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Messaggi del 19/02/2014

 

Tom Hanks: "Il mio Disney, un pioniere come Edison e Spielberg" da la repubblica

Post n°11164 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Aggiornato il 17 febbraio 2014

Il divo americano interpreta il leggendario Walt nel film "Saving Mr. Banks", nelle nostre sale il 20 febbraio. Racconta l'incontro-scontro fra il creatore di Topolino e P. L. Travers, autrice di "Mary Poppins"

ROMA - "Alla sequenza finale, quando cantano "L'aquilone", piangevo da bambino e piangevo da adolescente. Sembrano tutti così felici, invece è un addio. Adesso, tutte le volte che rivedo Mary Poppins insieme ai miei figli - e saranno centinaia di volte, è uno dei loro film preferiti - cerco di trattenermi, ma vedo che si commuovono anche loro", ricorda Tom Hanks. Mary Poppins è al centro di Saving Mr. Banks, il film di John Lee Hancock, in uscita in Italia il 20 febbraio, che racconta l'incontro tumultuoso nel 1961 tra Walt Disney e P. L. Travers, l'autrice del romanzo sulla magica istitutrice della famiglia Banks: da vent'anni lui voleva i diritti del libro, da vent'anni lei glieli negava. 

Tom Hanks interpreta Walt Disney: le difficoltà maggiori?
"La responsabilità di evocare un'icona dell'America, un'istituzione, un'immagine nota come quella dello Zio Sam. Posso farmi crescere i baffi e pettinarmi con la riga in mezzo, ma non avrò mai il suo aspetto o la sua voce. Sarebbe stato stupido tentare un'imitazione. Allora ho cercato di catturare l'entusiasmo, la grandiosa fantasia, l'eccitazione che lo animava quando parlava dei suoi progetti tentando di comunicare tutto questo al pubblico. Ma nel suo sguardo c'è una luce bizzarra, tra orgoglio e ottimismo, temo che il mio sguardo invece appaia sempre leggermente diabolico".

  • Con "Saving Mr. Banks", dal 20 febbraio nelle sale, si racconta la difficile lavorazione del film culto "Mary Poppins" e come un genio visivo ma anche commerciale come Walt Disney, interpretato da Tom Hanks, riuscì a convincere la riottosa autrice australiana Pamela Lyndon Travers, intepretata da Emma Thompson, a cedergli i diritti del suo libro


Come si è preparato? 
"Fondamentale è stata la giornata trascorsa al Museo della famiglia a San Francisco. Diana Disney, la figlia, è stata molto gentile e generosa, mi ha mostrato tutto il materiale possibile, le interviste, Walt che disegna, che spiega ai suoi collaboratori come sviluppare un'idea visiva. Mi ha colpito la sua abitudine di esprimersi sempre con il "noi", un modo di includere tutto e tutti nel suo lavoro, dai disegni animati alla produzione alla creazione dei parchi a tema. L'ho trovato buffo ma significativo della personalità".

Prima di Saving Mr. Banks che cosa sapeva di Walt Disney?

"Da bambino tra i miei giocattoli non c'era Topolino né altri suoi pupazzi, il mio "amico" era un astronauta di plastica, mi addormentavo con lui, sognavo di passeggiare con lui sulla Luna. Però vedevo i film Disney e ogni domenica sera aspettavo di vedere lui, Walt Disney che in tv raccontava il suo "meraviglioso mondo colorato", presentava i suoi personaggi. Da adulto ho letto una sua biografia, molto interessante, ma non mi sono mai appassionato alle polemiche politiche che anni fa si sono accese su di lui, tra repubblicani e democratici, mi sembravano sterili da una parte e dall'altra. Ho scoperto davvero Disney con il film".

Che cosa ha scoperto?
"Era unico, Walt Disney non somigliava a nessuno. Era un narratore di storie, capace di disegnarle creando intorno ai personaggi mondi fantastici, ma nello stesso tempo era un produttore, un uomo d'affari molto attento al valore del denaro. All'epoca i produttori erano uomini d'affari, ma nessuno di loro conosceva, come Disney, l'intero processo creativo di un film, dall'idea allo schermo. Credo che anche nella Hollywood di oggi i produttori siano businessmen e basta. Non solo, Disney è stato anche un grande innovatore, fin dai primi anni, quando disegnava in un garage di Kansas City cercava sempre cose nuove, nuove sfide che rendessero l'animazione sempre più vicina alla realtà. Aveva la stessa curiosità e intelligenza visionaria di Spielberg, Orson Welles, Edison".

Conosceva le vicissitudini di Mary Poppins?
"No, le ho scoperte leggendo la sceneggiatura e il libro della Travers, né conoscevo il legame autobiografico della scrittrice con la storia. Il film è proprio sul loro rapporto, due settimane di fuoco. Dall'inizio alla fine si detestavano reciprocamente, lei era un'intellettuale, snob, odiava Hollywood, il cinema, soprattutto quello di Walt Disney e difendeva con tutte le sue forze il suo libro, la sua creatura. Lui intuiva perfettamente le opportunità, artistiche ed economiche, che potevano arrivare da un personaggio come Mary Poppins, lottavano come due cani davanti allo stesso osso. Non credo di aver mai interpretato nei miei film un rapporto uomo-donna così burrascoso e litigioso".

Secondo lei furono le ragioni economiche a convincere la Travers?

"Soltanto in parte, non credo che il bisogno di soldi avrebbe potuto placare il peso del passato, il senso di colpa e il dolore per la perdita di suo padre, ubriacone e pasticcione, ma per lei comunque una persona speciale. Credo che quando Walt le confidò, come nel film, lo stesso doloroso disagio vissuto alla morte del padre, si riuscì a stabilire una sintonia. Erano quelle le vere ragioni che spingevano Disney ad inseguire il film, non solo la voglia di accontentare le figlie innamorate del libro della Travers".

Com'è andato il rapporto con Emma Thompson interprete di P. L. Travers?
"Magnifico, è un'artista che non conosce limiti alle emozioni. Le parti più comiche del film sono dovute a lei, nei suoi incontri con il mio personaggio basta uno sguardo, un gesto di stizza, un tono di voce per sottolineare in modo esilarante le diversità e i pregiudizi dei britannici nei confronti dell'America e degli americani. Non so ancora come faccia, ma lavorare con lei è come giocare a football con Beckham".

Un suo ricordo di Philip Seymour Hoffman?

"Un talento straordinario, avrebbe potuto mostrarlo ancora tanto e a lungo. Per chi ha lavorato con lui la sua scomparsa è una grande tristezza. L'ho conosciuto sul set di La guerra di Charles Wilson, è stato un privilegio".
 
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Ken e i pescatori di Orbetello: "Vendiamo storie non solo pesce"

Post n°11163 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Aggiornato il 15 febbraio 2014

Presentato nella sezione Culinary cinema il documentario "I cavalieri della Laguna" di Walter Bencini

Tra le immagini da ricordare della Berlinale 2014, la stretta di mano tra il regista paladino della working class Ken Loach, premiato con l'Orso alla carriera e i pescatori di Orbetello, al centro del bel documentario I cavalieri della Laguna di Walter Bencini, presentato nella sezione Culinary Cinema. 

Ken e i pescatori di Orbetello: "Vendiamo storie non solo pesce"

Loach, pugno chiuso alzato, riceve l'Orso d'oro alla carriera alla Berlinale


Dopo Jonathan Nossiter e Natural Resistence (doc su quattro italiani che per fare il vino guardano ai metodi antichi) ecco il film sui pescatori toscani sulla storia, umanissima e poetica, di una comunità di pescatori, che per continuare ad esistere ha saputo rinnovarsi. Guardando al passato è diventata avanguardia per filosofica produttiva e attenzione alimentare che l'ha resa presidio di Slow Food. "Noi pescatori non lavoriamo in modo meccanico. La sera guardiamo il cielo per capire il giorno dopo cosa andare a pescare. Di notte non dormimo per ascoltare il vento e la pioggia, e capire quanta pesca ci sarà il giorno dopo. La natura non regala certezze", racconta uno dei pescatori arrivati a Berlino (Sergio Amenta, "il Topo", ex buttafuori e capo della ciurma, Marco Giudici, l'isolazionista detto "Nocetta", e Francesco Mengoni, il moltiplicatore di pesci detto "Gesù") per accompagnare il doc, in rappresentanza dei 58 cavalieri della pesca riuniti nella Cooperativa La Peschereccia. Coop che possiede un laboratorio per la lavorazione, gestisce uno spaccio e un mercato del pesce, alleva avanotti di spigola e orata per il ripopolamento, producono bottarga, filetti affumicati di cefalo e anguilla e dove la sera, nel loro ristorante affacciato sulla laguna, viene servito il pescato. 

"Non si compra solo un prodotto, ma anche una storia", spiega Pier Luigi Piro, presidente della Cooperativa. Nella laguna di Orbetello l'arte di conservare il pesce è stata introdotta dagli spagnoli, che già nel Cinquecento affumicavano anguille e condivano i pesci con l'escabece, salsa calda a base di aceto, rosmarino, aglio e peperone. E a Orbetello ancora oggi si prepara l'anguilla scavecciata, l'anguilla 'sfumata' (affumicata) come la bottarga (dall'arabo botarikh, che significa uova di pesce salate). Ad accompagnare la proiezione del film-documentario a Berlino ci sono il regista e tre dei protagonisti pescatori: Sergio Amenta, "il Topo", ex buttafuori e capo della ciurma, Marco Giudici, l'isolazionista detto "Nocetta", e Francesco Mengoni, il moltiplicatore di pesci detto "Gesù". "Con questa crisi economica senza precedenti - spiega il regista - per me diventa fondamentale mettere in luce e promuovere dei modelli produttivi alternativi. La logica delle piccole realtà locali come questa, in un mondo globalizzato fatto di cifre astronomiche, può sembrare insignificante, anacronistica, eppure secondo il mio punto di vista è l'unica via percorribile, se si vuole ritrovare un rapporto armonico con la nostra madre terra. Questa comunità deve affrontare delle problematiche che sono comuni a tante altre realtà del mondo". "Quella di fare questo documentario  -  rivendica  -  è stata anche una scelta politica. Che mi ha regalato però la possibilità di vivere un'esperienza umana profonda, conoscere questi uomini duri ma capaci di profonda ironia, e soprattutto di grande orgoglio e consapevolezza del proprio mestiere".

 


 
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Ligabue, la prima volta al Festival. L'omaggio a De André e ai cantautori del Club Sanremo da la repubblica

Post n°11162 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Aggiornato il 14 febbraio 2014

Il rocker di Correggio sarà superospite nella serata finale di sabato 22. I due mondi dell'Ariston (musica leggera e canzone d'autore) si incroceranno nella serata del 21. Cristiano porterà un brano del padre, Ron canterà Dalla, Noemi farà Fossati, e poi...

SANREMO - Ci sarà anche Luciano Ligabue, tra i superospiti del Festival. "Voglio ringraziare di tutto cuore Luciano - ha detto Fazio - che per la prima volta sarà ospite a Sanremo, nella serata finale del Festival. Considero la sua partecipazione un segno di stima e di amicizia. È una scelta bella e importante che un artista di questo spessore incontri il pubblico vastissimo del Festival. Lo  aspettiamo con entusiasmo, porterà un contributo potente e originale, che sarà essenziale al nostro racconto. Grazie Liga!". E il rocker di Correggio: "Sono proprio contento, quest'anno, di andare a Sanremo. Grazie a Fazio e a tutti i suoi collaboratori per l'attenzione che ci stanno mettendo perché possiamo fare la nostra musica al nostro meglio".

Ancora non c'è alcuna comunicazione ufficiale su quanto l'autore del recente e pluripremiato Mondovisione (l'anno scorso è stato l'album più venduto in Italia) offrirà su quel palco strapopolare, ma c'è qualche buon indizio che riconduce a un nome scolpito nella storia, e non solo cantautorale: Fabrizio De Andrè. L'artista genovese se ne andò l'11 gennaio 1999, e a quindici anni dalla sua scomparsa (un buco, anzi una voragine, per la cultura italiana: quel suo dinamismo intellettuale, quella sua capacità di interpretare il presente con straordinaria sensibilità umana e poetica ci mancano immensamente) l'omaggio commosso e devoto del Festival appare un atto quasi doveroso. E poichè tra Faber e Ligabue c'è un anello di congiunzione saldo, saldissimo, chiamato Mauro Pagani, storico coautore del genovese in Creuza de mà e altre imprese, e altrettanto storico collaboratore di Ligabue, pensare a un omaggio di Ligabue a De André non è un sogno. Magari come prosecuzione ideale di quell'idea di felice convivenza tra due mondi fin qui ostinatamente separati - la "sacralità" del Festival di Sanremo da un lato, l'attualità cantautorale del Premio Tenco dall'altro - che si consumerà nella serata precedente, venerdì 21. Alludendo all'incontro fra queste due anime della canzone, come si ricorderà, Fazio aveva coniato la definizione Sanremo Club.

E il Club Sanremo di venerdì 21 inizia a definirsi meglio con il suo cast e i suoi protagonisti, tutti riuniti nel nome dei cantautori italiani. A partire proprio da Fabrizio De Andrè (non dimentichiamoci che in gara c'è suo figlio Cristiano) e poi di Lucio Dalla e della palestra nobile della canzone d'autore italiana. Cristiano De André canteràVerranno a chiederti del nostro amore, la canzone che Fabrizio scrisse per la prima moglie Puni, la mamma di Cristiano, quando lui aveva dieci anni. E Ron, anch'egli tra i duellanti del Festival, ricorderà il "suo" Lucio Dalla interpretando Cara, brano a cui all'epoca (era il 1980, l'album si intitolava semplicemente Dalla) lui, Rosalino Cellamare, mise le mani in studio di registrazione suonando chitarra e piano.

E ancora. Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots rifaranno il classico dei classici Nel blu dipinto di blu di Domenica Modugno, Arisa si cimenterà con Cuccuruccucu di Franco Battiato, Noemi canterà il dolente, romantico Ivano Fossati di La costruzione di un amore, Antoenella Ruggiero riprenderà i concittadini genovesi New Trolls (Una miniera), Frankie Hi Nrg farà coppia con Fiorella Mannoia in Boogie di Paolo Conte, Riccardo Sinigallia riprenderà Ho visto anche degli zingari felici, la più famosa tra le canzoni di Claudio Lolli. E poi Giuliano Palma offrirà una sua versione di I say i' sto ccàdi Pino Daniele, Francesco Renga rifarà Un giorno credi di Edoardo Bennato, Francesco Sarcina, in compagnia dell'attore Riccardo Scamarcio, farà suo lo Zucchero di Diavolo in me. E ancora, a stretto giro di gemellaggi fra cantanti e attori, Giusy Ferreri canterà Il mare d'inverno di Enrico Ruggeri con Alessandro Haber e Alessio Boni, Perturbazione e Violante Placido rifaranno La donna cannone di Francesco De Gregori, Simona Molinari con Renzo Rubino celebrerà Giorgio Gaber con Non arrossire.

Intanto, Enrico de Angelis del Club Tenco, Giordano Sangiorgi del Mei - Meeting delle Etichette Indipendenti, e Davide Vedovelli di Musica da Bere, hanno scritto una lettera aperta a Fabio Fazio affinchè il Festival dedichi un ricordo a Roberto Freak Antoni, l'artista scomparso prematuramente ieri. "La scomparsa a Bologna di Roberto Freak Antoni, leader degli Skiantos e grande animatore culturale, ha lasciato una traccia indelebile nel mondo della musica, dello spettacolo e della cultura, rimpiangendone tutti per sempre l'acume, l'intelligenza e l'ironia strepitosamente confermate in ogni occasione di una sua presenza in un evento, sia di musica dal vivo che come scrittore, sia come conduttore che in qualità di performer a tutto tondo. Con Roberto Freak Antoni se ne va un pezzo importante della storia del rock, e non solo, un anticipatore dello straordinario 'Movimento del '77' e un ispiratore di tanti mondi culturali vicini al rock, come quelli del fumetto e della letteratura, oltre ad essere stato importante pioniere del punk italiano". Per questo, De Angelis, Sangiorgi e Vedovelli, nel nome delle tre rassegne musicali che hanno premiato l'attività musicale e culturale di "Freak" Antoni, lanciano questo appello al Festival di Sanremo per ricordare degnamente il pioniere della nuova musica in Italia e di un modo originale e unico di fare cultura intorno alla musica, "contemporaneo e bello".

 
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Seconda serata festival

Post n°11161 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Il duo Fazio-Littizetto riparte dall'esordio di martedì, esordio partito  faticosamente tra intoppi tecnici e la protesta in sala dei due operai campani senza stipendio da oltre un anno che hanno minacciato di buttarsi giù da un'impalcatura. I sette big a cantare stavolta sono, nell’ordine, Francesco Renga, Giuliano Palma, Noemi, Renzo Rubino, Ron, Riccardo Sinigallia e Francesco Sarcina. Tutti con due canzoni di cui una accede alla fase finale. 

Il parterre vede intervenire le gemelle Kessler, Armin Zoeggeler, Kasia Smutniak, Clemente Russo, Gian Antonio Stella, Cristiana Collu (direttrice del museo d'arte contemporanea Mart di Rovereto), Veronica Angeloni. Ospiti di riguardo: Claudio Santamaria, Franca Valeri, Claudio Baglioni e, appunto, il cantautore statunitense-canadese Rufus Wainwright. 

Cantano stasera quattro degli otto giovani: Diodato, Filippo Graziani, Bianca e Zibba. Due di loro passano il turno. 

 
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Da Gauguin a Monet, gli Impressionisti a Roma da l'espresso

Post n°11160 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

  • Paul Gauguin. Il pasto 1891, cm 72,5 x 91,5 huile sur papier marouflé sur toile  ©photo musée d'Orsay / rmnPaul Gauguin. Il pasto 1891, cm 72,5 x 91,5 huile sur papier marouflé sur toile ©photo musée d'Orsay / rmn
L'esotismo di Gauguin, la magia del balletto parigino di Degas, la riscoperta della pittura en plein air di Van Gogh, Monet, Corot. La rivoluzione della pittura impressionista è raccontata dalle settanta opere in arrivo a Roma, presso la sede espositiva del Vittoriano, per la mostra 'Musée d’Orsay. Capolavori' (22 febbraio - 8 giugno). La selezione dei capolavori del museo di Parigi che raccontano un momento centrale dell'arte moderna europea, mai esposti in Italia, saranno accompagnati dal racconto di come una ex stazione ferroviaria si sia trasformata in una delle sedi espositive più celebri del mondo

 
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Ligabue, la prima volta al Festival. L'omaggio a De André e ai cantautori del Club Sanremo da la repubblica

Post n°11159 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Aggiornato il 14 febbraio 2014

Il rocker di Correggio sarà superospite nella serata finale di sabato 22. I due mondi dell'Ariston (musica leggera e canzone d'autore) si incroceranno nella serata del 21. Cristiano porterà un brano del padre, Ron canterà Dalla, Noemi farà Fossati, e poi...

SANREMO - Ci sarà anche Luciano Ligabue, tra i superospiti del Festival. "Voglio ringraziare di tutto cuore Luciano - ha detto Fazio - che per la prima volta sarà ospite a Sanremo, nella serata finale del Festival. Considero la sua partecipazione un segno di stima e di amicizia. È una scelta bella e importante che un artista di questo spessore incontri il pubblico vastissimo del Festival. Lo  aspettiamo con entusiasmo, porterà un contributo potente e originale, che sarà essenziale al nostro racconto. Grazie Liga!". E il rocker di Correggio: "Sono proprio contento, quest'anno, di andare a Sanremo. Grazie a Fazio e a tutti i suoi collaboratori per l'attenzione che ci stanno mettendo perché possiamo fare la nostra musica al nostro meglio".

Ancora non c'è alcuna comunicazione ufficiale su quanto l'autore del recente e pluripremiato Mondovisione (l'anno scorso è stato l'album più venduto in Italia) offrirà su quel palco strapopolare, ma c'è qualche buon indizio che riconduce a un nome scolpito nella storia, e non solo cantautorale: Fabrizio De Andrè. L'artista genovese se ne andò l'11 gennaio 1999, e a quindici anni dalla sua scomparsa (un buco, anzi una voragine, per la cultura italiana: quel suo dinamismo intellettuale, quella sua capacità di interpretare il presente con straordinaria sensibilità umana e poetica ci mancano immensamente) l'omaggio commosso e devoto del Festival appare un atto quasi doveroso. E poichè tra Faber e Ligabue c'è un anello di congiunzione saldo, saldissimo, chiamato Mauro Pagani, storico coautore del genovese in Creuza de mà e altre imprese, e altrettanto storico collaboratore di Ligabue, pensare a un omaggio di Ligabue a De André non è un sogno. Magari come prosecuzione ideale di quell'idea di felice convivenza tra due mondi fin qui ostinatamente separati - la "sacralità" del Festival di Sanremo da un lato, l'attualità cantautorale del Premio Tenco dall'altro - che si consumerà nella serata precedente, venerdì 21. Alludendo all'incontro fra queste due anime della canzone, come si ricorderà, Fazio aveva coniato la definizione Sanremo Club.

E il Club Sanremo di venerdì 21 inizia a definirsi meglio con il suo cast e i suoi protagonisti, tutti riuniti nel nome dei cantautori italiani. A partire proprio da Fabrizio De Andrè (non dimentichiamoci che in gara c'è suo figlio Cristiano) e poi di Lucio Dalla e della palestra nobile della canzone d'autore italiana. Cristiano De André canteràVerranno a chiederti del nostro amore, la canzone che Fabrizio scrisse per la prima moglie Puni, la mamma di Cristiano, quando lui aveva dieci anni. E Ron, anch'egli tra i duellanti del Festival, ricorderà il "suo" Lucio Dalla interpretando Cara, brano a cui all'epoca (era il 1980, l'album si intitolava semplicemente Dalla) lui, Rosalino Cellamare, mise le mani in studio di registrazione suonando chitarra e piano.

E ancora. Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots rifaranno il classico dei classici Nel blu dipinto di blu di Domenica Modugno, Arisa si cimenterà con Cuccuruccucu di Franco Battiato, Noemi canterà il dolente, romantico Ivano Fossati di La costruzione di un amore, Antoenella Ruggiero riprenderà i concittadini genovesi New Trolls (Una miniera), Frankie Hi Nrg farà coppia con Fiorella Mannoia in Boogie di Paolo Conte, Riccardo Sinigallia riprenderà Ho visto anche degli zingari felici, la più famosa tra le canzoni di Claudio Lolli. E poi Giuliano Palma offrirà una sua versione di I say i' sto ccàdi Pino Daniele, Francesco Renga rifarà Un giorno credi di Edoardo Bennato, Francesco Sarcina, in compagnia dell'attore Riccardo Scamarcio, farà suo lo Zucchero di Diavolo in me. E ancora, a stretto giro di gemellaggi fra cantanti e attori, Giusy Ferreri canterà Il mare d'inverno di Enrico Ruggeri con Alessandro Haber e Alessio Boni, Perturbazione e Violante Placido rifaranno La donna cannone di Francesco De Gregori, Simona Molinari con Renzo Rubino celebrerà Giorgio Gaber con Non arrossire.

Intanto, Enrico de Angelis del Club Tenco, Giordano Sangiorgi del Mei - Meeting delle Etichette Indipendenti, e Davide Vedovelli di Musica da Bere, hanno scritto una lettera aperta a Fabio Fazio affinchè il Festival dedichi un ricordo a Roberto Freak Antoni, l'artista scomparso prematuramente ieri. "La scomparsa a Bologna di Roberto Freak Antoni, leader degli Skiantos e grande animatore culturale, ha lasciato una traccia indelebile nel mondo della musica, dello spettacolo e della cultura, rimpiangendone tutti per sempre l'acume, l'intelligenza e l'ironia strepitosamente confermate in ogni occasione di una sua presenza in un evento, sia di musica dal vivo che come scrittore, sia come conduttore che in qualità di performer a tutto tondo. Con Roberto Freak Antoni se ne va un pezzo importante della storia del rock, e non solo, un anticipatore dello straordinario 'Movimento del '77' e un ispiratore di tanti mondi culturali vicini al rock, come quelli del fumetto e della letteratura, oltre ad essere stato importante pioniere del punk italiano". Per questo, De Angelis, Sangiorgi e Vedovelli, nel nome delle tre rassegne musicali che hanno premiato l'attività musicale e culturale di "Freak" Antoni, lanciano questo appello al Festival di Sanremo per ricordare degnamente il pioniere della nuova musica in Italia e di un modo originale e unico di fare cultura intorno alla musica, "contemporaneo e bello".

 
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Una domenica notte

Post n°11158 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Poster

La storia è quella di Antonio Colucci, 46 anni. Un uomo che avrebbe voluto essere un grande regista di film horror e che all'età di 26 anni sembrava promettere bene. Dopo il fiasco del primo lungometraggio (le cui traversie produttive relegano il film al solo mercato dell’home video tedesco) si sposa e ha un figlio. Il divorzio, la quotidianità e la mancanza di intraprendenza lo bloccano nella sua cittadina di provincia dove il miraggio del cinema lentamente svanisce.

 
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12 anni schiavo

Post n°11157 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

12 Years a Slave

Poster

Siamo negli Stati Uniti. Negli anni che hanno preceduto la guerra civile americana, Solomon Northup (interpretato da Chiwetel Ejiofor), un nero nato libero nel nord dello stato di New York, viene rapito e venduto come schiavo. Misurandosi tutti i giorni con la più feroce crudeltà (impersonificata dal perfido proprietario terriero interpretato da Michael Fassbender) ma anche con gesti di inaspettata gentilezza, Solomon si sforza di sopravvivere senza perdere la sua dignità. Nel dodicesimo anno della sua odissea, l'incontro con un abolizionista canadese (Brad Pitt) cambierà per sempre la sua vita.

  • FOTOGRAFIASean Bobbitt
  • PRODUZIONE: New Regency Pictures, Plan B Entertainment, River Road Entertainment
  • DISTRIBUZIONE: BIM
  • PAESE: USA
  • DURATA: 134 Min

 
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Amori elementari

Post n°11156 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Poster

Matilde è innamorata di Tobia dalla terza elementare. E' ora di fidanzarsi ufficialmente! Katerina e Aleksej vengono dalla Russia, e il loro legame inossidabile risale a quando s'incontrarono per la prima volta, tra le nuvole su un aereo. I quattro costituiscono un gruppo stretto come le dita di una mano che non esita a lanciarsi in avventure fantastiche.

  • FOTOGRAFIAFrancesco Di Giacomo
  • MONTAGGIODavide Vizzini
  • PRODUZIONE: Centro Sperimentale di Cinematografia Production Sharoncinema Production con Rai Cinema e Zori Film in associazione con F.lli Cartocci Digipix Cinecittà Studios Nicomax Cinematografica e in associazione con BNL-Gruppo BNP Paribas
  • DISTRIBUZIONE: Academy Two
  • PAESE: Italia, Russia
  • DURATA: 94 Min

 
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Saving Mr. Banks

Post n°11155 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Saving Mr. Banks

Poster

Quando le sue figlie lo pregarono di realizzare un film tratto dal loro libro preferito “Mary Poppins”, dell’autrice P.L. Travers, Walt Disney fece loro una promessa, non immaginando che ci sarebbero voluti 20 anni per riuscire a mantenerla. Nella sua ricerca per ottenerne i diritti, infatti, Walt si trova ad affrontare un’ipocondriaca scrittrice, irremovibile nella sua decisione di non permettere che il personaggio della sua amata e magica tata venga stravolto dalla macchina di Hollywood. Ma non appena il successo dei libri diminuisce, insieme ai guadagni, la Travers con una certa riluttanza accetta di andare a Los Angeles ad ascoltare le idee di Walt Disney per l’adattamento cinematografico. Durante quelle due brevi settimane nel 1961, Walt Disney utilizza ogni risorsa a sua disposizione per convincerla. Armato di fantasiosi storyboard e divertenti canzoni, create dai talentuosi fratelli Sherman, Walt tenta il tutto per tutto senza riuscire a convincerla. Man mano che la Travers diventa sempre più irremovibile, Walt Disney vede la possibilità di ottenere i diritti, allontanarsi sempre di più. Solo quando cercherà nei suoi ricordi d’infanzia Walt capirà il senso delle paure che assillano la scrittrice, e insieme riusciranno a dare vita a Mary Poppins, facendone uno dei più teneri film della storia del cinema.

  • FOTOGRAFIAJohn Schwartzman
  • MONTAGGIOMark Livolsi
  • MUSICHEThomas Newman
  • PRODUZIONE: Ruby Films, Essential Media & Entertainment, BBC Films, Hopscotch Features, Walt Disney Pictures
  • DISTRIBUZIONE: Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
  • PAESE: USA
  • DURATA: 125 Min

 
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Solving

Post n°11154 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Solving

Poster

Sullo sfondo della crisi, questo documentario racconta la storia recente del nostro paese dal punto di vista socio-economico. Partendo dagli avvenimenti che riguardano la crisi e le morti per suicidio legate a situazioni di sofferenza economica, il regista tenta di offrire un punto di vista nuovo sugli aspetti più intimi della figura imprenditoriale. Questo ritratto è composto - spesso con l'utilizzo di un fuoricampo soprattutto acustico - grazie alle interviste al sociologo Francesco Alberoni, ai giornalisti Franco Di Mare e Sergio Luciano e alla moglie di un imprenditore suicida, Tiziana Marrone, e tenendo la telecamera sempre accesa su un imprenditore che opera nel settore degli accumulatori di energia da oltre trent'anni.

 
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Film nelle sale da domani

Post n°11153 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

 

 
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A proposito di Davis

Post n°11152 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

A proposito di Davis, nuovo film dei fratelli Coen, ovvero un viaggio nell'anima triste folk americana e specificamente in quella di uno dei tanti artisti che non ce la fa ad esplodere anche perchè non vuole stare al gioco del sistema e del mercato. Una commedia d'autore dove rimane presente la classica amarezza malinconica dei fratelli Coen. Il personaggio principale, personaggio negativo e perdente non ha alcuna possibilità di redimersi. Una commedia matura che celebra la musica ann'50 e '60 folk

 
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Una separazione

Post n°11151 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Locandina Una separazione

Nader e sua moglie Simin stanno per divorziare. Hanno ottenuto il permesso di espatrio per loro e la loro figlia undicenne ma Nader non vuole partire. Suo padre è affetto dal morbo di Alzheimer e lui ritiene di dover restare ad aiutarlo. La moglie, se vuole, può andarsene. Simin lascia la casa e va a vivere con i suoi genitori mentre la figlia resta col padre. È necessario assumere qualcuno che si occupi dell'uomo mentre Nader è al lavoro e l'incarico viene dato a una donna che ha una figlia di cinque anni e ed è incinta. La donna lavora all'insaputa del marito ma un giorno in cui si è assentata senza permesso lasciando l'anziano legato al letto, un alterco con Nader la fa cadere per le scale e perde il bambino. 
Asghar Faradhi conferma con questo film le doti di narratore già manifestate con About Elly. Non è facile fare cinema oggi in Iran soprattutto se ci si è espressi in favore di Yafar Panahi condannato per attività contrarie al regime. Ma Faradhi sa, come i veri autori, aggirare lo sguardo rapace della censura proponendoci una storia che innesca una serie di domande sotto l'apparente facciata di un conflitto familiare. Il regista non ci offre facili risposte (finale compreso) ma i problemi che pone sono di non poco conto per la società iraniana ma non solo. Certo c'è il quesito iniziale non di poco conto: per un minore è meglio cogliere l'opportunità dell'espatrio oppure restare in patria, soprattutto se femmina? Perchè le protagoniste positive finiscono con l'essere le due donne. Entrambe con i loro conflitti interiori, con il peso di una condizione femminile in una società maschilista e teocratica ma anche con il loro continuo far ricorso alla razionalità per far fronte alle difficoltà di ogni giorno. Agghiacciante nella sua apparente comicità agli occhi di un occidentale è la telefonata che la badante fa all'ufficio preposto ai comportamenti conformi alla religione per sapere se possa o meno cambiare i pantaloni del pigiama al vecchio ottantenne che si è orinato addosso. Sul fronte opposto della barricata finiscono per trovarsi gli uomini che, o sono obnubilati dalla malattia oppure finiscono con l'aggrapparsi a preconcetti che impediscono loro di percepire la realtà in modo lucido. Ciò che va oltre alla realtà iraniana è l'eterno conflitto sulla responsabilità individuale nei confronti di chi ci circonda. Ognuno dei personaggi vi viene messo di fronte e deve scegliere. Sotto lo sguardo protetto dalle lenti di una ragazzina. 
Una nota a margine: il cinema iraniano è veicolo stabile di una falsificazione narrativa che sta a priori di qualsiasi sceneggiatura. Sussistendo il divieto per le donne di mostrarsi a capo scoperto in pubblico i registi sono obbligati a farle recitare con chador o foulard vari anche quando le scene si svolgono all'interno delle mura domestiche narrativamente in assenza di sguardi estranei stravolgendo quindi la rappresentazione della realtà.

 
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Roma di HBO potrebbe risorgere? da comingsoon

Post n°11150 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

18 febbraio 2014
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Poster

 

Roma era Il Trono di Spade dello scorso decennio. Come l’ultima hit di HBO, proponeva una storia non contemporanea in cui le questioni si risolvevano con la spada e lo scudo, il cast era eccezionale e il sesso e la violenza abbondavano. Roma era scritta e recitata magnificamente e lanciò le carriere dei suoi protagonisti – fra tutti Kevin McKidd (Grey’s Anatomy), Ray Stevenson (Thor) e James Purefoy (The Following). Roma era anche piuttosto costosa e girata all’estero, proprio come Il Trono di Spade.

L’unica differenza è che Roma fu cancellata, dopo una manciata di episodi, decisione che HBO fu costretta a prendere non perché la serie aveva già detto tutto (per un drama storico in un certo senso è normale il fatto che accada velocemente), ma perché si rivelò molto dispendioso mantenere una produzione così colossale a migliaia di chilometri di distanza, in Italia. Una decisione che, più tardi, i dirigenti di HBO riconobbero come uno sbaglio, sebbene non pubblicamente. E questo accade in ogni caso di rado. Ma anche una decisione che, fra le altre cose, ci ha permesso di apprezzare il talento di Bruno Heller, l’ideatore di Roma, in un’altra gradevole serie tv, The Mentalist.

Quando nel 2011 debuttò Il Trono di Spade, raccogliendo consensi a destra e a manca, Purefoy, evidentemente risentito per come le cose erano andate, usò parole forti per accusare il drama fantasy di aver rubato le risorse che erano destinate a loro. Un pensiero che Heller non si è sentito di condividere quando ha discusso di Roma con la rivista Entertainment Weekly, che ha dedicato la cover story dell’ultimo numero alle serie che meriterebbero una seconda possibilità. Un tema suggerito dall’imminente arrivo nelle sale del film di Veronica Mars. Piuttosto, Heller ritiene che il suo show abbia contribuito a spianare la strada alle storie di Westeros.

“Non hanno preso il nostro posto”, ha detto. “Hanno imparato molto su come far funzionare le cose. Roma è stato il primo show di HBO girato all’estero con un grande budget. Gli errori che abbiamo commesso sono quelli da cui Il Trono di Spade ha imparato. Molti dei registi e produttori sono gli stessi. Il Trono di Spade è una serie brillante, realizzata altrettanto brillantemente. Una delle ragioni per cui andrà avanti è che esistono dei libri che le garantiscono una struttura. Una delle sfide di HBO con Roma è che aveva una struttura grande e ambiziosa ma dovevamo inventarcela, non avevamo quei libri meravigliosi”.

Visto il modo brusco in cui la storia si interrompe, i fan hanno sempre sognato un suo ritorno. Una possibilità non così folle alla luce delle lezioni ricevute e dei risultati raggiunti con Il Trono di Spade. HBO, tuttavia, non sembra interessata, anche se alcuni dei talenti che ne furono coinvolti hanno detto invece di esserlo. “Mai dire mai”, ha commentato Heller. “Stranamente, i set sono ancora lì. Belli e pronti per essere riutilizzati. Ma, realisticamente, questo è un business in cui difficilmente si torna indietro. È difficile riuscire a rifare tutto solo perché è giusto. Inoltre, deve esserci un motivo economico molto valido”.

Detto questo, Heller ha un’idea di quali potrebbero essere le circostanze di un eventuale riavvio. “Bisogna solo vedere quante sono le persone che pensano sia una buona idea. Potrei chiamare Kevin e Ray, i quali sarebbero felici di tornare su HBO. Normalmente non mi piace guardare indietro, ma Roma è stato il grande amore della mia vita”.

 
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La musica pericolosa di Nicola Piovani

Post n°11149 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Poster

 

La musica nel cinema ha una funzione decisiva. Difficile immaginare una grande scena che è entrata nella storia del nostro immaginario senza che abbia una colonna sonora ad accompagnarla. In questo campo i nostri compositori si sono sempre fatti valere, e hanno accompagnato i momenti d’oro del nostro cinema. Autori come Nino Rota o Ennio Morriconesono fra i pochi musicisti italiani conosciuti in tutto il mondo.

Erede di questa tradizione è senz’altro Nicola Piovani, che è arrivato alla vittoria dell’Oscar per la colonna sonora de La vita è bella. Una vita a ritmo di musica, la sua, che ha deciso di raccontare in prima persona in un libro, La musica è pericolosa, definito “appunti per un’autobiografia di Nicola Piovani”.

Quella di Nicola Piovani è una vita nel segno della musica, e degli incontri che la musica ha reso possibili: con Ennio Morricone, Manos Hadjidakis; con il pubblico che lo ha ascoltato dal vivo negli auditorium, nei teatri, nei cabaret; con i registi come Federico Fellini e Mario Monicelli, per i quali ha scritto alcune delle colonne sonore che hanno segnato quarant’anni di cinema. Ma se «la musica è pericolosa», come diceva Fellini, è un pericolo che vale la pena correre perché regala inaspettati scampoli di divinità. In queste pagine, Nicola Piovani, uno dei musicisti più noti e amati nel mondo, ricorda com’è cambiata la sua vita con l’arrivo in casa della rivoluzionaria Lesaphon Perla, la fonovaligia acquistata per le feste da ballo di suo fratello e su cui lui ascoltava insaziabilmente Bach e Beethoven.

Racconta come sono nate molte delle sue musiche prendendo ispirazione anche dalla sua infanzia, come La banda del pinzimonio composta per Roberto Benigni, la combinazione mi-fa-sol di Il bombarolo scritta per Fabrizio De André o la canzone Quanto t’ho amato, scritta con l’amato amico Vincenzo Cerami, al fianco del quale ha lavorato per tanti anni. Ma racconta anche gli scherzi goliardici che si concedeva con Gigi Magni, come quello di approntare un testo provvisorio per la metrica di una nuova lirica di I sette re di Roma usando il turpiloquio al posto dei numeri che si usano normalmente.

Prende forma così una «vita cantabile» dove la musica diventa un pretesto per parlare della vita, e dove la vita si lascia agganciare proprio in quei momenti in cui un’aria, una combinazione di suoni, il fragore di una banda o l’audacia di un’orchestra hanno saputo toccarci il cuore e dirci qualcosa di più su questa rocambolesca avventura di essere musicalmente al mondo.

La musica è pericolosa di Nicola Piovani, Rizzoli, pagine 198, euro 17

 
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Quando Baglioni snobbava il Festival da globalist

Post n°11148 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 


di Piero Montanari

Assisterò con piacere e curiosità alla performance di Claudio Baglioni, atteso grande ospite tra i tanti sul palco dell'Ariston. La curiosità me la motiva il fatto che Claudio quel palco l'ha sempre criticato e snobbato, se togliamo quell'unica volta che andò a cantare dal vivo, da solo col pianoforte Questo piccolo grande amore, nel brutto periodo dove a Sanremo i cantanti si esibivano in playback. Lo fece - e me lo disse - per "far vedere a questi come si canta dal vivo". 

Claudio snobbava fortemente il Festival Sanremo al punto da organizzare serate a casa sua con noi amici e collaboratori, proprio per un gioco generale allo sfottò di questo o quel cantante o di quella canzone.

Ricordo una di queste sere dove mise addirittura in palio un premio simbolico per chi avesse indovinato il vincitore (una bottiglia di vino fatta come la coppa Rimet dei mondiali di calcio, che peraltro vinsi e ancora campeggia sulla mia libreria dopo quasi trent'anni) .

Ora si vede che ha cambiato idea, complice evidentemente Fabio Fazio, con il quale rinsaldò l'amicizia durante il programma televisivo Anima mia, o il desiderio di esserci finalmente e non guardare il Festival sfottendolo da casa, o magari per continuare a spingere il suo nuovo album, o forse perché, dopo tanti anni, ha davvero cambiato idea sul Festival, cosa che però credo meno possibile. 

Meglio esserci in questo momento storico, che le occasioni per promuovere le canzoni si fanno sempre più rare. Da vecchi si diventa più saggi, come si dice.

 
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Francia, la donna perfetta? “Una cretina”. Ecco il manifesto contro il senso di colpa da il fatto quotidiano

Post n°11147 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

E' diventato un caso letterario, con oltre 500mila copie vendute, il libro "La donna perfetta è una cretina", scritto dalle sorelle (gemelle) Anne-Sophie e Marie-Aldine Girard. Secondo loro "quelle che cucinano ogni sera piatti gourmet e ritrovano la linea perfetta due settimane dopo il parto non esistono e chiunque desideri essere come loro è semplicemente un'idiota". Un inno alle imperfezioni
Francia, la donna perfetta? “Una cretina”. Ecco il manifesto contro il senso di colpa

La copertina di 'La femme parfaite est una connasse!"

“Il nostro editore ci ha chiesto di scrivere un libro su San Valentino, ma il tema non ci inspirava molto. Allora gli abbiamo proposto un’altra cosa: un libro per liberarci del senso di colpa per le nostre imperfezioni”. Così è nato “La femme perfaite est une connasse!“ (J’ai Lu, 2013), ossia, traducendo in italiano, ‘La donna perfetta è una cretina‘ (o meglio, stronza). “Il manuale di sopravvivenza per donne ‘normali’”, pubblicato il febbraio scorso dalle sorelle (gemelle) Anne-Sophie e Marie-Aldine Girard, è diventato un piccolo caso letterario. Più di 500mila copie vendute, tradotto in sette lingue, è il libro più acquistato su Amazon Francia.

Un manifesto umoristico con suggerimenti e regole per una vita imperfetta e appagante. Per esempio: “Non diremo più: ‘ho il culo grosso‘ ma ‘ho il culo uguale a Jennifer Lopez‘”. “Detesteremo la nuova giovane amica dell’ex della nostra migliore amica, sempre!”. “La smetteremo di aprire l’acqua del rubinetto come diversivo quando andiamo alla toilette… non ci casca nessuno”.

Naturalmente non mancano consigli pratici, come il metodo per evitare la tentazione della ciotola delle patatine all’aperitivo o il dizionario per decodificare i messaggi di testo: baci scritto ‘bises’ si usa per mantenere una certa distanza, il più dolce ‘bisous’ (che significa sempre baci) lascia intravedere qualche possibilità di conquista, mentre ‘XXX’ può significare ‘sono americano o sono un attore porno‘.

Le autrici dicono di aver tratto spunto dai racconti delle amiche (e delle amiche-delle-amiche). Che poi si sa, le donne francesi sembrano sempre un po’ più perfette delle altre. “Abbiamo scritto un capitolo che si intitola ‘La ragazza che non ingrassa mai è una ragazza che non mangia!‘. Lo sappiamo da molto tempo, ma lo diciamo solo ultimamente”, spiegaAnne-Sophie Girard che nella vita fa l’attrice comica. Marie-Aldine invece è giornalista, lavora nella redazione di “Ce soir (ou jamais!)”, programma televisivo dell’emittente France2. “Siamo tutte un po’ connasse per qualcuno – spiegano le autrici – Ma la vera ‘connasse’ è quella che ti fa sentire in colpa. Potrebbe essere la tua collega o la tua vicina. È una ragazza che ti guarda e tutto d’un colpo ti fa sentire una merda. E noi abbiamo scritto questo libro per liberarci dei sensi di colpa”.

Secondo le gemelle, le donne che cucinano ogni sera piatti gourmet imitando Nigella Lawson e ritrovano la linea perfetta due settimane dopo il parto (vedi Michelle Hunziker, nuovamente al lavoro a soli 4 giorni dalla nascita della figlia Sole) non esistono, e chiunque desideri essere come loro è semplicemente un’idiota. Ma qual è il trucco del successo di questo libro allegro e leggero? “Tono umoristico, anti-senso-di-colpa e prezzo contenuto”, azzarda in un’intervista Fanny Villiers, della casa editrice J’ai Lu. A questo semplice mix sicuramente si aggiunge anche il desiderio delle lettrici di liberarsi dallo stereotipo dell’amica-moglie-lavoratrice-amante perfetta che da anni occupa tutti i mezzi di comunicazione e soprattutto la televisione. Naturalmente non solo in Francia.

 
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Ascolti Sanremo, 2 milioni in meno del 2013 da l'unità

Post n°11146 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Ascolti giù rispetto al Sanremo 2013: 12 milioni 466mila spettatori e media del 45,77% ieri su Rai1 per la prima parte della serata inaugurale del 64esimo Festival con la conduzione ancora di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Rispetto a un anno fa, c'è stato un calo di circa due milioni di spettatori (furono 14 milioni 195mila) e di quasi due punti percentuali (lo share fu del 47,60%). 

La seconda parte della serata è stata seguita da 5 milioni 680mila spettatori (contro gli 8 milioni 146mila di un anno fa) e share del 47,14% (un anno fa risultò del 53,53%). 

La media ponderata dice 10 milioni 938mila spettatori e share del 45,93%, contro i 12 milioni 969mila e il 48,20% della prima serata di un anno fa. 

Sono Luciana Littizzetto e Yusuf Islam-Cat Stevens hanno segnato i picchi di ascolto. In numeri assoluti, la Littizzetto alle 21,26 con la sua 'lettera’ a San Remo ha registrato con 16 milioni 48mila spettatori, mentre in termini di share il festival ha raggiunto il 55,36% con l'esibizione di Cat Stevens alle 23,58. 

 
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Ascolti Sanremo, calo di 2 milioni Proteste e sexy Casta

Post n°11145 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Di Stefano Miliani
18 febbraio 2014
Un avvio di Sanremo 2014 segnato da proteste, guai all'avvio e la paura che Grillo scatenasse un putiferio in sala mentre lo ha scatenato fuori e se n'è andato dall'Ariston piuttosto presto. Apre la serata un colpo di scena: Fazio inizia a parlare di "Italia da riparare" partendo dal treno di Andora ancora bloccato sui binari, e già s'inceppa il sipario, quando due lavoratori disoccupati arrampicati sui ponteggi, minacciano il suicidio e urlano: "Legga la nostra lettera". Sono da 16 mesi senza stipendio, vengono dal Bacino di Napoli e Caserta e sono la prova di una disperazione per il lavoro diffusissima. Il conduttore mantiene una discreta calma, i due in serata verranno portati in Questura, poi è Ligabue che canta, in acustico, "Creuza de ma" di De André (oggi sarebbe stato il suo compleanno) a dare corso alla scaletta. Ma la prima puntata delle cinque non avrà lo stesso brio della prima dell'anno scorso. I duetti Fabio - Luciana restano simpatici, manca l'impatto della novità. 

 
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Prima giornata festival di San Remo 2014

Post n°11144 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

YUSUF CAT STEVENS 
ARISTON APPLAUDE “FATHER AND SON”

Yusuf Cat Stevens conquista l'Ariston con una delle sue canzoni storiche dei primi anni 70: “Father and Son”, il dialogo tra un padre saggio e un figlio pieno di ideali. Ariston in piedi. 

YUSUF CAT STEVENS 
“UNA VERA RELIGIONE INSEGNA A CONVIVERE”

Fazio al cantante britannico domanda, partendo dalla sua conversione all'Islam e ai suoi lunghi anni di silenzio musicale dalla fine degli anni 70: “Oggi le religioni spesso dividono”. Cat Stevens: “Spesso viene usata come una scusa, la religione, per fare cose che si farebbero anche senza la religione, per scatenare conflitti. Non c'è un altro mondo in cui vivere e dobbiamo imparare a convivere, se non ci insegna questo non è una religione”. E così chi temeva chissà cosa perché è islamico si becca una piccola semplice lezione di civiltà. 

YUSUF CAT STEVENS 
LA VOCE CHE SUPERA IL TEMPO 

Barba e capelli bianchi, occhiali scuri, chitarra, Yusuf Cat Stevens (Yusuf perché convertitosi all'islamismo da decenni) mantiene freschezza e una voce che sembra aver superato indenne (quasi) il tempo. 

DE ANDRE' RICORDA IL PADRE FABER 
PASSA “IL CIELO E' VUOTO”

Cristiano De Andrè, nel giorno del compleanno del padre Fabrizio omaggiato a inizio della prima serata del Festival di Sanremo da Luciano Ligabue, porta sul palco un brano che ricorda molto lo stile di Faber: 'Invisibili', dedicata a Genova. La seconda canzone è 'Il cielo è vuoto' e questa – annunciata da Cristiana Capotondi - passa alla fase finale. 

RAFFAELLA CARRA' IN GRAN FORMA 
IN VERSIONE DANCE: “SONO EMILIANA'” 

Raffaella Carrà – che non è più giovanissima – invitata per i 60 anni della tv italiana si esibisce in un balletto dance. Niente di speciale, il suo numero iniziale, ma ha fisico ed elasticità, la fanciulla. “Sono emiliana”, risponde a Fazio quando le chiede come fa. 

LO SCIENZIATO NALDINI: 
“ISTITUZIONI PUBBLICHE DOVREBBERO FARE DI PIU'” 

Come Dulbecco nel secondo Sanremo dell'era Fazio, anche stavolta il conduttore ha voluto un pezzo di scienza: Naldini, che compie ricerche sulla genetica finanziato – lo ricorda lui – da Telethon: “Le istituzioni pubbliche dovrebbero fare di più per la ricerca”. Spot Telethon a parte, in effetti... 

ANTONELLA RUGGIERO: 
RITORNO AL FESTIVAL 

Terza big sul palco dell'Ariston è Antonella Ruggiero. L'indimenicabile voce dei Matia Bazar, che torna al Festival di Sanremo dopo sette anni di assenza, porta in gara 'Quando balliamo' e 'Da lontano'. 

LAETITIA SEXY BALLA E CANTA 
COVER DI JANNACCI CON FABIO “INNAMORATO” 

Laetitia in minigonna e stivaloni sexy canta e balla. E poi duetta con Fazio in “Silvano” di Jannacci con, al pianoforte, il figlio del cantante milanese. La francese aveva promesso che non sarebbe rimasta immobile e ha mantenuto. Tutto giocato sui allusioni e su Fabio innamorato perso. 

LITTIZZETTO DIVENTA LAETITIA: 
“FABIO, TANTO NON TE LA DA' ” 

Dopo i saluti pubblici, il conduttore insieme alla Casta si siede a un tavolino e le canta 'Ne me quitte pas' di Jacques Brel. La Casta a sua volta canta una sua versione di 'Meraviglioso' di Domenico Modugno. Fazio replica intonando “Les feuilles mortes” di Yves Montand, ma Luciana Littizzetto appare al posto di Laetitia mentre Fabio canta seduto a un tavolino con faccia da tonto, fiore rosso - finto - e fisarmonica. Fazio pessimo cantante. Ma Lucianina lo demolisce per altro: “Tanto lei non te la dà, è chiaro”. 

FAZIO “ESISTENZIALISTA FRANCESE” 
PER LA BELLONA LAETITIA CASTA 

Luciana Littizzetto accoglie Laetitia Casta: “Anche i polpi sapevano che sei qui, se fossi della Rive Gauche ci farei un pensierino. A Fabio basta che ci sia una francese perché...”. Fazio indossa un golf nero “da esistenzialista francese” e insiste perché la co-conduttrice se ne vada e corteggiare la bella attrice-modella francese. 

SCAMBIO GRILLO-FAZIO SUI DUE LAVORATORI 
“NON C'ENTRO”. “TI HANNO SUPERATO” 

Beppe Grillo: «Guarda che io non c'entro niente con quei due». Fabio Fazio: «Ormai ti hanno superato. Non immagini quanto mi faccia piacere», con sottinteso il fatto che il leader del M5S e uomo di spettacolo fosse lì. È il siparietto tra il leader dei 5 Stelle, seduto in platea, e il conduttore in una pausa pubblicitaria. Grillo ha invitato Fazio a parlargli però in diretta tv e Fazio ha replicato: «Ora fatemi fare il Festival, altrimenti è come se facessi Ballarò». 

FRANKIE STUPISCE LUCIANINA 
“GESU' UNO DEGLI AUTORI DEI BRANI?” 

Secondo artista in gara Frankie Hi nrg con “Un uomo è vivo” e, più rap, “Pedala”. Lucianina apprezza che venga da Torino (e non solo per quello, lo chiama "tronco di pino"), ma si stupisce per uno degli autori dei brani: “Gesù?”. I televotanti scelgono "Pedala".

ARISA PRIMA BIG IN GARA 
AL TELEVOTO PASSA IL BRANO “CONTROVENTO” 

Arisa, prima Big in gara questa sera: la cantante genovese indossa un top nero a maniche lunghe e una gonna al ginocchio argentata. Non ha più quell'aria da “paperina” della sua precedente partecipazione festivaliera. Canta i suoi due brani in gara: 'Lentamente (Il primo che passa)' e 'Controvento'. Il televoto sceglie la seconda e con questa Arista prosegue la gara. 

LITTIZZETTO: SPERIAMO RENZI 
NON DICA MAI 'STAI SERENO' AL PAPA 

Lucianina stempera la tensione con la sua lettera a “San Remo” (la lesse anche l'anno scorso): «Fai che Renzi non dica mai a Papa Francesco 'Stai sereno' che non vorrei mai facesse la fine di Enrico Letta. Papa Francesco? Io ho lasciato il cellulare acceso se vuole chiamarci. Se è occupato chiami Nando Pagnoncelli dell'Ipsos. Nando? Se ti chiama uno con la voce di Miguel Bosè passacelo». E ancora a Enrico Letta che si è definito zen: «Sting è zen e tromba per ore, Letta è zen ed è stato trombato, participio passato». 

LETTERA DI LUCIANINA A SANREMO
IN DUE PEZZI E BALLERINE STILE WANDA OSIRIS 

Entrata stile Wanda Osiris di Luciana Littizzetto. Attorniata da ballerine, scende dalle scale in un due pezzi fiorito. Segue la sua lettera a Sanremo. Con Fazio che le ricorda la promessa di non dire parolacce e lei che la promessa la infrange. Ne ha per Berlusconi: venga qui in vacanza visto che non può andare all'estero. 

 

LA LETTERA DELLA DISPERAZIONE 
DEI LAVORATORI CAMPANI: ASCOLTATECI

Fazio legge – o anzi riassume – la lettera dei lavoratori del bacino di Napoli e Caserta: una lettera di persone disperate che cercano ascolto dalle istituzioni e ricordano che nel loro posto di lavoro già si contano tre suicidi. «16 mesi che non ricevono stipendio, recandosi tutti i giorni al lavoro», dice il conduttore. Si tratta di 800 persone. E questo fatto ribadisce due cose: che Sanremo è una platea per cercare ascolto; che questo ascolto i più non lo trovano da nessuna parte. 

I DUE LAVORATORI: 
SCUSATE MA NON ANDIAMO AVANTI 

Fabio Fazio ha mantenuto la promessa e letto la lettera dei due lavoratori convincendoli a scendere dalle impalcature. I due operai chiedono l'intervento del governo centrale e di quello locale. Aggiungono che nei giorni scorsi è stata approvata legge di riqualificazione dei lavoratori ma ci vorrebbero sei mesi. «Mi scuso con tutti voi per questo spiacevole intervento - è scritto ancora - ma la disperazione è tale che spinge a farla finita perchè non si riesce ad andare avanti, vi chiediamo di restituirci la nostra dignità». In sala è scattato l'applauso di solidarietà e, da Fazio, l'invito ai due alla ragionevolezza. 

LIGABUE ACUSTICO 
IN CREUZA DE MA DI DE ANDRE' 

Oggi sarebbe stato il compleanno di Fabrizio De André. Lo ricorda Luciano Ligabue in versione acustica di “Creuza de ma”, accompagnato dal direttore musicale del festival Mauro Pagani che contribuì in modo decisivo all'album uscito 30 anni fa.

IN AVVIO DI FESTIVAL
S'INCEPPA IL SIPARIO 

Si è inceppato il meccanismo che alza il sipario. Poi, dopo un un paio di minuti tutto è andato al posto giusto e il sipario si è alzato, mentre Fabio Fazio era già entrato comunque in scena accingendosi a parlare dei problemi del Paese, in particolare delle opere incompiute o di infrastrutture che cedono all'improvviso o che vengono coinvolte in disastri ambientali, come il treno rimasto bloccato sulla linea Milano-Ventimiglia, in terra ligure. 

FAZIO: LAVORATORI CHIEDONO DIGNITA' 
MA LA BELLEZZA PUO' AIUTARCI 

Fazio spiega riassumendo la lettera dei due uomini: i lavoratori del bacino di Napoli e Caserta volevano dare la lettera ai rappresentanti istituzionali e reclamano il diritto al lavoro e alla dignità. Ma allora che si fa? Non continuiamo? Il nostro è un momento di spensieratezza non per rimuovere i problemi, ma credo che la bellezza, per quanto sembri paradossale, ha un ruolo importante. Quello che siamo lo dobbiamo cercare anche nel contesto fuori, se quel che è fuori è bello diventiamo migliori anche noi.

PIF, SANREMO E SAN ROMOLO
Con il pre-festival dei filmati di Pif, è decollato alle 20.30 Sanremo 2014. E' un po' un antipasto: l'artista usa la sua semplicità per raccontare la città, tra scorci e dubbi su come si chiamano gli abitanti di Sanremo, e i preparativi della kermesse come un bambino felice in un parco giochi. 

PIF SCIOGLIE IL DILEMMA: CHI ERA SANREMO
Pif si incarica si risolvere un equivoco: Sanremo non è un Remo santo bensì, e lo spiega un parroco che se ne intende, la contrazione dialettalei Non due bensì 10. Beppe Grillo avrebbe acquistato 10 biglietti di una fila in platea del teatro Ariston per la puntata di stasera. Lievi, con riprese avvicinate al suo viso come quando ha lavorato per le Iene, i suoi mini-filmati. 

 
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