nota in Iran per l’artigianato di prima qualità Moschea di Isfahan La moschea del Venerdì di Isfahan è probabilmente l’espressione architettonica più importante della dominazione selgiuchide in Persia. Dal 2012 è divenuta un luogo protetto dall’Unesco. Meidan Emam, Esfahan Il sito è noto per la moschea Reale, la moschea di Sheykh Lotfollah, il magnifico portico di Qaysariyyeh e il palazzo Timurid del XV secolo. Pasargadae Pasargadae fu la prima capitale dinastica dell’Impero achemenide, fondata da Ciro II il Grande nel VI secolo a.C.. I suoi palazzi, i giardini e il mausoleo di Ciro sono esempi eccezionali della prima fase dell’arte e dell’architettura reale e testimonianze eccezionali della civiltà persiana. Persepolis Fondata da Dario I nel 518 a.C., Persepolis era la capitale dell’impero achemenide. Fu costruita su un’immensa terrazza metà artificiale e metà naturale, dove il re dei re creò un imponente complesso di palazzi ispirato ai modelli mesopotamici. L’importanza e la qualità delle rovine monumentali ne fanno un sito archeologico unico nel suo genere. ![](https://i2.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/2020/01/07/Prima%20Pagina/ImmaginiWeb/Ritagli/site_0114_0017-500-375-20151105104028-kUVF--600x313@IlSole24Ore-Web.jpg) Il sito archeologico Città storiche sassanidi della provincia di Fars (Bishapur, Firuzabad, Sarvestan) Gli otto siti archeologici situati in tre aree geografiche nel sud-est della provincia di Fars: Firuzabad, Bishapur e Sarvestan. Le strutture fortificate, i palazzi e i piani urbanistici risalgono ai tempi più antichi e recenti dell’Impero Sassanico. Shahr-i Sokhta Shahr-i Sokhta, che significa “Città bruciata”, si trova all’incrocio delle rotte commerciali dell’età del bronzo che attraversano l’altopiano iraniano. I resti della città di mattoni crudi rappresentano la nascita delle prime società complesse nell’Iran orientale. ![](https://i2.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/2020/01/07/Prima%20Pagina/ImmaginiWeb/ensalble.jpg) Sheikh Safi al-din Khanegah and Shrine Ensemble in Ardabil Sheikh Safi al-din Khnegh and Shrine Ensemble in Ardabil Costruito tra l’inizio del XVI secolo e la fine del XVIII secolo, questo luogo di ritiro spirituale nella tradizione sufi utilizza le forme architettoniche tradizionali iraniane per massimizzare l’uso dello spazio disponibile per ospitare una varietà di funzioni (tra cui una biblioteca, una moschea, una scuola, una mausolea, una cisterna, un ospedale, cucine, un panificio e alcuni uffici). Shushtar Il Shushtar, sistema idraulico storico, inscritto come un capolavoro di genio creativo, si può far risalire a Dario il Grande nel V secolo a.C. Prevedeva la creazione di due canali di deviazione principali sul fiume Kârun uno dei quali, il canale Gargar, è ancora in uso e fornisce acqua alla città di Shushtar attraverso una serie di gallerie che forniscono acqua ai mulini. Soltaniyeh Il mausoleo di Oljaytu fu costruito nel 1302-12 nella città di Soltaniyeh, capitale della dinastia Ilkhanid, fondata dai mongoli. Soltaniyeh è uno degli esempi eccezionali delle realizzazioni dell’architettura persiana e un monumento chiave nello sviluppo della sua architettura islamica. L'edificio ottagonale è coronato da una cupola alta 50 metri, coperta di faenze turchesi blu e circondata da otto minareti slanciati. È il primo esempio esistente di cupola a doppio guscio in Iran. ![](https://i2.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/2020/01/07/Prima%20Pagina/ImmaginiWeb/Ritagli/Soltaniyeh-U2034080443xIH--600x313@IlSole24Ore-Web.jpg) L’edificio ottagonale del mausoleo di Oljaytu Susa Situata nel sud-ovest dell’Iran, la proprietà comprende un gruppo di tumuli archeologici che sorgono sul lato orientale del fiume Shavur. Tabriz Tabriz è stato un luogo di scambio culturale fin dall’antichità e il suo storico complesso di bazar è uno dei più importanti centri commerciali della via della seta. Il complesso del bazar storico di Tabriz è costituito da una serie di strutture in mattoni, edifici e spazi chiusi per diverse funzioni, collegati tra loro e coperti. ![](https://i2.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/2020/01/07/Prima%20Pagina/ImmaginiWeb/Ritagli/site_1346_0002-kUVF--600x313@IlSole24Ore-Web.jpg) Il complessi di bazar di Tabriz Takht-e Soleyman Il sito archeologico di Takht-e Soleyman è situato in una valle incastonata in una regione montuosa vulcanica. Il sito comprende il principale santuario zoroastriano in parte ricostruito nel periodo di Ilkhanid (Mongolo) (XIII secolo) e un tempio del periodo sasanide (VI e VII secolo) dedicato ad Anahita. ![](https://i2.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/2020/01/07/Prima%20Pagina/ImmaginiWeb/Takht-e%20Soleyman.jpg) Il sito archeologico di Takht-e Soleyman Tchogha Zanbil Le rovine della città santa del Regno dell’Elam, circondata da tre enormi mura concentriche, si trovano a Tchogha Zanbil. Fondata intorno al 1250 a.C., la città rimase incompiuta dopo l’invasione di Ashurbanipal, come dimostrano le migliaia di mattoni inutilizzati rimasti sul posto. Giardino persiano Il sito comprende nove giardini. Sempre diviso in quattro settori, con l’acqua che gioca un ruolo importante sia per l’irrigazione che per l’ornamento, il giardino persiano è stato concepito per simboleggiare l’Eden e i quattro elementi zoroastriani di cielo, terra, acqua e piante. Qanat In tutte le regioni aride dell’Iran gli insediamenti agricoli e permanenti sono sostenuti dall’antico sistema del qanat che sfrutta le falde acquifere alluvionali in testa alle valli e conduce l’acqua lungo tunnel sotterranei per gravità, spesso per molti chilometri. Gli undici qanat che rappresentano questo sistema comprendono aree di riposo per i lavoratori, serbatoi d’acqua e mulini ad acqua. I qanat sono una testimonianza eccezionale delle tradizioni culturali e delle civiltà delle zone desertiche dal clima arido. Foreste ircane Le foreste ircane formano un massiccio boscoso unico che si estende per 850 km lungo la costa meridionale del Mar Caspio. La storia di queste foreste di latifoglie risale a 25-50 milioni di anni fa, quando coprivano la maggior parte di questa regione temperata settentrionale. Deserto di Lut Il deserto di Lut, o Dasht-e-Lut, si trova nel sud-est del Paese. Il sito rappresenta un esempio eccezionale di processi geologici in corso.
Post n°15538 pubblicato il 08 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Ieri l’annuncio a sorpresa di Tosca e Rita Pavone, che portano a 24 i concorrenti della gara canora, ospitata dal 4 all’8 febbraio al Teatro Ariston - 7 gennaio 2020 Manca poco più di un mese al Festival di Sanremo, la gara canora più amata e discussa d’Italia, che sarà ospitata come da tradizione al Teatro Ariston dal 4 all’8 febbraio. Dopo il mezzo pasticcio comunicativo di capodanno, quando Amadeus, dopo lo spoiler del settimanale “Chi”, ha concesso un’irrituale intervista a “La Repubblica” dove ha comunicato i nomi dei 22 concorrenti in gara tra i Big, ieri il conduttore e direttore artistico ha annunciato a sorpresa durante “I Soliti Ignoti”, oltre ai titoli delle canzoni, i nomi di Tosca e Rita Pavone, che portano a 24 i concorrenti in gara. Tosca, che presenterà la canzone Ho amato tutto, torna al Festival dopo aver vinto in coppia con Ron nel 1996 con la splendida Vorrei incontrati fra cent’anni, mentre Rita Pavone, la cui ultima apparizione a Sanremo risale al 1972 con Amici mai, porterà un brano il cui titolo è quasi un manifesto programmatico: Niente (Resilienza 74). La “quota rosa”, comunque piuttosto esigua, passa da 5 a 7 cantanti su 24 concorrenti in gara. Grazie a queste due nuove entrate i concorrenti della kermesse passano da 22 a 24 e questa è un’altra delle novità di quest’anno. Il 14 gennaio è prevista la conferenza di annuncio ufficiale di vallette ed ospiti, mentre il 17 si terrà a Milano il preascolto ai giornalisti delle canzoni in gara. “Cerco 22 canzoni che siano pop – aveva dichiarato Amadeus a Il Corriere della Sera – che il giorno dopo possano essere trasmesse su tutte le radio o cercate su Spotify Non classiche canzoni sanremesi, ma brani al passo con la quotidianità, con quello che funziona discograficamente”. Come accade in politica quando si forma un governo, anche nella costruzione del cast di Sanremo 2020, al di là delle singole canzoni, si è utilizzato una sorta di “manuale Cencelli”, per far contenti un po’ tutti (soprattutto le case discografiche e gli uffici stampa): c’è una quota di “Amici di Maria De Filippi” (Alberto Urso, Giordana Angi, Elodie, Riki), i cinquantenni in cerca di rilancio (Marco Masini, Michele Zarrillo, Piero Pelù, Irene Grandi), i rapper per i “ggiovani” (Rancore, Anastasio), la coppia che non ti aspetti (Morgan e Bugo), i figli dell’indie rock (Pinguini Tattici Nucleari, Levante, Achille Lauro), i personaggi televisivi (la specialista del twerking Elettra Lamborghini, il rapper mascherato Junior Cally). Il pop di qualità è rappresentato dai cantanti/musicisti Paolo Jannacci e Raphael Gualazzi, da Tosca e da Diodato. Ecco la lista completa delle 24 canzoni in gara: che vinca il migliore. Bugo e Morgan - 'Sincero' Alberto Urso - 'Il sole a est' Tosca - 'Ho amato tutto' Rita Pavone - 'Niente (Resilienza 74)' Piero Pelù - 'Gigante' Elodie - 'Andromeda' Riki - 'Lo sappiamo entrambi' Le Vibrazioni -‘Dov'è' Rancore - 'Eden' Elettra Lamborghini - 'Musica (e il resto scompare)' Marco Masini - 'Il confronto' Levante - 'Tiki Bom Bom' Achille Lauro - 'Me ne frego' Paolo Jannacci - 'Voglio parlarti adesso' Michele Zarrillo - 'Nell'estasi o nel fango' Raphael Gualazzi - 'Carioca' Giordana Angi - 'Come mia madre' Diodato - 'Fai rumore' Anastasio - 'Rosso di rabbia' Enrico Nigiotti - 'Baciami adesso' Irene Grandi - 'Finalmente io' Pinguini Tattici Nucleari - 'Ringo Starr' Francesco Gabbani - 'Viceversa' Junior Cally -'No grazie'
Post n°15537 pubblicato il 08 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Sul TG1 ci hanno "informati" con una cartina in cui i Paesi sciiti e sunniti sono stati invertiti. di Andrea Scaraglino - 7 Gennaio 2020 La deontologia, questa sconosciuta, è collassata definitivamente nella redazione del Tg1. La cronica ed endemica sudditanza nostrana in politica estera non basta a sottolineare il nostro esser colonia a stelle e strisce. All’indomani della proditoria e vigliacca aggressione statunitense al Generale iraniano Soleimani In Iraq, nazione sovrana terza, non è stato strano ascoltare dichiarazioni della Farnesina dal tono episcopale. Quello che ha dell’incredibile, invece, è la faciloneria e/o la disonestà intellettuale con cui tutta la vicenda è stata narrata dai nostri media. La rete principe del servizio pubblico, per una “svista” post eccessi natalizi, ha mandato in onda una cartina esplicativa del possibile conflitto venturo in cui le nazioni a maggioranza sciita ( Iran – Iraq – Libano ) sono state descritte come a maggioranza sunnita, e l’Arabia Saudita, culla del sunnismo e delle sue degenerazioni odierne, a maggioranza sciita. Anche prendendo per buono l’errore veniale, è mai possibile inciampare, in un momento del genere, su un fatto così sostanziale? Una svista inaccettabile, che risulta funzionale ad una narrazione semplicistica e tutta occidentale dell’Islam. Le variegate differenze di una cultura e di una religione millenarie vengono filtrate fino ad esserci mostrate come sussulti filosofici secondari e trascurabili. Niente di più lontano dal vero. Al netto delle “regole” globali della geopolitica odierna, non si possono ignorare i fattori regionali che in quell’area hanno determinano i rapporti di forza in secula seculorum. La rivalità tra Iran e Arabia Saudita, per quanto secolarizzata e annacquata dalle ingerenze di potenze diverse, affonda le proprie radici nell’alba della religione islamica, ed è tutt’oggi un fattore politico determinante. Alla Rai non sembra che l’abbiano capito. Ergo, non meravigliamoci se la nostra politica estera è così debole. Se un popolo non possiede gli strumenti per capire determinate situazioni estere, non si renderà mai conto dei toni di cui sopra, e non si renderà mai conto di dove i suoi reali interessi alberghino. Bisognerebbe poter guardare allo scacchiere mediorientale e nord-africano con occhio diverso, senza retorica e senza buonismi di sorta. La politica estera è qualcosa di amorale, dove il giusto o lo sbagliato devono fare rima con l’interesse nazionale, e dove non ci possono essere fraintendimenti. Quanti in Italia hanno capito quali sono gli schieramenti in questo enorme puzzle che, dalla Libia fino all’Iran, sta prendendo corpo? Quanti conoscono i nostri reali interessi economici ed energetici in queste aree? Quanti capiscono a cosa stiamo rinunciando con il nostro immobilismo ecumenico? Di certo, nessuno di quelli che si affidano all’informazione prezzolata, pardon, distratta, di casa nostra.
Post n°15536 pubblicato il 08 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Annunciati tutti i 24 concorrenti in gara a Sanremo 2020 e i titoli delle loro canzoni Siamo a poco meno di un mese dall’inizio di Sanremo 2020 e finalmente tutto inizia ad essere pronto per il grande debutto della nuova edizione del Festival. Alla conduzione e alla direzione artistica, come ben sappiamo, ci sarà Amadeus, che per la prima volta si metterà alla prova con questa nuova sfida. Nel mentre solo qualche giorno fa abbiamo scoperto chi saranno i Big in gara, che si scontreranno tra loro per il titolo di canzone italiana dell’anno. Tuttavia a sorpresa, nel corso della puntata speciale de I Soliti Ignoti, il presentatore ha annunciato, come già avevamo svelato, altri due artisti che si aggiungeranno a quelli già comunicati in precedenza. Scopriamo dunque chi sono i 24 concorrenti in gara e i titoli delle loro canzoni. Tanta è l’attesa per Sanremo 2020. Quest’anno la manifestazione spegnerà ben 70 candeline, e numerosi, dunque, i colpi di scena che il pubblico si aspetta. Nel frattempo ci si chiede chi affiancherà Amadeus alla conduzione, e chi saranno gli ospiti che arriveranno all’Ariston e che si aggiungeranno a quelli già annunciati. Come sappiamo, infatti, ad arricchire il Festival arriveranno Tiziano Ferro, che sarà presente a tutte le serate della kermesse, Fiorello, Salmo, che si esibirà nel corso della prima puntata, Roberto Benigni, Al Bano e Romina Power e Lewis Capaldi, super ospite internazionale. Nel mentre questa sera proprio Amadeus ha nuovamente confermato i 24 concorrenti in gara a Sanremo 2020, svelando anche i titoli delle loro canzoni. Scopriamo di chi si tratta.
Post n°15535 pubblicato il 08 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Hammamet di Gianni Amelio racconta "la lunga agonia di un uomo di potere che ha perso quel potere e che va verso la morte" Il regista ha presentato oggi a Roma il suo film sul leader socialista, simbolo della politica italiana di fine Novecento, in tutte le sue contraddizioni. Al cinema dal 9 gennaio. ![Hammamet di Gianni Amelio racconta "la lunga agonia di un uomo di potere che ha perso quel potere e che va verso la morte"](https://mr.comingsoon.it/imgdb/PrimoPiano/99050_ppl.jpg)
"Non considero Craxi una star ma un politico," dice Gianni Amelio. "Un politico sul quale è calato da decenno un silenzio assordante e ingiusto." Allora ci ha pensato lui, a rompere il silenzio sull'uomo simbolo della politica italiana degli anni Ottanta, e poi anche di Tangentopoli e della corruzione della Prima Repubblica tutta. L'uomo che è stato segretario del Partito Socialista Italiano dal 1976 al 1993, e Presidente del Consiglio dal 1983 al 1987, e che è morto il 19 gennaio del 2000 in Tunisia, dove si era ritirato e rifugiato per sfuggire all'arresto, con due condanne passate in giudicato, dopo essere stato bersagliato dalle monetine e dagli insulti della gente fuori dall'Hotel Raphael, che era la sua base romana. Hammamet: un film sull'uomo e non sul politico Guai, però, a dire che Hammamet è un film filo-craxiano, o peggio anti-Mani Pulite, come hanno scritto sul Fatto Quotidiano facendo infuriare il regista. "Le opinioni si devono ascoltare anche quando si è in disaccordo, e si può criticare in modo corretto e non fazios," spiega il regista. "Io ho preso in esame sei, sette mesi della sua vita per raccontare la lunga agonia di un uomo di potere che ha perso quel potere e che va verso la morte. Rappresento, racconto: l'uomo, e non il rapporto tra lui e la giustizia, e di certo non insulto nessuno," continua Amelio. "Non sono il personaggio né il suo pensiero, che nel film, quando viene espresso, è espresso in scene di formato 4:3, che si differenziano dal resto girato in 16:9, come a virgolettare le sue posizioni." Hammamet, spiega ancora il suo autore, "non dà giudizi o risposte, perché un film non è obbligato a farlo: è obbligato però a sollevare domande, e questo film lo fa." Amelio non definisce il suo Craxi "né un latitante né un esule. Era un contumace. Era contumace, e andato incontro alla morte che conosciamo, per la sua ostinazione a pensare che dovesse essere giudicato dal Parlamento, e non dalla magistratura. Sono stati l'orgoglio e la presunzione di essere nel giusto a far sì che Craxi facesse quella fine." Ma anche nella sua villa tunisina, per Amelio "Craxi vede il passato tornare, come in Le catene della colpa: in quel suo eremo non è in salvo, ma coltiva rancori, rimpianti, rimorsi, desideri, e ne è macerato fino all'autodistruzione. Forse, "aggiunge il regista, "se qualcuno gli avesse dato la possibilità di essere operato da qualche altra parte, e non in Tunisia, non sarebbe morto."
Hammamet: un film senza nomi In Hammamet, il Craxi interpretato da Pierfrancesco Favino non viene mai chiamato con il suo nome, ma sempre e solo Presidente. Non hanno un nome e un cognome la maggior parte dei personaggi che appaiono nel film; ad avere un nome è la figlia di Craxi, il cui rapporto col padre è uno dei cardini di tutto il film, ma che Amelio ha deciso di ribattezzare Anita, e non Stefania come la vera figlia dell'ex leader socialista. "I nomi nel film non si fanno perché si conoscono. Anche troppo," spiega il regista. "Anche negli altri miei film non amo dare troppo i nomi ai personaggi, nomi che appesantiscono spesso il dialogo che io amo essere netto, pulito che vada al sodo. I nomi troppo ovvi. Non ho voluto fare cronaca, ma sollevare lo sguardo poco poco più in alto. Perché chiamare Anita il personaggio della figlia? Penso di avere Ho il diritto di chiamare i personaggi come mi pare," dice Amelio. "E poi Craxi venerava Garibaldi, e quindi ho dato al personaggio qualcosa di più di un semplice nome di battesimo." Racconta poi il regista che l'idea del film è nata quando i produttori, Agostino e Maria Grazia Saccà, gli avevano offerto di fare un film su Cavour, "spiegandomi che aveva un rapporto molto intenso con la figlia. E allora io gli ho detto perché non parlare di Craxi, e di sua figlia. Ma," scherza Amelio, "io l'avevo solo buttata lì per liberarmi di Cavour." Hammemet: Pierfrancesco Favino e il trucco Sempre scherzando, Amelio dice che poi, questo film sulla figlia di Cavour lo potrebbe anche fare, sempre con Pierfrancesco Favino protagonista ("no, la figlia di Cavour no," replica sorridente l'attore). "Che Dio benedica Favino!," esclama poi Amelio. "Senza di lui questo film non sarebbe mai nato, perché io non avrei accettato altro protagonista, e perché non c'è nessun altro in Italia che può fare il personaggio del Presidente come lo ha fatto lui." Sul trucco, che aiuta l'attore romano in una performance di impressionante mimetismo ma mai davvero manierista, Amelio dice che "ci siamo serviti del trucco ma lo abbiamo anche combattuto: il trucco è una trappola se non è alimentato da qualcosa che nasce dall'interno." Hammamet: Gianni Amelio e la famiglia Craxi Raccontando dei suoi rapporti con la famiglia Craxi, Amelio spiga di aver voluto conoscere per prima "la vedova del Presidente, Anna, che è una grande cinefila, e abbiamo parlato molto di cinema. Nel film c'è un frammento di Là dove scende il fiume, che è un piccolo omaggio a lei, grande appassionata dei western di Anthony Mann. Con lei ho avuto un dialogo sereno, aperto e diverso da quello che mi ero aspettato." Di Stefania ha detto di averla conosciuta come "donna molto impegnata a portare avanti la volontà di suo padre, che non vuole che il nome del padre sia sepolto e dimenticato. Bobo, invece, lo conosco meno: ma scrive molto e si fa intervistare tantissimo, quindi lo conosco in questo modo," dice Amelio, riferendosi anche a un'intervista apparsa oggi su La Repubblica, molto polemica contro il film, "e forse lo conosco in questo modo ancora meglio degli altri due."
Post n°15534 pubblicato il 08 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Post n°15533 pubblicato il 07 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Di cosa parla Crisis on Infinite Earths? Trama e anticipazioni del crossover ArrowverseDurante gli eventi del precedente crossover Elseworlds, è stato annunciato anche il seguente evento per l’Arrowverse di The CW: Crisis on Infinite Earths. La storia di questo crossover farà parte degli episodi delle prossime stagioni dei vari show dell’universo DC: Supergirl, The Flash, Arrow, Legends of Tomorrow e la nuova Batwoman. Ispirato alla saga di fumetti uscita tra gli anni 1985-1986, dal titolo Crisi sulle Terre infinite, questo crossover durerà ben cinque ore in totale ma sarà diviso dalle vacanze di Natale. Le leggende torneranno infatti con la nuova stagione nel 2020. I crossover sono sempre stati un tratto distintivo dell’Arrowverse sin dagli inizi del network che li ha ospitati, ovvero The CW. La tradizione ha avuto inizio con Flash vs Arrow nel 2014, durante il quale i due eroi hanno unito le forze per aiutarsi a vicenda contro i rispettivi nemici. La portata dell’evento è cresciuta di anno in anno, con l’aggiunta di nuovi show ed eroi, raggiungendo il picco nel 2017 con Crisis on Earth-X. Nel 2018 è andato in onda anche Elsewords, unendo gli episodi di The Flash, Supergirl e Arrow, i cui eventi influiranno anche sul prossimo Crisis on Infinite Earths. Ma di cosa parla questo nuovo crossover? Il fumetto originale includeva diversi eroi della DC, compresi personaggi reclutati da altri tempi e luoghi, per combattere Anti-Monitor. Si tratta di un essere onnipotente che proveniva da un universo fatto di antimateria, con l’obiettivo di distruggere tutte le realtà che avrebbe incontrato lungo la sua strada. Ma nella storia, gli eroi della DC si riescono a opporre allo spietato antagonista, anche il prezzo per la salvezza degli universi è costato a molti di loro. Infatti sia Supergirl che The Flash muoiono durante questo crossover. Non è certo che gli autori seguiranno gli eventi dei fumetti, e probabilmente il ruolo della nuova arrivata Batwoman sarà di vitale importanza. Dopotutto è da qualche stagione che la serie The Flash suggerisce ai fan che Barry Allen morirà nel 2024, come raccontato da un titolo di giornale. Infatti i fan hanno sempre sospettato che la sua scomparsa avrebbe avuto luogo durante uno dei titoli tratti dai fumetti Crisis. In realtà, visto che l’ottava stagione di Arrow sarà l’ultima, ci si aspetta che a morire sarà Freccia Verde. Quest’ultima stagione sarà composta da 10 episodi e chissà che proprio il crossover non segni la fine dell’eroe interpretato da Stephen Amell. Cast, attori e personaggi del crossoverPrendendo in considerazione le cinque serie DC che ospiteranno Crisis on Infinite Earths, scopriamo insieme quali saranno gli attori che prenderanno parte al cast di questo evento The CW. I protagonisti degli episodi crossover saranno Arrow, The Flash, Supergirl, rispettivamente interpretati da Stephen Amell, Grant Gustin e Melissa Benoist. Al gruppo degli attori principali si aggiunge anche Ruby Rose, nei panni di Batwoman, e il cast di Legends of Tomorrow. Ecco alcuni degli attori e personaggi della serie corale che potrebbero prendere parte al crossover, dato che saranno ospiti di un’ora dell’evento: - Caity Lotz è Sara Lance / White Canary;
- Brandon Routh è Ray Palmer / Atom;
- Dominic Purcell è Mick Rory / Heat Wave;
- Amy Pemberton è la voce di Gideon.
Durante il San Diego Comic Con 2019 è stato annunciato che sia Brandon Routh che Tyler Hoechlin interpreteranno Superman nel crossover. Routh, che in Legends interpreta Ray Palmer aka The Atom, sarà Clark Kent/Superman di un determinato arco temporale, mentre Hoechlin, sarà l’Uomo di Acciaio di un altro. La notizia è stata riportata da TVLine. Ad aggiungersi al cast sarà anche Kevin Conroy (Batman: The Animated Series, Batman Beyond), nei panni di Bruce Wayne dal futuro. Al press tour della Television Critics Association è stato annunciato anche che la serie TV Black Lightning farà parte del crossover. Non si sa, però, ancora quale personaggio o personaggi appariranno. TVLine annuncia l’aggiunta al crossover Crisis on Infinite Earths di nientepopodimeno che Tom Welling, il quale riprenderà il ruolo di Superman, dopo otto anni dalla fine di Smallville. The CW ha fatto sapere che scopriremo cos’è accaduto a Clark Kent dopo tutto questo tempo. Per otto anni Arrow si è appoggiato alle spalle di Smallville. Semplicemente, non ci sarebbe Arrow e nessun Arrowverse senza Smallville. perciò, quando abbiamo iniziato a parlare di Crisis on Infinite Earths la nostra prima, seconda e terza priorità era quella di far riprendere a Tom il ruolo iconico di Clark Kent. Dire che siamo entusiasti sarebbe un eufemismo.
Queste le parole del produttore esecutivo Marc Guggenheim. Sempre TVLine svela poi che si aggiunge al cast del crossover anche la co-star di Smallville Erica Durance, che vestirà nuovamente i panni di Lois Lane. L’attrice si unisce a Tom Welling per riportare sul piccolo schermo le avventure di Clark e Lois, a dieci anni dalla fine della serie. Una particolare foto direttamente dal set di Crisis on Infinite Earth avrebbe rivelato la presenza, non diretta, di un attore molto speciale. Grazie al seguente tweet è infatti possibile vedere che nel crossover dell’Arrowverse si farà riferimento al Batman interpretato da Michael Keaton. L’immagine mostra la testata di un giornale dove viene annunciato il matrimonio di Bruce Wayne con Selina Kyle, ovvero Catwoman. Questo è un chiaro riferimento ai film diretti da Tim Burton con protagonista l’Uomo Pipistrello. Tuttavia è altamente improbabile che Michael Keaton appaia di persona nel crossover. Quando esce Crisis on Infinite Earths? Data di uscita del crossoverDa grandi fan dell’Arrowverse siete in trepidante attesa di questo crossover e volete saper quando esce Crisis on Infinite Earths? Il crossover farà il suo debutto nel corso dell’autunno 2019. Durante la presentazione annuale del network, il presidente di CW Mark Pedowitz ha diffuso le prime informazioni riguardo Crisis on Infinite Earths spiegando che andrà in onda per cinque serate, suddiviso in due momenti differenti. Infatti le cinque ore saranno da distribuire su cinque episodi delle serie incluse nel crossover, in uscita in base alla stagione televisiva di debutto dei vari show inclusi. In occasione del press tour estivo della Television Critics Association, è stata annunciata la data di uscita per tutti gli episodi, che si divideranno tra fine 2019 e inizio 2020: - Supergirl: domenica, 8 dicembre
- Batwoman: lunedì, 9 dicembre
- The Flash: martedì, 10 dicembre
- Arrow: martedì, 14 gennaio
- DC’s Legends of Tomorrow: martedì, 14 gennaio
L’episodio di Legends of Tomorrow è da considerarsi uno speciale, con non coinciderà con la season premiere della serie TV. Così fa sapere TVLine. Trailer videoIl primo teaser trailer del crossover è uscito l’11 dicembre 2018, durante una presentazione del network The CW. Il video ha rivelato il titolo ufficiale di questo evento che farà riunire tutti gli eroi DC: Crisis on Infinite Earths. A circa un mese dall’uscita in TV, poi, The CW ha diffuso un breve teaser trailer in cui ci vengono mostrati i protagonisti: Con fatto che la data di uscita si avvicina sempre di più, The CW continua a diffondere nuovi promo per il crossover. Nell’ultimo, in particolare, assistiamo alla distruzioni di una nuova Terra, man mano che passano i secondi. The CW non si è accontentata dei video già diffusi e così ha rilasciato un teaser incentrato su Nash Wells: The CW ha infine pubblicato un trailer esteso del crossover. Crossover Arrowverse streaming episodiSe vi state chiedendo dove guardare gli episodi del crossover in streaming la risposta è semplice. Infatti le serie tv della DC è sono tutte presenti nel catalogo della piattaforma streaming Infinity. Al momento sono disponibili solo le prime quattro stagioni di The Flash, le prime sei di Arrow e le prime tre di Supergirl. Nel frattempo tutte le nuove stagioni delle serie incluse nel crossover hanno fatto il loro debutto in TV nel mese di marzo 2019, su Premium Action. Per vedere Crisis on Infinite Earths in streaming non resta che aspettare la messa in onda degli episodi sul canale americano The CW.
Post n°15532 pubblicato il 07 Gennaio 2020 da Ladridicinema
Ultimo weekend natalizio e, oggi, ultima giornata di un periodo festa che quest'anno ha coinvolto anche gli esercenti. Il Natale che ci lasciamo alle spalle passa alla storia del boxoffice italiano, con ben cinque film capaci di superare i 10 milioni di euro (sei, considerando anche Frozen, uscito a fine novembre, ma che è riuscito a tenere fino all'Epifania) e, relativamente al weekend appena terminato, con un miglioramento del 79% rispetto allo stesso periodo del 2019 (qui c'è da ringraziare Zalone, ovviamente). Tolo Tolo (guarda la video recensione) stravince la domenica con quasi 6 milioni di euro e il weekend con 21 milioni, che portano il suo totale a quasi 30 milioni: in meno di una settimana ha superato Joker (guarda la video recensione): ben 4,2 milioni di persone hanno già visto il film e oggi dovrebbe essere un'altra giornata "piena". Ottima tenuta per gli altri film, che hanno ancora qualcosa da dire. Va forte Jumanji - The Next Level (guarda la video recensione), che ottiene nell'arco del weekend altri 2 milioni euro e vola a 9,8 totali (oggi passerà i 10), sempre fantastico Pinocchio (guarda la video recensione), che ottiene altri 1,7 milioni per un totale di 13,4 milioni. La pattuglia italiana, che vede cinque film nelle prime sei posizioni, è completata da La Dea Fortuna (guarda la video recensione), che arriva a 6,5 milioni, Il primo Natale (guarda la video recensione) che tocca quota 14,6 milioni e 18 Regali (guarda la video recensione) che debutta con 800mila euro.
Star Wars: L'ascesa di Skywalker (guarda la video recensione) inizia a perdere terreno, ma arriva a 12,3 milioni, comunque un buon dato per il film, in linea con quello mondiale. Ancora in classifica Frozen II - Il segreto di Arendelle (guarda la video recensione) che aggiorna il suo totale a 18,6 milioni, buon esordio per Sorry We Missed You (guarda la video recensione) con 427mila euro, mentre Playmobil - The movie (guarda la video recensione) aggiorna il suo totale a 397mila euro.
Il Natale 2019 si chiude in gloria, specie per il cinema italiano, ma il buon periodo potrebbe non essere finito, visto che Hammamet, in uscita questa settimana, ha molte carte da giocare. Dovrebbero ben figurare anche City of Crime e Piccole Donne.
Star Wars: L'ascesa di Skywalker vince il terzo weekend di fila negli USA con 33,7 milioni ed un incasso complessivo di 450 milioni di dollari: il film dovrebbe quindi chiudere la sua corsa attorno ai 550 milioni complessivi, finendo dietro a Gli Ultimi Jedi (guarda la video recensione). Il dato mondiale è di 918 milioni di dollari, quindi il miliardo dovrebbe essere superato prima della fine del mese di gennaio, ma il destino finale del film sarà quello di andare a battagliare al massimo per il quarto posto assoluto del 2019, visto che Frozen II - Il segreto di Arendelle è ampiamente fuori portata.
Già, proprio Frozen II - Il segreto di Arendelle supera quota 1,3 miliardi di dollari e consolida il terzo posto assoluto dietro ad Avengers: Endgame (guarda la video recensione) e Il Re Leone (guarda la video recensione). Il film ha ottenuto 450 milioni negli USA e sbancato anche in Cina (118 milioni), Giappone (103,8 milioni) e Corea del Sud (96,2 milioni), con ottime cifre raggiunte anche in Uk (65 milioni), Germania (55,1) e Francia (51,1).
Vola anche Jumanji - The Next Level che supera i 600 milioni mondiali e potrebbe chiudere attorno agli 800, scalzando quindi dalla top ten Hobbs & Shaw (guarda la video recensione), fermo a 758 milioni. Da segnalare negli USA l'esordio da 11,3 milioni del primo film del 2020, The Grudge, gli ottimi totali di Piccole Donne (60 milioni), Uncut Gems (36 milioni) e Cena con Delitto - Knives Out (guarda la video recensione), che raggiunto ben 130 milioni di dollari. La prossima settimana ben quattro nuovi arrivi, che dovrebbero iniziare a far piazza pulita dei titoli natalizi: 1917, Just Mercy, Like a Boss e Underwater.
Arriva infine la classifica dei "most wanted" 2020 degli utenti di Fandango, il celebre reseller di biglietti cinematografici: la spunta Wonder Woman 1984, seguito da tre titoli Disney (Black Widow, Eternals e Mulan), 007 - No Time to Die, A Quiet Place 2 e Birds of Prey. Curiosità: cinque film su sette sono diretti da donne.
Box Office Italia del 5/01/2020 1. Tolo Tolo: Euro 5.921.517 2. Jumanji - The Next Level: Euro 619.177 3. Pinocchio: Euro 524.092 4. La Dea Fortuna: Euro 318.489 5. Il primo Natale: Euro 305.463 6. 18 regali: Euro 290.166 7. Star Wars - L'ascesa di Skywalker: Euro 262.189 8. Sorry We Missed You: Euro 141.386 9. Frozen II - Il segreto di Arendelle: Euro 125.468 10. Playmobil - The Movie: Euro 84.033
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45